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Autore: runami_ lu99    06/06/2020    6 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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TERZO CAPITOLO: SANGUE




Il sole era calato da poco dietro l'orizzonte, di lui rimaneva solo una flebile traccia sul cielo pulito, la notte lentamente stava avvolgendo tutto quanto attorno a lei, il porto di Hargeon era brulicante di gente nonostante l'ora del coprifuoco fosse passata da un pò, ora che quei tre ragazzi avevano sconfitto tutti i Vasileias, gli abitanti avevano la possibilità di scorrazzare anche di notte liberi e senza restrizioni. Avevano, come prima cosa, distribuito il denaro trovato nella sala del tesoro della sede dei Vasileias a tutti gli abitanti, poi avevano svuotato il magazzino dalle scorte di cibo e ora il porto era in festa per celebrare quell'occasione. La gente cantava a squarciagola e ballava come non aveva mai fatto prima, per la prima volta dopo centinaia di anni i negozi erano straripanti così come le locande e i ristoranti. I tre ragazzi salvatori della città erano stati circondati da decine e decine di persone che volevano vedere con i propri occhi i loro eroi. Alèk se ne stava su di un comodo divanetto circondato da belle ragazze che gli facevano la corte.
-Ti prego Alèk perché non vieni a fare una passeggiata con me?- chiese una prendendolo per un braccio.
-No vieni con me, ho un posto speciale in cui vorrei portarti- disse un'altra avvinghiandosi a quello opposto, le due si guardarono in cagnesco.
-L'ho chiesto prima io- ribatté la prima.
-E allora? Il luogo in cui lo devo portare io è molto più bello- la seconda, lui si liberò dalla loro presa dolcemente e fece un baciamano ad entrambe.
-Signore mie, di questo ce n'è abbastanza per tutte voi- disse indicando tutto se stesso per poi fare un sorrisetto a cui le ragazze non poterono resistere per adularlo ancora di più. Intanto Tyson, che si era messo in disparte, lo guardava da lontano seduto su una panchina, infastidito, non sopportava quel sorrisetto, anche se non era diretto a lui, sbuffò distogliendo lo sguardo.
-Mi scusi signor Knightbuster- disse un signore, si voltò guardandolo con i suoi occhi bicolore e lui indietreggiò, un pò timoroso.
-Chiamami Tyson e dammi del tu, odio i convenevoli- rispose.
-Va bene, ecco noi volevamo sapere se potevamo vedere la tua falce- continuò mentre un gruppo di persone alle sue spalle attendeva impaziente e speranzosa una risposta, il ragazzo assottigliò gli occhi.
-Questa non è un giocattolo- disse indicando l'arma sulla schiena.
-Lo sappiamo bene è solo che ci chiedevamo perché è sempre bendata- disse, ricevendo in risposta un occhiata poco rassicurante, una mano si posò sulla spalla del giovane interrompendo la conversazione.
-Non credete che dopo oggi si meriti un pò di riposo- disse Alexis sedendosi vicino a lui.
-Ha ragione, scusateci- risposero in coro imbarazzati facendo un inchino per poi allontanarsi in fretta e furia, Tyson la guardò, le braccia incrociate dietro la testa e un sopracciglio alzato.
-Vuoi favorire?- chiese la ragazza offrendogli un boccale di birra, lo sguardo di lui si illuminò di colpo e senza neanche rispondere afferrò la bevanda e la bevve tutta d'un sorso per poi fare un esclamazione di soddisfazione.
-Che meraviglia! Ci voleva proprio!- sbottò pulendosi la bocca con il dorso della mano per poi fare un sorriso smagliante, Alexis ricambiò.
-C’è qualcosa che non va?- gli chiese, aveva notato il lui un comportamento strano da quando avevano cacciato Mudi da Hargeon, Tyson sospirò.
-C’è tanto casino in questa città, rischiamo di attirare davvero troppo l’attenzione, sono consapevole del fatto che gli abitanti vogliano ringraziarci, ma io non sono un eroe e non mi considero tale- disse serio guardando, quasi indignato, il fratello di lei mentre si crogiolava nelle lusinghe delle ragazze.
