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Autore: Dioni    31/05/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria era pregna di umidità dove fredde mura di pietra erano segnate dalla presenza di muffa, indicando di come la sotto l'ambiente fosse poco curato e dismesso da tempo.

Nel mentre, una figura magra sedeva su di un vecchio scranno di legno,che posava vicino ad una grande tavola ricoperta interamente di pergamene e papiri, i cui testi lasciavano traccia di chissà quali misteri, ormai perduti da tempo.

Geroglifico,runico,cuneiforme,latino,più e più lingue testimoniavano la presenza degli scritti di più culture all'interno di quella camera sotterranea,eppure lui non riusciva a trovare quello che più gli interessava.

L'uomo era vestito di un lungo abito blu,vecchio,logoro e segnato dalle intemperie,con un cappuccio tenuto sopra la testa e che l'unica cosa che faceva vedere del volto era la lunga barba che arrivava allo sterno.

Leggeva avidamente il contenuto dell'ennesimo scritto in latino,un altro foglio originario dell'impero,faceva fatica a scrutare quelle informazioni,non che la lucerna ad olio posta sul tavolo non aiutasse, ma la vista non era più quella di una volta.

"La vecchiaia è una brutta bestia".

Disse l'uomo con voce stanca e provata,erano ore che si era introdotto la sotto,in quella rovina ormai dimenticata da tempo,la cui unica testimonianza della sua esistenza era un antro artificiale,con due colonne doriche scolpite nella roccia.

Una volta passato l'ingresso l'uomo aveva attraversato camere sotterrane, una grande sala disabitata ed infine la trovò.

La biblioteca.

Una camera molto grande, abbastanza da poterci tenere un intero reggimento, interi scaffali ,ormai marci e corrosi dal tempo,facevano da testimoni silenziosi,di un epoca ormai lontana.

Tutto si stava svolgendo con una lunga e monotona calma,quando all'improvviso,notò un punto in particolare,dopo tanto passato su quei fogli era giunto ad un punto interessante.

Per sicurezza passò col dito sotto la parte interessata,come a sottolineare quello specifico paragrafo,poi girò la pergamena,costatando quello che cercava tanto ardentemente.

La figura di uomo nudo,glabro,con la testa di un leone e con un serpente ad avvolgerne il corpo.

"Eccoti,sapevo che ti avrei trovato qui".

E con queste ultime parole si alzò dallo scranno,arrotolò la pergamena e se la mise all'interno delle sue vesti.

Poi spostò lo sguardo verso un bastone,era appoggiato al tavolo,aveva un lungo corpo di legno con una delle estremità appuntita,per molto tempo gli era stato utile come appoggio per i lunghi viaggi e occasionalmente come arma improvvisata.

Lo recuperò,prese anche la lucerna e se n'è andò ripercorrendo la strada per l'ingresso della rovina.

Ormai,l'utilità di quel posto era passata in secondo piano.

"Mi chiedo,se i tempi non siano maturi."

E se ne andò,lasciando che l'oscurità e il silenzio tornassero a dimorare in quel luogo.



Il sole splendeva come non mai e nel cielo dominava un azzurro limpido e senza nuvole.

L'estate portava con se un aria calda e piena di vita,ma quella mattina soffiava un vento leggero e piacevolmente giocoso,quella doveva essere una bella giornata.

Era quello che pensava un uomo,a cavallo di una stupenda giumenta pezzata,magra e dalla corporatura leggera,con addosso una semplice sella di cuoio.

Il suo cavaliere era un uomo alto,dai lunghi capelli neri,occhi marroni dallo sguardo vivace e una barba rada e incolta gli copriva volto.

Indossava una corazza di bronzo e le braccia erano scoperte,sotto indossava un gonnellino in stoffa bianca e ai piedi portava dei calzari di cuoio e poco sopra di essi due gambali di bronzo coprivano gli stinchi e le ginocchia.

Per la sua difesa personale era solito portare una corta spada monofilare,leggermente ricurva verso l'interno e con una punta particolarmente acuminata,mentre su un fianco del cavallo,avvolta da un lungo panno di lana e legata con delle strisce di cuoio,vi era custodita una lancia.

