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Autore: lunadivergente21dw    22/05/2019    2 recensioni
In seguito agli avvenimenti di Vienna Tony crea la sua squadra e nel farlo opta per nuovi membri, uno ovviamente è Peter Parker.
Poi c'è Amelia, che Tony vede come una figlia.
Amelia ha dei poteri particolari e quando Tony chiede il suo aiuto lei non si tira indietro.
Avrebbe aiutato Tony a qualunque costo, o almeno così credeva, perchè quando degli occhi di un azzurro ipnotico cominciano a tormentarla qualcosa dentro di lei scatta.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quando uscì dall'edificio Amelia si guardò intorno, all'improvviso si sentì mancare la terra sotto i piedi e si accorse che Peter l'aveva presa al volo un'altra volta.
-Stark ha detto di andare da lui, non l'hai sentito?-
Lei si porto una mano all'orecchio dove aveva il ricevitore ma non lo trovò, forse lo aveva perso quando Sam le aveva sfilato il passamontagna.
Atterrarono accanto a Tony sulla pista d'atterraggio, gli altri si stavano schierando, la squadra di Cap da una parte e quella di Tony dall'altra.
Quest'ultimo la prese un attimo da parte.
-Devi sempre rispondermi quando chiedo di te, capito? È sangue quello?- la maschera di Iron man si alzò per rivelare il viso preoccupato dell'uomo.
Amelia si tastò il labbro per poi ritrovarsi le dita sporche di sangue.
-Sto bene, tranquillo- gli sorrise. -Scusa, credo di aver perso il ricevitore… Comunque…-
Ma Tony non la stava ascoltando. -Chi è stato a farti male?-
-Oh, sono caduta- il che non era del tutto falso. -Comunque Tony… Penso che tu debba capire meglio la situazione. Lascia da parte gli accordi per un attimo e...-
Ma lui si era girato. -Stai dietro di me ora, non immischiarti se non te lo dico io-
Amelia stava per ribattere ma si accorse che ormai tutti erano impegnati a combattere tra loro, erano sei contro sette, quindi lei rimase indietro come detto da Tony. 
Guardò Natasha e Clint e sorrise notando che entrambi si trattenevano dal dare il massimo, poi lasciò vagare lo sguardo sugli altri, fino a posarsi sul soldato d'inverno.
Stava combattendo con T'challa, strinse i denti quando vide come quest'ultimo ci andava pesante con Bucky.
Si guardò intorno, tutti erano impegnati nella loro mini-guerra, così si avvicino un po' ai due, tese le braccia e sorrise creando uno strato di ghiaccio sotto ai piedi di sua maestà, facendolo scivolare e spedendolo in mezzo a Wanda e Visione.
Amelia colse la sua occasione  corse verso Bucky spingendolo a terra con i suoi poteri, lui la guardò sorpreso.
-Scusa, ma se vuoi il mio aiuto dovremo fingere un po'- sussurrò lei andandgli sopra e fingendo di colpirlo più e più volte. -Buttami a terra, avanti-
Bucky era ancora impegnato a  guardarla con sorpresa. -Cosa? No, ti stai immischiando in qualcosa che è più grande di te.-
-Sono alta poco più di un metro e sessantacinque, tutto è più grande di me- lei gli sorrise  e si buttò all'indietro tenendosi una mano sulla spalla.
-Perché mi stai aiutando?- chiese lui rialzandosi per evitare i finti attacchi della ragazza.
-Perché mi stai simpatico- sorrise poi qualcosa la colpì forte alla parte alta del fianco e finì a terra.
-Oh santo Stark… Questo faceva male, voglio dire MOLTO male.- si tastò il fianco lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
-Stai bene Buck?- alzò lo sguardo in tempo per vedere Captain America in persona raccogliere lo scudo che giaceva accanto a lei.
Mentre Bucky rispondeva con un "bene" poco convinto e la guardava preoccupato, lei si rialzò barcollando. -Sono stata colpita dallo scudo di Captain America, quale onore.- mormorò tra sé e nemmeno lei capì se fosse sarcastica o meno. -Vorrei poterlo dire a Ilenia…- sospirò e si girò verso i due.
