Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: dreamlikeview    08/12/2019    3 recensioni
[1/3 di "What if we had been friends?"]
Lord Voldemort ha un piano infallibile per sconfiggere Harry Potter una volta per tutte e quando chiede a Draco Malfoy di avvicinarsi al prescelto, crede di avere la vittoria in pugno, ma non ha fatto i conti con una magia che lui non conosce, né mai conoscerà: l'amore.
Una storia in cui uno scherzo del destino può cambiare completamente due vite, può spingere due persone a conoscersi e a scoprirsi davvero, può permettere ad imprevedibili e improbabili amicizie di nascere, mettendo le basi per un qualcosa che è destinato a durare per sempre.
Fiducia, amicizia, amore sono le parole chiave.
[Drarry, con accenni ad altre coppie, long-fic]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'What if we had been friends?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, meritavano di meglio, quindi ho deciso di dargli io ciò che meritavano; ma non ci guadagno nulla da tutto ciò, niente è finalizzato ad offendere qualcuno (solo a dare loro il finale che piace a me :D) e io ci perdo solo la faccia con queste cose.

Avviso: I personaggi tendono ad essere OOC (soprattutto Draco con l’andare avanti della storia, perché subisce un cambiamento radicale) tutti loro sono basati sui miei headcanon!

Nota bene: La storia parte dal sesto anno, tenendo conto di alcuni avvenimenti accaduti fino al quinto, in seguito proseguirà con alcuni riferimenti al settimo libro, tuttavia gli avvenimenti sono anacronistici rispetto ai libri.

Enjoy the show!


______________________________

 

Twist of Fate

14. Truth be told.




«Vuoi entrare a Hogwarts» fece Draco, guardando il suo ragazzo con uno sguardo più che preoccupato. Erano stati settimane a pianificare, discutere e valutare un modo adatto per introdursi a Hogwarts e lui aveva scartato tutte le opzioni perché non erano fattibili, li avrebbero beccati e non sarebbero riusciti a superare il portone principale; adesso Harry si era messo in testa di entrare lo stesso, per anticipare le mosse di Voldemort. Non ragionava bene da quando aveva scoperto che il mago oscuro sapeva che la bacchetta di Silente appartenesse a Draco.
«Sì» rispose Harry prontamente.
«Stanotte» incalzò Draco, per sottolineare l’assurdità delle parole del suo ragazzo.
«Sì» affermò di nuovo il prescelto con sicurezza. Non si sarebbe fatto scoraggiare dai suoi amici e dal suo fidanzato che si opponevano, dovevano recuperare quel dannato horcrux, prima che Voldemort catturasse Draco per prendersi la sua bacchetta. Non gli avrebbe permesso di ucciderlo, si sarebbe fatto uccidere piuttosto.
«E come hai intenzione di farlo, genio?» chiese Draco «La scuola pullula di mangiamorte, ci troverebbero subito, non appena avremmo varcato i confini!» esclamò «Hai presente chi è il preside? Piton!»
«Hai un’idea migliore?» chiese esasperato il moro guardandolo «Avanti, se hai un’idea migliore seguiremo la tua».
«No» dovette ammettere lui, anche se la cosa non gli piaceva per niente.
«Allora si fa come dico io».
«Harry» lo chiamò il Serpeverde con un tono rassegnato «Ti prego, rifletti. Non possiamo essere avventati. Siamo a buon punto, siamo riusciti a distruggere due horcrux, ne mancano solo due, ti prego. Ragiona, non facciamo cose azzardate adesso».
«Non facciamo nessuna cosa azzardata. Se aspettiamo ancora ti troveranno, dobbiamo anticiparli».
«Non c’è verso di farti cambiare idea, vero?»
«No» rispose il moro; si avvicinò a lui e gli mise le braccia attorno al collo «Non posso permettere che ti facciano del male, okay? Non posso permettere che ti trovino. E sappiamo dove andare, se abbiamo fortuna, i nostri amici saranno lì e ci aiuteranno» affermò «Lo so, sono stato io a bocciare ogni piano per entrare nel castello, ma, Draco, dobbiamo sorprenderli. Non si aspettano che andremo lì» disse «Se tuo padre sta davvero pensando di cercarti per consegnarti, lo sai che ci troverà» disse il ragazzo «Lo sai. Lo conosci meglio di me e dentro di te sai che anticiparli è l’unica scelta che abbiamo».
Il biondo sospirò e appoggiò le mani sui suoi fianchi, annuendo «Hai ragione, ma è un suicidio».
«Lo so, ma anche restare qui lo è».
Draco si ritrovò costretto ad annuire, Harry aveva ragione: conosceva bene suo padre, sarebbe riuscito a trovarli anche con le protezioni, quindi prese un profondo sospiro e scambiò un’occhiata anche con gli altri due, che annuirono. Così si convinse anche lui e tirò fuori di nuovo la mappa che indicava gli horcrux. Ignorò quel disegno a forma di saetta, sotto cui leggeva il nome della foresta in cui erano e indicò l’horcrux presente a Hogwarts. Era lì che dovevano andare, era lì che dovevano distruggere uno degli ultimi horcrux in circolazione.
«D’accordo allora, quello che cerchiamo è… una specie di corona» disse, osservando l’immagine che la mappa gli offriva «Non è molto grande».
«D’accordo, una specie di corona, non troppo grande» ripeté Harry, guardando anche lui il punto che Draco indicava. Hermione lanciò uno sguardo al punto che il biondo cercava di nascondere senza troppo successo, ma non disse niente. Draco sperò che lei non avesse capito ciò che lui sospettava da qualche tempo. Sospirò, poi passarono il resto del tempo a pianificare il loro arrivo nella scuola, come aveva detto Harry, sarebbero passati per il passaggio di Mielandia e sarebbero entrati quando tutti sarebbero stati a dormire, ci sarebbero state meno probabilità di incontrare persone ostili. Tutto era deciso, sarebbero entrati a Hogwarts quella notte.
«Dray» lo chiamò piano, Draco si irrigidì, Harry non lo chiamava mai in quel modo, solo in casi eccezionali e quello forse lo era. Il biondo ebbe paura di chiedergli il motivo di quel nomignolo in quel momento.
«Dimmi» ribatté mentre infilava la mappa nella tasca «Dobbiamo andare, no?»
«Lo so» disse, poi lo abbracciò forte, nascondendo il viso contro la sua spalla «So che ti sto chiedendo tanto, e… mi dispiace. Vorrei tenerti al sicuro tutto il tempo».
«Non dire fesserie, Potter» disse il biondo, stringendolo a sua volta «Ho votato la mia vita al pericolo, quando sono passato dalla parte dei buoni. E non me ne pento, okay?»
«Okay» mormorò il moro «Avevo solo bisogno di sentirtelo dire».
«Sei un idiota» borbottò l’altro «Forse è proprio per questo che mi piaci tanto» disse con un sorriso. Poi si separarono, Draco non si accorse, che nell’istante in cui lo aveva abbracciato, Harry aveva fatto scivolare nella sua tasca il ciondolo che lui gli aveva regalato a Natale. Serviva più a Draco che a lui in quel momento.
«Ripetimelo quando tutto questo sarà finito e ti porterò fuori a cena» scherzò Harry, scostandosi da lui. L’amuleto funzionava, Harry lo aveva provato su se stesso, quindi avrebbe funzionato anche con lui. Con Draco al sicuro, lui era più tranquillo, meno preoccupato. Se il biondo era al sicuro, Harry poteva affrontare qualunque cosa sarebbe accaduta a Hogwarts, ignorava ancora quale sarebbe stato il suo fato, alla fine dei giochi, ma da qualche tempo aveva un brutto presentimento e voleva che lui, più di tutti, fosse al sicuro.
Il suo pessimo presentimento si rivelò corretto: improvvisamente, mentre stavano mettendo a punto il piano per entrare a Hogwarts, un falco argentato varcò le protezioni del loro accampamento, facendoli sobbalzare tutti, lasciò cadere una lettera sul grembo di Draco e poi svanì nel nulla, come polverizzato.
«Ma che diavolo…?» si chiese il biondo, prendendo la lettera tra le dita, la aprì in fretta. Tutti trattennero il fiato, non capendo cosa stesse accadendo e poi incitarono Draco a leggere ciò che c’era scritto lì.
Figlio mio, stanno arrivando. Vi hanno individuati, fuggite più in fretta che potete, mettetevi al sicuro. Non avete troppo tempo.” – Draco riconobbe la grafia ordinata e precisa di sua madre e inghiottì a vuoto: lo stava aiutando di nuovo.
«Ragazzi» fece «Dobbiamo andare subito via» disse con serietà alzandosi e prendendo la bacchetta «Stanno arrivando». Non ci fu bisogno di dire altro, impacchettarono tutto alla svelta, Draco e Harry liberarono Fanny ed Edvige e lasciarono l’accampamento giusto in tempo. Poco dopo, una serie di maledizioni si abbatté sull’accampamento, Lucius Malfoy e un gruppo di ghermidori attaccarono il luogo in cui erano rimasti nascosti fino a quel momento.
 
