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Autore: X_98    16/06/2020    1 recensioni
“Si narra che a est delle montagne nebbiose vi fosse un regno, chiamato Bosco Atro.
Antico, nascosto ed eterno, era dimora degli elfi silvani.
L’oscurità che si aggirava fra le fronde degli alberi, silenziosa colpì, derubandoli di ciò che avevano di più prezioso.
Privati di un Re, di un padre, di una guida, contro un nemico sempre più potente e malvagio.
Erano loro, i deboli e corrotti umani che fecero prigioniero Re Thranduil, senza sapere chi egli realmente fosse......
Un guerriero non abbassa la testa ma va avanti anche quando non ha più forze.
Da libero sfogo alla sua volontà indomita, resiste ai colpi e trova la forza di rialzarsi.
Ferito è pericoloso, perché sa di poter sopravvivere. Eppure non si adatterà al cambiamento, ma combatterà e lotterà contro tutto e tutti.
Alla fine, il dolore e la sofferenza si dissolveranno con un’ultimo dono d’amore”.
-Questa storia si svolge nell'Antica Roma durante la terza guerra servile tra il 71 ed il 73 A.C (alcuni dettagli sono stati modificati per necessità!), un Crossover con la Serie Spartacus 2010, il film Pompei 2014 e durante il film Lo Hobbit di Peter Jackson, prendendo qualche spunto anche da Tolkien-
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thranduil
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il giorno seguente si tennero i funerali della donna di Spartacus.

Venne allestita un’enorme pira al centro del piazzale e persino i padroni indossarono i colori del lutto. Stavano omaggiando il loro campione.

Spartacus era distrutto ed Hanna si ritrovò a riflettere sulla moglie di Thranduil.

Anche lui l’aveva persa, cosa stava provando in quel momento? Non gliene importava? Era un doloroso promemoria?

Varro consegnò la torcia all’amico rivolgendogli uno sguardo d’incoraggiamento.

Azrael era come sempre, in disparte ad osservare.

La frase detta dal padrone una volta scoperta la sorte della schiava gli dava pensiero. C’era di più ed era sua premura scoprire cosa!

Hanna e Sara trovarono Naevia che piangeva in un angolo e decisero di capire cosa l’affiggesse prima di andare a svolgere le loro mansioni.

“Tutto bene?” Chiese Sara avvicinandosi all’amica “Si, sono solo affranta per la triste sorte della moglie del campione!” Rispose lei tirando su col naso.

“Credi che ce la beviamo?” Chiese Hanna stufa che lei non si confidasse con loro “Finalmente Crisso si è dichiarato!” Sussurrò all’orecchio di Naevia.

Lei si ritrasse e la guardò atterrita “Tranquilla, abbiamo la bocca cucita!” La rassicurò Hanna “E siamo certe che il gallo ce la farà!” Le diede man forte Sara.

“Come fate ad esserne sicure?” Chiese Naevia più tranquilla ma ancora triste.

“Non credi in Crisso?” Domandò Sara “Certo che si! È un uomo forte!” Rispose Naevia “Allora guarirà! Se ti ama davvero tornerà da te!” Disse Hanna pensando al suo amato.

“Siamo solo dei pazzi a sperare che il nostro amore sia favorito dagli dei!” Disse Naevia sospirando.

“L’amore fa fare cose pazze!” Svelò Sara “Concordo! Non preoccuparti, troveremo un modo per farvi stare assieme!” Le promise Hanna.

“Come?” Chiese Naevia speranzosa “Questo ancora non lo so, ma non sono la donna dell’angelo della morte per puro caso. Se voglio una cosa la ottengo!” Si vantò Hanna.

“Avrei da ridire su questo!” Commentò Sara “Una volta guarito, Crisso potrebbe chiedere la libertà?” Tentò di indovinare “Chissà potrebbe rincontrare Barca che è stato liberato proprio ieri sera!” Aggiunse.

Le ragazze si bloccarono appena videro Naevia sbiancare di fronte all’ultima affermazione.

“Tutto bene?” Chiese preoccupata Sara guardandosi attorno. C’era qualcuno che le aveva sentite?

“No! Crisso non dovrà mai chiedere la libertà!” Le supplicò lei in preda al panico.

“Perché?” Chiese Hanna curiosa. L’amica distolse lo sguardo rifiutandosi di rispondere.

“Naevia, serviamo la padrona assieme da poco, ma puoi fidarti di noi! Non diremo niente di Crisso e nemmeno del motivo per cui temi la libertà!” La rassicurò Sara.

“Non è la libertà di cui ho paura, ma ciò che provocherebbe chiederla!” Decise di confessare l’amica. Naevia prese una grossa boccata d’aria prima di proseguire “Barca....non è stato liberato! Ho visto Batiato ucciderlo con le sue mani!”.

La notizia fu talmente scioccante che per qualche minuto nessuno disse una parola.

Hanna si riprese per prima “N-non importa! Troveremo un modo per farvi stare assieme, promesso!” Chiuse il discorso prima di tornare a svolgere i suoi doveri.

Non passò molto tempo prima che venissero convocate dalla padrona.

“Che gran casino!” Si premurò di commentare Hanna “Abbassa la voce!” La riprese Sara.

Erano iniziati i lavori per riportare la casa di Batiato agli antichi fasti, non c’era una parte della villa ad essere in ordine.

I padroni erano entusiasti.

Naevia ed il medico sopraggiunsero sorprendendoli: Crisso si era svegliato!

Mentre il padrone veniva aggiornato dal dottore sulle condizioni del paziente, Lucrezia si avvicinò al gallo.

“Sarebbe sconveniente venire a farti visita! Ma sappi che i miei pensieri sono rivolti solo a te! Manderò la mia schiava Naevia affinché provveda ai tuoi bisogni! Riposati e recupera le forze!” Disse la padrona guardando Crisso con sincero affetto.

Hanna e Sara si fissarono complici ben sapendo che questa era un opportunità per la loro amica. Seguirono la padrona emettendo delle piccole risate, che fortunatamente lei non sentì oppure ignorò.

 

*

 

Quella mattina gli allenamenti ripresero come di consueto. 

Azrael si era finalmente riunito a loro.

“Dividetevi in coppie!” Ordinò il Maestro. Milo decise di tentare la sorte mettendosi con l’elfo, mentre Attico optò per Varro, un gladiatore esperto.

“Spartacus!” Lo chiamò Enomao “Tu combatterai con me!”. Azrael e Milo si guardarono confusi. Il Maestro solitamente brandiva la frusta, non si allenava con i gladiatori!

Ma appena iniziarono a combattere fu subito chiaro il motivo di quel cambio improvviso. 

Il Maestro non era di ottimo umore “La tua sposa è morta! È stato un evento sfortunato, come il tuo piano di fuga!” Ringhiò prima di menare un fendente allo scudo del trace “Non bevo vino da moltissimi anni, ma un solo bicchiere non sarebbe mai stato sufficiente a farmi perdere i sensi!” Ecco com’era andata e perché il campione era stato smascherato!

“J'en étais sûr!”(Ne ero certo!) affermò Attico, sapendo che il padre poteva sentirlo. Aveva compreso fin da subito le vere intenzioni del Maestro il giorno prima: voleva fermare Spartacus!

“Se vuoi conversare, almeno parla una lingua comprensibile!” Gli fece notare Varro.

“È solo perché hai ucciso Teocoles vendicando la mia sconfitta che non ho informato il padrone! La morte sarebbe la giusta punizione!” Lo minacciò Enomao.

“Diglielo! A me non importa!” Urlò Spartacus che ancora non si era ripreso dal lutto.

