Crossover
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Autore: Saeko_san    15/11/2019    1 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10:
Lillà dei Sentieri e il Nemico
 
 -Salve, ragazzi, ben trovati. Io sono Lillà dei Sentieri, strega della luce, zia di Vaniglia e Pervinca Periwinkle- fece la donna, offrendo loro la mano. I due ragazzi si guardarono per un attimo, avvertendo la voce leggermente distorta (per effetto della magia operata dalla vecchia Kim, grazie alla quale erano in grado di comprendere la lingua della strega e lei era in grado di comprendere la loro).
 
 -Io sono Taishiro Mihira, figlia di Coira e Baluard Mihira-.
 -Io sono Pedro Lahir, figlio di Gerard e Chihiro Lahir. Siamo qui per…-.
 -Zitto. È scritto nella lettera- gli sussurrò Taishiro, tirandolo per una manica.
 -Avete dei nomi singolari- continuò Tomelilla, facendo quasi finta di nulla in merito alla strattonata della ragazza nei confronti del ragazzo, che pure era stata abbastanza evidente.
Non quanto quelli che ci sono qui” pensò la ragazza, con una punta di malizia.
 -Per non parlare degli abiti- aggiunse la strega, guardandoli dall’alto in basso. I due erano appunto rimasti in tenuta da guerra, anche quando la guerra a Pont-Ashby era ormai conclusa.
 –Comunque non ho ancora letto la tua lettera, e la leggerò in casa mia-.
 
Perché? Siamo arrivati fino a qui, cosa diamine ci voleva a leggerla qui?” pensò Pedro, che sempre di meno comprendeva il modo di fare dei maghi e delle streghe.
Così si avviarono verso casa Periwinkle, e passarono davanti ad una quercia, bella, grande, rigogliosa, ma soprattutto parlante. L’albero disse infatti:
 
 -Tooooooomelillaaaaaaaaaaaaaaa, chiiiiiiiiii soooonoooooooo iiii tuoooooi accompaaaaaaaaagnatooooooooooori?-.
 -Sono due persone venute da lontano, ma non ti posso dire chi essi siano-.
 -Peeeeeeerchè?-.
 -Perché è un segreto-.
 -Cheeeeeee Peccaaaaaaaato. Mi sareeeeeebbe tantoooooooo piaciuuuuuuuuto sapeeeeeerlooooo-.
 -Per fare un pettegolezzo?-.
 -Non un peeeeettegoooooolezzoooo, maaaa un sussurreeezzooooo-.
 -Un sussurrezzo è peggio di un pettegolezzo, Quercia, perché è sussurrato-.
 -Vaaaaaaa beeeeeeeene. Nooooon ditemi nieeeente se è un segreeeeeeto-.
 
Si allontanarono da Quercia[1] (che aveva invece lasciato i due ragazzi con un palmo di naso) e arrivarono a casa. Entrarono e Tomelilla chiamò Felì, la fatina. Esse scortarono i ragazzi i quella che loro chiamarono la “stanza degli incantesimi”. Attraversarono un corridoio lungo e molto buio. Felì era l’unica fonte di luce, in tutta quell’oscurità, così oscura da incutere timore; quella piccola luce illuminava il volto di Tomelilla, sorridente per lo stupore che quella piccola magia creava in chiunque si addentrasse nel corridoio. La strega contò ad alta voce venti passi e sbucarono in corridoio scavato nella roccia, con torce appese sulle pareti ad illuminarlo. Giunsero ad un porticina e ne varcarono la soglia. Davanti a loro c’erano dei banchi di scuola dove (come avrebbero scoperto presto i protagonisti) le nipoti di Tomelilla studiavano. La loro ospite si sedette sulla cattedra in fondo all’aula e lesse la lettera. Faceva all’incirca così:
 
Cara Lillà dei Sentieri,
con questa mia ti informo dei fatti che stanno accadendo: io sono Ryuso, della Terra di Tsagumi e i ragazzi che ti son venuti in contro sono Taishiro e Pedro e hanno una loro missione, più che pacifica, che consiste nel salvare la nostra terra da una malattia indicibile. Ti prego di trattarli bene e di non farli combattere perché sono appena usciti da una guerra sanguinosa e pericolosa, tanto quanto lo è la vostra in questo momento. Quando ti sarà possibile, ti prego di aiutarli a cercare un leggendario frutto di melograno con poteri curativi. In caso non doveste trovarlo (cosa molto probabile, come tu sai) ti prego di portarli ad una Luce Viola che apparirà al centro del vostro mare. Ti ringrazio se li hai presi con te e ti maledico se li hai imprigionati.
Saluti sinceri,
 
                                                                                             Ryuso
                                                   Stregone capo del villaggio di Tabauni, nella Terra di Tsagumi
 
Dopo aver letto la lettera, Tomelilla informò i ragazzi del suo contenuto e promise loro di non farli combattere.
 
