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Autore: NPC_Stories    14/10/2019    2 recensioni
Collezione di oneshot fantasy a tema "fairy", come indicato nella lista di Inktober che io e la mia affezionata illustratrice Erika abbiamo scelto (no, non Erika la webmaster, un'altra Erika). Io scrivo, lei disegna... speriamo di tenere il passo!
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Alcune di queste storie saranno ambientate nel nostro mondo, alcune altre nell'ambientazione del fandom in cui sono più attiva, Forgotten Realms, e altre ancora saranno ambientate in mondi di mia creazione o di fantasy generico, o parodistico.
Alcune di queste storie vi faranno ridere (spero), altre vi faranno piangere (mh, forse sto esagerando), ma in ogni caso mi auguro che tutte vi piacciano.
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Che la vostra vita possa essere piena di momenti di piccola meraviglia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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14. Gold


Sotto-genere: nessuno
Ambientazione: Irlanda, XVII secolo


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E con questo sono a posto per tutta la vita!
Crónán era molto soddisfatto di se stesso, quella sera. Non è cosa da tutti i giorni, potersi vantare di aver derubato il Piccolo Popolo.

Il giovanotto amava considerarsi scaltro come una faina, il miglior ladro di Buttevant. La cittadina commerciale naturalmente pullulava di ladri, o aspiranti tali, ma era un mestiere pericoloso. I mercanti con qualcosa da proteggere tendevano ad essere, appunto, ben protetti. E poi non era mai bello rubare all’ombra di una chiesa, era qualcosa che metteva Crónán sottilmente a disagio.

Buttevant, pensò Crónán sentendosi molto intelligente, va bene giusto se vuoi rubare uova o un po’ di lana nei giorni di fiera... e sotto sotto lui lo sapeva, che spesso il gioco non valeva la candela. Per questo era immensamente soddisfatto del suo ultimo colpo.
C’era un vecchietto all’ultima fiera, un nonnino così anziano da essersi rimpicciolito sotto il peso degli anni. Aveva comprato una mucca pagandola in oro. Crónán aveva una specie di fiuto per il prezioso metallo, e aveva subito notato la transazione.
Il ragazzone aveva l’occhio fino, e un certo strano dettaglio aveva catturato la sua attenzione: il vecchietto portava con sé un borsello piuttosto piccolo, e ne tirava fuori una sola moneta alla volta.
Che la sua fosse paranoia per non rischiare di far cadere monete, rovesciandole sulla mano? Oppure non voleva far vedere quante ne avesse?
E quel borsello non era in generale un po’ troppo piccolo per contenere più di una o due monete?
A Crónán, la faccenda appariva sospetta. Quindi avea seguito di nascosto il vecchietto fino al confine del paese, e poi l’aveva seguito ancora quando si era avviato lungo le strade di campagna con la sua mucca al seguito.
L’uomo più giovane aveva allungato il passo e aveva affiancato il nonnino, l’aveva salutato con un cenno del capo ed era andato oltre. Non voleva dargli l’impressione di pedinarlo.
Poi però l’aveva aspettato in un punto in cui la strada passava affianco a un masso, nascondendosi in modo da non essere visibile dalla strada.
Quando l’anziano gli era passato accanto, Crónán gli era saltato addosso mulinando un ramo secco a mo’ di bastone. Aveva colpito l'uomo sulla testa, mandandolo lungo disteso per terra, e gli aveva rubato il borsellino e pure la mucca.
Il vecchietto si era ripreso quasi subito (incredibile, per un uomo della sua età!), e quando si era rialzato non era più un anziano essere umano: si era trasformato in un ometto basso come un nano, vestito di rosso, con una barba rigogliosa e un paio di occhiali sul suo naso a punta.
Crónán capì all’istante di trovarsi davanti a un membro del Piccolo Popolo e si fece il segno della croce, poi se la diede a gambe lasciandosi dietro la mucca. Le grida del leprecauno lo accompagnarono per un tratto, parole aspre in una lingua antica; il giovanotto si tappò le orecchie mentre correva, per non sentire. Sicuramente se avesse capito anche solo una parola, la maledizione avrebbe avuto effetto.

Dopo un’ora buona, con il pericolo alle spalle, Crónán cominciò a rivalutare la cosa sotto una diversa luce. Aveva derubato un elfo, chi mai ci era riuscito prima di lui?
Questo lo rendeva sicuramente il miglior ladro di Buttevant. Anzi, forse il miglior ladro d’Irlanda.
Rallentò il passo, mentre inconsciamente si dirigeva di nuovo verso casa. Il sole era ancora alto, c’era tempo prima del tramonto, avrebbe potuto fare un giro in fiera. Comprarsi qualcosa di bello, per una volta.
Lo sciocco non sapeva che un leprecauno non va mai a fare spese due volte nella stessa città, per un motivo molto semplice: il suo oro è solo un’intricata illusione, e dopo qualche ora scompare. Nessuno con un minimo di saggezza resterebbe nei paraggi dopo aver speso oro bugiardo. Crónán stava per scoprirlo a sue spese.


*****************
Nota:
il paesino di Buttevant esiste davvero, e dal medioevo ospita fiere e mercati. All’inizio probabilmente non si chiamava così. Il nome Buttevant è attestato dal 1686, e questa storia si svolge più o meno alla fine di quel secolo.
Altra nota: I leprecauni, prima del ventesimo secolo, erano descritti indossare abiti rossi e non verdi.

   
 
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