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Autore: Mr Lavottino    12/05/2019    7 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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- Freddy, sei qua?- la corsa di Ginevra si fermò poco dopo essere uscita dal corridoio. Vide una grossa porta blu, in cui non esitò ad entrare, al cui interno c'erano i quattro ragazzi. Li guardò tutti, uno ad uno, e poi, con il fiatone iniziò a fargli delle domande - Freddy è qui? L'avete visto? È un uomo grande, con i capelli neri, gli occhi marroni e...- le sue parole venne interrotte da Jake che, ancora stranito dalla faccenda, le appoggiò le mani sulle spalle per farla calmare.
- Parla più piano, in questo modo non riusciamo a capirti.- il castano la guardò dritta negli occhi, fino a quando quella non si calmò e, dopo degli attenti respiri, parlò lentamente.
- Avete visto Freddy?- domandò, per poi spostare lo sguardo per tutta la stanza alla sua ricerca.
- Qualcuno di voi ne sa qualcosa?- Jake si voltò verso i tre, che si limitarono a fare cenno di dissenso con la testa, per poi guardarla - No, mi spiace. Anche noi ci siamo svegliati qua dentro, quindi non sappiamo nulla.- concluse, mentre l'altra stava incominciando a piangere per l'ennesima volta.
- Per favore, pensateci bene. È un uomo sulla trentina, con dei bellissimi occhi color nocciola, un po' di barba bianca ed i capelli scuri...- la ragazza riprese a parlare rapidamente, mandando di nuovo tutti nel pallone. Prese Jake per le braccia e, senza nemmeno farlo di proposito, iniziò a stringere la presa affondando le unghie nella sua carne.
- Ginevra!- a salvare la situazione, che si stava facendo piuttosto pesante, fu Linda. La rossa le andò vicino e la girò verso di se con la forza - Calmati, dannazione!- la scosse per qualche secondo, attendendo che si calmasse per bene. Assieme a lei venne anche Charlene che, non appena entrò dentro la stanza, si ritrovò abbracciata dal fratello James.
- Devo trovare Freddy, altrimenti...- Ginevra provò nuovamente a parlare, ma le venne impedito.
- Freddy non è qui. Questo è una specie di ospedale psichiatrico e noi siamo qua perché dobbiamo curare i nostri disturbi.- Kevin, sempre con la testa rivolta verso il basso, le disse la verità senza farsi scrupoli. Non cercò nemmeno di addolcirle la pillola, conscio che tanto non sarebbe servito a nulla.
- Non è vero...- sussurrò Ginevra.
- Ha ragione lui, purtroppo dobbiamo stare chiusi qua dentro per un bel po', quindi per un po' di tempo non potrai vedere Freddy.- Charlene le sia avvicinò e provò a darle supporto morale, ma la castana reagì malamente.
- Non è vero!- urlò, con tutto il fiato che aveva in gola - Lui è qui, devo solo trovarlo!- la ragazza continuò a gridare con foga, lasciandoli tutti interdetti.
- Smettila.- Wren, vittima di un forte mal di testa, provò a placare la sua ira, ma non riuscì ad ottenere alcun risultato.
- Se non testimonio a suo favore verrà ucciso e poi...- ormai Ginevra si era completamente persa nei suoi discorsi, al punto che sembrava stesse parlando da sola.
- Falla finita, porca puttana!- Wren, in uno schizzo di rabbia, portò la sua faccia a pochi centimetri da quella della castana, che si zittì immediatamente. In tutta la stanza piombò il silenzio più totale per più di cinque minuti, dove nessuno osò fiatare.
- Forse sarebbe meglio presentarci, che ne dite?- Jake, dopo aver aspettato abbastanza, provò a prendere in mano la situazione, ottenendo dei brusii di assenso da parte degli otto. Si presentarono rapidamente, limitandosi a dire i loro nomi, poi finalmente incominciarono ad esplorare l'abitazione.
Fuori dalle due camere, poste una accanto all'altra, c'era un corridoio che portava ad una biforcazione. A sinistra era presenta una piccola porta bianca con sopra scritte le lettere "WC", mentre sulla destra un grosso cancello di ferro impediva di arrivare ad un portone, che con tutta probabilità doveva essere l'uscita dalla casa.
