Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: occhiverdi1972    23/05/2019    2 recensioni
"Perchè lui l' amava perdutamente, al di sopra di tutto, contro ogni umana comprensione, nessuna barriera o ceto sociale avrebbe oscurato tale sentimento, perchè solo lei era l' amore."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Buonasera anime belle! Vi lascio il capitolo 82 di "Sogno" e specifico che per i due capitoli precedenti e i due successivi ho preso liberamente spunto da Rapimento Imperfetto edito dalla booksprint edizioni di cui sono autrice e detentrice del copyright ©. Detto questo... Ho copiato da me stessa!!
Vi auguro buona lettura!!


All'improvviso si udì un fruscio, qualcosa si catapultò verso Oscar , un piccolo animale che era nascosto fra il fieno balzò saltando oltre la sua spalla , lei sobbalzò, si spostò verso Fersen
ma finì dritta fra le sue braccia , alzò il viso, fissò quegli occhi.
Sentì il suo profumo speziato, quello che aveva imparato a riconoscere , lui continuava a guardarla con quegli occhi grigi e vivi, mentre lei tremava sotto quello sguardo.
Fersen si avvicinò pericolosamente , lei cercò di aprire la bocca per parlare
- Era...era una...- balbetto'
- Una volpe! Era una volpe.... – sussurrò lui con voce arrochita dal desiderio, poi si avvicinò piano,con lentezza infinita , Oscar rimase ferma , incapace di respirare, di muoversi, fu' quando Fersen fu' a pochi millimetri da lei che si scosse:
- Che fate? - esclamò girando il viso dal lato opposto e alzandosi di botto
Fersen rimase seduto sul fieno a guardarla mentre lei nervosamente andava da un capo all'altro del capanno:
-%Non provateci piu'...ricordate che sono la donna di Andrè Grandier !..
- Va bene...vi chiedo perdono Oscar, non c'è bisogno di scaldarsi. Vi avevo fra le braccia e ho provato a baciarvi, non mi pare così terribile!
- Cosa...?
- Io ci ho provato...voi avete rifiutato. Punto! Rilassatevi o dovrò pensare che la cosa vi turba!
Lei lo fissò , rise istericamente:
- Siete incredibile Hans...davvero!
- Grazie...- sussurrò lui
Oscar compì un altro passo, poi sobbalzò, si abbassò a massaggiarsi la caviglia.
- Accidenti!
Fersen scattò all'impiedi, le fu' accanto:
- Vi fa ancora male?
- Un po'! - si lamentò lei.
Il giovane l'aiutò a sedersi.
- Toglietevi lo stivale! - la incito'
- Cosa...?
- Suvvia...toglietevi lo stivale, voglio solo vedere come sta la vostra caviglia.
- Non ci penso nemmeno! - sbottò lei
Fersen rise a crepapelle , lei lo fissò sdegnata.
- Siete incredibile Oscar...oddio! Hahaha!
- Siete odioso! - sbottò lei
- E voi invece siete assurda! Toglietevi quello stivale e fatela finita , non metterete di certo a repentaglio il vostro onore facendomi vedere un piede, a meno che...
- A meno che....?
- A meno che la cosa non vi ecciti...- sussurrò – avete paura del tocco delle mie dita...?- la punzecchiò lui.
- Le vostre dita , le vostre mani...voi stesso non mi fate nessun effetto Fersen....!a parte quello di farmi saltare i nervi! - sbraitò
- Bene...allora potete tranquillamente togliere lo stivale ! - sancì lui fiero.
Oscar sbuffò...si prevedevano minuti duri.
 

Andrè rientrò a casa sconvolto e ubriaco, aprì la grande porta, percorse il corridoio.
- Andrè!! 
La voce del generale lo fece sobbalzare, stava sulle scale con un candelabro in mano, scese raggiungendolo.
- Generale...c'è...c'è qualche notizia di Oscar? - chiese con il cuore in gola
- No! - scrollo' la testa l'uomo.
- Sono preoccupato per te ragazzo! - confessò
Andrè abbassò gli occhi:
- Non ce n'è motivo signore! - esclamò con voce impastata.
- Dio...guardati Andrè...sei pieno d'alcool.
- Lo reggo benissimo! - sancì lui
- Non è reggerlo il problema, il problema è che non sei lucido e io temo ti possa accadere qualcosa di spiacevole - sussurrò
Andrè alzò gli occhi. Augustin rimase a bocca aperta quando si accorse che erano pieni di lacrime, il giovane si portò una mano fra i capelli , singhiozzò, poi tornò a guardare il generale:
- Se la vostra paura è quella che mi succeda qualcosa allora...allora non dovete preoccuparvi Generale. La cosa piu' orribile mi è già successa...Ho perso Oscar....l'ho persa di nuovo e...e non posso fare nulla !! Nulla...!- si disperò.
Augustin lo fissò, Andrè viveva il suo stesso dolore , era un uomo innamorato che non sapeva che fine avesse fatto la sua donna, mentre lui era un padre che non sapeva piu' nulla della figlia.
- Vieni...ti accompagno nella tua stanza- sussurrò con un groppo in gola.
 

