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Autore: _Almach_    17/11/2019    4 recensioni
{WangXian - Au Mulan}
Yueling cade sotto l'attacco dei burattini d'ombra, il cui mandante risulta sconosciuto. L'Imperatore manda a chiamare i figli delle nobili famiglie dei Clan più importanti affinché vengano addestrati per sventare la comune minaccia.
Wei Wuxian è di umili origini, non può prendere parte alla spedizione, ma non può accettare che Jiang Cheng rischi la vita.
Riuscirà ad infiltrarsi al campo d'addestramento per tenere d'occhio il fratello adottivo?
Soprattutto... riuscirà a mantenere la sua identità celata senza farsi scoprire?
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Yunmeng

La notte che seguì la consegna della convocazione, fu per Wei Wuxian una delle più difficili da trascorrere degli ultimi anni. Non riusciva a prendere sonno in nessuna maniera e non faceva che girarsi in modo continuo nel letto, come in preda a incubi agitati ma da sveglio. Pensava alla questione dell’onore, alle parole di Madam Yu che lo avevano bruciato, ferito… umiliato. Per reazione portò la mano sinistra verso lo sterno, lì dove il tatuaggio sembrava quasi incandescente al tocco fresco delle sue dita. Non odiava le sue origini, non odiava i suoi genitori, semplicemente odiava le ingiustizie della nobiltà verso chi ritenevano di rango inferiore, utili solo a pulire le loro vesti. Eppure, Jiang Fengmian non era così: lo aveva trovato quando ormai non aveva più nessuno, accolto in casa sua, educato e addestrato come se fosse un figlio, senza mai farlo sentire sbagliato o fuori posto. Gli aveva perfino regalato una spada per permettergli di allenarsi ad armi pari insieme a Jiang Cheng, e aveva sviluppato un talento naturale nel destreggiarsi con essa, come fosse un prolungamento del suo stesso braccio. C’era dolcezza nella voce e nello sguardo dello Zio Jiang, poi arrivava la Signora Yu e non c’era altro che supponenza, arroganza e superiorità, un guardarlo dall'alto in basso come i peggio mendicanti di strada. Voci esterne affermavano perché assomigliasse troppo a sua madre, che in età giovanile aveva combattuto al fianco del nobile capo Setta Jiang, acquisendo la sua simpatia e forse qualche favore. Ma erano passati tanti, troppi, anni dalla sua scomparsa… poteva una singola persona portare un rancore del genere così a lungo?

Wei Wuxian sospirò in una maniera piuttosto pesante e, deciso a non pensare più a niente, si voltò in una nuova direzione sperando di riuscire a prendere sonno. I suoi occhi grigi incontrarono la schiena di Jiang Cheng a qualche metro di distanza. Lui, al contrario suo, dormiva in modo pacifico consapevole di dover partire l'indomani, al sorgere del sole. Inutile dire quanto fosse preoccupato per le sorti del fratello adottivo, unico componente di un nobile clan a partire. È vero che avevano ricevuto un addestramento nella nobile arte della spada, ma non erano assolutamente abituati alle situazioni stressanti di una battaglia vera e propria in cui si metteva a repentaglio la vita. Jiang Cheng perdeva facilmente la testa nelle situazioni estenuanti, la guerra non faceva proprio per lui. E se non avesse trovato un capitano abbastanza rigido da tenere sotto controllo questo suo lato? Se lo avesse mandato allo sbaraglio giusto per fare numero contro un nemico ignoto? No… Non riusciva a pensare al fratello in un contesto del genere e, ancora una volta, nacque in lui il desiderio di trovare un modo per partire lo stesso, infiltrarsi e tenerlo d'occhio, aiutarlo. Con un ulteriore sbuffo, Wei Wuxian scostò la coperta nera che aveva addosso e, con un rapido movimento del corpo, poggiò i piedi sul freddo pavimento alzandosi in piedi e, con delle lente falcate, si avvicinò al letto dove il fratello stava riposando. Non voleva disturbarlo, eppure sentì il bisogno di alzare di poco quella coperta color viola scuro che lo avvolgeva e sdraiarsi insieme a lui. Capitava spesso dormissero insieme quando erano più piccoli, poi crescendo avevano preso l’abitudine di riposare ognuno nel proprio letto, anche perché avevano acquisito ritmi del sonno diversi… Fino a quella sera. Wei Wuxian appoggiò la fronte contro la nuca del minore, mentre con un braccio avvolse la sua vita per tenerlo un po’ più stretto a sé. Jiang Cheng odorava di selvatico, della vegetazione che cresceva nei laghi limitrofi di Yunmeng in cui amavano nuotare allo scoccare di ogni primavera ed estate. Contrariamente a Wei Ying, si poteva dire che non aveva un sonno eccessivamente pesante e, si lasciò sfuggire un lieve gemito infastidito simile a un grugnito nel momento in cui sentì la presenza del maggiore addosso a lui.