La porta del bagno risultò essere chiusa, così come una che trovarono accanto al cancello e che, dal piccolo foglietto scritto sopra, supposero essere un magazzino. L'unica aperta era quella posta proprio davanti al corridoio.
I ragazzi, seppur esitanti, la attraversarono e all'interno vi trovarono una grossa sala . C'era un tavolino, con dieci sedie, due divani piuttosto larghi, una televisione enorme attaccata al muro, ed un sacco di altre cose, come una mensola piena di dischi, videogiochi e perfino uno stereo per ascoltare la musica.
Gli arredi e le mura erano completamente bianchi e gli unici oggetti a dare colore alla stanza erano le varie cianfrusaglie in giro, fra cui i cavi per collegare la TV o i controller delle console accanto ad essi, ed il tutto dava uno strano senso di chiuso.
- Guarda quanta roba...- Jake iniziò subito a guardarsi intorno e, dopo essersi avvicinato ad uno scaffale, prese un libro dalla mensola e lo guardò. "Cappuccetto Rosso", lesse il titolo e si rese subito conto che la copertina era stata sostituita con una sovraccoperta bianca sopra la quale c'era stato scritto il testo in nero.
- Chi ha progettato questa stanza non ha molta fantasia.- anche Linda iniziò a controllare tutti gli oggetti presenti nella stanza, notando come ogni singolo oggetto fosse dello stesso colore. Perfino le tende e le persiane delle finestre, che erano state accuratamente chiuse per impedirgli di guardare fuori.
- È tutto... nostro?- James roteò su se stesso e si mise a sedere su uno dei divani, notando come fosse morbido e confortevole.
- Credo di sì. - la sorella si mise accanto a lui, mantenendo un'espressione gioiosa in volto.
- Non sto capendo... perché qui è tutto uguale?- Wren iniziò a sentirsi sempre più a disagio per colpa di quell'aria così tesa che si respirava nella stanza. Non sapeva bene il perché, ma sentiva che c'era qualcosa di strano in quel luogo.
- È un trucco che usano gli psicologi per farci credere che sia tutto a posto. Le solite stronzate.- a rispondergli fu Kevin, che si mise poi a sedere sul bordo del divano rimasto libero.
- Te ne intendi di queste cose?- Charlene si voltò verso di lui, mandandolo leggermente in paranoia, e gli sorrise.
- Più o meno... credo.- detto ciò spostò lo sguardo da tutt'altra parte, imbarazzato e quasi infastidito dall'essere guardato da lei. La bionda notò il suo gesto e, sorridendo sotto i baffi, si morse un labbro.
- È tutto così pulito.- Jake continuò il suo giro di perlustrazione aprendo tutte le ante e i mobili presenti nella stanza. Trovò bicchieri di plastica, bottiglie d'acqua, riviste, quaderni e molto altro ancora. Tutti quegli oggetti erano messi assieme senza un preciso senso logico, tanto che il castano fece fatica a distinguerli.
- Cosa dobbiamo fare?- anche Linda si era messa a controllare i numerosi scaffali appesi al muro, mentre si chiedeva in quale modo avrebbero dovuto comportarsi. Prese una rivista di moda fra le mani ed iniziò a sfogliarla, accorgendosi che fosse piuttosto vecchia. La data sopra riportata era il ventisette Maggio di qualche anno prima.
- Una Play Station 3? Ma stiamo scherzando?- Wren si avvicinò alla console e la osservò attentamente.
- C'è qualcosa che non va?- Charlene sporse la testa per osservarla, ma non vi trovò nulla che non andasse.
- Due anni fa è uscita la 4, sono veramente arretrati. Anche i giochi, sono tutti per la 3.- prese in mano le confezioni e gli diede una rapida controllata, confermando i suoi dubbi. Non conosceva nessuno di questi, perché abituato a quelli di generazione successiva.
- Stanno tramando qualcosa.- anche Nikita si aggiunse alla conversazione. Si era seduta su uno sgabello, posto davanti a quello che sembrava essere un angolo bar, e stava dando le spalle a tutti.
- Che intendi dire?- le domandò Jake, mentre si passava fra le mani degli almanacchi su delle vecchie stagioni di Baseball.
- Non lo so di preciso, ma è tutto fin troppo strano. Se qua ci sono oggetti così vecchi è sicuramente per una scelta loro.-  la castana girò lo sgabello e li guardò tutti negli occhi, senza aggiungere altro.
