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Autore: ArrowVI    11/06/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 6-7: Parole...



Non appena Sarah sentì quelle parole si voltò di scatto nella direzione da cui arrivarono, assumendo ben presto una espressione confusa e sorpresa.

<< Non capisco... Cosa significa questo, padre? >>
Domandò a Xernes, accompagnato dal quartetto di ragazzini che, pochi minuti prima, mandò da lui per avvertirlo di ciò che stava accadendo.
Non riuscì a comprendere per quale motivo suo padre avrebbe dovuto impedirle di eliminare quel demone... Perché avrebbe dovuto farlo?

Dopotutto, quello era il suo compito. Non riuscì a comprendere il motivo nascosto dietro quelle parole.

<< Significa esattamente quello che ho detto, Sarah: abbassa l'arma e indietreggia. >>
Disse l'uomo, colpendo con forza il terreno con il suo bastone di legno, non appena raggiunse sua figlia, reggendolo con entrambe le mani e fissando Sarah con una espressione autoritaria e cupa.

<< Ma... L'ho in pugno, ormai! Per quale motivo dovrei- >>
Suo padre la interruppe ancor prima che potesse finire quella domanda.

<< Mi aspettavo di più da te, Sarah. >>
Quelle parole la colsero completamente alla sprovvista.
La donna rimase in silenzio a fissare il padre con uno sguardo incredulo e confuso, senza muovere neanche un muscolo, occhi spalancati.

<< Guardati intorno. >>
Aggiunse subito dopo.

Il volto della ragazza divenne improvvisamente pallido e le sembrò quasi che il cuore le stesse per esplodere in gola.
Si guardò lentamente intorno, non riuscendo a credere alla sola vista dei danni che aveva inconsciamente causato nei dintorni.

Il muro dell'infermeria che dava all'esterno, dalla quale era sbucata durante lo scontro con il demone, era stato completamente raso al suolo: il terreno era colmo di macerie e in distanza notò un piccolo incendio che stava lentamente divorando una parte della vegetazione che cresceva rigogliosa all'interno dei giardini del palazzo.

Tutto quello era accompagnato da svariati spuntoni di ghiaccio e zone ghiacciate sparse per tutta la zona, che avevano ormai deformato il terreno che si trovava intorno a loro.

<< Se qualcuno mi avesse detto che avresti perso il controllo di te in questo modo, durante uno scontro, all'interno della capitale, non ci avrei creduto. >>
Continuò l'uomo.
Sarah abbassò lo sguardo: non riuscì a guardare suo padre negli occhi.


Il comportamento di quel demone le fece completamente perdere la sua calma e il controllo di se... Come aveva potuto permettere che una cosa del genere accadesse? 
Sapeva di aver fallito, davanti agli occhi di suo padre, e non riuscì ad accettare quel risultato: non poteva lasciar scorrere un tale comportamento sconsiderato.

<< La prego di perdonare il mio comportamento, generale! >>
Esclamò, facendo un profondo inchino davanti a suo padre.

<< Non era assolutamente mia intenzione deludere le sue aspettative...! >>
Continuò subito dopo, senza sollevare lo sguardo.


Nonostante tutto, Xernes sapeva quali fossero i suoi pregi e difetti. 
Sapeva perfettamente che, nonostante ciò che era accaduto, Sarah era un qualcuno di cui poteva fidarsi ciecamente.


Fissò sua figlia per qualche secondo senza proferire parola, per poi farle cenno con una mano di sollevare il capo.
Sarah notò quel gesto, sollevando parzialmente il capo e posando quel suo sguardo preoccupato sul padre.

<< Dovrai fare ben altro per deludermi, Sarah. >>
Le rispose.
In quell'istante un gigantesco sorriso rallegrato apparve nel volto della donna.

<< La ringrazio infinitamente per la fiducia che ripone in me, padre! >>
Esclamò, assumendo ancora una volta una posizione eretta e decisa.

<< Ora va' e rimedia al danno che hai causato. >>
Ordinò l'uomo.

<< Si signore! >>
Rispose Sarah, dando poi le spalle al gruppo dopo aver fatto un saluto militare, dirigendosi verso l'incendio che aveva causato poco prima.


