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Autore: LazySoul    24/05/2020    1 recensioni
[Terzo libro della serie "Mai scommettere col nemico", si consiglia la lettura dei due libri precedenti]
Trama:
Hermione Granger è tornata a scuola.
Il mondo magico non è più lo stesso dopo l'ultima guerra, quella contro Voldemort, che ha portato morte e sofferenza nei cuori di molti studenti di Hogwarts.
Hermione però non è sola, ha i suoi amici, oltre a Draco Malfoy, il ragazzo di cui è innamorata.
Non è facile però tornare alla solita e tranquilla routine scolastica.
Non lo è per Hermione, ma non lo è soprattutto per Pansy Parkinson, che sembra essersi allontanata molto dai suoi amici Serpeverde dopo lo scontro della settimana precedente, impedendo a chiunque di avvicinarsi più del dovuto.
Per non parlare di Luna e Blaise, ora una coppia a tutti gli effetti, sempre pronti a condividere la loro saggezza dando preziosi consigli a Daphne Greengrass e Padma Patil, che sembrano continuare a rincorrersi senza mai trovarsi.
Saranno vere le voci che girano? Bellatrix Lestrange vuole davvero vendicare la morte di Voldemort o sono solo pettegolezzi privi di fondamento?
Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Padma Patil, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai Scommettere col Nemico'
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17. Wedding (Part One)


 

·≈· HERMIONE'S POV ·≈·





 

Fu quasi un sollievo rivedere i miei genitori, con l'inizio delle vacanze di Natale.

Dopo tutto quello che era successo in quei pochi mesi, ero felice di poter fare qualcosa di tanto banale come abbracciare mio padre o bisticciare per delle sciocchezze con mia madre.

Mi sarebbe piaciuto trascorrere un tranquillo Natale a casa, ma sapevo che non sarebbe stato possibile, dato che i miei genitori avevano prenotato da tempo la nostra breve fuga a Parigi, con tappa a Rennes per il matrimonio di Kimberly il 4 Gennaio. 

Prima delle vacanze mi ero premurata di salutare i miei amici, augurando a tutti loro di trascorrere delle buone feste. Mi ero sforzata di estendere gli auguri anche ai Serpeverde: Zabini, la Greengrass e, soprattutto, la Parkinson.

Il primo aveva risposto ai miei auguri con entusiasmo, ricambiandoli con un allegro sorriso in volto, la seconda era stata più fredda, ma altrettanto educata, mentre Pansy mi era sembrata addirittura serena.

Gli ultimi giorni prima delle vacanze mi ero premurata di stare, per quanto mi era stato possibile, vicina alla Parkinson; avevo provato a parlarle, ad aiutarla ad aprirsi e a sfogarsi. 

Non avevo ottenuto molto, ma col passare dei giorni avevo notato che la ragazza aveva cominciato ad avere un colorito più sano e un'aspetto meno lugubre, merito di sicuro anche di Neville Paciock, che, come me, aveva iniziato a studiare con la Serpeverde e a instaurare con lei l'inizio di un'amicizia. Anche la Greengrass e Malfoy le erano stati vicini e sembrava che per il momento fosse sulla buona strada per tornare ad essere la Pansy Parkinson di un tempo, o quasi.

Draco mi aveva detto che mi avrebbe raggiunto a Rennes per il matrimonio di mia cugina, trascorrendo la prima parte delle vacanze con la sua famiglia al Manor.

I signori Malfoy sembravano continuare a non voler intromettersi in nessun modo nella nostra relazione, anche se Draco era certo che suo padre non fosse propriamente felice che il suo unico figlio Purosangue passasse tanto tempo con una Sanguesporco.

Per il momento sembravano volergli lasciare la libertà di gestire da solo la sua vita e Draco mi aveva chiaramente detto di volerne approfittare il più possibile; per questo aveva invitato sua zia Andromeda, con la quale non aveva mai avuto contatti, a trascorrere il Natale al Manor, avvisando poi con una lettera i suoi genitori della decisione che aveva preso.

