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Autore: JessicaBuriola    11/05/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pochissime parole per salutarvi prima di pubblicare il capitolo finale: grazie per aver dedicato il vostro tempo alla lettura di questa storia, è davvero la primissima volta che ho il coraggio di far leggere qualcosa che ho scritto a più persone che non conosco ed è stato bello essere accompagnata sullo sfondo dai personaggi appartenenti al magico mondo della Rowling, un mondo che ho nel cuore da quando sono bambina.
Spero davvero che i personaggi e i risvolti della vicenda vi siano piaciuti, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate mi farebbe davvero piacere.
È stato bello tenersi compagnia in questo strano periodo che stiamo vivendo: grazie ancora, di cuore.
Jessica

 
Sabato 17 luglio, ore 20:30 - Un anno dopo

La scintilla della magia non si era mai spenta in Sofia, si era solamente sopita: così aveva confermato loro Albus Silente; in seguito, anche l’equipe di medimaghi che avevano interpellato aveva dato loro la medesima notizia: il potenziale magico di Sofia stava tornando a farsi sentire, più vivo e forte che mai. Non c’era una vera spiegazione a riguardo, il professor Silente aveva detto loro che era come chiedersi perché esistesse la magia e perché si sviluppasse solamente in alcune persone, non aveva senso. Si trattava di una questione antica e imprevedibile, dai risvolti misteriosi, ed era giusto rimanesse tale.

Sofia non poteva credere alle proprie orecchie: era una strega. Tutto ciò da cui era scappata tornava prepotentemente a far parte della sua vita e non poteva che esserne più felice. In un bellissimo e caldissimo pomeriggio di fine luglio era finalmente andata a farsi scegliere dalla propria bacchetta magica, nello storico negozio di Olivander: 10 pollici, legno di ulivo, nucleo di corde di cuore di drago.

Non era stato facile capire come organizzarsi con l’altra sua vita: non poteva abbandonare Riccardo di punto in bianco, non sarebbe stato giusto e non era nemmeno sicura di voler lasciare totalmente Venezia, la sua città. Era stato Draco a fornirle una soluzione: lui, proprio lui, avrebbe preso il suo posto in libreria, permettendole di frequentare il professor Silente durante la settimana, in modo che la istruisse a dovere su come rapportarsi alla magia.

Sofia non era sicura di quella proposta, ma Draco sembrava più che convinto: in fin dei conti la magia gli permetteva di viaggiare in maniera immediata, in modo da essere con lei praticamente sempre, senza alcuna difficoltà. Inoltre l’uomo sosteneva di aver bisogno di una pausa dal mondo magico e dal Ministero, perché era finito al centro delle attenzioni di tutti giornali, sia per aver dato le dimissioni dal suo prestigioso posto di lavoro, sia per aver abbandonato Astoria all’altare.
Probabilmente con il tempo sarebbe tornato a lavorare al Ministero, Hermione Granger, papabile nuovo Primo Ministro, lo aveva cercato perché desiderava che facesse parte della propria squadra di lavoro: Draco non aveva accettato, ma nemmeno rifiutato.
Era solo questione di tempo.

Inutile dire che Riccardo fosse al settimo cielo di poter lavorare fianco a fianco con Draco, il quale, con il suo innato fascino, aveva contribuito ad alimentare gli affari della piccola libreria, facendola diventare la preferita di numerosi nuovi clienti, quasi tutte donne.

Così durante la settimana Sofia frequentava lezioni di magia private, mentre Draco si destreggiava tra le avances di Riccardo e delle clienti, raggiungendola in serata grazie alle passaporte o alla polvere magica; il weekend invece tornavano a Venezia. Riccardo una volta le aveva chiesto perplesso quanto spendessero in aerei, per poi aggiungere che era fortunata ad aver trovato un facoltoso rampollo come Draco: le era venuto da ridere, nonostante le comprensibili perplessità dell’amico, al quale aveva detto che l’avevano accettata in una prestigiosa università inglese.

Uno strano equilibrio che stava funzionando alla perfezione, perché finalmente Draco e Sofia erano tornati insieme.
Certamente si amavano, ma non erano cambiati poi molto: erano capaci di litigare per qualsiasi cosa, urlando come pazzi, tra un impropero e l’altro o discutendo per ore di piccoli dettagli insignificanti, fino allo sfinimento. Solitamente era Draco a cedere per primo, Sofia era quasi sempre la più testarda, ma era anche quella capace di farlo ridere di gusto con tutte le sue assurdità, delle quali lui andava pazzo.
Non avevano smesso di tenersi per mano da quando si erano ritrovati, vivendo la loro nuova vita insieme pieni di entusiasmo e meraviglia, con la semplice voglia di essere felici e di crescere insieme.

