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Autore: Anonima Italiana    12/10/2019    3 recensioni
Conclusa la Battaglia delle Acque Nere, Sansa Stark viene costretta al matrimonio con Sandor Clegane da Re Joffrey, il quale subito dopo li condanna all'esilio. La coppia decide così di intraprendere il viaggio verso Grande Inverno per riportare Sansa a casa dai suoi familiari. Nonostante l'attrazione da sempre evidente fra loro, i due pensano di poter annullare il matrimonio; non sanno invece che questo sarà solo il primo passo che li vedrà protagonisti di una bellissima canzone d'amore, migliore delle ballate da lei tanto amate e da lui tanto odiate perchè, stavolta, è la storia di un amore vero.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Poco prima dell’alba Sandor si svegliò all’improvviso in preda a una strana e improvvisa sensazione di timore.
Stando attento a Sansa che ancora dormiva tra le sue braccia, la posò a terra appoggiata al mantello e si alzò a sedere guardingo, scrutando con attenzione nel buio: c’era proprio qualcosa di strano, qualcosa che non andava, e lui lo sentiva benissimo.
E difatti dal fondo della grotta cominciarono a emergere dal buio alcune figure umane, anzi parecchie a giudicare da quanto poteva vedere Sandor grazie al fatto che essi tenevano in mano delle torce. Si diressero verso di loro, fermandosi a pochi passi da lui e Sansa.

-Chi siete?-  gridò il Mastino con la mano pronta sull’elsa della spada. A quell’urlo anche Sansa si svegliò di colpo, spaventata.
Una figura alta e robusta si staccò dal gruppo avanzando verso di loro.

-Stai tranquillo, cavaliere: chi non fa del male, non ha nulla da temere. Giusto?- 

-Non sono un fottuto cavaliere-  replicò Sandor ma si zittì vedendo l’uomo sogghignare a quella frase.

-Benvenuti nella nostra umile dimora-  continuò l’uomo  -la dimora della “Fratellanza senza vessilli”- 

- Non ho mai sentito questo nome. Cosa siete, fuorilegge? - rispose Sandor.

- Siamo tutti fratelli qui. Fratelli che hanno prestato un sacro giuramento al re, al Signore della Luce e a noi stessi-

Detto questo, l’uomo fece un cenno ad alcuni dei suoi compari che avanzarono tenendo in mano delle corde; due di loro afferrarono Sansa e le legarono le man mentre lei per la paura non riusciva nemmeno a fiatare, mentre gli altri, cogliendo di sorpresa Sandor che già tentava di rialzarsi per correre in suo aiuto, riuscirono a immobilizzarlo, lo legarono ben bene e lo disarmarono.

- Venite con noi- ordinò quello che sembrava essere  un capo per loro.Il gruppo avanzò all’jnterno della grotta assieme ai due prigionieri che facevano camminare davanti a loro. Arrivarono in un punto dove, all’interno di un’enorme buca, era accesso un grande fuoco che rischiarava l’ambiente circostante.

- Che cazzo volete da noi?!- ringhiò Sandor.

- Calmati, Mastino- fece l’uomo di prima. – Non vogliamo nulla da voi, se  non riportare un po’ di giustizia, che per troppo tempo è stata calpestata da te e dai tuoi simili. In quanto alla tua giovane compagna- si voltò verso Sansa- lei è incolpevole e non sarà nemmeno processata, come accadrà a te fra poco-

A sentire l’uomo pronunciare il suo soprannome, Sandor cercò di guardarlo meglio. Il viso non gli sembrava per nulla nuovo…

- Io ti conosco. E anche lui- disse, indicando un uomo dall’aspetto macilento che portava una benda su un occhio.

- E’ vero, Beric e io abbiamo entrambi combattuto in passato le battaglie del re Robert e partecipato ai tornei. Ogni uomo che vedi qui dentro ha sentito su di sé in qualche modo il peso della spada.-

A queste parole, Sansa fece un passo avanti con le mani legate.

- Sono Sansa Stark di Grande Inverno, figlia di Lord Eddard Stark. Vi ordino di lasciarci andare immediatamente!-

Alcune risate risuonarono nella grotta, mentre l’uomo di nome Beric si avvicinava alla ragazza scrutandola e facendo un cenno di assenso all’altro.

