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Autore: Aqua Keta    01/12/2019    6 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La taverna brulicava di gente.
Oscar e André entrarono nel locale.
Da un tavolo laterale quasi nascosto su un lato del bancone Alain li intravvide e agitò le braccia per farsi notare.
“Ciao Alain!”- lei allungò la mano.
“Comandante”- rispose con una stretta calorosa.
Sorrise –“ Non credi sia il caso di smetterla con questo appellativo?”
“Voi siete stato e sarete sempre il nostro comandante”- esclamò dando la solita pacca sulle spalle ad André –“ Ciao amico!”
“Ma gli altri?” – si guardò  in giro ed in mezzo alla confusione incrociò  gli occhi di Leah.
Lei lo fissò dal capo opposto del locale. Un sorriso ed un leggero cenno con la mano.
Lui rispose a quel gesto con un briciolo di disagio, ma del resto era scontato che si sarebbero incontrati.
Finalmente fece il suo ingresso Bernard accompagnato dal curato Du Mont, Pierre e due nuovi soggetti.
“Ragazzi, buona sera”- salutò  il gruppo –“ Vorrei presentarvi Jean Paul Marat, giornalista e medico e l’ufficiale Napoleone Bonaparte”
Oscar spalancò gli occhi stringendo la mano a quest’ultimo -“ Io vi conosco, ci siamo incontrati alla Regia Scuola Militare..”
“Ricordate bene Comandante”- gli occhi scuri e fieri di un giovane soldato ventenne già noto per capacità strategico-militari.
“Non sono più Comandante”- sottolineò.
“Sono al corrente di questo,  ma credetemi che con la presa della Bastiglia voi e i vostri ex soldati siete divenuti molto famosi”
“Non scherzate, io ho appoggiato semplicemente una giusta causa”
“Nessuno lo mette in dubbio…ma chiedete ai colleghi presenti e vi confermeranno le mie parole”
“Dopo la caduta della fortezza molti della folla hanno continuato a ricordarsi di voi e personalmente sono molto felice di fare finalmente la vostra conoscenza.” – osservò Marat -“Avete per caso letto il mio articolo dopo l’accaduto?  Vi ho citato tra le righe…”
Oscar abbassò lo sguardo  –“Vi prego. ..non c’è bisogno di tutti questi elogi….comunque siamo qui per ben altri motivi”
Jean Paul annuì e cominciò ad illustrare il suo pensiero –“Il popolo deve assolutamente essere unito. Deve saper vigilare sull’operato dei ministri. Il loro obiettivo è lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, il loro mezzo la guerra civile. C’è assoluta necessità di mantenere la calma”.
“Marat…l’unità sicuramente ma al momento il vero problema è  la sicurezza. Se nei centri urbani i cittadini continuano ad armarsi, in provincia i contadini hanno cominciato ad assaltare i castelli dei nobili saccheggiandoli o addirittura bruciandoli. ..con lo scopo di distruggere i documenti attestanti i diritti feudali…”- sottolineò Bernard.
Oscar pensò subito ad Arras…non era un castello e i Jarjayes non avevano terreni circostanti comunque fortuna volle che suo padre fosse riuscito a vendere la tenuta prima di partire per la Bretagna.
“…e questo è  appunto uno degli argomenti che verranno discussi prossimamente dall’Assemblea Nazionale…devono essere aboliti con tutti i privilegi in generale “- precisò Marat –“altro punto è  quello della stesura di una sorta di carta dei diritti dell’uomo. …le prime basi sono già state scritte…”
Esposta la situazione del momento, le idee ed i programmi Bonaparte si rivolse ad Oscar –“Avete fatto scelte giuste…vedrete…questa rivoluzione porterà ad uno dei periodi più bui della storia , ma alla fine la Francia tornerà  ad essere un grande paese… ve lo dice uno che nonostante tutto la detesta!”
Lei rimase come scioccata. 
“Siete stupita vero? Personalmente ora come ora mi interessa solo l’indipendenza della Corsica…il mio vero paese. Ho ottenuto una lunga licenza. Questo mi permetterà di tornare a casa….al sicuro. Qui nemmeno i militari sono immuni dalla ferocia dei rivoltosi…soprattutto quelli che servono o hanno servito la monarchia….a meno che non abbiano abbandonato come voi”
“Per quale motivo allora vi siete arruolato? Qual è il senso del vostro incredibile percorso militare?”
