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Autore: f9v5    01/07/2020    0 recensioni
[Joint Training Battle Arc; Spoiler per chi non legge il manga] [Classe 1-A vs 1-B... probably] [Raiting alzato ad arancione perchè vi saranno scene un pò pesanti ad un certo punto]
Allora, diciamo che questa saga del manga è quella che più mi ha lasciato l'amaro in bocca, per varie ragioni. Ho deciso quindi di provare a riscriverla a modo mio, non so cosa ne uscirà fuori, possiamo definirlo un esperimento.
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Le due classi passarono alcuni secondi a lanciarsi intensi sguardi, sembrava che le schermaglie pre-lotta avessero avuto inizio.
Izuku francamente non sentiva i calori della fantomatica rivalità, ma passò un considerevole lasso di tempo a studiare attentamente tutti loro.
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Tokoyami si era alzato presto quella mattina.
Aveva dormito male, si sentiva tutto intorpidito e la consapevolezza di non poter contare sulla compagnia di Midoriya, sicuramente già sveglio a quell’ora per i suoi allenamenti, lo fece solo star peggio.
Era come se ci fosse una discrepanza nella sua camera, una sorta di forza oscura uguale e opposta alla sua, come se le due aure nere fossero entrate in conflitto e ciò avesse influito sul suo animo disturbandone il sonno.
Sta a vedere che si era ritrovato nella stanza che solitamente era di Kuroiro.
Con un sospiro, il ragazzo con la testa da volatile pensò che, a quel punto, tanto valesse andare a fare colazione, di sicuro quel giorno non avrebbe fatto a tardi a lezione quanto meno.
Giunto alla cucina della sala comune, si versò una cospicua quantità di cereali e latte nella ciotola e si accomodo al bancone.
Si sentiva ancora assonnato, forse sarebbe stata una buona idea versarsi anche del caffè.
Percepì qualcosa mentre si alzò per prendere la caffettiera nell’apposito scomparto, un’aura diversa dalla precedente, più prossima e quasi solare, addirittura invadente.
Scrollò le spalle e decise di non pensarci, preparò la caffettiera e la poggiò sul fornello, il tempo di voltarsi e si ritrovò un adorabile musetto incorniciato da capelli biondi e corna sul capo che lo fissava.
Pony Tsunotori.
Sgranò gli occhi, quando era arrivata? Da dove era sbucata fuori?
-Ehm… posso aiutarti?-
-Che stai facendo?- cinguettò lei, sembrava sveglia e pimpante malgrado fosse ancora l’alba.
-Mi preparo la colazione.-
-Oh, capito.- si allontanò un pochino e tirò fuori a sua volta cereali e ciotola dalla dispensa e latte dal frigo.
Sperava che non avesse voglia di chiacchierare, in quel momento sentiva solo il bisogno del silenzio per riuscire a metabolizzare la sveglia prematura.
Versatosi una tazza di caffè fumante, Fumikage tornò ad accomodarsi.
-Tu per caso ne vuoi?- le chiese con svogliata cortesia.
-Si, molte grazie.-
Lei andò a sedersi proprio di fianco a lui, la poteva sentire mentre canticchiava un motivetto a labbra serrate
No, sul serio, come riusciva ad essere così vitale di prima mattina?
Si apprestò a portare la tazza di caffè al becco quando si accorse che lei era tornata a fissarlo.
Lui guardò alla sua destra, e poi a sinistra, sperava quasi che in realtà fosse concentrata su altro, lo metteva a disagio che qualcuno lo vedesse bere.
Immerse il becco nella tazza e lei sorrise.
-Avevo ragione, bevi proprio come un uccello.- sorrise felice, come se avesse scoperto chissà quale importante tesoro.
Lui dovette voltarsi leggermente per nascondere l’imbarazzo.
-Mi mette a disagio, capo. Emana un’aura troppo positiva.- Dark Shadow sbucò dalla sua schiena per sussurragli all’orecchio.
-Ma voi siete tipo fratelli siamesi?- chiese ancora lei, con adorabile ingenuità.
