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Autore: StewyT    18/05/2019    6 recensioni
Occhi blu lo strinse tra le proprie braccia e lui non si tirò indietro dal poggiare il capo sulla sua spalla e scoppiare in un mare di lacrime. Ormai era da un po’ che si conoscevano e Alec sapeva quanto Magnus fosse diverso da quello che appariva sui giornali e in tv, sapeva che era altro oltre al Bane le cui serie erano amate da tutti.
Magnus si strinse al ragazzo come se fosse stata l’unica ancora che gli restava, e forse era così, forse era proprio lui quello che lo stava facendo precipitare, forse no.
“Andrà tutto bene, vedrai” gli sussurrò in un orecchio e Magnus scosse la testa: no che non andava tutto bene.
Lui era lì in quella camera d’ospedale abbracciato ad un marito che non ricordava e pensava essere solo un suo amico. No che non andava bene.
“Ci sono io al tuo fianco” disse Alec abbracciandolo; qualcosa dentro dentro il suo cuore, nella sua mente, diceva che Magnus era molto di più di quello che riusciva a ricordarsi e lui si fidava di quella parte o forse semplicemente voleva fidarsi perché Magnus era l’unico uomo a cui avrebbe mai pensato di legarsi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Five years earlier…
 
 
[Glitter_Bane]
QUINDI stai tentando di dirmi che sto parlando su un sito di incontri con la sorella di Alexander Gideon Lightwood? Uno degli scrittori appena emersi dalle acque paradisiache che riesce a darmi gioie anche con una sola frase?
 
[Light.Worm]
E io, sorella di Alexander Gideon Lightwood sto davvero parlando con Magnus Bane, regista preferito di Alec, che Alec morirebbe per conoscere?
 
[Glitter_Bane]
Sì, potrei dirti di sì. Sulla mia carta di identità c’è proprio scritto ‘Magnus Bane- sommo regista di Brooklyn’.
 
[Light.Worm]
E ti piace quello che vedi nella foto?


[Glitter_Bane]
Sì, mi piace quello che vedo nella foto MA più di tutto mi piace il genio che alloggia nella mente di tuo fratello. Isabelle, giusto?
 
Isabelle si girò battendo le mani verso Alec, buttato sul divano con la testa poggiata al bracciolo e Jace che continuava a dargli pacche scherzose sulle gambe “HO trovato l’uomo dei tuoi sogni” rise lei.
“Bene, ora puoi anche cancellare il profilo ed eliminare la mia foto, giusto?” Jace scosse la testa “AH AH no. Il pegno per la scommessa che HAI PERSO, diceva chiaramente che devi parlare tu con qualcuno” Alec alzò gli occhi a cielo “Morirò prima di chattare con uno dei pervertiti che viaggiano su quel sito. Che procheria?!” Isabelle sbuffò “senti questo tipo assomiglia incredibilmente all’uomo che sogni di portarti a letto dai tempi del liceo!” Alec alzò gli occhi al cielo “Non ho mai sognato di portarmi qualcuno –” “AH” JAce lo interruppe puntandogli un dito contro “Ora non iniziare di nuovo con quella storia del ‘sono etero’ perché se tu sei etero io… io…” Isabelle gli puntò un dito contro “Tu non sei un coglione colossale. Avanti, Alec, vieni a guardarlo!” Alec scosse la testa contrariato “no” “Okay” si alzò Jace battendo le mani “Fammi vedere questo aitante uomo misterioso!” si avvicinò ad Isabelle e guardò la foto profilo: un uomo dalla pelle caramello, gli occhi verdi e dei lunghi capelli neri che facevano risaltare un sorriso smagliante, aleggiava sullo schermo del pc e lui conosceva quell’uomo. “Lui è…?” “SHHH” Isabelle gli diede una pacca nello stomaco “Non dovrà saperlo fino a quando non si alzerà” Jace rise beffardo “Davvero ti conviene alzarti, culo d’acciaio. Stiamo parlando con l’uomo dei tuoi sogni” “Non ho un uomo dei sogni” alzò gli occhi al cielo. “Ne sei proprio certo? Ricordo un certo Magnus Bane…” Jace rise e Alec gli buttò un indice contro “Vi odio” disse alzandosi dal divano per andare poi a chiedersi in camera propria.
“Okay, da ora in poi dobbiamo fare in modo di farli parlare” Jace sorrise a Izzy “Avanti!”.
 
[Light.Worm]
Ehi, sono Jace, il fratello di Alec.
 
[Glitter_BAne]
Perché sto parlando con tutti tranne che con Alexander?
 
[Ligh.Worm]
Sono di nuovo Isabelle. Perché Alec è un coglione. Ma io e Jace abbiamo la soluzione che fa al vostro caso.
 
[Glitter_BAne]
Abbiamo un caso…?
 
