Film > Altro - Avventura/Azione
Segui la storia  |       
Autore: The black angel    02/08/2009    0 recensioni
Leonardo, così si chiamava, era l’ultimo proprietario di quella villetta, che per anni aveva ospitato i tristi e cupi riti di una setta segreta ai più, l’ordine più antico che il mondo ricordasse ancora, un gruppo di pochi eletti che lottavano per restituire all’umanità ciò che le apparteneva fin dai secoli precedenti, ma che era andato perduto
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1838. Erano tempi bui, quelli. La Guerra di Primavera era appena finita e nessuno dei due schieramenti aveva riportato importanti successi. Ovviamente, non si poteva dire lo stesso per quanto riguarda la distruzione delle regioni, detriti ovunque, uomini tolti ai campi e alle famiglie e mai tornati – quindi economia immobile – e una grande carestia. Un vero disastro, a dire il vero. Vista la grande povertà che si avvertiva in quel periodo, era molto sostenuta anche la presenza di ladri per le vie, tanto che diventava pericolosissimo girare nelle vie. Nessuno osava avventurarsi nella grande macchia che caratterizzava la regione, meno che mai vagare di notte. Eppure erano frequenti i furti; ciò significa che era proprio nei villaggi il grande afflusso di ladri, che si mescolavano alla povera gente.

Tra le rovine tutto ciò che si riusciva a recuperare era bruciato a causa di un incendio divampato negli ultimi giorni di guerra, e che era risultato a dir poco devastante. Ciò che preoccupava maggiormente le persone erano però gli assassini che si aggiravano soprattutto al sud. Erano una branchia ristretta dei ladri, si muovevano furtivi, ma uccidevano solo per vivere. I bambini erano tenuti in casa dalle madri, e quando dovevano uscire, erano terrorizzati, tant’è che volevano rientrare il prima possibile. Le case non erano più sicure, ma era più difficile entrarci e quindi tendevano a fare quell’effetto ai suoi abitanti. Il termine assassino in quel periodo aveva assunto un significato diverso, banalmente era riferito a tutti coloro che compivano un omicidio. Il termine originale sottintendeva ben altre caratteristiche, infatti gli Assassini si muovevano come ombre, erano agilissimi e fulminei nel porre fine alla propria missione; inoltre avevano un loro rito, che purtroppo era stato perso nel corso dei secoli.

Nel villaggio erano rimasti pochi uomini, visto che erano dovuti andare in guerra e coloro che erano sopravvissuti alle battaglie erano morti assiderati o per mancanza di cibo ed acqua. Frequentissime erano pure le morti per infezione delle ferite, o per epidemie dovute alla scarsa igiene che si tiene in guerra. Quindi erano rimasti solo vecchi – ormai inadatti al combattimento – e bambini non ancora pronti. Oltre, naturalmente, alle donne. Era difficile che si potesse continuare la produzione agricola, poiché gli attrezzi pesanti erano impossibili da usare per fisici non più allenati.

Tom era un uomo rimasto a casa dalla guerra, data la sua età e la sua non idoneità a combattere. Il suo desiderio di servire il suo re era forte, ma era stato “catalogato” come un inutile peso che l’esercito regio si sarebbe dovuto caricare sulle spalle. Era un uomo che aveva perso tutto, casa, affetti, famiglia ed era diventato un ladro per sopravvivere. Era sulla cinquantina, il suo corpo – benché presentasse i segni dell’età – era ancora atletico, scattante; tutto dovuto agli anni addietro, quando lavorava nei campi e, nel tempo libero, si dedicava alla pesca d’altura. Aveva profondi occhi verdi, capelli brizzolati e lineamenti perfetti, nonostante l’età. Il suo volto era però pieno di rughe e le labbra iniziavano a spaccarsi, fragili. Era ad un crocevia: mezzo reduce e mezzo uomo che voleva dimostrare ancora qualcosa di importante. Infatti, pur essendo un ladro, ambiva ad un obbiettivo storico, voleva far risorgere l’antico ordine degli Assassini, la Gilda.

Per lui la guerra era stata sia positiva sia negativa. Gli aveva tolto tutto, vedere i corpi dei suoi familiari cadere inerti al suolo lo aveva fatto uscire di senno completamente, ma è stato in quei momenti che aveva iniziato ad apprezzare l’aroma ed il sapore del sangue, la cosa fondamentale per entrare nella Gilda. Sapeva che il rito era stato scritto da qualche parte, un passo fondamentale sarebbe stato trovare il foglio, la pergamena. La svolta sarebbe arrivata, e per sempre. Questo era uno dei due motivi per cui aveva iniziato a rubare. L’altro ovviamente era il cibo.

Era esausto e disperato, aveva fame ed il lavoro scarseggiava. Ogni tanto, infatti, veniva anche commissionato per alcuni suoi furti ed in quel caso il compenso era di molto maggiore; erano solo ricchi proprietari terrieri ad avere abbastanza denaro da poterlo ingaggiare. Da alcuni giorni si era avventurato in un’altra regione, dove la guerra non aveva colpito. Sperava che in quei posti ci fossero più risorse, città integre e molti soldi che giravano. Ma si sbagliava. Tutte le case rimaste erano villette padronali, del demos nessuna traccia. Rovine dappertutto, case abbandonate, vie spettrali e completamente vuote: questo era tutto ciò che il panorama della regione poteva offrire. Ci doveva essere stata carestia, o nel passato qualche grave episodio per il regno.