Andrè si gettò sul letto completamente vestito, quello che sentiva era un dolore troppo forte da sopportare, si sentiva impotente , doveva comunque vivere la sua vita senza sapere o poter fare nulla e quella cosa lo mandava in bestia
Ripensò alla serata infruttuosa,nessuno parlava, nessuno si lasciava scappare nulla eppure...eppure tutti sapevano .La serata poi., si era conclusa in modo sconvolgente , ripensò' ai due uomini che avevano derubato quel nobile in carrozza, all'uomo mascherato che l'aveva chiamato per cognome, quel modo di articolare la bocca, quegli occhi, quella voce..
“ No...Non è possibile..Sarà l'effetto dell'alcool -” . si disse.
Si girò su un fianco, afferrò il cuscino, lo strinse con rabbia.
“ Oscar...dove sei ?” - sussurrò disperato.
 

 

Oscar afferrò lo stivale, se lo fece scivolare giu' piano ,stringendo gli occhi per il dolore .
Fersen la fissò preoccupato, poi si piegò verso di lei, afferrò l'esile articolazione fra le mani, era arrossata ma non particolarmente gonfia, la massaggiò piano.
- Ahi! - sobbalzò lei
- Scusatemi ...- sorrise il giovane facendo vagare le dita sul collo del piede – mi aspettavo di peggio, un po' di riposo e passerà tutto.
Intanto continuava a far vagare le dita su quella pelle diafana e liscia guardandola teneramente.
- Beh...adesso che avete constatato con i vostri occhi potreste restituirmi la mia gamba ?
Fersen rise:
- hahaha! - intanto continuo' con il massaggio.
Quelle dita che toccavano piano la sua pelle non le piacevano per nulla.
Oscar chiuse gli occhi e respirò a fondo cercando di calmarsi.
A Fersen non sfuggì quel sospiro
- Cosa vi succede Comandante? Vi turba forse il mio tocco?
Lei arrossì:
- Su...ammettetelo Oscar...siete turbata ! - incalzò il giovane guardandola intensamente – o dovrei dire...eccitata?
Oscar storse la bocca, ritirò sgarbatamente la gamba, lasciando Fersen di stucco:
- E' finito quel tempo Hans. Nessun uomo puo' piu' sconvolgrmi i sensi a parte Andrè Grandier, quindi toglietevi quello sguardo ammiccante dal viso e smettetela di provarci. Piuttosto cerchiamo di sfruttare il tempo riposando, ci aspetta ancora parecchio cammino domattina!
Hans sbuffò, diede una sistemata al fieno, poi vi poggiò la sua sacca a mò di cuscino:
- Ecco...il nostro letto è pronto Madame... - sussurrò ironico.
Oscar gli rivolse uno sguardo che avrebbe incenerito l'amianto.
- Va bene...non avete gradito la battuta!- sancì lui alzando le spalle.
- Non mi stenderò mai accanto a voi...- esclamò lei – posso dormire benissimo con la schiena poggiata contro la parete!
- Suvvia...non siate stupida! - la rimproverò .
- Buonanotte Hans! - sbottò Oscar stringendosi nel mantello e poggiando la schiena contro la parete.
- Peggio per voi! - esclamò il giovane distendendosi sul fieno e poggiando la testa sulla sacca – non saprete mai quant'è comodo...!- scherzò.
Lei rise :
- Siete uno stupido!
I minuti passavano, gli occhi di Oscar si facevano pesanti, cercava di trovare una posizione giusta ma non ci riusciva.
- Non riuscite a dormire vero...?? - rise Fersen
- Di sicuro No se mi rivolgete la parola ogni minuto...!
Il giovane si girò su un fianco , la guardò, stava con le spalle alla parete , le mani strette sul mantello, era bellissima.
- Se vi promettessi di girarmi dall'altro lato e di stare debita distanza da voi potreste ripensarci e stendervi ? - sussurrò teneramente.
- Forse...- rispose lei vaga
- Va bene...ve lo prometto !– sussurrò lui quindi si girò dal lato opposto allontanamndosi e lasciando a lei la sacca per poggiare la testa.
Oscar titubò, poi lo raggiunse .
A debita distanza , dandosi le spalle a vicenda si sdraio' accanto a lui.
- Sapete.. - sussurrò Fersen - sto pensando che questa è la nostra prima notte insieme.
Oscar rise incoraggiata dal fatto che lui non potesse vederla in viso.
- Beh Hans... Spero che sia anche l'ultima!
- Hahaha! Un'altra cosa che amo immensamente di voi... Il vostro senso dell'umorismo!  Buonanotte Oscar!
- Buonanotte Hans ! - sussurrò lei. Chiuse gli occhi e pensò ad Andrè .
Al suo Andrè!
 