Guardava l'ambiente intorno a lui,una vasta distesa di erba verde chiaro é di tanto un cipresso compariva alla sua vista.

In quel momento stava percorrendo una strada sterrata è più là lo vide.

Il villaggio di Lenistos.

"Già sento l'odore della ricompensa."

E con l'idea di una cospicua somma di denaro sbatté le briglie e con i talloni picchiettò leggermente i fianchi del cavallo,spingendo la cavalcatura ad una leggera corsa verso il piccolo centro abitato.

Ci mise poco a raggiungere il villaggio,quel piccolo insieme di case mescolate tra di loro,alcune di esse dotato di un piccolo recinto per i maiali o le oche,era presenti anche le botteghe di un fabbro e di un calzolaio e un piccolo tempio dedicato a Cerere,divinità il cui culto era comune tra gli agricoltori,gli allevatori e tutto ciò che aveva a che fare con la campagna.

Ma non erano quelli gli edifici che attiravano la sua attenzione,no,lui era tornato li per giungere al posto più chiassoso dei dintorni,la taverna.

Era una semplice costruzione di legno a due piani,dotata di qualche finestra e un tetto di paglia e una vecchia stalla sul retro per poter far riposare i cavalli.

L'uomo si avvicinò all'edificio,scese dal cavallo e portò l'animale in una delle celle della stalla,dove la sua cavalcatura si sarebbe potuta rifocillare di foraggio e riposare le membra.

Spogliò l'animale della sella,delle briglie,delle sue armi e di un grosso sacco imbrattato di sangue che l'animale trasportava sopra il posteriore,legò la spada al fianco e la lancia dietro la schiena e infine prese il sacco,per poi dirigersi verso l'entrata.

Una volta entrato riconobbe un ambiente rumoroso e pieno di vita,urla,schiamazzi e grida erano sempre presenti in questo genere di ambienti,i contadini che si fanno due chiacchiere parlando del più e del meno,giovani avventurieri che freschi di carriera si riempivano lo stomaco e discutevano di quale richiesta,dietro lauto compenso o una coraggiosa impresa da intramprendere in nome della gloria ,chi poteva dire se quello non fosse il loro ultimo pasto?

Tra le tante persone che c'erano la dentro però n'è cercava solo una in particolare è anche molto appariscente,che vide molto facilmente.

Era seduto ad un tavolo,vicino ad un angolo della taverna,era vestito di un lungo abito rosso,con il simbolo di un aquila dorata cucita nella parte sinistra del petto,dal viso sembrava un ragazzo,forse aveva quindici o sedici anni,ma poco gli importava,tanto,mica doveva farci conoscenza.

Si avvicinò al giovane,con aria strafottente e arrogante,cosa che faceva molto spesso e con molte persone.

"Sono qui per quella richiesta riguardo l'uccisione di quel grosso lupo che ha fatto la tana vicino alla strada maestra,ho ucciso la bestia insieme al suo branco,ora sono qui per la ricompensa".

Il ragazzo quasi intimorito si rivolse all'uomo con una certa timidezza.

"M-ma certo,ha qualcosa che dimostra ciò che afferma?"

"Giudica tu."

E in un istante l'uomo svuotò il contenuto del sacco sul tavolo è senza troppe finezze,sul tavolo ricadde la testa mozzata di una grossa bestia,sembrava la testa di un lupo,ma era innaturalmente grande,tanto che in dimensioni eguagliava quella di un cavallo,grosse zanne lunghe,bianche,spesse come un pollice,ricoprivano la grande bocca,che con la lingua sul tavolo emanava un incredibile puzzo di morte,mentre gli occhi,una volta vispi e feroci in quel momento parvero spenti e privi di qualsivoglia traccia di vita, ormai passata violentemente.

Il ragazzo saltò sulla sedia, non aspettandosi di certo una cosa simile, sarebbero bastati anche una zanna, oppure un occhio per confermare la sua morte, i mezzi per accertarsi della veridicità dei fatti certo non mancavano.

"Non hai idea di quanto sia stato difficile tranciare le ossa del collo, il bastardo ha voluto farmi sudare anche da morto".