Non appena Sarah si allontanò, Xernes posò il suo sguardo minaccioso su Iris che, fino a quel momento, era ancora immobilizzata nel terreno, rinchiusa in una trappola di ghiaccio come se fosse la stecca di un ghiacciolo.


<< Wow. E' così che ti comporti con tua figlia? >>
Domandò Iris all'uomo, con un tono infastidito.

<< Ciò che faccio con mia figlia non è di tuo interesse, demone. >>
Le rispose Xernes, avvicinandosi lentamente verso di lei.
Iris gli ringhiò contro.

<< Quindi... Tu dovresti essere Iris, suppongo. >>
Aggiunse subito dopo, con un tono cupo.

La donna gli sorrise.

<< Tu, invece, devi essere lo stronzo di cui ho sentito parlare... >>
Rispose.
A Xernes non piacque quel tono: fissò la donna-demone per qualche istante con uno sguardo infastidito, picchiettando la punta del suo bastone nel terreno a intervalli regolari.

<< Sai, se fossi al posto tuo, considerando la tua attuale posizione, sceglierei le mie prossime parole molto attentamente. >>
L'avvertì il generale, con tono minaccioso, afferrando rapidamente l'elsa della spada legata alla sua cinta.

<< Oh-oh, minaccioso... >>
Ridacchiò Iris.

Xernes non perse la sua compostezza. 


<< Signore, mi permetta di parlare con lei, la prego..! >>
Sentì dire dopo pochi istanti da Michael.

Xernes posò il suo sguardo sul ragazzo senza voltarsi, mostrandogli una espressione cupa e minacciosa.

<< Potrai parlarle non appena avrò finito con lei. >>
Gli rispose, posando poi il suo sguardo di nuovo su quella donna.

<< ...Forse. >>
Aggiunse subito dopo.
Michael non rispose nulla.


<< Ho alcune domande che voglio farti, demone. Ti dispiacerebbe rispondermi onestamente? >>
Domandò a Iris, senza smettere di fissarla intensamente con quel suo sguardo cupo e imponente.

<< Sai, sarei incline a dire di si... Ma è un po' difficile darti la mia fiducia quando sono intrappolata in una bara di ghiaccio, non pensi? >>
Rispose la donna, con una domanda retorica.

<< Non vedo come la tua attuale situazione sia un mio problema. >>
Continuò, Xernes.

<< E allora non vedo come le tue domande siano un mio problema. >>
Controbatté Iris, rigirando le parole dell'uomo contro di lui.

<< Non fare la sciocca, demone. Non provare a farmi credere di avere il coltello dalla parte del manico, non sei brava a bluffare. Al momento, le risposte alle mie domande sono l'unica cosa che potrebbero farmi cambiare idea sul farti giustiziare. Inoltre, se pensi che io possa accettare di liberare una potenziale minaccia per i miei cittadini e soldati, allora sei completamente fuori di testa e non necessito delle risposte di una pazza. >>
Continuò Xernes, senza scomporsi neanche per una frazione di secondo.

<< Oh, wow... >>
Esclamò Iris, sorpresa dalle parole dell'uomo.

<< ...Sei davvero lo stronzo di cui ho sentito parlare. >>
Continuò subito dopo, con un tono quasi divertito.

<< Stai cominciando a darmi sui nervi, mostro. >>
Ringhiò Xernes, infastidito dal tono e le parole che Iris stesse usando verso di lui.

<< Oh-oh, non prendertela troppo... Sono una succube, è nel mio istinto provocare voi umani. >>
Ridacchiò il demone, con voce lenta e stranamente provocante.


<< Sei venuta qui con l'intenzione di rapire il figlio di Azael? >>
Le domandò, senza esitare ancora neanche per un secondo di più. Non poteva assolutamente continuare ad ascoltare le sciocchezze e le provocazioni di quella donna, aveva ancora troppe domande di cui necessitava risposte: rimanere ancora all'oscuro dei piani di Lucifer non era più una opzione, doveva prendere la situazione in mano personalmente.

Iris gli rispose con un semplice gesto negativo del capo, sorridendo.

<< Allora perché sei qui? >>
Le domandò.

<< Oh, chissà... ~ >>
Canticchiò, divertita, evitando di guardare l'uomo in volto.