-Non ci siamo presentati, io sono Steve Rogers, Brooklyn.-
Amelia gli lanciò uno sguardo che diceva "Mi hai appena scaraventata a terra con il tuo scudo di vibranio, riproducendo la forza d'impatto di un elefante che si siede su una zanzara e vuoi che mi presenti??? Forse dovrei toglierlo davvero quel poster in camera…"
Poi si ricompose, non poteva dire loro nome e luogo di provenienza ma la fangirl che era in lei non riuscì a trattenersi. -Sappiamo tutti chi sei capitano. Io sono il Dottore, vengo da Hogwarts. Piacere di conoscerti.-
Poi successero diverse cose contemporaneamente:
un furgoncino si schiantò davanti a lei, coprendo la visuale sui due; lei fu scaraventata via da qualcosa di invisibile (maledì mentalmente la Maximoff che era a qualche metro di distanza) e lo strano uomo con la tuta rossa che aveva visto all'inizio era diventato gigante.
Forse il termine "gigante" non dava l'idea, era mastodontico.
E scacciava Rhodey, Visione, Tony e Peter come fa una mucca con le mosche.
Rimase a guardarlo sbalordita per un po', poi qualcosa attirò la sua attenzione.
T'challa stava correndo dalla parte opposta al problema che aveva deciso di rinominare con "il tipo che non conosco è diventato gigante e probabilmente moriremo tutti schiacciati".
Amelia corse nella sua direzione e notò che più avanti c'erano Bucky e Steve, stavano correndo verso una sottospecie di garage per aerei, poi si accorse che qualcosa stava crollando sopra i due, così si concentrò sulla strada davanti a sé e si ritrovò a pattinare a tutta velocità verso di loro.
"Dovrei chiedere a Tony di crearmi delle scarpe che si trasformano in pattini… No, probabilmente Tony mi ucciderà quando scoprirà quel che sto facendo."
"Perché? Cosa stai facendo?" domandò Peter nella sua mente e Amelia si maledì, non aveva intenzione di comunicare con Peter.
Era un pensiero tra lei e lei.
"Oh niente, tu invece?"
Sentì rimbombare la risata del ragazzo nella sua testa. "Sto per abbattere il gigante! Più tardi ci meritiamo una maratona di Doctor Who e una pizza"
Amelia non rispose, quel "più tardi" sarebbe stato bello per Peter ma per lei no, stava tradendo Tony, era come se stesse tradendo suo padre.
Scosse la testa e scacciò via quei pensieri per concentrarsi sul crollo quando notò che ci aveva già pensato qualcun altro.
Scivolò sotto lo spazio rimanente e si ritrovò all'interno, vide Natasha parlare con Steve, lui si girò e le lanciò quel benedetto scudo un'altra volta ma lei lo fermò con i suoi poteri e lo scaraventò alla sua destra, colpendo il suo obiettivo.
Poi vide che il suo obiettivo, ossia T'challa, era stato colpito anche da Natasha con uno strano affare che portava al polso.
Amelia incontrò lo sguardo della donna.
-Pensavo fossi con Stark-
-Senti chi parla- ribattè Amy.
Natasha alzò un sopracciglio e guardò Steve. -Questa mi piace-
Amelia si trattenne dal sorridere e abbassò lo sguardo.
"Abbiamo sconfitto il gigan…" la frase di Peter si bloccò a metà e l'espressione della ragazza si fece seria.
Alzò lo sguardo per incontrare quello di Bucky. -Dovete andare, subito.-
Lui annuì e le rivolse un sorriso leggero per poi correre verso il jet con Steve, quest'ultimo si girò un secondo. -Grazie Dottore!-
Amelia lo guardò confusa ma poi si ricordo di quel che gli aveva detto prima e sorrise.
Guardò il jet alzarsi in volo mentre T'challa cercava di aggrapparsi per poi finire inesorabilmente a terra.
Si girò e guardò le due con aria furiosa.