Dark Shadow le rifilò uno sguardo e portò due dita in direzione dei suoi occhi per poi indicare i suoi.
Un chiaro “ti tengo d’occhio!”
Tokoyami a quel punto sospirò.
-Ascolta, non voglio sembrare irrispettoso, ma ti sarei grato se potessimo rimanere in silenzio per un po'.- non c’era cattiveria nella sua voce, ne fastidio.
Lei sembrò notarlo visto che scrollò le spalle continuando a sorridere.
-Nessun problema, non tutti sono loquaci la mattina presto.- e agitando allegramente le gambe cominciò a mangiare i suoi cereali.
Il ragazzo si apprestò a fare lo stesso, e appena avvicinò il cucchiaio al becco…
-Ma anche i cereali li mangi beccando?-
…sospirò di nuovo.
“Ho il sospetto che sarà più lunga questa settimana che quella dell’allenamento.”
 
 
 
-… e quindi, quando Midori sarà alla giusta altezza, Ochaco lo rilascia così lui può usare la sua forza per creare una potente onda d’urto e cogliere tutti di sorpresa.-
-Midori?- chiese Izuku
-Il soprannome che ti ho dato, Midoriya, accettalo perché è adorabile.- replicò la ragazza rosa con un sorrisetto
-Comunque, a me l’idea di Mina sembra buona, potremmo tenerla sempre in mente.- aggiunse Uraraka.
In quel momento, il fantomatico quinto team della sezione A era riunito in sala mensa per la pausa pranzo.
Il suggerimento fu proprio di Ashido che aveva ritenuto una buona idea che il gruppo approfittasse di quella settimana ulteriore prima della prova per affinare il loro gioco di squadra.
Certo, voleva anche dire il disgustoso fardello di dover sopportare Mineta e i suoi continui sguardi da pervertito, ma per quello sapeva già che gliel’avrebbe fatta pagare.
Tanto Izuku quanto Ochaco si trovarono d’accordo con lei, la cosa migliore era effettivamente solidificare la loro fiducia reciproca e cominciare a pianificare possibili strategie.
Izuku aveva il suo fidato notebook a portata di mano, pronto ad appuntare ogni possibile nuova pensata o dettaglio potesse considerare utile.
Insieme a loro al tavolo c’era la squadra tre che, a giudicare, aveva fatto il loro stesso ragionamento, visto l’animosità con cui Iida discuteva coi suoi tre futuri compagni di team in merito alle strategie, alla distribuzione delle provviste e di tutto il resto del materiale.
“Tutti i gruppi, più o meno, si sono appartati per conto loro, è come se fossimo veri e propri schieramenti… mi sembra cosi strano.”
Dando una rapida occhiata per la mensa sembrava che più o meno tutti i gruppi che si sarebbero sfidati avessero eseguito il medesimo ragionamento, seppur con le dovute eccezioni, per esempio gli parve di vedere Tsunotori avvicinarsi al team di Tokoyami per rivolgere la parola a quest’ultimo, col risultato di far fuoriuscire Dark Shadow che letteralmente la sollevò di peso e la riportò dai suoi compagni.
Con la coda l’occhio vide, e soprattutto sentì con le orecchie, Bakugo allontanare in malo modo Jiro che stava cercando in tutti i modi di convincerlo a essere collaborativo per una volta e prendere parte ad una prima riunione di gruppo.
Alla fine la giovane rocker si tirò infastidita i jack dei lobi e con frustrazione gli urlò -Arrangiati da solo, cafone!-
Izuku, anche da quella distanza, ebbe un fremito al pensiero della possibile reazione del biondo, per chissà quale miracolo, questi si limitò ad altre ingiurie per poi andarsene per conto proprio.
-Sul serio, Midoriya, come fai a tollerarlo da così tanti anni?- gli chiese sbuffando mentre passò vicino al loro tavolo.
“Jiro, se sapessi anche solo la metà di ciò che mi ha fatto passare…” pensò lui, mentre osservava il biondo lasciare la mensa.