Con un po’ di timore Sofia aveva rincontrato anche le altre persone che si era lasciata alle spalle senza troppe spiegazioni, nonostante le fossero state vicine senza remore fin dal primo giorno.
Blaise l’aveva subito riaccolta nel suo modo scanzonato, stritolandola e schioccandole due sonori baci sulle guance al suono di “Bentornata principessa!”, per poi lasciarsi andare a frasi poco carine nei confronti di Astoria.
Theodore, più posato ed un po’ imbarazzato, l’aveva stretta delicatamente. Sofia lo aveva ringraziato perché era convinta che probabilmente senza il suo intervento provvidenziale lei e Draco non si sarebbero ritrovati. Si erano guardati e non era servito che si dicessero molto altro: qualsiasi cosa fosse rimasta sospesa tra loro ormai era acqua passata, anche perché lui era in procinto di sposarsi con una meravigliosa ragazza del quale era follemente innamorato.
Narcissa l’aveva guardata in silenzio per un po’, con quei suoi impenetrabili occhi neri e Sofia aveva temuto che lei, più di tutti, non riuscisse a perdonarla. Aveva ricambiato il suo sguardo, incerta sul da farsi: era stata Narcissa ad avvicinarsi e ad abbracciarla, lasciandola totalmente spiazzata. “Sciocca ragazza…” Le aveva sussurrato piano all’orecchio. “Se solo mi avessi parlato delle tue paure, avremmo trovato di sicuro una soluzione meno dolorosa per tutti.” Poi l’aveva guardata ed aveva sorriso. “Per fortuna sei tornata, così non ho dovuto assassinare Draco e quell’idiota che voleva prendersi per moglie.”

E così eccoli lì, un anno dopo, a festeggiare tutti insieme Theodore e sua moglie, felici e raggianti più che mai.

Sofia non si era mai soffermata molto sul pensiero di sposarsi o avere figli, l’aveva sempre percepita come un’eventualità estranea e lontanissima da lei: però, in quel momento, osservando i due novelli sposi ballare un lento su una romantica canzone, si ritrovò ad immaginare lei e Draco nella medesima situazione.

Due braccia forti la cinsero da dietro. Draco posò il mento sulla sua spalla. “A cosa pensi testolina?”

“Lo faresti un bambino con me Draco?” Glielo disse così, diretta, come al suo solito.

“Mhmm… Vediamo… Solo se mi dessero la certezza matematica che possa nascere bello come te, ma decisamente meno testardo e disordinato. Quindi non so…” L’uomo rise.

Sofia si voltò con le braccia sui fianchi. “Ah sì? E allora cosa dovrei dire io? Che spero che non nasca deficiente come il padre?” Sorrisino.

Draco la riprese per i fianchi ridendo, tirandola a sé. “Sei incredibilmente permalosa lo sai? Farei tutto con te, anche dieci bambini. Se vuoi possiamo già metterci all’opera…”

Sofia rise. “Incorreggibile.” Lo baciò, immaginando una piccola testa bionda correre per la casa di zia Maria.

“Per quanto io sia assolutamente più interessato a continuare questa conversazione su un livello diciamo, più pratico, avevo promesso a Narcissa un ballo madre figlio, quindi almeno per il momento mettiamola in pausa, così nel frattempo provo a capire come si vedrebbe lei nei panni di nonna…” Draco le diede un ultimo bacio prima di allontanarsi da lei.

“Guai a te se gliene fai parola! Era solo un’ipotesi. Draco…” Sofia lo guardò tra il serio e il divertito.

“Non prometto niente…” Alzò le mani ridendo, per poi allontanarsi.

Sofia si ritrovò a ridere da sola: ovviamente Narcissa ne sarebbe stata entusiasta, probabilmente avrebbe cominciato a progettare la camera per il nipote o la nipote al Manor già il giorno seguente.

“Ti trovo, oserei dire, in forma smagliante.” Una voce sgradevole alle sue spalle. Anche in mezzo a mille altre voci l’avrebbe riconosciuta: Astoria.

Sofia si voltò, stupendosi per l’ennesima volta di quanto fosse incredibilmente bella. Tanto bella quanto stronza, aggiunse mentalmente. Sapeva ci sarebbe stata, era una lontana cugina della sposa, però questa volta era pronta ad affrontarla, anche perché, a dirla tutta, si trovava in una posizione decisamente favorevole.

“Astoria. Vorrei dirti che è un piacere vederti, ma sappiamo entrambe che mentirei.” Sofia le sorrise amabile.

“Incredibile. Ci troviamo d’accordo su una cosa. Chi lo avrebbe mai detto…” Astoria non sorrideva, anzi, era furente.

Sofia si chiese che diavolo volesse ancora: era finita, una volta per tutte. Perché non poteva andare oltre, come avevano fatto tutti? Era una bella donna, di certo non le sarebbe stato difficile trovare un altro uomo da sposare, con il quale costruire quel prestigio e quella fama che aveva desiderato con Draco.

Notò appena in tempo che la donna stringeva in mano la bacchetta e che la stava alzando minacciosa verso di lei, chiaro segnale che non aveva buone intenzioni: i riflessi di Sofia furono decisamente più veloci. La ragazza gli sferrò un pungo in pieno viso, facendola cadere a terra con il naso sanguinante. Era cresciuta in un orfanotrofio: imparare a difendersi fisicamente era stato un requisito fondamentale per sopravvivere. Dubitava che Astoria avesse avuto di queste necessità nella sua perfetta vita in una ricca famiglia purosangue.

“Brutta stronza!” Sofia sentì la rabbia crescere dentro ed in un attimo le fu sopra, colpendola come una furia. “La devi smettere di tormentarci! Giuro che ti rovino se continui così!”

Ovviamente il clamore della scena attirò l’attenzione di tutti i presenti, che accorsero verso le due donne: prima di essere presa da dietro di forza da Draco, Sofia udì distintamente Blaise urlare: “È così che si fa Sofi, dagliele di santa ragione a quella stronza!”

“Si può sapere che succede qui?” Draco stringeva ancora Sofia incredulo, non era da lei reagire con la violenza. “Amore…” Guardò la ragazza preoccupato.

“Chiedilo a lei, mi ha puntato la bacchetta contro. Possibile che tu non abbia ancora capito? È finita, basta… Fatti una vita!” Sofia sembrava essersi calmata, ma Draco continuava a stringerla per prudenza.

Tutti gli occhi erano puntati su Astoria, che era stata soccorsa da alcune altre invitate: era conciata abbastanza male, però quello che bruciava maggiormente non erano i lividi che Sofia le aveva lasciato sul viso, ma la vergogna di averle prese da lei, davanti a tutti.
Ancora una volta aveva vinto su di lei.

“Non posso credere che volessi rovinare il mio matrimonio attaccando la ragazza del migliore amico di Theodore. È meglio che tu te ne vada. Subito.” La moglie di Theodore la guardò in modo deciso e quasi sprezzante.

“Non potrei essere più d’accordo tesoro.” Theodore cinse la vita della sua neo mogliettina.

Astoria guardò Draco e l’uomo ricambiò lo sguardo duro. “Astoria. Se ti avvicinerai ancora a Sofia con cattive intenzioni rimpiangerai il giorno nel quale sei nata. Questa è una promessa.” Gli occhi dell’uomo erano glaciali e la donna lo conosceva abbastanza bene da sapere che non scherzava.

Completamente umiliata, si alzò in silenzio, allontanandosi aiutata dalla sorella.

Seguì un silenzio imbarazzato interrotto da Blaise: “Beh che stiamo aspettando, torniamo in pista gente!”



“Certo che picchi forte. Devo ritenermi fortunato che in una delle nostre discussioni non mi hai mai fatto finire in ospedale…” Draco rise, passandole sulle ginocchia sbucciate un rimedio che aveva preparato in quattro e quattr’otto Narcissa, estremamente fiera e soddisfatta di poter avere un giorno Sofia come nuora.

“Sono felice che questo ti abbia fatto capire che è meglio non farmi arrabbiare.” Sofia seduta su un muretto guardò l’uomo sostenuta per poi sorridere. “Comunque se l’è cercata… Mi dispiace solo aver creato una situazione di disagio a Theodore ed Elizabeth…” Sospirò.

“Non preoccuparti di questo, io credo che tutti nel profondo pensino che Astoria se lo sia meritato.” Draco finì di medicarle le ginocchia, ma continuò a restare inginocchiato ai suoi piedi.

“Cos’è, ti è venuto il colpo della strega nonnetto?” Sofia rise.

“Forse…” Le sorrise. “O forse no…” L’uomo tirò fuori un cofanetto dalla tasca.

Sofia sgranò i grandi occhi color nocciola, per una volta a corto di parole.

“Avendo constatato che è decisamente meglio averti come amica piuttosto che come nemica e temendo che tu possa rompermi tutte le ossa del corpo… No dai, scherzo.” Draco rise, per poi tornare a guardarla negli occhi più serio. “In realtà è da mesi che ho questo cofanetto con me, però non mi sembrava mai il momento giusto, avevo sempre paura di spaventarti, perché so come la pensi sui matrimoni, sei uno spirito libero ed indipendente e probabilmente questo è uno degli innumerevoli motivi per i quali ti amo così tanto...” Draco prese respiro continuando a sorriderle. “Però davvero Sofi… Credo che prometterci in modo ufficiale quello che già ci promettiamo ogni giorno con il nostro amore, sia solo l'occasione per poter urlare a tutti che se penso alla mia vita ci sei solo tu e nient’altro. Quindi ecco la tanto spinosa domanda: mi faresti l’onore di diventare tuo marito e metterti un anello al dito?” Draco la guardò emozionato e un po’ teso.

Sofia percepì di avere le guance umide, sentiva il cuore battere velocissimo, come se volesse uscirle dal petto per unirsi a quello dell’uomo che le stava di fronte, l’unico con il quale avrebbe condiviso e affrontato qualsiasi cosa, senza timori, con la sola necessità di averlo accanto, per tutta la vita.

Gli scostò il solito ciuffo di capelli ribelli dalla fronte, lasciandosi baciare la mano, in quel semplice e dolce gesto d’amore che parlava di loro.

“Sì. Dieci, cento, mille, infinite volte sì.”

 
Sonnet CXVI – William Shakespeare
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O no! it is an ever-fixed mark
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth's unknown, although his height be taken.
(…)
Sonetto 116 – William Shakespeare
Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
(…)

 
   
 
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