<< Ero in zona, e mi chiedevo se questo sarebbe stato un bel posto per un picnic... >>
Continuò subito dopo.
Sentendo quelle parole, Xernes digrignò i denti.
Si mosse con passo pesante verso di lei, calpestando con forza la lastra di ghiaccio che la intrappolava con un pestone non appena la raggiunse.

<< Non ho tempo per stare dietro alle tue provocazioni, meretrice! Rispondi solamente alle mie domande, o ti farò giustiziare all'istante. Troverò le mie risposte altrove, se necessario. >>
Minacciò l'uomo, con un tono frustrato e innervosito.




<< Non ha cattive intenzioni! >>
Esclamò Michael, intromettendosi nel discorso tra i due.
Xernes si voltò lentamente verso il ragazzo, notando come Jessica e Vermilion stessero cercando di fermarlo.

Fece cenno con una mano alle due ragazze di lasciare andare il loro compagno, le quali ben presto mollarono la presa su di lui.


<< Quale sarebbe il motivo di queste tue parole? Cosa te lo farebbe pensare? >>
Domandò Xernes al ragazzo.

<< Si trovava nella mia stanza quando ero privo di conoscenza. Se avesse voluto davvero farmi del male, o rapirmi, avrebbe potuto farlo in qualunque momento... Eppure non l'ha fatto... >>
Non appena disse quelle parole, Michael posò il suo sguardo su Iris, la quale ricambiò con una espressione sorpresa.

<< ... Non credo sia una nostra nemica, o una cattiva persona; voglio fidarmi di lei... Sento di potermi fidare! >>
Aggiunse subito dopo, voltandosi di nuovo verso Xernes, il quale ricambiò con uno sguardo incredulo e confuso.

<< "Persona"? Ragazzino, non stai parlando di una "persona". Non hai idea di cosa possano fare i demoni, e non ho intenzione di lasciare una decisione che potrebbe rivelarsi incredibilmente pericolosa nelle mani di un bambino che a malapena conosce in quale direzione gira il mondo intorno a se. >>
Gli rispose l'uomo, con un tono infastidito e minaccioso.


Aveva già sentito una volta parole simili... Anche Neptune gli disse qualcosa di quel tipo.

"I demoni sono crudeli"
"I demoni sono minacce"
E lui era, ormai, uno di loro...

... In parte, per lo meno.

Non sapeva se tutti i demoni fossero crudeli e pericolosi come tutti pensavano... Ma sapeva che lui fosse diverso.
Sapeva che Neptune, nonostante ogni tanto sembrasse strano, non fosse un criminale.

Infatti, capì in quell'istante che avesse già le prove di cui aveva bisogno.
Invece d'indietreggiare, Michael fece quindi un passo in avanti verso l'uomo, mostrando a quell'uomo uno sguardo deciso.

<< Io so di non essere come loro! Ci sono persone che fanno del male al prossimo, e persone che li aiutano... Quindi perché non può essere lo stesso con i demoni? >>
Esclamò, davanti a lui.
Quella reazione non colse il generale alla sprovvista.

<< Stai dando i numeri. Non paragonare i demoni a noi esseri umani. Sono loro i mostri, non noi. >>
Ringhiò Xernes.

<< Io non sono un mostro, e neanche Neptune lo è! >>
Continuò Mike, senza esitare neanche per un istante.


Quelle parole colsero alla sprovvista sia Jessica che Seryu, i quali si guardarono con sguardi confusi.

<< Maledizione, Michael... >>
Borbottò Vermilion, con fare allarmato.

<< Neptune? Cosa c'entra Neptune? >>
Domandò Jessica alla compagna, senza ricevere alcuna risposta.

<< Non vorrai dire che...? >>
Le domandò Seryu.

In quell'istante Vermilion si voltò di scatto verso di loro, facendo cenno di far silenzio.

<< Ne parliamo dopo... >>
Disse.



<< Siete dei bastardi. Ai miei occhi, siete metà persona. >>
La risposta dell'uomo fece congelare il sangue nelle vene di Michael.
Rimase paralizzato a fissarlo per qualche istante, incredulo, quasi come se fosse stato pietrificato, prima di tornare in se.

