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Autore: evelyn80    01/07/2020    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Cartoline offensive



 

 

Honolulu, 19 giugno 1971


Terry fissò il retro della cartolina illustrata, poggiata davanti a sé sulla piccola scrivania della stanza d'albergo che divideva con Danny, con la lingua tra i denti, impegnato a pensare a cosa scrivere di tenero e romantico per la sua Greta. Prima di lasciarla, dieci giorni prima, le aveva promesso che le avrebbe mandato una cartolina da ogni luogo che avrebbe visitato durante il loro tour mondiale, e fino ad allora aveva mantenuto la promessa, spedendogliene praticamente una ogni giorno. Si era limitato, però, a scrivere solo dei saluti e a riempire il resto dello spazio di cuoricini colorati. Questa volta, per quella che sarebbe stata l'ultima cartolina prima di rientrare negli Stati Uniti, voleva scriverle qualcosa di speciale.
Nonostante avesse conosciuto quella ragazza soltanto da pochissimo, infatti, sentiva in cuor suo già di amarla perdutamente ed era certissimo, senz'ombra di dubbio, che avrebbe passato con lei il resto della sua vita.
Quando Danny fece il suo ingresso nella camera, dopo essersela spassata a lungo con qualche groupie, Terry ebbe finalmente un'idea brillante: Greta era italiana, quindi avrebbe potuto scriverle una bellissima dedica nella sua lingua. E quale maestro migliore dell'amico poteva trovare, lui che era appunto di origini italiane e si vantava sempre di conoscere benissimo quella lingua?
«Ehi, Danny, ho bisogno di una mano!», esordì, bloccandolo a metà strada verso il bagno.
«A quest'ora?», chiese il batterista, lanciando un'occhiata all'orologio con le palpebre semi abbassate. «Sono le tre di notte...».
«E allora?».
«E allora sto morendo di sonno! L'unica cosa che vorrei, adesso, è ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila!», rispose Danny in tono lagnoso.
«E invece mi aiuterai a scrivere questa bella cartolina per Greta!», replicò Terry, puntando le mani sui fianchi ampi.
Nel sentir pronunciare il nome della ragazza, il batterista pensò alla sua amica Linda e subito sorrise. Prese una sedia e si mise seduto accanto all'amico.
«Che cosa avevi in mente?», chiese, lasciandosi scappare uno sbadiglio.
«Vorrei scriverle una bella dedica in italiano, ma qui l'esperto in quella lingua sei tu!».
Danny si stiracchiò e si grattò il mento, per poi lisciare gli enormi baffoni alla Fu Manchu.
«Allora... vediamo. Potresti scrivere: “Alla ragazza più bella del mondo, con ardore!”», declamò in italiano, mettendosi in posa plastica.
«E cosa diamine vorrebbe dire?», chiese Terry grattandosi la testa. Danny tradusse e il chitarrista annuì. «Mi piace! Come devo scrivere?».
Questa volta fu il batterista a grattarsi il capo. Lui e i membri della sua famiglia parlavano abitualmente in italiano, specialmente davanti alla nonna che non capiva nemmeno una parola di americano, ma... scrivere in italiano? Pensava di non averlo mai fatto, e sua nonna aveva una calligrafia talmente brutta che, se anche avesse letto le sue lettere, non ci avrebbe capito un tubo.
Non volendo, però, fare brutta figura con l'amico, si schiarì la gola e iniziò a fare lo spelling.
«Dunque... A... L... poi E...».
Terry prese a scrivere di buona lena e in bella calligrafia, attendendo che Danny enunciasse una per una le lettere. Il batterista, vedendo che l'amico pendeva dalle sue labbra, si fece animo e continuò a elencare.
«G... A... S... E...», disse contando le lettere sulle dita, lo sguardo rivolto al soffitto. «O... R... E», concluse infine, soddisfatto quasi più dell'amico per essere riuscito a portare a termine il compito.
Il chitarrista contemplò la frase che aveva appena scritto con orgoglio, per poi leccare il grosso francobollo che aveva acquistato insieme alla cartolina e incollarlo nell'apposito riquadro. L'indomani mattina, prima di andare in aeroporto, l'avrebbe imbucata nella prima cassetta delle lettere disponibile.