 «Non sei più un bambino.»

 «Lo so.»

La voce di Wei Wuxian era un sussurro nella notte, uno stringere il braccio intorno alla vita del fratello per pura reazione.

 «Tornerò.»

 «Devi!»

Con un ulteriore sospiro, Jiang Cheng picchiettò con la mano il braccio del maggiore per fargli allentare quella presa che stava cominciando a divenire soffocante. Si voltò con un lento movimento dei fianchi, la fronte che si poggiò contro quella del fratello adottivo.

 «Dormi adesso.»

 «Va bene.»

Mormorò Wei Wuxian apparentemente sconfitto e sopraffatto da tutta quella situazione, ma ancora non riuscì a prendere sonno e gli dispiaceva interrompere anche quello del minore che aveva già chiuso gli occhi per tentare di riaddormentarsi. Non ce la fece, sentì il bisogno di parlare dopo una manciata di secondi scarsi.

 «Jiang Cheng…»

 «Eh…?»

 «Questa è la prima volta che gli eroi gemelli si separano.»

 «Ne sono consapevole, ma che ci posso fare io? Non è colpa mia se tu… oh insomma, smettila di preoccuparti! Questa guerra non sarà niente di che, mi vedrai tornare prima di quanto tu creda! E adesso vorrei dormire, Wei Wuxian, e dovresti farlo anche tu!»

Con uno sbuffo più forte del solito, Jiang Cheng chiuse gli occhi ma rimanendo con la fronte attaccata a quella del maggiore, non dandogli nemmeno il tempo di replicare alla sua ultima affermazione. Lui era così, quando voleva mettere fine a una discussione si chiudeva in se stesso e non voleva saperne più niente. A Wei Wuxian non restava che rassegnarsi, almeno temporaneamente, così chiuse gli occhi riuscendo a scivolare nel mondo dei sogni soltanto dopo un po' di tempo.
Quando Jiang Cheng partì lui rimase ad osservarlo da lontano rivolgendogli un semplice cenno con la mano e un lieve sorriso stentato. Era ancora nervoso per tutta questa storia, e non voleva avvicinarsi più del dovuto al resto della famiglia per rischiare una nuova discussione con Madam Yu che probabilmente non aspettava altro che ricordargli, ancora una volta, quale fosse il suo posto in una società strutturata come la loro. Attese giusto qualche minuto prima di ritirarsi verso la parte interna di Approdo del Loto e praticamente non si fece vedere per qualche oretta buona, fino all’ora di pranzo, per poi fare qualche comparsata sporadica nel pomeriggio per tenere compagnia alla sua Shijie e aiutarla in alcune sue faccende. Era evidente che Wei Wuxian non fosse tranquillo, stava decisamente pensando a cosa fare per aiutare suo Fratello e, probabilmente, la risposta l’aveva già interiorizzata ma gli serviva solo il giusto momento per concretizzare la cosa e quel momento arrivò al calar del sole.

Entrò nella stanza di Jiang Yanli consapevole del fatto che lei fosse ancora in cucina a sbrigare le ultime faccende a seguito della cena. Si avvicinò lentamente alla toeletta poggiando un piccolo rotolo di pergamena di fronte allo specchio. Una lettera con cui comunicava alla sorella adottiva la sua decisione di andarsene in modo da provare a fare di tutto per aiutare Jiang Cheng, e di perdonarlo per questa sua decisione improvvisa. Lasciando la camera di Yanli si sentì quasi un ingrato per quello che stava facendo, come se non fosse riconoscente di tutto quello che la nobile famiglia dei Jiang aveva fatto per lui nel corso di quei lunghi anni, ma d’altra parte aveva scelta? Sì, poteva stare al suo posto, seguire quello che era il suo status per via di quel tatuaggio che gli baciava la pelle come una sorta di monito, ma questo non avrebbe aiutato Jiang Cheng. O forse, era semplicemente un modo per dimostrare a se stesso il suo valore.

Lasciò velocemente Approdo del Loto e, con la sua spada, sparì velocemente nell’oscurità.
 