<< E' davvero necessario dire che sono un "bastardo" ogni volta? >>
Gli domandò subito dopo, infastidito da quel termine.

<< Inoltre, cosa significa "metà persona"? Non può dire sul serio...! >>
Aggiunse subito dopo.


<< Fammi un favore, ragazzino: che ne dici di rimanere al tuo posto, in silenzio, e lasciarmi fare il mio lavoro? Dovresti considerarti fortunato che io non ti abbia già messo dietro le sbarre: i mezzo-demoni non registrati alla nascita, come te, sono delle potenziali minacce, e per te abbiamo già chiuso non uno, ma due occhi. >>
Disse Xernes, mostrando a Michael uno sguardo minaccioso.

<< Quindi indietreggia, stai al tuo posto, fai silenzio e lasciami svolgere il mio lavoro. Quando avrò finito, se lo riterrò opportuno, potrai parlare con quel demone. Chiaro? >>
Gli domandò subito dopo, nonostante quella domanda suonasse più come un ordine.

Michael evitò lo sguardo dell'uomo, posandolo poi su Iris, la quale ricambiò con degli occhi colmi di amarezza, senza dire nulla.



<< Muoviamoci. Sto cominciando a perdere la pazienza. >>
Disse subito dopo Xernes, a Iris.

<< Diciamo che io creda al fatto che tu non sia qui per rapire quel ragazzino. Quale sarebbe il tuo scopo, allora, e per quale motivo volevi incontrarlo? >>
Le domandò subito dopo.

Per qualche secondo, Iris esitò a rispondergli.
Non aveva idea se dare o meno le risposte a quell'uomo fosse la scelta giusta. Era sicura che avrebbe potuto rompere il ghiaccio che la teneva imprigionata, ma poi cosa sarebbe successo?
Sarah Ravier si trovava ancora nei paraggi e, a qualche metro di distanza da loro, notò un tipo con una lunga katana in mano, il quale non aveva mai levato il suo sguardo da lei. 
Era tenuta sotto tiro, inoltre, da alcuni soldati non molto lontani, e le sue ali erano ancora doloranti...

Anche se si fosse liberata, non avrebbe comunque potuto prendere il volo.
Affrontarli... Avrebbe preferito evitarlo.

Sono una stupida! >
Pensò.
In quell'istante notò Michael intento a farle qualche cenno.
Posò rapidamente il suo sguardo su di lui, notando che stesse cercando di dirle qualcosa.

Fu in grado di leggere il suo labiale...

"Per favore"
I suoi occhi erano imploranti e tristi.


<< Azael mi salvò la vita, tanto tempo fa. Giurai che avrei ripagato quel suo gesto, ma è deceduto prima che potessi farlo. Giurai che avrei servito la sua famiglia fino alla fine, quindi quando venni a conoscenza del fatto che avesse un figlio, capii che avrei potuto finalmente tenere fede a quel giuramento. >>
Disse, dopo qualche secondo di silenzio, voltandosi di nuovo verso Xernes e sospirando, quasi come in segno di sconfitta.

L'uomo rimase a fissare il demone con una espressione quasi disgustata per qualche secondo, non riuscendo in alcun modo a credere a quelle sue parole.

<< Onore? Fedeltà? Giuramenti? >>
Domandò l'uomo, con un tono disgustato.

<< Che idiozia è mai questa? Ti aspetti che io creda a queste menzogne? >>
Continuò.
Iris fissò l'uomo con uno sguardo infastidito, senza rispondergli assolutamente nulla, per qualche assordante silenzio.

<< Pensi che noi demoni siamo qualche genere di "animale", che non possediamo alcun genere d'intelletto o capacità sociali... Lasciamelo dire, Xernes: ti sbagli di grosso. >>
Disse la donna, ringhiando verso di lui.

<< Non siamo tutti uguali. Alcuni di noi si sono nascosti, altri hanno provato a vivere in pace ma sono stati attaccati da voi umani. Non siete meglio di noi, solamente perché credete di esserlo. Se non fosse stato per le vostre azioni, in passato, alcuni di noi non avrebbero mai preso certe strade...! >>
Aggiunse subito dopo.