-Ti capisco- rispose lei.
-Non fare caso a mio fratello, lui la pensa diversamente- continuò, poi chinò la testa verso il basso imbarazzata.
-Vorrei chiederti una cosa- disse, avendolo conosciuto solo poche ore prima era un pò diffidente, ma c'era una cosa di lui che non riusciva a capire.
-Dimmi tutto- disse prendendo un altro boccale di birra e bevendone un sorso.
-Qual'è la tua magia di preciso?- chiese incuriosita, lui si portò di nuovo il boccale alle labbra per poi rispondere.
-Diciamo che è una specie di magia di occultamento: riesco a modificare la mia immagine agli occhi delle altre persone e viceversa, non è un tipo di magia adatta al combattimento, anzi non lo è per niente- sorrise, poi indicò la falce sulla sua schiena.
-Per questo mi porto dietro lei- continuò, poi guardò la ragazza.
-Sai, io ho l'abitudine di tenere sempre attiva la magia su di me, tanto quanto basta per non farmi vedere dalle persone normali, ma tu e tuo fratello ci siete riusciti lo stesso, questo vuol dire che siete fuori dal comune, ed è anche per questo che vi ho chiesto di unirvi a me- disse infine.
-Ho capito, ti piace stare nascosto per evitare guai inutili- rispose la ragazza, lui si mise a ridere.
-In poche parole si- bevve un altro sorso di birra. Alexis si appoggiò contro lo schienale inspirando a pieni polmoni l'aria della sera.
-Quindi ora che ci siamo uniti a te, qual'è la prossima mossa?- chiese al ragazzo, lui la guardò facendosi improvvisamente serio.
-Qualunque paese con una sede dei Vasileias, le butteremo giù tutte una ad una- disse bevendo, poi si accorse che la sua birra era finita ancora una volta e sbuffò deluso, lei sorrise e gliene ordinò un altra.
Un'atmosfera di pace aleggiava attorno a loro, sembrava quasi un sogno poter bere e festeggiare in compagnia ascoltando della musica, molti spasimanti chiesero alla bella Alexis di concedergli un ballo ricevendo sempre una risposta negativa, troppo imbarazzante danzare con degli sconosciuti e soprattutto circondati da tutta quella folla. Le luci erano quasi abbaglianti, la musica assordante, così come le risate che trasmettevano allegria e gioia, tutto molto bello, finché un esplosione fece zittire tutto e tutti, Alexis scattò in piedi così come Tyson e cominciarono a guardarsi attorno cercando il luogo da cui proveniva quel boato, notarono che Alèk si stava dirigendo verso il molo così lo seguirono a ruota.
-La festa è finita!- urlò Tyson.
-Per favore tornate tutti alle vostre case!- gridò Alexis agli abitanti che in un batter d'occhio si dileguarono. Entrambi raggiunsero Alèk al molo e insieme scoprirono la causa di quell'esplosione: la nave prigione a qualche centinaia di metri di distanza che stava per attraccare era in fiamme, fumo nero si sollevò dai suoi rottami mentre alcuni corpi avvolti dal fuoco si gettavano in mare nel tentativo di spegnerlo. Alexis si portò una mano alla bocca, sconvolta.
-Oh mio dio- disse in un sussurro.
-Che diavolo è successo qua?- si chiese Alèk.
-Andiamo a vedere- disse il ragazzo con la falce, poi guardò il fratello dei Back.
-Fai strada- gli disse, il moro capì al volo e con una mano tesa in avanti creò un sentiero indurendo l'acqua del mare, in seguito ripresero a correre verso il vascello in fiamme.


Nave prigione, qualche minuto prima

-Siamo arrivati Istrice- disse un marinaio al prigioniero incatenato.
-Questa cella è orribilmente zozza, che cosa ci mettete qua dentro? Animali? Sembra un porcile, che schifo!- disse la voce nell'ombra ricevendo un ghigno di risposta.
-Esatto animali come te e come tutti i prigionieri che abbiamo catturato, non vi meritate di essere trattati con i guanti- rispose il soldato.
