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Autore: katyastark    11/06/2020    5 recensioni
Quando Katsuki lo rivide mentre -come suo solito- era di ronda per le strade della città, rimase un po' di stucco. Non perché Deku avesse un aspetto diverso – ma lo aveva, poco ma sicuro. Neanche perché ora vestiva meglio, o perché sembrasse in salute, in forma e felice. Non era nemmeno dovuto a quella punta di terrore che vide nei suoi occhi quando incrociarono gli sguardi, sebbene la ritenesse ugualmente fuori luogo – anche quando Katsuki era stato meschino, violento e assolutamente spietato con lui, Deku non lo aveva mai guardato in quel modo. No, non era proprio niente di tutto quello. Era per quel bambino avvinghiato al suo fianco, un piccoletto con ginocchia scorticate e il volto coperto di lentiggini, dai ricci capelli biondi e penetranti occhi verdi.
[ KatsuDeku ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 16 – Relief


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Vuoi andare a visitare la nonna e il nonno, oggi?” chiese Katsuki, e suo figlio lo guardò sbattendo le ciglia perplesso.


Nonno? Anche io ne ho uno?”


Sì. Mia madre e mio padre. Ti ricordi di zia Misaki e zio Masaru?”


Provò una piccola punta di dolore nel petto al sentire Hisami fare quella domanda. Era una delle altre cose che gli ricordava tutto ciò che gli era stato negato perché Deku aveva tenuto all'oscuro chiunque. I suoi genitori avevano il diritto di conoscere il loro nipote.


Nonna e nonno?” Hisami sembrava piuttosto felice, e forse anche un po' sorpreso dalla sua sempre crescente cerchia familiare. Si vestirono per la giornata e uscirono.


Gli occhi di Hisami brillarono come stelle quando entrarono nella casa dove l'eroe era cresciuto. Katsuki si sentì un po' giù sapendo di star per prendere i suoi genitori alla sprovvista, ma Deku era stato d'accordo nel lasciare che gestisse lui per contro proprio la faccenda, e Katsuki non era mai stato il tipo da conversazioni pianificate. I suoi genitori -o meglio, sua madre- non ne era ugualmente propensa, perciò pensò che fosse meglio andare semplicemente al sodo. Si augurava soltanto che non se la prendesse con Hisami. Mentre bussava alla porta, gli vennero in mente, col panico, dei flashback di quando lo aveva confessato a Kirishima ed Ashido, ma li allontanò con forza.


Suo padre rispose alla porta, e con orrore di Katsuki, Hisami si attaccò alla gamba di suo padre, con manine rapide ad aggrapparsi ai suoi pantaloni cachi, proclamando, “Lo sapevi che sei il mio nonnino?”


La risposta tranquilla e sincera che diede suo padre fu anche più sorprendente.


Lo sapevo. Vai a dire ciao alla nonna. E' nel salotto.” il sorriso di suo padre non faceva trapelare né confusione né shock, e Hisami volò via, con lo zainetto che sobbalzava ad ogni suo passo. Suo padre si voltò a guardare Katsuki, e un qualche residuo stralcio del se stesso bambino si fece piccolo piccolo dentro di lui, terrorizzato all'idea di deludere suo padre.


Sorpresa?” disse con voce debole.


Non proprio. Il bambino è la tua copia esatta. Furbo da parte tua comunque portarlo con te, nel caso tua madre perda le staffe.”


Già, l'idea era quella. Lei... anche lei lo sa?”


Parliamo dentro.”





Katsuki entrò nella sua vecchia casa sentendosi come un condannato al patibolo. Hisami era seduto sulle gambe di sua madre, intento a mostrarle gli scarabocchi nel suo quaderno. Sembrava abbastanza contenta, mentre massaggiava la schiena di suo nipote e lui puntava col dito i suoi disegni infantili. Quando vide Katsuki entrare nella stanza, lo fissò profondamente, ma non con tutta quella ostilità che si sarebbe immaginato da lei.