"Capisco..."

Disse il ragazzo fortemente impressionato dalla cosa.

"Allora, questi soldi?"

Disse l'uomo un po' impaziente.

Il ragazzo si riprese dal macabro spettacolo che aveva di fronte e si rivolse di nuovo al suo interlocutore.

"Si si, subito.

Il ragazzo si affrettò a infilare una mano dentro la veste e n'è estrasse un piccolo sacchetto di cuoio,lo mise davanti agli occhi e poi pronunciò qualcosa che l'uomo non capì bene.

"Ecco la sua paga, duemila cesari d'argento."

Disse il ragazzo consegnando il compenso al proprietario della somma, che appena ricevuto in mano fece saltellare il sacchetto, compiacendosi della ricompensa tanto agognata.

"E stato un vero piacere"

E così dicendo, l'uomo si allontanò verso uno dei tavoli vuoti della locanda, pregustando l'idea del lauto pasto, che tra poco avrebbe mangiato in tutta tranquillità.

L’uomo passò una giornata piuttosto tranquilla, dopo aver ricevuto la sua paga per il lavoro svolto, ordinò una zuppa di lattuga, carote e lenticchie accompagnata con pane sfornato nella mattinata, seguita da quaglia, aromatizzata con rosmarino e salvia e da bere un anfora di vino rosso, dal sapore corposo e deciso.

Un pranzo da re, infondo se lo era meritato, dopo tutta la fatica che aveva fatto per stanare la bestia. Si era svegliato poco prima dell’alba, con l’aria fresca del mattino ad accoglierlo al suo risveglio, dormendo all’addiaccio, con un paio di pelli di pecora a tenerlo caldo vicino al fuoco e come colazione solo pane raffermo e carne di coniglio sotto sale, spense il fuoco e poi andò a caccia.

Il grosso lupo aveva fatto la tana in un boschetto vicino alla strada principale, da qualche tempo, mercanti, messaggeri, pellegrini e una truppa a cavallo dell’esercito imperiale, si erano imbattuti nel famelico predatore, fortuna che qualcuno stanco della situazione aveva fatto richiesta alla prefettura locale di lasciare volantini su di una cospicua somma di denaro a chi avesse ucciso la bestia.

Fortuna per lui che di avventurieri c’è n’erano pochi, avere a che fare con mostri e individui di ogni sorta non era una vita facile. Orchi, goblin, non morti, maghi folli, briganti, cultisti invasati, licantropi, grifoni, draghi e la lista andava ancora avanti.

Fortuna che a lui era toccato solo un lupo più grosso del normale.

Seguì le tracce con minuziosa precisione, piano piano, lentamente, il più silenzioso possibile, fino a che non la vide.

La tana della bestia.

Un buco scavato a lato di un grosso rialzamento di terra, all’apparenza sembrava un luogo tranquillo, ma il buon senso gli diceva che era meglio non fidarsi troppo delle apparenze, per questo aveva già estratto la lancia dalla sua custodia e la impugnò, con presa salda e sicura.

Si avvicinò, quatto quatto, restando il più possibile sottovento, per non far sentire alla creatura il suo odore, cosa che lo avrebbe messo in serio svantaggio, dato che combattere un lupo in una foresta era già di per se un azzardo, specie se le voci dicevano fosse grande quanto un bue e che aveva una certa passione per la carne umana.

Si avvicinò alla grotta, mentre puntava l’arma verso l’antro della tana, in attesa che la creatura attaccasse, ma non succedeva nulla, non un ringhio, un guaito o qualsiasi altro verso giungeva dall’entrata, era strano, troppo strano, c’era qualcosa che non quadrava.

Poi, fu assalito da un dubbio, forse non era lui che si stava avvicinando alla bestia, forse, era tutto l’opposto.

Ruotò gli occhi, da un lato all’altro del suo campo visivo, ma non scorgeva nulla, per istinto cominciò a indietreggiare lentamente, mantenendo la stessa identica posizione, non voleva dare alla bestia l’idea di essersi accorto della situazione a suo svantaggio, no, era meglio restare calmi, non avrebbe permesso a quel lupo troppo cresciuto di mangiare la foglia.