Potevo figurarmi chiaramente le espressioni sconvolte e contrariate dei signori Malfoy quando avevano letto la missiva di Draco e non potevo negare ti trovare tale immagine mentale particolarmente piacevole.

Le giornate a Parigi con i miei genitori furono semplicemente stupende.

Mamma aveva organizzato nel dettaglio ogni singolo giorno, così da poter visitare e vedere il maggior numero di musei e monumenti possibili. 

Il freddo di Dicembre non ci impedì di goderci appieno la capitale francese.

I miei genitori, ai quali avevo già parlato dopo la Seconda Guerra Magica di quello che era successo e della mia relazione con Draco, non mi tartassarono di domande, anche se ogni tanto si informavano con tono casuale della mia vita sentimentale e di come stessero i miei amici di sempre.

Mamma era stata molto felice quando le avevo detto che Draco avrebbe partecipato al matrimonio di Kimberly come mio accompagnatore, mio padre un po' meno.

Entrambi erano ansiosi di conoscere "il mio ragazzo". Fino all'anno precedente l'idea di presentare Draco Malfoy, il bulletto arrogante che mi aveva tormentato per anni, ai miei genitori mi avrebbe messo profondamente a disagio. Le cose però erano cambiate, ora al pensiero provavo solo un po' di immotivata ansia.

Quando mettemmo piede a Rennes il 3 Gennaio, zia Nicole ci venne a prendere all'aeroporto e ci portò a casa sua, dove aveva preparato due stanze degli ospiti per noi.

Sapevo che quel ramo della famiglia era più che benestante, ma non mi ero aspettata tanto sfarzo ed eleganza.

La casa della zia Nicole era una villa in stile Liberty-Veneziano color giallo acceso con bifore e trifore che sia affacciavano sul giardino maniacalmente curato. L'interno conservava uno stile d'altri tempi, con affreschi e dipinti sulle pareti, tappeti persiani, pavimenti a mosaico e mobili antichi con le ante in vetro che permettevano di vedere il contenuto dei vari ripiani.

Non intravidi nemmeno un granello di polvere e mi chiesi quante persone lavorassero per mantenere quella casa così pulita e impeccabile.

Zia Nicole ci fece accompagnare alle nostre camere da Annette, una delle domestiche, mentre lei, ci informò, che sarebbe andata a chiamare Kimberly e il suo futuro sposo, Gustave, e ci avrebbero aspettato nella sala del tè dopo che ci fossimo rinfrescati.

Annette mostrò prima la camera ai miei genitori, poi mi accompagnò a dare un'occhiata alla mia che era accanto a quella di mamma e papà.

La stanza in cui avrei dormito per due notti aveva le pareti affrescate con foglie d'edera e fiori gialli, le finestre davano sul giardino impeccabile e il letto matrimoniale a baldacchino sembrava più comodo di qualsiasi altro letto su cui avessi mai avuto la fortuna di dormire.

Aprii la mia valigia, che mi sembrò troppo piccola rispetto allo sfarzo della stanza, e presi il vestito che avrei indossato al matrimonio, appendendolo all'armadio quattro stagioni, che occupava un'intera parete della stanza, così da evitare che si stropicciasse troppo prima del grande evento.

Dopo essermi lavata la faccia e aver cambiato la felpa, che avevo indossato in aereo, con un maglione color crema, aspettai che anche i miei genitori fossero pronti.

«Questa casa è stupenda», disse mia mamma, appena iniziammo a dirigerci verso l'ingresso, nella speranza di trovare da soli la "sala del tè": «Ora capisco perché Nicole ci ha detto che non sarebbe stato un problema ospitarci. Questo posto sembra più un albergo che una casa».

Papà sorrise: «A quanto pare ho sposato la cugina sbagliata», disse, per indispettire mia mamma, che si limitò a lanciargli un'occhiataccia: «Non fa ridere».

Trovare la sala del tè fu relativamente facile una volta che incrociammo Annette e ci facemmo indicare la strada.

Zia Nicole sedeva su un divano dall'aria antica, con quella che doveva essere Kimberly seduta accanto e un ragazzo che doveva avere sui trent'anni, seduto sulla poltrona di fronte a loro.

La stanza era ben tenuta come il resto della casa e aveva una vista stupenda sul giardino.

Prendemmo il tè, servito con dei biscotti al limone e macarons.

Mamma e Nicole, che non si vedevano da molto tempo, iniziarono fin da subito a chiacchierare amabilmente, mentre papà chiedeva a Kimberly e Gustave dettagli su come si fossero conosciuti.

Io cercai di ascoltare, per quanto mi fu possibile, entrambe le conversazioni.

«E il tuo ragazzo, Hermione? Non è potuto venire?», mi chiese zia Nicole, dirigendo l'attenzione di tutti su di me.

«Oh, no, lui arriverà più tardi», dissi, sorridendo.

«Dove vi siete conosciuti?», chiese Kimberly, con un pesante accento francese.

«A scuola».

«Un amore giovane», disse zia Nicole, portandosi una mano al petto, sospirando: «E la scuola come va?»

«Oh, Hermione è la migliore», disse mio papà, con tono orgoglioso, sorridendomi.

Appena finimmo di prendere il te, zia Nicole ci invitò a visitare il parco che si estendeva intorno alla casa, facendoci lei stessa da guida.

I giardini, spogli in quel periodo dell'anno, rimanevano comunque affascinanti. 

Mamma e Nicole continuarono a rivangare vecchi ricordi della loro infanzia, mentre io e papà passeggiavamo in silenzio, godendoci la bellezza del paesaggio.

Quando tornammo alla villa, venimmo informate da una cameriera, Louise, che all'ingresso c'era un giovanotto, che sembrava comparso dal nulla e diceva di essere il mio ragazzo.

Non riuscii a trattenere il sorriso radioso che comparve sul mio viso, mentre andavo ad accertarmi che Draco fosse arrivato sano e salvo, seguita dai miei genitori che sembravano non riuscire a contenere l'emozione di conoscere finalmente il mio ragazzo.

Draco era effettivamente all'ingresso, proprio come aveva detto Louise, indossava un cappotto nero e lungo che copriva quasi interamente la sua figura, accanto a sé aveva il suo baule e i capelli biondi erano leggermente spettinati.

«Sei arrivato!», dissi, fermandomi di fronte a lui.

Notai subito il naso rosso del ragazzo, dovuto probabilmente all'aria gelida esterna, e il nervosismo sul suo volto: «Hey», disse, prima di avvicinarsi per darmi un bacio a stampo e sussurrarmi all'orecchio: «Non lasciarmi solo, i babbani sono assurdi».

Risi alle sue parole, prima di voltarmi verso i miei genitori e dare il via alle presentazioni.

Grazie ai toni educati di Draco e all'affabilità di mia madre, capii subito che non ci avrebbe messo molto a conquistarla, ma per quanto riguardava mio padre ero certa che gli ci sarebbe voluto un maggiore impegno.

Zia Nicole si presentò a Draco in modo particolarmente espansivo e, abbassando appena il tono di voce — ma non abbastanza da non essere udita dai miei genitori — ci chiese se volessimo dormire in stanza insieme per quelle due notti.

Prima che potessi rispondere, Draco fece spallucce, dicendo: «Non sarebbe la prima volta».

Notai subito l'espressione stupita di mio padre, mentre mia madre nascondeva il suo sorriso imbarazzato dietro a una mano e zia Nicole rimase a fissarci in silenzio per qualche secondo.

Percepii Draco irrigidirsi alle mie spalle.

Per fortuna ci pensò la nostra ospite ad alleggerire la tensione, scoppiando a ridere: «I ragazzi d'oggi!», disse: «Dico ad Annette di preparare un'altra stanza, in caso doveste cambiare idea. Ora scusatemi, ma devo definire gli ultimi dettagli con mia figlia per il matrimonio di domani. Vi aspetto a cena per le otto, Louise vi indicherà la strada!»

Quando zia Nicole scomparve mi resi conto che sarebbero stati due giorni difficili.

«Allora, Draco», disse mia mamma, spezzando il silenzio: «Come sei arrivato qua? Com'è andato il viaggio?», gli chiese, mentre ci dirigevamo verso le camere, così che Draco potesse posare il suo bagaglio.

Quando il mio ragazzo fece per tirare fuori la bacchetta, probabilmente per usare un Wingardium Leviosa per il baule, lo bloccai, guardandolo con uno sguardo eloquente.

«Cosa?», mi chiese lui, aggrottando la fronte, confuso.

«Non puoi usare la magia!», gli ricordai, lanciando una veloce occhiata ai miei genitori, che stavano ridendo sotto i baffi.

Draco sbuffò: «E come dovrei fare con il baule, allora?»

«Ci penso io!», disse Annette in uno stentato inglese, comparendoci accanto come per magia.

«Grazie», dissi, sorridendo alla domestica e, dopo un momento di esitazione, anche Draco la ringraziò.

Giungemmo in breve al corridoio dove si trovavano le nostre stanze e Annette entrò nella porta, che si trovava di fronte a camera mia e a quella dei miei genitori, dicendo che a breve avrebbe preparato il letto per Draco.

«Finalmente soli», disse mia mamma, sorridendo: «Allora, Draco, com'è andato il viaggio?»

«Oh, sì», disse il mio ragazzo: «É andato bene, inizialmente avevo pensato alla Metropolvere o alla Smaterializzazione, ma in fine ho optato per una Passaporta».

Mio padre sollevò un sopracciglio, confuso, mentre mia mamma sorrideva per cortesia, ma si vedeva chiaramente che non aveva ben capito neanche lei il discorso del ragazzo.

«E quale sarebbe la differenza tra questi tre metodi di trasporto?», chiese, infine, mio padre.

«La Metropolvere permette di spostarsi tramite camini, ma questa è una casa babbana e avevo paura che non ci fossero camini o i camini fossero troppo piccoli. La Smaterializzazione siamo ancora troppo giovani per usarla, mio padre ha cercato di spiegarmela, ma comunque non mi sarebbe stato permesso utilizzarla per venire fino a qua. Per questo ho preso una Passaporta, è un oggetto che permette di viaggiare da un posto all'altro facilmente».

I miei genitori sembrarono ancora più confusi, ma decisero di non indagare oltre e sorrisero, mia madre in modo affabile, mio padre sfoggiò un'espressione un po' tirata.

«È andata bene a Natale?», gli chiesi, in parte per cambiare discorso, in parte perché ero curiosa di sentire il racconto del fatidico pranzo a cui aveva partecipato sua zia Andromeda. 

Draco ghignò: «È andata bene», rispose: «Conoscere zia Andromeda è stato piacevole, è una donna molto forte e intelligente».

«E i tuoi genitori?»

«Oh, loro non l'hanno presa molto bene, mamma in realtà mi è sembrata abbastanza felice di rivedere sua sorella dopo tanto tempo, ma papà era livido», mi raccontò, sul volto una smorfia: «Non mi ha parlato per tutta la durata delle vacanze natalizia, penso lo abbia fatto per punirmi».

Annuii distrattamente; i cambiamenti erano sempre difficili da digerire, ma speravo vivamente che i signori Malfoy accettassero Andromeda nella famiglia e magari, in futuro, anche me.

«Sono contenta che tu abbia passato del tempo con tua zia», gli dissi, passandogli le dita tra i capelli, saggiandone la consistenza che conoscevo fin troppo bene.

«E a voi il Natale com'è andato? Piaciuta Parigi?», chiese Draco, voltando il capo verso i miei genitori.

Fu in quel momento che mi ricordai della scommessa che avevamo fatto sull'Espresso verso Hogwarts, dopo la Guerra Magica, quando Draco mi aveva detto che non solo avrebbe partecipato a un matrimonio babbano, ma avrebbe approfittato della situazione per incantare col suo fascino i miei genitori.

«Oh, sì!», disse mia mamma, con un sorriso radioso: «Magnifica! Parigi è una città così affascinante e i monumenti che abbiamo visitato e i musei... è stato un Natale proprio piacevole, per quanto diverso dal solito!»

Papà annuì, passando un braccio intorno alla vita di mamma: «Concordo, proprio una bella città».

Osservandoli attentamente, non avevo dubbi che mia mamma fosse già stata conquistata dallo charme e dalla bellezza di Draco, mentre papà sembrava ancora studiare il mio ragazzo, come se ci fosse qualcosa di lui che non lo convinceva completamente.

«Ci sei mai stato a Parigi, Draco?», chiese mia mamma, spostandosi impercettibilmente più vicina a mio papà, che la teneva vicina a sé.

«Molte volte», disse lui, togliendosi il cappotto, rivelando un paio di pantaloni neri e un maglione verde scuro, che metteva in risalto il pallore della sua pelle: «Ma non sono molto a conoscenza dei monumenti babbani, di solito quando andiamo a Parigi preferiamo rimanere nella parte magica».

Annette uscì dalla stanza, che stava sistemando, proprio in quel momento e con un sorriso e uno stentato inglese informò il mio ragazzo che la camera era pronta.

Mia madre sospinse mio padre verso la loro stanza: «Andiamo a riposarci un attimo prima della cena, ci vediamo dopo», disse.

Papà non sembrava particolarmente convinto, ma non si oppose e nell'arco di pochi secondi io e Draco rimanemmo soli in corridoio, dato che anche Annette si stava allontanando verso l'ingresso.

Draco gettò un'occhiata a quella che sarebbe stata la sua stanza per le due notti successive e io lo seguii, ammirando le pareti affrescate da nuvole e cherubini, tende bianche alle finestre e un letto dall'aspetto costoso e raffinato proprio come quello che si trovava in camera mia.

Il mio ragazzo gettò il cappotto sul letto, poi con un incantesimo chiuse la porta della stanza.

L'istante dopo ero circondata dalle sue braccia, premuta contro il suo torace caldo.

«Mi sei mancata in questi giorni», disse contro la mia fronte, sospirando.

Mi lasciai inebriare dal suo odore, sorridendo beata: «Anche tu mi sei mancato».

«Dici che sono andato bene?», mi chiese e percepì chiaramente una punta di preoccupazione nel tono della sua voce: «Con i tuoi genitori dico».

«A parte lo scivolone iniziale, direi di sì», lo rassicurai, premendogli un bacio sul collo, poi sulla guancia: «La parte difficile sarà la cena con zia Nicole, Kimberly e Gustave».

«Gustave è un nome orribile», disse, con una smorfia.

Ridacchiai, scuotendo divertita la testa: «Non ci credo che hai detto di fronte ai miei genitori che abbiamo dormito insieme».

Draco arrossì leggermente: «Anche io fatico a crederci».

 

 

 

 

***

Buongiorno popolo di EFP!

Dato che questo capitolo sta venendo lunghissimo, ho deciso di pubblicarvi intanto questa prima parte e nei prossimi giorni scriverò la prossima!

È da "Mai Scommettere col Nemico" che questo fantomatico matrimonio della cugina Kimberly aspetta di essere celebrato, e finalmente ci siamo quasi.

Voi che dite: Draco riuscirà a conquistare tutti o finirà per combinare un casino dopo l'altro?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia per farmi sapere cosa ne pensate!

Avete Instagram? Vorreste seguirmi anche su quel social per incitarmi a scrivere e sapere per tempo quando usciranno i capitoli? Potete farlo: il nome dell'account è lazysoul_efp!

Vi auguro una buona domenica!

Un bacio,

LazySoul

 

 

 

 
  
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