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Autore: Voglioungufo    11/05/2020    6 recensioni
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«Malattia di Hanahaki (花 吐 き 病): Vomitare fiori.
La vittima tossisce petali di fiori quando soffre di amore unilaterale. Più si avvicina a un fiore sbocciato, più ci si avvicina alla morte. Oltre al ricambio dei sentimenti da parte dell’amato, non esiste una cura nota per questa malattia
Sasuke alza lo sguardo dal testo polveroso e guarda Sakura, il suo volto pallido e gli occhi gonfi dal pianto, la cornea macchiata rosso.
“Non esiste nulla del genere” dice.
Ma il mucchio di fiori che gli porge con un singhiozzo dice il contrario.
Ha una fitta al petto, un dolore che si mischia al senso di colpa e gli blocca il respiro. Perché vorrebbe, ma non può amare Sakura come vuole lei, non ci riesce.
“Sakura…”
Scuote la testa, gli occhi umidi. “Non sono miei…”
Sono di Naruto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Camelia gialla

 

 

Naruto smette di tossire, si passa una mano sulla bocca per asciugarsi il mento dalla saliva e guarda il mucchietto di petali di tulipano. Sono così tanti… più del solito.
Sorride rassegnato e crolla a sedere sullo spiazzo, la mano ancora appoggiata alla lapide, a quel nome.
“Lo so che siete lì” mormora, la voce roca.
Non sposta gli occhi dai petali nemmeno quando Sakura e Sasuke si siedono ai suoi lati, tenendolo stretto. Sasuke si incastra lì dove della protesi, quel piccolo posto che è sempre stato suo, e Sakura appoggia la testa contro la sua spalla.
“Sto bene” mormora per rassicurarli.
“Stai morendo” lo contraddice Sasuke duro.
Sakura raccoglie i petali con delicatezza, li tiene come se fossero così delicati da sgretolarsi tra le sue dita.
“Da quando?” sussurra.
Sono così tanti. Quanto mancherà perché inizi a tossire boccioli, fiori interi?
“Qualche mese” dice con leggerezza. “Da quando l’ho realizzato. Voi?”
“Due settimane” ammette Sakura. “Ti ho visto tossire petali nel cestino”.
“Oh…” ride. “Dovevo stare più attento”.
Sakura stringe il pugno sui petali, li spiegazza e trema di rabbia. Non devi nasconderlo le resta incastrato nella gola.
“Va tutto bene” ripete Naruto rassicurante. “Supererò anche questa, vedrai”.
Restano in silenzio qualche secondo, lasciandosi cullare dalla dichiarazione audace, dall’ottimismo contagioso che è in grado di trasmettere con poche parole e per un momento sembrano dimenticarsi che non esiste cura.
Poi Sasuke fa la domanda che Sakura non ha il coraggio di porre:
“Perché lui?”
Le labbra di Naruto tremano in una piccola risata imbarazzata. Si gratta la testa e nel movimento entrambi scivolano ancor di più contro di lui.
“È così strano?”
Gli occhi verdi incontrano esitanti quelli neri prima di mormorare:
“Un po’”.
Naruto sorride a labbra chiuse, dolce, negli occhi quell’espressione emozionata che Sasuke ha cercato da giorni. Fa male che sia per una tomba.
“Sono entrato nella sua testa” mormora. “Ho visto, sentito… tutto di lui. Era ovvio succedesse” ride, ma si afferra i capelli quasi con disperazione. “Come poteva non succedere dopo che sono entrato così a fondo nel suo cuore? Tutto… i suoi sogni da bambino, i suoi desideri, l’affetto, la disperazione e la rassegnazione… il suo amore”. Non sta più ridendo. “Ha amato così tanto. E anche se quell’amore non era per me, ho desiderato lo fosse”.
Sasuke abbassa lo sguardo e ricorda quel momento, il tiro alla fune dove i chakra sono entrati in contatto. Ricorda la forza che lo trascinava nella coscienza del Jinchūriki del Jūbi, come non abbia voluto farsi risucchiare da essa mentre Naruto si gettava a capofitto, impulsivo come suo solito, lasciandosi travolgere dai ricordi estranei. Ma d’altronde se non l’avesse fatto non sarebbe mai arrivato così in profondità nel cuore di Obito per prenderlo per mano e dare quell’ultimo strattone definitivo al chakra dei cercoteri. Probabilmente se non si fossero incontrati in quel modo non avrebbero mai vinto.
“Naruto, ha ucciso i tuoi genitori”.
Sasuke non si sente crudele a ricordarglielo. Qualsiasi cosa purché non ci sia più  quell’emozione nei suoi occhi, qualsiasi cosa purché smetta di uccidersi con questi sentimenti.
“Lo so”.
“Voleva ucciderti”.
“Mi ha anche salvato la vita, due volte, e ha salvato Kakashi-sensei e ti ha riportato da me e Sakura quando Kaguya ti ha diviso da noi” ricorda. “Avrebbe riportato in vita tutte le vittime della guerra1”.
Sasuke rimane in silenzio, poi:
“È morto”.
Il sorriso di Naruto è triste.
“Per me”.
 