I loro discorsi vennero interrotti da un rumore, simile ad una campanella scolastica, proveniente dal soffitto. Seguì qualche secondo di silenzio, poi una voce calda e cordiale iniziò a parlare.
- Buongiorno ragazzi. Io sono il capo-psicologo che vi seguirà in questo esperimento. Questa è una registrazione con la quale vi metterò al corrente di alcune cose. Come in ogni ambito, anche qui ci sono delle regole che dovete rispettare.- ci fu un attimo di pausa, in cui i ragazzi si guardarono fra di loro - Prima regola: è vietato ogni contatto con l'esterno. Seconda regola: non è permesso uscire dalla struttura fino alla fine dell'esperimento. Terza regola: potete usare tutti gli oggetti che trovate qua dentro e siete liberi di muovervi come volete. Quarta regola: quando sarà pronto da mangiare verrete informati dal suono di una campanella, ma non siete obbligati ad andare.- ci fu un'altra interruzione - Questo è quanto. Spero che il soggiorno sia di vostro gradimento, arrivederci.- detto ciò la voce registrata smise di parlare ed i ragazzi poterono tornare a parlare normalmente fra di loro.
- Fantastico, siamo bloccati qua dentro.- Linda si gettò di peso sul divano, infastidendo non poco Kevin, e sbuffò violentemente, poi prese il telecomando della televisione e la accese.
- Che danno alla TV?- Charlene portò gli occhi sullo schermo, rimanendo interdetta nel vedere la selezione canali. C'erano solamente delle serie Tv, nemmeno troppo nuove, e qualche film.
- Nessun notiziario, molto furbi.- Kevin si lasciò sfuggire una risatina, mentre la rossa usava il telecomando per controllare i titoli presenti.
- Così siamo tagliati del tutto fuori.- la bionda si batté un pugno sulla mano e guardò il moro con un grosso sorriso in volto - Sei stato bravissimo ad averlo notato.- Charlene sorrise al ragazzo, che si limitò a fare una smorfia e ad abbassare la testa.
- C'è della carta stagnola qua in giro?- era da un po' che Wren si stava guardando in torno con fare sospetto, ma nessuno lo aveva notato. Nel giro di qualche minuto aveva aperto tutti gli scaffali alla ricerca di quella carta, eppure sembrava non esserci.
- Scusami, a che ti serve?- James si girò verso di lui, senza però rivolgergli esplicitamente lo sguardo. temeva che potesse arrabbiarsi anche con lui, però così non fu.
- Devo... devo farmi il capello, sai. Quello per... tenere lontani gli alieni.- balbettò qualche parola, mentre con vari gesti delle mani provava a far capire cosa intendesse. I sette lo guardarono straniti, ancora non del tutto consci della situazione.
- Alieni? Ma cosa...- Linda alzò le sopracciglia, leggermente stranita, poi scosse la testa e riprese a controllare la televisione.
- Loro sono... reali, sai? Io... li ho visti, loro sono... non so nemmeno come spiegarlo.- il biondo boccheggiò diverse volte, prendendosi di tanto in tanto qualche pausa per cercare di parlare al meglio - Cazzo, ho u sonno tremendo.- si portò la mano sulla testa e si accasciò accanto ad un armadio.
- Ehi, tutto bene?- Jake provò ad avvicinarsi a lui e gli porse la mano per aiutarlo a rialzarsi.
- Sì, sì, ho solo... qualche problema col dormire.- accettò l'aiuto del castano e si tirò su barcollando.
- Non ringraziarmi, aiutare le persone mi sembra il minimo.- gli rivolse un grosso sorriso, lasciandolo leggermente stranito.
- Infatti non... non l'ho fatto.- Wren si lasciò scappare una risatina di circostanza, che poco piacque all'altro. Una volta tiratosi su, andò vicino al tavolo e si mise a sedere su una sedia.
- Che ore sono?- Charlene cercò con gli occhi un orologio in giro per la stanza, ma non fu in grado di trovarlo.
- Non ne ho idea. Mi ricordo che quando mi hanno fatto addormentare era sera. - Kevin alzò le spalle, per poi aiutare la bionda nella ricerca di un orologio - Sono stati furbi, cercano di disorientarci.- ridacchiò sottovoce, per poi sbuffare con violenza.