I suoi muscoli erano tesi, la sua attenzione verso l’ambiente circostante era al massimo, doveva solo attendere, essere paziente, poi l’occasione si sarebbe presentata da se.

Infatti, era proprio quello che accadde.

Un leggero rumore di passi simile al galoppo di un cavallo si fece sentire nell’aria, poi, ebbe la conferma subito dopo, quando il suono di un ramo spezzato lo fece girare verso di lui.

Ed infine, lo vide, un grosso lupo, dal pelo grigio, molto più grande dei suoi simili, con occhi grandi quanto il pugno di un uomo e una bocca così larga da inghiottire un bambino, se lo ritrovo davanti intento a balzargli addosso con tutto il suo peso.

Prontamente l’uomo schivò l’assalitore con prontezza, schivando all’ultimo le zanne e con la stessa velocità contrattaccò, menando un fendente di taglio al costato dello sproporzionato molosso.

Subito si girò puntando la lancia verso la fronte del lupo, in modo dargli fastidio, ma anche per ostacolarne la visuale.

Certo che sei bello grosso,spero che tu valga tanto oro quanto pesi”.

Disse l’uomo parlando tra se e se.

La creatura cercò divincolarsi dalla punta dell’arma, ma il suo avversario continuava a tenerlo a distanza, sfruttando la gittata della lancia per creare una sua zona sicura, abbastanza lontana dai letali morsi della creatura.

Il lupo tentava di avvicinarsi,continuando a mordere la parte lignea dell'arma,nel tentativo di strappare via la lancia dalle mani dell'uomo,ma senza ottenere alcun vantaggio,d'altro canto però il suo avversario umano tentava di colpire la grande bestia,ma nonostante la sua stazza il lupo sembrava possedere riflessi molto più svelti di quelli che dava a vedere.

All'improvviso però la situazione cambiò totalmente,con un balzo improvviso,il grosso l'enorme bestia approfittò di colpo di lancia andato a vuoto per compiere un balzo,superare l'arma e affondare i denti nella testa dell'umano,prontamente però l'uomo rotolò in avanti evitando dal basso l'ennesimo morso che avrebbe potuto staccargli la testa e la bestia oltrepassò la sua preda.

Era giunto il tempo di porre fine alla partita, sia l'uomo che il lupo sapevano che quello era il momento adatto per portare il colpo decisivo.

Entrambi cercarono di riprendere posizione il più velocemente possibile,ma per quanto l'uomo potesse essere veloce il lupo lo fu di più,che si era subito girato e che aveva deciso di dare l'ultima carica contro il suo inseguitore,tuttavia l'uomo non ebbe altra scelta se non tentare il tutto per tutto,era ancora posato su di un ginocchio quando decise di tenere la lancia con una mano sola,portare il braccio fin dietro la testa,tendere il forte bicipite e fletterlo al massimo della tensione,prendere bene la mira e poi,scagliò la lancia.

Il volo dell'arma durò poco,poiché centrò la creatura,penetrando la gola e giungendo fino al cuore,che adesso era ridotto ad un colabrodo,facendo così precipitare la bestia al suolo,senza grazia,senza posa,solo il nudo terreno ad attutire il suo corpo ormai prossimo alla morte.

L'uomo si rialzò,si avvicinò all'animale e poi lo guardò dritto negli occhi,non più lo sguardo del predatore,feroce e indomito,ma la bestia sofferente che con occhi lucidi e carichi di sofferenza trasmettevano il dolore che stava provando in quel momento.

L'umano di fronte a lui sembrò indifferente alla cosa,il suo viso non trasmetteva gioia,n'è rimorso,n'è rabbia,era li,mentre lo fissava estrasse la spada,con una mano strinse sul manico e con l'altra sul pomolo,poco alla volta mise la punta della spada alla base del collo e lo fissò dritto negli occhi,per l'ultima volta.

Nulla di personale”

Disse l'uomo con assoluta tranquillità,per poi affondare il colpo con entrambe le mani,tranciando l'ultimo fiato di vita del grande lupo,il divoratore di passanti era morto,ma lui da tutto questo non aveva tratto nessuna gioia,in compenso avrebbe tratto una somma generosa.