 -Ma ci aiuterete comunque- disse –Dovrete assistere la mia fatina Felì ad accudire le mie nipoti, perché ho un cattivo sospetto-. A questo punto, la bella strega della luce li guardò interrogativamente.
 -Posso fidarmi di voi?- chiese con le pupille degli occhi che tremavano.
 -Ma certo, Tomelilla-.
 -Bene. Dovete sapere che prima che voi arrivaste stavamo e stiamo ancora combattendo una guerra contro Il Nemico. È un mago del buio, che diventò molto potente secoli e secoli fa, e che, dall’acquisizione della sua potenza, ha manifestato i suoi oscuri poteri ogni 21 giugno, e ciò avviene dall’alba dei tempi ogni duemila anni. Ma, mentre precedentemente si manifestava per poco tempo, andandosene quasi subito, portando solo piogge torrenziali e tempeste, distruggendo qualche albero indifeso, l’anno scorso è comparso di nuovo e da allora non se ne è più andato. Ci sta assediando da tanto tempo. Insomma questa guerra sembrava, fino all’altro ieri, non finire mai. Ma d’un tratto gli emissari del Nemico se ne sono andati e tutti siamo stati molto sollevati di questa evoluzione del conflitto; tutti tranne me: sono stata l’unica ad essermi accorta che mancava la mia Pervinca, la ragazzina con i capelli corti che sicuramente avrete visto entrando in casa. O almeno credevo di essere l’unica. Anche Grisam, il suo fidanzatino, e Vaniglia, la sorella, se ne sono accorti. Ma la sera della fine apparente del conflitto, la mia nipotina è tornata a casa; tutti l’hanno accolta con calore e sua sorella l’ha abbracciata con trasporto. Ma nei suoi occhi ho scorto il lume nero del Nemico. Ho comunicato i miei sospetti a Felì. Lei non ci ha voluto credere, ma ha tenuto per sé i miei timori, anche se continua a guardare Pervinca come se vedesse in lei la luce cattiva che continuo a vedere io. Per questo vi chiedo di aiutarmi, guardando le mie bambine e controllando che non escano dal villaggio. È l’unica cosa che vi chiedo, mentre portate avanti la vostra missione- concluse sospirando Tomelilla, tirandosi su gli occhialini, appena calati sul naso.
 -Non preoccupatevi, Tomelilla, terremo d’occhio Vaniglia e Pervinca senza che loro se ne accorgano- dissero all’unisono Pedro e Taishiro.
 
Peccato che così facendo, non troveremo il frutto per mio padre” pensò Pedro, abbattuto, visto che certamente badare a due ragazzine non avrebbe permesso loro di spostarsi molto, soprattutto mentre imperversava una guerra. Taishiro si accorse dello stato d’animo dell’amico, ma non disse nulla, perché anche lei aveva capito: non avrebbero portato avanti la loro missione, lì. Almeno, non in quel preciso istante. Lo schema già verificatosi ad Ashby stava avendo luogo anche a Fairy Oak.
Uscirono dalla stanza degli incantesimi e presero confidenza con Felì. La fatina disse loro che sarebbero rimasti in casa Periwinkle parecchio tempo, o almeno finché la guerra non sarebbe finita. Poi disse loro che sarebbero andati dalle bambine, per poterle tener d’occhio più da vicino.
 
 -Da quando son cresciute, mi è diventato difficile farmi dire anche il più piccolo segreto- si lamentò la piccola creatura magica.
 
Quando entrarono nella camera di Vaniglia e Pervinca, quest’ultima chiese:
 
 -Che vi ha detto la zia?-.
 -Non possiamo dirvelo, Vì, è segreto- intervenne subito Felì.
 