- Almeno il giorno lo sapete?- Linda, che nel frattempo aveva spento la Tv ed aveva affondato la testa sul cuscino, portò lo sguardo verso il calendario posto accanto ad un grosso armadio bianco. Il mese là segnato era Maggio, ma era più che sicura che in realtà fossero in piena estate.
- Forse il diciotto di Agosto, no, no, il diciassette.- Jake tirò ad indovinare, senza nemmeno soffermarsi troppo nel rifletterci su.
- Lunedì sedici Agosto. E ad occhio e croce sembrano le tre del pomeriggio.- fu Nikita, con un tono abbastanza seccato, a togliere loro i dubbi. Si procurò diverse occhiate stranite, che però aveva già messo in conto.
- Come hai...- accennò James, senza sapere come potesse essere sicura perfino sull'ora.
- Ieri era Ferragosto. La luce che filtra dalle persiane mi fa capire che è giorno e, essendo anche piuttosto forte, molto probabilmente siamo nel primo pomeriggio.- non lo lasciò finire, già conscia di cosa le avrebbe chiesto.
- Il calendario è di due anni fa, c'è scritto duemilatredici. - fece notare Charlene, dopo averlo accuratamente osservato per qualche secondo.
- È tutto così strano. Sembra che vogliano bloccarci nel passato.- Linda portò gli occhi verso il soffitto e si perse in quel bianco. Non capiva, come del resto anche gli altri, il perché di quelle scelte.
- Forse sono... sono stati gli alieni! Ci hanno portato indietro... nel tempo!- Wren schizzò in piedi, per poi ricadere di peso sulla sedia - Oh, Gesù, non riesco nemmeno più a ragionare.- si spinse le dita nelle tempie, sperando di far passare quel mal di testa che da un sacco di tempo lo affliggeva.
- Calmati, non c'è bisogno di andare in paranoia, probabilmente ci avviseranno loro dell'orario.- Jake tentò nuovamente di approcciarsi gentilmente verso di lui, ma quello lo ignorò.
- Io... sono stanco. Voglio solo dormire. Torno in stanza.- detto ciò si alzò e se ne tornò nella sua camera senza aggiungere altro.
- Vengo anche io. - Kevin decise di andargli dietro, fin troppo a disagio dalla situazione che stava vivendo dentro la sala. Troppe parole, troppi discorsi inutili.
I due si sdraiarono suo rispettivi letti, quelli in cui si erano svegliati, e stettero in silenzio per qualche minuto. Il biondo cercò invano di prendere sonno, mentre l'altro si limitò a cercare di placare quell'ansia sociale che lo stava attanagliando. Continuava a maledire sua sorella per averlo convinto ad aderire a quell'esperimento, mentre con entrambe le mani si copriva gli occhi.
- Mi dispiace per... sai, per quello che ti ho detto oggi, ecco.- Wren voltò la testa verso di lui e gli abbozzò un sorriso, cogliendolo alla sprovvista.
- Non fa niente. La situazione era piuttosto incasinata, è stata una reazione legittima.- Kevin provò a sminuire la cosa, ma il biondo non glielo lasciò fare.
- No, non lo era. È solo che... non riesco a dormire ed ho... sempre questo mal di testa.- portò l'indice sulla fronte, mentre sentiva il cervello pulsare conto il cranio. Da quando sua madre lo aveva costretto ad assumere tutti quegli psicofarmaci, essi lo avevano portato a soffrire d'insonnia, ed infatti era solito ad attacchi d'ira per via del poco sonno, come quelli che aveva avuto prima.
- Smettila di pensarci, tutti qua dentro hanno problemi.- il moro si girò dall'altra parte, messo sotto pressione dai continui sguardi di Wren, e si rannicchiò su se stesso.
- Me ne sono accorto.- detto ciò, il biondo si mise a ridere e, lentamente, sentì il sonno iniziare ad avvolgerlo.
 
Le due ore che passarono furono veramente lente ed altalenanti. Linda aveva trovato degli scacchi e, dopo numerose richieste, era riuscita a convincere James, anche se in realtà era stata la sorella a costringerlo, a giocare con lei.
Il biondo non era propriamente un gran giocatore, ma sapeva quantomeno le regole e ciò gli bastò per mettere fuori gioco la rossa ben quattro incontri di fila. La ragazza stava palesemente perdendo la pazienza al punto che, per paura, lui provò addirittura a ritirarsi, venendo però bloccato più volte dalla sfidante, che voleva ottenere una vittoria onesta.