 

Milano, 21 giugno 1971

 

«Terry, potresti togliermi una curiosità?», chiese Greta, dopo aver salutato Terry e Danny appena arrivati dagli Stati Uniti, mentre lei, la sua migliore amica Linda e i due ragazzi si dirigevano verso la stazione della metropolitana più vicina.
«Certo», rispose lui, facendosi di colpo attento.
«Potresti spiegarmi cosa hai voluto dirmi con questa cartolina?». Così dicendo, trasse dalla borsetta la piccola immagine illustrata che il chitarrista le aveva spedito da Honolulu.
Terry si sentì arrossire suo malgrado. Lanciò un'occhiataccia a Danny e chiese, deglutendo: «Perché? Cosa ti ho scritto?».
«“Ale ragase pu balle dil monto, con afrore!”», lesse Greta, le sopracciglia corrugate. «Vorresti dire che puzzo?!».
Terry scosse il capo tutto agitato, facendo ondeggiare i lunghi capelli castani. «No, io non mi permetterei mai!».
«E allora perché hai scritto “con afrore”?».
Linda scoppiò a ridere, mentre il chitarrista si voltava verso l'amico e lo afferrava per il bavero della maglietta a polo.
«Danny... si può sapere che cazzo mi hai fatto scrivere?», ringhiò, scuotendolo.
«Te l'ho detto! Dovevi scrivere: “Alla ragazza più bella del mondo, con ardore!”. Poi però non sapevo le lettere giuste e allora ho sparato un po' a caso per non fare brutta figura con te...», si giustificò il batterista, ancora scosso come una marionetta dal ragazzone.
«Sai, Danny?», disse Linda dopo che Terry l'ebbe deposto a terra – su insistenza di Greta – ed ebbe spiegato di aver chiesto all'amico di insegnargli una bella dedica in italiano da scrivere alla ragazza. «Questo significa solo una cosa».
«Che cosa?», chiese il batterista, massaggiandosi il collo.
«Che sei un pessimo insegnante!».
«Già...», concordò Terry. «Avrei fatto meglio a scriverlo in americano! La prossima volta che mi viene in mente di chiederti di aiutarmi a scrivere qualcosa in italiano, per favore, dimmi di no, okay?».
«Ci puoi contare!», gracchiò Danny.

 

 

Prompt n° 21 - "L'unica cosa che vorrei adesso è ricongiungermi al mio letto e dormire per due giorni di fila!"

Prompt n° 4 - “Sei un pessimo insegnante!”

 

Spazio autrice:

Questo capitolo è uno spin-off della mia long "Alive Again", la storia in cui Terry e Greta si conoscono e si innamorano. Dopo che i due si sono conosciuti ai due concerti tenuti in Italia dai Chicago nel 1971, infatti, Terry è costretto a lasciare la ragazza per proseguire nel suo tour ma le promette di mandarle una cartolina da ogni luogo che visiterà, in attesa di poter tornare da lei in Italia durante una piccola pausa del tour mondiale.
Rispetto al capitolo precedente siamo tornati molto indietro nel tempo, e nel rileggere la long di cui sopra mi sono resa conto di aver considerato tempi strettissimi per la ricezione delle cartoline, tipo un giorno soltanto XD. Della serie: manco adesso le riceviamo in un giorno, figuriamoci a quel tempo. Ma ormai è andata così e ho deciso di non modificare comunque le date. Dai, in fondo siamo in un AU, dove la posta potrebbe essere molto più celere che nella realtà XD.
Danny, oltre alla sua fama di donnaiolo che lo perseguita, ha davvero origini italiane: i suoi genitori sono figli di emigrati italiani e la sua amata nonna non ha mai nemmeno imparato a parlare in americano. Come dichiarato nella sua autobiografia, la nonna lo chiamava “Dannooze”, che è la versione americanizzata di “Dannuzzo”.
Le immagini che ho scelto stavolta ritraggono Terry e Danny agli inizi degli anni '70.
Spero di avervi strappato una risata

  
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