“L’ambizione”- rispose – “vedrete Oscar vedrete…”- le sorrise con malizia –“Ditemi…non vi manca l’uniforme?”
Rimase in silenzio. Non si aspettava una domanda del genere . 
Le tornò in mente quando dopo la delusione di Fersen aveva deciso di scegliere di vivere come un uomo urlando ad André  di voler andare sui campi di battaglia imbracciando un fucile.
Quei giorni erano oramai lontani. 
Volse lo sguardo verso di lui : quanto era bello! Non, nessun rimpianto…aveva scelto!
“La strada del mio destino è un’altra…ma questo non mi impedirà di sostenere comunque questo vento di cambiamento in atto anche se in altro modo”.
“Siete una gran donna!”- osservò. 
Donna….si…quello voleva essere, una donna libera di amare il suo André  senza ostacoli, aveva dovuto rinunciare a troppo…ora sperava che la vita le avrebbe finalmente regalato quella felicità tanto sofferta.
“Signori…direi che sia giunta l’ora di un buon bicchiere! - propose Alain.
“Era ora!”- sbottò  Du Mont lisciandosi la barba –“Sono venuto per bere non solo per le chiacchiere”
Il gruppo esplose in una fragorosa risata.
“Du Bois...otto boccali!”- gli gridò Alain.
André  si aspettò che fosse Leah a servire al tavolo, invece con  un gran vassoio si presentò proprio lui.
“Alla Francia, ai Francesi!”- invitò a brindare Pierre.
“Ad una grande Francia !”- precisò  Bonaparte.
A brindisi ultimato Oscar prese la parola –“ …amici, a malincuore devo comunicarvi che per un po’ di tempo non potrò affiancarvi. ..”- fece un lungo respiro –“ ..per problemi di salute devo ritirarmi per qualche mese…fino a quando quello che vuole distruggermi non soccomba a quel poco che la medicina può fare,  ad aria pulita,  tranquillità. ..e ad una gran forza di lottare per combatterlo”
Marat essendo medico comprese al volo –“ A che stadio siete?”
Senza turbamenti rispose –“ Iniziale, così mi è stato diagnosticato ”
Il gruppo si rese conto di cosa si trattasse solo dopo quest’affermazione.
“Vi consiglio comunque di farvi vedere da qualcuno con buone conoscenze in merito…potrebbe essere anche altro…se vorrete potrò indicarvi un paio di amici studiosi delle malattie dell’apparato respiratorio”
“Vi ringrazio ma…ha già  provveduto mia sorella. …nel caso vi farò sapere”- lo assicurò.
“Eventualmente chiedete a Bernard. ..saprà come rintracciarmi”
“Oscar…mi spiace molto”- Alain  era profondamente commosso.
“Ce la farò Alain…e André mi aiuterà! “- lo guardò piena di dolcezza ma con tanta determinazione –“ Ne verrò fuori!”
“Così mi piacete. ..io conosco solo la Oscar combattiva! “
Si trattennero ancora discutendo sui programmi e sulle strategie da mettere in atto nei giorni a venire fino a quando il locale cominciò a vuotarsi. 
Durante tutta la serata Leah non osò mai avvicinarsi al tavolo. 
“Comandante Oscar abbiate cura di voi. ..nella futura Francia ci sarà bisogno di gente valorosa e fiera come voi!”- Bonaparte le allungò la mano.
“Voi avrete un grande futuro”- ricambiò la stretta –“ il vostro orgoglio e la vostra intraprendenza vi porteranno lontano. Non so se ci rivedremo ancora…ma sono certa che sentirò ancora parlare di voi”
Rimase a guardare quel giovane che con Marat lasciava la taverna poi riprese le chiacchiere con gli altri mentre Alain, con la scusa di andare a riempire nuovamente il boccale prese da parte André. 
“Guarda che non si è mai avvicinata …non credi sia il caso di parlarle ?”
Provò imbarazzo per non averla considerata per tutto il tempo che si erano trattenuti.
Si guardò attorno e la vide in un angolo quasi nascosta dietro il bancone che asciugava dei bicchieri.
Doveva parlarle anche se c’era Oscar.
Si accostò e non appena la vide riporre un boccale l’afferrò per la mano e la condusse lontano da occhi indiscreti.
Sorrise cercando di nascondere la sofferenza che provava e gli scompigliò I capelli.