- Ma come diavolo fai?- Linda non riuscì più a contenersi e, dopo la quinta sconfitta consecutiva, iniziò a perdere le staffe. La rossa digrignò i denti con violenza, per poi cacciare un urlo.
- Sto andando a caso, nemmeno io so bene come si gioca. Sarà fortuna.- il biondo accennò ad una risatina di circostanza, ma ciò non fece che farla arrabbiare ancora di più.
- Non è possibile! Maledizione.- in uno scatto d'ira inaspettato, Linda prese la scacchiera e la lanciò per terra. I vari pezzi si sparsero da tutte le parti, mentre James e Charlene, seduti sul divano, si portarono istintivamente le mani davanti al volto per la paura.
- Cerca di calmarti, non è urlando e sbattendo le cose che diventerai brava a scacchi.- Nikita, con il suo solito tono calmo e tranquillo, girò lo sgabello verso di lei e le dedicò un'occhiata derisoria. La rossa la guardò negli occhi, rossi per la rabbia, per qualche secondo, fino a quando non si alzò in piedi e con dei piccoli passi le andò in contro.
- Cosa hai detto?- domandò con un filo di voce, mentre l'altra si limitava semplicemente a guardarla - Su, ripetilo se ne hai il coraggio.- sentendo quelle parole, Nikita si indispettì e si girò dall'altra parte facendo innervosire Linda ancora di più.
- Andiamo, calmati, non c'è bisogno di alterarsi tanto, è solo un gioco.- Charlene, sostenuta da Jake, provò a tenere sotto controllo la situazione, ma non ci riuscì.
- No, no, no, non è solo un gioco! Quest'idiota è da quando ci siamo svegliati che si atteggia come se sapesse tutto lei. Mi da sui nervi!- mosse un altro passo in avanti, il che portò la bionda ed il castano ad andarle vicino per impedire il nascere di una rissa - Non hai nemmeno voluto aiutarci quando Ginevra si è sentita male.- ormai le due erano solo ad un metro di distanza.
- Di che cosa soffri? Disturbo bipolare? Personalità multipla?- Nikita si girò nuovamente verso di lei e, dopo averla squadrata per qualche secondo, si mise a ridere.
- Che cos'hai da ridere?- subito Linda di sentì giudicata, motivo per cui scattò sulla difensiva. La castana scosse la testa, senza dirle nulla.
- Non c'è bisogno di alterarsi, saremo coinquilini per un bel po', quindi dobbiamo cercare di andare d'accordo.- Jake si mise fra le due e, con un sorrisetto in volto, iniziò a parlare - Cosa ne dite di nominare un capo momentaneo del gruppo? Potrebbe essere utile per adesso.- alzò le sopracciglia, nella speranza di convincerli. Nessuno di loro rispose, limitandosi a guardarlo.
- Per me non c'è problema. È giusto che ci sia qualcuno al comando.- Charlene gli sorrise, venendo prontamente ricambiata - James, tu che ne pensi?- si appellò al fratello, ancora in terra a raccogliere i pezzi degli scacchi.
- Fate come volete.- liquidò la faccenda con sufficienza, per poi continuare a cercare i piccoli oggetti sparsi per il pavimento.
- Chi si offre?- Jake portò gli occhi su ognuno di loro, ma nessuno si fece avanti. Ghignò, contento per come si stava mettendo la situazione - Beh, allora credo che toccherà a me. - alzò le spalle, per cercare di far sembrare che quella fosse l'unica scelta disponibile.
- E adesso che ti sei auto eletto cosa facciamo?- Linda, dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia verso di Nikita, tornò a sedere sul divano.
- Non possiamo far altro che aspettare.- Charlene si mise accanto a lei ed assunse un'espressione imbronciata.
- Tu perché sei qui?- la rossa si girò verso la bionda, squadrandola per bene. Quella sussultò, portando l'altra a spiegarsi meglio - Cioè, non mi sembri avere un qualche tipo di disturbo particolare. Sei... normale.-  
- In realtà io sono qui per tenere sotto controllo James.- indicò il fratello, che non si curò nemmeno di guardarla - Soffre di una grave ansia sociale, quindi ho deciso di partecipare all'esperimento assieme a lui.- gli rivolse un sorriso, senza però venire considerata.