§§§
 
 
Quando si materializzarono a Hogsmeade, credettero di poter passare inosservati e rifugiarsi lì, ma non appena arrivarono, furono visti da alcune persone che diedero l’allarme. I quattro ragazzi si affrettarono a cercare un nascondiglio, ma presto i mangiamorte e gli Auror corrotti uscirono da ogni angolo del villaggio, alla ricerca dei giovani. Così Draco fece l’unica cosa avrebbe potuto salvarli: gli bastò un fischio e la sua fenice, arrivò maestosamente, volando nella direzione opposta a quella in cui erano i ragazzi. Tutti la seguirono, sbraitando e imprecando contro i quattro mocciosi e liberarono la zona. Non potevano andare da Mielandia, erano bloccati lì, dietro quel muro. Si spostavano cautamente, restando nell’ombra, dovevano trovare un modo per andare via da lì o per raggiungere almeno la Stamberga Strillante, lì nessuno li avrebbe cercati, poiché essa era ritenuta un luogo infestato di spettri. Si guardarono per un momento e tutti si resero conto che fosse l’unica soluzione. Prima che un altro plotone di uomini arrivasse da loro, si presero per mano e si smaterializzarono all’ingresso della Stamberga Strillante. Entrarono immediatamente, preoccupati che qualcuno si fosse accorto del loro movimento e iniziarono a camminare per gli stretti passaggi di quella che doveva essere una casa infestata.
«Questo posto è inquietante» mormorò Draco, mentre stringeva la bacchetta per difendersi da eventuali aggressori.
«Meglio qui che con i mangiamorte, no?» fece ironicamente Ron.
«Già» mormorò il biondo, guardandosi intorno guardingo. Un rumore improvviso lo fece sobbalzare e afferrò la mano di Harry davanti a lui. Il moro gliela strinse subito e lo rassicurò con uno sguardo. Harry riusciva sempre a tranquillizzarlo, anche nei momenti in cui era più spaventato. Quando giunsero nella stanza più grande, c’era qualcosa di diverso lì, rispetto all’ultima volta, in cui ci erano stati, Harry ricordava bene che fosse molto cadente e distrutta. Adesso c’era un tavolo grande, alcuni fogli erano sparsi sopra di esso e la maggior parte delle cose che in precedenza erano distrutte, adesso erano state aggiustate. Che qualcuno si fosse nascosto lì?
Non ebbero il tempo di porsi la domanda e ipotizzare cosa stesse accadendo, che un rumore simile a quello che aveva spaventato Draco prima, li fece sobbalzare tutti. I ragazzi puntarono le bacchette davanti a loro, prima di notare una botola sul pavimento. Indietreggiarono, mettendosi già in posizione di difesa, non potevano scappare, né potevano smaterializzarsi senza essere presi.
Inaspettatamente, però, non erano nemici né creature ostili; dalla botola uscirono Blaise e Neville, che li guardarono perplessi per qualche istante prima di rendersi conto che fossero davvero loro. Harry non riuscì nemmeno a chiedersi se fossero realmente i loro amici, il sollievo che stessero bene era più forte del sospetto che non fossero realmente loro.
«Draco!» urlò Blaise che, dopo un primo momento di shock, lo raggiunse in poche falcate e lo abbracciò stretto, sorprendendo il biondo che non si aspettava di rivedere l'amico né di essere accolto in quel modo «Per Merlino! Eravamo così preoccupati per te! Per tutti voi, certo, ma… che ci fate qui? Cosa succede? Avete…?»
«Sono felice anche io di vedere che stai bene, Blaise» disse lui, abbracciando a sua volta l’amico, sentendo un po’ della preoccupazione che nutriva verso di lui, sparire «Non ho potuto più contattarti, siamo dovuti scappare e… non c’era modo, mi dispiace essere sparito così».
«Oh, io lo so, amico» disse il ragazzo «Dovrai spiegarlo a Pansy però». Draco ridacchiò scuotendo la testa e poi si ritrovò Paciock che lo abbracciava a sua volta. Anche lui aveva raggiunto i suoi compagni di casa e li aveva abbracciati a uno a uno, sentendosi sollevato e poi si era avvicinato anche al biondo. In breve, Neville raccontò che la Stamberga Strillante era collegata da un passaggio creato da loro alla sala comune di Tassorosso, che a sua volta era collegata a quella di Grifondoro. Così avevano messo su la resistenza contro i mangiamorte, quello era il luogo dove incontravano alcuni Auror e alcuni membri dell’Ordine per comunicare a loro ciò che sentivano dai mangiamorte presenti nella scuola.
«Pazzesco. E avete fatto tutto da soli?» chiese Ron.
«Beh, sì. Noi, insieme ad altri studenti» rispose Neville «Quando siamo tornati, sapevamo che le cose sarebbero state diverse» raccontò «Con Piton come preside è stato difficile organizzarsi all’inizio, poi con l’aiuto di tutti e con la Mappa del Malandrino, siamo riusciti a creare questa serie di passaggi e abbiamo studiato un piano di difesa».
«Ci dispiace, che abbiate dovuto affrontare tutto questo, ragazzi» disse Hermione «E gli altri come stanno?»
«Oh alla grande, non vedono l’ora di dare una lezione ai mangiamorte; Pansy soprattutto».
«Come sta lei?» chiese Draco, preoccupato, sentendosi un po’ in colpa per non aver chiesto prima.
«Theo sta avendo problemi a gestire la sua rabbia, ultimamente» rispose Blaise con una scrollata di spalle «Uscire dal sotterraneo e stanziarci nella torre non è stata una cosa che ha preso alla leggera».
«Cosa intendi?»
«Beh, quando siamo tornati a settembre, sono successe cose strane» disse Blaise «I mangiamorte sono venuti in tutte le case a chiederci di unirci a loro. Quelli del settimo, potevano prendere il marchio» raccontò «La maggior parte ha avuto paura e l’ha preso. Io, Pansy, Theo e altri non abbiamo accettato, ma altri sì, tra cui Tiger e Goyle» spiegò «L’espulsione di Goyle è stata revocata da Piton» aggiunse subito in spiegazione, gli altri spalancarono gli occhi dalla sorpresa.
«Già» intervenne Neville «Quando Blaise me l’ha detto, mi è sembrato ovvio ospitarli su nella torre di Grifondoro, non potevamo lasciarli da soli» spiegò il ragazzo «Nessuno di noi ha avuto nulla in contrario». Draco, Harry, Ron e Hermione rimasero scioccati dal racconto, era quasi assurdo il modo in cui avessero preso a collaborare tra di loro le varie case, e come si fossero aiutati tutti gli uni con gli altri in quel periodo di terrore. Non doveva essere stato facile vivere durante quei mesi a Hogwarts.
«Voi? Che novità avete?» chiese Neville «Ci siete riusciti?»
«Uhm quasi. Ne mancano due» rispose Harry «Uno si trova a Hogwarts».
«Allora è una fortuna che ci siamo incontrati qui!» esclamò Neville «Dobbiamo solo mandare dei messaggi d’aggiornamento a Tonks e Remus e poi vi facciamo strada verso il castello» affermò. Gli altri annuirono, mentre Neville raggiungeva il tavolo al centro della stanza e scriveva dei brevi messaggi, probabilmente in codice e li inseriva nel camino per spedirli. Spiegò agli altri che avevano dovuto trovare dei metodi alternativi per comunicare con i membri dell'Ordine che non erano nel castello, poiché tutto era controllato dai seguaci di Voldemort e quel camino era l'unico a non essere sotto il controllo del ministero, perché abusivo. «Ecco fatto» disse dopo un po’ «Possiamo andare, venite, seguitemi!»
Tutti scesero nella botola ed entrarono nel passaggio segreto, mentre lo percorrevano, i loro amici diedero loro qualche informazione in più sul loro piccolo movimento di resistenza contro i cattivi. Raggiunsero la sala comune di Tassorosso e poi Blaise li guidò attraverso un’altra serie di tunnel, che li portò fino alla sala comune di Grifondoro, che era gremita di gente, tutti si erano alzati nel momento in cui Neville e Blaise avevano varcato il passaggio ed erano in attesa di notizie; quando i quattro fecero la loro comparsa, si levò un grandissimo applauso per acclamare gli eroi di quel periodo. Tutti parlavano di quei quattro che stavano seguendo la missione di Silente per sconfiggere Voldemort, nessun dettaglio, ma tutti sapevano che sarebbe stata decisiva per la vittoria.