Percepì un senso di fastidio nel petto… e non era dovuto agli strani sogni avuti negli ultimi giorni.
 
 
 
Tetsutetsu era consapevole di quanto fosse importante quest’occasione.
Forse non era il più intelligente della classe, ma sapeva bene che simili opportunità andavano sfruttate.
Nulla di personale nei confronti della A, figuriamoci, ma avrebbe fatto il possibile per portare la sua squadra alla vittoria e dimostrare che la sua sezione non era lì per caso.
Il suo pugno destro si scontrò con quello di Sato.
-Però, sei davvero forte.-
-Anche tu.-
Gli era sinceramente dispiaciuto non ritrovarsi nello stesso dormitorio di Kirishima, sperava di poter avere così la chance di allenarsi con lui nel corso di quella settimana.
Ma Sato Rikido si stava rivelando un compagno d’allenamento altrettanto valido.
I due ragazzi avevano chiesto il permesso di avere la palestra beta per allenarsi quel pomeriggio, fortunatamente sembrava che gli altri non avessero condiviso quell’idea, così poterono avere interamente per loro il terreno e di fatto nessun limite a impedirgli di scatenarsi.
E già molte delle strutture create dal professor Cementoss erano state rase al suolo.
Si chiese sinceramente se i ragazzi della A fossero consapevoli dell’impegno che il castano ci metteva, non sapeva perché ma aveva la sensazione che ignorassero il suo spirito competitivo.
Magari non lo mostrava, celandosi dietro ad un atteggiamento tranquillo e forse anche troppo passivo, non certo quello che ci si aspetterebbe da uno della sua stazza, ma anche Sato dava tutto se stesso, voleva essere un Hero fino a prova contraria e la determinazione con cui faceva scontrare i pugni con i suoi lo dimostrava.
Sì, Tetsutetsu era contento che avesse accettato di allenarsi con lui senza riserve.
Entrambi volevano dimostrare le loro capacità, ecco perché si erano trovati subito in sintonia.
-Sappi che la sezione B lotterà con le unghie e con i denti.- riattivò il quirk Steel e si preparò ad una nuova offensiva.
Sato trangugiò tre bustine di zucchero e ricambiò la sfida.
-Noi non saremo da meno.-
 
 
Kamakiri cacciò uno sbadiglio talmente forte che pensò si sarebbe slogato la mascella.
-Assonnato, vecchio mio?- gli sussurrò Awase sottovoce.
-Più che altro, annoiato, in realtà.-
Lui, Tokage e appunto Awase erano in quel momento accomodati sul divano, stavano trasmettendo una maratona di film sui dinosauri quella sera e Setsuna aveva insistito affinché i suoi compagni di team lo vedessero con lei.
Addusse il pretesto che dovevano fortificare la loro chimica di gruppo, il ragazzo insetto avrebbe piuttosto optato sul fatto che volesse solo costringerli a seguire la maratona con lei per sentire i suoi commenti e opinioni sulla magnificenza di quei rettili giganti.
Cosa ci trovasse poi di così interessante, visto che si erano estinti da milioni di anni, non lo avrebbe mai capito.
Awase, se condivideva la sua noia, fu decisamente più bravo a nasconderlo, ma era probabilmente dovuto al fatto che fosse molto meno loquace di quanto non sembrasse.
Bondo poi si era risparmiato il supplizio sostenendo che avesse promesso a Shoji di aiutarlo con un particolare allenamento.
“Bella cazzata!” pensò Kamakiri, li aveva visti, tanto, mentre giocavano a carte in santa pace.
Alla fine lui quindi qualcosa che gli piaceva era riuscito a farla.
-Allora, ragazzi, quali sono le vostre opinioni su questo primo giorno coi nostri “rivali”?-
Yosetsu si limitò a scrollare le spalle.