-Oh andiamo giovanotto, non venire a farmi la predica, e poi lo sapete benissimo che non mi avete catturato, ma che mi sono consegnato di mia spontanea volontà- ribatté il prigioniero.
-Questo non cambia il fatto che ora sei in catene- aprì la cella e il prigioniero si alzò facendo un passo avanti per uscire, la luce della piccola finestrella lo illuminò.
Doveva avere sedici anni, abbastanza alto e muscoloso, i suoi capelli scuri non troppo corti erano sciolti in morbide onde, il suo occhio castano faceva pandàn con la sua pelle olivastra, mentre una benda gli copriva quello sinistro, cominciarono ad incamminarsi per il corridoio, veloci: il mantello color sabbia svolazzò lasciando vedere la maglietta color crema con tre piccoli bottoncini, i pantaloni a sigaretta dello stesso colore del mantello si infilavano dentro ad un paio di stivali marroni da cavaliere, le sue mani erano legate da due manette, un guanto in cuoio senza dita gli copriva la destra, una goccia di sangue rossa era dipinta sul dorso.
-Dov'è il mio zaino?- chiese il ragazzino.
-Non ti serve il tuo dannato zaino ora taci e cammina- rispose secco il Vasileias spingendolo in avanti, arrivarono in un'altra stanza: la sala motori.
-Uh siamo nervosetti qui, cos'è nottata in bianco?- domandò sfottendolo per poi fare un sorrisetto compiaciuto nel vedere l'espressione spazientita del marinaio, che però rimase in silenzio.
-Ah ci ho beccato, ma è lei che non te l'ha data o sei tu che hai fatto cilecca?- chiese ancora, a quel punto il soldato non poteva più ignorare le sue parole e arrabbiato lo prese per il colletto della maglia avvicinandolo al suo viso.
-Un'altra parola, una sola e io ti faccio fuori- disse minaccioso.
-Che maniere! È così che si tratta un signore della mia età? Non c'è più rispetto per gli anziani al giorno d'oggi, e poi guarda mi hai stropicciato tutta la maglia- ribatté usando un tono da finto sconsolato, poi un rumore metallico rimbombò sulle pareti di acciaio della nave, le manette del ragazzino erano cadute a terra: se ne stava lì, sorridendo sornione, facendo roteare le chiavi sulla punta del dito, il soldato controllò la cintura notando che il mazzo era sparito, fece appena in tempo ad accorgersi di quello che stava succedendo quando venne colpito da una ginocchiata allo stomaco, arretrò tenendosi la parte colpita dolorante, mentre un sorrisetto soddisfatto apparve sulle labbra del ragazzino.
-Bastardo come hai fatto a liberarti!- gridò il soldato guardandolo ancora piegato in due.
-Semplice ti ho sfilato le chiavi dalla cintura quando mi sei venuto contro, sono bravo a far innervosire le persone sai- rispose, si guardò attorno alla ricerca del suo amato zaino notandolo dietro le spalle del nemico in un ripiano insieme ad altri oggetti, probabilmente di altri prigionieri.
-Maledetto! E per quale motivo ti sei consegnato se poi sapevi che saresti scappato?- chiese, mentre con una mano estraeva un telecomando dai suoi pantaloni, schiacciò il pulsante rosso al centro.
-Oh beh vedi è una lunga storia: ho speso tutti gli ultimi soldi per offrire la cena ad una bella signorina, dovevo venire ad Hargeon per cercare una persona, ma ero rimasto al verde per pagare una nave che mi trasportasse, quindi ho pensato di consegnarmi in modo da avere un passaggio gratis, non sono così stupido da consegnarmi per davvero e poi dai, come fai a tenere un visino così angelico dentro ad una lurida cella- si toccò la faccia con fare sensuale, il marinaio lo guardò furioso.
-Tu sei pazzo, sei completamente al centro del suolo nemico, non riuscirai ad uscirne tanto facilmente- disse, intanto altri soldati lo accerchiarono pronto a catturarlo per rimetterlo in cella, aveva chiamato i rinforzi, il ragazzino ghignò ancora una volta prima di alzare la benda dal suo occhio sinistro, portò il suo guanto destro con la goccia disegnata davanti ad esso.