Fersen si svegliò alle prime luci dell'alba, si girò piano, Oscar era rivolta verso lui, i capelli sparsi sul fieno, i tratti del viso abbandonati. Il mantello si era scostato e dalla giacca aperta si intravedeva timidamente una rotondità, Il giovane afferrò un lembo del mantello e la coprì.
Quant'era dolce ed etereo abbandonato nel sono il suo fiero e temerario capitano...quanto lo amava...quanto! Promise a se stesso che la avrebbe accompagnata a casa e protetta anche a costo della sua stessa vita.
Oscar si mosse, aprì gli occhi, si trovò di fronte quelli di Fersen:
- Buongiorno!
- Buongiornò – Sbottò lei – che fate, perchè siete così vicino a me...?
- Veramente siete voi che vi siete girata! - sussurrò
Oscar non obiettò, Fersen aveva ragione.
- Scusate...- sussurrò
- No...non dovete scusarvi, anzi....
Lei balzò in piedi, si stiracchiò:
- Dovremmo riprendere il cammino ! - sancì cambiando discorso
- Già...avete ragione
Fersen si abbassò a prendere la sacca, le offrì un sorso d'acqua, bevve poi a sua volta.
Si incamminarono verso la porta del capanno.
- Aspettate! - esclamò
Oscar si bloccò, il giovane si avvicinò, allungò una mano verso i suoi capelli, le sorrise
- Ecco...Ora siete perfetta! - sussurrò togliendole un filo di fieno che aveva fra i capelli.

 

 