 
 
[Light.Worm]
Se tu sei davvero chi dici di essere mio fratello è follemente innamorato di te dai tempi del liceo. Praticamente seguiva i tuoi lavori quando li pubblicavi ancora solo su youtube ma non ha mai avuto il coraggio di contattarti o parlarti anche perché insomma tu sei TU e lui era un normale ragazzino…
 
[Glitter_Bane]
Ma ora voglio conoscerlo e voglio averlo al mio fianco.
 
[Light.Worm]
Sono Jace e non mi fido tanto di te in questo momento. VUOI AVERLO AL TUO FIANCO? Già?
Non ci hai neanche parlato…
 
[Glitter_Bane]
Jace, stupido idiota biondo, lasciami parlare con tua sorella.
Isabelle intendevo dire lavorativamente. Voglio produrre una serie tv su Utopia. Amo quel libro.
 
[Light.Worm]
Per quello esistono i suoi agenti. Magnus Bane sei interessato a conoscere Alec o vuoi semplicemente solo lavorarci?
 
[Glitter_Bane]
Dimmi cosa dovrei fare.
 
[Light.Worm]
Dammi il tuo numero di telefono, ti spedisco il suo e puoi farci quello che meglio credi.
 
[Glitter_Bane]
Perché dovrei darti prima il mio numero?
 
[Light.Worm]
Mi serve una garanzia che tu sia il vero Magnus Bane.
 
Jace si girò verso Isabelle che aveva un sorriso vittorioso sulle labbra quando dall’icona dei messaggi sbucò un numero di telefono “Ora come vuoi tentare di scoprire se appartiene a lui?” Izzy rise “A cosa credi che serva un fidanzato nerd e hacker di professione?” la vide alzarsi, allontanarsi per qualche momento e telefonare a Simon.
 
[Light.Worm]
Okay se non sei chi dici di essere e vuoi fare del male a mio fratello o anche se sei chi dici di essere e comunque troverai il modo per fare del male a mio fratello considerati spacciato, Magnus Bane.
 
[Glitter_Bane]
Scommetto di star parlando con il biondo maledetto, vero?
 
[Light.Worm]
Come fai a sapere che sono biondo?
 
[Glitter_BAne]
Ho una specie di ossessione per tuo fratello, ve l’ho detto.
 
Izzy tornò battendo le mani “Amo Simon” rise “È Magnus Bane, il vero e unico Magnus Bane, gli ho spedito il numero di telefono” diede il cinque ad un Jace vittorioso “Abbiamo trovato un uomo ad Alec, finalmente non sarà più così tanto acido” rise Jace “Oh non ci sperare troppo”.
 
[Glitter_Bane]
Isabelle mi è arrivato il numero. Ti amo.
[Light.Worm]
Non contattarlo ora, probabilmente potrebbe pensare che c’entriamo qualcosa noi e potrebbe ucciderci.
Se mi ami davvero, inventati una buona scusa e contattalo domani. Ora hai il suo numero, posso eliminare il profilo.
 
[Glitter_Bane]
A quanto pare i miei amati amici dicono che ho pagato il pegno quindi anche io posso eliminarlo.
 
[Light.Worm]
Ho il tuo numero, non disperare.
 
[Glitter_Bane]
E io quello di tuo fratello, rosellina. A presto!
 
*^*^*^*^*^*
 
[Sconosciuto]
Sei un assoluto pezzo di merda. Come ti è venuto di chiamarmi dopo essere tornato dall’appuntamento?
 
Alec lesse due volte il messaggio prima di scuotere la testa e posare il telefono sul comodino per ributtarsi per l’ennesima volta nella rilettura di Utopia. Ci aveva impiegato più di due anni a scriverlo, lo leggeva e rileggeva, aveva imparato le parole a memoria e i personaggi ormai erano pezzi della sua anima ma non avrebbe neanche mai lontanamente immaginato che qualcuno volesse pubblicarlo e soprattutto che il pubblico lo amasse fino a quel punto. Al punto da ricevere richieste da più registi per tirarne fuori film o serie tv. Lui, il ragazzo invisibile che aveva provato a vivere nell’ombra dei fratelli per tutta la vita, era diventato uno scrittore affermato. Lui che si era tenuto sempre lontano dalla luce stava per essere inondato dalla luce dei riflettori, dalla fama, e tutto grazie al suo amore per le parole. Era preoccupato a dire il vero; aveva sempre scritto solo per amore, per passione, per devozione verso le parole e il modo in cui lo facevano stare: sarebbe cambiato qualcosa da quel momento in poi? E se fosse successo avrebbe avuto il coraggio di abbandonare la scrittura? Perché scrivere solo per compiacere qualcuno che non fosse la propria fame di esprimersi, avrebbe ucciso completamente la sua anima.
Il cellulare trillò di nuovo e lo distrasse dai propri pensieri, tirandolo via dalle pagine come un elastico; sbuffò e lo prese per leggere un nuovo messaggio incognito di cui non capiva davvero nulla.
 