“Buonasera bel moretto “
Le accarezzò il viso e l’abbracciò.
Si strinse forte al suo petto lasciandosi andare alle lacrime. 
La sentì singhiozzare in silenzio –“ Leah…perdonami per il male che ti sto facendo”
Sollevò lo sguardo e posandogli una mano sulla bocca –“ …ti prego, non dire nulla “- cercò di prendersi tutto quello che c’era in quell’abbracciò perché sapeva che sarebbe stato l’ultimo. 
Avrebbe voluto assaporare ancora i suoi baci, teneri e pieni di passione. ..ma ora lui era definitivamente di un’altra.
Un lungo respiro per farsi forza –“Non potevi avere donna più bella”- mormorò riferendosi ad Oscar-“ è veramente stupenda”. Riuscì a guardarlo nuovamente negli occhi –“ Non devi chiedermi perdono per nulla. ..ne avevamo già  discusso…i nostri destini devono seguire strade differenti…”
Dentro frenò il desiderio di baciarla per l’ultima volta: non poteva. ..Ora c’era Oscar!”
Improvvisamente qualcuno bussò sulla parete di legno –“ …scusate…” – apparve Alain.
Lei si asciugò le lacrime. Si sciolsero da quell’ultima stretta quasi contro voglia. 
“Ti presento Alain”- le disse –“ è  l’amico di cui ti parlavo “
Accennò ad un timido sorriso mentre Alain un po’ impacciato si portò una mano dietro la testa –“ …salve!”
Le venne da ridere sotto i baffi –“ Quant’è buffo”- pensò.
Oscar nel frattempo rimase sola con Bernard  a chiacchierare della prossima partenza con loro di Rosalie .
“Sono contento sia con voi durante il mio soggiorno a Londra”
“Posso essere indiscreta e chiedere per cosa?”
“Giornalismo….mi hanno chiamato per scrivere alcuni articoli su quello che succede in Francia”- terminò l’ultimo sorso di vino –“…beh…io mi avvierei verso casa. Grazie di tutto Oscar…anche per Rosalie”
Sorrise.
Appena se ne fu andato si accorse di André e Alain che confabulavano seminascosti. Non volle disturbarli e rimase ad attenderli seduta ripensando agli argomenti discussi durante la sera –“ la Francia diventerà un grande paese “- non  si sarebbe dimenticata tanto facilmente di quel Bonaparte.
Finalmente i due tornarono al tavolo.
“ Certo che voi due messi assieme siete proprio una coppia da ridere”
“Cose da maschi”- tergiversò’ Alain –“ Comunque…André mi ha detto…e vorrei farvi le mie congratulazioni”
Entrambi provarono un po’ di imbarazzo.
“ Grazie, sei un vero amico”- Oscar si emozionò a quelle parole.
Lui le strinse la mano –“ Spero di rivedervi presto…e soprattutto che torniate più forte come il Comandante al quale ho avuto l’ onore di obbedire”- e fece il saluto militare.
“Lo farò, è una promessa ”
Uscendo André si volse cercando per l’ultima volta gli occhi di Leah, con un cenno la salutò e nel suo labiale lesse –“ Addio”.
Percorsero qualche metro –“ Accidenti!” – esclamò Oscar.
“Che ti prende ? “- le chiese.
“Ho lasciato una busta sul tavolo che Bernard mi ha pregato di consegnare stasera a Rosalie”- e tornò velocemente indietro –“ Ci metto un attimo”
Fece una corsa fino alla taverna.
Leah stava chiudendo la porta.
“Scusate” – le disse “- ho dimenticato qualcosa”.
La giovane rimase immobile. Non si aspettava di trovarsela di fronte –“ Prego”- la fece entrare.
Oscar recuperò la busta ed uscì.
“Grazie”- fece per allontanarsi quando :
 “Siete una donna fortunata”
Si volse di scatto, lo sguardo incredulo. La fissò senza fiatare.
Con gli occhi lucidi Leah ebbe la forza di sorridere –“ …amatelo oltre ogni limite…”
Il sangue le si gelò nelle vene : ecco…la sua rivale…ferma che la fissava. La fatidica donna, il cosiddetto “terzo incomodo” come l’aveva definita Beatrice, la donna che si era stretta fra le braccia di André, che sicuramente aveva accarezzato nel buio dopo baci appassionati …e forse…no, lui le aveva garantito che non si fossero concessi l’una all’altro…eppure vederla ora le bruciava terribilmente.