*
 
Sakura riesce a convincerlo a fare un’ecografia, anche se costringe se stessa e Sasuke a giurare di non dirlo a nessuno. Naruto non vuole far allarmare Konoha, non vuole mettere in agitazione il Rokudaime quando c’è ancora molto da fare per la pace. Ci sono priorità e ha intenzione di non distogliere la sua attenzione da esse.
La stanza d’ospedale è vuota, Sakura ha fatto in modo che ci fossero solo loro tre e nessuno venisse a disturbarli. Ha iniziato una nuova cartella medica dove appuntare tutte le condizioni di salute di Naruto.
Non c’è cura continua a fare capolino nella sua mente, ma lei è una medi-nin, la migliore di Konoha, e la troverà a costo di notti insonni e troppe lacrime.
“Ti terrò sotto osservazione” mormora. “Appunteremo la frequenza della tua tosse, quando si presenta e quanto dura. A quali fiori appartengono i petali che vomiti e quanti sono. Cercheremo di prevedere il suo peggioramento e troveremo un modo per bloccare la crescita delle radici nei tuoi polmoni”.
Naruto si spoglia ed entra nella macchina per i raggi. Quello che si presenta sullo schermo lascia Sakura senza fiato.
“È come se tra le tue costole ci fosse un giardino” mormora.
Attorno ai bronchi e bronchioli sono avvolte radici e viticci, che si arrampicano fino al cuore, dove le radici sono più robustamente ancorate. Lo avvolgono e stringono a ogni battito. E i fiori… o meglio: i teneri boccioli arrotolati in se stessi come nell’inizio della primavera sono uno spettacolo commovente. Riesce a riconoscere alcuni tipi, soprattutto i gigli ragno rosso, così bizzarri…
“Non si possono estrarre con un’operazione?” chiede Sasuke.
Sakura scuote la testa sconsolata. “Non saprei… non ho mai sentito nulla di simile”.
“Ma è fattibile?” insiste.
“Non lo so” ripete più incisiva, picchietta sullo schermo. “Guarda queste radici, sono così avviluppate… i polmoni sono delicati, non sono un organo su cui si può intervenire senza sapere cosa si sta facendo… Dio, sono anche nei ventricoli, guarda. Mi chiedo come sia possibile, è assurdo!”
Sasuke osserva e tutto quello che sa è che vorrebbe strappare con forza quei fiori maledetti e dar loro fuoco.
“Dovremo… indagare ” mormora Sakura, mordicchiandosi la pellicina del pollice. “Non puoi essere l’unico, Naruto, qualcun altro deve… Devono aver tentato qualcosa”.
Non c’è cura. Non c’è cura. Non c’è cura.
Stampano l’immagine e Naruto può uscire dalla macchina. Prima ancora di rivestirsi l’afferra e osserva curioso quello che l’amore per un morto sta causando nel suo corpo.
“È bello però” mormora Naruto con un tono remissivo.
“È spaventoso” ringhia Sasuke.
Come amare, pensa Sakura.
 