-Non è che sia successo granché, ammetto che mi sembra ancora assurdo trovarmi con dei compagni diversi così all’improvviso, per lo meno sapere che ci siete ancora voi ragazzi lo rende meno bizzarro. L’unica cosa strana è capitata stamattina quando ho sentito un casino dalla stanza accanto.-
-Non hai che nella stanza accanto alla tua si è spostato Kuroiro?-
-Appunto, mi ha insospettito sentirlo sveglio a quell’ora, sono andato a controllare e quando poi ci ho parlato ha detto qualcosa a proposito di aure contrastanti… non ci ho capito un cazzo.-
Kamakiri sbuffò, e poi dicevano a lui che era strano solo basandosi sul suo aspetto, Kuroiro era particolare tanto in quello quanto nelle turbe mentali.
-Oltretutto c’era già Midoriya fuori dalla sua porta a chiedergli se stesse bene. Dite che è normale essere così in pensiero per qualcuno che conosci a malapena?-
Alzata di spalle del ragazzo più alto.
-Che poi, da quanto ho scoperto, non era stato neanche Kuroiro a svegliarlo, si era alzato di suo già prima per andare ad allenarsi prima delle lezioni, ho chiesto a Mineta e mi ha detto che lo fa tutti i giorni. Quello non è normale.-
Setsuna, malgrado sembrasse concentrata esclusivamente sul film, sentì bene le parole che si scambiarono e dovette riconoscere che in un certo senso era ammirevole.
Lei necessitava delle cannonate per scendere dal letto e Midoriya sembrava non vedesse l’ora di farlo.
Questa nuova informazione la portò a confermare che, sì, era un tipo interessante.
-Gli ho fatto il “test di Jimmy” ieri sera, sapete?- se ne uscì poi.
Kamakiri alzò gli occhi al cielo, ancora quel maledetto pupazzo e i tentativi di lei di usarlo per mettere alla prova i soggetti che reputava particolari.
Quel T-Rex di peluche francamente lo irritava, ancora ricordava il giorno in cui il test lo subì lui.
-Sappiate già che ha reagito molto più dignitosamente di voi due.-
-Che vorresti insinuare?-
-Che non si è fatto la pipì sotto urlando come una femminuccia.-
-Io non ho avuto paura.- ribatté il verde con irritazione palese.
Awase, dal canto suo, avrebbe solo voluto sparire dentro il divano in quel momento, in effetti la sua conoscenza con quel pupazzo e la sua conseguente reazione fu uno degli eventi più imbarazzanti della sua vita.
-Kamakiri, hai gridato “CAZZO, UN ALIENO!” e hai tentato di infilzarlo, sappi che Jimmy non ti ha ancora perdonato.- replicò Setsuna fingendosi offesa.
-Piantala di fingere che quel coso sia vivo, sei inquietante.-
-Ammettilo che ti diverti con la tua amicona Setsuna e che senza di me moriresti dalla noia.-
Lui sbuffò di nuovo di fronte a quel sorriso seghettato che francamente non sapeva mai se voleva rompere a pugni o unirsi ad esso in una grassa risata.
Forse era per questo che in fondo erano amici.
-Lui comunque ha pensato fosse un quirk.-
-Un quirk, in un oggetto?!- si rintrodusse nel discorso Awase con gli occhi sgranati, Midoriya aveva sul serio creduto quello?! Ora era sempre più convinto che fosse strano.
-Per quel che mi riguarda è la reazione più divertente che abbia ottenuto… beh, in realtà la seconda, quella di Ibara rimarrà sempre al primo posto.- ridacchiò lei al ricordo, decisamente nulla avrebbe battuto Shiozaki in quel senso.
La giovane tornò a quel punto a concentrarsi sul film, si era arrivati alla parte dell’inseguimento.
Come se il fatto che fosse stato l’argomento della discussione lo avesse invocato, Izuku passò dietro il loro divano proprio in quel momento.
Stava per l’ennesima volta consultando il suo notebook, se avessero chiesto a quei tre avrebbero detto di averglielo visto leggere almeno una decina di volte nel corso di quella giornata.
-Ma secondo voi è vera la storia che ci appunta i quirk di tutti lì dentro? Voglio dire, che abbia anche i nostri?- chiese perplesso il moro.