[Sconosciuto]
Non hai neanche le palle di rispondermi, uh?
 
[Alexander]
Scusami credo tu abbia sbagliato numero.
 
[Sconosciuto]
Oh, adesso vuoi farmi credere che o perso persino la testa? Non posso aver sbagliato numero, questo numero è registrato sul mio telefono sotto il nome ‘Cavoletto di Bruxelles’. Quindi Ragnor, prato del mio sole, smettila di fare l’ipocrita E DIMMI COME È ANDATA IERI.
 
Ale scosse la testa infastidito e fu tentato di scrivere più volte un paio di insulti prima di bloccare il numero, ma c’era qualcosa nella foto di profilo Whatsapp di quell’uomo che lo faceva desistere di continuo.
Cancellò il messaggio circa cinque volte prima di inviare finalmente un:
 
È andata alla grande. Come facevi a sapere del mio appuntamento con la casa editrice?
 
Di cui si pentì subito dopo: stava parlando con uno sconosciuto, come gli veniva di fare una battuta?
Solo perché quello sconosciuto nella foto era altamente attraente e gli ricordava qualcuno…
 
[Sconosciuto]
AH AH quanto sei simpatico, Fagiolino.
[Alexander]
Fagiolino! WoW hai davvero tanta fantasia…
 
[Sconosciuto]
E te ne accorgi solo ora? Ragnor sto davvero per perdere la pazienza, tra dieci minuti sarò sotto casa tua.
 
[Alexander]
Lo vedo un po’ improbabile visto che non conosci il mio indirizzo. Non sono Ragnor, mi dispiace.
 
[Sconosciuto]
Non sei Ragnor….
 
[Alexander]
No. Guarda la mia foto profilo.
 
[Sconosciuto]
Non hai i capelli verdi…?
 
[Alexander]
No. Neri.
 
[Sconosciuto]
Non hai gli occhi verdi…?
 
[Alexander]
No. azzurri.
 
[Sconosciuto]
Credo proprio che tu abbia ragione. Non sei Ragnor.
 
[Alexander]
Grazie per avermi creduto, davvero.
 
[Sconosciuto]
Ma sai cosa, Alexander? Capelli neri e occhi azzurri sono la mia combinazione preferita…
 
[Alexander]
Aspetta un attimo, come sai il mio nome?
 
[Sconosciuto]
Oh, è una lunga storia.
 