-Sangue chiama sangue- sussurrò, poi il suo aspetto cominciò a cambiare: le morbide onde dei suoi capelli cominciarono a muoversi come fossero smosse da una leggera brezza, stessa cosa il mantello che cominciò a svolazzare leggermente, mentre la sua carnagione da olivastra cominciò a diventare sempre più pallida fino a che non virò completamente al bianco, sembrava un vampiro.
-Dannazione tra tutti i prigionieri proprio lui doveva liberarsi!- gridò un soldato partendo all'attacco con un proiettile di acqua, esso scoppiò a mezz'aria intercettato da un ago intriso di sangue lanciato dal ragazzino.
-Pessima mossa, potete fare di meglio ragazzi, su un pò di fantasia!- li stuzzicò, i nemici attorno a lui indietreggiarono di qualche passo, poi un Vasileias cercò di colpirlo alle spalle preparando un pugno coperto da un'aura azzurra, il ragazzino lo guardò con la coda dell'occhio e prima che lo colpisse fece un salto mortale all'indietro sorpassandolo e mentre si trovava a mezz'aria, dalle sue mani partirono tanti aculei che si conficcarono nella schiena del nemico, esso cadde a terra con un tonfo, si voltò di scatto verso destra e schivò un proiettile di ghiaccio piegandosi all'indietro, colui da cui era partito l'attacco venne immobilizzato contro il muro da dei pungiglioni conficcati nei suoi polsi e nelle sue caviglie. Il giovane piegò i gomiti posizionando i suoi palmi verso l'alto e fissò con sguardo di sfida i Vasileias attorno a lui.
-Bloody Claws!- esclamò, dalla punta delle sue dita emersero degli aghi lunghi una ventina di centimetri, senza farsi scoraggiare alcuni lo caricarono, tutti i colpi vennero schivati prima a destra poi a sinistra, veloce come un felino contrattaccò lasciando sul corpo delle vittime tagli profondi, si portò le mani incrociate davanti al viso in posizione di combattimento, tenendo le dita leggermente piegate in modo da far sembrare quegli aghi dei lunghi artigli ricoperti di sangue, artigli di un predatore.
-Attacchiamolo tutti insieme forza!- gridò uno all'improvviso e poco dopo una decina di marinai partirono assaltandolo da ogni lato, il corpo di lui si ricoprì completamente di spilli e si rannicchiò al suolo poco prima che i Vasileias provassero a colpirlo, ma senza successo, gli aculei sembravano allungarsi sempre di più impedendo a chiunque di avvicinarsi.
-Guadate! La sua forma, sembra...- disse uno lasciando in sospeso la frase.
-Un istrice- continuò un suo collega intimorito. Il ragazzino scattò poi in piedi allargando le braccia.
-Needle Point!- in questo modo tutti gli aghi partirono in diverse direzioni colpendo uno per uno tutti i soldati attorno a lui, caddero tutti al suolo, fuori combattimento, tranne uno: il marinaio che lo aveva liberato dalla cella, aveva un aculeo infilzato nella spalla e stava sanguinando copiosamente.
-Bastardo!- gridò a denti stretti, per poi crollare anch'esso a terra incosciente, il sedicenne riprese il suo colore naturale e si calò nuovamente la benda sull'occhio, prese il suo zaino di pelle marrone e con l'altro guardò tutti i Vasileias un pò deluso della sua opera.
-Non va bene, non ho dato il meglio di me- disse mettendosi una mano dietro la testa.
-Non mi trovo a mio agio in un posto così zozzo, e poi che puzza!- esclamò tenendosi il naso nella speranza di non sentire quel fetore di marcio e polvere. Uno scintillio accompagnato da un flebile suono elettrico attirò la sua attenzione, spostò la vista verso i serbatoi di carburante e notò una decina di aculei infilzati nel metallo, strabuzzò gli occhi, durante l'ultimo attacco aveva involontariamente colpito anche i contenitori e con loro tutto il meccanismo di movimento della nave mandandola in cortocircuito, scintille cominciarono a esplodere da ogni parte minacciando di incendiare tutto.