Ed ora era li,in taverna a riempirsi lo stomaco con quel denaro faticosamente sudato,un lavoro come un altro,tanto peggio,tanto meglio.

Tra non molto il ragazzo,quello dalla quale aveva ricevuto il denaro,avrebbe informato i suoi superiori presso la prefettura che poi avrebbe dato l'ordine di togliere la richiesta del mercante,dato che ormai il compito era stato portato a termine,ma infondo a lui cosa importava della burocrazia? Lui aveva fatto la sua parte,del resto non gli importava più nulla.

Nel pomeriggio passò da un fabbro presente nel villaggio,una piccola fucina,nulla di straordinario,ci andò per far rifare il filo alle armi,dato che si era rovinate contro il lupo,sopratutto la spada,che non era adatta per essere utilizzata come coltello da macellaio e a lavoro completato pagò e se ne andò.

Passò il resto della serata senza fare nulla di particolare,affittò una stanza,nella quale si fece portare la cena,questa volta mangiò solo qualche tozzo di pane accompagnato con un po' di garum,una salsa ottenuta con le interiora di pesce lasciate fermentare sotto sale,mangiava seduto ad un piccolo tavolino di legno mentre consultava una mappa della regione,se avesse continuato nel suo percorso presto si sarebbe avvicinato ad Aegis,la città stato che non si era piegata di fronte alle legioni dell'impero di Nova,la potenza incontrastata che da più di sette secoli dominava svettando le sue bandiere rosso sangue e le sue aquile dorate in giro per il mondo conosciuto,dalle montagne di ferro dominate dai nani del picco del drago,al reame di Marathel,dimora degli elfi silenti,fino a giungere ai confini con il sabbioso regno di Amenosi,dove pochi avevano visto di persona le grandi piramidi di pietra,rivestite di stucco bianco e dalla punta d'oro,fino al mare di ghiaccio,oltre la quale si dicesse che popoli primitivi e selvaggi vivessero a contatto con divinità sanguinare e che praticassero culti altrettanto brutali.

Insieme al suo destriero,si era avventurato per una buona parte dell'impero,viveva alla giornata,senza preoccuparsi troppo del futuro,buona parte del denaro che spendeva veniva da quelle commissioni che solitamente pochi osavano accettare,avventuriero,cacciatore di taglie,guardia del corpo,insomma,tutti lavori che una lama vagabonda come lui potesse accettare,non ricordava nemmeno da quanto tempo ormai era in viaggio, ma che importanza aveva pensarci adesso? Nessuna,caricarsi di pensieri inutili non serviva a niente.

Passò un ora ed infine chiuse la mappa e decise di andare a dormire,si tolse l'armatura,poi le vesti,restando solo con un perizoma di cotone addosso e si coricò a letto,in attesa che il sonno prendesse il sopravvento. Passarono poco più di due ore,a stento era riuscito a riposarsi quando sentì un rumore di passi,che pian piano si avvicinavano verso di lui,restò calmo,con gli occhi ancora chiusi,non voleva dare l'impressione all'intruso di essere sveglio,poi appena fu sicuro della sua mossa agì. Aprì gli occhi,notando nella penombra della stanza la lama di un pugnale puntata sopra di lui,le sue mani si mossero più velocemente della sua mente,afferrando il polso del suo aggressore e con l'altra mano andò a prendere il pollice della mano estranea,l'afferrò saldamente e glielo torse a tal punto da rischiare di spezzarglielo.

La mano si aprì lasciando che la lama cadesse innocua sul pavimento e nel mentre,il guerriero avanzò il suo contrattacco,liberandosi con un veloce movimento di gambe e con una di esse tirò un calcio con la pianta del piede verso l'addome del suo avversario,che per reazione al colpo fu spinto a terra,non ebbe nemmeno il tempo di agire che subito si ritrovò la sua mancata vittima sopra di lui,con un ginocchio appoggiato sullo sterno,impedendogli sia di muoversi che di respirare normalmente e con l'altra gamba appoggiata a terra.