“La prossima volta che cerchi di scappare, dovrai uccidermi!” Lo avvisò il Maestro.

Durante la pausa i tre si misero a discutere tra loro.

“Le Maître nous gênera!” (Il Maestro ci ostacolerà!) fece notare Attico.

“Petit mais sûr! Cela signifiera qu'il mourra!” (Poco ma sicuro! Vorrà dire che morira!) sentenziò Milo.

“Il pourrait devenir un bon allié à la place! Ne pensez plus qu'avec l'épée!“ (Potrebbe diventare un valido alleato, invece! Smettila di ragionare solo con la spada!) lo riprese il fratello che era contrario all’idea di uccidere altri schiavi.

“J'ai grandi comme ça, qu'attendez-vous?” (Sono cresciuto così, cosa ti aspetti?) chiese Milo protestando.

“Que vous commencez à utiliser votre cerveau!” (Che inizi ad usare il cervello!) rispose l’altro. Azrael non li stava ascoltando. La sua attenzione era stata catturata da una donna romana che parlava con Varro. Era sua moglie. Prova era il figlio che teneva in braccio identico al padre.

La donna era distrutta. Un’altro romano aveva approfittato dell’assenza del compagno e l’aveva violentata. L’elfo cercò di distrarsi osservando gli altri gladiatori che se la prendevano con il cuoco monco.

Ma l’idea del pericolo costante che correvano le ragazze non abbandonava la sua mente!

 

*

 

La fama di Spartacus aveva raggiunto persino la potente Roma. Nell’intera Repubblica non si faceva altro che parlare del portatore di pioggia.

“Ci sono delle nuove reclute!” Hanna esultò “Credi che ci sarà un futuro campione pure tra loro?” Si chiese Sara pensando a Spartacus.

“Ma come fate a non perdere l’entusiasmo di fronte ad una consuetudine?” Chiese Naevia ridendo, contagiata dalla loro euforia.

Persino nella palestra sottostante c’era allegria nell’aria. Erano tempi favorevoli, sia per il padrone che per i suoi uomini.

Les Romains sont convaincus que c'est vous qui l'avez instruit!” (I romani sono convinti che sia stato tu ad istruirlo!) Milo rise con quell’affermazione.

“Est-ce pour cela que le propriétaire est allé au marché chercher un autre gosse pour me former?” (Per questo il padrone è andato al mercato per rifilarmi un’altro moccioso da addestrare?) Chiese Azrael contrariato.

“Non. Sara m'a dit qu'elle chargeait les Romains de vous regarder vous entraîner!” (No. Sara mi ha detto che sta facendo pagare i romani per poterti osservare mentre ci alleniamo!) lo informò il figlio.

“Comme, comment?” (Come?) Chiese l’elfo infastidito. Già prendevano il suo sangue credendo che avesse dei poteri inebrianti, non accettava di essere rimirato come una creatura rara. Anche se riflettendoci bene, in quel mondo, lui lo era!

“Les Romains sont convaincus qu'en ayant guidé Spartacus, en lui donnant la bénédiction des dieux, en admirant seulement vous pouvez leur porter chance!” (I romani sono convinti che avendo guidato Spartacus, dandogli la benedizione degli dei, solo guardandoti tu possa portare loro buona sorte!) spiegò Milo.

“Surtout parce qu'ils ne peuvent que faire ça! Observez-le dans l'arène ou dans la maison du propriétaire!” (Soprattutto perché possono fare solo questo! Osservarlo o nell’arena o nella casa del padrone!) disse Attico ridendo.

“Leur fantaisie est très colorée et ne disparaît pas au fil des années!” (La loro fantasia è molto colorita e non appasisce con l’avanzare degli anni!) notò Azrael ironicamente.

Delle grida di scherno alternate ad insulti accolsero le nuove reclute.

“Ed ecco il sermone!” Si lamentò Hanna riferendosi al discorso con cui Batiato accoglieva le nuove reclute “Stai zitta!” La riprese Sara.

“Forse dovresti considerare di acquistarne uno!” L’affermazione della padrona distolse completamente l’attenzione delle ragazze dai nuovi schiavi.

Stava offrendo a Ilizia, moglie del legato Claudio Glabro, di comprare una delle reclute per poter vantare tale proprietà ed accrescere il proprio onore con le sue vittorie nell’arena.

“Come faccio a scegliere?” Chiese eccitata la patrizia romana.

“Posso offrire un consiglio per risolvere il dilemma?” Chiese Batiato prima di rivolgersi ad Enomao “Maestro, la nostra riverita ospite desidera osservare le loro virtù!” Ordinò.

Hanna e Sara puntarono gli occhi in terra mentre i gladiatori risero.

“Denudatevi!” Gridò il Maestro.

Ilizia scelse un uomo particolarmente dotato. Un gallo di nome Segovax.

Un uomo possente che, in futuro, avrebbe potuto diventare un grande campione. Arrivò l’ora di pranzo. Crisso era di nuovo in forze. Non che fosse una buona notizia, almeno non per intero.

Era in collera per essere stato spodestato e si preannunciavano degli scontri entusiasmanti contro colui che l’aveva fatto cadere dal piedistallo.

Come a voler rispondere alle aspettative di Milo e Attico, Crisso spinse malamente una recluta quando questa tentò di prendere la sua razione.

“Figlio di una scrofa, aspetta che i veri uomini si siano riempiti lo stomaco!” Si, era proprio il campione di Capua......ex campione!

“Crisso, lasciali mangiare!” Intervenne Spartacus in loro difesa.

“Devono patire dolore e privazioni per diventare dei gladiatori. È questa la regola!” Gli rispose il gallo.

“Non è affar tuo!” Insistette il trace facendo calare un silenzio pieno di tensione fra gli uomini. Azrael osservò i due che si fronteggiavano non riuscendo a reprimere un sorriso. La noia poteva dirsi finalmente conclusa!

“Lasciali mangiare!” Ordinò Spartacus a Crisso.

“Spartacus animo indulgente e generoso!” Lo derise lui. Il trace si alzò dal tavolo sul cui si era poggiato per mettersi di fronte al gallo.

“Non fraintendere le mie parole! Non ho a cuore il benessere di questi uomini. Ma tu non sei più il campione, vieni dopo....e quindi non dai più ordini!” Disse Spartacus imponendo il proprio volere in quanto nuovo campione della casa.

“Ricorda che colui che viene dopo ti sta attaccato alle spalle. Tienilo bene a mente!” Lo minacciò Crisso prima di farsi da parte.

“Gallo bastardo!” Sussurrò una recluta guardandolo con odio.

“C'est Agron! L'un des deux frères germaniques!”(Quello è Agron! Uno dei due fratelli germanici!) Milo iniziò a presentare ad Azrael le nuove reclute.

“Ils sont tous les deux prometteurs!”(Sono entrambi promettenti! ) osservò l’elfo.

“Je pense que nous pourrions les prendre à nos côtés. Dès que l'on trouve le bon levier!”(Credo che potremmo portarli dalla nostra parte. Appena troveremo la giusta leva!) affermò Attico con un sorriso soddisfatto.

Quella sera Hanna e Sara vennero lasciate andare nella palestra prima del solito.

Prese dall’entusiasmo, le ragazze si divisero mentre correvano tra i corridoi della palestra cercando l’elfo ed i loro amici che non si trovavano nelle rispettive celle. 

Forse erano ancora nei bagni.

“Quell’omuncolo sarebbe il grande campione?” Una voce attirò l’attenzione di Sara che si fermò accanto alla cella dentro cui erano rinchiuse le reclute. A parlare era stato Agron, il germano. Stavano osservando Spartacus sparire dentro un corridoio.