Beric Dondarrion (così si chiamava l’uomo) era infatti stato un cavaliere al servizio di Eddard Stark quando si trovava ad Approdo del Re come Primo Cavaliere; tra le altre cose era stato a capo della spedizione organizzata dal padre di Sansa per catturare Gregor Clegane, colpevole di aver commesso razzìe e violenze nelle Terre dei Fiumi. Aveva quindi avuto modo anche di riconoscere la ragazza. 

- Bene, giovane lady, sei capitata in mezzo alle persone giuste. Ci faremo carico della tua persona e ti riporteremo a casa tua, dove tua madre e i tuoi fratelli ti stanno da tempo cercando. Forse ne ricaveremo una ricompensa adeguata, in ogni caso avremo commesso una giusta azione, salvandoti da questo criminale che sicuramente ti ha rapita e brutalizzata-

- No, no! Non è come pensate voi si ribellò Sansa. – Dovete lasciarci andare assieme…Sandor è mio marito!-

Stavolta le risate furono molte, e molto più fragorose.

- Giovane lady, forse costui non ti ha rapita, ma ti ha sicuramente ingannata con false promesse  per costringerti a soggiacere ai suoi turpi istinti. Puoi chiamarlo in mille modi, ma non “marito”. Anche questa è violenza, sai? –

- Siete in errore. Ho sposato Sandor Clegane poco meno di due mesi fa, il matrimonio è stato organizzato da re Joffrey Baratheon. E’ stato un marito buono e rispettoso- rispose accoratamente Sansa mentre cercava di sollevare una delle due mani legate in modo da mostrare la propria fede.
Di nuovo, Beric si avvicinò alla giovane e scrutò le sue mani. Poi andò verso Sandor, afferrò anche una delle mani dell’uomo e vide l’anello al dito.

- La giovane dice il vero, Thoros. Hanno entrambi gli anelli matrimoniali-

Per qualche secondo Thoros di Myr, l’uomo che aveva tenuto finora in mano le redini della situazione, rimase in silenzio, poi scosse la testa.

- Una simile unione bestiale non poteva essere che frutto della malvagità di re Joffrey. –

- Ma che cazzo te ne frega?- urlò Sandor, esasperato.

- Me ne frega come me ne frega quando sento di un’ingiustizia al danno di deboli e innocenti. E tu cane ne sai qualcosa, vero?-

Per tutta risposta Sandor sputò a terra in segno di disprezzo. Dentro di sé presentiva che le cose per lui cominciavano a mettersi molto male, e per la prima volta dopo tanto tempo cominciò a sentire dentro di sé qualcosa di vagamente simile alla paura. Non temeva solo per sé ma anche per Sansa, che oltretutto era stata così incauta da rivelare la sua identità quando non ce n’era alcun bisogno.
Quali erano le reali intenzioni che quegli uomini avevano su di lei?

- Erano deboli e innocenti i piccoli principi figli di Raegar Targaryen: la principessa Raenys che tu hai ucciso a pugnalate e il principe Aegon a cui hai sfracellato la testa contro il muro prima di stuprare sua madre…-

- NON SONO STATO IO, MALEDETTO STRONZO! Quello era mio fratello Gregor! IO NON SONO MIO FRATELLO!-

- E tutti i civili, vecchi, donne e bambini inermi, uccisi per ordine dei Lannister? Osi forse negarlo?-

- Quella si chiama guerra, mica è colpa mia se la guerra è così!  Quando voi combattevate non avete mai ucciso nessuno?!-

Effettivamente, per Thoros di Myr stava diventando un po’ difficile accusare il Mastino di un qualche crimine specifico; ma dato che le imprese dell’uomo erano comunque ben note, egli prese in disparte Beric e confabularono per un po’.  Poi tornarono nei pressi di Sandor e Thoros  annunciò:

- Sandor Clegane, le accuse nei tuoi confronti sono ben note ma qui nessuno di noi è in grado di appurare quanto ci sia di vero o di falso in queste accuse, e nessuno di noi è in grado di giudicarti. Solo il Signore della Luce può farlo. Perciò- concluse- affronterai Beric in un duello a singolar tenzone: se vincerai vorrà dire che il Signore della Luce ti ritiene innocente o comunque meritevole di perdono, e tu e tua moglie sarete liberi. Altrimenti….-

- Altrimenti?!- ringhiò Sandor

- Altrimenti sia fatta la sua volontà-

Nel frattempo Beric Dondarrion si era preparato prendendo a sua volta una spada e uno scudo, e si era posizionato di fronte a Sandor che aveva sguainato la spade e si era posto in posizione di attacco. Prima di iniziare, Beric invocò una preghiera al Signore della Luce, poi fece una cosa strana: cominciò a passare lentamente il filo della spada lungo un mano, e mentre il sangue dalla ferita colava lungo la lama, quest’ultima prese fuoco.