"Sì, sono morta." pensò, i due cominciarono a parlare ma non li ascoltò e uscì da lì.
"Ehm... Peter?"
"Mh… Il signor Stark ha detto che ho finito, sono sdraiato da qualche parte… Oh, ti stava cercando ma ora è volato via." rispose lui e Amelia si guardò intorno.
Vide Wanda per terra, tra le braccia di Visione, il tipo gigante era tornato normale ed era sdraiato a terra anche lui.
Poi notò una macchiolina rossa dall'altra parte della pista e sospirò.
"Arrivo" si concentrò e chiuse gli occhi. -Avanti cerchio magico, fai quello che hai fatto prima…- quando riaprì gli occhi lo vide brillare davanti a sé e ci corse dentro per poi ritrovarsi dov'era sdraiato Peter.
Si inginocchiò accanto a lui, un po' preoccupata. -Hey... stai bene?- gli tolse la maschera e gli scostò dei ciuffi ribelli dalla fronte.
Lui sorrise. -Alla grande, ma tu dov'eri finita?- mormorò rimanendo a terra.
Amelia sospirò. -Ho fatto una cosa che non dovevo fare Peter… Ma secondo me era giusto farla.-
Lui si appoggiò sui gomiti per guardarla meglio. -Così brutta?-
Lei guardò in alto e si rialzò tenendosi la testa, si sentiva stranamente leggera. -Tony sarà furioso e...- socchiuse gli occhi perché li sentiva troppo pesanti.
Sentì la voce di Happy in lontananza così si girò.
Troppo velocemente.
Poco prima stava guardando il cielo terso, ora sotto i suoi occhi c'era solo il grigio dell'asfalto, non si era nemmeno accorta di essere caduta.
Cercò di rialzarsi ma era come incollata a terra, alzò lo sguardo e vide il viso sorridente di Tony, le stava offrendo un gelato.
-Oh Cristo, sono morta.- mormorò piano mentre riviveva quel vecchio ricordo, probabimente la sua ultima occasione di vedere Tony rivolgerle un sorriso così caldo.
 
 
***
 
Aprì gli occhi per ritrovarsi nella stanza d'albergo dove aveva trascorso la notte.
-Finalmente ti sei svegliata! Un attimo prima eri lì tutta strana a guardare il cielo e poi boom! Sei fiondata a terra senza preavviso e mormoravi cose sulla morte e sui gelati…"
Amelia guardò alla sua sinistra e vide Peter.
-Ho fatto un sogno strano, c'eri tu… Anche Steve, Tony, Bucky e i miei genitori. Stavamo guardando il tramonto in montagna- sorrise mettendosi a sedere. -Tony... Lo sa?-
Peter la guardò con un sorriso compassionevole. -Perché lo hai fatto Amy?-
Lei sospirò. -Peter... È... È successo come con te, ho visto quello che ha passato, non è stato lui a Vienna. E Tony, lui… Non mi ascoltava e io… Li ho aiutati…-
Peter le prese le mani tra le sue. -Fossi stato in te avrei congelato tutti obbligandoli a parlare tra loro- poi sorrise. -Ma probabilmente hai fatto la cosa giusta anche così, chi lo sa-
Amelia gli sorrise. -Grazie Peter-
Lui annuì sorridendo. -Però così non mi hai visto mentre butt…-
La porta della stanza si spalancò di colpo e Tony si avvicinò al letto a grandi passi. -Peter, esci. Happy è pronto. Prendi la valigia e vai.-
-Ma...-
-Ho detto vai!- esclamò con freddezza, entrambi i ragazzi sobbalzarono sorpresi e Peter le strinse forte le mani in segno di conforto per poi uscire, chiudendo la porta.
Amelia alzò a fatica lo sguardo su di lui, gli occhi dell'uomo erano più scuri del solito, nessuna traccia di calore e capì subito come sarebbe andata a finire.