Adoro i tuoi disegni, Bubba,” disse lei, con la voce più dolce che avesse mai usato in tutta la sua vita, Katsuki ne era certo.


Papà mi chiama Bubba,” replicò Hisami, come se quel soprannome fosse in qualche modo unico.


Il tuo papà è stato il nostro Bubba da piccolo. Vuoi andare a fare casino nella sua stanza?”


Sì!” Hisami svicolò dal grembo di sua nonna e volò su per le scale. Katsuki si domandò che razza di casino si sarebbe trovato a fronteggiare dopo che i suoi genitori avessero finito di fargli una sana ramanzina. L'atmosfera si fece tesa e di ghiaccio una volta che Hisami andò via, ma Katsuki si disperò per non essere il primo a parlare.


Okay, marmocchio. Voglio sentirlo uscire dalla tua bocca.” Sua madre lo stava squadrando dall'alto in basso, mettendogli effettivamente addosso un terrore assurdo.


Hisami è biologicamente mio figlio e Deku ed io abbiamo trovato il compromesso della custodia condivisa,” tirò fuori il rospo in fretta, incapace di mantenere il sangue freddo. Sua madre imprecò e suo padre aveva quasi un'espressione compiaciuta sul volto. La donna uscì dalla stanza, sbuffando e fumando di rabbia, e Katsuki era sicuro che sarebbe tornata indietro con un qualche tipo di arma. Non fu così, e ritornò pochi secondi dopo rovistando dentro la sua borsa. Lanciò una mazzetta di yen a suo marito con estremo pregiudizio e l'uomo osservò serenamente le banconote svolazzargli addosso. Katsuki si sentì come all'interno di una realtà alternativa.


Lo sapevo,” disse suo padre, con un sorrisone.


Maledizione. Odio perdere.”


Non preoccuparti, cara. Ho perso anch'io. E' stata Inko a vincere l'intera scommessa. Cinque mesi a partire dal pranzo -precisa come un orologio.”


Katsuki li guardò a bocca aperta. Eccolo lì, convinto che suo padre avrebbe finito col singhiozzare e che sua madre avrebbe tirato in aria sedie in preda alla rabbia, mentre invece i due sapevano già tutto.


Davvero lo avete sempre saputo e non mi avete mai detto niente?”


No, solo da quando vi abbiamo visto al pranzo. E' stato piuttosto evidente una volta che ci siete capitati davanti insieme,” si lamentò sua madre, ritornando a sedersi sul divano e mettendo da parte la borsa.


E la cosa non vi turba?”


Ci siamo riuniti per discuterne, noi tre nonni. Sapere che Izuku potesse arrivare a fare una cosa simile ha alquanto sconvolto Inko, ma dopotutto voi due siete sempre stati stranamente ossessionati l'uno con l'altro,” disse lei, e il modo rigido con cui teneva le spalle fece capire a Katsuki che aveva già avuto la sua crisi riguardo alla storia, e si era già ripresa, proprio come era successo a lui.


Non sono mai stato stranamente ossessionato da Deku,” replicò stizzito, offeso da quella accusa.


Quando tornavi a casa da scuola passavi ore a straparlare di lui. Non provare a mentirmi, ragazzo.”


Katsuki si imbronciò. Era vero che un tempo Deku occupava una gran parte dei suoi pensieri, ma una volta entrato alla UA le cose erano cambiate. Lontano dagli occhi lontano dal cuore, per così dire. Forse tutti i sogni erotici che faceva su Deku erano dovuti ai sentimenti indesiderati e accantonati che provava per lui.


Ad ogni modo, noi amiamo quel bambino, e adesso non dovrò più aspettare che tu ti dia una cazzo di regolata e darci finalmente un nipote. Mi sembra che ci guadagniamo tutti così.”