*
 
Naruto non lo nasconde più a Sakura e Sasuke. Quando la tosse lo coglie ed è solo con loro non cerca scuse, non fugge. Si piega su se stesso e tossisce, vomita i fiori sul pavimento, sulla propria mano mentre il suo corpo si sforza e soffre per poter respirare. Sakura raccoglie sempre i petali e li conta, angosciata nel vederli ogni giorno aumentare.
Le sue ricerche in biblioteca non portano a nulla. Sembra che Naruto sia l’unico a essere stato colpito da quella maledizione e quando chiede a Tsunade se sa qualcosa sull’hanahaki la maestra la sminuisce come una romantica leggenda.
Ma non c’è niente di romantico nel vedere Naruto soffocare, diventare giorno dopo giorno sempre più debole e pallido per i fiori che succhiano le sue energie. Soprattutto è così reale.
Naruto continua a tornare a quella tomba, quel monumento – sotto non c’è neanche sepolto un corpo, è solo un nome – assiduamente, come se non si rendesse conto della pericolosità della sua azione. Continua a nutrire il suo amore ogni giorno, incauto e ingenuo.
“Basta che la persona che ami ricambi per guarire, non è vero?” mormora una volta.
Naruto ha dichiarato il suo amore mille volte. Ma i morti non rispondono.
 
*
 
Guarda il giallo morbido e burroso galleggiare nell’acqua con malinconia.
Camelia gialla, nostalgia.
Sorride fra sé e sente un sapore ferroso mentre passa la lingua sui denti. Nostalgia di cosa? Di qualcosa che ha potuto avere che per pochi preziosi attimi? Non dovrebbe mancargli così tanto, lo sa, ma ricorda quell’ultimo sorriso e si sente soffocare dal bisogno di rivederlo ancora una volta.
Qualcuno bussa alla porta del bagno e gli chiede di sbrigarsi. Naruto ingoia gli ultimi rimasugli di tosse, la gola che brucia e gratta per lo sforzo di tirare fuori dalla trachea  quei petali.
La camelia è un fiore bellissimo e per un momento folle pensa di conservare quei petali, come faceva con i primi che sputava. Li conservava e li portava al monumento commemorativo come un’offerta. Poi ha smesso: sono diventati troppi e la sua preoccupazione è stata nasconderli. Comunque continua a vomitarli davanti alla sua tomba.
Con rammarico preme lo sciacquone e osserva i petali girare nel vortice d’acqua, risucchiati nello scarico.
Quando esce fa un cenno di scuse all’uomo che attende il suo turno fuori, torna veloce allo studio dell’Hokage dove Kakashi è pronto a sfruttarlo con la scusa del suo tirocinio – come se uno degli Hokage precedenti abbia mai fatto tirocino, dattebayo.
“Che ti ha trattenuto così a lungo?” chiede al suo ritorno il Rokudaime.
Naruto geme a vedere la quantità di scartoffie aumentate in quei pochi minuti.
“Niente” scrolla le spalle.
“Naruto?”
Alza lo sguardo e sorprende l’ex-sensei fissare le sue labbra con cipiglio confuso, dentro di sé raggela ancor prima che chieda:
“Cos’hai sul mento?”
Si passa il palmo sulle labbra e sente qualcosa di morbido sfregare sulla pelle, guarda i petali gialli ipnotizzato e mentalmente si maledice per non aver controllato prima di uscire dal bagno di averli sputati tutti.
“Sembrano… petali?”
Ride genuinamente della confusione di Kakashi.
“Devo essersi appiccicati mentre camminavo”.
Il Rokudaime non chiede come sia possibile, è Naruto e ormai si aspettata tutto da lui. Osserva semplicemente il palmo e una piccola espressione malinconica si disegna sulla parte visibile del suo viso.