«Dray!» la voce di Pansy sovrastò gli applausi, la ragazza si alzò e corse verso di loro, si avvicinò al biondo in fretta, quasi sembrava desiderasse abbracciarlo fino a perdere il respiro e invece no. Lo schiaffeggiò con forza «Sei un idiota! Sparire in quel modo! Ma ti ha dato di volta il cervello? Prima mandi un messaggio, ci fai tranquillizzare e poi sparisci di nuovo!»
«Pansy» la fermò il ragazzo prendendole i polsi tra le mani «Mi dispiace, ero impossibilitato dagli eventi» disse, poi, sorprendendo persino se stesso, la abbracciò. Lei, inaspettatamente, ricambiò la stretta e sospirò di sollievo.
«Ero così preoccupata... stai bene?» gli chiese Pansy dopo un po’ «Ho saputo che… insomma, Bellatrix è stata qui e si vantava di aver inflitto una punizione esemplare a un traditore e che avrebbe inflitto lo stesso trattamento a chi non avesse seguito gli ordini».
Lui annuì, toccandosi involontariamente l’avambraccio. «Sto bene. E presto saremo tutti liberi di vivere la vita che vogliamo» disse lanciando uno sguardo a Harry che, circondato dai suoi compagni, raccontava ciò che avevano affrontato e spiegava che doveva trovare un altro horcrux, ma non aveva idea di dove cercarlo: sapeva solo che fosse una specie di corona e che fosse nella scuola. Fu Luna a proporre il diadema perduto di Corvonero.
«Tu e Potter» disse Pansy scuotendo la testa «Chi se l’aspettava. Guardatevi, salvate il mondo insieme!»
Draco ridacchiò; Harry sembrava più sereno adesso, circondato dai suoi amici di sempre, i suoi compagni di casa e con un po’ di supporto in più, rispetto a quello che avevano avuto nella foresta, quando erano completamente soli. Anche lui era più tranquillo, sapendo che ci fossero i suoi amici lì e che stessero bene. Tutti insieme erano decisamente più forti dei loro nemici, come aveva detto Harry una volta, avevano qualcosa per cui combattere.
«Ascolta, Pansy, ho bisogno di parlare con te di una cosa» disse «Ma non devi dirlo a nessuno».
«Okay, spara» disse lei.
«Ricordi il libro e il rituale?» chiese lui, la ragazza annuì «Funziona. Sulla pergamena che abbiamo usato, è apparsa una mappa che indica la posizione degli horcrux» spiegò, poi prese la mappa e gliela mise davanti al naso, indicò il punto che, con suo grande orrore, indicava Hogwarts. Ormai non c’erano quasi più dubbi. «Insieme agli horcrux, indica anche questo simbolo e dice che si trova qui ed è sempre stato con noi» disse lui «Ma non può essere un horcrux, giusto? Insomma quelli che avevamo, li abbiamo distrutti».
«Questa non è la cicatrice di Potter?» chiese lei, Draco annuì e il suo viso si adombrò; la ragazza si portò le mani davanti alla bocca «Pensi che Potter possa essere un horcrux?»
«Shhh, non ne sono sicuro! E se anche fosse vero, dovremmo trovare un modo per aiutarlo, insomma, Harry è vivo, no? Quindi… si può fare qualcosa per salvarlo».
«Dray…»
«Questa cosa mi perseguita. C’è anche il serpente di Voldemort, si parlava di ucciderlo, ma… Harry? Ho paura che non ci sia un modo per salvarlo» affermò «Non posso dirlo a lui, conoscendolo farebbe di tutto per sacrificarsi e per salvare la situazione, anche se non è una cosa sicura. E gli altri andrebbero nel panico».
«Esattamente da quanto tempo hai questo sospetto?» chiese la ragazza, osservando il volto dell’amico.
«Da quando è comparso questo simbolo sulla mappa» sospirò lui «Poi sono iniziati i suoi incubi, sempre peggiori e il fatto che percepisce gli horcrux quando sono vicini» spiegò «E poi ha… dei momenti, in cui non è lui. Perde completamente la testa e…» deglutì «Pansy, non può essere lui, perché deve essere lui?»
«Non è lui» gli disse la ragazza, appoggiandogli una mano sulla spalla, rassicurandolo «Non c’è verso che Potter sia un horcrux, sarà indicato qui perché è collegato a Lui, no? Quel fatto che parla serpentese e tutte le cose strane che fa, le cose strane di Potter, insomma» affermò «Vedrai, andrà tutto bene».
Draco annuì, aggrappandosi a quella speranza, cercando di scacciare la verità dalla sua mente «Hai ragione… sono le cose strane di Potter» concordò non troppo sicuro «Grazie» mormorò Draco. Pansy lo guardò dispiaciuta.
Harry li raggiunse dopo pochi minuti e rivolse un sorriso a Pansy, quella spiacevole sensazione era tornata a bussare alla sua mente, non appena la ragazza si era avvicinata a Draco, ma non poteva fare una scenata, non in quel momento.
«Ehi Pansy, posso rubartelo un minuto?» chiese.
«Certo, andate pure» rispose la ragazza, poi guardò verso il biondo preoccupata «Stai tranquillo, okay? Risolveremo tutto» affermò, prima di andare via e raggiungere gli altri. Harry si stupì di quello scambio di sguardi e guardò verso Draco, perplesso.
«Che è successo?» chiese «Sembri sconvolto».
«Niente» si affrettò a dire l’altro, mettendo via la mappa «Piuttosto, dimmi. Ti hanno dato qualche dritta su dove trovare la corona?»
«Sì, Luna parlava del diadema perduto di Corvonero, potrebbe essere ciò che cerchiamo» disse «Dice di conoscere chi può indicarci dove trovarlo».
«Grandioso, andiamo» fece Draco muovendosi per raggiungere gli altri, la preoccupazione aleggiava ancora sul suo viso, dopo la chiacchierata con Pansy e non voleva che Harry se ne accorgesse, perché non poteva caricarlo di altre preoccupazioni in quel momento.
«Draco, stai bene?» gli chiese con voce stranamente apprensiva, gli afferrò il polso per bloccare la sua fuga. Lo sapeva che stava scappando da lui perché non voleva parlargli di qualcosa.
«Sì, Harry, andiamo a cercare questo maledetto diadema, corona o qualunque cosa sia e mettiamo fine a questa storia assurda» affermò intrecciando le sue dita con quelle del moro «Per favore, sono solo preoccupato, lo siamo tutti. Smettila di preoccuparti per me e pensa a distruggere quell’horcrux maledetto».
«Lo farò. Ma a me importa anche di te, lo sai».
«Lo so» sospirò il biondo «Ma non abbiamo tempo per questo, quando tutto sarà finito, allora ne avremo e parleremo di qualsiasi cosa».
«Va bene, va bene…» disse, poi lo attirò a sé e gli diede un leggero bacio «Tu resta qui. Sarai al sicuro. Nessuno di loro permetterà che qualcuno ti faccia del male».
«Harry, non c’è bisogno che mi tratti come una principessina indifesa» disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo «Verrò con te e ti terrò fuori dai guai». Harry sbuffò e scosse la testa, ma non si lamentò di quello. Da una parte voleva proteggerlo, ma dall’altra aveva bisogno di lui e del suo supporto. Fu un sollievo quando videro la professoressa McGranitt arrivare nella sala comune, allertata da alcuni ragazzi del loro arrivo. La donna fu ad un passo dalle lacrime nel vederli sani e salvi.
«Potter, Malfoy, è un piacere rivedervi» disse guardandoli «Posso aiutarvi in qualche modo?»
«Sì, professoressa» disse Harry «Dobbiamo cercare qualcosa che è nascosta nel castello, ma non sappiamo ancora precisamente dov’è, abbiamo bisogno di tempo e di non essere scoperti».
«D’accordo» disse la donna «Ci penso io» affermò, poi invitò tutti gli studenti a seguirla fuori dalla sala comune e a riversarsi nei corridoi per creare un po’ di scompiglio, tuttavia la notizia dell’arrivo a scuola dei quattro fuggitivi era arrivata anche alle orecchie dell’attuale preside e dei mangiamorte presenti nella scuola. E improvvisamente l’agghiacciante voce di Voldemort risuonò nelle teste di tutti, ordinando agli studenti e ai professori di consegnare subito sia Harry che Draco, in modo che nessuno pagasse per le loro colpe. Non voleva uccidere nessuno, ma se non avessero obbedito, allora lui avrebbe raso al suolo la scuola e ucciso tutti i traditori. La McGranitt li guardò.
«Non preoccupatevi, ragazzi, ci penso io. Cercherò di darvi tutto il tempo di cui avrete bisogno» disse «Restate qui fino a che non vi darò l’ordine di uscire» ordinò.