Non vogliamo sembrarti insensibili. Sembra che la cosa ti renda felice, per questo abbiamo pensato di non commentare nulla. Avevi bisogno... di parlarne un po' più seriamente?”


Katsuki fece una pausa, pensando a tutto quello che avevano appena detto. Questo... questo non era per niente quello che si era immaginato. Sinceramente, era quello che avrebbe desiderato succedesse quando si era confessato con Kirishima e Ashido. Forse avrebbe dovuto richiamarli. L'ultima loro conversazione era stata imbarazzante e fin troppo formale, ma il baby shower era alle porte e non sarebbe stato un amico tanto pessimo dal perderselo.


No. Ho più o meno deciso di non essere più incazzato per tutta questa storia. Voglio bene ad Hisami.” Realizzò che quella era la verità solo quando la disse ad alta voce. Di quello, però, ne era sicuro. Non aveva idea di come riuscisse ad andare d'accordo con Deku, ma quando si parlava di Hisami era fin troppo facile decidersi. “Non avete dato di matto, sono sollevato.”


Farlo non avrebbe aiutato nessuno. Vogliamo sostenerti,” rispose suo padre. Sua madre stava in silenzio, e Katsuki si ricordò di quel vecchio detto che recitava “se non hai niente di carino da dire, non dire niente.”


Lo apprezzo molto,” disse il biondo, e quando lo fece, fu come se gli avessero tolto un macigno di dosso. I suoi amici potevano forse non essere così tanto entusiasti delle nuove aggiunte alla sua vita, ma perlomeno poteva contare sui suoi genitori.


Vuoi mangiare qualcosa, piccola peste?”


Notò che sua madre non la stava prendendo poi così tanto bene, perciò annuì e la lasciò fuggire nell'altra stanza. Gli occhi di suo padre si fissarono su Katsuki, come facevano sempre quando percepiva che suo figlio si trovasse, metaforicamente, sull'orlo di un precipizio. Suo padre aveva un modo tutto suo di trattare con lui e sua madre, era in grado di scalfire le loro ruvide corazze e arrivare dritto al centro, tenero e nascosto.


Come stai, veramente, Katsuki?”


Buttò fuori un grosso sospiro, e si afflosciò sul divano. Era andato tutto abbastanza bene, e questo era un sollievo, ma non era sicuro di riuscire a parlarne per davvero. Si era tenuto tutto dentro per così tanto, che ormai sopportare era la sua reazione spontanea.


Me la sto cavando. Questo è il nostro primo weekend nel mio appartamento, senza Deku, e sta andando bene. Sono fottutamente stanco, però. Non ho idea di come faccia lui.”


Come vanno le cose tra voi due?”


Bene quanto ci si poteva aspettare.”


Non mi stai dicendo nulla così. Sii sincero. Non riesco ad immaginare che tu ne sia stato felice sin dal primo istante.”


E' stato maledettamente difficile, papà. Non ho mai voluto una cosa come questa, e sicuramente non la volevo con Deku, ma adesso che ce l'ho...”


Suo padre attese, dandogli il tempo di trovare le parole. Sapeva bene quando era il caso di insistere e quando aspettare.


Non lo so. Continuo a pensare che Hisami non sarebbe Hisami, se in lui non ci fosse una parte di me e una parte di Deku. Non so come comportarmi riguardo a lui, ma quello che stiamo facendo adesso funziona, credo. E' un bravo padre.” Katsuki scosse le spalle perché non sapeva cosa dire. Ogni volta che provava a mettere a parole quello che sentiva per o nei riguardi di Deku, finiva col non farcela. Si accaldava, si arrabbiava e restava confuso. E i sogni non aiutavano.


Continuo ad avere sogni erotici su di lui, non so come prenderla.”