“Ah, camelia gialla…” riconosce. “Era uno dei fiori preferiti di Obito”.
Naruto sente che non può combattere il sorriso e il calore che gli inonda dolce lo stomaco, come quando beve il tè zuccherato con il miele. Si lamenta sempre che Kakashi lo trattiene nel suo ufficio per sfruttarlo, ma la verità è che lui adora restare con lui per cogliere i mozziconi di racconti che lascia su Obito. 
“Una volta,” continua rapito dal ricordo, “ne ha comprato un mazzo intero per Rin, ma non riuscì mai a darglielo…”
Lo so, vorrebbe rispondere, perché ha visto quei ricordi e li ha sentiti come se fossero suoi. Ma un colpo di tosse ostruisce la sua gola e si trova il petto soffocato da una pressione insostenibile. Chiude le spalle e porta le mani alla bocca, la fastidiosa sensazione che striscia nella sua trachea con violenza che lo fa rabbrividire in convulsi.
“Naruto?” chiede Kakashi preoccupato.
“Scusa, io…” La tosse lo interrompe brevemente. “Esco, un secondo…”
Non gli dà tempo di replicare, lacrimando si trascina in corridoio, in uno sgabuzzino vuoto, ovunque dove possa vomitare ciò che gli striscia in gola.
Entra dentro la prima porta disponibile e si accascia a terra in ginocchio, la tosse che non mostra un solo cenno di cedimento, nemmeno quando raddoppia ansimando. Non riesce a riprendere fiato.
Sente le lacrime di fatica e dolore bagnargli il volto, scivolare sul mento insieme alla saliva. Finché, finalmente, dalle labbra non si liberano i petali che svolazzano troppo colorati per il dolore che gli sta sconquassando il corpo.
Sono così tanti.  Le sue mani sembrano contenerli appena mentre continuano a cadere dalla sua bocca come una cascata di giallo. Sembra non finire più e alla fine, quando guarda tra i propri palmi, non si sorprende di trovare un bocciolo di camelia.
Oh.
Quanto più si avvicina a vomitare un fiore completo, tanto più le sue condizioni peggiorano, ma Naruto non riesce a trovare nulla di cui preoccuparsi. C’è Kurama che si muove inquieto nel suo stomaco, che rilascia chakra per guarirlo da queste ennesima ferita, per curare i suoi tessuti interni lacerati dal passaggio di quel piccolo bocciolo. Come può qualcosa di così bello e delicato essere altrettanto letale? Naruto non riesce davvero a pensarlo.
Raccoglie i petali, li conta uno a uno canticchiando. Sono così carini, così brillanti e profumati.  Rosa d’inverno, canticchia nella sua mente, è un altro modo in cui viene chiamato quel fiore. il bocciolo è così morbido fra le sue dita…
Immagina che le labbra di Obito fossero altrettanto morbide. Si preme i petali e il bocciolo sulla bocca, finge che siano le sue labbra ad accarezzarlo, che il bordo dei petali sia quella cicatrice che frastagliava il labbro inferiore; spera che il desiderio obnubili la sua mente al punto di credere di star davvero ricevendo un bacio. Ma non funziona e geme contro di loro, assapora il ferro del suo stesso sangue sui petali e si sforza di immaginarlo.
Ha così tanto amore da dare e non c’è nessuno a riceverlo, ha preferito morire.
Si preme i petali gialli contro la bocca, immagina labbra morbide e occhi rossi di sharingan e quei corti capelli bianchi e braccia che lo stringono e Naruto non prova altro che un assoluto rimpianto.
 