“I romani gonfiano sempre la leggenda, possiamo batterlo facilmente!” Seguito dal fratello minore Duro, molto sicuro di sé. Conosceva i loro nomi perché si era ben informata al riguardo!

“Lui ha sconfitto Teocoles, ed il cielo ha pianto per esaltare la sua vittoria! Voi soccombereste come un branco di porci al macello!” Rispose Segovax.

Sara si unì ai fratelli germanici ridendo a quell’affermazione ed attirando l’attenzione generale su di sé.

“Le mie parole ti divertono?” Chiese Segovax rivolto a lei.

La ragazza si spaventò a morte prima di rendersi conto che c’erano le sbarre a dividerla e tenerla al sicuro da quegli energumeni “No, sei tu che mi fai ridere! Dovresti ammirare qualcun’altro e non l’ultimo arrivato!” Decise di essere impertinente fino in fondo. Il trace si trovava in quella casa da a malapena un anno!

“Spartacus è un esempio per tutti! Lo schiavo che incendia l’arena!” Gli rispose lui non mascherando il fastidio provato nel doversi confrontare con una donna.

“Sparisci dalla mia vista p.....” quella lettera rimase sospesa e Sara comprese che qualcuno l’aveva raggiunta alle spalle quando vide gli occhi di tutti guardare oltre di lei con terrore.

Si voltò e sorrise: Azrael stava incenerendo con lo sguardo, uno ad uno, tutti gli uomini presenti nella cella!

“L’angelo della morte!” Balbettò una delle reclute sbiancando mentre osservava l’elfo imponente.

“È lui!” Disse Duro dando una gomitata al fratello come se temesse che lui non lo potesse vedere. Azrael poggiò la mano sulla spalla di Sara stringendola a sé, rivolgendo un’ulteriore sguardo di fuoco agli schiavi che aveva di fronte.

La ragazza rise e poggiò la testa sul suo petto guardando anche lei gli uomini.

Era la prassi, far capire ai nuovi schiavi chi lei fosse, per la sua sicurezza!

L’elfo si avviò verso la sua cella seguito a ruota dalle ragazze, Milo ed Attico che mostrarono anche loro astio nei confronti delle reclute, fissandole con odio.

“Azrael, l’angelo della morte!” Disse Agron incredulo di averlo potuto finalmente vedere. Anche se erano solo degli schiavi la storia della leggenda aveva raggiunto le loro orecchie più volte.

“Sono morto di paura!” Confidò uno degli uomini.

“Questo perché sei una femmina!” Lo derise Segovax che però condivideva il pensiero di colui che aveva avuto il coraggio di esprimerlo.

 

*

 

La mattina seguente un certo germano era in cerca di guai.

“Sei pazzo? Smettila di fissarlo!” Duro avvertì il fratello che da quando aveva visto l’elfo non gli staccava gli occhi di dosso.

“La leggenda non può essere vera!” Contestò Agron “È in catene! Questa è l’occasione per provare il mio valore!” Disse prima di dirigersi a grandi passi verso l’elfo.

“Padrone!” Gridò Hanna rendendosi conto che la situazione non sarebbe rimasta calma ancora per molto! Lei e Sara erano rimaste ad osservare gli allenamenti con interesse, fino a quel momento! Ma quello sconsiderato aveva avuto una pessima idea!

“Come osi rivolgerti a me in questo modo!” La riprese Batiato oltraggiato.

Attico era entusiasta quel giorno. Stavano facendo uno scontro a tre per prepararsi ad un momento simile nell’arena. Se combattere contro due avversari fosse diventato semplice, allora uno si sarebbe presentato come una passeggiata.

Con la coda dell’occhio vide uno dei germani avvicinarsi ignorando tutto e tutti.

Il giovane fissava suo padre con alterigia e sete di potere!

Il Maestro non sembrava essersi accorto di niente, distratto mentre dava istruzioni ad un’altra recluta!

Quella disattenzione permise al padre di farlo inciampare sulla catena che si trovava sempre in mezzo ai piedi.

Quelles pensées envahissent votre esprit qui vous rendent si distrait?” (Quali pensieri affollano la tua mente da renderti così distratto?) chiese Azrael con un sorriso in volto.

“Non, rien! Remarquez juste un imbécile qui va vous attaquer par derrière!” (Oh, niente! Solo notare uno stolto che ti sta per attaccare alle spalle!) rispose Attico rimanendo comodamente sdraiato in terra, poggiandosi sui gomiti.

L’elfo lo guardò confuso, ma subito dopo i suoi occhi si sgranarono quando il suo portentoso udito percepì il nemico avvicinarsi assieme al grido del padrone che richiamava l’attenzione di Enomao “Maestro! Fermali!”.

Schivò il primo fendente, voltandosi nel farlo, per poterlo vedere in faccia.

Agron, il germano.

Con un forte colpo della spada di legno privò l’avversario della sua e lo colpì in faccia con lo scudo, facendolo capitolare al suolo.

Avrebbe continuato ad infierire su quel folle se Attico e Milo non gli fossero saltati addosso atterrandolo, grazie al peso combinato.

“Combien de temps devrions-nous attendre? Ne vous enchaînez pas et la liberté viendra plus tôt que nous ne pouvons l'espérer!”(Quanto ancora dovremmo aspettare? Non farti mettere in catene e la libertà arriverà prima di quanto tutti noi possiamo sperare!) cercò di calmarlo Milo.

“Si vous voulez maintenir votre réputation, vous pouvez vous allonger!”(Se vuoi mantenere la tua reputazione puoi stenderci!) tentò di distrarlo Attico mentre si rialzavano in piedi.

“Qu'est-ce? Oh merde!”(Cosa? Oh, merda!) disse Milo capendo cosa stava per succedere.

I due erano così presi a parlare tra di loro che non si accorsero di trovarsi proprio sotto alla catena legata alla caviglia dell’elfo.

Azrael dovette solo tirarla perché si stendesse completamente, colpendo con forza i due figli in mezzo alle gambe!

Tutti i gladiatori risero vedendo i due uomini accasciarsi in terra doloranti.

“Vous êtes un damné infâme!” (Sei un maledetto infame!) Urlò Hanna dal balcone cercando di trattenersi dal ridere “Arrêter maintenant!”(Smettila subito!) Riuscì a dire tornando seria....per cinque secondi, per poi ridere assieme a Sara.

Azrael fissò le ragazze felici sul balcone e dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per rimanere serio ed apparire profondamente infastidito.

 

*

 

Spartacus era finalmente solo.

Seduto nei bagni ripensava agli ultimi eventi accaduti.

La sua amata Sura gli mancava terribilmente ed ormai credeva fermamente alle sue parole: lei sarebbe stata l’unica donna che avrebbe mai amato.

Cosa doveva fare? Seguirla nell’oltretomba oppure abbracciare il fato scelto dagli dei in cui non credeva?

Si sentiva smarrito......

Percepì una stretta improvvisa sul collo per poi vedere di sfuggita una mano che avvolgeva una seconda volta la corda attorno alla sua gola!

Si lanciò all’indietro annaspando alla ricerca d’aria, nel tentativo di stordire l’aggressore.

Spartacus riuscì ad alzarsi in piedi e tirò una gomitata all’intruso che lo teneva ben saldo da dietro. Ma la mancanza d’ossigeno rese il suo pugno estremamente debole e l’estraneo non ne risentì minimamente.

Caddero entrambi in terra rotolando l’uno sull’altro prima che il trace si ritrovasse sdraiato sopra al nemico che rese la stretta mortale.

Spartacus sentì le braccia iniziare a formicolare e la vista farsi sempre più confusa.

Ma prima di cedere all’oscuritá un grido precedette la liberazione da quella presa.