Uh,” disse suo padre e Katsuki inorridì. Non era quello il modo con cui intendeva fare coming out con suo padre. Odiò il fatto che fosse così semplice aprirsi con lui -motivo per cui evitava di farlo a tutti i costi. Diceva un mucchio di cazzate senza nemmeno riflettere.


Cristo,” disse, passandosi una mano giù per la faccia. “Dimentica che l'ho detto. Io e Deku stiamo bene. E' tutto.”


Ovviamente non è così. Stai cercando di dirmi che sei attratto da lui?”


No.” Katsuki scosse la testa con decisione, come se scuoterla forte abbastanza avrebbe cacciato via certi pensieri dalla sua testa. “E' solo che... cazzo.”


Appunto,” replicò suo padre, ridendo leggermente e prendendo un sorso da una tazza con del the ormai freddo. Katsuki roteò gli occhi, quando poi suo figlio comparve e non fu mai così tanto felice di rivederlo.


Papà, ho trovato dei pennarelli!”


Lo vedo,” disse ridendo. Hisami si era spogliato fino a restare con solo le sue mutande a tema Ground Zero ed era completamente ricoperto da scarabocchi fatti col pennarello. “Mi auguro che non fossero indelebili.”


Guarda, ho disegnato te, e papà, e ci sono anche tutte le mie nonne e il nonno,” disse, puntando col dito il ritratto di famiglia sulla sua pancia.


E questo cos'è?” Chiese, pigiando un dito contro il bicipite di Hisami.


Un tatuaggio! Proprio come quello di papà.”


Oh,” disse, perché stava avendo una mini crisi all'immaginarsi come sarebbero cambiati i suoi sogni ora che aveva scoperto del tatuaggio di Deku. Si domandò che aspetto avesse perché la massa informe sul braccio di Hisami era indecifrabile. Suo padre sembrò notare il suo momento di crisi, perciò intervenne.


Andiamo a pulirci, Bubba.”


Katsuki gli rivolse uno sguardo colmo di gratitudine, prima di dirigersi verso la cucina. Non voleva per forza controllare come stesse sua mamma, ma sentiva di doverlo fare. Mitsuki stava aggressivamente tagliando le verdure, brandendo un coltellaccio come una cuoca professionista.


Hey, Ma. Posso aiutare in qualche modo?”


Stai bene?” fu la sua replica immediata e Katsuki notò che aveva gli occhi velati. Nei suoi ventotto anni di vita, non aveva mai visto sua madre piangere.


Sto bene,” le rispose con tono piatto. Anche se non fosse stato così, avrebbe detto lo stesso. Si sentiva a disagio a vedere quanto tutta quella storia toccasse sua madre. “E' tutto a posto.”


Non riesco a credere che l'abbia fatto. E tu ne non sapevi niente. Tre anni persi della vita di tuo figlio e non li riavrai mai indietro!” Sventolava distrattamente il coltello mentre parlava. Alla fine, lo lasciò andare e quello si piantò dritto nel tagliere in legno. Katsuki sentì di poter respirare un po' più liberamente. “Non ne avevo idea, fino al momento in cui non vi ho visti insieme ed era così dannatamente ovvio che mi sono picchiata per non essermene accorta prima.”


Lo so. Non importa, in ogni caso.”


Gli tirerei un calcio nelle palle se sapessi che ti potrebbe far stare meglio, o potesse aiutare in qualche modo. Sembra che tu la stia prendendo bene.” sua madre piegò la testa sommessamente e forzò Katsuki ad un abbraccio. Questo non andava bene. Poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui sua madre lo aveva abbracciato negli ultimi vent'anni, ed erano tutte avvenute a seguito di attacchi dei villain, degenze in ospedale e disastri naturali. Il fatto che lo stesse abbracciando in quel momento significava mettere essenzialmente l'esistenza di Hisami sullo stesso piano di una esperienza quasi mortale.