 

Yang

Viaggiare poteva essere un’impresa semplice quando si conoscevano le strade e si era abituati, ma per qualcuno come Wei Wuxian poteva rappresentare una delle sfide più difficili della sua intera esistenza. Non aveva mai lasciato Yunmeng e per quanto ne potesse sapere doveva semplicemente recarsi verso Nord, e poi? Per fortuna, oltre che sconsiderato, si poteva considerare anche molto accorto ed era per questo che era riuscito a rubare un rotolo, contenente una mappa, dalla stanza dello Zio Jiang, una stanza dove lui era solito stare per svolgere affari per lo più amministrativi. Aveva ricevuto un'istruzione, quindi sapeva leggerla anche se non in maniera eccezionale. Inoltre, non era abituato a viaggiare di sera e di conseguenza si ritrovò a utilizzare più potere spirituale del dovuto, cosa che gli causò una certa stanchezza a livello corporeo e anche mentale, ma nonostante quello non poteva permettersi di fermarsi e di riposare. Non ne aveva il tempo e, soprattutto, doveva avere un margine di ore in più per pensare a un piano per infiltrarsi. Ma andava bene così, non si aspettava di trovare una facile impresa sul suo cammino e d'altra parte erano quelle complesse a dare maggiore soddisfazione.

Quando si fermò era già metà mattinata. Si trovava a Yang, un piccolo paese che si trovava vicino a Liyang, la sua destinazione finale. Non poteva recarsi lì fin da subito, cosa sarebbe successo se avesse incontrato per sbaglio Jiang Cheng? Sicuramente lo avrebbe rispedito indietro rendendo vani gli sforzi fatti fino a quel momento. Decisamente no, non poteva permettersi di essere così poco accorto. Doveva pensare e doveva farlo bene. Contrariamente a Yunmeng, lì l'aria invernale si avvertiva con ancora più prepotenza, il cielo era grigio, quasi bianco, segno che poteva nevicare da un momento all'altro. Cominciò a sentire un certo brivido salirgli lungo la spina dorsale, probabilmente era il caso di recarsi in una locanda in modo da scaldarsi e riposare un po’, in fondo bisognava avere la mente lucida per poter pensare a qualcosa di sensato. Cominciò a incamminarsi ben consapevole del fatto che il paese in cui si trovava non fosse tanto grande, di conseguenza non ci avrebbe messo molto per trovare la locanda tanto desiderata. Complice la stanchezza delle ultime ore, Wei Wuxian non era tanto vigile e bastò svoltare un angolo di un vicolo senza porre la minima attenzione per andare a scontrarsi contro qualcuno. Wei Wuxian chiuse gli occhi di scatto compiendo qualche passo indietro, riaprendoli non appena sentì un tonfo e un gemito piuttosto sommesso. Non era nemmeno una botta troppo forte, con chi si era andato a scontrare? Abbassò lo sguardo e, se non fosse stato giusto per qualche differenza, avrebbe potuto dire che il giovane godeva di una certa somiglianza con lui. Le sue vesti erano di colore giallo con una peonia bianca ricamata sopra, come era una peonia il tatuaggio sul petto che da essa si riusciva a intravedere. I suoi contorni erano piuttosto arrossati, non sapeva se per il freddo o perché fosse fatto da poco tempo. I capelli di un castano scuro legati in una crocchia alta tramite un nastro rosso a prima vista non sembravano tanto lunghi; gli occhi erano di un bellissimo colore castano bronzeo e, al centro delle sopracciglia, svettava un piccolo marchio vermiglio. Conosceva mediamente il nobile clan Jin di Lanling, quindi non poteva che affermare, con certezza, che si trattasse di uno dei suoi componenti.

 «Ti sei fatto male?»

La voce di Wei Wuxian era colma di tranquillità mentre allungava la mano verso il ragazzo ancora a terra che, considerando il gesto di gentilezza nei suoi riguardi, non poté rifiutare di afferrarla ritornando in piedi.

 «Sto bene, ma dovresti stare più attento quando cammini. Ehm, scusami adesso dovrei andare.»

 «Tu non fai parte del clan di Lanling?»

 «Eh? Sì… Perché me lo stai chiedendo?»

 «Dovresti essere a Liyang. Perché sei qui?»