Qualcuno era giunto in suo soccorso.

Crisso era riuscito a prendere di sorpresa l’intruso ed anche se era stato lanciato sul pavimento con fin troppa facilità, aveva salvato Spartacus, distogliendo l’attenzione dell’aggressore dal campione.

L’altro gallo lo aggredì, intenzionato ad ucciderlo.

Afferrò una delle lame con cui i gladiatori si radevano la barba e la usò come arma riuscendo a ferire l’altro alla gamba.

Questo non spaventò Crisso che bloccò la mano che impugnava la lama, prima di sollevare il braccio di Segovax e passarci sotto ruotando su se stesso, ritrovandosi alle spalle dell’avversario, per dargli un potente calcio che lo fece finire con la faccia in terra.

Segovax corse fuori dai bagni accompagnato da uno strano rumore. Forse era il coltello che teneva ancora in mano, Crisso lo ignorò inginocchiandosi quando le ferite protestarono per quello sforzo eccessivo.

“Perché....mi hai salvato la vita?” Chiese Spartacus che distrutto, era rimasto sdraiato in terra “Nella scuola siamo tutti fratelli! Ed un campione merita una morte onorevole nell’arena!” Gli rispose Crisso.

Segovax corse per i corridoi in preda al panico. A quell’ora sarebbero dovuti essere tutti nelle proprie celle. Quel pezzo di sterco gli aveva rovinato i piani!

Sapeva bene quale sarebbe stata la punizione per aver attentato alla vita di Spartacus, ma forse ripiegando su un’altra leggenda la padrona gli avrebbe concesso lo stesso la libertà!

Andò verso una cella precisa e fortunatamente la chiave per aprirla si trovava nel mazzo. Fece scattare la serratura e dopo un rapido sospiro aprì la porta.

L’effetto sorpresa era essenziale, quindi puntò subito all’elfo lanciandoglisi addosso.

Le ragazze urlarono appena si resero conto di cosa stava accadendo.

Azrael lo intercettò dandogli un potente pugno che lo fece finire in terra di schiena.

Ma grazie ad una capriola all’indietro, il gallo ritornò subito in piedi.

Si fissarono per un tempo lunghissimo.

Il rumore di voci ed i passi delle guardie che si avvicinavano diedero nuovamente il via allo scontro.

Il gallo avanzò muovendosi a scatti a destra e sinistra nel tentativo di confondere l’elfo, ma per Azrael non fu un problema capire dove fosse diretto. Gli umani avevano la pessima abitudine di guardare più volte verso la destinazione finale, svelando per tempo le loro intenzioni.

Si afferrarono entrambi le braccia aspettando che l’altro cedesse.

Appena il gallo comprese che non ce l’avrebbe fatta, tirò un calcio sul fianco dell’elfo e lui come risposta lo spinse con talmente tanta forza all’indietro, da farlo cadere in terra. 

Azrael si ancorò al terreno iniziando a menare fendenti sul volto dell’avversario mentre lui si difendeva come meglio poteva. 

Improvvisamente, il braccio destro di Segovax si allungò verso la cintura che portava in vita. Il movimento fu più rapido di quanto Azrael si aspettasse e non potè fare niente fino a quando non percepì un dolore al fianco.

Abbassò lo sguardo e vide che manico di coltello spuntava dal lato del suo addome.

Quando la lama venne tolta Hanna e Sara ripresero ad urlare ed in quel momento arrivarono le guardie.

Due uomini afferrarono per le braccia l’elfo che si dimenò, mentre una terza cercò di tenere a bada il gallo.

Azrael spinse entrambi in terra e con sollievo vide che le ragazze si erano rifugiate sul letto e nonostante fossero terrorizzate, stavano bene.

Non perse tempo ed afferrò la brocca contenente il vino che stavano consumando, frantumandola in testa ad una guardia.

L’elmetto che portava non fu sufficiente ad attutire il colpo e l’uomo cadde contro al muro stordito. Il secondo, rialzandosi, appoggiò un braccio sul letto facendo urlare le ragazze. Le guardò come se fosse infastidito dalle loro grida.

Forse fu il momentaneo pericolo, forse la sua rabbia o il suo istinto, a far partire Azrael all’attacco.

Fu sopra all’uomo in un secondo, atterrandolo ed una volta bloccato iniziò a colpirlo selvaggiamente.

“Attento!” L’urlo d’avvertimento di Hanna arrivò contemporaneamente al colpo sulla spalla destra. L’elfo digrignò i denti, emettendo un ringhio e reagì voltandosi di scatto, colpendo il nemico con un potente pugno con l’arto non offeso.

Preso alla sprovvista, Segovax non riuscì a compensare lo slancio dato dal colpo e finì col schiantarsi contro al muro di testa, svenendo.

Azrael si appoggiò al letto con la parte superiore del busto, respirando pesantemente. La testa era troppo pesante per tenerla alzata e rimase distesa sulle coperte.

Sentiva le voci delle ragazze chiamarlo, ma era tutto molto confuso.

Aveva mirato bene.......il gallo.

Sara, appena vide Azrael accasciarsi, non perse tempo e prese una coperta per tamponare la ferita alla spalla da cui stava fuoriuscendo troppo sangue!

“Toglilo di mezzo! Dobbiamo stenderlo!” Ordinò all’amica indicando il romano su cui l’elfo si era praticamente seduto. Fu più difficile di quanto pensasse, ma alla fine Hanna riuscì nell’intento.

Stesero Azrael sulla schiena cercando di essere il più delicate possibili.

Lui respirava velocemente ed appariva provato dallo scontro.

Hanna premette le mani sulla ferita presente sul fianco di Thranduil mentre Sara cercava di tenerlo sveglio dandogli leggeri schiaffi sulla guancia.

“Ehi! Azrael guardami!” Disse Sara con concitazione, prendendo tra le mani il viso di lui ma non vedendo alcuna risposta nel suo sguardo “Riesci a sentirmi?” Chiese.

“Cos’è successo?” La voce del Maestro le fece saltare e gridare all’unisono.

“Chiamate un medico presto!” Disse Sara alle altre guardie sopraggiunte, preoccupata che Azrael non le rispondesse. “Volete che muoia? Datevi una mossa!” Urlò Hanna furibonda quando vide gli uomini rimanere fermi a fissare la scena.

“Posso aiutare?” Si offrì subito il Maestro.

Sara sembrò pensarci su, prima di rispondere “Fate pressione sulla spalla!” Disse guidando l’enorme mano di Enomao a stendersi sul pavimento, poggiando sul suo palmo la spalla dell’elfo, così che la pressione esercitata sulla ferita fosse maggiore.

“Il tessuto è imbevuto di sangue!” Osservò il Maestro “Ne sta perdendo troppo!” Disse preoccupato.

Un lamento che fece prendere un colpo a tutti, provenne da Azrael il quale cominciò ad agitarsi.

“Ça va, c'est nous!”(È tutto a posto, siamo noi!) Lo tranquillizzò Sara felice di vedere i suoi bellissimi occhi blu fissarla con confusione.

“I-Il fait...froid!” (F-fa...freddo!) sussurrò Azrael iniziando a tremare.

La paura provata dai presenti fu sostituita dal sollievo appena arrivò il medico che non perse tempo ed iniziò a lavorare sul paziente.

 

*

 

Batiato era furibondo “Io esco dalla mia casa solo per qualche istante ed uno schiavo tenta di uccidere Spartacus e ferisce Azrael! Mi domando se sia un caso che sia proprio la recluta di Ilizia!” Hanna e Sara sentirono la rabbia aumentare quando compresero che l’aggressione non era avvenuta per caso.