<< Quindi ora è colpa nostra? Non farmi ridere. Stai cercando di farmi credere che voi demoni siete innocenti? E' questo che vuoi dire? Quindi siamo noi i cattivi, adesso. Divertente. Dimmi, allora... Tutti quei villaggi, tutte quelle persone che Azael ha massacrato... Tutti quegli innocenti... Il tuo "signore" era davvero giustificato? >>
Le domandò Xernes, frustrato davanti a quel racconto che mai in vita sua avrebbe potuto accettare.

<< Non sto cercando di giustificare le loro azioni, sto solamente cercando di farti capire che non siamo tutti uguali. Non tutti vogliamo fare del male agli umani, anzi. Alcuni di noi provarono a cercare di convivere con voi, ma foste proprio voi a cacciarci e ucciderci per primi! Solamente perché eravamo diversi! >>
Continuò Iris.


In quell'istante Xernes digrignò i denti.

<< Ne ho avuto abbastanza di questo battibecco senza senso. >>
Ringhiò l'uomo, con tono infastidito, dando le spalle a Iris.

In quell'istante fece un cenno ad Andromeda, che, fino a quel momento, aveva semplicemente continuato ad assistere a quella scena in silenzio, senza intervenire, tenendo quella donna sotto stretta sorveglianza con la sua katana sguainata.

<< Portala nelle segrete e interrogala. Ti farò sapere quali domande dovrai farle: usa pure i metodi cattivi, se necessario. >>
Ordinò al suo subordinato, il quale rispose con un semplice cenno positivo del capo.

<< Aspetti- Credevo mi avrebbe permesso di parlare con lei! >>
Esclamò Michael, frustrato dalle parole di Xernes.

Xernes si voltò verso di lui, mostrandogli uno sguardo minaccioso.

<< Abbiamo altro di cui parlare, noi. Non preoccuparti, comunque: Andromeda non la ucciderà, a meno che non sia strettamente necessario. Se collaborerà, non ci saranno problemi. >>
Gli rispose l'uomo.
Michael non fu in grado di rispondergli nulla.
Fissò con uno sguardo incredulo e preoccupato Iris, la quale ricambiò con un occhiolino e un sorriso divertito.


In quell'istante un rumore riempì l'aria, quasi come se qualcosa si stesse rompendo.
Quello scricchiolio si fece sempre più intenso, fino a quando non si sentì lo stesso rumore di vetri che andavano in frantumi.

Xernes si voltò di scatto verso la donna-demone, impallidendo davanti a quella scena.
La fissò in silenzio con occhi increduli, spalancati, senza muovere neanche un muscolo.

Iris era in piedi, con la sua lunga falce in mano, con la punta della lama conficcata nel terreno. Il suo sguardo sembrava infastidito, ali ripiegate dietro la schiena, ancora sanguinanti, e piccoli frammenti di ghiaccio ancora sparsi nel suo corpo.

< Si è... Liberata dal Permafrost...?! >
Pensò Xernes, incredulo.

<< Non posso volare, ma non importa... Ti darò un'altra chance per ascoltarmi, Xernes Ravier. Voglio solo che tu mi ascolti, nient'altro. >>
Xernes non rispose a quelle parole.

<< Vuoi sapere la verità? Ti dirò la verità. Vi dirò tutto quello che volete sapere. In cambio, voglio solo che voi vi fidiate della mia parola, e mi permettiate di stare insieme al ragazzino. Non mi interessa di nessuno di voi, ma mi importa di lui. Finché insieme a voi lui è al sicuro, allora possiamo considerarci anche alleati. Non dobbiamo essere amici. Ma, per lo meno, ascoltatemi. >>
Continuò, subito dopo, Iris.

Nonostante fosse ancora incredulo e scettico, Xernes fece un cenno ad Andromeda con una mano, abbassandola lentamente.
Il soldato fissò il suo comandante per una frazione di secondo, riconoscendo rapidamente il gesto.
Andromeda fissò Iris per qualche istante con una espressione confusa, per poi rinfoderare la sua arma.

<< Molto bene, allora. Sto ascoltando. >>
Le rispose, con un tono cupo e senza abbassare la guardia, portando una mano sull'elsa della sua spada.


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Fine del capitolo 6-7, grazie di avermi seguito e alla prossima con la fine del volume 6!


 
   
 
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