*^*^*^*^^*
 
Alec era un tipo difficile così come gli aveva detto Isabelle, effettivamente, eppure Magnus non si era mai arreso, aveva sempre portato avanti il suo piano: conoscerlo davvero.
Sin da quando aveva letto Utopia gli era sembrato di conoscerlo, di ritrovare qualcosa di troppo umano in Ezra, il migliore amico della protagonista, per non capire che fosse davvero umano e Magnus voleva scoprire se il suo pensiero era azzeccato o meno, se Alec era davvero Ezra. Ma c’era qualcosa in più a quella curiosità; ci stava parlando ormai da un mese, era successo tutto con una scusa, la classica ‘Ops ho sbagliato numero’ che gli aveva rivelato solo qualche settimana dopo quando entrambi avevano raggiunto abbastanza confidenza per potersi dire davvero come stavano le cose. E nello stesso momento gli aveva chiesto di uscire.
Alec aveva detto no la prima, la seconda, la terza, la decima volta e lui si era rifugiato tra le braccia di Isabelle che continuava a sentire dalla prima volta che si erano parlati sul sito di incontri, che con molta calma gli aveva confidato che Alec non riusciva a credere di parlare proprio con l’uomo di cui era praticamente platonicamente innamorato da tempo immemore; era come un sogno conoscerlo e temeva che vederlo da vicino, parlargli davvero da vicino, avrebbe potuto distruggere la bolla di perfezione in cui gli sembrava di vivere.
Allora gli aveva fatto capire, una bella notte in cui grazie all’aiuto di Catarina non si era ubriacato, che qualsiasi cosa sarebbe valsa la pena pur di conoscerlo e vederlo dal vivo almeno una volta.
Forse dopo non si sarebbero più parlati, forse sì, non potevano saperlo ma dovevano scoprirlo e prima o poi sarebbe per forza di cosa successo visto che Alec gli aveva venduto i diritti di Utopia – seppur con un contratto molto stretto che lo obbligava a fargli revisionare tutto prima di iniziare le riprese- quindi perché aspettare di vedersi solo per lavoro quando avrebbero potuto farlo prima, come amici?
Ma ovviamente entrambi sapevano che non lo stavano facendo per diventare amici; seppur non lo avesse ancora mai visto dal vivo Magnus provava per Alec una forte attrazione fisica, era il suo prototipo di uomo certo, ma in più aveva quell’aria da intellettuale che lo faceva impazzire ogni volta che vedeva le sue interviste o i suoi interventi in tv – anche se sfortunatamente erano davvero rari. Alec era un tipo dannatamente timido, preferiva stare dietro un desktop a scrivere che avanti alle telecamere -.
Alec, allo stesso modo, era tremendamente attratto da Magnus, da quando aveva visto i suoi primi video – in cui recitava lui stesso- non riusciva a toglierselo dalla testa, lo sognava ogni notte e Da quando lo aveva conosciuto davvero le cose non erano che peggiorate perché oltre alla bellezza e al genio c’era una nuova cosa di lui che stava imparando a conoscere e amare: il suo cuore.
E quindi finalmente dopo giorni di insistenza Alec aveva accettato, si era messo su il migliore maglione che possedesse – quanto meno non era scolorito e bucato – e si era presentato all’appuntamento preso al Daniel’s, uno dei migliori ristoranti di Brooklyn che Magnus amava – e che da quel momento in poi avrebbe amato anche lui -. La cena era finita – a quanto pareva sotto tacito accordo avevano preso solo un primo piatto ed erano scappati via non potendo sopportare il peso enorme del silenzio - E quindi Magnus si ritrovava con i suoi occhi contornati da uno strato di eyeliner glitter ad osservare da circa un’ora Alec seduto sul sedile della propria macchina da un’ora che a stento rispondeva alle sue domande quando gli rivolgeva la parola.
Magnus sospirò sconfitto all’ennesimo monosillabo che aveva ottenuto in risposta e triste pensò che effettivamente forse lo scrittore che tanto amava ultimamente non si sbagliava poi così tanto: l’appuntamento stava andando così male che probabilmente non si sarebbero mai più rivisti se non per lavoro e la cosa gli dispiaceva incredibilmente; i loro messaggi erano sciolti – quelli di Alec erano migliorati con il tempo, certo- ironici, simpatici, aperti. Magnus era arrivato a conoscere molto il ragazzo che aveva avanti grazie a quelle parole eppure in quel momento gli sembrava di avere uno sconosciuto seduto avanti: aveva solo il viso di Alec, ma il suo cervello? Il suo intelletto? Non era Ezra, era solo un contenitore vuoto. Iniziava persino a dubitare che fosse davvero lui l’autore di Utopia.
“Okay” finalmente occhi blu si decise a parlare e Magnus quasi non ebbe un infarto quando alzò gli occhi dal cruscotto che stava iniziando finalmente a diventare interessante in quello blu e vivo del ragazzo.
“Non volevo vederti perché mi conosco. Perché so che sono bravo a scrivere le parole ma non a dirle” come inizio non andava poi così male. Sempre meglio dei monosillabi che aveva usato fino a quel momento.