Quella maledetta! Odiava davvero così tanto Spartacus? E perché aggredire pure Azrael? Se credeva negli dei, l’idea di ferirlo non avrebbe dovuto sfiorare nemmeno l’anticamera del suo cervello!

“E sarebbe riuscito a privare Spartacus della vita se non fosse stato per Crisso! La sua gloria non è appannata. Il suo momento non è ancora arrivato!” Fece notare Lucrezia che era l’unica ad essere di buon umore di fronte a quello svolgersi di eventi inaspettati.

“Manda un messaggio a Vibio, Crisso non è più in vendita!” Disse Batiato ad Ashur.

“Temo che l’accordo non possa essere....” tentò di negare lui “Me ne sbatto! Se dovesse sollevare questioni se la vedrà con me!” Gli rispose il padrone.

La gratitudine era uno dei pochi pregi che quell’uomo possedeva!

“Padrone....l’elfo è ferito gravemente!” Enomao sbucò da un corridoio facendo congelare le ragazze con una semplice frase. 

Hanna si guardò le mani, ancora sporche di sangue, terrorizzata all’idea di perdere il suo amato!

“Com’è possibile?” Chiese Quinto scioccato.

“Stava difendendo le ragazze dalle guardie ed il gallo ne ha approfittato!” Raccontò il Maestro esponendo velocemente i fatti.

“Dei del cielo! Non può morire! È l’oracolo degli dei, perderlo sarebbe un’onta imperdonabile!” Si preoccupò Batiato mettendosi le mani in testa e cominciando a camminare nervosamente in tondo.

“Voi!” Urlò indicando Hanna e Sara “Restate al fianco dell’elfo! Non lasciatelo se non per andare in bagno!” Ordinò e le ragazze obbedirono, per una volta veramente grate al loro padrone. Enomao le seguì.

“Ed ecco che arriva la serpe travestita da femmina!” Ringhiò Quinto vedendo arrivare Ilizia, giunta per assistere alla prova delle reclute.

“Non mi sarò persa l’esame finale?” Chiese eccitata prendendo le mani della padrona tra le sue.

“Cancellato purtroppo! A causa di un evento gravissimo!” Le rispose Lucrezia guardandola afflitta.

“Spartacus ed Azrael sono stati aggrediti!” Spiegò Quinto cercando di mantenere la calma.

“Aggrediti?” Domandò la patrizia romana apparendo scioccata.

“Dalla tua recluta, Segovax!” Continuò a spiegare la moglie.

“Che grande sventura!” Disse Ilizia con dispiacere.

“Si, ma per il tuo uomo!” Specificò Quinto dirigendosi verso la balconata.

“Mi dispiace, ma abbiamo dovuto punirlo in maniera esemplare!” Le confidò Lucrezia prima di affacciarsi assieme alla sua amica.

Il gallo era stato appena crocifisso ed il suo corpo era ricoperto da ferite causate dalle torture a cui era stato sottoposto.

“Spartacus è ancora vivo?” Chiese Ilizia sorpresa di vedere il gladiatore osservare Segovax con disprezzo, stando in piedi davanti a lui, in perfetta salute.

“Già!” Rispose Quinto atono.

“Ed Azrael?” Chiese Ilizia curiosa. “Non lo ha nemmeno sfiorato!” Mentì Batiato.

“Le torture non hanno sciolto la lingua di quello sporco infame! Non ti ha confidato niente durante il vostro incontro della notte scorsa?” Chiese Lucrezia anche se conosceva la risposta.

“No, questo è un mistero!” Ammise Ilizia sembrando molto turbata.

Nel piazzale l’attenzione generale venne distolta da quel pazzo ormai in fin di vita.

Crisso si avvicinò al trace fiducioso di essere tornato quello di un tempo. “Riguadagnerò la mia posizione campione!” Disse porgendo una mano a Spartacus.

“Accetto la sfida con piacere!” Rispose lui stringendo con forza la presa e cingendo l’inizio di un rispetto reciproco, nato grazie a quella fatalità.

 

*

 

Spartacus entrò nell’infermeria affliggendosi alla vista delle due ragazze che piangevano stringendosi in un abbraccio consolatorio.

L’elfo era disteso su di una branda che appariva minuscola in confronto alla sua stazza.

Il trace rimase ad osservarlo a lungo. Non l’aveva mai visto così vulnerabile e credeva che non sarebbe mai successo. Azrael aveva sempre avuto una carnagione molto chiara, ma ora era estremamente pallido, più del normale. Due cerchi neri gli circondavano gli occhi ed era talmente immobile da apparire morto!

Il medico era riuscito a fermare l’emorragia, ma non c’era la certezza che sopravvivesse!

Passato un tempo lunghissimo, Spartacus si avvicinò “Non l’ho mai visto di buon occhio.....” cominciò “...ma sappiate che i miei pensieri sono per lui! E non perdo la speranza che possa riprendersi!” Cercò d’incoraggiarle.

“S-sei qui per ucciderlo?” Chiese Hanna tirando su col naso “Perché dovrebbe venirmi in mente una pazzia del genere?” Chiese il campione scioccato.

“Fama?” Domandò la ragazza prendendo una mano dall’elfo tra le sue.

“Non ci sorprenderebbe se qualcuno ci provasse solo per accrescere la propria gloria....” Confessò Sara.

Spartacus si sedette su di uno sgabello dalla parte opposta del letto di dove si trovavano le ragazze “Non succederà!” Affermò “Vi prometto che nessuno oserà fargli del male!” Promise prima di rialzarsi.

“Perché lo fai?” Chiese Hanna confusa. Azrael non aveva mai avuto alcun tipo di rapporto con altri gladiatori a parte i suoi figli! Non c’era alcun debito da ripagare per costringere il trace a proteggerlo!

Spartacus si fermò sulla soglia della porta “Non lo faccio per lui!” Ammise “Io non ho potuto essere felice con la mia sposa.....” ricordò “....non desidero che altri provino il mio stesso dolore!” Confidò prima di uscire.

Dopo due giorni passati a sperare la situazione era rimasta invariata. 

Anzi, Thranduil bruciava di febbre.....

Enomao entrò con un sorriso triste sulle labbra.

“Da quanto lo conoscete?” Chiese curioso.

“Poco più di dieci anni!” Rispose Hanna immergendo nuovamente un panno nell’acqua fredda per poi poggiarlo sulla fronte di Thranduil.

“Quindi quando l’avete conosciuto eravate solo delle bambine!” Constatò il Maestro.

“Cosa vorresti insinuare? Eravamo delle giovani donne...e poi l’amore è sbocciato solo dopo molto tempo!” Rispose Hanna piccata.

Sara emise un verso strozzato, trattenendo a stento una risata, che si trasformò in una leggera tosse quando l’amica si voltò a guardarla, rossa di vergogna.

“Come siete riuscite ad avvicinarlo?” Continuò a chiedere Enomao.

“Fai queste domande per semplice curiosità o per avere qualcosa da usare contro di lui?” Domandò Hanna mostrando a pieno la sua sfiducia.

“È stato il nostro precedente padrone, Barahir, a mandarci nella sua cella per soddisfarlo!” Raccontò Sara omettendo molti dettagli e cambiando leggermente la storia.

“Parlavate già la sua lingua?” Chiese Enomao contento di essere stato in grado di ottenere delle risposte. Non gli piaceva dover scambiare per propria, la curiosità del padrone, ma lui avrebbe sempre eseguito gli ordini senza battere ciglio.

Però Batiato aveva ragione, con lui forse, si sarebbero aperte di più.

“Quando vai a letto con qualcuno devi tenere un discorso? No, perché questa mi mancava!” Rispose sfacciata Hanna.