Se doveva essere sincero, avrebbe avuto più paura di affrontare lui di Bakugo.
Insomma, Bakugo era un mostro di talento, non si poteva negare, e combatteva con furia inaudita, ma Izuku aveva quell’aria da sociopatico calcolatore che riesce a scrutarti nell’anima, comprendere tutti i tuoi punti forti per contrastarli, i tuoi punti deboli per usarli contro di te e, più in generale, era capace di sapere cose sul tuo conto che tu stesso ignoravi.
-Francamente sono contento che il nostro team non affronti il suo. Per quanto Bakugo, a conti fatti, fosse l’altra pagliuzza corta da estrarre.-
Setsuna affondò nel divano per mettersi in una posizione più comoda, nascose un piccolo sorrisetto al sentire l’ultima frase detta dall’amico.
“Io aspetterei a dirlo. Dieci a uno che non sono l’unica ad avere questo sospetto, so già per certo che Monoma la pensa come me e di certo anche tra quelli della A c’è gente che può arrivare a questa conclusione.”
Certo, c’era la possibilità che i loro fossero castelli in aria, ma ormai sapevano bene come alla U.A piacesse pianificare gli allenamenti per vie traverse, e la ragazza era convinta che qui non fosse diverso.
Magari anche Midoriya ci era arrivato.
Ghignò con piacere, sarebbe stato divertente provare a scoprirlo.
-Comunque un giorno quel pupazzo di merda te lo squarto.- sbottò poi Kamakiri dopo alcuni minuti di tranquilla visione.
-Come se te lo permettessi.
 
 
 
Per quanto fosse invisibile, Toru Hagakure era probabilmente la ragazza della classe A che meglio sapeva esprimere le proprie emozioni, oltre ad Ashido.
La sua infanzia, da un certo punto di vista, non era stata facile, quando è letteralmente impossibile vedersi ed essere visti anche le azioni più banali possono apparire come sfide complicate.
Francamente non riusciva ad immaginare quanti problemi potesse aver causato ai suoi genitori da piccola, anche se non gliel’avevano mai fatto pesare era sicura che lei non gli avesse mai reso le cose facili.
Fino ai tempi delle scuole medie ricordava di aver a lungo provato paura di non contare niente.
Il terrore costante che nessuno volesse avere a che fare con lei, la sensazione di disagio che nessuno volesse parlare con qualcuno che non sai mai dove sia davvero, di non essere considerata nulla di più se non un ammasso di vestiti fluttuanti privo di importanza.
“Come possono gli altri sapere chi sono se non possono neanche vedermi?” per tanto quel dilemma l’aveva tormentata.
Poi, col tempo, era arrivata ad una semplice quanto veritiera conclusione: non è dall’aspetto che si giudica una persona!
Forse il suo aspetto era imperscrutabile agli occhi, ma poteva pensarci il suo carattere a descriverla.
E quindi aveva cominciato a mostrarsi per quella che era: una ragazza solare e allegra, sempre pronta a stringere nuove amicizie e che mai avrebbe provato a escludere qualcuno, perché tutti meritavano l’opportunità di lasciar vedere chi erano.
Vestita spesso di abiti dai colori vivaci, perché rispecchiavano la sua personalità, e caratterialmente la si sarebbe potuta descrivere come la più stereotipica ragazza da manga o anime… e paradossalmente era contenta di questo.
La sua invisibilità non aveva influito su di lei, era una ragazza normale che amava le tipiche cose da adolescente.
Toru Hagakure era normale!
E una cosa che le piaceva tanto era fare amicizia e lasciare che tutti potessero legare tra loro.
-Ehi, Mina, quindi cosa ne pensi della mia idea?- inviò il messaggio alla sua migliore amica.
-Mi sembra semplicemente perfetta, Toru, domani parliamone coi rispettivi rappresentanti… e mi raccomando… raccontami tutti i dettagli interessanti.- Toru già immaginava le risatine sotto i baffi che l’amica rosa si stava facendo dall’altra parte.
Quello che avevano in mente era praticamente il riunire tutti i tipici cliché da film americani, ma per diamine, erano pur sempre dei liceali.