-Merda! Sta volta ho esagerato!- gridò correndo a gambe levate il più lontano possibile da quella stanza. Il carburante che continuò a colare dai serbatoi creò una pozzanghera oleosa che via via si fece sempre più grande, una scheggia incandescente si posò proprio su di essa innescando un ritorno di fiamma, in un batter di ciglia i contenitori esplosero uno dopo l'altro, la nave venne scossa da un tremito e subito dopo venne completamente avvolta dal fuoco. L'Istrice si era catapultato sul ponte della nave giusto in tempo per vedere tutti i marinai gettarsi in mare con il corpo in fiamme, si guardò attorno alla ricerca di una soluzione per scappare da quell'inferno, si sporse oltre il parapetto e guardò in basso sperando in una scialuppa di salvataggio, ma niente da fare.
-Cazzo! Devo tuffarmi per forza? Ma così mi bagnerò tutti i vestiti- si lamentò, realmente indeciso se rimanere li o filarsela, sbuffò poi si tolse il mantello e lo mise nel suo zaino, l'incendio avanzava veloce e l'aria bollente era diventata irrespirabile per il troppo fumo.
-Se lo devo fare che venga fatto almeno con grazia ed eleganza- si disse salendo in piedi sul parapetto, allargò le braccia poi le portò in alto, saltò facendo una capriola e si tuffò di testa, purtroppo però picchiò la fronte e lui cadde rovinosamente su qualcosa di duro, cominciò a dimenarsi tenendosi la parte colpita, non sopportava il dolore.
-Che dolore! Che male! Maledizione chi diavolo è che ha messo questa...- si fermò notando che, sì era sul mare, ma si era stranamente indurito tanto che riusciva a camminarci sopra, alzò un sopracciglio stranito, bussò su di esso sentendo un rumore vuoto.
-... acqua solida?- si chiese, poi sorrise contento, si rialzò pulendosi i vestiti, e guardò in avanti notando un percorso solidificato sull'acqua.
-Mi va di lusso oggi- disse spensierato avanzando sul sentiero.


Intanto Tyson, Alèk e Alexis:

Correvano a perdifiato verso la nave in fiamme, il fratello dei Black aveva fatto in modo di rendere solida una porzione di mare in modo che essi potessero raggiungere il loro obbiettivo senza troppi problemi.
-Guardate c'è qualcuno davanti a noi!- gridò Alexis indicando un puntino nero in lontananza.
-E sta sfruttando il mio potere per girare indisturbato- ringhiò Alèk facendo una smorfia infastidita. Più si avvicinavano e più la figura si faceva nitida, fino a che non si trovarono a pochi metri di distanza con un ragazzino che doveva avere sedici anni vestito di tutto punto, si fermarono tutti fissandosi con sguardo indagatore. L'Istrice li guardò uno ad uno e si soffermò sulla ragazza piacevolmente stupito: mica male, in compenso i due ragazzi non gli trasmettevano niente di buono, uno lo fissava come se volesse mangiarselo vivo, l'altro faceva semplicemente paura, quella falce poi non aiutava per niente, ma per lo meno non facevano parte dei Vasileias.
-Voi rimanete pure qui a fissarvi, io vado a spegnere l'incendio- disse ironica Alex continuando la sua corsa verso il vascello, allungò le mani in avanti, i suoi capelli e i suoi occhi diventarono cremisi e in un attimo il fuoco che avvolgeva la nave prigione si allungò verso l'alto e infine si sollevò in un enorme sfera bruciante, un grande sole nella notte senza Luna, con un veloce movimento di polso la fece dissolvere, rimase solo un fitto fumo nero che continuava a fuoriuscire dai rottami ormai anneriti del vascello, il ragazzino la guardò colpito.
-Forte la ragazza- disse accennando un sorriso, poi si rivolse agli altri due.
-Voi chi siete?- domandò chiedendosi cosa ci facessero in mezzo al mare, Alèk e Tyson si guardarono.
-Se mai la domanda è: chi sei tu?- rispose Black, Alexis si posizionò dietro lo sconosciuto studiandolo.
