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Autore: ShannaInLuv    16/04/2020    3 recensioni
Son passati sei anni da quando Bakugou Katsuki è partito, improvvisamente. Sei anni che nessuno lo vede, lo sente... si hanno sue notizie solo attraverso le imprese eroiche del telegiornale. Eppure, nonostante tutto, Bakugou è tornato: la notizia dell'incidente mortale di Red Riot è arrivata fino all'America. Ma non è solo per quello: alcuni fantasmi del passato andavano eliminati.
( Dal prologo)
«Come stai?»
Come aveva immaginato, Bakugou sbuffò, ringhiando tra i denti. Voltò il capo, guardando la pigra pioggia che cadeva sui marciapiedi, fuori dal bar.
«Non fare domande del cazzo. Cosa vuoi, Todoroki?»
«Il matrimonio di Midoriya e Uraraka.»
TodoMomo| IzuOcha Kacchako | altre possibili ship.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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But I won't cry for yesterday
There's an ordinary world
Somehow I have to find
And as I try to make my way
To the ordinary world

I will learn to survive
-(Ordinary World, Duran Duran)


1. What hurts most. (Prologo)



Il bar era pieno di gente, poteva sentire il brusio delle parole, le risate fin troppo esplosive e il rumore delle tazzine da caffè che poggiavano i piattini. Aveva sempre avuto un udito fine, seppur non avrebbe mai eguagliato Jirou Kyoka; con una mezza smorfia, ringraziò che le richieste che aveva fatto al titolare del bar – ovvero quelle di avere un angolino riservato, coperto di separè, e servizio al tavolo – erano state soddisfatte. D'altronde, la sua fama lo precedeva, così come precedeva quella dell'ospite davanti a sé.

Fece per portare alla bocca la tazza di tè e, non appena questa toccò le sue labbra, la ripose immediatamente giù, non trattenendo una smorfia. Calda, era una bevanda ancora troppo calda. Eppure, si era ben raccomandato di ordinare del tè freddo.

Allontanò la tazza, aspettando che si freddasse.

 

«Sono davvero sorpreso tu sia venuto.» esordì, allora, visto che la persona che aveva davanti si limitava a guardarlo in cagnesco. Quello che aveva detto era vero: non si sarebbe mai aspettato che lui, proprio lui, si precipitasse a Tokyo più veloce di quanto avrebbe fatto lui con il suo scivolo di ghiaccio.

I suoi occhi rabbiosi lo fissarono, sembravano bruciare più delle fiamme ardenti. «Certo che son qui, Bastardo a metà.» sbottò.

Todoroki Shouto sorrise. Era da tanto tempo – anni- che non sentiva quello sgradevole soprannome. Eppure, qualcosa gli mancava. Quel semplice nomignolo bastava per riportare a galla avvenimenti importanti e, sinceramente, anche un po' malinconici.

«Ma,» ci tenne a precisare il suo interlocutore. «Non sono qui perchè me lo hai chiesto tu. Ma per Eijiro.»

«Lo so.» gli occhi calmi di Todoroki fissarono dritto in faccia Bakugou Katsuki per la prima volta da quanto lo era andato a prendere all'aeroporto, per poi portarlo lì. I suoi occhi, rossi e rabbiosi, sembravano quelli di un tempo. Eppure, perfino lui sapeva che c'era di più – molto di più - , nonostante non fossero mai stati amici.

Per un attimo si domandò se Bakugou provava del dolore - sia per essere tornato a Tokyo, sia per quello che era accaduto - , per poi dirsi mentalmente che era Bakugou, e non l'avrebba mai ammesso. Tantomeno a lui.

Ciononostante, cercando di rompere il ghiaccio – cosa in cui lui non era assolutamente capace – azzardò: «Come stai?»

Come aveva immaginato, Bakugou sbuffò, ringhiando tra i denti. Voltò il capo, guardando la pigra pioggia che cadeva sui marciapiedi, fuori dal bar.

«Non fare domande del cazzo. Cosa vuoi, Todoroki?»

 

Todoroki sospirò. Già, se lo chiedeva anche lui. Che cosa voleva, esattamente? Perchè lui – tra i tanti ex membri della sezione A – si era recato lì, per sostenere una conversazione con Bakugou?

Perchè...

Non lo avrebbe mai ammesso, che un po' si sentiva in colpa di quello che era accaduto anni prima. Eppure, in cuor suo, sapeva che non era bravo con queste cose, non lo era mai stato, ma non poteva essere una giustificazione per quello che non era riuscito a dire.
Quindi, senza spiegarlo agli altri – anche se Momo sapeva, sapeva sempre tutto,lei. Anche senza dirle nulla. - aveva deciso di prendersi carico di raccontare a Bakugou ciò che era successo a Kirishima e del... matrimonio tra Deku e Uraraka.

Todoroki deglutì, scacciando malamente i pensieri che gli stavano affollando la mente. «Ti ho chiamato per Kirishima, ovviamente. Quello che gli è successo è terribile. Ma c'è un'altra cosa...»
Il volto di Katsuki si rabbuiò: probabilmente aveva capito cosa stava per dire, dove stava andando a parare. Tuttavia, non disse nulla, e lasciò che il figlio di Endeavor continuasse.

«Ci saranno delle cose cambiate, rispetto a sei anni fa...»

«Non ci girare intorno, Bastardo a metà. Non è da te. Dillo e facciamola finita con questa farsa di amichetti del liceo.» sputò rabbioso Katsuki; sapeva, in qualche modo, che quello che stava per dire Todoroki non gli sarebbe piaciuto per nulla.
Possibile che il grande Ground Zero potesse avere paura di semplici parole?

Gli eroi hanno meno paura dei supercattivi, dei sentimenti,invece, molti... pensò amaramente Todoroki.

 

Ancora una volta, riportò l'attenzione sull'ex compagno di classe. La sua mente, quel pomeriggio, non voleva proprio rimanere concentrata. «Il matrimonio di Midoriya e Uraraka.»

Sebbene si fosse abituato a chiamare l'amico “Deku” - a causa delle varie missione che svolgevano insieme – o Izuku, non era il caso di sbatterlo così in faccia a Bakugou.

La reazione di Bakugou fu abbastanza tranquilla: distolse gli occhi da Todorki, stringendo appena i pugni. Il figlio di Endeavor non potè evitare di chiedersi come stesse dentro; lasciò subito perdere ogni tentativo di consolarlo: non l'avrebbe mai accettato. Meglio così, si disse.

«Cosa vuoi che m'importi?!» abbaiò, con il solito tono rabbioso, leggermente incrinato. Sì, Todoroki capì che allora Bakugou stava male. «Non ho voglia di stare appresso a queste bambinate. Cresci

Un po' gli dispiaceva – più di “un po'”, e sì, ancora una volta, si sentì in colpa per non aver fermato Bakugou quella sera. Aveva lasciato che scoprisse quello che lui sapeva. Quello che Uraraka gli stava nascondendo.

Da quella situazione, sei anni prima, ne erano usciti tutti distrutti: la partenza drastica di Bakugou per l'America, i cuori spezzati degli amanti. Il suo rimorso che lo stava logorando dentro da sei anni.

Todoroki decise che la conversazione era finita lì. Si alzò, lasciando ancora la tazza di tè intatta, afferrando il cappotto scuro. «Ci vediamo in ospedale. E, anche se sembra strano detto da me,» Bakugou continuava a non guardarlo. «Bentornato, Ground Zero.»

Aprì il separè che affacciava sulla sala del bar, improvvisamente meno affollato di prima. Indulgiò sulla porta, prima di aggiungere un'ultima cosa. «E chiama Deku.» sarebbe stato felice, molto felice, di riavere il suo migliore amico e rivale.
L'unica risposta che ricevette dal ragazzo esplosivo fu un'altro, roco, ringhio e un pugno che batteva sul tavolo.

Bentornato, Bakugou Katsuki.


***

AngolinoAutrice(?)

Approdo sul fandom di Boku no hero con questa mini-long. (Penso che saranno più o meno cinque o sei capitoli al massimo) e, oltretutto, festeggio il mio ritorno su EFP, dopo anni
Comunque, ho appena finito di vedere l'anime di Boku no Hero - sto continuando con le scan, ma non vi preoccupate, non ho intenzione di mettere spoilers) e questa fic mi gira in testa da un paio di giorni, così ho deciso di scriverla.
Alloora, piccole delucidazioni: come avrete capito la storia è incentrata su Bakugou, ma non solo: avremo anche il punto chiave del personaggio di Todoroki - e da qui, la TodoMomo - , quindi i povs penso si alterneranno.
Detto questo, spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate. Il prossimo aggiornamento sarà entro un paio di giorni :)
Un saluto,
Plus ultra!
Shanna.

 

   
 
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