Videogiochi > Mortal Kombat
Segui la storia  |       
Autore: Fiore di Giada    23/07/2019    0 recensioni
La farfalla, rapida, si alzò in volo e scomparve nella notte.
– Che sia un segno? – mormorò, cogitabondo. Quei leggiadri insetti, in alcune culture terrestri, simboleggiavano le anime dei defunti.
Come dio, ben conosceva la vacuità di simili superstizioni, ma il suo cuore umano ardeva dalla brama di avere un segno.
Era diviso tra la sua mente e il suo cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Liu Kang
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La figura di Raiden, come un lampo, si materializzò nel palazzo degli Dei Anziani.
Colto da un accesso di nausea, l’ex dio del tuono barcollò. Con l’acquisizione della natura mortale, i suoi poteri non erano scomparsi, ma il loro utilizzo era per lui faticoso.
Anzi, consumava sempre più la sua energia vitale.
Che cosa importa? – mormorò, divertito. Presto, quell’esistenza si sarebbe conclusa.
Quel malessere fisico, per quanto fastidioso, era una seccatura transitoria.
Ora capisco molte cose…, pensò. Certo, il suo cuore amava ancora gli esseri umani, ma solo in quel momento riusciva a immedesimarsi nei loro pensieri e nelle loro emozioni.
Comprendeva la loro difficoltà ad andare oltre l’effimero, perché erano condizionati dalla loro natura, fragile e mortale.
Eppure, tendevano all’infinito, malgrado le pesanti catene della loro fragilità.
Con passo calmo, percorse le grandi sale del palazzo, vuote di vita.
Che silenzio., si disse. In un tempo remoto, l’edificio era impregnato del potere degli Dei Anziani.
Quell’energia ancestrale illuminava d’una luce calda le strutture del palazzo, in quel momento fredde e inerti.
Nulla era rimasto di quelle entità, da lui credute eterne e immortali.
Con la cronofusione, erano scomparse.
Solo quel palazzo ricordava la loro lunga esistenza.
Sospirò. Gli sembrava, in quel momento, di essere in una tomba.
Anzi, quell’edificio, tra pochi istanti, si sarebbe tramutato nella sua sepoltura.
Si sedette a gambe incrociate sul pavimento marmoreo e ne contemplò affascinato il mosaico foggiato a forma di kolam, scintillante di bagliori policromi.
Poi, trasse da una tasca del vestito un lungo pugnale dalla lama serpentina, l’elsa dorata incrostata di smeraldi, scintillanti di deboli bagliori verdi.
Rimirò la lama e si specchiò nel freddo chiarore del metallo, che gli restituì l’immagine del suo volto, atteggiata ad una espressione serena, simile alla statua di un Buddha.
Già. – mormorò. Quella risoluzione, così ferrea, gli aveva donato la serenità che per tanto, troppo tempo si era rivelata un miraggio per lui.
Anche quella era una sensazione umana?
Quando gli uomini giungevano ad un tale carico di pena, provavano una tale pace nella morte?
Giunti al termine del loro percorso, gioivano della possibilità di rivedere i loro familiari?

Una lieve folata di vento sollevò un poco i suoi lunghi capelli e gli sfiorò il collo.
Sussultò, turbato. In quel momento, gli pareva di sentire la presenza di Fujin…
Quel tocco, così etereo, gli dava l’illusione di una rinascita di suo fratello.
Scosse la testa. No, era solo un inganno del suo cuore, anelante ad un ricongiungimento.
Suo fratello era morto.
La crudele criomante Frost, su ordine di Cetrion, l’aveva congelato.
Era stato condannato ad una morte orribile.
A lui non era stata data la possibilità di vedere la nuova era.
Non poteva compiacersi delle conquiste degli umani e delle opere benefiche di Liu Kang.
Quel giovane si era mostrato un protettore ben più degno di lui.
Ma il suo amato fratello nulla sapeva di questo.
Era un corpo privo di vita, rinchiuso in un sepolcro di ghiaccio.
Ma la punizione, implacabile, si era abbattuta sulla folle allieva di Subzero.
Quella donna non si sarebbe servita del suo potere per compiacere la sua brama di dominio.
E Cetrion, come una brava e obbediente figlia, aveva offerto la sua vita e i suoi poteri a Kronika.
Non aveva saputo discernere il giusto dall’ingiusto.
Si ammantava di una virtù fallace e confondeva la purezza con la brama di potere della sua crudele madre.
Lui avrebbe desiderato porre termine all’esistenza di Cetrion, ma non poteva non considerarsi soddisfatto.
Il suo amato fratello poteva riposare in pace.
E, presto, si sarebbe ricongiunto a lui.

Con un gesto deciso, strinse il pugnale e lo immerse nel ventre.
Il sangue, d’impeto, esondò, macchiando prima le candide vesti dell’ex dio, poi il pavimento.
Raiden, privo di forza, cadde di schiena, le braccia leggermente sollevate e lo sguardo fisso verso l’alto. Finalmente, era riuscito a porre termine alla sua lunga esistenza.
Col sangue, fuggiva la sua vita.
Gli smeraldi sul pugnale, ad un tratto, brillarono di una sempre più forte luce verde.
L’uomo accennò ad un sorriso. Pochi giorni prima, aveva benedetto il pugnale con una particolare magia, capace di imprigionare l’anima in un’arma.
Nessun tiranno si sarebbe servito dei suoi poteri.
Non con me… – mormorò. Lo sapeva, l’oscurità sarebbe sempre risorta in nuove forme.
Ma lui non avrebbe dato il suo pur involontario contributo a eventuali nemici.
Ad un tratto, un tocco leggero sulla sua guancia lo scosse dai suoi pensieri.
Con fatica, girò la testa e la sua vista, ormai annebbiata, scorse una figura umana dai lunghi capelli, china su di lui.
La felicità inondò il suo cuore. Lo spirito di suo fratello era giunto.
La debolezza della morte opprimeva i suoi sensi, ma il suo cuore poteva avvertire il suo tocco.
Fujin… Sei venuto a prendermi? – soffiò, la voce flebile.
Non sentendo nulla, l’ex dio del tuono scosse la testa.
Va bene così… Grazie di essere venuto. – mormorò, prima di precipitare nell’oscurità.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mortal Kombat / Vai alla pagina dell'autore: Fiore di Giada