Enomao rise “Non è un caso che ti abbia scelto. Sei forte ed hai molto carattere!” A parlare non fu lui, ma una figura minuta nascosta poco prima dell’entrata che si fece timidamente avanti.

“Io ti conosco! Tu sei Arudne!” Disse Hanna sperando di aver azzeccato il nome.

“Ariadne!” Sbagliato, come al solito! Anche Sara la riconobbe, era la ragazza vinta al gioco da Batiato contro al loro ex padrone Barahir! In passato era la schiava personale della figlia di un ricco commerciante di Pompei.

Da quando erano arrivate in quella casa non si erano frequentate molto, più impegnate a fare la guerra con Diona ed accattivarsi la simpatia di Naevia.

“Devo andare a seguire gli allenamenti!” Si congedò Enomao.

 “Che vuoi?” Chiese Hanna con il solito garbo “L’ora di pranzo è passata da un pezzo, ho solo pensato che poteste avere fame!” Si spiegò la ragazza.

“Pensiero giusto!” Disse Hanna afferrando una scodella piena di zuppa ed iniziando a divorarla. “Ti ringrazio!” Sara decise di esprimere gratitudine da parte di entrambe.

“È triste vedere che ora sia Naevia ad essere felice mentre voi no!” Tentò di rompere il ghiaccio Ariadne per non rimanere bloccata in quel silenzio imbarazzante.

“Che intendi?” Chiese Hanna con la bocca piena “Crisso stava per essere venduto a causa della sua lenta guarigione, ma dopo aver salvato Spartacus è potuto restare!” Rispose l’altra.

“Si, questo lo sapevamo!” La informò Hanna. “Sapete anche che Ilizia ha ucciso una patrizia romana? Licinia, la cugina di Marco Crasso!” Ad entrambe le amiche andò di traverso il pranzo.

“Quella è una serpe! Prima dubitavo su questo mio giudizio, ora ne sono certa!” Disse Hanna. “Sai perché abbia dato di matto?” Chiese Sara che moriva dalla voglia di conoscere l’intera storia.

Hanna non era dello stesso parere e decise di ignorarle per rinfrescare di nuovo la fronte rovente dell’elfo.

“La padrona le aveva promesso Crisso, ma si è ritrovata a letto con Spartacus!” Rispose Ariadne sussurrando e guardandosi attorno timorosa che qualcuno stesse ascoltando.

“No vabbe’.......i romani non parleranno che di questo per settimane...mesi! La moglie del legato Claudio Glabro a letto con l’uomo che stava per rovinarlo!” Disse Hanna per poi scoppiare a ridere. Questa notizia era una bomba che non poteva...non doveva essere ignorata!

“Licinia ha visto tutto....” “....e lei ha tolto di mezzo la testimone! Astuta!” Concluse Sara. Ariadne prese le ciotole vuote e si affrettò verso la porta ma prima che potesse uscire sentì la voce di Hanna “Puoi venirci a trovare quando vuoi!” Si voltò e vide Hanna che accarezzava delicatamente una mano dell’elfo stringendola tra le sue “Tanto non andiamo da nessuna parte!” Disse con uno sguardo afflitto.

 

*

 

Dopo un solo giorno Azrael si era svegliato ed Hanna e Sara si erano ritrovate a cantare “Never Give up” di Sia, seguita da movimenti di danza moderna, di fronte ad un elfo molto confuso.

 

And I won't let you get me down 

I'll keep gettin' up when I hit the ground 

Oh, never give up, no, never give up no, no, oh 

 

Thranduil sembrava ancora molto disorientato ed Hanna decise di rimandare i festeggiamenti.

“Ciao!” Gli sussurrò accarezzandogli la guancia delicatamente, sentendo il groppo in gola aumentare. Era salvo!

Sara era troppo concentrata a fare capriole e giravolte, lasciando loro un po’ d’intimità.

Thranduil avrebbe volentieri ceduto nuovamente all’oscurità, ma le lacrime di lei lo obbligarono a costringersi a restare sveglio.

“Qu'est-il arrivé?”(Cos’è successo?) chiese non sentendosi ancora lucido.

“Tu ne te souviens de rien?”(Non ricordi niente?) chiese Hanna preoccupata.

Lui sembrò pensarci su, poi i ricordi tornarono come un uragano.

“Ça va?”(Stai bene?) chiese non essendo certo di essere riuscito a rendere inoffensivo il nemico. Tentò di mettersi seduto, ma le ferite gli inviarono delle fitte lancinanti che gli permisero solo di muovere appena gli arti, prima di cedere.

“Calmez-vous, sinon vous risquez de rouvrir vos blessures!” (Calmati, o rischierai di riaprire le ferite!) lo avvertì Hanna poggiando delicatamente una mano sul suo petto.

“Le coq maudit a obtenu ce qu'il méritait!”(Il gallo maledetto ha avuto ciò che si meritava!) disse Sara una volta che si fu calmata a sufficienza da sedersi su di uno sgabello alla destra dell’elfo, di fronte alla sua amica.

“Ils l'ont torturé à mort!”(L’hanno torturato a morte!) raccontò con una vena di compiacimento.

“Un peu de satisfaction car ça t'a presque tué!”(Una piccola soddisfazione visto che ti ha quasi ucciso!) disse Hanna non riuscendo a mascherare la rabbia al solo ricordo di ciò che aveva rischiato di perdere.

Venne riscossa dai suoi pensieri dalla mano gentile di lui che accarezzava la sua.

Lo fissò negli occhi e sentì l’ira scemare in quello sguardo pieno d’amore.

Peter Jackson si era sbagliato. Non era il freddo sovrano che avevano visto nel film!

Era un elfo nobile, forte e gentile che le aveva rubato il cuore.

Hanna si chinò per rubare un piccolo bacio. I loro nasi strusciarono l’uno contro l’altro ed un sorriso fu sufficiente a togliere ogni dubbio. Sarebbe andato tutto bene.

Thranduil fece un grosso sospiro, prima di cedere nuovamente al sonno e le ragazze si abbracciarono. Contente, ora che un grosso peso era scivolato via dal loro cuore.

Ma se la situazione era migliorata per loro, tra le mura della villa si era consumata una tragedia. 

Il padrone aveva organizzato una sontuosa cerimonia per il figlio del magistrato Tito Calavio per il passaggio alla maggiore età.

Crisso e Spartacus, in quanto rappresentati delle vecchie e nuove glorie della casa di Batiato erano pronti ad esibirsi in duello in onore del giovane Numerius. Ma inaspettatamente il ragazzo aveva richiesto che fosse Varro l’avversario del campione. L’entusiasmo del giovane gladiatore si era spezzato così come la sua vita quando Numerius aveva decretato che il perdente andasse nell’oltretomba. Spartacus era stato costretto a fare qualcosa di orribile: uccidere un’amico!

“Non è facile vedere un’amico a cui si è voluto bene, giacere senza vita!” Disse Enomao vedendo come il campione osservava il corpo privo di vita, pronto per essere restituito alla famiglia del defunto.

“Non se lo meritava! La sua vita si è spezzata....per il capriccio di un ragazzo!” Rispose Spartacus pieno di dolore.

“Varro ha lasciato questo mondo da gladiatore e verrà ricordato per questo!” Lo incoraggiò il Maestro.

“No, lui era un buon padre, uno sposo devoto, un vero amico fra i nemici!” Lo corresse Spartacus non riuscendo a trattenere le lacrime.

Il giorno seguente Hanna e Sara furono felici di vedere Attico e Milo “Non siete ancora morti? Che peccato!” Li accolse Hanna occupata a cambiare le bende dell’elfo.