-Cosa diamine ti è saltato in mente?? Ti chiedo di stare dietro di me, mi giro, non ti vedo più da nessuna parte e poi scopro che mi hai pugnalato alle spalle?!?-
Amelia prese un bel respiro e lo guardò. -Non... Bucky non ha…-
-Barnes? Cosa c'entra lui?-
-Non è stato lui a mettere la bomba, lui…-
-Ah sì? E chi te l'ha detto? Lui?- Tony sbuffò e si prese la testa tra le mani. -Sai che ora mi stanno pressando per consegnarti insieme agli altri perché T'challa ha raccontato tutto di te e Natasha?? Non capisco come tu possa essere stata così stupida, non avrei dovuto fidarmi.-
Amelia aveva intenzione di raccontargli della connessione mentale con Peter e Bucky ma a quelle parole si irrigidì e si alzò.
-Non saprò tutta la storia ma so cosa andava fatto in quel momento. E tu avresti dovuto ascoltarmi quando ti stavo parlando… Anzi, tu e Steve avreste dovuto parlare invece di buttarvi l'uno addosso all'altro come due cani inferociti…-
-Basta, prendi le tue cose e raggiungi Happy.-
-Lo vedi come fai? Non mi stai ascoltando nemmeno ora!- Amelia sbuffò, esasperata colpì la parete, uno strato di ghiaccio si diramò dalla sua mano lungo tutto il muro e sbuffò di nuovo.
Tony guardò la parete e sospirò. -Amelia, vai.-
-Ma Tony…-
Ma lui aveva già lasciato la  stanza e quando uscì nel corridoio per seguirlo era sparito.
 
 
***
 
 
Amelia salì nel taxi, sentì Happy dare l'indirizzo al tassista e sprofondò nel sedile posteriore.
Aveva appena salutato Peter e aveva l'impressione che non lo avrebbe rivisto molto presto, così come Tony.
Happy le lanciò un ultimo sguardo colmo di delusione dal finestrino e si allontanò per poi dirigersi verso l'aereo con il quale erano arrivati.
Il taxi imboccò subito una strada trafficata e la ragazza posò la testa sul finestrino.
-Tre quarti d'ora minimo-
Amelia guardò l'uomo alla guida.
I capelli grigi pettinati all'indietro, basettoni, baffi e un paio di occhiali da sole marroni gli davano l'aria di uno spuntato fuori direttamente dagli anni '60/'70.
-Come?-
-Ci vorranno tre quarti d'ora, quindi puoi metterti comoda- ripetè lui studiandola dallo specchietto retrovisore.
-Oh...-
Nella macchina scese il silenzio e Amelia si ritrovò a pensare che non era mai stata in un taxi.
Aveva sempre creduto che sarebbe stato divertente provarlo ma in quel momento aveva solo un gran peso al cuore.
-L'uomo che ti ha accompagnata mi ha dato una grossa mancia, non ce n'era bisogno-
-Oh beh… Lui è sempre molto gentile- mormorò Amelia.
-Oh ci credo, quando avrò finito il turno andrò direttamente a prendere il giocattolo di Iron man che mio nipote mi chiede da mesi-
Amy sentì gli occhi inumidirsi e sospirò. -Suo nipote è davvero fortunato ad avere un nonno che pensa a lui-
-Tu non hai dei nonni?- chiese gentilmente lui.
-Io... No, mia madre è orfana e i genitori di mio padre sono morti prima che io nascessi-
Il tassista rimase in silenzio per qualche secondo. -Degli zii?-
-No, ma ce la caviamo bene anche da soli. I miei sono la coppia più dolce e divertente dell'universo- Amy trovava stranamente confortevole parlare con quell'uomo mai visto prima e per un attimo si rilassò.
L'uomo annuì sorridendo e quando si fermò al semaforo si girò per guardarla. -Oh santo Thor, cosa hai fatto al viso?-
Amelia non aveva ancora trovato il tempo di guardarsi allo specchio ma sapeva di avere ancora la faccia sporca di sangue secco in qualche punto.