-Sei scappato da quella nave in fiamme, quindi devi essere per forza un prigioniero, visto che non indossi l'uniforme dei Vasileias e non un prigioniero qualunque, sei quello di cui tutti parlano da giorni, Istrice se non vado errata- disse con nonchalance.
-Bella, forte e incredibilmente acuta, da cosa lo hai capito?- chiese dando le spalle ai due ragazzi, Alèk sentendosi ignorato si innervosì ancora di più.
-Sei l'unica persona che potrebbe fare un disastro del genere uscendone con un semplice taglietto- rispose indicando la sua fronte, lui sbarrò gli occhi, si toccò il punto in questione e poi guardò la sua mano le cui dita erano sporche di sangue, il suo sangue, probabilmente dovuto al colpo di testa sull'acqua solidificata, quando poco prima si era tuffato.
-Hey tutto bene?- domandò Tyson vedendolo sbiancato di colpo, la testa del ragazzino cominciò a girare vorticosamente, gli occhi iniziarono a vedere prima distorto poi solo nero, le orecchie fischiavano talmente forte da provocare un rumore quasi assordante, finché non perse completamente le forze e cadde a terra svenuto. L'ultima cosa che sentì fu un flebile:
-Portiamolo a terra-

Attorno a lui solo rumori confusi, voci di persone che si alternavano, il cinguettio di uccelli, il calore del sole gli riscaldò il viso e al tempo stesso strinse gli occhi per la luce fastidiosa, una brezza fresca mosse i suoi capelli neri facendo in modo di solleticargli la guancia, un meraviglioso profumo gli passò sotto il naso risvegliandolo, era seduto su un letto in una piccola stanza, una finestra era aperta facendo entrare un venticello piacevole, accanto a lui su una sedia Alexis parlava con Tyson dall'altro lato della stanza seduto a gambe incrociate e le mani dietro la testa.
-Toh, si è svegliata la bella addormentata- disse Alèk appoggiato al muro accanto alla porta a braccia conserte. Tyson si alzò e si avvicinò a lui guardandolo dall'alto in basso.
-Hai dormito dodici ore filate, abbiamo chiesto al dottore se avessi qualche emorragia interna che ti ha causato lo svenimento, ma a quanto pare è stato un semplice shock, sei sano come un pesce- gli disse alzando un sopracciglio non capendo la causa del suo improvviso collasso. Il ragazzino si sistemò sul letto toccandosi la fronte e sentendo un cerotto applicato proprio sulla ferita.
-Accidenti non posso girare con questo coso in testa, non dona alla mia immagine!- esclamò sbuffando.
-Certo che hai fatto proprio un bel casino- intervenne Alèk riferendosi allo scoppio della nave prigione, Istrice si mise a ridere.
-Già, chissà perché me ne capitano di tutti i colori!- esclamò divertito.
-Forse perché te le vai a cercare- ghignò il fratello dei Black compiaciuto.
-Probabile che sia per quello- rise ancora di più, Alexis lo guardò stranita e schiarendosi la voce attirò la sua attenzione.
-Come fa un ragazzino così giovane come te ad essere già un famoso ricercato?- gli chiese guardandolo con i suoi occhi viola, lui la fissò poi scoppiò a ridere di gusto con tanto di lacrime agli occhi.
-Ragazzino a chi? Io ho più anni di tutti voi messi assieme- disse tenendosi la pancia, i tre compagni lo guardarono stralunati, lui sospirò.
-Ne dimostro sedici, ma in realtà ho novant'anni- disse infine, tutti rimasero sbigottiti.
-Ma che diavolo dici? È impossibile!- sbottò Alèk.
-E invece è possibile per chi come me possiede la magia di devil slayer del sangue- rispose, Tyson si illuminò.
-Devil slayer? È rarissima come magia!- esclamò entusiasta.
-Già, ma comunque, voi chi siete? E perchè mi avete portato qui?- domandò guardandoli, la sorella dei Black si fece avanti.
-Io sono Alexis, quel ragazzo laggiù è Alèk e lui è Tyson- disse indicandoli uno ad uno.
-Avresti preferito che ti lasciassimo là in mezzo al mare?- chiese ironico il fratello della ragazza.