“Non creperemo fino a quando i romani non verranno travolti dalla nostra vendetta!” Sussurrò Milo. “È vero?” Chiese Azrael “Ne parlez pas la langue du Romains! Ils pourraient vous entendre!”(Non parlare la lingua dei romani! Potrebbero sentirti!) gridò Sara con concitazione.

“Non c’è nessuno capace di sentirmi.....ora invece si!” Rispose Azrael voltando lo sguardo verso la porta.

Due guardie entrarono portando di peso un incosciente Spartacus.

Lo stesero su un letto distante rispetto dove si trovava l’elfo ed il medico iniziò a medicargli una profonda ferita, inferta durante l’esibizione, che si era infettata.

Più in giorni passavano e più Azrael ritornava in forze.

Nel frattempo era giunta Mira una nuova schiava che sembrava aver legato molto con il campione, la quale affiancava il medico per prendersi cura del trace.

Quel pomeriggio Hanna si era addormentata al fianco dell’elfo mentre Sara riposava seduta su di uno sgabello poggiata con il busto sul letto.

Spartacus si svegliò di soprassalto ma Mira fu subito al suo fianco “Stai tranquillo! La febbre è finalmente passata!” Lo rassicurò. Lui si guardò intorno, fissando un altro uomo steso a dormire su uno dei letti dell’infermeria.

“Esci ed informami se arriva qualcuno!” Le ordinò lui “Ci sono le amanti....” “Fai come ho detto, per favore! Non sentiranno niente..!” La interruppe il trace. Mira decise di obbedire.

Spartacus alzò la maglietta dell’uomo addormentato, coricato su di un’altro giaciglio.

“Cosa fai? Cosa vuoi?” Chiese lui spaventato svegliandosi all’improvviso.

“Dimmi com’è andata! Parla!” Gridò il trace.

Azrael aprì gli occhi, destato dalle urla “La mia donna! Sura! La schiava che trasportavi da Napoli! Dimmi cosa le è successo!” Insistette Spartacus.

“Siamo stati attaccati....” tentò di dire il pover uomo trovandosi in difficoltà a causa del braccio premuto sul collo.

“E dov’è la ferita che hai riportato per difendere Sura?” Chiese il trace pazzo di dolore.

“Io ho eseguito solo gli ordini!” Tentò di giustificarsi. Il leggero movimento dell’elfo destò entrambe le ragazze che persero tutti i segni del sonno a tempo record, una volta notato cosa stava facendo il campione.

“Chi ha dato l’ordine di toglierle la vita?” Urlò Spartacus “Chi?!” Gridò.

“Bat...itato! Batiato!” Quelle furono le ultime parole del povero stolto che aveva servito fedelmente un uomo privo d’onore. Il rumore della porta fece abbassare le ragazze che finsero di dormire.

“Cos’hai fatto?” Chiese Mira scioccata.

“Aiutami a sistemarlo e non parlarne mai con nessuno!” Le disse lui prima di essere catturato dagli occhi verdi di Hanna che lo fissavano.

Rimasero a fissarsi per un tempo che parve lunghissimo, prima che il campione le si avvicinasse con fare minaccioso.

Azrael si mise a sedere di scatto fulminando il trace con lo sguardo.

“Hanno visto tutto!” Gli sussurrò nell’orecchio Mira notando con sorpresa che anche Sara si era destata.

“Non m’importa se lui vi protegge...” disse Spartacus rivolto alle ragazze “...dite una parola e sarete le prime a morire dopo Batiato!” Affermò sconvolgendo la sua compagna.

 

*

 

Finalmente Azrael si era completamente ristabilito. Mira le odiava ma questo era un dettaglio di poca importanza. Hanna e Sara erano impegnate a seguire Naevia, diventata improvvisamente schiva e riservata nei loro confronti. Stare lontane per poche settimane le aveva allontanate a tal punto? No, doveva esserci di più!

Il legato Claudio Glabro aveva tentato di umiliare Spartacus facendolo combattere contro sette uomini contemporaneamente, ma era stato costretto a ricredersi quando lui li aveva atterrati tutti con estrema facilità.

Ma quella piccola soddisfazione era stata sostituita dal terrore quando la padrona aveva scoperto la relazione tra Crisso e Naevia, cacciando la sua schiava dalla casa.

Si erano finalmente ritrovati assieme dopo tanto tempo e quella sera non l’avrebbero mai dimenticata.

“Patrocinio?” Chiese Sara “Avere la protezione di un legato aiuterà il padrone a salire nella scala sociale!” Hanna schiarii tutti i dubbi.

“È vero che se uno schiavo uccide il suo padrone, tutti gli schiavi vengono uccisi?” Chiese mettendo nuovamente alla prova l’amica.

“Si! Per questo è meglio se restiamo uniti! A morire saranno solo i romani!” Rispose Milo al posto di Sara.

“Una volta fuori potremmo andare a cercare Naevia!” Le rassicurò Attico.

“Avremmo dovuta proteggerla!” Protestò Sara afflitta “E come? Non sapevamo nemmeno che il padrone l’avesse concessa ad Ashur!” Tentò di consolarla Hanna.

“Ora anche Crisso ha qualcosa per cui sollevare la spada!” Disse Attico soddisfatto.

La porta della cella venne aperta, Spartacus entrò fissando l’angelo della morte con uno sguardo indecifrabile.

Hanna e Sara si allarmarono, ma non furono le uniche dato che Thranduil ricordava bene l’ultima minaccia fatta, dal trace, contro di loro.

“Non sono in cerca di una rissa” Tentò di allentare la tensione “La tua presenza afferma il contrario!” Urlò Attico alzandosi in piedi, consapevole di cosa fosse successo.

“Le fiamme divamperanno presto!” Disse Spartacus bloccando tutti sul posto.

“Di cosa stai parlando?” Chiese Milo eccitato e sicuro di conoscere la risposta.

“Non parlo di nulla!” Rispose il campione “Questo nulla mi suona come un piano di fuga!” Anche Attico era molto interessato dalla piega che il discorso stava prendendo.

Spartacus vide dei sorrisi malevoli dipingersi in volto alle ragazze, seguite dall’elfo una volta che ebbero tradotto le sue parole.

“Dimmi come questo niente potrà eludere le guardie di Batiato!” Lo provocò Milo.

“Esiste solo una via: ucciderli tutti!” Annunciò Spartacus.

 

 

*

 

“La nobile casa di Batiato rende grazie agli dei per le benedizioni che hanno voluto concederle ed anche per la presenza dei più stimati cittadini di tutta Capua. Unitevi a noi per celebrare il patrocinio concessomi dal legato Claudio Glabro” iniziò il discorso Batiato. I gladiatori erano disposti ordinatamente in fila sul piazzale, pronti a deliziare con un magnifico spettacolo gli ospiti, in onore alla celebrazione.

Tutti erano in catene, Azrael era stato ammanettato sia alle braccia che alle gambe, con catene che limitavano i suoi movimenti, ma se Spartacus fosse riuscito a convincere quel testardo di un gallo, non sarebbe stato un problema.

“Lui si scusa ma impegni al senato gli hanno impedito di essere qui con noi, ma ha voluto essere presente affidando le sue parole alla sua deliziosa sposa!” Disse il padrone ed Ilizia iniziò a leggere il discorso preparato dal marito.

“In onore a questo giorno glorioso, due leggende si affronteranno in uno scontro all’ultimo sangue. Senza pietà! Ecco a voi Crisso, l’indomito gallo!” Degli applausi accompagnarono la liberazione dalle catene del gladiatore “E chi oserà affrontarlo? Spartacus l’uccisore dell’ombra della morte!” Lo presentò Batiato.