“Ma Magnus capiscimi! Avanti ho l’uomo dei miei sogni e detto francamente non immaginavo di poter essere mai convolto in qualsiasi modo da un altro essere umano, c’è stato un periodo al liceo in cui mi sono autoconvinto di essere asessuale pur di non ammettere quello che ero. Poi ho trovato il suo primo corto su youtube e recitavi, interpretavi un ragazzo bisessuale, l’inizio di Harry, e mi sono innamorato di te. Da allora sei stato il mio mito. Poi un bel giorno mia sorella mi dice di aver trovato Magnus Bane su un sito di incontri e il giorno dopo mi messaggi e poi mi chiami e poi iniziamo a parlare e mi piaci anche se non ti credo per nulla quando mi dici il tuo nome. Poi decidi di fare una videochiamata e ti conosco abbastanza bene da capire che sei tu e diamine sto davvero parlando con l’uomo dei miei sogni. Poi parliamo, parliamo, diventiamo amici intimi direi e capisco che non immaginavo di poter essere coinvolto da un essere umano da piccolo, poi ho iniziato a non immaginare di poter essere coinvolto da qualcuno che non fossi tu e poi quando ti ho conosciuto ho iniziato a non immaginare di poter essere coinvolto da te più di quanto mi avessi coinvolto fino a quel momento, e invece….”.
E invece Magnus era rimasto senza fiato ad ascoltare le sue parole e poi si era fiondato sulle sue labbra: improvvisamente l’appuntamento sembrava iniziare ad andare nella giusta direzione e tutto stava diventando meraviglioso e le labbra di Alec erano quanto di più dolce avesse mai assaggiato in vita propria.
Alec fu piacevolmente colpito dalle labbra di Magnus che quasi con violenza si poggiarono sulle sue, talmente tanto da non sapere neanche cosa fare, quindi così come aveva visto fare tante volte nelle scene dirette da Magnus, gli poggiò una mano sulla guancia e aspettò che fosse lui ad avvicinarsi talmente tanto da essere quasi capace di fondere i loro corpi, a far entrare la lingua nella sua bocca e fargli assaporare il migliore primo bacio della storia: a quante persone, in fondo, capita di dare il primo bacio all’uomo dei propri sogni?
Magnus si ritrasse leggermente, un piccolo sorriso sulle labbra, gli occhi fissi in quelli di Alec con le guance rosse e le labbra lucide “Io- mi- era… spero di migliorare. Questo è stato il mio primo bacio. Fantastico, epico, da sogno ma pur sempre il mio primo bacio…” Magnus rise e si sporse di nuovo sulle sue labbra per baciarlo; Alec aprì leggermente le labbra per fare nuovamente spazio alla sua lingua ma il regista se ne allontanò sorridendo “Ti va di salire da me o vuoi che ti riaccompagni a casa?” Alec non sembrò rifletterci su per nulla, anzi. Mise una mano sulla portiera quasi volesse aprirla e poi si girò per sorridergli “Mi va” disse.
Non seppero neanche loro come due minuti dopo si fossero ritrovati fuori la porta del suo loft avvinghiati, le mani di Alec strette dietro la sua nuca, la sua lingua nella bocca, il corpo completamente pressato contro il suo e il cervello perso nella nebbiolina dell’amore: forse, Magnus, avrebbe iniziato a credere nei colpi di fulmine. Si allontanò leggermente e  le labbra di Alec subito sembrarono trovare un sostituto alle sue: non si fecero scrupoli a poggiarsi sul collo e lasciarci piccole dolci scie di baci “Alexander” sussurrò o forse gemette Magnus, eppure lui non si mosse di un passo “Ho un divano dentro e anche un letto o qualsiasi cosa tu voglia” Alec rise, sentì il suo corpo tremare divertito contro il proprio quindi lo prese come un ‘sì’ e si girò, frugando nelle tasche alla ricerca della chiave ma trovarla mentre Alec continuava a lasciare piccoli baci sul suo collo, pressato dietro la propria schiena non era la cosa più facile del mondo.
Le trovò e sentì quasi un canto angelico nelle orecchie o forse era il corpo di Alec completamente attaccato al suo: poteva quasi sentire qualche oscura presenza contro la propria gamba; provò persino a non pensarci ma le sue mani iniziarono a tremare quando le mani di Alec si infilarono sotto la sua camicia e quindi le chiavi caddero rovinosamente a terra. La scelta era ardua: continuare a farsi torturare fuori la porta di casa, entrare dentro e sbattere Alec sul divano per torturarlo a sua volta.
“Alexander” la sua voce sembrò quasi più dura, tanto quanto la presa sul maglione di Alec, in cui dovette metterci tutta la propria forza, per tenerlo lontano. Prese la chiave caduta, la inserì nella toppa e aprì la porta, finalmente. Quella sì che era stata un’impresa titanica. Magnus entrò dentro e Alec si fermò sulla soglia, guardandosi attorno “Forse dovrei tornare a casa…” Magnus rise scuotendo la testa “Oh no, mio caro, ora è troppo tardi” gli afferrò il maglione e lo tirò dentro casa, per poi farlo adagiare sul divano, poggiarsi su di lui e proseguire l’intesa prima sessioni di baci che avevano iniziato prematuramente fuori il ballatoio.
Oh quello sì che si sarebbe potuto definire uno dei migliori primi appuntamenti di tutta la storia dei primi appuntamenti.
 