«Grazie professoressa» dissero Harry e Draco. La donna corse fuori dalla sala comune per prima e andò ad allertare gli altri professori, per proteggere la scuola; nel frattempo mandò un Patronus al resto dell’Ordine, per riunirli al castello e organizzare la resistenza. Voldemort stava arrivando, era arrivato il momento di difendersi.
Non ci volle molto, entro un’ora dal passaggio segreto di Neville e Blaise iniziarono ad arrivare molti membri dell’Ordine della Fenice. Harry riuscì a vedere di sfuggita tutta la famiglia Weasley al completo, Remus e alcuni Auror che non si erano uniti a Voldemort, tra cui Tonks e Shacklebolt. Loro misero fuori combattimento i mangiamorte che erano all’interno della scuola, cogliendoli di sorpresa e lasciando via libera ai ragazzi, che, dopo il segnale della professoressa, si precipitarono fuori dalla sala comune di Grifondoro e andarono incontro al loro destino; volevano salvare il mondo magico da un pazzo, tutti erano certi che la loro volontà e il loro coraggio li avrebbero ripagati. Quando Voldemort riuscì a far cedere le barriere di Hogwarts, scoppiò una vera e propria battaglia all'interno della scuola. La cicatrice di Harry bruciò come l’inferno di nuovo e dovette aggrapparsi a Draco per non cadere per terra; il biondo lo sostenne e insieme a lui seguì Luna per trovare il diadema, mentre intorno a loro studenti e insegnanti combattevano contro i mangiamorte e tutte le creature più terrificanti per permettere a loro di portare a termine la missione. I due ragazzi scoprirono dalla Dama Grigia, il fantasma della Torre di Corvonero, che molto probabilmente l'horcrux era nella stanza delle cose nascoste e corsero verso il settimo piano, cercando di evitare mangiamorte e altri ostacoli, senza accorgersi di essere stati seguiti. Entrati nella stanza, Harry e Draco iniziarono a cercare il diadema, Harry si concentrò per poterlo sentire, era profondamente terrorizzato da questa sua peculiare abilità e questa paura aveva fatto nascere in lui una serie di preoccupazioni che non preannunciavano nulla di buono. Inoltre era sicuro che Draco avesse la medesima pessima sensazione, ma non capiva perché non ne avesse parlato con lui.
«Draco?» lo chiamò «Hai trovato qualcosa?»
«Ancora no» rispose il biondo «Mi sembra di cercare un ago in un pagliaio, ma chi è che conserverebbe la sua anima in una corona? Andiamo! È una cosa così da ragazzine!» esclamò piccato, mentre cercava su una pila di oggetti qualcosa che gli ricordasse il disegno dell’horcrux che aveva visto sulla mappa «Insomma, dai. La corona, la collana, il diario, l’anello, l’ossessione per un ragazzo famoso. È davvero una ragazzina!» esclamò.
Harry scoppiò a ridere «Come fai a fare battute del genere nel bel mezzo di una battaglia?»
«È l’ansia, dico cose stupide, quando sono preoccupato».
Harry ridacchiò ancora un po’, poi smise immediatamente, perché improvvisamente un suono sibilante raggiunse le sue orecchie. La cicatrice bruciò e si avvicinò ad una pila di oggetti, lì il suono era più inteso, più deciso. Sicuramente lì doveva esserci uno degli horcrux. Afferrò la scatola dalla quale sentiva quel suono e la aprì, al suo interno c’era proprio il diadema perduto di Corvonero.
«Draco! L’ho trovato!»
«Grandioso, muoviti a distruggerlo che ce ne andiamo» disse, lanciandogli la zanna del basilisco che Hermione gli aveva dato prima di lasciarli andare alla ricerca dell’oggetto.
«Ma bene bene» i due sobbalzarono udendo la voce di Goyle «Alla fine il traditore ha deciso di uscire allo scoperto».
Draco impugnò la bacchetta e si parò davanti a Harry «Distruggilo, ci penso io qui» disse al moro.
«Oh, ma che carino» fece Tiger ironicamente «Non vogliamo uccidervi, il Signore Oscuro vi vuole vivi entrambi, quindi adesso ci seguite, senza opporre resistenza».
«Nei tuoi sogni» sibilò Draco «Stupeficium!» esclamò. Afferrò Harry per un braccio e iniziarono a correre verso l’uscita della stanza. I due Serpeverde li seguirono immediatamente, lanciando maledizioni a caso, che non andavano a segno e che provocavano la caduta degli oggetti nella stanza; Draco lanciava incantesimi verso Goyle, Harry cercava di colpire Tiger. Quando il biondo riuscì a colpire Goyle e a schiantarlo, Tiger lanciò contro di loro un incantesimo che non andò a segno, ma colpì un armadio che prese fuoco istantaneamente.
«Merda!» esclamò Harry «Draco, va’ a sinistra!» urlò, le fiamme divamparono in pochissimi istanti e un’ala della stanza prese immediatamente fuoco, senza lasciar loro via di scampo. I due ragazzi svoltarono subito in un punto in cui non ci fosse il fuoco, ma questo si diffondeva così velocemente che non c’era un singolo posto sicuro in tutta la stanza.
«Harry, questo è Ardemonio!» urlò il biondo «Un fuoco maledetto, dannazione!» urlò, lanciando un incantesimo per spegnere le fiamme, aprì un varco che permise loro di passare, ma si richiuse subito mentre la stanza continuava a prendere fuoco senza che loro avessero possibilità di scampo.
«Harry! Draco!» la voce di Hermione li raggiunse «Seguite la mia voce, uscite da qui!»
Draco lanciò un Aguamenti dietro alle spalle di Harry, prima che venisse colpito da una fiammata potente, poi lo trascinò verso una pila di oggetti che non aveva ancora preso fuoco e videro una scopa un po’ malridotta lì, appoggiata contro uno scaffale. Forse era la stanza che cercava ancora di proteggerli, come aveva sempre fatto. Harry subito la afferrò al volo e guardò il ragazzo alle sue spalle, annuì con forza, e salì a cavalcioni sulla scopa.
«Forza, andiamo!» esclamò, Draco non se lo fece ripetere due volte, salì dietro al suo ragazzo e strinse le braccia attorno al suo corpo, immediatamente spiccarono il volo e si resse con più forza. Aprirono un varco tra le fiamme, mentre Hermione li guidava urlando, per farli uscire da lì. Nella fretta della fuga, l’horcrux cadde tra le fiamme che aumentarono enormemente, mentre la cicatrice di Harry bruciava come l’inferno, il prescelto perse quasi la presa sulla scopa. Draco lanciò un ennesimo incantesimo per spegnere le fiamme e riuscì a governare la scopa. Riuscirono a varcare la soglia della stanza prima che il fuoco li divorasse. La porta si chiuse da sola, e loro rotolarono sul pavimento, gemendo un po’ di dolore.
«Harry! Harry, stai bene?» chiese Draco, chinandosi su di lui. La cicatrice non smetteva di bruciare e Harry si rese conto che Voldemort avesse capito tutto il loro piano, in quel momento. «Harry!»
«Sto bene… sto bene» mormorò il moro dolorante «Tu stai bene?»
«Sì, sì, sto bene» rispose «Hai preso l’horcrux?» chiese.
«Mi è caduto mentre scappavamo dal fuoco» disse il moro «Ma credo che sia stato distrutto dall’Ardemonio, la cicatrice non smette di fare male» disse rimettendosi seduto, guardando il biondo, che lo guardava preoccupatissimo. Che aveva? Perché lo guardava così? Harry sperò che Draco non avesse il suo stesso sospetto.
«D’accordo, quindi adesso cosa manca… l’ultimo?» chiese Draco, incerto «Nagini?»
Harry annuì «L’ho… percepito. Lui è preoccupato che gli venga fatto del male».
Draco annuì e la sua espressione raggiunse un livello di preoccupazione terrificante, Harry aveva percepito lo stato d’animo di Voldemort, non poteva essere qualcosa collegato solo al fatto che lui e il mago oscuro erano in qualche modo in contatto. Il biondo deglutì, ma prima che potesse dire qualcosa, la voce di Voldemort che dava un ultimatum a tutti risuonò nelle loro menti. Il mago oscuro propose a tutti i presenti nella scuola di consegnare Harry entro la mezzanotte per evitare altre morti inutili. Le parole Altre morti risuonarono nella mente di tutti e decisero di correre verso la Sala Grande, allestita come ospedale da campo, preoccupati per i loro parenti e amici.