Lo scontro iniziò, senza esclusione di colpi. Il gallo credeva ancora di potersi conquistare la libertà!

Ma proprio mentre la sfida sembrava all’apice Crisso tentennò. 

Azrael assottigliò lo sguardo, Spartacus aveva ragione: i padroni l’avevano drogato per lo scontro, condannandolo a morte!

“Vogliono ucciderti!” Sussurrò il trace verso il suo avversario “Se ti affidi a loro non rivedrai mai più Naevia!”.

Bastò uno sguardo tra Crisso e Spartacus per comprendere! Il gallo aveva deciso!

Hanna, Sara e Mira erano sgusciate via dalla balconata grazie al gran numero di ospiti che permisero di mascherare la loro assenza.

Andarono verso la porta che separava la palestra dalla villa. C’era una guardia a causa della protezione del legato, quindi finsero di essere lì per prendere da bere e di far cadere una brocca, procurandosi delle armi con i cocci dell’anfora.

Fu Mira, a menare il primo fendente, diretto alla gola dell’uomo, seguita a ruota dalle altre due che colpirono intenzionate a farlo morire il prima possibile.

Completata la prima parte del piano si diressero al portico che affacciava sullo spiazzo nel quale lo scontro stava avendo luogo.

Azrael le vide, coperte di sangue ma sorridenti. Non felici, determinate!

Era giunto il momento!

Anche Spartacus se ne accorse e prese una rincorsa diretto verso l’imponente casa.

Crisso si abbassò tenendo lo scudo sopra la testa, creando il primo gradino verso la libertà.

Con un urlo primordiale Spartacus saltò andando ad aggrapparsi alla ringhiera del balcone, affondando un colpo diretto al petto di Batiato.

La frusta del Maestro bloccò il colpo, permettendo al romano di scappare, seguito dagli ospiti.

Crisso recise la corda che ostacolava il trace, permettendogli di addentrarsi nella villa, per poi urlare ai suoi compagni “Uccidiamoli! Uccidiamoli tutti!” Questo fu sufficiente a far partire all’attacco tutti i gladiatori.

Le guardie presenti riuscirono a opporre una strenua resistenza che si rivelò vana quando Attico liberò Azrael.

L’angelo della morte usò la catena per togliere la spada ad una guardia trapassandola da parte a parte prima di passare a quella successiva.

Bloccò un uomo in procinto di uccidere un gladiatore, afferrandolo per la gola e sollevandolo di peso, poi con la spada lo trafisse al cuore facendolo morire con il terrore impresso sui lineamenti del volto.

“Grazie!” Disse colui che riconobbe come Duro. Lo ignorò e si buttò nella mischia.

Attico e Milo corsero a proteggere le ragazze quando le videro attaccare una guardia. Quelle due erano pazze!

Enomao bloccò Crisso furioso “Cosa stai facendo?” Chiese inorridito “Spartacus ci ha aperto gli occhi!” Gli rispose il gallo “Il trace è un bastardo maledetto!” Rispose urlando il Maestro “Questa casa è maledetta! Batiato ha fatto uccidere la sua sposa e la padrona mi ha condannato a morte perché mi sono innamorato di Naevia!” Gli spiegò nel tentativo di farlo ragionare.

“Questa casa rappresenta tutta la mia vita!” Disse Enomao più a se stesso che ad altri “Te l’hanno rubata la vita! Con menzogne ed inganni!” Urlò di rimando Crisso.

Il Maestro si arrese e decise di lasciarli fare inseguendo Ashur che gli aveva mentito!

Il padrone aveva ucciso Barca, come sostenevano le amanti di Azrael ed era certo che il siriano fosse la causa principale della morte dell’amico!

L’elfo raggiunse Hanna e Sara le quali, senza la minaccia delle guardie, si erano messe a fare una specie di danza della vittoria su di un tavolo!

“Non abbiamo ancora finito!” Le informò Milo, prima di inseguire gli altri che si stavano dirigendo verso le scale che conducevano alla villa.

Ilizia non ne poteva più. Aveva dovuto concedere il patrocinio a Batiato sotto costrizione di Lucrezia. Lei e suo marito erano stati ricattati grazie al suo sbaglio commesso con Licinia. Era il momento di pareggiare i conti.

Invece di chiamare le guardie, ordinò che l’uscita venisse bloccata, così che tutti i suoi problemi fossero tolti di mezzo da un pugno di schiavi ribelli!

“Amici, non è il caso di allarmarsi!” Tentò di rassicurare Batiato “In questo momento le guardie si staranno già occupando di....” venne interrotto dalle urla dei gladiatori penetrati nella villa.

I nobili signori iniziarono a correre da tutte le parti nel disperato tentativo di trovare una via di salvezza, in pochi cercarono di combattere gli schiavi....

“Dei del cielo....” sussurrò Lucrezia quando vide Azrael, privo di catene, sgozzare una delle ultime guardie ancora in vita “Andiamo via, scappiamo!” Disse Batiato afferrandole la mano e trascinandola in un corridoio, seguiti da Numerius e la madre.

Hanna frantumò una brocca in testa ad un nobile, non trovando altro da dire a parte “Quanto buon vino sprecato!”.

L’urlo di Sara la fece voltare e la vide rannicchiata in terra mentre un romano si apprestava a colpirla con un candelabro. Ma non riuscì a fare altro che minacciarla perché venne atterrato da Azrael. 

L’elfo lo uccise spezzandogli il collo con un potente calcio.

Thranduil fece alzare la ragazza ed appena Hanna si unì a loro, si diressero verso il salone principale dove sembravano essersi riuniti tutti dopo quel massacro.

Delle urla li fecero bloccare. “È Aurelia! La moglie di Varro!” Disse Hanna indicando la donna che aveva appena vendicato la morte del marito uccidendo il giovane Numerius.

Qualcuno si scontrò con l’elfo e lui fu rapido a puntare la spada al collo dello sciagurato. Per fermarsi appena si rese conto che era la ragazza venuta spesso a trovarlo quando era ferito.

“Ariadne!” La accolse Sara stringendola in un caloroso abbraccio.

“Cosa sta succedendo?” Chiese lei terrorizzata “Oh, giusto! Non ti avevamo informata!” Si scusò Hanna “Abbiamo iniziato una guerra contro i romani!” Spiegò.

Raggiunsero tutti gli altri e videro il trace, al centro di un salone, uccidere Quinto Lentulus Batiato.

“L’ho fatto perché era giusto!” Il campione iniziò a parlare “Troppo a lungo abbiamo sofferto a causa dei romani! Non sarà più così! Non assisterò più alla morte di un fratello per il divertimento dei romani! Non vedrò più un respiro spezzato a causa loro!” Disse Spartacus guardando Aurelia che sembrava aver finalmente capito che non avrebbe mai voluto uccidere Varro.

“So che non tutti lo volevate! Ma ormai è fatta e non si torna indietro! Andate per la vostra strada o unitevi a noi......ed insieme......faremo tremare Roma!” Urlò Spartacus appoggiato dalle urla concitate di tutti gli altri.

Era arrivata l’ora della vendetta!

*

L’amore sboccia e viene ostacolato!

La fama di Spartacus cresce! La vendetta alimenta pure le azioni dei romani.

Chi apprezza Ilizia?

Credevate mi fossi dimenticata di Ariadne? No! Chi se la ricordava?

Far stingere il loro rapporto in una situazione difficile lo renderà speciale!

Spartacus sa che deve favorirsi l’appoggio di Azrael, ma non cerca di stringere alcun legame! È giusto?

Cosa ne pensate?

La guerra è solo agli inizi! 

Commenti e consigli sono ben accetti!

A presto,

X-98

   
 
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