- E ti hanno permesso di partecipare?- Linda alzò le sopracciglia, stranita.
- Mia madre ha dovuto discutere con gli psicologi per un bel po', ma alla fine ce l'abbiamo fatta.- spiegò, con calma assoluta.
- Io mi sono offerto volontario. Ho pensato che potesse essere un buon modo per curare la mia patologia gratuitamente.- Jake si intromise nella conversazione, portando le due a fissarlo.
- Ah, sì? Di che cosa soffri?- Linda lo guardò con interesse, facendolo sentire realizzato.
- Disturbo narcisistico della personalità. Non è nulla di pericoloso.- sminuì la cosa e si mise a ridere - Tu invece?- la guardò con i suoi occhi vispi, notando che fosse piuttosto riluttante nel parlarne.
- Bipolarismo.- tagliò corto, confermando quanto detto da Nikita poco prima, che si lasciò scappare una risatina.
- Tu, invece?- Jake domandò proprio alla castana che, sempre seduta nell'angolo bar, attese un bel po' prima di rispondergli.
- Anedonia.- anche lei evitò di dilungarsi troppo nella spiegazione, già seccata dal dover conversare per forza con loro.
- Quindi niente di pericoloso. Ginevra, ti perché sei qui?- Charlene portò i suoi occhi azzurri verso di lei, ancora seduta impassibile sul divano. La ragazza si era calmata, però da quel momento era rimasta immobile nello stesso punto per più di un'ora senza dire nulla.
- Ehi, Ginevra, va tutto bene?- Jake, notando lo strano silenzio da parte sua, le si avvicinò lentamente. Quella non accennò a muoversi nemmeno quando il castano le passò una mano a pochi centimetri dagli occhi. Ogni cinque secondi batteva le palpebre, come se andasse a tempo, senza pronunciare nemmeno una parola.
- Oggi è il... sedici Agosto.- sussurrò poi, con un blocco in gola - Il processo di Freddy era il dodici.- dopo aver detto quella frase scoppiò in un pianto disperato che si susseguì per una decina di minuti.
Tutti quanti, eccezion fatta per Nikita e James, le andarono attorno e provarono ad aiutarla, ma la castana non sembrava riuscire a calmarsi.
Soltanto dopo un po' smise di piangere, quando, senza alcun preavviso, gli altoparlanti riprodussero un rumore piuttosto forte che costrinse tutti loro a voltarsi in loro direzione. Wren e Kevin si presentarono nella stanza, svegliati dal suono, e poco dopo un'altra voce registrata iniziò a parlare.
- Sono le diciannove in punto. Potete andare nella cucina. Vi auguriamo buona cena.- quella frase, detta da una voce maschile, venne seguita da l'ennesimo "tac" che fece intuire loro lo sblocco della serratura.
 
L'interno della cucina era proprio come se lo erano immaginati. La stanza era completamente bianca, così come il tavolo e le sedie presenti all'interno. Anche i fornelli e i vari arredi erano dello stesso colore, eccezion fatta per il lampadario, posto proprio al centro della stanza, che era di un colore celestino. I ragazzi entrarono tutti assieme e videro che i piatti a tavola erano già pronti.
- Diamine, addirittura la tavola apparecchiata.- disse Kevin sarcasticamente. Era come rinato dopo quella lunga dormita ed aveva avuto anche il modo di parlare un po' con Wren e stringerci una sorta di "conoscenza approfondita".
- Mi pare il minimo, volevi campare a panini e cibi in scatola?- Linda, con un tono di acidità, si avvicinò ai piatti per osservarli meglio.
- Non che sia qualcosa di impossibile.- replicò il biondo, senza però cercare di farne scaturire una discussione.
- Chi ha preparato tutto questo?- Charlene portò gli occhi sulle pietanze e le analizzò attentamente: pesce in umido, con sopra dell'olio e un po' di sale, del pane ed un po' di insalata. I
- Direi che possiamo anche mangiare, no?- Jake si avvicinò ad una sedia a casaccio e si mise a sedere aspettando che tutti quanti facessero come lui. Ci fu un attimo di esitazione generale, poi tutti presero posto.
- Vi auguro di fare una buona cena.- una voce esterna li portò a voltarsi verso i fornelli. Lì c'era una ragazza che li stava osservando con un sorriso in volto.