Leggete il secondo capitolo per favore ..! - sussurrò Andrè rivolto a Charlotte
La ragazza cominciò a leggere fluidamente, il giovane la osservò, osservò l'inflessione della sua voce, la sua pronuncia cristallina.
- E' fantastico...! - sussurrò estasiata lei alzando la testa dal libro – la scena è descritta talmente bene che sembra di viverla in prima persona
- Si! - annuì lui soddisfatto – è proprio quello che volevo farvi notare.
- Grazie maestro Grandier...- sussurrò – sto davvero imparando tante cose nuove con voi
Le lunghe ciglia e gli occhi erano allegri e vivi, il viso illuminato da un sorriso smagliante.
Andrè rimase a fissarla mentre i dubbi si dissipavano, lei si accorse di quello sguardo indagatore:
-Perchè...perchè mi guardate a quel modo? -  Ho...ho qualcosa che non va? - sussurrò toccandosi i capelli.
-No...voi non avete nulla che non va, siete splendida Charlotte ! - sussurrò gentilmente
Lei arrossì.
- Ma mi chiedevo....avete mai provato a legare i capelli in una coda bassa? - continuò Andrè
Lei lo guardò basita:
- Cosa...?
- Si...con un mantello nero, una maschera e una coda bassa sareste perfetta! - esclamò guardandola intensamente.
Lei si alzò di scatto facendo strisciare rumorosamente i piedi della sedia sul pavimento.
Poggiò i palmi delle mani sul tavolo:
- Non ...non capisco cosa volete dire! - esclamò sconvolta quindi compì mezzo passo per allontanarsi, Andrè la afferrò prontamente per un gomito bloccandola.
- Cosa avete fatto di bello ieri sera Signorina Guillard? - sussurrò incurvando la bocca in un sorrisetto ironico
- Io...io sono andata a letto presto e...
- E poi siete uscita a derubare nobili....
La ragazza sgranò gli occhi, sotto quello sguardo verde e virile, con quelle dita che le stringevano il polso, tremò di imbarazzo.
- Eravate voi ieri sera...in quel vicolo...vero?
- Io....- balbettò lei , poi cominciò a piangere sommessamente.
Andrè la guardò sentendosi quasi in colpa per la brutalità con cui la aveva affrontata, le lasciò il polso, lei alzò le spalle, lo guardò.
- Si...ero io!
- Avevo riconosciuto i vostri capelli, la vostra voce...
- Ho...ho sbagliato a parlarvi! - sbottò – avrei dovuto lasciarvi derubare dal mio compagno.
- No...- sussurrò lui – non l'avreste mai fatto!
- Lo so cosa pensate di me...Che sono una ladra, una donna senza onore, una bandita....
Andrè sorrise :
- No....io penso che voi siete meravigliosa Charlotte ! - sussurrò – c'è molto della mia Oscar in voi, siete intrepida, temeraria , generosa ma allo stesso tempo Donna! Siete molto simili...
Charlotte pianse sollevata:
- Non..non direte nulla , vero?
- Non dirò nulla a patto che stiate attenta Charlotte, quello che fate è pericoloso!Promettemi che farete attenzione..
- Ve lo prometto! - sussurrò lei sorridendo fra le lacrime
- C'è un'altra condizione signorina De Guillard! - sbottò Andrè
Lei strinse gli occhi dubbiosa :
-Quale?
- Dovete aiutarmi...dovete aiutarmi a capire che fine ha fatto la mia Oscar!
- Io...vi ho già detto che...
- Lo so' ma magari qualcuno con voi parlerà! - sussurrò alzandosi e prendendole le mani – vi prego Charlotte , io devo sapere...!voglio sapere che fine ha fatto la donna della mia vita! - sussurrò deciso
- E sia...- sussurrò Charlotte commossa – ci proverò Grandier, ma non vi prometto nulla!
Andrè le baciò galantemente la mano. 
 

I due giovani procedevano per la fitta bosscaglia , Oscar si girò di sottecchi a fissare Fersen, sembrava abbastanza sereno mentre procedeva verso la meta, lei invece...aveva una strana angoscia che non riusciva a spiegarsi, i suoi sensi erano vigili ed in allerta.
Si guardava attorno tenendo la pistola in mano e procedendo lentamente mentre la caviglia cominciava nuovamente a farle male.
- Oscar...state bene?- sussurrò Fersen preoccupato
- si! - rispose lei – è solo che...non so'..sento che qualcosa non va!
- Volete riposarvi?
- No...anzi!! Procediamo pure...non vedo l'ora di essere a casa!
Camminarono per un'altra mezz'ora, poi Oscar si fermò, si massaggiò la caviglia, Fersen si abbassò verso di lei, posò la pistola a terra.
- Fatemi vedere se ….- Non ebbe il tempo di finire la frase, il tintinnio di un grilletto lo bloccò.
Alzò la testa, Oscar stava con una pistola puntata alla testa, altre due erano puntate contro di lui.
I tre uomini che avevano lasciato dentro la cella li fissavano ridendo, probabilmente avevano camminato tutta la notte per azzerare il distacco. Fermarsi a dormire era stato uno sbaglio,un tremendo sbaglio.
- Bentrovati Piccioncini! - sussurrò il tale che aveva provato ad insidiare Oscar e che adesso le teneva la pistola puntata alla testa.
I tre li legarono, Fersen rivolse uno sguardo ad Oscar , i suoi occhi lo fissavano angosciati al pensiero di quel che avrebbero potuto riprovare a farle.
L'uomo si avvicinò a lei che stava con le mani legate dietro la schiena, le portò la canna della pistola alla gola, la fece scendere giu', scostò i lembi del mantello, fece scorrere la canna fredda tra l'incavo dei suoi seni, la guardò vogliosamente:
- Tesoro...adesso nessuno potrà piu' interromperci...- gracchiò
Oscar guardò Fersen mentre la fredda canna della pistola continuava a vagare sul suo decollette', lo guardò con occhi sbarrati dal terrore conscia che piu' nulla e nessuno l'avrebbe salvata da quelle grinfie..
   
 
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