Mentre correva verso la sala insieme agli altri, l’attenzione di Harry fu catturata da un Patronus a forma di cerva; si assicurò che gli altri non lo seguissero e seguì la cerva per il corridoio opposto. Sapeva benissimo dove conducesse quel corridoio, ma lo percorse tutto fino a trovarsi davanti all’enorme statua che dava l’accesso allo studio del preside.
Quando Harry entrò nello studio di Piton, l’ex studio di Silente, fu attraversato da un lungo brivido di terrore. Era andato lì solo per via di quel Patronus, perché sapeva con certezza che quello di sua madre fosse una cerva. Non poteva averglielo mandato lei, ovviamente, ma chiunque avesse mandato quel Patronus, doveva essere legato a lei in qualche modo. La sorpresa aleggiò sul suo volto, quando si ritrovò davanti Piton; sguainò la bacchetta ancor prima di sentire la sua voce.
«Potter» il professore lo guardò e il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui, l’odio più puro impresso nei suoi occhi «Non ho intenzione di farti del male, ma è giunta l’ora che tu scopra tutta la verità» affermò «La verità che ti è stata nascosta fino ad oggi, affinché tu fossi pronto».
«Di cosa sta parlando? Cosa mi è stato nascosto?» chiese «Cosa diavolo significa tutto questo?» sbraitò Harry guardando il suo ex insegnante con odio.
«Lo saprai tra un attimo, metti via la bacchetta, Potter» disse l’uomo con voce calma. Era disarmato, Harry se ne era accorto, ma non si fidava di lui, non poteva fidarsi dell’uomo che aveva ucciso Silente. Non dopo che quest’ultimo si era fidato di lui fino alla fine. Non poteva lasciarsi abbindolare, aveva smesso di essere un ragazzino ingenuo.
«Perché dovrei fidarmi di lei?» chiese il ragazzo, puntandogli la bacchetta contro.
«Non ho intenzione di stare a sentire le tue lagne, Potter, non hai altra scelta se non quella di fidarti di me» disse l’uomo «Lo sai perché tu, Malfoy, Weasley e Granger siete riusciti ad entrare a Hogwarts? Perché io ho permesso ai tuoi amichetti di organizzarsi nel loro esercito segreto» spiegò «Ho permesso ai Serpeverde di nascondersi tra i Grifondoro, credi che non me ne sia accorto? Ma era ovvio che sarebbe andata così. Se non ci fossi stato io, qui, tutti loro sarebbero già stati consegnati al Signore Oscuro» disse Piton. Harry stentò a credere alle sue orecchie, cosa aveva fatto Piton?
«Lei ha ucciso Silente» gli disse con odio.
«Lo so» ammise il mago «Ma era l’ultima cosa che avrei voluto fare, credimi» affermò con un rammarico che parve sincero, Harry lo guardò inclinando la testa senza capire la sua frase «Sai, lui era l’unica persona che aveva sempre creduto in me, anche quando io non lo facevo» raccontò «Non posso dirti cos’era Albus per me, Potter, ma posso dirti che tenevo a lui più di quanto tu possa immaginare» affermò «E mi è costato molto ucciderlo quella notte, ma… alcune cose dovevano essere fatte nel modo giusto».
«Che intende dire?»
«Ci sono cose che non sai, Potter, che ti saranno chiare quando ti avrò mostrato tutto» affermò.
«Tutto cosa? E perché c’era il Patronus di mia madre?»
«Non era quello di tua madre, sciocco ragazzino, era il mio» disse; il Grifondoro spalancò gli occhi scioccato, ma non disse nulla; Piton recuperò la sua bacchetta dalla scrivania, e il ragazzo strinse la presa sulla propria, ma l’uomo puntò la bacchetta alla tempia e ne tirò fuori una lunga striscia biancastra che venne gettata nel pensatoio «Osserva bene ciò che il pensatoio di mostrerà, poi parleremo» disse «Nessuno entrerà nella stanza, finché sarai qui, neanche il Signore Oscuro».
Harry decise di concedergli il beneficio del dubbio, dato che non lo stava minacciando, ma solo invitando a guardare nel pensatoio. Una volta che ebbe immerso il volto nell’oggetto magico, Harry si ritrovò catapultato nel passato di Piton, vide sua madre da bambina e il professore crescere insieme come amici, dividersi quando furono assegnati a due case diverse, ma sentì profondamente l’amore che lui provava per lei e il dolore che provò quando lei sposò suo padre. Vide Piton parlare con Silente della possibilità che Voldemort uccidesse sua madre, voleva proteggerla. Vide Piton stringere un accordo con Silente affinché la proteggesse. E sentì il suo dolore quando la trovò morta la notte dell’aggressione di Voldemort. Il cuore di Harry batteva talmente forte che sentiva gli sarebbe esploso da un momento all’altro, scoprì perché aveva sempre pensato che ci fosse Piton dietro ad ogni cosa: la cosa più sconvolgente fu scoprire che lui l’avesse sempre protetto. Poi un altro ricordo si manifestò: Silente e Piton parlavano di una maledizione che si stava espandendo per il corpo del preside, sarebbe morto. Piton stava riferendo al mago anziano ciò che aveva scoperto su Draco e della sua missione, di essere stato incaricato di assicurarsi che non fallisse. Il preside gli disse di tenere d’occhio le azioni di Draco e di riferire a lui qualunque mossa del ragazzo, aveva una buona sensazione a riguardo; infatti il ricordo successivo mostrò Piton raccontare a Silente le ultime novità: il giovane Malfoy aveva tradito gli ideali della sua famiglia e adesso era in pericolo. Inoltre, rivelò al preside di aver scoperto che Tiger e Goyle avessero giurato fedeltà a Voldemort e avessero dei sospetti su Draco. Silente propose un piano alternativo: lui, con l’aiuto di Tiger, avrebbe dovuto far entrare in mangiamorte nella scuola e ucciderlo per suggellare la sua posizione nei confronti di Voldemort, così avrebbe potuto agire dall’interno e proteggere i ragazzi, mentre erano lontani per la missione. Quando Piton si rifiutò – Harry rimase sorpreso dalla sua reazione – il preside gli ricordò che lui sarebbe morto ugualmente, tanto valeva inscenare bene il suo passaggio definitivo al lato oscuro. Poi avrebbe dovuto rivelare ad Harry la verità al momento giusto: un pezzo dell’anima di Voldemort si è attaccata a quella di Harry, la notte in cui lui tentò di ucciderlo – aveva detto il preside. Persino l’imperscrutabile Piton era rimasto scioccato dalla cosa, dopo tutto ciò che aveva fatto per proteggerlo, doveva lasciarlo morire per poter uccidere Voldemort. Ed ecco che la consapevolezza cadde sulle spalle di Harry. Lui poteva percepire gli horcrux, poteva entrare nella mente di Voldemort, e quest'ultimo poteva fare lo stesso, perché lui stesso era un horcrux. Quando riemerse dal pensatoio, guardò verso il professore, era stravolto, una lacrima solitaria scivolava sulla sua guancia, ma era anche consapevole: avrebbe dovuto consegnarsi, altrimenti tutte le persone a lui care sarebbero morte.
«Ora so cosa devo fare» disse il ragazzo, accettando passivamente la verità, sapeva fin dall’inizio che una cosa del genere sarebbe potuta accadere, credeva di avere abbastanza tempo per ucciderlo, prima di morire, invece lui doveva morire, affinché Voldemort venisse sconfitto «Devo consegnarmi» constatò con atroce realismo nella voce.
Piton annuì «Potter, mi dispiace» confessò «Non avevo idea che Silente avesse in mente tutto questo».
«Non importa» ribatté il ragazzo «Mi consegnerò. Lascerò che Voldemort mi uccida» affermò «Accetterò il mio destino, farò ciò che va fatto» disse; Piton rimase sorpreso dalle sue parole, non avrebbe scommesso neanche uno zellino sul figlio di James Potter, non credeva che potesse essere così coraggioso, ma il figlio di Lily sì. Era sorpreso dal suo atteggiamento, lo aveva sempre denigrato, eppure Potter era lì, pronto ad immolarsi per il bene superiore. «Ho solo bisogno che lei mi prometta una cosa».
«Cosa?» chiese. Avrebbe realizzato qualsiasi suo desiderio in quel momento, ma non per il suo coraggio, lo avrebbe fatto per Lily, per farsi perdonare di non essere riuscito a proteggere suo figlio fino alla fine.