Il guerriero sferrò un diretto dritto al setto nasale del suo aggressore,con tale forza che gli fece sbattere la testa contro il pavimento.

Perché hai cercato di uccidermi?”

Disse lui freddo e tagliente.

Si accorse che l'intruso era vestito con una semplice veste di cotone grezzo nera e sulla schiena portava un mantello del medesimo colore dotato di un cappuccio.

Il guerriero proveniente da una terra senza più nome giungerà a cavallo,per incontrare colei che lo spingerà verso il suo destino,la profezia diceva il vero”.

L'uomo ebbe l'impressione di parlare con un folle,di cosa stava parlando?E perché mai,qualcuno,in questo caso una donna,avrebbe dovuto condurlo verso cosa?Il destino?Lui?Era un guerriero che viveva la vita di tutti i giorni solo allo scopo di restare in vita,non aveva obbiettivi,non aveva grandi ideali per la quale combattere,lui uccideva per mangiare,bere,dormire,mostro o persona che fosse,quel genere di scemenze non gli interessavano.

Tu stai male,sicuro di non aver assunto troppa Belladonna?”

Ridi pure,ma il fato e già scritto,presto o tardi te ne renderai conto anche tu.

Se lo dici tu...”

E detto questo l'uomo sferrò un poderoso gancio verso la mascella del suo aggressore che svenne al momento dell'impatto,il guerriero si alzò e decise di vestirsi di fretta è furia,infilò le vesti,mise la corazza è una volta riarmato uscì dalla stanza,diretto verso le stalle,non sarebbe rimasto un attimo di più in quel posto,dato che a quanto pare,qualcuno voleva fargli al pelle. Non sapeva perché,non gli interessava e sopratutto non voleva restare per scoprirlo. Uscì dalla porta e subito scese al piano inferiore,dove ad attenderlo c'erano due altri loschi individui,vestiti ed armati allo stesso modo dell'aggressore precedente.

L'oblio ti attende,guerriero”

Ma che problemi avete nella testa?”

A quel punto estrasse la spada e avanzò verso i due sconosciuti,era calmo e sicuro delle sue capacità,teneva la spada vicino alla coscia,senza nemmeno mettersi in posizione di guardia,tanto aveva fiducia nelle sue capacità. I due assalitori si lanciarono addosso al loro bersaglio con i pugnali stretti nel pugno,contavano nel fatto di essere in due per poterlo sopprimere con facilità. Colpì il primo con un rude affondo che all'uomo bastò scartare di lato col busto per farlo avanzare oltre la sua posizione e fargli mancare il bersaglio,mentre il secondo attaccò di lato con un colpo orizzontale che venne subito parato,quello fu il momento di rispondere all'aggressione. Per prima cosa colpì il secondo incappucciato con un affondo laterale verso il collo,che penetrò facilmente nella carne e passò le ossa del collo da parte a parte,uccidendolo all'istante,il guerriero estrasse la lama facendo cadere il corpo a terra,per poi rivolgersi verso il primo uomo.

Riprovaci,magari sarai più fortunato”.

Disse l'uomo con fare arrogante,appena vide il suo avversario riprendersi gli corse in contro e con un breve scatto gli si avvicinò e con un fendente verticale,dall'alto verso il basso fece uno squarcio che andava dalla spalla fino al basso ventre e senza dargli il tempo di reagire,sarebbe morto nel giro di poco.

E invece no”

Era meglio andarsene finché poteva,le persone alloggiate nelle stanze si sarebbero svegliate a breve e non sarebbe voluto restare li a farsi farsi fare domande sull'accaduto,meglio andarsene il più presto possibile.

Uscì dalla porta e si diresse immediatamente verso le stalle,una volta giunto si avvicinò nel punto in cui aveva lasciato la sua cavalcatura e quando arrivò notò che la sua cavalla stava bene,la cosa lo confortava molto,anche se nella fretta non lo diede a vedere,di fretta e furia riuscì a legare la sella all'animale per poi salirvici in groppa.