Sarebbero stati degli Hero un giorno, certe attività a quel punto, giustamente, non sarebbero più state alla loro portata, ecco perché simili occasioni andavano sfruttate.
Soprattutto in quel frangente, per riparare a quella completa mancanza di legame con la classe B.
Le due amiche avevano capito subito come la loro temporanea separazione potesse essere invece l’anello di congiunzione tra le due sezioni.
-Benissimo. Il piano da domani va subito attuato, abbiamo sprecato il primo giorno, massimizziamo tutti gli altri!-
 
 
 
 
Mentre rientrava ai dormitori, Izuku stiracchiò le braccia e tirò uno sbadiglio soddisfatto.
Anche quella sera l’allenamento era andato bene e si sentiva in formissima, oltretutto gli pareva di sentirsi più rilassato in generale.
Ci volevano ancora sei giorni prima dell’allenamento e sentiva di poter migliorare ancora prima di allora.
Aveva alcuni dubbi a riguardo che lo insospettivano, magari ci avrebbe pensato meglio nei prossimi giorni.
Rientrato nella sala comune sentì il rumore del televisore acceso, unica luce a illuminare un pochino la stanza altrimenti buia.
C’era ancora qualcuno sveglio?
Strano, di solito, quando rientrava dall’allenamento serale, erano già tutti a dormire.
Vide che spaparanzata sul divano in malo modo, con gli occhi chiusi e la testa poggiata su un bracciolo, c’era Setsuna Tokage.
Izuku notò che sullo schermo in quel momento si poteva vedere la scena di un tirannosauro ed uno spinosauro che combattevano.
“Francamente non capisco il senso di questo film.” pensò distrattamente.
Si concentrò nuovamente su di lei e si grattò nervosamente la testa.
Era il caso di svegliarla per raccomandarle di tornare in camera? O lasciarla a dormire lì perché sarebbe stato scortese disturbarla?
“Quella posizione fa veramente male alla schiena.” e lui che aveva sostenuto un rigido allenamento lo sapeva, All Might ci era andato veramente pesante a suo tempo… e per fortuna.
Deglutendo e cercando di placare il nervosismo, neanche avesse dovuto compiere l’impresa più difficile della storia, si inginocchiò e la picchiettò leggermente su una spalla.
-Ehm… To-Tokage?-
Ci volle qualche secondo prima di ottenere una reazione, un biascicato e goffo -Ancora cinque minuti, mamma.-
Quando finalmente aprì leggermente gli occhi, Setsuna si guardò intorno un po' spaesata.
-Che ore sono?- chiese, il tono di voce palesemente impastato dal sonno.
-Circa mezzanotte… de-devi esserti addormentata mentre guardavi la televisione.-
La ragazza lanciò un’occhiata allo schermo.
-Ah, il film inutile della trilogia che si potevano risparmiare.- mormorò.
-Scusa s-se ti ho disturbato… ma ho pensato fosse meglio dormire in ca-camera tua che qui, non… non fa molto bene alla schiena.-
-Gentile da parte tua, Verdino. Sei sempre così premuroso o lo fai solo perché sono una bella ragazza?- chiese con tono a metà tra il provocatorio e il divertito.
-Cosa?... C-certo che no! No-non sto dicendo che tu non s-sia una b-bella ragazza ma…- si tappò la bocca con le mani in preda al rossore totale.
Come diamine poteva essere così imbranato, perché doveva sempre fare queste figuracce, perché era così negato in ambito sociale? Ah già, lo sapeva il perché.
“Grazie Kacchan!” pensò con sarcasmo e fastidio, stava succedendo spesso negli ultimi tempi.
Setsuna rise divertita.
-Sei troppo adorabile.- disse in aggiunta, causando, se possibile, ulteriore imbarazzo a Izuku.
-Ok… ehm, allora… io andrei… in camera mia… e immagino che… tu farai altrettanto.-
Quando si apprestò ad allontanarsi però successe il fattaccio.