«Draco» esalò «Può proteggerlo? So che Lucius lo sta cercando per consegnarlo a Voldemort. Per favore, può proteggerlo?» gli chiese Harry con la voce e le mani che tremavano «Se so che lui è al sicuro posso farlo, lo giuro».
«So cosa significa quando la persona che ami viene uccisa, Potter» disse il mago adulto «Lo farò».
«Mia madre?» chiese il ragazzo, colpito da quell’affermazione «La ama ancora?»
Piton fece un sorriso triste «Sempre» rispose, ripetendo la stessa singola parola che aveva detto a Silente in quel ricordo.
«Mi dispiace davvero» affermò il ragazzo «L’ho sempre… detestata, senza sapere nulla di tutto questo, sempre accusata ingiustamente e lei cercava solo di proteggermi».
«Volevo che mi odiassi, Potter» disse l’uomo «Mi dispiace solo non aver potuto evitare questo. Ma capisci anche tu che c’è bisogno che tu lo faccia, per mettere fine a questa storia». Harry annuì sospirando.
«La ringrazio» disse, sorprendendo lo stesso Piton «Per tutto quanto e mi dispiace per tutto». L’uomo annuì sommessamente, poi i due si strinsero la mano, per quella che sembrò l’ultima volta. Il prescelto guardò un’ultima volta Piton e poi uscì dalla stanza. Incrociò Neville e gli disse del serpente, voleva assicurarsi che qualcuno sapesse ogni cosa, prima di consegnarsi. Non doveva lasciare nulla di intentato, se lui fosse morto, qualcuno doveva far fuori il serpente. Se fossero riusciti ad uccidere anche Nagini, allora Voldemort non avrebbe avuto scampo: sarebbe morto subito dopo di lui.
«Conta su di me, amico» disse, stringendogli una spalla «Harry, tutto bene?» chiese notando il suo colorito pallido.
«Sì, Neville» rispose «Ci vediamo dopo» mentì, allontanandosi da lui, aveva un enorme groppo alla gola. Aveva voglia di vedere Draco, salutarlo, stringerlo e dirgli di essere forte, ma non si sarebbe fatto vedere da lui o dagli altri, non voleva angosciarli e sapeva che sarebbe stato più difficile consegnarsi, se lo avesse visto. Raggiunse le scale per uscire dalla scuola. Era tutto un po’ distrutto e un po’ cadente, ma era certo che, alla fine di quell’incubo, tutti si sarebbero impegnati per ricostruire ogni cosa, gli dispiaceva non poterne fare parte, ma sacrificandosi avrebbe salvato il mondo magico, avrebbe salvato le persone che amava, avrebbe salvato Draco, ed era la cosa che gli dava più coraggio in quel momento. Il Serpeverde avrebbe avuto una lunga e felice vita, gli dispiaceva non poter essere al suo fianco come gli aveva promesso. La sua vita non era destinata a durare di più, sarebbe morto quella notte, ma era certo che tutti avrebbero continuato a combattere fino alla vittoria. Senza di lui tra i piedi, sarebbero stati più vicini ad essa.
«Harry!» la voce di Draco lo fece sobbalzare, il ragazzo lo raggiunse e gli afferrò la mano con forza «Dove diavolo vai? Ti abbiamo cercato ovunque!» esclamò «Ti pare il modo di sparire?» chiese «Ehi, ma stai bene?»
«Io… sto bene, Draco» disse mordendosi le labbra «Devo andare, non posso dirti dove».
«Di che stai parlando?» gli chiese, ma gli bastò uno sguardo in più per capire cosa intendesse il suo ragazzo «No, Potter! non te lo permetterò!»
«Che succede?» chiese Ron seguito da Hermione «Cosa non permetterai?»
«Ha deciso di andare! Di consegnarsi, è così, vero, Potter?»
«Dray, per favore…»
«No! Non chiamarmi così, non osare!» sbraitò spingendolo «Non posso permetterlo, non posso! Non dopo tutto quello che abbiamo passato!» esclamò furioso «Troveremo un altro modo, un’altra…» la sua voce si spezzò, e deglutì guardando il moro davanti a sé, che sembrava convinto di ciò che diceva.
Harry scosse la testa «Non c’è un altro modo e tu lo sai» disse, il biondo distolse lo sguardo sentendosi colpevole e lui capì che in fondo al suo cuore, Draco avesse capito la cosa prima di lui. «Tu lo sai da tempo, vero?» chiese retoricamente, afferrando i suoi polsi e avvicinandolo a sé «Lo avevi già capito, vero?»
«No, non dirlo…»
«Avevi capito prima di tutti che sono un horcrux, vero?» il biondo scosse la testa «Lo sai che devo andare. Draco, ti prego, non fare così» disse, passando le braccia attorno al suo corpo, per stringerlo un’ultima volta a sé.
Draco affondò il viso contro il suo petto, pianse e scosse la testa; tremava, aveva temuto quel momento fin da quando aveva visto quella saetta maledetta su quella mappa. Non aveva mai voluto accettare la realtà, aveva sperato che potesse esserci un modo per salvarlo. Ci aveva creduto, aveva sperato con tutto il suo cuore che fosse così e invece si era solo illuso. Harry stava per morire e lui non poteva fare niente per evitarlo.
«Non state parlando sul serio» stavolta fu Hermione a parlare «Non… Harry! Non puoi!» esclamò.
«Devo farlo» disse lui, la voce atona e priva di qualsiasi espressione, che non fosse la realtà delle sue parole. Lei si avvicinò e si mise alla destra di Harry, avvolgendogli le braccia attorno al collo, piangendo contro la sua spalla.
«Per favore… per favore non fate così» disse con la voce rotta. Ron si avvicinò con gli occhi spalancati, era confuso anche lui, beh come dargli torto; era una situazione surreale e atroce per tutti «Devo andare» disse Harry, sperando che almeno lui capisse. Il rosso annuì e gli strinse la spalla sinistra, per infondergli coraggio. Quello che Harry sentiva svanire sempre più velocemente, ad ogni singhiozzo di Draco e di Hermione. Ron prese Hermione tra le sue braccia e lei mormorò qualcosa ad Harry, ma si spezzò nei suoi stessi singhiozzi. Harry non avrebbe voluto assistere a tutto quello, non prima di consegnarsi. Ron era la roccia di tutti quanti in quel momento, anche se era devastato anche lui, Harry poteva riconoscere il dolore sul suo volto. Gli dispiaceva per tutti loro, ma non poteva restare, doveva andare altrimenti tutto quello che avevano fatto sarebbe stato inutile.
«Ron» sussurrò Harry «Ti prego, prenditi cura di tutti e due».
«Lo farò, amico».
Harry annuì e strinse un po’ più forte il biondo, ancora avvinghiato ai suoi fianchi, che scuoteva la testa, non riusciva ad accettare la realtà, non voleva lasciarlo andare.
«Dray, lasciami andare» sussurrò il prescelto trattenendo il fiato «Per favore, non rendere tutto più difficile…»
«Ve-Vengo con te» disse lui, staccandosi dal moro e guardandolo in faccia «Non ti lascio da solo. Io vengo con te».
«Non se ne parla. Devo farlo da solo» disse passandogli le dita sulle guance per eliminare le lacrime «Ti prego, non posso… se tu venissi, saresti in pericolo e io… non posso farlo, se tu non sei al sicuro».
«Harry…» sussurrò «Non farlo, ti prego». Un singhiozzo morì sulle sue labbra, Harry premette le proprie labbra contro quelle del biondo e poi lo lasciò andare. Lui fece un passo indietro e abbassò lo sguardo. Harry si guardò intorno.
«Lo capite, vero, perché devo farlo?» chiese con il cuore in gola «Guardate quanti sono morti stanotte, solo perché io ho messo piede nella scuola. È l’unico modo» affermò, prima che loro potessero dire altro, il ragazzo aggiunse «Perdonatemi, se potete». Poi, senza dire altro, si allontanò da loro. Ebbe giusto il tempo di vedere Hermione abbracciare Draco e piangere contro la sua spalla e quest’ultimo stringerla e cercare di trattenere inutilmente le lacrime che continuavano a inondare il suo volto, quella volta la gelosia non fece alcun effetto su di lui, era in qualche modo contento che Draco avesse qualcuno che potesse stargli accanto, dopo la sua morte. Harry si fece coraggio e varcò la soglia del castello, per poi dirigersi verso la foresta proibita. Non era stato facile dire addio a tutti loro, ma vederli per l’ultima volta, gli aveva dato quella spinta in più per farlo: doveva proteggere tutti loro da un futuro orribile. Quindi si convinse, lo avrebbe fatto quella notte, sarebbe morto per tutti loro, per proteggerli e per sconfiggere definitivamente Voldemort.
 