- E tu saresti?- il castano la guardò per un po'. Aveva i capelli neri lunghi fino alla schiena, una frangetta che le copriva la fronte, la pelle chiara e due occhi azzurri. Indossava la loro stessa tuta, ma sopra di essa aveva un grembiule.
- Io sono Aya Jordan e sono la cuoca di questo posto, piacere di conoscervi.- accompagnò quelle parole con un mezzo inchino, poi rivolse loro un sorriso.
- Scusami, ma quanti anni hai?- Kevin la squadrò bene e notò che non potesse essere più grande di sua sorella.
- Sedici. - sentendo quelle parole, il moro spalancò la bocca a vuoto, stupito. Non le avrebbe dato più di tredici anni.
- Anche tu fai parte dell'esperimento?- le domandò Charlene, notando la tuta. Quella esitò un po' a rispondere.
- Diciamo di sì. Mi hanno presa per partecipare ed io ho richiesto di fare la cuoca per voi.- spiegò con calma, mentre si accingeva a prendere un posto a tavola.
- Quindi anche tu sei una paziente.- concluse Jake, un po' turbato dalla cosa. Era sicuro mangiare del cibo preparato da lei? Non la conoscevano e, sulla carta, sarebbe potuta essere una pazza qualunque che avrebbe potuto provare ad ucciderli con dei piatti avvelenati. Si guardò un po' intorno e notò che Aya, così come Nikita e Kevin, avevano già iniziato a mangiare.
- Che fate, non mangiate?- Nikita guardò il castano con la coda dell'occhio, mentre con la forchetta prendeva un pezzo di pesce e lo portava alla bocca. Ovviamente anche lei aveva pensato all'ipotesi che il cibo fosse avvelenato, ma aveva già pronta una contromisura. Si era accorta subito che c'era un posto in più a tavola e, per la legge delle probabilità, era improbabile che la mora sapesse dove si sarebbero messi a sedere, quindi non avrebbe potuto preparare piatti avvelenati per tutti tranne che per lei.
Per di più, era stata la prima ad iniziare a mangiare, quasi come se volessi far vedere a tutti che il cibo era commestibile.
- Tu dove dormi? Voglio dire, nella nostra stanza ci sono solamente quattro letti.- stranamente, Nikita prese l'iniziativa ed iniziò a porle qualche domanda.
- La mia camera si trova là. - indicò una porta vicino al frigorifero, lasciata socchiusa.
- Qual è la tua patologia?- i suoi occhi color ambra entrarono in contatti con quelli azzurri della ragazzina, che sembrò parecchio infastidita dal suo comportamento.
- Bipolarismo, psicopatia, non so come siete soliti chiamarla voi.- continuò a risponderle con un sorriso in volto, senza accorgersi di star portando sempre più sospetti verso di lei.
- Capisco. Abbiamo un'altra con una malattia simile.- rivolse un'occhiata verso Linda ed accennò ad una risatina, venendo però ignorata.
- Credo sia il momento di fare le presentazioni.- Jake si alzò in piedi ed iniziò ad indicare i ragazzi, ma venne prontamente fermato da Aya.
- Non ce n'è bisogno, vi conosco già. So tutto di voi.- quelle parole li spiazzarono, portandoli ad a domandarsi come fosse possibili.
- Che stai dicendo? Come fai a...- il castano, con un'espressione sconvolta in volto, la guardò, notando che la mora stava trattenendo delle risate.
- Finite di mangiare.- detto ciò, tutti loro iniziarono a perdere i sensi.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Capitolo due, deux, two, dos, chiamatelo come vi pare.
E con Aya siamo al completo! Da adesso si inizia a fare sul serio, i nostri amati protagonisti inizieranno ad addentrarsi nel centro del progetto della signorina Blaineley (non vi preoccupate, non è morta, ritornerà nel prossima capitolo)
Che dire, i nostri eroi iniziano a fare amicizia e Ginevra ha finito le lacrime di riserva per il suo povero Freddy! Jake sale al comando, James raccoglie gli scacchi, Linda perde malamente, Charlene parla e parla, Nikita ci degna della sua presenza, Wren smatta e dorme, Kevin dorme e basta ed Aya mette cose strane nel cibo.
Beh, detto ciò ci vediamo al prossimo capitolo Domenica prossima!
   
 
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