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Autore: queenjane    01/07/2019    2 recensioni
Su Nicola II e sua moglie Alessandra, uno spaccato, cercando di ignorarne la tragica e nota fine, fin dal principio, luci e ombre, dl testo "..Prima della vestizione aveva pianto, per la tensione, la stanchezza, il nervosismo, ma era orgogliosa e felice mentre si avvicinava all’altare, un mazzo di rose e mirto tra le dita, sorrideva a Nicola che ricambiava di rimando, erano una coppia innamorata e felice.
La cerimonia si tenne nel primo pomeriggio, seguì un lungo banchetto e poi gli sposi si ritirarono, che lei aveva il mal di testa. La mattina dopo lei scrisse sul diario che mai avrebbe creduto che ci potesse essere una felicità così completa al mondo, un tale senso di armonia tra esseri mortali, lo amava, quelle parole raccoglievano in sé tutta la sua vita"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Si tolse le forcine di squisita fattura, che  assicuravano le lunghe ciocche alla crocchia che soleva portare.
Tutto  quello che aveva era splendido, dalla biancheria di lino e batista alle lenzuola di seta con il suo monogramma.
Per non tacere dei vestiti, che ordinava da Worth e Paquin, gli equivalenti della sua epoca della famosa mademoiselle Bertin, che aveva vestito Marie Antoniette.
 I suoi passi parevano seguire i suoi, la regina austriaca si era librata con la grazie di una farfalla sui pavimenti, vera incessuit pauit dea, parafrasando Virgilio quando discorreva di Venere, madre di Enea.. Pavimenti che lei aveva percorso oggi, ammirando la famosa Galleria degli Specchi, per non tacere delle fontane che avevano zampillato, in fastosi, ampi getti.
I  giardini di Versailles erano una meraviglia, come quelli di Babilonia, le foglie  viravano nel rame e nell’oro, quando avevano visitato Parigi le migliaia di alberi presenti sulle strade che avevano percorso erano stati ornati da fiori artificiali di ippocastano, appositamente creati..
 Sorrise nello specchio, flettendo la testa dorata, gli occhi grigio azzurri assorti e remoti.
Anche Antonietta era stata bionda, con grandi occhi, dotata di grazia ed eleganza, brillante in ogni occasione, lei, invece, in pubblico arrossiva, la sua timidezza cronica era percepita come arroganza, il suo delizioso incarnato, che gli inglesi appellavano “pesche e panna” diventava orribile.
Si alzò, andando verso il letto a baldacchino, stupendi e raffinati i tendaggi, Antonietta doveva avere pensato che era splendido. Come la trovata dell'ambasciatore francese di regalarle un arazzo di Gobelin con la regina e i suoi figli, lo avrebbe messo nel suo salotto arredato nei toni del malva e del lilla, nel  prediletto palazzo di Alessandro, a Carskoe Selo, sua residenza preferita.
 Alessandra Feodorovna si addormentò sorridendo.
Era il 1896, era in viaggio con suo marito per le corti di tutto il continente europeo dopo la solenne incoronazione di Mosca.
Era zarina di Russia, moglie di Nicola Secondo, sposato per amore, giovane e avvenente.
La sola cosa che mancava a rendere completa la sua gioia era un figlio maschio, nel novembre precedente aveva dato alla luce la sua prima figlia, Olga.
 Un erede per rendere completa la sua gioia, la sua vita.
La sua infanzia era stata triste, la madre e la sorella più piccola morte di difterite quando aveva sei anni, prima ancora un fratellino, il padre quando ne aveva venti, per non tacere della lunga lotta per sposare Nicola. Sua nonna Vittoria d’Inghilterra, potente sovrana, si era opposta con ogni fibra a quel matrimonio, ritenendo la Russia troppo instabile, arrendendosi quando si erano fidanzati ufficialmente, in una primavera di rose e viole e dolci baci a Coburgo,


Per lei era un onore dormire in quelle stanze, appunto, mentre il suo seguito lo considerava un cattivo segno, come la scelta di regalarle quel particolare arazzo.
 La regina austriaca aveva avuto una tragica morte, sulla ghigliottina, dopo che la rivoluzione del 1789 le aveva tolto il  titolo, il marito ed i figli, schernita, derisa, umiliata fino al suo ultimo giorno.
 
   
 
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