§§§
 
Draco, Ron e Hermione tornarono nella Sala Grande con i volti funerei. Nessuno chiese loro cosa non andasse, tutti compresero cosa fosse accaduto, non vedendo Harry arrivare, avevano dato tutti per scontato che si fosse consegnato.
Il Serpeverde non voleva farsi vedere così distrutto da tutti, si sedette per terra e si guardò intorno. La scuola era devastata, quella stessa scuola che lui aveva denigrato per anni, dentro la quale però in un solo anno tutta la sua vita era cambiata. Le mura erano state colpite da diversi incantesimi, alcuni dei suoi compagni di scuola erano morti nell’intento di aiutarli a distruggere gli horcrux. Si rigirò la propria bacchetta tra le mani, mentre rifletteva. Harry si era consegnato per il bene superiore, ovvio che l’aveva fatto, era un dannatissimo Grifondoro con la sindrome dell’eroe. Sentì qualcosa dargli fastidio nei pantaloni e mise la mano in tasca… tirò fuori da essa l’amuleto che lui aveva regalato a Harry a Natale. Maldetto Grifondoro – pensò cercando di non piangere – perché non l’hai tenuto con te? – lo strinse tra le dita e trattenne un singhiozzo che premeva per uscire dalla sua gola. Come al solito, il moro aveva messo lui davanti a se stesso e Draco non poté che amarlo ancora di più, sentendo un vuoto farsi largo dentro di lui, non lo avrebbe più rivisto dopo quella notte, e quel pensiero era in grado di togliergli completamente il respiro.
«Dov’è Harry?» chiese subito Remus Lupin, arrivando nella sala un po’ acciaccato, accompagnato da Tonks che lo sorreggeva. Anche lei si guardò intorno alla ricerca del ragazzo.
«È andato» disse Draco con la voce spenta «Lui… doveva andare, ha detto così» continuò stringendo i pugni «Non c’era… non c’era un altro modo» deglutì con forza «Lui è un horcrux».
Remus non cadde solo perché Tonks, accanto a lui lo resse con forza, nessuno di loro si sarebbe mai aspettato un epilogo del genere per il prescelto. Eppure, quello sembrava l’unico finale possibile. Harry lo sapeva. Draco l’aveva capito quando aveva visto quel maledetto simbolo e avrebbe voluto non essersi crogiolato nell’illusione che ci fosse un altro modo.
Hermione si sedette accanto al biondo e gli mise una mano sulla spalla. «Quando l’hai capito?» chiese.
«Ha importanza? Non avrei potuto evitare tutto questo, tu non sai quanto ho sperato di sbagliarmi» disse sulla difensiva, quasi come se lei lo stesse accusando di non aver fatto tutto il possibile per aiutare Harry.
«Non ti sto accusando di niente, Draco» disse Hermione, abbassando lo sguardo «L’ho capito che stavi cercando di proteggerlo, avrei fatto la stessa cosa» disse piano «Allora?»
«Quando ho visto sulla mappa il simbolo della sua cicatrice» rispose abbassando lo sguardo «Ma non ho… non ho mai accettato la verità. Mi sono convinto che non potesse essere così, che non era giusto che fosse lui, sono patetico» sospirò scuotendo la testa «E poi sono iniziati i suoi incubi e percepiva gli horcrux quando erano nei paraggi e il sospetto è diventato più forte, ma ancora non lo ammettevo a me stesso» ammise «Non… non l’ho detto perché sarebbe stato come ammettere la verità e che l’unica soluzione sarebbe stata…» deglutì, le parole “la sua morte” gli morirono in gola, non riuscì a concludere quella frase; Hermione capì e annuì, poi gli mise una mano sulla spalla, capiva perfettamente come si sentiva e come doveva essersi sentito per tutto quel tempo, sapendo di dover dire addio alla persona che amava, ma combattuto tra il volerlo salvare e l’accettare la verità. Ron disse a Pansy, Blaise e Neville ciò che avevano scoperto in quel momento e i due Serpeverde raggiunsero l’amico, sedendosi al suo fianco, Hermione tornò da Ron per lasciarli un po’ da soli, forse loro avrebbero risollevato un po’ l’animo del biondo.
Draco sospirò, ma non pianse. Si ritrovò solo a stringere la bacchetta in un pugno e l’amuleto nell’altro. Si ripeteva in mente le ultime parole che gli aveva detto Silente: niente è come sembra, convincendosi che anche in quel momento fosse così. Lasciare andare Harry era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto. Si erano trovati, ironicamente grazie proprio a quello che aveva reso le loro vite impossibili, erano diventati amici e si erano innamorati. Si erano fatti promesse, si erano detti che avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per vivere la loro storia con intensità, come desideravano fare. Invece si ritrovava a pensare che non ne avrebbero mai avuto, perché il suo ragazzo era un horcrux e quella notte sarebbe morto. Se fosse successa una cosa del genere un anno prima, avrebbe esultato, mentre adesso si sentiva vuoto come se avesse perso una parte di sé.
«Andrà tutto bene, Draco» sussurrò Pansy al suo orecchio «Ci siamo noi con te».
«Sto bene» disse «Sto bene, lasciatemi in pace, non ho bisogno della vostra compassione» disse tra i denti, quasi ringhiando. Non sopportava essere compatito, lui si sentiva devastato, a pezzi e senza speranza. Non voleva essere visto così dagli altri.
«Draco, lo sai che non puoi tenerti tutto dentro» disse Blaise «E quest’atteggiamento con me non ha mai funzionato».
«Cosa devo dirti, eh? Che ho cercato di evitare questo momento fin dall’inizio? Che mi sento morire dentro, pensando che lo perderò dopo stanotte?» chiese «Che avevamo immaginato la nostra vita in modo diverso? Cosa vuoi che ti dica esattamente, Blaise? Tu dopo stanotte avrai ancora il tuo ragazzo». Blaise abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole.
«Voglio solo aiutarti» disse «Mi dispiace, per te e per Potter, facevo il tifo per voi, lo sai». Draco annuì e abbassò lo sguardo, sentiva di essere ad un passo dalle lacrime, così si alzò ed uscì fuori, all’aria aperta. Guardò su nel cielo e lo vide pieno di nuvole. Faceva freddo e loro stavano lì fermi a parlare, mentre Harry moriva per tutti loro, da solo al freddo, lontano dalle persone che amava. Era ironico che fosse l’unico a pensare a una cosa del genere, visto che tutti erano lì a fare finta di niente. Lui non riusciva ad accettare la cosa, voleva solo che qualcuno gli dicesse che fosse un brutto incubo.
«Lascia, ci penso io» disse Ron, fermando Blaise che si stava avvicinando a Draco per parlargli. Il rosso lo raggiunse in pochi istanti «Cosa pensi? Di essere l’unico che sta soffrendo, Malfoy?» chiese sprezzante «Non è solo il tuo ragazzo che è andato a morire, è il mio migliore amico, mio fratello» disse quasi ringhiando «E non sto facendo la principessina lacrimosa, sto sostenendo Hermione e Ginny e mia madre» disse «Remus ha perso i suoi migliori amici e Harry era tutto ciò che gli rimaneva di loro, qui dentro tutti stanotte perderanno una persona importante» continuò il rosso «Non c’è una singola persona che non sia devastata dall’idea di perdere Harry, quindi smettila di fare così» disse ancora; Draco tacque, sapeva che Ron avesse ragione, ma lui non riusciva a farsi una ragione di ciò che stava accadendo. Gli sembrava tutto un terribile incubo, dal quale voleva risvegliarsi. «Sai, dopo questi mesi in giro, ho capito perché Harry si è innamorato di te. Sì, è vero. Sei insopportabile a volte, e irritante la maggior parte del tempo, ma ho scoperto un’altra parte di te, quella che mi ha salvato la vita ed è rimasta sveglia accanto a Harry quando aveva gli incubi e che ha aiutato Hermione a venire a capo di alcune situazioni spinose» disse il rosso, Draco non sapeva se piangere o ridere: era apprezzato e consolato da Weasley, lo stesso che per anni aveva preso in giro «E, anche se mi sembra assurdo, ormai fai parte della mia famiglia, sei compreso nel pacchetto. E lo so che stai male, stiamo tutti male, Draco, ma non tenerti il dolore per te, condividilo con noi, siamo tutti qui anche per te» gli disse, con un tono che suonò fraterno e affettuoso.
Il biondo restò in silenzio per lunghi istanti, poi dopo aver elaborato le parole di Ron, riprese a parlare, ma un singhiozzo lo tradì. Fu quello a spingere Ron ad abbracciarlo. Draco, senza forze, si appoggiò a lui e singhiozzò.
«Non riesco a respirare» ammise «Io… io non riesco a respirare, mi sembra così assurdo che noi… noi non lo vedremo mai più e…» deglutì cercando di trattenere le lacrime «Mi dispiace per tutti voi, ma non riesco… io non riesco ad accettarlo» disse a bassa voce, mentre alcune lacrime gli rigavano il viso. Ron immaginava come si sentisse, si sentiva anche lui così impotente. Nessuno di loro poteva fare niente, mentre Harry si sacrificava per loro. Tutto sembrava calmo, ma dentro di loro c’erano delle immense tempeste implacabili.
«Lo so» fece Ron, cercando di consolarlo, un paio di lacrime scapparono anche a lui «Lo so che è dura. Ma prendertela con Blaise o con Pansy o con me non ti farà stare meglio, né lo riporterà qui» disse piano «Sarebbe molto felice e orgoglioso di noi, se dopo stanotte, vincessimo questa dannata battaglia. Io farò di tutto per sconfiggere Voldemort, lo farò per Harry e per la mia famiglia».
«Vorrei essere forte almeno la metà di quanto lo sei tu, Weasley» confessò, scostandosi da lui e abbassando la testa «Hai ragione, dobbiamo continuare a combattere anche per lui, soprattutto per lui che si è sacrificato per noi» mormorò «Mi dispiace averla presa così, è che… lo amo» disse mestamente, sospirando.
«Lo so» disse Ron comprensivo «Anche lui ti ama».
Draco annuì e prese un respiro profondo: «Dammi cinque minuti, arrivo subito».
«Hai bisogno di un altro abbraccio?» chiese il rosso, per smorzare la tensione, guadagnandosi uno sguardo omicida da parte di Draco.
«Non azzardarti mai più» fece, lasciandosi tradire da un sorriso «Ma grazie».
«Miseriaccia, sei inquietante, non farlo mai più!» esclamò Ron, poi gli rivolse un sorriso «Ricordati che insieme siamo più forti, è ciò che ho imparato dopo aver passato anni dietro a Harry» disse strappandogli una mezza risata «Sai, tu e lui siete più simili di quanto immaginiate, anche lui pensa sempre di poter affrontare ogni cosa da solo. Quello che gli è stato difficile capire è che non è mai stato solo. E neanche tu lo sei».
«Grazie» soffiò piano Draco. Ron annuì e tornò dentro, Draco lo vide abbracciare prima la Granger, poi sua madre e sua sorella, dicendo loro parole di conforto, poi quelli che dovevano essere i suoi fratelli maggiori abbracciarono lui, per confortarlo; Draco si rese conto di non aver chiesto a Ron come stesse la sua famiglia, dopo la battaglia, ma a giudicare dal numero di "teste rosse", dovevano essere tutti vivi, anche se un po' feriti. Anche Blaise, Neville e Pansy stavano consolando le tre donne, cercando di confortarle in qualche modo. Erano quelle più legate ad Harry in assoluto. La signora Weasley aveva sempre detto di averlo sempre visto come un altro figlio. Draco guardò un attimo verso la foresta proibita e poi annuì. Si asciugò il viso e si fece forza su se stesso e tornò dentro, raggiungendo gli altri, si scusò con Pansy e Blaise per il suo atteggiamento isterico e loro fecero una battuta sul fatto che ormai fossero abituati alle sue scenate; poi fu investito da un abbraccio materno da parte della signora Weasley, che gli chiese come stesse. Anche se era una situazione abbastanza drammatica, Draco si sentì al sicuro tra quelle braccia. E si convinse. Avrebbe combattuto per tutti loro, ma soprattutto per Harry, per vendicarlo. Tonks gli si avvicinò e gli strinse una spalla per confortarlo, il ragazzo le fu grato, apprezzava davvero il gesto della cugina, non aveva motivi per consolarlo, ma in qualche modo, gli diede un’ulteriore spinta per affrontare quella situazione.
Fu in quel momento che Piton li raggiunse e, quando la McGranitt gli puntò la bacchetta contro, l’attuale preside dovette ammettere le proprie colpe e raccontare anche a lei ciò che Silente gli aveva ordinato di fare e ciò che aveva riferito a Potter. La donna era sconvolta, e non poteva credere alle sue orecchie, mentre lui spiegava ogni cosa, ogni singolo piano di Silente. Draco si rese conto in quel momento delle reali parole di Silente quella notte. Non tutto era come sembrava perché lui aveva orchestrato la propria morte e quella di Harry alla perfezione. E si sentì tradito di nuovo da quell’uomo che prima li aveva mandati in giro per il mondo in una missione suicida, senza uno straccio di prova (senza Pansy non avrebbero avuto alcun modo per trovare gli horcrux) quell’uomo maledetto era stato anche più meschino di Voldemort stesso. Draco fu pervaso dalla rabbia, così come Ron, Hermione e tutti quelli che ascoltavano le parole dispiaciute dell’ex mangiamorte. Si era fidato di quel vecchio rimbambito, si era fidato di lui, aveva creduto che con il suo piano, Harry sarebbe stato al sicuro e invece lo aveva solo condotto alla morte. Piton gli aveva solo fatto un favore ad ucciderlo, altrimenti lo avrebbe fatto lui stesso.
«Potter teneva davvero a te, Malfoy» disse l’uomo appoggiandogli una mano sulla spalla «Il suo ultimo desiderio è stato che ti proteggessi».
«Stupido, Potter» mormorò Draco, ingoiando tutte le lacrime che avrebbe voluto versare ancora.
 