Non piangere. E' stato uno shock, ma sono davvero felice. Amo quel piccoletto, e lo stesso vale per te,” disse con voce dolce. Erano anni che superava in altezza e in stazza sua madre. Mitsuki era sempre stata piccola, ma mai gli era sembrata fragile prima di quell'istante. Stava davvero sperimentando una realtà alternativa, una dove sua madre piangeva e Katsuki era il figlio che la consolava. Cercò di alleggerire la tensione.


Diamine, Ma. Non sapevo che fossi una tale piagnucolona. Tra te e Deku, finirà che affogherò prima che l'anno finisca.”


Non dire il suo nome. Sono così dannatamente incazzata con lui,” rispose lei, con il volto ancora nascosto contro il suo petto. La stoffa della sua maglietta stretta nei pugni di Mitsuki.


Non esserlo. Gli ho urlato già io a sufficienza per una vita intera. Stiamo cercando di far funzionare le cose.”


Stai davvero prendendo le difese del tuo auto-proclamato nemico mortale per impedirmi di non urlargli contro?” Sua madre lo schernì e Katsuki sperò che quello stesse a significare che sua madre cominciava a sentirsi meglio. Rise anche lui, a quel ricordo d'infanzia.


Sono abbastanza sicuro di essere stato uno stupido moccioso di otto anni quando ho deciso di chiamarlo così. Non è così male.”


Ancora una volta, era ricascato nella condizione di difendere Deku dalle persone che si sentivano oltraggiate, per solidarietà a Katsuki. Questa volta gli riuscì più semplice dell'ultima occasione. Si domandò se quella sarebbe stata una sua abitudine quotidiana da lì in avanti, quella di difendere Deku finché non fosse diventata una azione automatica. Si stupì nel notare quanto poco gli desse fastidio.


Alla fine, le acque si calmarono e sua madre si ricompose a sufficienza per asciugarsi gli occhi. Li distrasse la comparsa di Hisami e suo padre in cucina, e sua madre fu rapita dal suo adorabile chiacchiericcio e dai suoi tentativi di aiutarla a cucinare.


La famiglia Bakugou non aveva mai vissuto una giornata così piena di emozioni come quella. Era una sensazione positiva, invece che soffocante e bizzarra. Mangiarono il pranzo e Hisami cadde presto nel suo pisolino post-pappa sopra al suo letto. Proprio quando stava chiudendo la porta della camera, il telefono vibrò nella tasca.


Pronto?”


Bro! Ti prego vieni qui. Mina ed io abbiamo appena finito di sistemare le cose nella casa nuova, e ci piacerebbe davvero tanto che venissi a vederla.”


Cazzo, aveva dimenticato che si erano trasferiti. Li avrebbe dovuti aiutare a farlo. Era scioccante quanto gli mancassero i suoi amici, e quanto si fosse perso mentre era impegnato a giostrarsi con la propria vita. Era ancora un po' incazzato con loro per le cose che erano state dette l'ultima volta che si erano riuniti, ma voleva essere lì per loro ora che le loro vite stavano per cambiare drasticamente.


Uh, devo tenere Hisami questo weekend,” disse, invece che dare una risposta definitiva.


Portalo! Possiamo usarlo per esseri sicuri che la casa sia sufficientemente a prova di bimbo!”


Oi, mio figlio non è una specie di cavia,” replicò aggressivo, fomentato da un paterno istinto di protezione che gli salì nel petto.


Lo so, lo so. Troppo presto per gli scherzi. Colpa mia amico. Seriamente però, vieni da noi. Voglio davvero scusarmi di persona e lasciarci tutto alle spalle.”


Hisami è K.O. al momento. Vedrò se si sente di andare quando si sveglia, vi farò sapere.”







Note della Traduttrice:


Mi dispiace davvero tanto per il ritardo dell'aggiornamento, sono sommersa di impegni ;_; cerco di ricavarmi qualche spazio qui e là (╥﹏╥) ma questo capitolo è lunghetto


Baci

   
 
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