Più veloce del vento Briseide”

La giumenta si lanciò fuori dal suo recinto ma la sua corsa non ebbe nemmeno il tempo di cominciare che subito altri loschi individui erano giunti alle stalle,questa volta erano almeno una ventina,in gran numero potevano sembrare pericolosi,ma se presi singolarmente erano piuttosto scarsi nel combattimento ravvicinato,senza contare che loro erano a piedi e lui invece aveva un cavallo,per tanto combatteva da una posizione privilegiata,si,avrebbe potuto farcela anche in questa occasione,estrasse la lancia tenendola con una sola mano,mentre con l'altra teneva le briglie.

Sotto a chi tocca”.

Disse lui con fare di sfida,mentre con la lancia puntava nel mucchio di fronte a lui. A quella risposta tutti gli incappucciati si lanciarono verso l'uomo con foga omicida e i pugnali alla mano,in risposta il cavaliere si lanciò con il suo cavallo in carica improvvisa,mentre con la lancia puntava a quello più vicino alla punta della sua arma. Tutto sembrava andare come da programma per l'uomo,quando all'improvviso due sibili perforarono l'aria. Due degli aggressori si trovarono a terra,con due frecce conficcate nel torace,che causarono una grave emorragia facendo finire grandi quantità di sangue sul terreno che subito si coprì di rosso. Nello stesso dal fondo del gruppo si fece sentire un altro suono,questa volta più sordo e grossolano,poi lo videro tutti,un piccolo essere dalla vaga forma umanoide,sembrava una sorta di omino alto all'incirca un metro e mezzo e con gli arti corti e tozzi,ma compensava la bassa statura con muscoli gonfi,una folta barba nera e cattive intenzioni,il suo corpo era rivestito da protezioni in acciaio e tra le mani reggeva un maglio,un grosso martello da lungo manico e la testa pesante almeno una ventina di chili ed era sporca di sangue,infatti,uno degli incappucciati giaceva a terra,con la testa fracassata e frammenti di ossa e cervello erano sparsi tutt'attorno,il suo corpo si muoveva ancora per via degli spasmi dovuti al letale trauma cranico.

CHI DI VOI BASTARDI VUOLE UN MAL DI TESTA?”

Disse lo strano essere con una nota di tronfio orgoglio,mentre tra le mani faceva ruotare la pesante arma,in segno di quanto fosse abile con quello strumento di morte. A quel punto confusi,gli assalitori non seppero più chi aggredire e presi da chissà cosa cominciarono a dividersi in due gruppi più piccoli,diviso tra chi voleva fronteggiare il cavaliere e chi il nuovo arrivato.

PER IL DEMIURGO”

Gridarono gli incappucciati all'unisono in preda ad un euforia omicida,l'uomo non restò a guardare impassibile,con un veloce colpo di entrambi i talloni alle costole della cavalcatura istigò l'animale a caricare,mentre con la lancia,dritta davanti a lui puntò a due degli aggressori,li colpì entrambi,prima uno al petto e poi l'altro alla gola e nel frattempo altre due frecce giunsero in suo soccorso mentre altri due incappucciati volevano prendere l'animale di spalle. Dall'altra parte invece il piccolo uomo stava mulinando il grosso martello,fracassando teste,gabbie toraciche,uno era stato persino preso ad una gamba così violentemente che la rotula si spezzò uscendo dal ginocchio e spezzandosi come se fosse un bastoncino. Presto il tutto si ridusse ad un vero e proprio bagno di sangue,ossa spezzate,organi bucati e ci fu anche un calpestamento da parte della giumenta,che presa dallo scontro non si accorse di aver investito uno degli aggressori che era ancora vivo e che la forza dell'urto,unito al peso dell'animale lo uccise senza troppe cerimonie.

L'ultimo fu preso da un colpo di lancia che gli trapasso lo sterno da parte a parte,riducendo ad un colabrodo ,infine si rivolse all'unico salvatore che riusciva a vedere in quel momento.

Grazie per l'intervento nano,ma c'è l'avrei fatta anche da solo”

Sentendo quelle parole lo straniero gli puntò contro la testa del martello,reggendo quella pesante arma con un braccio solo.