 
 
1. Nel caso qualcuno non si ricordi: Obito riporta il chakra di Kurama + quello del Gyuki e dell’Ichibi a Naruto quando Madara glielo strappa riducendolo in fin di vita; lo salva poi quando Kaguya prova a colpirli mortalmente nella dimensione con la gravità aumentata (dove muore) e sempre lì salva Kakashi annullando con il kamui il colpo che Kakashi si stava prendendo al posto di Sasuke; quando Kaguya capisce che servono sia Sasuke che Naruto per sigillarla li divide spedendo Sasuke in un’altra dimensione (in quel momento Sasuke non sapeva ancora che il rinnegan può teletrasportarlo tra le dimensioni) e Obito si offre di ritrovarlo usando il kamui, dice espressamente a Naruto che avrebbe riportato Sasuke da lui; infine, subito dopo la chiacchierata con Naruto e la perdita del chakra dei Bijū, Obito vuole sfruttare il rinnegan per riportare tutti in vita con il rinne tensei (come aveva fatto Nagato), ma Black Zetsu lo ferma prima che possa farlo e lo costringe a riportare in vita solo Madara.
 
Il significato più importante attribuito alla Camelia è il sacrificio. È un pegno e allo stesso tempo un impegno ad affrontare ogni sacrificio in nome dell’amore. Il significato che gli viene attribuito nel linguaggio dei fiori è il senso di stima e di ammirazione verso qualcuno. Il suo significato varia anche in base al colore dei petali, nella sua colorazione gialla è appunto quello della nostalgia.
 
 
Oddio ;__;
Non mi aspettavo che il primo capitolo incuriosisse così tante persone, ne sono davvero felice! Immagino sia anche il richiamo dell’angst >.< Vi ringrazio davvero tanto per aver letto il capitolo, soprattutto le personcine bellissime che hanno recensito *^* Spero che anche questo vi sia piaciuto!!
Forse può sembrare un po’ OOC questo comportamento di Naruto, ma sappiamo tutti che quando si mette in testa una cosa non c’è buon senso che lo faccia fermare dai suoi propositi, un po’ come è successo con Sasuke. Naruto mi dà sempre quella sensazione di una persona che si butta nelle cose senza cinture di sicurezza e senza preoccuparsi che possa essere pericoloso per se stesso. Anche qui si è lasciato andare alle emozioni senza troppe domande, seguendo il proprio cuore e istinto, e continua ad affogarci perché sente che amare è giusto.
Eee anche per la faccenda dell’ObiNaru, che magari per chi non mi segue può sembrare molto wtf? Okay, tralasciando che io li shippo follemente quanto e più (ecco, l’ho detto lol) del sasunaru, spero che non vi sembri così assurdo. Del resto ho inserito un po’ nel testo la motivazione: quello che è successo nella mente di Obito, mentre lottavano per il chakra dei Bijū, ha cambiato radicalmente il modo di percepirlo di Naruto. Prima Naruto odiava ferocemente Obito per quello che stava facendo, con lo stesso impeto di come ha odiato Pain; poi entra in contatto con i ricordi e le emozioni di Obito e i suoi propositi di sconfiggerlo cambiano. C’è proprio la parte dove i loro chakra si stanno scontrando e Naruto vede la morte di Rin e si mette a piangere per lui, al punto che perfino Kurama deve dirgli di non lasciarsi influenzare da quello che vede/sente. Ovviamente figuriamoci se quello l’ascolta e invece va proprio a fondo in Obito nella loro lunga chiacchierata, dove improvvisamente si vede che da “ti sconfiggerò e te la farò pagare per tutto” Naruto passa a “Tu devi stare dalla nostra parte, ritrova te stesso e combatti con me”. Al punto che continua a insistere anche quando Obito gli mette una mano alla gola e quando, alla fine dello scontro, Sasuke schizza per ucciderlo Naruto tenta di fermarlo ed è sollevato dall’intervento di Minato che ferma sia Sasuke che Kakashi dall’ucciderlo. Che sì, effettivamente è una cosa che è successa anche con Nagato, ma con Nagato Naruto non ha avuto la stessa reazione – quando si è sacrificato per Konoha era meno coinvolto e distaccato di quanto successo con Obito. Per non parlare di tutto il resto, quando lo rianima e lo scontro con Kaguya, quando si sacrifica per lui Naruto è davvero distrutto. Perfino Sasuke lo capisce e gli lascia del tempo per un ultimo saluto mentre si occupa lui di tenere impegnata Kaguya, c’è proprio uno scambio di sguardi tra loro dove Sasuke lo sprona a lasciar perdere ma poi vede che per Naruto è importante. E quando se ne va Naruto proprio esplode di frustrazione per non poter salvare Obito e c’è quella magnifica reazione di stupore al “grazie” che riceve da parte di Obito. Più aggiungiamo lo scatto di rabbia contro lo Zetsu nero che sta deridendo Obito e lui lo trancia a metà gridando che trova Obito “un figo da paura”. Sì, esatto.
Quindi, sì, ecco, non è poi così assurdo che sia innamorato di Obito, anche se lui è morto ;__;
 
...Okay, scusate per questo flusso di coscienza non richiesto. Ma ho bisogno di spargere motivazioni per cui gli ObiNaru sono bellissimi e si meritano un’opportunità T_T Che in questa storia non hanno………………… ribadisco: dolore.
Ci vediamo il prossimo lunedì ^^
Hatta <3
   
 
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