-Oh niente, sono caduta…-
-Non hai proprio un bell'aspetto, dovresti andare dal medico-
-Oh, ci andrò domani probabilmente- rispose lei tastandosi il punto dove lo scudo di Steve l'aveva colpita, faceva sempre più male.
-In che guai si è cacciata una dolce ragazza come te per ridursi così?-
Amelia sospirò. -Degli amici avevano bisogno d'aiuto-
-Spero che ne sia valsa la pena- borbottò lui tornando a guardare davanti a sé.
-Lo spero anch'io- mormorò spostando di nuovo lo sguardo fuori dal finestrino, dove i suoi pensieri tornarono a quei misteriosi occhi azzurri.
Dopo una quindicina di minuti controllò il telefono e trovò una trentina di messaggi da parte di Ilenia.
Amelia si portò una mano alla fronte.
Il cinema.
Sospirò e diede al tassista l'indirizzo di Ilenia.
Quando imboccarono la via era ormai buio e Amelia prese le sue cose.
-Spero che tu risolva i tuoi problemi ragazzina-
Lei sorrise mentre scendeva dalla macchina. -Sa, quest'anno faccio diciannove anni, non sono più una ragazzina-
-Oh quando avrai la mia età la penserai diversamente- l'uomo sorrise e la lasciò davanti alla casa della sua migliore amica.
Sospirò e alzò lo sguardo, si stava annuvolando.
Rimase a guardare l'unica stella finché anche quella non sparì sotto la coltre di nubi grigiastre.
Alla fine si decise, prese il telefono e la chiamò.
Un solo squillo.
-Tu mi devi delle grandi spiegazioni cara mia. E non provare a dirmi che stavi dormendo perché so che non hai dormito per tutto il giorno.- La voce di Ilenia era un misto tra preoccupazione e rabbia, il che fece divertire e spaventare Amelia allo stesso tempo.
-Hey, com'è andato il cinema con Eddy?-
-Amelia. Dove diamine sei.-
Lei sospirò per l'ennesima volta nell'ultima mezz'ora. -Beh, avevo detto ai miei che avrei dormito da te stasera-
Sentì un bip al telefono e due secondi dopo la porta d'ingresso si spalancò.
La sua migliore amica stava attraversando a grandi passi il vialetto con qualcuno dietro di lei. Quando la vide si fermò di colpo e la sua espressione era ancor più preoccupata.
Amelia sorrise per tranquillizzarla. -Lo so, sono caduta ma sto bene- camminò verso di lei a fatica, tutti i colpi che aveva ricevuto, da quelli alla schiena e alla testa, alle varie cadute e a quello di quel benedetto scudo cominciavano a farsi sentire.
Si portò una mano alla parte alta del fianco. -Cioè, quasi bene. Credo di avere una costola incrinata-
-Allora dovresti metterci del ghiaccio e rimanere a riposo- mormorò una voce maschile e Amelia si accorse che la persona dietro all'amica era Eddy.
-Ho rovinato il vostro appuntamento…- si morse la lingua. -Torno domani, okay?- fece per allontanarsi ma Ilenia le afferrò il braccio.
-Tu non vai da nessunissima parte, ti portiamo all'ospedale.-
-Oh, no. Ho solo bisogno di rinfrescarmi un po'-
Ilenia la guardò combattuta per un po'. -Entra.-
Amelia non aveva mai sentito così tanta determinazione nella voce dell'amica, così entrò senza ribattere e si appoggiò ala finestra accanto alla porta.
Controllò il telefono. C'erano un sacco di notifiche dal gruppo classe ma nessuna di Tony.
Si aspettava un suo messaggio da un momento all'altro, magari delle scuse o... Forse Steve e Bucky avevano risolto tutto ed erano tornati da lui per risolvere la faccenda e così Tony avrebbe capito perché lei aveva dovuto agire in quel modo.
Sobbalzò sentendo la porta sbattere e guardò l'amica.
-Come avresti reagito se mi fossi presentata a casa tua con la faccia ricoperta di sangue secco e lividi e parlando di costole incrinate dopo una giornata senza risposte a chiamate o messaggi??-
Amelia abbassò lo sguardo. -Beh... Innanzitutto in questo momento staresti spiegando la tua versione alla polizia mentre un'ambulanza parcheggia nel vialetto per venire a soccorrerti, poi mi vedresti a terra felice con la mia dose di tranquillanti dopo aver stancato i soccorritori con le mie continue domande sulla tua salute…-
Lei alzò gli occhi al cielo. -Dove sei stata?-
-Scusa, una persona mi ha chiesto un favore, l'ho seguita, poi ho capito che nemmeno lei sapeva cosa stava facendo e le altre persone con cui aveva il problema sembravano gentili, così li ho aiutati a scappare dal problema e la persona che mi aveva chiesto il favore…- Amelia chiuse gli occhi lasciandosi scappare un singhiozzo, dire ad alta voce quelle cose era molto più difficile che pensarle. E in più sembrava che tutta la stanchezza derivata dagli avvenimenti della giornata le stesse piombando addosso all'improvviso. -Probabilmente... Non mi parlerà mai più… E non so nemmeno se ho fatto la cosa… La cosa giusta… Mi dispia…- non riuscì a terminare la frase perché comincio a singhiozzare.
Ilenia la strinse in un abbraccio. -Okay Amy, tranquilla. Ora vai a fare una doccia, ti preparo una cioccolata e guardiamo un film Disney, okay?-
Amelia ridacchiò tra le lacrime. -Tu... Tu sì che sei la migliore Cupcake…-
-Ho imparato da qualcuno, mia cara Nutellina.- rispose dolcemente l'altra spingendola in bagno prima che potesse ribattere. -E poi il nostro non era un appuntamento, non avresti dovuto usare quella parola davanti a Eddy!-
Amelia ridacchiò e si lasciò coccolare dall'acqua calda mentre continuava a maledirsi per aver accettato la proposta di Tony.
"Se non lo avessi aiutato non lo avrei perso così…"
"Sì ma non avresti conosciuto me. La persona più simpatica e intelligente che tu abbia mai incontrato" rispose una voce nella sua testa.
Lei sorrise. "Sei ancora nella mia testa Peter? Cominci ad essere fastidioso"
"Prima di tutto sei tu ad essere nella mia testa. Secondo, andrà tutto bene. Lo sai, vero? Parlerò io al signor Stark"
"Grazie Peter"
"Di niente Amy. Happy sta dormendo e gli ho messo del dentifricio sul naso"
Amelia rise. "Non vorrei essere nei tuoi panni al suo risveglio"
Dopo un po' Peter riprese a parlare, come se avesse pensato intensamente per vari secondi. "Sì, forse è meglio che lo tolga…" disse alla fine, facendo ridere ancora di più la ragazza.
Sentì bussare alla porta. -Alla tv c'è Frozen pronto a partire, muoviti!-
Frozen… Alzò gli occhi al cielo mentre creava un fiocco di neve tra le sue mani.
Il fato si stava prendendo gioco di lei.
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
Credo che dall'ultimo capitolo sia passata più di una settimana quindi chiedo umilmente perdono.
Mi sento male perché sto facendo soffrire Amelia, sono una persona orribile, lo so… Ma chissà…
Magari le cose andranno meglio (o decisamente peggio)
Comunque… Avete riconosciuto il tassista? Ebbene sì, vi siete beccati un cameo di Stan Lee anche qui. Un mio modo per ringraziare colui che ci ha permesso di entrare nella grande famiglia Marvel.
Allora… Tony perdonerà Amelia?
Amelia perdonerà Tony?
Bucky e Amelia si rivedranno?
Peter riuscirà a rimediare al suo scherzo prima che Happy si svegli?? Non siete preoccupati per il piccolo Parker? Io sì.
Grazie per aver trovato un po' di tempo per leggere questa storia e averla inserita tra seguite/ricordate/preferite.
Se avete voglia lasciate un commento qui sotto, oppure no… Andate a mangiare un gelato prima che vi faccia soffrire di nuovo. (Non è uno spoiler u.u)
Alla prossima! 
   
 
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