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Autore: la_pazza_di_fantasy    17/04/2020    2 recensioni
Roxanne e Fred, che non sanno di far parte della famiglia Weasley, decidono di continuare i loro studi ad Hogwarts trasferendosi rispettivamente da Beaubatons e Durmstrang.
Faranno nuove amicizie, nasceranno degli amori e soprattutto potrebbero scopire il loro vero cognome.
Tutto questo contornato dalla presenza degli altri ragazzi che fanno parte della nuova generazione di Harry Potter.
Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley Jr, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Verso mezzanotte George uscì fuori in giardino e si mise seduto. Angelina aveva notato il suo strano comportamento dopo che aveva visto il fantasma di suo fratello, ma non gli aveva detto niente. E George aveva aspettato che tutta la sua famiglia fosse andata a dormire prima di uscire e raggiungere il giardino.
-mi sembrava strano che solo loro due riuscissero a vedermi. Ho fatto bene a seguirli- disse il fantasma di Fred avvicinandosi al gemello.
-ti vedono solo loro?- chiese George che ancora non riusciva a crederci.
-si, loro e tu- disse Fred. -sono apparso ad Hogwarts dopo che tu sei scomparso. Cosa cazzo avevi in mente?-
-io…non lo so- disse George abbassando lo sguardo.
-se non lo sai allora ritorna a casa e presenta i tuoi figli a nostra madre. Già li adora figurati quando scoprirà che sono suoi nipoti-
-tu scomparirai?-
-si, credo che il mio compito sia quello di riportarti a casa-
-se invece non lo facessi tu potresti…-
-no. Devi farlo. Sono stufo di essere un fantasma.-
-ci ho messo anni a cercare di andare avanti senza di te e sono riuscito a sorridere nuovamente solo quando ho rincontrato Angelina- rivelò George.
-io ormai sono nel passato, sono solo un ricordo che devi custodire gelosamente e ritornare a casa- disse Fred sorridendo al fratello che ricambiò il sorriso.
-comunque mi sembrava abbastanza strano che Angie avesse dato il mio nome a suo figlio. C’è il tuo zampino dietro?-
-in realtà è stata un’idea sua visto che è nato il primo aprile-
-come noi?-
-si, come noi- disse George ricordandosi di come quel giorno non era a casa perché era andato alla tomba del fratello e quando era ritornato a casa gli era preso un colpo non trovando la moglie. L’aveva cercata per tutta la casa fino a quando non si era accorto della polvere volante che era finita leggermente fuori dal camino. Si era chiesto più volte dove poteva essere andata visto che era incinta e il bambino sarebbe nato di li a poche settimane. Ed era stato allora che aveva avuto l’illuminazione ed era corso subito al San Mungo dove aveva trovato la moglie con il figlio in braccio appena partorito. Gli aveva sorriso e gli aveva detto che si sarebbe chiamato Fred e che non accettava obbiezioni da parte sua. George era scoppiato a piangere e aveva abbracciato entrambi.
-comunque come mai Percival come secondo nome?- chiese Fred ricordandosi del nome intero del nipote.
-perché è Percy il padrino anche se non lo sa ancora- disse George facendo scoppiare a ridere Fred.
-mi immagino la faccia quando lo scoprirà- disse poi il fantasma. -tornerai a casa quindi?-
-si, lo farò- disse George che alla fine si era convinto. Parlare con il suo gemello gli aveva fatto capire che quello che stava facendo non gli avrebbe portato niente di buono.
-bene- disse Fred e nel mentre si accorse che stava iniziando a scomparire. Anche George se ne accorse e sgranò gli occhi. -questa è la conferma che stai dicendo la verità. Se non lo fai ritorno e ti faccio fuori. Saluta Fred e Roxy per me- disse poi Fred scomparendo del tutto mentre George scoppiava a piangere. Anche se per poco era stato bello riavere il suo gemello.
-lo farò- sussurrò poi alzandosi e rientrando dentro.
Cercando di fare il meno rumore possibile entrò nella sua camera dove vide la figura di Angelina addormentata e sorrise. Finalmente avrebbe potuto presentare sua moglie alla sua famiglia.
Si distese sul letto e aggiustò meglio le coperte per coprire entrambi e poi strinse da dietro la donna lasciandole un bacio sui capelli.
-tutto bene?- chiese lei che non stava per niente dormendo.
-scusa, ti ho svegliata?- chiese George.
-no, ero sveglia. Tutto bene?- chiese nuovamente la donna.
-si, ho visto Fred- disse George.
La donna si girò verso il marito e in quel momento si accorse dei suoi occhi leggermente arrossati.
-mi ha detto che sono un coglione e che devo subito tornare a casa- disse George ridacchiando mentre anche Angelina sorrideva. -lo farò, non adesso. Quando i ragazzi torneranno ad Hogwarts- disse poi alla muta domanda della donna.
-sono contenta che sia riuscito a farti cambiare idea- disse Angelina baciando il marito.
-era diventato un fantasma proprio perché io era scappato dai ricordi. Glielo dovevo- disse George stringendo di più a se la moglie.
-gli hai anche detto chi è il padrino di Fred?- chiese lei ridacchiando seguita a ruota dal marito.
-certo che si. È scomparso dopo che li ho promesso di tornare a casa- disse poi rabbuiandosi.
-sei davvero sicuro di volerlo fare quando i ragazzi sono ad Hogwarts?- chiese Angelina. -se lo scoprono li succede un macello- disse Angelina cercando di convincere il marito.
-e quando lo dovrei fare?-
-domani-
-ma sei pazza?-
-no, pensaci- disse la donna per poi stringersi di più a George e chiudere gli occhi.
 
George aveva una gran voglia di prendere tutto e scappare da li, ma aveva promesso a Fred che avrebbe parlato con i suoi e ad Angelina che l’avrebbe fatto il prima possibile. Si era svegliato presto quella mattina, non aveva nemmeno incrociato i figli a colazione. Aveva semplicemente lasciato un bigliettino ad Angelina spiegandole cosa era andato a fare.
 
Molly finì di infornare gli ultimi cornetti e si girò verso l’orologio. Ormai era diventata un’abitudine controllarlo ogni volta che aveva tempo. Solo per vedere la lancetta di George vicino a quelle degli altri suoi figli.
Quando però aveva lanciato lo sguardo all’orologio si era avvicinata per esserne sicura. La lancetta di George era proprio li, vicina alle altre. Non si era sbagliata, non era un miraggio. Era davvero li.
La donna si guardò intorno in cerca del figlio, ma sembrava non esserci. Possibile che si fosse sbagliata? O meglio che la lancetta fosse difettata? Sapeva che il figlio non era morto solo perché la sua lancetta non si era ancora staccata, ma se stava per succedere proprio in quel momento? Diede un piccolo colpetto all’orologio per vedere se si rimetteva a posto, ma tutto rimase come prima.
-non è rotto- disse una voce alle sue spalle e la donna si girò per poi sgranare gli occhi pieni di lacrime.
-George!-
-ciao mamma-

 
   
 
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