I rossi e lunghi capelli ricci, la carnagione color latte, una distesa di lentiggini.
Se fosse stato un uomo e se li avesse avuti lo avrebbe schiaffeggiato con i guanti….
Strinse rabbiosamente i pugni –“ Vedete di stargli lontana”- la freddò.
Voltate le spalle tornò in dietro.
Leah richiuse la porta. ..come se stesse chiudendo l’ennesimo capitolo della sua vita e sedutasi scoppiò in lacrime.
“Ehi…ci hai messo tanto!” – esclamò André. 
Lei non gli rivolse mezzo sguardo. Gli sfilò con uno strappo le briglie di Cesar dalle mani .
“Che ti piglia?”
“Complimenti “- il tono era alquanto sarcastico.
Lui non comprese.
“…tra di noi è nata subito una strana alchimia!”- era furiosa
Si erano viste.
“Non mi sembra il luogo e il momento per discutere sull’argomento “
“Fossi in te tacerei….”- montò su Cesar.
“Aspetta Oscar!”
Si volse, lo fulminò con lo sguardo e se ne andò.
Rimase solo sulla strada.
“Ti sei proprio cacciato in un bel guaio”- disse tra sé.
Oscar giunta a casa salì nervosissima in camera sua quasi sbattendo la porta.
André la raggiunse poco dopo : era necessario chiarire!
Entrò senza nemmeno bussare.
“Esci da questa stanza”- lo intimò. 
“Non ci penso lontanamente…dobbiamo parlare!”
“…e di cosa? Di quella specie di sciacquetta che hai stretto tra le braccia. ..e poi…chissà cosa ci avrai fatto…una donna da taverna..”
“..Leah è una bravissima ragazza!”
“…ah…bene, almeno adesso conosciamo anche il nome! “
“Smettila Oscar!”
“…pazzesco…te la fai con una donna capace di andare con il primo stupido sciocco per soddisfare i propri istinti ….!”
André montò su tutte le furie e le si avvicinò con fare minaccioso tanto da incuterle paura...alzò la mano per schiaffeggiarla  …poi la richiuse a pugno e fece ricadere il braccio cercando di placare la rabbia.
”…e adesso? …adesso cosa vorresti fare? Vorresti pure picchiarmi? ….Siete ripugnanti ! “
“Piantala Oscar!”
“Altrimenti?... vuoi alzare nuovamente le mani su di me?”
Gli andò con un dito sotto il naso –“ Non ti permettere mai più  di darmi dello stupido sciocco che va con donne di dubbi costumi…e non puoi parlare di lei senza nemmeno conoscerla!”
“Continuiamo pure a difenderla…io quello che so è che sei stato con lei…E ripeto, chissà cosa ci hai fatto! “
“Forse dovresti domandare a te stessa dov’eri quando mi tormentavo per essere stato respinto, quando la notte invece di dormire mi ubriacavo, quando ti mostravo un gesto d’amore e tu nemmeno te ne accorgevi o facevi finta , quando pareva quasi provassi disgusto nel vedermi”
Questa volta non riuscì a trovare le parole giuste per controbattere.
“Non sei altro che una sciocca, viziata, arrogante femminuccia gelosa!”
Avvampò di rabbia e cercò di colpirlo ma André l’afferrò per i polsi.
“Lasciami subito andare!”- gridò.
“Sai che c’è? “- la tenne saldamente bloccata mentre lei dimenandosi per liberarsi indietreggiò fino a ricadere col peso di lui sul letto –“ C’è che ci vorrebbe qualcuno che ti desse proprio una bella lezione! “
Era immobile: il corpo possente di lui le impediva di muoversi.
Il volto di André di fronte a lei, quegli occhi incredibilmente verdi, brillanti non la stavano guardando con rabbia ma con infinito amore. Voltò la testa su un lato.
“Ehi..!”
Tornò a fissarlo. Non aveva via di scampo.
La calda bocca di lui si avvicinò all’orecchio -“sciocca bambina gelosa”- le sussurrò. 
Poi cominciò a scendere sulla guancia, lungo il collo fino a quando fu sulle sue labbra.
La lingua si fece strada dolcemente in lei cercandola con passione.
Non seppe resistergli. 
Ebbe come la sensazione di perdere i sensi quando dopo essere riuscito ad allentarle le fasce i suoi baci le oltrepassarono scendendo sul seno.