Quella sera pioveva a dirotto, non c’era vento e le nubi non si sarebbero diradate prima di qualche ora. Come se non bastasse le scorte di cibo erano finite, l’acqua introvabile e l’apprensione cresceva. Come avrebbe potuto andare avanti? Non ne aveva le forze. Tutto iniziò proprio così, gli eventi presero una piega inaspettata e tutto il suo mondo cambiò radicalmente. Doveva cercare assolutamente un riparo per la notte ed ecco che gli appare in lontananza una casa, un rudere abbandonato, costruito completamente in pietra e con poche finestrelle. Ci voleva qualche minuto per raggiungerla, ma decise ugualmente di tentare. L’erba tutt’intorno era bruciata, di alberi non c’era nemmeno l’ombra e quello che doveva essere stato un antico laghetto si era prosciugato. Iniziò a farsi delle domande, ma continuò imperterrito il suo cammino verso la casa, oramai ad un passo.

Arrivato davanti al portone, notò che era fatto con un legno pregiato, molto solido e resistente. Si avvicinò ulteriormente e vide davanti alla serratura il simbolo regio. Significava solo due cose: o era un luogo di culto pagano – ovvero in contrasto con la religione adottata dal re in persona molti anni addietro – oppure era la sede di qualche organizzazione a lui non propriamente gradita. La curiosità cresceva, doveva trovare un modo per entrare. Il sigillo era molto antico, rovinato dagli anni e dalle intemperie continue che ci sono a grandi altitudini, ma era ancora intatto. Un occasione da non farsi sfuggire: una casa antica, opposta al re, quindi di un certo valore, per di più abbandonata da almeno duecento anni. Si guarda attorno, non vede nessuno, quindi con un particolare attrezzo da ladro fa scattare la serratura ed entra. La casa è a dir poco spettacolare, anche se molto spartana. È tardi, la notte è calata già da un bel pezzo, quindi decide di coricarsi. Trova un po’ di paglia, la sistema e ci si sdraia, contento di poter finalmente dormire profondamente; l’ultima volta era stata un bel po’ di tempo prima. Guarda le volte per un po’, sente che qualcosa non va, ma preso dalla stanchezza, si addormenta.

Tutto il popolo aveva bisogno di soldi e di cibo, ma l’aiuto da palazzo reale tardava ad arrivare, vista la collocazione tra i monti dei paesini, quindi tutti pativano la fame. Pochi turisti ormai passavano di lì, quindi la gente del posto iniziò ad insospettirsi. Prima un vecchio che si dirigeva verso le vette più alte, adesso due sicari del re. Che fosse successo qualcosa? La casa era stata scoperta? Tutti cercarono di informarsi maggiormente, si ritrovarono agli angoli delle vie, ma da buoni cittadini decisero di non rischiare per la sicurezza del villaggio. Quindi nessuno fece nulla, semplicemente rientrarono nelle loro case e si addormentarono beati. I due uomini mandati dal re, invece, continuarono ad avvicinarsi alla casetta dove avevano visto entrare il vecchio nell’ancor giovane serata. Quell’uomo doveva aver fatto qualcosa di grosso perché il re si scomodasse tanto e mandasse due sicari bravi come loro ad ucciderlo; peccato che non fossero stati informati della motivazione. Un uomo che ammazza senza un buon motivo, lo fa ma senza convinzione alcuna. Semplicemente ubbidisce agli ordini. Questo sarebbe stato un errore enorme.

Arrivarono alla casa, videro il simbolo regio rotto e allora capirono: tramava contro il re ed era entrato in un luogo proibito. Entrarono cercando di non fare rumore, lo cercarono scrupolosamente, ma né al primo né al secondo piano trovarono niente. Salirono le scale, all’ultimo piano lo videro coricato su un pagliericcio ed estrassero fulmineamente i pugnali. A bassissima voce iniziarono la frase di rito: <>.

Tom si svegliò di soprassalto, con strani sogni in testa e voci nelle orecchie. D’istinto schivò il primo colpo, ma il secondo lo colpì al fianco. Il sangue iniziava ad uscire dalla ferita, molto profonda, ed ecco un altro colpo in arrivo. Con uno sforzo riuscì a rotolare su se stesso e a levarsi dalla traiettoria del pugnale, ma un dolore lancinante lo scosse dalla testa ai piedi. Si mise in piedi a fatica, si appoggiò alla balaustra e scese le scale fino al portone d’ingresso. Lì trovò una spada corta appesa alla parete, due frecce ed un arco. Prese quest’ultimò, lo preparò e appena uno dei due uomini fu a portata di tiro, senza esitazioni, scoccò la freccia. Andò a segno, lo colpì in pieno petto e stramazzò al suolo, inerte. L’altro però fu rapido, prese un secondo pugnale dalla cintura e glielo tiro contro. Tom se ne accorse all’ultimo e si parò con l’arco. Questo venne distrutto dalla lama, quindi non restava altro che combattere corpo a corpo con le spade. La stanchezza si faceva sentire tanto quanto la ferita, sempre più aperta dallo sforzo. Iniziarono il combattimento, due affondi colpirono di striscio il sicario, ma altrettanti fu costretto a subirne. Mentre si preparava ad un nuovo affondo, sentì le forze scorrergli via e cadde al suolo. L’ultima cosa che vide fu il suo nemico cadere, morto, sul lungo tavolo del primo piano. Poi solo buio. 

(Glossario: assassino = uomo che, banalmente, commette un omicidio.

                    Assassino = membro della Gilda degli Assassini )                                Continua.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Avventura/Azione / Vai alla pagina dell'autore: The black angel