*^*^*^*^*^*
 
Sei mesi dopo le cose sembravano andare a gonfie vele: Magnus era l’uomo dei sogni di Alec e Alec era l’uomo dei sogni di Magnus eppure Magnus si sentiva così vuoto e oscuro, dentro.
Si stava innamorando di Alec, forse era già innamorato di Alec – era iniziato tutto quella sera del primo appuntamento. Era stato un colpo di fulmine, sì, doveva ammetterlo. Come camminare sotto una finestra e ricevere una forte botta in testa per poi scoprire che il vaso che ti è arrivato in testa l’ha buttato la persona più bella al mondo che ti sorride dalla finestra un attimo prima che tu svenga – e forse persino Alec era già innamorato di lui, ma il problema non era tanto quello. Il problema era la sessualità di Alec. Dietro le tende Alec era l’essere migliore sulla faccia della terra, eppure fuori, quando si vedevano per strada o uscivano in luoghi pubblici faceva d tutto per comportarsi come se fossero solo due amici. Magnus glielo aveva fatto notare dunque lui aveva trovato una soluzione: evitare di uscire.
La loro era una relazione seria, certo, ma una relazione nascosta.
E Magnus ormai era un adulto, era troppo grande per accettare quel tipo di compromesso, sebbene forse il gioco valesse la candela. Doveva scegliere tra Alec e i suoi principi; non aveva mai faticato troppo a mettere i suoi principi da parte, quando necessario, ma quello era troppo da chiedere.
Lo scrittore si muoveva lentamente sul suo corpo, le gambe ai lati del suo bacino, le mani nei suoi capelli, continuava a baciargli il collo quasi volesse fargli scordare persino il suo nome e forse ci sarebbe riuscito in una situazione particolare ma in quel momento proprio non ne era in grado.
“Alexander” gemette Magnus per poi spingerlo delicatamente via “Non mi va” sbuffò.
Non avevano ancora fatto l’amore, non andavano contro i preliminari; una volta erano finiti per caso mezzi nudi sul suo letto e Alec sembrava volesse continuare ma alla domanda ‘ne sei certo’ aveva annuito in modo poco convinto, quasi non sapesse davvero cosa stava per fare, quindi Magnus lo aveva baciato, si era sdraiato e se lo era tirato tra le braccia cullandolo per farlo addormentare: quella sera non sarebbe finita in quel modo. Anche se litigare l’ultima sera prima che Alec partisse per Londra per pubblicizzare Utopia non era proprio il modo migliore per un’ultima sera assieme prima di non vedersi per parecchio tempo.
Il problema era: Alec voleva davvero vederlo una volta tornato da Londra? Vederlo ed iniziarci una relazione assieme o voleva semplicemente qualcuno con cui affrontare le sue prime esperienze?
Perché in quel caso era certo quasi al novantanove percento che quella sarebbe stata la loro ultima sera in eterno.
Occhi blu si sedette sul divano senza farselo ripetere due volte: i capelli scompigliati a dargli un’aria ancora più adorabile, le labbra lucide e le guance rosse. Oh quel ragazzo sarebbe stata la sua rovina.
“C’è qualcosa che non va?” chiese tirandosi e ginocchia al petto; quasi riusciva a vedere quanto volesse rinchiudersi in sé stesso per l’imbarazzo.
“Sì. Noi”  alzò un sopracciglio e lo guardò quasi a bocca aperta “Noi?” chiese, il terrore negli occhi.
“Sì, Alexander. Noi” annuì “Noi. Cosa abbiamo noi che non va?”.
Magnus sbuffò: proprio non riusciva a capirlo, vero?
“Siamo due uomini adulti” iniziò “In una relazione sentimentale. Parliamo, ci baciamo, forse ci amiamo anche, eppure non usciamo mai da casa mia. Ti sembra normale?” Alec scosse la testa “Io… sei la mia prima relazione, Magnus. Sapevi sarebbe stato difficile” il regista scosse la testa.
“Alt. Difficile. Questo non è difficile è inutile. È inutile andare avanti e far finta di costruire qualcosa se tu non sei disposto a farlo. Io non voglio avere uno scopamico. Ne ho avuti tanti in passato ed è passato quel periodo per me. Forse per te no, ma per me sì. E dopo Camille. Alexander dopo la mia ultima storia non sono pronto a soffrire. Ti ho aperto il mio cuore era da cinque anni che non lo facevo con qualcuno…”.
Alec scosse la testa “Stai cercando di dirmi qualcosa come ‘ti lascio perché ti amo troppo’ oppure ‘non sei tu, sono io il problema?’ Magnus scosse la testa “No perché il problema non sono io. Il problema è il fatto che tu non vuoi quello che voglio io”. Alec si prese un minuto per cercare di capire cosa stesse succedendo davvero: Magnus stava per lasciarlo? Lui non era per nulla pronto. “E cosa vuoi?” chiese.
“Una vera relazione…” Alec rise “E cosa credi che stia provando a fare?” quella volta rise Magnus “Credo che tu sia cercando di capire quale sia la tua giusta direzione ma nel farlo ti stai nascondendo per l’ennesima volta. Come facevi al liceo. Cerchi di nasconderti dalla luce, di stare nell’ombra ma io non voglio l’ombra”. Alec si alzò dal divano, uno sguardo ferito negli occhi “Tu. Tu. Stai mettendo solo te al primo posto, e io che fine faccio? Io dovrei fare esclusivamente quello che tu vuoi? Non pensi al fatto che forse uscire da queste quattro pareti ed essere paparazzato con te e sentirmi etichettato come ‘Il nuovo scrittore gay forse ha scritto davvero di sé stesso parlando di Ezra’. Io non voglio essere etichettato come Alec la femminuccia. Ne ho avuto paura per tutta la vita e quando me lo ha detto mio padre, quando lui mi ha chiamato in quel modo ho deciso che non lo avrei più permesso a nessuno”.
Magnus sbuffò e si alzò dal divano, prendendo il suo viso tra le mani “Alexander ucciderei chiunque ti facesse del male ma ti prego non essere tu quello che si fa del male da solo. Non farlo” Alec scosse la testa “Quello che hai detto era un ‘scegli tra me e te stesso’? Perché ho deciso che da ora in poi avrei sempre e solo scelto me…” Magnus deglutì “Era un scegli tra la nostra relazione e i tuoi segreti perché anche io ho deciso che avrei sempre e solo scelto me stesso” Alec annuì “Questo sono io. Prendere o lasciare” sussurrò.
Magnus lo guardò negli occhi: blu nel verde e sentì qualcosa rompersi nel suo petto. Forse era il suo cuore.
Lentamente fece scivolare giù le mani dal viso di Alec e gli sorrise amaramente.
“Buon viaggio, per domani. Spero che il futuro ti riservi solo cose belle, le meriti” e che quello fosse un addio o meno, fu una delle cose più difficili che avesse mai detto in vita sua.
 