Poi a quei baci si sostituì la punta della lingua e Oscar gemette.
Si sollevò su di lei . 
Gli occhi chiusi, la bocca semiaperta,  l’ansimare di piacere.
Vide la sua donna infiammata dal desiderio e sorrise.
Lei tornò alla realtà come svegliandosi da un sogno.
“Hai ancora il coraggio di darmi dello stupido sciocco?”
Comprese di aver sbagliato.
“Oscar vorrei che capissi che ti amo, che per me sei sempre e solo esistita tu. Dimmi…cos’avrei dovuto fare secondo te quando mi resi conto che eri perdutamente innamorata di Fersen? E quando tuo padre pensò di darti in moglie a Girodelle? Non credi che se non mi fosse importato nulla di te avrei potuto tranquillamente scegliere lei?”
Abbassò lo sguardo piena di vergogna.
Il comportamento tenuto con Leah non era stato decisamente degno di una come lei.
“Perdonami…”- la gelosia…un sentimento da lei mai provato prima….di una donna innamorata persa.
Le sfilò la camicia dai pantaloni facendola  scorrere  verso l’alto per toglierla. Con le mani sciolse definitivamente le bende. Rimase come in adorazione di fronte ai seni tondi e rosei. Ne accarezzò la morbidezza poi furono la labbra a sfiorarli ripetutamente. 
Oscar gli infilò le dita tra I capelli stingendoli forte –“ …André. …vorrei essere tua fino in fondo…”
Tolse la camicia e slacciò i pantaloni e li fece scivolare a terra. 
La perfezione, un corpo magnificamente scolpito in ogni dettaglio. Si avvicinò a lei. 
Lo aveva sognato così. ..
Anche i pantaloni di Oscar finirono a terra.
Lentamente fu su di lei che ne percepì tutta l’eccitazione. Arrossì leggermente.
Non smetteva di fissarla.
“Oscar, Oscar….tutto bene?”- Beatrice bussò alla porta.
Tappò la bocca di lui con una mano.
“….si Beatrice…tutto bene”
“Scusa, mi pareva stessi discutendo animatamente con André.”
Premette la mano – “ …no, è  tornato in camera sua. Si, discutevamo. ..ma è già andato via..”- gli fece cenno di non fiatare.
“…sicura che vada tutto  bene?”
Lui le tolse la mano e cominciò a stuzzicarla: le piacque vederla mentire spudoratamente alquanto imbarazzata.
“Smettila”- gli sussurrò.
Ma lui continuò a tormentarla. 
“…si, si, tranquilla…siamo rientrati tardi… starà già  dormendo”
La situazione diventava particolarmente eccitante.
Scese lungo il  ventre e dopo averle divaricato un po’  le gambe iniziò con la lingua a solleticare la sua femminilità.
Nonostante un senso di imbarazzo riversò il capo all’indietro sconvolta dal piacere ed inarcò la schiena lasciandosi sfuggire un gridolino.
Beatrice rimase ad ascoltare dietro la porta. Le pareva un po’ strano quel silenzio.
Oscar cercò  di controllare la voce perché non lasciasse trasparire emozioni –“ Tranquilla. ..torna a dormire, ci vediamo domani”.
Attese qualche secondo –“ Buonanotte”- si allontanò nonostante non fosse convinta. 
“…Comandante…da quando è diventata così brava a dire il falso?”- piegò un gomito e appoggiò la testa sulla mano passandole un dito sulle labbra. 
“Grandier, non si permetta mai più di torturarmi in maniera così sfacciata”- lo guardò con infinita dolcezza sorridendo.
Fece un lungo sospiro –“ Credo che riuscire ad avere un momento tutto nostro nella tua camera sia decisamente impossibile” – si coricò al suo fianco.
“Decisamente” – si appoggiò sul suo petto accarezzando. 
Rimasero così in silenzio. 
Poi sedette sul letto e si rivestì –“ Ci pensi che domani è l’ultimo giorno qui?”
Si coprì il seno  con il lenzuolo –“ Quasi non mi sembra vero”
Chinato si su di lei la baciò teneramente –“ Cerca di riposare”.
“Buona notte Grandier!”
André lentamente chiuse la porta quando un sonoro ceffone lo sorprese improvvisamente facendolo barcollare.
“Che cosa facevi in camera di Oscar?”
   
 
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