-Mi daresti uno strappo? Sono ancora mezza rimbambita, potrei non farcela fino alla mia camera.- quel sorrisetto nascondeva male il suo desiderio di amichevole provocazione.
E nella testa del verde esplose il finimondo.
“Oddio, mi ha appena chiesto di…? No, no aspetta, non è nulla di grave, è stanca quindi ha senso che lo abbai chiesto, non entrare nel panico… NONENTRARENELPANICO!”
Era entrato nel panico.
Lei, d’altro canto, se la stava davvero godendo quella scena.
Ormai comunque aveva deciso, e se voleva qualcosa la otteneva.
Separò la parte superiore del corpo da quella inferiore così che potessero fluttuare e gli balzò sulla schiena, riunendole a quel punto per farlo sobbalzare.
Istintivamente lui mosse le braccia per sostenerla.
Beh, oramai si era appiccicata alla sua schiena, sarebbe stato scortese negarglielo… e in fondo stavano allo stesso piano.
-Ok.- mormorò, rosso e con lo sguardo basso.
Lei squittì contenta e lo incitò a muoversi.
-Comunque, il soprannome Verdino è troppo banale, te ne cercherò un altro.- avrebbe aggiunto poi durante il passaggio.
Una piccola risata genuina scappò anche a lui.
-In… in effetti potevi f-fare di meglio.-
Secondo incontro con Setsuna Tokage in due giorni, particolare tanto quanto il primo.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Vi dirò, mi sto sbizzarrendo a scegliere possibili accoppiate o gruppi di personaggi da far interagire, bene o male non si è mai a corto di idee.
Tokoyami e Tsunotori… francamente non saprei, ma mi ha fatto ridere il pensiero di vedere lei che, adorabile e ingenua com’è, cerca di fare amicizia con lui che, in maniera opposta, schivo e riservato, cerca quasi di evitarla. E il “duello” a distanza con Kuroiro… niente, mi faceva ridere anche questo, magari in uno dei prossimi capitoli scriverò anche il punto di vista del ragazzo in all black.
Il trio Tokage-Kamakiri-Awase mi ispira, mi sembrano tre personaggi che andrebbero d’accordo tra loro (se magari Horikoshi c’è li caratterizzava di più, ma perché approfondire personaggi secondari potenzialmente interessanti, tipo loro, o Monoma, o Yanagi, quando possiamo continuare a sprecare inchiostro e spazio per quella fighetta mestruata di Bakugo?... notare il sarcasmo.), quindi ho pensato di inserirli in una scena mentre guardano la saga di Jurassic Park (visto che, per dati ufficiali, Setsuna adora i dinosauri, do per scontato sia una fan della saga… eccetto il terzo film, anche se è stato un’espressione del mio pensiero. Avanti, ditemi l’utilità di Jurassic Park III? Film evitabilissimo.)
Ho deciso di dare anche un pochino di spazio a Sato (in accoppiata con Tetsutetsu) e a Toru (sia mai che Horikoshi dia loro un po' di spazio ogni tanto… vedasi sopra), e quest’ultima sembra aver architettato un paio di cose divertenti, insieme a Mina, per far legare meglio le classi fintanto che saranno mischiate. Vedrete meglio nei prossimi capitoli. Non scriverò di tutti e sette i giorni, anche perché perderei davvero troppo e soprattutto ho paura di non aver abbastanza fantasia per non rendere il tutto un “copia e incolla” continuo… mi piace l’idea di scrivere dei ragazzi nei loro momenti liberi (sono adolescenti, facciamoli comportare come tali ogni tanto), ma voglio arrivare alla parte della sfida effettiva, o cominciato la storia apposta per quello.
E per concludere un altro piccolo momento di interazione tra Izuku e Setsuna… ne metterò altri ogni volta che troverò il modo, mi piacciono troppo questi due…e poi ho già dei piani, quindi mi fa solo comodo.
Dai, basta coi miei scleri, auguro a tutti un buon proseguimento di giornata/nottata/momento del giorno in cui state leggendo. Arrivederci.

 
  
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