-No no! Per carità, sai che zozzura, non avete idea di quanto era sporca quella nave- rispose il "ragazzino" rabbrividendo al solo ricordo, Tyson rise.
-Sei forte piccoletto- disse: quel tizio cominciava a piacergli, soprattutto perché con un potere così e con quello che aveva combinato con la nave prigione, si stava rivelando una vera e propria sorpresa, anche se aveva tutta l'aria di un combinaguai. Ty aveva raggiunto Hargeon proprio per cercare qualcuno tra i prigionieri che si volesse ribellare al regno e uno come lui aveva tutte le carte in regola. Il giovane gli tese un pugno chiuso in avanti.
-Unisciti a noi, faremo crollare questo regno corrotto e lo faremo rinascere, un potere come il tuo ci sarà sicuramente d'aiuto- disse guardandolo con i suoi occhi bicromatici spettando una risposta, l'altro lo fissò indeciso sul da farsi: accettare o no? È vero che con loro avrebbe potuto viaggiare in lungo e in largo per il regno perseguendo il suo obbiettivo, però era anche vero che avrebbero attirato di più l'attenzione se fossero stati in tanti. Sogghignò, adorava mettersi nei guai e i guai adoravano lui quindi, perché no?
-Accetto! Ma non lo faccio per il vostro stesso obbiettivo, sto cercando una persona e continuare a viaggiare da solo comincia ad essere difficoltoso- disse unendo il suo pugno chiuso con quello di Tyson che fece un sorriso smagliante.
-Si, bene, tutto molto commovente, ma ancora non sappiamo il tuo vero nome- intervenne Alèk, il "ragazzino" lo guardò accennando un sorriso.
-Casper, Casper Cremisis, molto piacere-

Nello stesso momento, nella piazza principale della città:
-Edizione straordinaria! Edizione straordinaria!- urlava un uomo sventolando un giornale per attirare l'attenzione della gente attorno a lui, in molti si fermarono incuriositi a comprare il famoso "Hex Courier" il giornale nazionale del regno di Fiore.
Dopo il disastro di cinquecento anni prima, la casa editrice "Sorcerer" era stata smantellata e per una decina di anni la nazione rimase senza una fonte di informazioni, finché non venne fondata la "Hex Courier" sott'ordine del nuovo Re, con il solo obbiettivo di diffondere le leggi, le regole e gli eventuali provvedimenti in merito alla trasgressione di quest'ultime. Seduta al tavolino di un piccolo bar all'aperto, una ragazza leggeva la prima pagina del giornale che riportava la scritta: "La famosa villa del famoso malavitoso Enduin è stata ritrovata capovolta!" poi proseguiva all'occhiello: "Alcuni testimoni raccontano che la villa si sia innalzata in cielo, capovolta e poi sia caduta a terra. Lo stesso Enduin si trovava dentro durante il misfatto, ma quello che tutti si chiedono è: chi o cosa è stato a farlo?!" la ragazza chiuse il giornale sistemandolo sul tavolino accanto ad una tazza di cioccolata calda, ridendo divertita, intanto alcune pietre, un cucchiaino e una bustina di zucchero levitavano attorno a lei, non pensava di aver fatto tanto scalpore.



ANGOLO AUTRICE:

Weila giovanotti! (mi sento molto Casper in questo momento) Sono tornata con il nuovo capitolo!! Spero vivamente che vi sia piaciuto anche se è leggermente più corto di quello scorso, come al solito avvertitemi se trovate qualche errore o se avete consigli costruttivi da darmi. Spero anche di essere riuscita a caratterizzare al meglio Casper.
ATTENZIONE: a me stava venendo la malsana idea di pubblicare dei disegni (fatti da me) dei vostri OC, ovviamente creati in stile Fairy Tail, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un ultima cosa e poi giuro la chiudo qua: il ratings da qui in poi potrebbe cambiare in rosso quindi se siete minorenni e leggete questa storia avvertitemi, così mi so regolare su come descrivere le scene.
Prossimo aggiornamento tra due settimane!! Alla prossima!!
Hola
Lu!

 
  
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