Wei Wuxian non aveva proprio peli sulla lingua, specialmente quando diventava curioso anche con chi non conosceva. Ma, giustamente, la sua domanda era sensata considerando il fatto che il suo interlocutore non avrebbe dovuto trovarsi proprio lì, con una faccia da chi stava progettando una fuga da un momento all’altro. E chi meglio di lui poteva capirlo considerando che aveva fatto lo stesso poche ore prima? Infatti, il giovane si lasciò sfuggire un sobbalzo prima di afferrare Wei Ying per un polso e trascinarlo in fondo al vicolo, lontani da possibili orecchie indiscrete. Yang era piccola, e non sapeva se lo stessero cercando oppure il suo allontanamento momentaneo era passato inosservato, come buona parte della sua stessa esistenza.

 «Prima di tutto: come sai che dovrei essere a Liyang? Sei per caso una spia al servizio del clan?»

 «Wow, avete davvero delle spie a Lanling? E comunque no. Lo so perché anche mio fratello è lì.»

 «Tuo fratello? Ma… Quindi non dovresti esserci anche tu?»

La domanda del suo ignoto interlocutore era abbastanza accurata e sensata e Wei Ying la accolse con un certo sospiro mentre si girava di poco per mostrare all’altro la schiena, portando la mano sul colletto della veste per abbassarlo quel tanto che bastava per mostrare il tatuaggio del loto a nove petali sulla scapola.

 «Mio fratello adottivo.»

 «Oh, capisco, quindi stai cercando… di infiltrarti?»

Ormai Wei Wuxian non aveva più niente da nascondere quindi si limitò semplicemente ad annuire, ma non si aspettava di ricevere una risata piuttosto cristallina da parte dell’altro, un qualcosa che gli fece assumere un’espressione piuttosto perplessa.

 «Oddio, scusa scusa. Vieni con me.»

Wei Wuxian sentì nuovamente una stretta leggera sul suo polso, e si ritrovò a seguire il giovane appartenente a Lanling senza fare alcuna domanda, trovandosi nei pressi dell’unica locanda del paesino. Era piuttosto vicina, se non avesse avuto quello scontro non ci avrebbe messo niente a trovarla da sola. Il giovane non aveva ancora intenzione di mollarlo e girò di poco il capo per rivolgergli un sorriso leggero. Entrambi entrarono nell’alberghetto e il proprietario rivolse loro un breve cenno del volto, senza dire loro niente, probabilmente il ragazzo vestito d’oro stava già alloggiando in una delle camere ed è per quello non si era lasciato andare a nessuna consuetudine. Wei Wuxian venne indirizzato al piano superiore, verso una camera situata in fondo al corridoio, che era anche quella più isolata di tutte. A quanto pareva il suo interlocutore era una persona che amava molto la privacy o gli ambienti tranquilli in generale. La stanza non era molto grande, ma due persone ci potevano stare senza alcun problema.

 «Perché mi hai portato qui?»

 «Oh, non pensare male, non ho brutte intenzioni con te. Solo parlare ma prima… Come ti chiami?»

 «Se lo dici tu. Mi chiamo Wei Wuxian, e tu?»

 «Io sono Mo… Jin Xuanyu.»

 «Non mi sembri molto a tuo agio col tuo cognome, mi sbaglio?»

A quella domanda Xuanyu non poté fare a meno di irrigidirsi in modo visibile. Era vero, non si trovava molto a suo agio con quella sua nuova identità. Sentì che poteva fidarsi di Wei Wuxian, per quel motivo cominciò a spiegargli che lui non era figlio della moglie del nobile capo clan ma di una delle sue tanti amanti di una notte, e come lui anche un altro dei suoi fratellastri. Era cresciuto lontano dalla residenza principale, e aveva ricevuto una educazione basilare da cultore senza approfondire molto le sei arti, per questo il suo nucleo d’oro era formato ma non così tanto potente. Poi un giorno, Jin Guangshan si era ricordato di avere altri due figli e li aveva presi sotto la sua protettiva, facendo sì che abbandonassero i vecchi cognomi per acquisire il suo con tanto di tatuaggio per iniziarli alla vita di uno dei Clan più ricchi e potenti della Cina.
Tutto ciò avvenne qualche giorno prima dell’attacco dei burattini d’ombra ai danni di Yueling. Era come se Jin Guangshan lo avesse in qualche modo predetto, perché non aveva esitato a incaricare i suoi figli di prendere parte a quella spedizione. Ma Xuanyu, mentre si stava preparando, aveva sentito per caso una conversazione del padre con qualcun altro: stava esponendo la sua tesi per cui più figli avrebbe mandato, più meriti avrebbero portato al Clan di Lanling, un modo come un altro per arricchire tasche già colme di loro. Wei Wuxian ascoltò tutto quello senza dire una parola, semplicemente in modo impietrito, non poteva credere che esistesse un padre del genere… E non poté che pensare immediatamente alla sua Shijie. In che genere di Clan si stava andando a sposare? Paragonato a lui la Signora Yu poteva considerarsi una sorta di santa, in fondo non lo aveva tatuato a forza per mandarlo in guerra e avere salvo il figlio prediletto.

