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Autore: ghost_blu    11/03/2020    0 recensioni
A voi lettori illustrissimi do il benvenuto in questo angolo depresso in culo di internet che nessuno caga, ma io devo ritagliarmelo per forza o i pensieri, brevi racconti sconclusionati o girotondi di parole senza senso che barcollano tra le mie meningi, finiranno per uscirmi dagli occhi se non li vomito qui sopra e non sarà un bello spettacolo cazzo.
Quindi diciamo che questo è un diario??? Che cagata. Facciamo che questo è un robo, un affare dove metterò tutto quello che mi pare. Se volete leggere leggete, altrimenti leggerà solo Dio.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fuori piove.
Ma piove da far schifo della serie che l'ombrello che ha in mano ad una certa le vola via e si sfracella contro un albero da quanto piove. Quando succede i suoi occhi si riempiono di risate e ride come una bambina urlando e scappando sotto il primo pergolato che trova. Resta lì.
Resta lì sotto con il giubbotto scuro e fradicio, le goccioline di pioggia che capitombolano dal suo cappuccio. Sta lì ferma in quella stradina stretta e buia, completamente silenziosa e abbandonata da qualsiasi anima. Sorride ancora, il volto oscurato dalla notte e illuminato solo da qualche pallida luce proveniente dai lampioni. Fa così freddo che neanche lo sente, da quanto ride, da quanto è serena. Sta lì in quel vicolo, sotto quel pergolato, in questa notte chiara. Mentre ancora le spalle le sobbalzano per le risate, in tre secondi una sigaretta sottile si infila tra le dita ghiacciate e umide, incontra le labbra allungate in un sorriso sghembo e si abbraccia con la fiamma di un accendino bic blu, che le illumina il volto solo per un istante. Già che c'è poi, trova pure il posto a sedere sulla gradinata di questa casa riparatrice e sconosciuta a cui a chiesto asilo. Accanto a lei crescono delle margherite, di cui il biancastro dei petali è appesantito dalla pioggia e ingrigito dal buio. Si allungano verso quel cielo crescendo stronze e inarrestabili da una crepa nel marciapiede. Lei le fissa e pensa che le erbacce sono così cazzute. Ride ancora per la minchiata appena detta e intanto espira fumo e condensa fredda.
Resta semplicemente così. Buio, silenzio, pioggia, sigaretta.
Sussurra appena.
«Sono felice»
E il cuore a quel punto non regge più, si inonda di così tante emozioni che straripano, la prendono in ostaggio e vincono, la giustiziano e il suo sangue ricade così immensamente felice sotto forma di lacrime. Singhiozza mentre sorride, e più si rende conto di quanto sia caldo il suo petto e più piange. Come una bambina, così piccola.
È felice e allora perché è anche così triste? Perché è ancora così rotta perché? Perché piangere se si è felici? E più ci pensa e più le lacrime corrono e si ritrova con la testa tra le ginocchia, le guance umide e fredde e il cuore bollente. È così tanto felice. Felice felice felice, lo ripete a se stessa e nella sua testa così tanto da farle girare la testa. Ma qualcosa continua a non andare. E no, non la limita, non rovina niente di quel bellissimo sentimento, ma lo accompagna. La tristezza così abissale dentro di lei prende a braccetto quella felicità così bambina e ridente, quelle risate sguaiate che faceva solo mezz'ora fa insieme ai suoi primi due amici, insieme a Giulio che la baciava in continuazione. Insieme, insieme ad altri, ha mai usato quest'espressione per parlare di lei? Per parlarne in modo così tanto leggero e senza catrame addosso, senza vedere nelle altre persone il dolore. Ma è mai stata così?
Che strano pensa, mentre un gatto nero si unisce a lei cercando riparo anch'esso, mettendosi cupo e ferino all'ombra di un vaso, che strano dice: pensava che la felicità fosse diversa dall'allegria. E mentre lo dice si smentisce da sola e capisce quanto il dolore le abbia ormai preso tutto, quanto tutta quella merda in cui vive si sia rubata ogni pezzetto della sua umanità, della sua vita e dei suoi sentimenti. Ormai i suoi fantasmi hanno vinto, riescono ad infestare anche serate come questa, ma poi pensa che ci riesce comunque ad essere felice nonostante pianga come il cielo.
È come se due ombre viaggiassero dentro di lei. Nessuna vince e nessuna perde, ma insieme almeno per questa notte, la fanno rimanere ancora viva. Viva abbastanza da guardare le margherite, da accarezzare quel gatto nero, da asciugarsi le lacrime con la pioggia, da ridere ancora e abbastanza per fare l'amore tutta la notte.
Finché resiste allora, potrà ancora essere.

 

   
 
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