Non n'è dubito ragazzo,ma hai troppa fiducia nelle tue capacità,metti caso che avessero colpito il cavallo con un colpo ben assestato,tu saresti finito a terra e forse non avresti avuto il tempo di rialzarti che subito ti sarebbe saltati addosso e po ti avrebbero tagliato la gola,non ci avevi pensato vero?”

Perché avrei dovuto? Avevano delle capacità combattive decisamente scarse,per non parlare che erano stupidi quanto un troll,ma comunque,grazie per l'aiuto ed ora,sei mi vuoi scusare,preferisco andarmene finché posso,ci si vede in giro.

Girò il cavallo in direzione dell'uscita del villaggio,stava per spronare il cavallo a correre,via da li,lontano da quel delirio,da quelle specie di folle assalto alla sua vita,per chissà quale motivo vi era rimasto invischiato,forse erano seguaci di chissà quale culto esoterico privo di ogni logica accettabile,né giravano molti in giro e ogni tanto aveva accettato di sbarazzarsi di qualche setta minore in cambio di una lauta ricompensa,comunque,non era affatto un suo problema,quindi,se né sarebbe andato.

O forse no.

Prima ancora che l'animale potesse scattare un altra freccia giunse vicino a lui,questa volta finì di fronte al cavallo,poco distante dal muso,che tuttavia non intaccò in alcun modo la pelle dell'animale,che però si spaventò e si tirò sulle zampe inferiori,impennandosi per lo spavento.

Temo che tu non te ne possa andare straniero,i problemi che hai affrontato stasera riguardano ben più di un semplice attacco da parte di semplici invasati”

La voce che sentì proveniva da un ombra e possedeva un timbro maschile,proiettata tra due case accostate tra di loro,dalla quale uscì una figura alta e longilinea,indossava protezioni di cuoi che gli coprivano il torace e le braccia,mentre alle mani portava dei sottili guanti pelle,sopra le protezioni portava un cappuccio verde scuro che gli copriva il volto e sotto di esso un lungo mantello del medesimo coloro con sopra il ricamo della testa di un barbagianni,mentre dalla vita in giù portava un lungo pantalone bianco e un paio di stivali.

Tra le mani teneva un lungo arco,dal legno liscio e ben lavorato,sulla quale intagli simili a rami e incisioni di temi floreali percorrevano tutta la superficie dell'arma,da sotto il mantello spuntava una faretra ricolma di frecce. Aveva intuito qualcosa su chi potesse già durante il combattimento,quel tipo di precisione,quell'assoluta padronanza del tiro,della traiettoria,anche durante una mischia così improvvisata,ma poi quando lo vide non ebbe più alcun dubbio,non per i vestiti che portava,ma per il modo di muoversi e la calma nel parlare,non aveva bisogno di guardarlo in faccia per capire con cosa avesse a che fare.

Un elfo,devo ammettere che questa serata si sta facendo sempre più strana,un branco di pazzi,un nano,un elfo e poi cosa?L'idra la tirate fuori all'ultimo?

L'elfo e il nano videro l'umano farsi beffe della situazione,come se la cosa fosse uno scherzo per lui e nel mentre un sorriso sornione e ironico si allargava sul suo viso leggermente barbuto,gli altri due restarono immobili,si scambiarono un occhiata di incredulità,davvero erano giunti in soccorso di uomo simile?Un completo menefreghista che sembrava prendere la cosa come se fosse uno scherzo?A quel punto avrebbero voluto andarsene,ma avevano un compito da portare a termine,costi quel che costi.

Siamo venuti a prenderti,Milziade”.

A sentire quel nome l'uomo cambiò totalmente espressione,se prima sembrava burlarsi dei suoi salvatori ora invece sembrava più serio che mai,il suo sguardo si fece tagliente,un accenno di rabbia gli si poteva leggere negli occhi,quegli occhi tanto rancorosi da poter infilzare un uomo solo guardandolo.

Chi ti ha dato questo nome?”

Colei che devi incontrare,era da tempo che ti stava aspettando”.

Salve a tutti,questa è la prima volta che pubblico una storia originale e vi ringrazio per aver letto il primo capitolo sperando che sia stato di vostro gradimento,fatemi sapere cosa ne pensate,ciao =).
  
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