*^*^*^*^*
 
“Andiamo a casa?” la voce di Jace risuonò nell’abitacolo della macchina e Alec ci pensò su un attimo prima di dire “Da Magnus” perché in fondo negli ultimi sei mesi quella era stata più casa di qualsiasi altro posto prima in vita sua.
Non lo sentiva né vedeva da due settimane: esattamente le due settimane in cui era stato a Londra.
Eppure tutto quello che voleva fare in quel momento era ritornare da lui.
Non si erano lasciati bene e Alec ammetteva che fosse per lo più solo colpa sua. Aveva accettato la sua omosessualità, certo, ma ne era dannatamente spaventato, al punto da preferire richiudersi dietro una barriera di menzogne piuttosto che accettare anche la sua relazione, ma quel viaggio e la separazione da quell’uomo gli aveva fatto capire quanto avesse in realtà bisogno di lui, quanto la sua vita fosse vuota senza di lui.
Preferiva Magnus, diecimila volte Magnus e qualsiasi insulto ne sarebbe risultato, piuttosto che restare solo ancora una notte. Aveva bisogno di Magnus.
Aveva un disperato bisogno di Magnus e una disperata paura di averlo perso per sempre mentre bussava violentemente alla sua porta prima che qualcuno la aprisse: l’uomo di cui si era follemente innamorato.
Alec non gli diede il tempo di dire nulla, a dire il vero; si fiondò tra le sue braccia, sussurrando un “forse potremmo trovare un compromesso e sceglierci a vicenda?” prima di baciarlo come sognava di fare dalla sera in cui con le spalle e la testa bassa, era andato via.
Magnus ricambiò il bacio fino a quando ebbe abbastanza aria nei polmoni prima di allontanarlo leggermente.
“Ho bisogno di sapere che ti avrò davvero, questa volta” gli disse e Alec annuì “Usciamo ora e te ne darò una dimostrazione” Magnus rise leggermente “Ora? Non abbiamo nulla di meglio da fare ora?” e anche quella volta Alec annuì. Avevano molto di meglio da fare. Lo spinse in camera da letto, lo baciò con tutto quello che aveva cercando di fargli capire che da quel momento in poi avrebbe dato qualsiasi cosa pur di stare al suo fianco, che si sarebbe annullato per lui se glielo avesse chiesto. Magnus non si tirò indietro dal donargli tutta la sua anima, il suo corpo, il suo cuore, la sua vita.
Non seppero esattamente in quale momento si ritrovarono nudi uno sopra l’altro ma successe: erano nudi, completamente nudi, e la loro mente lo stava registrando solo in quel momento, quando entrambi si guardarono negli occhi e si sorrisero. “Alec non dob-” tentò di dire il regista ma l’altro lo stava nuovamente baciando “Lo voglio” disse con voce roca “Ti voglio, ti prego” Magnus rise: davvero lo stava pregando di fare quello che desiderava dal primo momento che i loro corpi si erano scontrati? “Sei sicuro?” Alec si mosse leggermente, ritrovandosi sotto di lui, spinse la sua testa contro la propria e lo guardò negli occhi “Più di quanto lo sia mai stato in vita mia” gli sorrise “Ti amo” disse senza pensarci, e così come le mani di Magnus sul suo viso, anche i loro cuori si fermarono per qualche momento. “Davvero?” chiese incredulo il più grande, gli occhi lucidi e un grosso sorriso sulle labbra, come se quella fosse stata la prima volta in qui aveva sentito quelle famosissime cinque letterine. “Davvero” rispose Alec abbracciandolo.
“Bene” Magnus gli diede un bacio sulla fronte “Perché anche io ti amo”.
E quello che successe dopo fu un intrico di pelle, unghie, capelli, gambe, baci, ansimi, sudore e amore: la cosa più forte, esplosiva e bella che Alec avesse mai provato in vita sua.
Quello voleva dire vivere davvero: amare profondamente ed essere amati profondamente.
 