Con grandissimo terrore Sandor fece un passo indietro, mentre il duello iniziava e i due combattenti non si risparmiavano. Sandor, sudato, rabbioso e impaurito allo stesso tempo, parava tutti i colpi del suo avversario cercando allo stesso tempo di non avvicinarsi troppo a quell’orribile spada fiammeggiante che rappresentava l’incarnazione di tutte le sue paure più profonde; d’altro canto anche Beric teneva testa al Mastino, menando fendenti furiosi che a un certo punto andarono anche ad intaccare lo scudo dell’avversario.
Sandor, circondato da fiamme, a un certo punto cedette, ma si rialzò subito e il duello ricominciò  con una violenza che faceva tremare le ginocchia alla povera Sansa, che spaventata e in lacrime non riusciva nemmeno a muovere un piccolo incitamento verso il suo sposo, come invece facevano i membri della “Fratellanza” verso il loro campione.
A un certo punto, mentre Beric stava per colpirlo, Sandor afferò la propria spada e la calò con tutte le sue forze sul corpo dell’avversario, che cadde a terra con la spada infilata di traverso nel corpo.
Solo in quel momento Sandor si accorse che le fiamme si erano attaccate alla sua manica e che il suo braccio sinistro stava bruciando: urlando di dolore e terrore si buttò a terra e cominciò a rotolare su sé stesso nel tentativo di spegnere le fiamme.

-Aiutatelo…sta bruciando! Per amore di tutti gli Dei, qualcuno lo aiuti!-  urlò Sansa disperata.

Poi, mentre nessuno si muoveva, si alzò di scatto e corse verso Sandor, gettandosi addosso con il proprio mantello nel tentativo di spegnere le fiamme, riuscendoci alla fine. Quando però lui era ormai esanime.
Piangendo Sansa cercò di scuoterlo e lo abbracciò; quando sentì che qualcuno si stava avvicinando, si girò e spalancò le braccia mettendosi in piedi davanti al corpo di Sandor a mo' di scudo. Le lacrime le rigavano il viso ma la sua espressione era furiosa e addolorata assieme.

- Non osate avvicinarvi! Lasciatelo in pace!- urlò con quanto fiato aveva in gola.

Thoros di Myr osservò la scena con attenzione per qualche minuto. Poi avvicinandosi ai suoi impartì alcune istruzioni: un gruppo fu incaricato di occuparsi del corpo di Beric Dondarrion, l’altro si avvicinò a quello del Mastino, mentre il loro capo diceva alla giovane:

- Non preoccuparti giovane signora, il tuo uomo ha vinto il duello e questo vuol dire che il Signore della Luce ha deciso di concedergli il suo favore perdonandolo. Noi abbiamo il dovere di rispettare il suo volere-

- Cosa volete fargli?-

- Lo porteremo in un luogo dove verrà curato e tu lo seguirai. Dopodichè sarete liberi-

Gli uomini della Fratellanza infatti trasportarono il corpo del Mastino fuori dalla grotta caricandolo su un carro che avevano recuperato prima; Sansa salì accanto a lui e subito dopo lasciarono la grotta senza che nessuno l’avesse avvisata di dove erano diretti.

(continua)

Nota dell'autrice: inizialmente avevo scritto questo capitolo in tutt'altra maniera e prendendo tutt'altra strada, ma poi trovando in rete la puntata del duello, ho deciso di riscrivere tutto daccapo, mi sembrava un'avventura in più che comunque si poteva benissimo incastrare con quanto accadrà in seguito. Alcune frasi dei dialoghi le ho prese dai romanzi (dialoghi trovati in rete); per quanto riguarda la scena del combattimento....ragazzi, abbiate pietà! Già le scene di sesso mi causano una fatica immane quando le devo descrivere, figuriamoci un combattimento! Sì, ammetto che alcune parti di questo capitolo sono un po' "tirate via", ma pazienza, migliorerò col tempo.
   
 
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