 «Capisci, Wei Wuxian? Noi non siamo importanti a livello affettivo per lui. Io non voglio prendere parte a questa cosa, non ho mai preso una spada in vita mia fino a qualche giorno fa. Non voglio morire!»

 «Ascolta… e se prendessi il tuo posto?»

 «Che cosa!?»

 «Hai capito bene. Se tu sei d’accordo sono disposto a prendere il tuo posto. Tu vuoi vivere, e io voglio infiltrarmi per tenere d’occhio mio fratello e aiutarlo a sopravvivere. Siamo anche simili fisicamente, potrebbe non essere un grosso problema.»

Mo Xuanyu ascoltò ogni parola in un modo quasi ammirato. Era incredibile il modo in cui Wei Wuxian si volesse spingere, andando contro il suo essere un servo, per il bene che provava nei confronti del fratello adottivo. Jiang Cheng doveva essere davvero fortunato ad averlo al suo fianco, d’altra parte anche lui avrebbe sempre voluto al suo fianco qualcuno capace di un simile gesto. Ci pensò su qualche istante e infine annuì, sperando che Wei Ying avesse capito come comportarsi come lui in quel breve tempo insieme.

 «Ti ringrazio enormemente Xuanyu, per me significa veramente tanto quello che hai accettato di fare.»

 «So che lo stai facendo per una giusta causa. Te la dono volentieri la mia identità.»

Asserì Mo Xuanyu rivolgendogli un dolce sorriso, mentre portava la mano destra a stringere l’estremità del nastro rosso che gli teneva legati i capelli e se li scioglieva facendoli ricadere lungo le spalle. Erano decisamente molto più corti rispetto a quelli di Wei Wuxian, ma almeno il colore era esattamente quello. Wei Ying prese un lungo respiro, facendo anche lui la medesima cosa e radunando la sua chioma scuro in una sorta di coda laterale, fece scivolare Suibian dal suo fodero, e bastò un taglio netto per vedere una cascata di ciocche disperdersi sul pavimento. Afferrò delicatamente il nastro che Xuanyu aveva fatto scivolare sul tavolo e si legò i capelli nella sua stessa acconciatura. Utilizzando un incantesimo rese diverso il colore dei suoi occhi, e cambiò il colore della sua spada per renderla simile a quella del ragazzo e, infine, si scambiarono gli abiti.

Nell’osservarsi allo specchio, Wei Wuxian non poté che ritenersi più soddisfatto di così. Girandosi, vide Mo Xuanyu porgergli la lettera di convocazione che gli sarebbe servita per accedere al campo. Wei Ying prese un lungo respiro e, con mani tremanti, si ritrovò a prendere quel rotolo in mano mentre un sorriso sincero e di ringraziamento veniva donato all’amico.

Era fatta, ora gli bastava aspettare l’indomani e sperare che tutto andasse bene. Doveva andare bene.






Angolo Autrice:

*prende un lungo respiro* santo cielo che parto questo capitolo. Provo un odio e amore nei suoi confronti e sapete perchè? Ci sono troppi, e dico troppi, dialoghi. Io non so da quando ho cominciato a sviluppare questo genere di avversione nei loro riguardi, forse perchè mi piace più andare di descrizione e di introspezione (forse per questo è uscito così lungo...) ma va bene, è un capitolo importante questo e ci dovevano essere.
Wei Ying ha fatto la sua mossa u.u è partito senza una idea e si è ritrovato davanti Mo Xuanyu con il quale ha stretto questa specie di patto. Eh, questa io la chiamo fortuna sfacciata.
Piuttosto, non so se sono riuscita a rendere Mo Xuanyu in maniera decente, è la prima volta che scrivo di lui e ho voluto evitare i suoi "attacchi di pazzia"
Riuscirà Wei Ying ad entrare nella sua parte e non farsi scoprire? Lo scopriremo dai prossimi capitoli u.u
Io intanto mi sento di ringraziare ancora una volta la mia Wei Ying (Lilith), la quale mi ha sopportato, mi ha spronato a scrivere e si è messa a fare ricerche insieme a me. Insomma, se non ci fosse bisognerebbe inventarla <3
E niente, io spero che questo aggiornamento sia stato di vostro gradimento <3 alla prossima ;)
   
 
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