I due ragazzi non capirono bene perché la creatura magica l’avesse chiamata “Vì”: nella Terra di Tsagumi non esistono i diminutivi o i nomignoli, visto che si usa pronunciare il nome per intero. Già il fatto che Felì non fosse il vero nome della fatina o che Tomelilla fosse un soprannome di Lillà dei Sentieri creava in loro un forte disagio. Taishiro era prossima a dare voce a questi pensieri incongruenti, quando l’amico le sfiorò leggermente il braccio e parlò al suo posto.
 
 -Comunque non ci siamo ancora presentati- disse il ragazzo, porgendo la mano in direzione delle ragazzine –Io sono Pedro-.
 -E io sono Taishiro. Conosciamo gia i vostri nomi- disse la ragazza, sulla scia dell’amico, anticipando Vaniglia, pronta a presentarsi.
 -Bene, a che vogliamo giocare?- disse Pervinca, mettendosi a sedere su uno dei due letti e fissandoli con i suoi occhi vispi.
 -Pervinca, lo sai che dobbiamo fare i compiti- ribatté la sorella.
 -Ma a me non va-.
 -Non fa niente, perché neanche a me va, ma li dobbiamo fare per forza-.
 
Pervinca tentò quindi di prendere per i capelli la sorella, che però la schivò poco prima che la mano potesse raggiungerla. Quindi Vaniglia mandò in incantesimo alla gemella, che fu sobbalzata dall’altra parte del suo lettino. Una piccola luce illuminò la stanza, mentre un raggio buio rispondeva con forza eguale.
Mentre le ragazze combattevano Pedro, alquanto sbalordito, chiese:
 
 -Ma perché non le fermiamo?-.
 -Perché stanno facendo i compiti di magia. La consegna era: combattete contro una strega del buio se siete una strega della luce e contro una strega della luce se siete una strega del buio. Nel caso di Vì e Babù, essendo una strega del buio la prima e una strega della luce la seconda, tale consegna cade proprio a pennello; di questi tempi poi, è necessario saper combattere in ogni maniera possibile- disse Felì, aggravando leggermente il suo tono.
 -Chi è Babù?- chiese Taishiro, guardandosi attorno.
 -Oh, questa è una storia molto buffa- sghignazzò la fatina, fremendo tutta -Quando nacquero, la prima fu Pervinca, che nacque di notte. Poi venne Vaniglia, che nacque alla luce del giorno. La cosa buffa è che appena vide la sorella, Pervinca gridò << BABU’ >>. Non credo che fosse stato un complimento, ma da quel giorno Vaniglia viene soprannominata Babù[2]-.
 
I due amici si fissarono ancora increduli, tentando di dire qualcosa; questa cosa dei soprannomi li confondeva davvero. Ma non riuscirono a dare voce alle loro perplessità, poiché Felì volò verso l’armadio delle bambine e con un gesto della sua manina l’aprì. Tirò fuori un vestitino azzurro e viola, con tanti ricamini in tulle verdi, e lo consegnò a Taishiro. Con la sua magia lo fece diventare di due taglie più grande. Poi prese un completo con i calzoni e lo diede a Pedro. Da rosa lo fece diventare color mogano, con delle decorazioni in cuoio, e lo ingrandì.
Chiese loro di indossare le nuove vesti ed esclamò:
 
-Va bene che il nostro non è un periodo felice, ma qui non si combatte certo solo con la spada!-.
 
Disse loro che le cotte di maglia che i ragazzi indossavano sarebbero state fuse e usate dai paesani per fabbricare gli arnesi più disparati e le spade e l’arco e frecce sarebbero stati riutilizzati da coloro che non erano maghi e streghe, così da poter  affrontare il Nemico in maniera più adeguata.
 
[1] La Quercia in questione è l’elemento che ha dato il nome al villaggio di Fairy Oak (notizia tratta da “Il segreto delle gemelle” di Elisabetta Gnone).
[2] La storia così raccontata è contenuta nel capitolo 1 de “Il segreto delle gemelle” di Elisabetta Gnone.







Note di Saeko:
Ed eccoci di nuovo qui, non so se questo capitolo possa risultare stimolante o meno. Non sto passando un bel momento, né a casa né a lavoro, per cui ho usato la revisione di questo capitolo come valvola di sfogo di un periodo nero. 
Accetto critiche, se avete qualche curiosità vi aspetto nella sezione recensioni; per questa sera non mi sento di aggiungere altro.
Se tutto va bene, ci vedremo domenica (se mai ci sia davvero qualcuno a leggermi).
Grazie per essere arrivati sino a qui.

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