§§§
 
Harry raggiunse la foresta proibita. Aveva il cuore che batteva a mille, era pronto a morire per salvare tutte le persone a cui teneva, ma era anche spaventato. Si chiese se, prima di morire, avesse rivisto tutta la sua vita passargli davanti agli occhi: gli sarebbe piaciuto rivedere il suo ultimo anno come ultima cosa. Avrebbe voluto avere il volto di Draco impresso nella mente, prima di morire. Si era lasciato indietro le persone più importanti per lui, aveva lasciato Draco con gli altri, anche se avrebbe preferito averlo al suo fianco in quel momento. Ma sapeva che, se lui fosse stato in pericolo, sarebbe stato più difficile, non voleva morire davanti ai suoi occhi. Sperava che stesse bene e che prima o poi riuscisse ad essere felice come meritava d’essere. Non poteva sopportare che soffrisse, ma non poteva fare altrimenti. Voldemort doveva essere sconfitto e lui era l’unica soluzione, la sua morte avrebbe ucciso il mago oscuro, era un sacrificio che era pronto a fare. Chiuse gli occhi, per un momento cercò di focalizzare il volto di Draco sorridendo, uno di quei sorrisi spontanei che faceva sempre, che riuscivano a farlo stare bene. Le promesse che si erano fatti durante quei mesi in cui erano in fuga, l’immagine del loro primo appuntamento che aveva ballato nella sua mente per giorni, loro che vivevano a Grimmauld Place dopo aver preso i MAGO, loro che sceglievano cosa fare del loro futuro, senza pressioni da parte di nessuno. Aveva persino immaginato un litigio tra lui e Draco, lui che voleva fare l’Auror e il suo ragazzo che tentava di dissuaderlo e di convincerlo a scegliere un altro lavoro, un lavoro meno pericoloso, più sicuro. Si lasciò coccolare da quell’immagine, ma Draco avrebbe avuto una vita felice con qualcun altro. Improvvisamente ricordò quella volta in cui si erano ubriacati e avevano scherzato sul fatto che Draco sarebbe andato al suo funerale e si sarebbe ubriacato lì. Harry sorrise, cercando di trattenere le lacrime.
Prese dalla tasca il boccino che Silente gli aveva lasciato e lo strinse tra le dita, diceva "Mi apro alla chiusura". Beh, lui ci era arrivato, era arrivato alla sua fine. «Sono pronto» sussurrò, lo avvicinò alle labbra e lo toccò delicatamente. Questo si aprì rivelando al suo interno una pietra scura. Spalancò gli occhi, stando alla leggenda che aveva raccontato Draco, quella doveva essere la Pietra della Resurrezione. Perché Silente l’aveva lasciata a lui?
Sospirò e la prese tra le dita, non appena la strinse tra le dita, i fantasmi dei suoi genitori e di Sirius si manifestarono attorno a lui. Li guardò a uno a uno con gli occhi pieni di lacrime, sentendosi in colpa con tutti loro. Ascoltò le parole rassicuranti di sua madre, quelle di Sirius e quelle di suo padre, avrebbe tanto voluto averli accanto a sé.
«Ma noi saremo sempre accanto a te, Harry» gli disse sua madre, come se avesse letto nel suo pensiero «Sta’ tranquillo, andrà tutto bene, non ti abbandoneremo adesso». Il ragazzo deglutì e annuì, certo, lui era coraggioso, era il prescelto, era pronto a morire per i suoi amici, ma aveva paura e questa un po’ lo bloccava.
«Saremo sempre accanto a te, Harry» gli disse Sirius «Non ti lasceremo mai, perché anche se tu non ci vedi, noi siamo qui» fece, indicando il petto del ragazzo, all’altezza del cuore. Una lacrima scappò dagli occhi del prescelto: era una delle prime cose che Sirius gli aveva detto, quando si erano conosciuti.
«Sii forte, Harry, noi ti staremo accanto» gli disse suo padre «Non temere, figliolo, presto tutto questo sarà finito».
Harry annuì e, solo in quel momento, lasciò andare la pietra per terra. Nonostante non potesse vederli, li sentì, tutti loro, accanto a lui pronti a sostenerlo in quel momento fatale. Avanzò lentamente verso il cuore della foresta, lì dove Voldemort lo attendeva. Fu Lucius Malfoy a trovarlo, lo vide sorridere crudelmente e lo afferrò per un braccio portandolo al cospetto di Voldemort. Harry non finse neanche di opporre resistenza, sapeva che fosse inutile. Stava seguendo il suo destino.
«Quel traditore di mio figlio non ti ha seguito fino a qui?» chiese «Sarebbe stato divertente ucciderlo davanti a te e poi mettere fine alle tue sofferenze» rise l’uomo.
«Fottiti, Malfoy» ringhiò Harry «Non riuscirai mai a fargli del male».
«Questo lo vedremo» sibilò l’uomo «Quando il Signore Oscuro avrà finito con te, ci occuperemo anche di Draco».
Il Grifondoro fece per ribattere con lo stesso tono tagliente, ma Lucius lo strattonò con forza, gettandolo ai piedi del mago oscuro che rise nel vederlo lì; il prescelto si rimise in piedi e fronteggiò il nemico con la rabbia nello sguardo.
«Harry Potter!» esclamò il viscido mago oscuro «Il ragazzo che è sopravvissuto, è venuto a morire». Bellatrix rise «Hai avuto fegato a venire fin qui…»
Harry lo guardò con sfida, impassibile alle se provocazioni «Uccidimi pure, Tom» lo sfidò «Non ho paura di te».
«Te l’avevo detto che avresti perso… ma tu non mi hai voluto ascoltare» disse, guardandolo con crudeltà «Avada Kedavra
Un lampo di luce verde colpì il petto di Harry e quest’ultimo cadde per terra, come un fantoccio. A causa del contraccolpo, anche Voldemort cadde per terra e non si rialzò per un lungo momento.
Quella notte Harry Potter morì e Draco Malfoy, a distanza di qualche chilometro, lo avvertì chiaramente, sentendo un dolore lancinante al petto.




______________________________

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
 
Buona sera my darling!
Ho mentito, avevo detto che avrei ritardato, invece eccomi qui :D
Dato che, a causa dell’influenza, in questi giorni non sono andata all’università, ho avuto un po’ di tempo per mettermi in pari con lo studio e ho trovato un’oretta per correggere il capitolo, senza farvi aspettare troppi giorni! :D
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, perché qui tutti i nodi vengono al pettine. E Harry, come tutti sapevamo, si sacrifica. Il mio bimbo çç e Draco sclera un po’, ma lui aveva davvero sperato con tutto il cuore di essersi sbagliato, di non aver capito un tubo. Invece aveva ragione e alla fine, beh… Harry si è sacrificato. Ci sono state un sacco di lacrime, nel prossimo ci toglieremo Voldemort dai co.. dalle scatole! Non vedevo l’ora di farlo schiattare per tornare al romanticismo tra Draco e Harry LOL (e anche a cose più hoooot).
In questo poi, abbiamo il consolidamento dell’amicizia tra Draco e Ron, solo lui poteva riscuoterlo. Blaise lo avrebbe solo consolato, non gli avrebbe detto le cose come dovevano essere dette. Solo Ron poteva dargli una strigliata. Vi aspettavate il ruolo di Piton in tutto ciò? Alla fine non è così cattivo come credevano Harry e Draco. Ha protetto tutti gli studenti di nascosto. E vabeh, alla fine l’ho salvato LOL la sua morte era inutile dato che la bacchetta di Silente è di Draco e Voldy lo sa lol. E sì, ha avuto anche il suo chiarimento con Harry (ma Harry stavolta non darà il suo nome a suo figlio LOL) e niente, gli ha anche promesso che proteggerà Draco, che cosa si vuole più da lui? Voldy non sarà molto contento di questo… beh, se ne farà una ragione.
Lucius avrà quello che si merita. E tutti vivranno felici e contenti, lo prometto, ma prima di ciò, ovviamente dovevano passare per la fase “tragica”.
Anyway, scusate le note striminzite, sono ancora convalescente ><
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Ringrazio di cuore lilyy e Eevaa che hanno recensito lo scorso capitolo, chi l’ha aggiunta alle varie categorie e chi la legge spendendo un click :3
Ci si becca il prossimo weekend con il nuovo capitolo, a presto!
 
Fatto il misfatto!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview