Film > The Avengers
Ricorda la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    02/05/2020    5 recensioni
Con questa minilong in quattro capitoli proseguo la mia personale risoluzione di quello che non mi è piaciuto in Avengers: Endgame e questa è il seguito naturale della mia precedente minilong "Of Jupiter and moons". Steve deve riportare le Gemme dell'Infinito nel loro spazio e tempo originario per chiudere le linee temporali e Bucky è molto preoccupato perché teme che Steve possa tentare di cambiare il passato per salvare Tony e Natasha. Il Dottor Strange è molto chiaro su cosa è possibile e cosa non è possibile fare tornando indietro nel tempo, ma sarà ascoltato? Cosa sceglierà di fare Steve?
Pairing: SteveXBucky
Ringrazio in modo particolare Aliseia, Lilyy e Ciuffettina per l'affetto e il sostegno che danno alle mie storie sugli Avengers e Nuel che mi ha fatto venire la voglia di riprendere a scrivere su questi personaggi! Grazie! ❤
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni non appartengono a me, bensì a autori, registi e produttori del MCU.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Doctor Stephen Strange, James ’Bucky’ Barnes, Pietro Maximoff/Quicksilver, Steve Rogers/Captain America
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BURNING BRIDGES

Capitolo primo

 

Do you remember? (Yes I do)
You and me against the world
Do you remember?
(Yes I do, yes I do)

It seems like forever
We held on to each other like
We held on to life…

(“Burning bridges” – Delain)

 

Gli Avengers sopravvissuti all’ultimo attacco di Thanos erano riuniti nel laboratorio di Banner, poiché il quartier generale era stato distrutto dall’astronave del Titano pazzo quando era giunto nel presente dal 2014 ed essi avevano bisogno di ritrovarsi ancora una volta insieme prima di decidere cosa fare del loro futuro.

Non era affatto facile dopo la perdita di due carissimi amici come Tony Stark e Natasha Romanoff.

Proprio per questo era stato Stephen Strange a insistere affinché quella riunione avvenisse il prima possibile. Erano trascorsi solo pochi giorni dal funerale di Tony e il Dottor Strange cominciava a pensare che i sopravvissuti avessero necessità di ascoltare ciò che doveva dire loro. Era questo il motivo per cui li aveva fatto convocare tutti lì nel laboratorio, un luogo per essi familiare, da Nick Fury e Maria Hill.

“Questo è un momento molto triste per tutti noi” esordì Strange, guardando uno per uno gli eroi, che adesso sembravano solo un gruppo di persone comuni, smarriti e stravolti come se fossero appena scampati per miracolo a un cataclisma… e molto probabilmente era proprio così. “Abbiamo vinto la guerra contro Thanos e salvato il mondo, ma ad un prezzo altissimo, la vita di due persone a noi molto care.”

“Cosa ne sa lei?” sbottò Peter, dimenticando del tutto le consuete buone maniere e l’atteggiamento docile e insicuro. “Lei non conosceva bene nessuno dei due. Non ha il diritto di parlare di quello che possiamo provare noi! Lei non li conosceva e forse… e forse sapeva perfino quello che sarebbe successo. Una sola possibilità su quattordici milioni e seicentocinquemila! Sapeva già tutto, non è vero?”

Banner posò una manona verde sulla spalla del ragazzo con una delicatezza che sarebbe sembrata impossibile per un omone di quella stazza.

“Peter, ascoltiamo quello che il Dottore ha da dirci. Poi, se non saremo d’accordo, avremo tutto il tempo di dire la nostra” mormorò in tono pacato. Quello che aveva detto Peter non era poi così lontano da ciò che lui stesso pensava: Strange non poteva affermare di capire il dolore di chi, come loro, aveva vissuto per anni accanto a Tony e Natasha e li considerava parte della propria vita. Ma non era il momento di fare polemiche, dovevano trovare un modo per andare avanti e forse Strange poteva aiutarli in qualche modo.

“Grazie, dottor Banner, ma devo ammetterlo: il ragazzo ha ragione, io sapevo cosa sarebbe accaduto” ammise Strange. “E’ proprio così, quella era l’unica possibilità sui quattordici milioni e seicentocinquemila scenari che avevo previsto. E non lo sapevo solo io, anche Stark l’aveva capito e l’ha accettato per un semplice motivo.”

Il Dottor Strange si fermò e il suo sguardo penetrante si posò ancora una volta su ognuno dei presenti, indugiando a lungo soprattutto su Peter, Banner e Steve.

“Qualsiasi altro scenario avrebbe significato la vittoria di Thanos e, quindi, la distruzione di tutta la Terra” dichiarò poi, facendo risuonare le sue parole in un silenzio spaventoso. “Purtroppo non c’era scelta, non esistevano alternative. Se ce ne fosse stata anche solo una, io stesso sarei intervenuto. Ma non c’era."

Peter cominciò a piangere silenziosamente e Banner lo strinse a sé, a capo chino. Forse nessuno poteva capire il dolore del ragazzo più di lui, che aveva perduto allo stesso tempo la donna che amava da anni e il suo migliore amico, quasi un fratello.

“Proprio per questo oggi siamo qui, perché c’è ancora una cosa che posso fare: impedire a chiunque di voi di rendere vano il sacrificio dei nostri amici” riprese lo stregone.

“Di che accidenti stai parlando? Thanos è morto, no?” reagì Clint.

“Come ho già detto, la battaglia è stata vinta e Thanos è stato sconfitto. Tuttavia esiste ancora un pericolo rappresentato dalle Gemme dell’Universo che sono ancora qui” spiegò Strange. “Lo scenario in cui Thanos era distrutto per sempre prevedeva anche la distruzione delle Gemme nel nostro presente. Esse non possono rimanere qui, rappresentano un pericolo troppo grande.”

“Perché, qualche altro pazzoide potrebbe pensare che sulla Terra c’è troppa gente e quindi decidere di usarlo?” domandò Quill che, con gli altri Guardiani della Galassia, era rimasto ancora qualche giorno con gli amici prima di ripartire.

“Forse. Ma quello che mi preoccupa di più è ciò che qualcuno di voi potrebbe pensare delle Gemme” replicò a sorpresa l’uomo.

“Non pensiamo niente delle Gemme” lo interruppe bruscamente Steve, con un tono insolito per lui ma, del resto, quelli erano stati giorni pesanti per tutti. “Io stesso mi incaricherò di riportarle esattamente dove sono state prese, dopo di che nessuno avrà più a che fare con le Gemme dell’Universo.”

“Sarebbe bene che ciò avvenisse il prima possibile, Capitano” disse Strange.

“Ma insomma, che cosa stai insinuando? Che qualcuno di noi non ci stia tutto con la testa e che voglia usarle per far scomparire qualcun altro?” intervenne nuovamente Peter Quill, spazientito.

“No, al contrario. Conosco la disperazione, ci sono passato e so che, in certi casi, essa può spingere una persona a compiere atti inammissibili in condizioni normali. Non credo affatto che qualcuno di voi potrebbe voler distruggere delle persone, quanto piuttosto usare le Gemme per tentare di cambiare le cose e riportare indietro chi non c’è più. Ecco, questo è ciò che non dovete nemmeno pensare di fare, per quanto addolorati possiate sentirvi. Anche se in buona fede, i danni che provochereste sarebbero devastanti” spiegò il Dottore.

Di nuovo un silenzio spaventoso calò nel laboratorio. Un silenzio più eloquente di mille parole, perché dimostrava esattamente ciò che Strange aveva temuto: più di uno, tra gli Avengers, aveva pensato di fare un tentativo disperato.

“Va bene” ammise Banner, spezzando quel silenzio. “Quando ho usato io il Guanto dell’Universo, ho pensato intensamente anche a Natasha, sperando di riportare indietro anche lei insieme a Maria Hill, alla famiglia di Clint e a tutti gli altri scomparsi. Ma non è servito a niente e quindi… beh, sono d’accordo con Strange: è meglio che le Gemme tornino al più presto al loro posto.”

“Ma non potrebbe essere proprio questa la soluzione?” chiese Steve, dopo aver riflettuto a lungo. “Quando andrò a riportare indietro le Gemme, restituirò anche la Gemma dell’Anima e, in quel caso, perché Natasha non potrebbe ritornare in vita? Si è sacrificata per ottenere la Gemma e quindi…”

“No, Capitano, purtroppo non è così semplice. La Gemma dell’Anima viene consegnata in cambio di una vita e, una volta donata quella vita, non si può riavere indietro, nemmeno restituendo la Gemma” rispose lo stregone.

“E allora perché Gamora è tornata?” domandò Quill vivacemente. “Voglio dire, non che mi lamenti, anzi, ma se Gamora è potuta ritornare indietro allora non capisco perché sia impossibile per Natasha.”

Gamora, accanto a lui, sorrise e gli prese la mano. Beh, il loro ritrovarsi dopo quasi due anni era stato piuttosto tempestoso, almeno sulle prime, e del resto era anche normale visto che la Gamora del 2014 non aveva idea di chi fosse Quill! Tuttavia erano stati proprio quegli ultimi giorni di lutto e tristezza ad avvicinarli nuovamente.

“Non è la stessa cosa” replicò Strange. “Tornando nel 2014, Natasha si è sacrificata al posto di Gamora. Una vita per una vita.”

Un lampo passò negli occhi dello stregone, che si affrettò a riprendere il discorso.

“Ma è proprio questo ciò che volevo dire. Natasha ha compiuto un sacrificio necessario per avere la Gemma, ma non dobbiamo vanificarlo. Che a nessuno venga in mente di usare la Gemma del Tempo o le particelle Pym per tornare al 2014 e prendere il suo posto!” esclamò, in un tono veramente convincente. “Chiunque facesse una simile idiozia cancellerebbe l’unico scenario possibile che ha permesso di sconfiggere Thanos. Perché ciò avvenisse, tutti voi dovevate essere presenti. Sono stato abbastanza chiaro?”

Un altro lungo silenzio e qualche sguardo colpevole, tipo bambino rimproverato dal preside, rispose alla domanda perentoria di Strange. Sì, forse qualcuno ci aveva anche pensato, ma di sicuro non lo avrebbe fatto mai più!

“Non preoccuparti, Dottore” lo tranquillizzò Fury. “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Le particelle Pym sono sotto la custodia dello S.H.I.E.L.D. e concederò solo al Capitano di prenderne due, per riportare le Gemme al loro posto e poi tornare indietro.”

A quelle parole, Stephen Strange fissò a lungo Steve, quasi a volerlo trapassare con lo sguardo.

“E il Capitano userà le particelle solo ed esclusivamente per riportare le Gemme dell’Universo al loro posto e poi tornare indietro, non è così?” disse poi, ma la sua era un’affermazione più che una domanda. “Non tenterà di riportare indietro Natasha Romanoff, né di prendere il suo posto, né di tornare in qualsiasi altro anno per, che so, salvare i genitori di Tony Stark o liberare il suo amico Barnes dall’Hydra o chissà quale altra cosa. Non farà niente di tutto questo, noi tutti ne siamo certi, vero?”

Steve parve a disagio, esitò un istante di troppo e ciò consentì a Strange di riprendere il discorso, con una veemenza ancora maggiore.

“Il Capitano è un uomo affidabile e saggio e non farà assolutamente niente che potrebbe cambiare il corso degli eventi, poiché sa benissimo che qualsiasi cambiamento, anche a fin di bene, creerebbe un paradosso temporale che porterebbe all’implosione dell’intero universo. E’ proprio per questo che affidiamo a lui questo compito così importante, non è così, Capitano?”

Rogers aveva chinato il capo, come se fosse stato colpito fisicamente dalle parole roventi di Strange. Ma la sua esitazione fu di breve durata. Rialzò il capo e fissò lo sguardo in quello dello stregone.

“So benissimo quali sarebbero le conseguenze di un mio intervento sul passato. E’ vero che vorrei con tutto il cuore poter salvare Natasha, Tony, la sua famiglia, liberare il mondo dall’Hydra prima del tempo… ma so anche che sarebbe inutile” dichiarò. “L’universo collasserebbe e invece di salvare i miei amici finirei per ucciderli tutti, insieme a milioni di persone. Non farò nessuna stupidaggine, riporterò le Gemme al loro posto e tornerò indietro. Questo è quanto.”

Strange annuì, soddisfatto.

“Molto bene” disse allora Fury, per dare una conclusione tutta sua personale a quell’incontro. “Il Dottor Strange ci ha spiegato quanto sia importante che le Gemme tornino al più presto dove stavano e noi lo accontenteremo. Rogers partirà domattina per rimettere a posto le Gemme e ci toglieremo questo pensiero una volta per tutte. In quanto alle particelle Pym, se a qualcuno dovesse venire qualche strana idea in testa, sappia che sono ben custodite allo S.H.I.E.L.D. e che dovrebbe passare sul mio cadavere per averne anche solo una fialetta!”

Le parole di Fury erano state, come sempre, chiare ed essenziali e misero fine all’incontro.

Lentamente il laboratorio di Banner iniziò a svuotarsi e gli Avengers, in piccoli gruppi o a coppie, si diressero verso le loro attuali abitazioni. Ovviamente il quartier generale distrutto sarebbe stato presto ricostruito ma, nel frattempo, ognuno aveva dovuto trovare una sistemazione alternativa. Alcuni, come Wanda e Visione, avevano preso una stanza in un albergo, altri erano tornati a vivere nelle loro case, come Clint e la sua famiglia. Peter, ovviamente, era tornato ad abitare nell’appartamento di zia May e in quel momento era uno dei pochissimi rimasti insieme a Banner.

Bruce aveva chiamato un taxi perché accompagnasse il ragazzo dalla zia e, nel frattempo, sperava di riuscire a parlare con lui. Vedeva che la morte di Tony lo aveva devastato completamente, che lo aveva trasformato, spento, e avrebbe voluto che si confidasse con lui. Credeva di poterlo aiutare almeno un po’, poteva capire il suo dolore, per lui Tony era come un fratello e la perdita di Natasha lo aveva distrutto… ma Peter non parlava.

Steve e Bucky, invece, già da qualche anno erano tornati ad abitare a Brooklyn, nel loro vecchio quartiere, facendo ristrutturare proprio l’appartamento che era stato di Steve tanti anni prima. Era lì che si stavano dirigendo e nessuno dei due diceva una parola.

Steve era concentrato su ciò che avrebbe dovuto fare il giorno seguente… e non poteva fare a meno di pensare a tutto ciò che, invece, non avrebbe potuto fare, come gli era stato chiaramente spiegato da Strange.

Bucky, dal canto suo, aveva interpretato fin troppo bene le esitazioni di Steve e non faceva che guardarlo con aria diffidente. Capiva che aveva in mente qualcosa, era evidente, ma non voleva essere il primo a toccare l’argomento.

E se avesse veramente cercato di sorprendere l’Hydra, tornando indietro nel passato, magari proprio agli anni in cui Zola stava facendo gli esperimenti su di lui? No, non poteva essere cretino fino a quel punto! Quei pazzi lo avrebbero ucciso e, anche se fosse riuscito ad avere la meglio, ci sarebbero state comunque conseguenze terribili nel presente, non aveva sentito il Dottor Strange?

Eppure…

Bucky non riusciva a tranquillizzarsi, ma non aveva nemmeno la forza di parlarne con Steve.

Cosa sarebbe successo il giorno seguente?

Fine primo capitolo

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras