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Autore: Shaara_2    29/05/2020    7 recensioni
“Ben perché non sei tornato da me?” gli chiese, asciugando le lacrime.
Ma lui rimase immobile a guardarla, sorpreso e senza fiato.
“Rey? Sei tu?” le rispose, incredulo, aggrappandosi al cristallo kyber che lo teneva prigioniero. “Pensavo che non ti avrei più rivisto.”
***
Ciao a tutti. Ho deciso di scrivere questa breve storia REYLO (Ipotetica relazione sentimentale tra Rey e Ben Solo), per raccontare un possibile Epilogo “soddisfacente” dopo TROS. Come tutti i miei racconti, ci sarà il lieto fine. Questa storia è ispirata alla filosofia degli Je’Daii. Buona lettura
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn, Kylo Ren, Maz Kanata, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 21

 

Grazie infinite a Alcalafalas per aver realizzato questa immagine meravigliosa.
Il disegno non è fatto per questa fan fiction, ma gentilmente concesso da 
Alcalafalas per le mie storie. 
Grazie per tutto Alcalafalas. La tua arte è fonte di ispirazione. Per vedere altri suoi disegni cliccate qui.
 

⧫⧫⧫

Se ti distanzi

solo per un'ora

dal tuo pensiero infinito...

Cosa pensi che accadrà?

(Rumi)

⧫⧫⧫
 

Poco prima che Rey e Finn diventassero visibili, Ben si accorse di aver pianto. Con angoscia e a lungo, come non avrebbe mai pensato di poter fare. Ma non era per la morte in sé che stava piangendo, bensì per il semplice fatto che non avrebbe più rivisto la sua sposa. Rey, la sua luce. La sua stella gemella. La sua metà nella diade della Forza. Così, mentre la sua energia vitale evaporava, insieme allo spazio che creava la sua prigione di Kyber, si era abbandonato allo sconforto.
 

Immagine dopo immagine, pensiero dopo pensiero, atomo dopo atomo. 

 

“Sto… sto scomparendo!”

 

Qualcosa aveva rotto l’equilibrio e il suo mondo trascendente aveva cominciato a scomparire, come la fiamma di una candela che si spegne in assenza di ossigeno. Così la sua immagine diventava ogni istante più diafana. Più lucida e trasparente, come se fosse fatta di nulla, oltre che di un sottile pulviscolo luminoso.

 

“Non è possibile…”

 

In quel momento gli fu chiaro come il desiderio di liberare Rey dalla diade fosse solo una bugia. Lui non voleva che Rey soffrisse per colpa sua, ma non voleva neanche lasciarla. Non adesso che il solo averla trovata l’aveva reso un uomo diverso. E per questo avrebbe lottato. Ma come?

 

“Io non posso morire adesso.”

 

Si girò in cerca di quella piccola farfalla che l’aveva guidato fino a quel momento. Ripensò a quando lo spirito, che viveva dentro quel fragile corpo di insetto, gli aveva mostrato come mantenere l’equilibrio. Si piegò su se stesso in meditazione e si concentrò verso il lato chiaro.

 

BOOOOM.

 

Un’eco nella Forza e il lato più chiaro della sua prigione cominciò a scricchiolare. E, con un fruscio sinistro, lentamente si crepò, allargando le sue fratture per tutta la parete. Il rumore divenne un lamento sottile che echeggiava nella Forza, come un grido. Un’anima ferita. La parete vitrea implose, fratturandosi con diverse venature trasversali profonde e intarsiate da milioni di parti e frammenti. E Ben deglutì la sua stessa angoscia, annusando l’odore metallico e polveroso dei frantumi che cadevano contro il pavimento.

 

Booooom.

 

Un altro scoppio in lontananza.

 

“Che cos’è stato?” disse ancora, avvicinandosi alla parete di cristallo. Posò le mani sul vetro ridotto in frammenti, percependo l’energia del lato chiaro scemare, come se qualcuno l’avesse strappata dal suo centro.

 

“La Forza sta perdendo l’equilibrio.”

 

Accarezzò la parete rigata, avvertendo come un grido. Un richiamo. Una luce oltre alla parete.

 

“Ben!”

 

Sentì chiamare il suo nome.

 

Agitato e con le mani tremanti accarezzò ancora il cristallo. 

 

“Posso darti stabilità usando il lato oscuro” disse, rivolto verso la parete di kyber.

 

Era ridicolo quel pensiero, ma stava cercando di salvare l’equilibrio della sua stessa prigione. Eppure doveva farlo, perché l’energia che attraversava ogni cosa stava per crollare. E con essa il suo universo parallelo, la prigione di Kyber che lo teneva in vita. Tutto era collegato. Tutto splendeva in un complesso insieme di forze interconnesse. E tutto era parte della stesso nucleo. La distruzione di una singola parte avrebbe causato la caduta dell’equilibrio che reggeva quell’insieme in vita. Sempre che quella potesse davvero chiamarsi vita.

 

“Devo fare qualcosa.”

 

“Rey, puoi sentirmi? La Forza ha bisogno di più oscurità!”

 

Chiuse gli occhi, concentrandosi sempre più intensamente, ma ad ogni sforzo la sua immagine sembrava sempre più vitrea e traslucida, sempre più inesistente.

 

“Avete fatto cadere Ahsla prima di Bogan?” disse a voce alta, sperando che Rey potesse sentirlo. Non aveva bisogno che qualcuno rispondesse alla sua domanda. “Ma non avete pensato che tu sei legata al lato chiaro. Avete sbilanciato la Forza e l’energia vitale si sta disperdendo nel nulla.”

 

Ma Rey era troppo lontana per raggiungerlo. Quando, finalmente, un pensiero lo fece sorridere. In quel momento gli fu chiaro perché la Forza aveva unito quell’impostore alla diade. E sorridendo alla sua stessa ingenuità, cominciò a chiamarlo per nome.

 

“Finn, puoi sentirmi?” Mise le mani più vicine nella fessura che lentamente si apriva, dilaniando il Kyber.

 

“Se io sono il lato oscuro e Rey è il lato chiaro, tu sei la Forza che sta al centro alla rotazione perenne dei due opposti.”

 

Sospirò, cominciando a piangere.

 

“Finn, concentrati, tutto è collegato, tutto è energia… Tu non puoi non sentirmi.”

 

Una lacrima cadde verso il basso, ma ormai la sua stessa materia era poco più che un ologramma sospeso nel vuoto. Meno che polvere. Appena un disegno nella luce.

 

Chiuse gli occhi, abbandonandosi al suo destino e in quel momento le vide. Tre farfalle che acquistavano consistenza mano a mano che si avvicinavano. Le osservò, percependo la loro energia diventare materia fino a sfiorarlo.

 

“Voi?”

 

Un tocco che interruppe l’evaporazione della sua figura nel nulla e il vuoto riprese la forma originaria. La forma di una mano calda e scura, seguita da un incredibile e sconcertato sorriso da ragazzo.

 

“Finn!” esclamò, sentendosi pervadere da un calore persistente, poi i suoi occhi, tornati nitidi, furono colpiti da un bagliore, e infine la vide: “Rey!”.

 

Spalancò la bocca incredulo. Ondate di luce e di calore gli stringevano il respiro e il pensiero, ma la gioia era più grande di qualsiasi dolore. Così, sussultando, sudando e piangendo, le sorrise esausto:

 

“Non pensavo che vi avrei più rivisto.”

 

“Ben!” La voce di Rey quasi tremava. Aveva conosciuto quella ragazza dotata di una forza d’animo talmente grande da non sembrare umana e, adesso, la vedeva vacillare. Forse anche Rey aveva perso il suo equilibrio con la caduta della luna di Ashla. Ma si teneva a Finn, come se lui fosse l’unico pilastro ancora in grado di reggere il suo peso.

 

Faceva un caldo infernale, adesso che il suo corpo era tornato ad essere materia, e la luce che aveva intorno non proveniva più dal Kyber in rovina, ma dall’esterno. Improvvisamente, non si trovava più nella sua prigione. Si guardò intorno, analizzando il nuovo spazio che lo circondava.

 

Sembrava una struttura diroccata. In fondo alle poche pareti ancora in piedi, dei vetri mostravano un pianeta travolto da eventi naturali catastrofici. Forti venti facevano sbattere le parti basculanti delle rovine. Nere nubi solcavano l’orizzonte da tutti i lati e fiumi di lava si muovevano a gran velocità verso di loro. Dove diavolo era finito?

 

“Ben, dobbiamo unire le nostre energie per salvare questo pianeta!” La voce di Finn si piegò fina a diventare tremula.
 

“Dobbiamo salvare la Forza.”

 

Ben si girò a guardare Rey, che adesso faceva dei sì con la testa ad ogni parola detta da Finn.

 

“Il piano non sta andando come previsto” aggiunse la ragazza, mordendosi le labbra. “Ashla è caduta, ma Bogan ha cambiato direzione… non riusciamo a farla precipitare contro Tython. Se le lune non ritorneranno all’origine non si avvererà la profezia, e a quel punto non sappiamo che cosa potrebbe accadere…”

 

Ben ripensò all’attimo prima di incontrarli, quando la sua stessa esistenza si stava riducendo a niente, ma non volle turbarli. Si limitò a fare un cenno con la testa verso l’esterno.

 

“Siamo su Tython?”

 

Finn si asciugò il sudore, togliendosi la giacca da pilota e anche Rey fece lo stesso. Ben notò come entrambi stessero sudando e facessero fatica a respirare. L’ambiente era incredibilmente caldo.

 

“Sì” gli disse Rey, poi indicò in lontananza un muro di fumo e fiamme. “Quella è Ahsla… ma stiamo per esplodere… la temperatura sta salendo.” Rey allargò le mani, mostrando la sua impotenza con un solo gesto.

 

“Direi che siamo ormai al punto di rottura dell’equilibrio di questo pianeta…”

 

Rey accennò un sì con testa, poi spostò le labbra in una smorfia di tensione. “Anche Tython pare aver perso il suo equilibrio. Non resisteremo a lungo. Devi aiutarci.”

 

Gli occhi di Ben la osservarono con dolcezza. Sollevò le sopracciglia, accennando un sorriso, e valutò se fosse il caso di darle una carezza, ma Finn lo incalzò.

 

“Dobbiamo unire le energie, come i pianeti.”

 

“Come i pesci” aggiunse Rey, mostrandogli la medaglietta regalata dalla ragazza Je’daii in quello strano sogno condiviso che era stato il loro matrimonio.

 

“Quindi, quel ciondolo era reale?”

 

“Forse non solo il ciondolo…” gli rispose Rey, arrossendo violentemente e portando istintivamente una mano all’addome.

 

“Oh…”

 

Ben le sorrise sinceramente, valutando se fosse il caso di trascinarla contro di sé e baciarla, quando Finn gli afferrò la mano stringendola come se fosse dentro ad una pinza. Una parte del suo cervello elaborò come polverizzarlo nella Forza, ma riuscì a controllarsi e si limitò a fissarlo con le sopracciglia incurvate in un evidente dissenso.

 

“Non abbiamo molto tempo” biascicò Finn, un po’ spaurito e un po’ contrariato. “Quando Rey ti ha detto uniti come i pesci nel ciondolo, non era in senso figurato.”

 

Ben tenne per sé le bestemmie e strinse la mano di Finn, incastrando le dita dell’altra tra quelle di Rey. Solo in quel momento si accorse che sua moglie aveva già la mano di Finn stretta nella sua. La fissò con un’espressione altera, come se volesse chiederle spiegazioni, ma quando le loro dita si toccarono una nuova ondata di energia si accese tra di loro.

 

Una piccolissima sfera rossa cominciò a gravitare tra i loro corpi e, di colpo, il faro si accese.

 

Una scossa, come un lampo. Un fulmine cadde sulla punta dell’antica costruzione e il raggio azzurro del faro si disperse nell’etere, superando l’atmosfera e viaggiando nello spazio.
 

Allontanandosi verso l'infinito.

 

 

L’onda luminosa si espanse nello spazio, come l’onda dispersiva di un sasso lanciato in uno stagno. La luce fotonica si stagliò sopra il vetro del piccolo Ala-X come se fosse il raggio di un sole acceso solo per loro. Un sole piccolo, chiaro e lontano, ma comunque grande. Grande abbastanza da riaccendere la speranza.

 

“Sei pronta, Aleena?”

 

“Per essere pronta, sono pronta, ma prima posso fare l'inserimento? Devo solo tirare e chiudere e…”

 

“Non provarci o ti faccio esplodere prima di toccare Tython.”

 

L’aleena gli sorrise, con quei piccoli dentini aguzzi e gli occhi stretti e sognanti.

 

“Paura? Sei vergine anche tu?” Sollevò una mano per accarezzargli un braccio e Poe fu costretto a muoversi velocemente per evitare quel contatto.

 

“Non toccarmi! Che schifo!”

 

“Oh, vuoi fare la scena in cui fingi che io non ti piaccia?”

 

“Ma quale scena?” abbozzò Poe, distogliendo lo sguardo dallo schermo. Forse era meglio esplodere contro un asteroide che permettere a quella cosa di procedere nelle sue assurde e ridicole richieste. Tutto avrebbe pensato in vita sua, tranne che morire accanto ad un’aleena arrapata.

 

“Ora mi preparo, tesoro…”

 

L’aleena spostò il sedere verso l’alto, muovendo una mano dentro al piccolo indumento che le copriva la parte posteriore del corpo e, poi, agitò una manina dentro la stoffa con delicate mosse laterali.

 

“Aspetta che estraggo il coso…”

 

“Tu non estrai un bel niente…”

 

Poe strabuzzò gli occhi, comprendendo che, se voleva portare a termine l’operazione, doveva prendere una decisione molto, molto in fretta.

 

“Eccomi, amore, sono pronta!”

 

La bocca di Poe si aprì più per ridere di quella situazione ridicola che per la preoccupazione dell’imminente impatto.

 

“Pronta un corno! Cerca di levarti di mezzo e anche di corsa!”

 

Senza lasciarsi distrarre da quell’orrenda visione, inserì le coordinate di Bogan, accendendo il comlink un’ultima volta, poi vide l’aleena fissarlo con una certa emozione.

 

“Sono tua…”

 

Poe sbiancò, spalancando gli occhi. “Kriff! Aleena, ma che… e vuoi mettere via quel coso?!”



 

 

Quando Maz riuscì a salire sulla Star Destroyer Xyston capitanata da Chewie, si trovò a sciogliersi tra le enormi braccia pelose del Wokiee. Aveva lottato per tutta la vita, ma adesso si sentiva una superstite alla peggior partita contro a un destino avverso.

 

“Awwrrrr” ruggì il Wookie, stringendola più stretta, e lei pianse. Disperatamente e senza sosta. Tutto sembrava perduto.

 

Per tutta la vita aveva combattuto con tenacia contro l’Impero, il primo Ordine, il Lato Oscuro e milioni di altri nemici che, nel tempo, avevano cercato di ridurre il suo piccolo mondo, e con esso tutta la Galassia, a un luogo tetro e pericoloso. E, alla fine, quelle battaglie erano state vinte. Tutte. Ma alla sconfitta definitiva della corruzione della Forza non era seguita la consacrazione di una forma di equilibrio tra le due energie opposte e complementari. Tutto sembrava essere stato vano.

 

“Oh, cielo, Maz! Che cosa è successo?” C-3PO le si avvicinò lentamente, seguito da R2-D2.

 

“Bip, bip, bip” disse il piccolo droide. C-3PO si girò verso l’amico. “No, R2-D2, non penso che sia ancora morto nessuno.”

 

Maz li guardò appena, persa dentro ai suoi pensieri. Si era prefigurata una nuova epoca di pace, segnata dalla nascita di una nuova ideologia. Un’idea che avrebbe messo insieme il lato chiaro con un nuovo lato oscuro, epurato dalla corruzione e dagli eccessi. Solo due lati complementari in perfetto equilibrio per difendere la vita in ogni sua forma.

 

Una nuova generazione di Jedi grigi avrebbe solcato le vie dello spazio, attraversando le stelle, per portare un nuovo messaggio di speranza. Una speranza che adesso sembrava sconfitta.

 

“Arrr arrarrw” grugnì il Wookie, sembrando dispiaciuto. E lei dovette farsi forza per potergli rispondere.

 

“Non lo so, Chewie. A giudicare da quello che vedo, temo che non si salverà nessuno…”

 

“Oh, cielo, che diavolo è quella luce?” sospirò C-3PO, con quella sua voce metallica e lagnosa.

 

Un fruscio metallico emesso da R2-D2, sintesi di una grande esclamazione robotica, e tutti si voltarono a guardare verso lo schermo.

 

Una luce azzurra si stagliava dal centro del pianeta di Tython, diffondendo il suo bagliore per tutta la sala. Tutti i presenti dovettero coprirsi gli occhi, guardando quello strano fenomeno.

 

Poi arrivò una luce rossa e, infine, tutte le gradazioni di colore si mescolarono tra loro, come in un caleidoscopio.

 

“Awwwrrr.” Chewie si portò le zampe alla testa, sconfortato.

 

“Oh, cielo! A quale tipo di fenomeno stiamo assistendo?” si lagnò C-3PO, andando avanti e indietro, seguito da R2-D2.

 

Maz li osservò, restando ammutolita dalla strana visione. Ma, del resto, che cosa avrebbe potuto dire, per confortare i suoi amici? Niente, solo la verità che era in grado di vedere.

 

“Sono riusciti ad unire la Forza, ma Bogan è fuori controllo.”

 

Il cuore di Maz si gonfiò in preda alla paura. Sapeva che quei pochi attimi avrebbero cambiato la Galassia, ma sempre più le sfuggiva l’esito di quell’impresa che aveva creduto di poter dominare. Si era sbagliata. Non erano riusciti a dominare nulla, e meno che mai la Forza.

 

Ogni sogno di riportare l’equilibrio aveva perso consistenza da quando Rey e Finn erano atterrati su Tython, interrompendo ogni comunicazione. Che cosa fare? Sperare che quella testa calda di Poe riuscisse a far collassare Bogan con un atto eroico? Fare lei stessa un atto eroico, salvando Poe e la sua giovane amica Aleena da morte certa?

 

Tutto ciò in cui aveva sperato sembrava fallito, quando la luce proveniente da Tython cambiò intensità, virando verso un colore diverso, tingendosi di una lattiginosa colorazione avorio.

 

“Oh, cielo! Oh, cielo!” esclamò C-3PO, accelerando il suo movimento ansioso. “Che cosa sarà, adesso, questa luce?”

 

“È l’unione delle energie” rispose Maz, mentre il Wookiee grugniva di soddisfazione. “Stanno cercando di riequilibrare i lati… ma non capisco che cosa abbiano in mente.”

 

“Bip, bip, bip” aggiunse il droide e C-3PO poté modulare la sua voce con un tono meno terrorizzato.

 

“Mi stai dicendo che quello che vediamo è lo spettro risultante dall’incontro dalla luce rossa e blu dei due lati della Forza? Oh, cielo!” Il droide mosse le mani meccaniche nell’aria, cercando l’attenzione di Maz. “E quindi questo vorrebbe dire che le energie di Rey, Ben e Finn sono riuscite a convergere in questa stessa dimensione?”

 

Maz girò gli occhiali, come se potesse analizzare persino le emozioni cibernetiche del droide. Poi sollevò lo sguardo, come se non vi avesse trovato materia intelligente.

 

Un lampo di luce maggiore e la luce si espanse fino ad avvolgere Bogan come se fosse una mano che attira a sé una sfera.

 

“Oh, cielo, stanno cercando di far impattare Bogan contro Tython con la Forza. Ma cosa accadrà a Rey e Finn, quando la Luna gli cadrà addosso?”

 

Maz guardò in basso, traendo un grande respiro. “Moriranno.”

 

 

Il comlink personale di Finn vibrò all’improvviso. Il ragazzo sollevò lo sguardo titubante verso l’amica, domandandosi che cosa fare.

 

Rey slacciò velocemente la mano dalle sue dita. “Rispondi.”

 

“Rey, l’operazione…”

 

“Avanti, traditore, rispondi e sbrigati” aggiunse Ben, approfittando della pausa per asciugarsi il sudore e abbracciare la sua sposa.

 

“Mi sei mancata.”

 

Finn arricciò le sopracciglia. Per quanto avesse perdonato Ben Solo per essere stato Kylo Ren, ancora gli faceva una certa impressione vederlo lasciarsi andare a quelle effusioni. Un po’ imbarazzato, si mosse per cliccare sul pulsante di accensione del suo dispositivo personale, lasciando apparire il suo interlocutore.

 

“Ciao, sono Poe.”

 

“Poe! Sei tu!” gridò entusiasta.

 

Quando vide il pilota, senza casco, i capelli scarmigliati e la tuta stropicciata, pensò che gli fosse successo qualcosa, ma quello che lo colpì di più furono i rumori anomali che arrivavano dal suo caccia stellare.

 

Come dei battiti continui, alternati da una voce in lontananza.

 

“Amoreeee?!”

 

Vista la situazione, non fu certo di aver sentito le parole con esattezza e, anzi, doveva esserci un’interferenza, visto quello che riusciva a percepire.

 

“Liberami, tesoro… ho estratto il coso.”

 

Il coso? Si grattò la testa confuso per l’interferenza che sembrava voler sovrastare quella comunicazione.

 

“Amore, apri questa porta!”

 

Altre urla e battiti, apparentemente finiti nel suo stesso segnale di comunicazione stellare. Forse la mancanza di armonia della Galassia provocava delle interferenze anche nelle comunicazioni galattiche. Si grattò nuovamente la testa, sempre più perplesso ma, poi, la voce dolce di Poe lo portò a dimenticarsi di quelle strane grida, del piano, della Forza e persino che stesse per morire.

 

“Poe, che cosa sta succedendo?” si sbrigò a domandargli. E, mentre lo diceva, la scia luminosa della Forza smorzò la sua energia.

 

“Ragazzi, questa missione sta per finire e… avrei preferito che andasse in un altro modo” gli sussurrò Poe, con il suo sorriso smagliante e sincero. Una scia luminosa attraversò i suoi occhi, come polvere di stelle.

 

“Poe, abbiamo trovato il modo di far convergere la Luna di Bogan. Lentamente si sta spostando grazie alla nostra energia condivisa, hai visto?”

 

Poe gli sorrise accarezzandosi i riccioli scuri, appena bagnati di sudore. “Non ci riuscirete. La velocità di spostamento con cui state interagendo con la forza di gravità di Bogan è troppo debole. Tython è al collasso. Esploderete prima che Bogan arrivi contro al suolo.” Poi, però, gli fece l'occhiolino. “Ma ho un’idea…”

 

Rey reagì per parlargli, ma un boato fece tremare la stanza.

 

“Poe, non fare sciocchezze!” urlò la ragazza.

 

E Finn sentì il suo cuore sussultare. Che cosa gli stava dicendo esattamente il suo amico più caro? Quali erano le sue intenzioni?

 

“Poe, che diavolo hai mente?”

 

“Oh, niente di speciale, per una testa calda come me. Spero solo che tutto vada come previsto. Ma dovette promettermi una cosa: quando vedrete Bogan arrivare verso Tython, dovete mettervi in salvo. Scappate, siete ancora in tempo.”

 

“No!” gridò Finn, alzandosi di scatto e precipitandosi a guardare fuori.

 

Fiumi di lava schizzavano in tutte le direzioni, trasportando ammassi più o meno densi di materia, mentre fulmini improvvisi squarciavano il cielo avvolto da nuvole scure.

 

“È la fine…” disse Finn, guardando all’esterno e perdendo un respiro. Forse l’ultimo della sua vita, ma Poe, dal suo ologramma, gli sorrise come se avesse una conoscenza a lui straniera.

 

“Non è la fine, Finn.” Poe sembrava felice nel dirlo. “Fidati di me, questo è solo l’inizio.”

 

“L’inizio di che cosa? Non ti capisco!” gridò Finn, nel momento in cui un’interferenza distorse l'immagine del pilota. La sua testa andava a mille e non era per il caldo, il sudore o l’aria che lentamente si riempiva di polvere e fumo. Tutto gli sembrò così caduco che la morte gli parve l’unica imminenza possibile.

 

“No!”

 

Con fare disperato si girò ad osservare Rey e Ben, che avevano allungato di nuovo le mani verso il cielo. Stavano ancora cercando di portare Bogan contro Tython. Avrebbe dovuto aiutarli, ma loro due avevano unito l’energia in un solo fascio di luce che, ora, virava sui toni dell’indaco. La diade era tutt’uno nella Forza.

 

Li guardò, pensando di intervenire, quando Poe riprese a parlare.

 

“Finn, avrei voluto dirti tante cose…” il suo sorriso beffardo gli fece mancare il respiro.

 

“Aspetta, che cos’hai in mente, Poe?! Parla!”

 

Una lacrima solcò il suo viso già umido di sudore, quando l’immagine di Poe cominciò a vibrare come se l’interferenza si stesse accentuando.

 

“Ti ricordi la profezia?” gli disse Poe, mentre la sua voce diventava metallica. 

 

E tu che sei sale,
nel sacrificio mostrerai il tuo amore.


Si aprano le acque, si sollevi il mare, 
infuri la tempesta, si spostino le lune, se ciò che ami vorrai salvare,
i tre simboli dovrai far combaciare.

Ashla, Bogan e Tython, 

tutto tornerà al suo phanteon.”

 

“Certo che la ricordo!” gridò Finn, cercando di percepire la posizione di Poe con la Forza. Era prossimo ad entrare nello spazio gravitazionale di Bogan per lanciarsi come un missile contro la Luna. Sapeva che tutta la potenza di fuoco a loro disposizione era finita o andata perduta. Ma non poteva accettare che Poe si immolasse in una missione suicida. No! Doveva impedirlo.

 

“Fermati!” urlò Finn disperato, comprendendo l’estremità di quel gesto.

 

“Poe, lascia che ci pensiamo noi, è il nostro destino!”

 

“No, tu non hai capito. Questo non è il destino: è una scelta. Hai presente quando siamo andati su Crait?”

 

“Certo! Il pianeta di sale.”

 

“Esatto, il sale, Finn. Non devi per forza essere tu quel sale. Lascia che sia io e…”

 

Finn vide Poe prendere fiato, come se stesse per entrare in apnea, poi lo guardò dritto negli occhi.

 

“Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ma sono innamorato di te, Finn. Mi sentivo un idiota per questo, ma la profezia ha reso tutto più semplice.”

 

Poe fece un’ultima volta l’occhiolino all’amico, poi mosse la cloche verso l’alto.

 

“Addio!”

 

Neanche un istante e un boato riecheggiò nella Forza.

 

BOOOM.

 

Un’esplosione di luce. E poi il silenzio, seguito da un fischio lontano e una strana sfera infuocata che, adesso, diventava visibile persino nel cielo di Tython. Come una cometa.

 

“Noooooo” urlò Finn, comprendendo, solo in quel momento, le parole di Poe. Tutte le parole. Tutte insieme. L’amore, il dono della sua vita e… perché la vita doveva essere così crudele?

 

Grazie al gesto di Poe, la Forza non aveva più bisogno del loro sacrificio. Lui, con il suo solito giocare d’azzardo, li aveva fregati tutti, immolandosi al loro posto.

 

E tu che sei sale, nel sacrificio mostrerai il tuo amore.”

 

Questo diceva la profezia. Finn credeva che sarebbe stato lui ad immolarsi per la salvezza di tutti. Invece…

 

Il cuore di Finn sembrava essersi spezzato in milioni di frammenti per quella decisione scellerata di Poe. L’amava e non gliel’aveva mai detto. Se solo avesse potuto farlo. Il pilota, il suo compagno, il suo amico di ogni avventura, l’amava di un amore sincero, e lui non gli aveva mai detto niente. Non gli aveva rivelato che quel sentimento era ricambiato. Quanto tempo sprecato inseguendo desideri inesistenti. Quanto inutile dispendio d’energia. Ora sì, che il suo cuore era vuoto.

 

“Noooo” si maledì, dentro al rimorso. L’amore perduto era qualcosa di troppo grande da poter accettare. “Non è giusto” aggiunse piangendo e mettendosi le mani in testa. “Io, io non gliel’ho detto.”

 

BOOOOM.

 

Un altro boato nella Forza e Bogan si accese di nuova luce, un bagliore di fuoco e visibile persino attraverso la densa atmosfera polverosa di Tython.

 

“Voglio morire anche io…” urlò ancora Finn, buttandosi a terra in ginocchio e battendo i pugni per terra. “Non è possibile!” Aveva perso tutto. L’amore, l’amico, il compagno. Tutto chiuso in una sola persona, e lui non aveva più niente. Niente. “Non è possibile” piangeva e urlava disperato, ma Rey e Ben lo afferrarono stretto per le braccia.

 

“Finn, dobbiamo andare…”

 

Il volto sorridente di Poe era nei suoi occhi, come un miraggio nel deserto, e lui era troppo stordito per comprendere che cosa stesse succedendo tutto intorno. Così, con il cuore strappato e un singhiozzo disperato, si lasciò andare.

 

Gli occhi di Ben lo fissarono con la stessa intensità di una notte senza stelle.

 

“Il pianeta sta per esplodere. La profezia sta per compiersi.”

 

Finn deglutì lacrime e saliva, restando immobile a guardare Ben Solo che continuava a trascinarlo fuori da quella stanza e da quello spazio.

 

“Avanti” gli intimò il ragazzo. “Quando Bogan arriverà al suolo non ci sarà più speranza neanche per noi.” Ben lo fissò con il riflesso di una cometa incandescente dentro agli occhi. La voce che sembrava uscire dall’infinità del caos.


“Forse so come uscirne. Ti fidi di me?”

 

 


Angolo della scrittrice:

Ciao a tutti, 

ho fatto prima del previsto. Ne approfitto per avvisarvi che In questi giorni dovrò seguire un corso e, probabilmente, avrò meno tempo del solito.

Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro domenica.

Prima di andare via, passate a salutare il mio Beta IndianaJones25, un po' d'amore per le sue storie lo farà felice. Se cliccate qui, potrete leggere l’ultima storia che sta scrivendo. 

Ricordo a chi mi segue che continuerò a pubblicare un capitolo di questa storia ogni domenicaDestiny's Force, invece, riprenderà quando avrò finito questa storia. 

Se poi ne avete voglia lasciatemi un commento o cliccate sulle icone in alto a destra. Sentire che cosa ne pensate, sarà un vero piacere.

Un abbraccio virtuale a tutti e baci a tutte le aleene. 


Shaara

Ps: Attenti al coso...

 

Note:

Clicca sulle parole evidenziate in blu per leggere gli approfondimenti o per vedere l'immagine del personaggio.

Clicca sulle immagini per ascoltare la musica. Ti consiglio di aprire la musica in un’altra finestra per continuare a leggere con il sottofondo.

Per leggere ispirazioni, bibliografia e riferimenti vedi nei capitoli precedenti. 


Ps: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)


Se ti va, nell'attesa…ho scritto altre storie.

Destiny’s Force (in corso)

Twin Moons

Ci vediamo venerdì <3

Shaara

 Ps: Sono anche su Wattpad, venite a trovarmi 😉

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