*^*^*^*^*
 
Quello era un sogno?
Alec era lì, fermo sotto un arco di fiori bianchi e blu di cui Isabelle gli aveva detto anche il nome tempo prima – ma di cui a dire il vero non gli fregava per nulla – e guardava dritto avanti ai suoi occhi la figura snella e meravigliosa di Magnus che avvolto in un completo stretto blu ed oro si avvicinava a lui, un sorriso sulle labbra, gli occhi lucidi.
Se qualcuno gli avesse detto, in passato, che si sarebbe sposato con il suo idolo sicuramente sarebbe scoppiato a ridergli in faccia e gli avrebbe detto di cercarsi un buon medico. Eppure, stava accadendo.
Magnus aveva il cuore che gli batteva forte nel petto, ogni passo che muoveva verso l’altare era un nuovo passo verso l’uomo della sua vita. Se qualcuno gli avesse detto, anche solo pochi anni prima, che si sarebbe sposato – due volte – con un uomo che amava profondamente, non ci avrebbe creduto per nulla.
Vedeva più facile vincere un Oscar che sposarsi.
E invece si stava avvicinando ad Alec pronto a sposarlo per la seconda volta e quella volta per davvero, non solo con dei simbolici tatuaggi fatti su una spiaggia alle Maldive. Quella volta era vera e sarebbe durata in eterno.
Il percorso dall’entrata all’altare, a Central Park, fu la cosa più lunga e dolorosa di tutta la sua vita a finalmente arrivò da Alec e senza che l’uomo con un completo nulla dicesse nulla si sporse verso occhi blu, lo tirò verso di sé e lo baciò, sorridendo contro le sue labbra.
Sentì un fischio –Jace, probabilmente- ed un “Ehi, vomito” di Raphael, dunque si allontanò divertito; il parroco alzò un sopracciglio “procediamo?” chiese e Magnus annuì: non poteva aspettare altro tempo prima di sentire quelle parole, quel fatidico “Se è vostra intenzione di unirvi in Matrimonio, datevi la mano destra
ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa il vostro consenso” quasi con forza prese la mano destra di Alec facendo ridere tutti i presenti, persino il parroco ed Alec che si morse il labbro inferiore per non scoppiare a ridere o piangere o entrambe le cose. “Dunque, Magnus Bane, vuoi…” Magnus lo interruppe, il sorriso sulle labbra “Io, Magnus Bane accolgo te, Alec Lightwood, come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.” Aveva un sorriso sulle labbra grande quanto il mondo intero. Catarina con gli occhi lucidi lo guardava da lontano, tenendo il labbro tra i denti e contorcendo il viso in un’espressione buffa per non piangere; Isabelle, invece, così come Clary, dovette velocemente asciugare una lacrima solitaria prima che Alec, con voce tremante si affrettasse a pronunciare a sua volta i voti. Dunque l’uomo sorrise a Magnus “Alec, vuoi accogliere Magnus come tuo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia,
e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?” Alec allontanò lo sguardo dal parroco per guardare Magnus e scuotere leggermente la testa, facendogli quasi venire un infarto, per poi scoppiare a ridere e annuire “Diamine se non lo voglio” disse, tra le lacrime e prima ancora che chiunque potesse dire nulla Magnus prese l’anello dalle mani del parroco per baciarlo e metterlo all’anulare destro di Alec dopo averlo baciato e così fece anche Alec. Non riuscivano ad aspettare neanche un minuto di più, tanto che subito dopo gli anelli fu Alec a gettarsi tra le braccia di Magnus, le mani strette dietro al collo, le guance rigate di lacrime, i risolini divertiti di tutti e uno sbuffo spazientito del parroco che alzò gli occhi al cielo “E va bene, Vi dichiaro sposati, che l’amore possa sempre assistervi” disse, ma in realtà né Alec né Magnus lo stavano ascoltando, però sentirono il boato che esplose dalla folla quando Isabelle si alzò in piedi assieme a Simon che urlava a squarciagola, Jace decise assieme a Raphael di seguirlo in quella folle pazzia, Catarina batteva le mani avvicinandosi a Clary e Ragnor si asciugava di nascoso una piccola lacrimuccia.
Se qualcuno gli avesse detto che un giorno entrambi avrebbero trovato qualcuno di cui fidarsi talmente tanto ciecamente da regalargli il proprio cuore nessuno ci avrebbe creduto e invece era successo.
 
“Finché morte non ci separi, ci eravamo giurati” sussurrò Magnus guardando dritto negli occhi Alec
“E nonostante tutto non esiste nulla al mondo che io voglia fare di più che restare al fianco di mio marito per sempre”.

 

Spazio autrice.
Okay, era da una vita che volevo scrivere una Text!Malec da come si intravede in questo capitolo :')
(finalmente ci sono riuscita ma torniamo a LIM:) mi sembrava giusto e doveroso far ricordare ad Alec gran parte dei suoi ricordi e quale modo migliore se non farlo beando anche noi di questa piccola grande storia d'amore?
Ho scritto questo capitolo più di un anno fa e da allora non l'ho mai riletto, ma se c'è una cosa che ricordo quella è: che è stato il più bello da scrivere, a parte l'ultimo capitolo e l'epilogo, che a proposito, stanno arrivando!
Nada, fatemi sapere cosa ne sapete di questi ricordi. Forse Alec si è ritrovato, no?

Stewyt~
  
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