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Autore: Nolowende    01/07/2020    0 recensioni
Raccolta di storie sui protagonisti del periodo amarniano (e dei tempi che seguirono).
Genere: Introspettivo, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incest, Violenza | Contesto: Antichità
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"Mi riconosci? Sono Ankhesenamon, la sorella tua che tanto hai amato! Perché mi hai lasciata sola in questo mondo? Oh, perché sei partito per questo viaggio senza ritorno verso occidente senza portare anche me?" [1]

Non sai cosa stia succedendo. L'aria intorno a te, un attimo prima tesa, si è improvvisamente fatta diversa, decisamente più leggera e gioiosa.

Nonostante le braccia di tua madre ti tengano abbastanza in alto, non riesci a capire chiaramente. Ma tuo padre sembra felice, forse più di quanto tu non lo abbia mai visto.

Ed è allora che per la prima volta vedi tuo fratello.

È così piccolo e delicato e sta piangendo. Ti pare la cosa più dolce che tu abbia mai visto nella tua breve vita.

Ma dopo un po' il suo pianto si placa e per un attimo riesci quasi a vedere i suoi occhi, ora aperti. 

Non sai se anche lui ti veda, dopotutto è da solo pochi minuti che è giunto nel mondo. Ma ti sembra che lo stia facendo, e sei felice di poterlo guardare negli occhi per la prima volta.

                               ...

"Ankh!"

Fai appena in tempo a voltarti prima di vedere Tutankhaton raggiungerti, ancora abbastanza lentamente. Ha solo quattro anni, ma guardandolo negli occhi vedi in lui una paura che non dovrebbe esserci.

Sembra quasi preoccupato.

"Cosa c'è?"

Non l'hai mai visto così, e la cosa non ti piace. Non vuoi che stia male.

"Hai visto mia madre da qualche parte? Io non riesco a trovarla..." Sembra che stia per scoppiare in lacrime.

Scuoti la testa, ma esiti un po'. Non hai visto Kiya questa mattina, ma almeno hai visto i tuoi genitori parlarsi, e sembravano piuttosto provati.

Stavano parlando di lei[2].

E di tuo fratello.

Ma dopo il tuo cenno di diniego lui sembra così triste, e tu sei tanto dispiaciuta che non puoi fare a meno di cercare di consolarlo.

Lo stringi in un abbraccio solare, e lui si lascia sfuggire un sorriso, con tutta la sua serena innocenza.

Aton fa brillare i suoi raggi con più forza, quasi a coronare questo momento.

                             ...

Sono cambiate così tante cose.

La tua famiglia è stata distrutta. Tua madre è morta. Tuo padre è morto, e di lui non resta più alcun ricordo. Tuo zio, tua nonna, persino le tue sorelle li hanno seguiti. Hai sperato fino alla fine che almeno Merytaton si salvasse, lei che era sempre stata forte e combattiva, ma non è stato così.

Akhetaton è cambiata. Non è rimasto più nulla della sua calda bellezza. Sembra quasi impossibile che sia stato qui che hai trascorso tutta la tua vita. Addirittura una volta hai sentito Ay e Horemheb che parlavano di lasciarla, di andare a Menfi. Rabbrividisci al ricordo e speri di esserti sbagliata. Menfi è strana e ostile. Ti fa paura.

Tutankhaton - non sai quanto a lungo potrete conservare i vostri nomi, ora che Aton è stato condannato, ma sai già non potrai mai abituarti a chiamarlo diversamente - pare più spaventato di te, e puoi capirlo perfettamente. Pur essendo solo un bambino, dovrà farsi carico di tutto l'Egitto, e tu con lui.

Oggi è il giorno della sua incoronazione.

E del vostro matrimonio.

Ti senti tesa come non mai - anche se sai che lui sarà un buon marito per te, e non ti farà mai del male - ma devi dominarti.

Stai per diventare regina, dovrai essere forte, salda, come tua madre e tua sorella.

Lui respira profondamente, scostando dietro la spalla la treccia corvina, ultimo retaggio di un'infanzia che da oggi perderete. "Sono pronto."

Ma guardandolo negli occhi capisci che non è vero, e speri che il tuo sguardo riesca a trasmettergli un po' di sicurezza, come quando eravate bambini.

                             ...

Apri gli occhi mentre i primi raggi di Aton - non ti sei ancora abituata a vedere il tuo dio sostituito da divinità che, nonostante siano note a tutta la Terra Nera, per te sono sconosciute - piovono sulla terra, la stanchezza di ieri notte improvvisamente scomparsa.

Tuo marito si muove leggermente contro di te. Siete cresciuti entrambi, e ora lo guardi con lo stesso amore che vedevi negli occhi dei tuoi genitori.

Con gli anni, nella tua mente lui è cambiato. Da tempo lo vedi come uno sposo.

E l'idea non ti spaventa più come un tempo.

Sembra che abbia capito che non stai più dormendo, perché anche lui si risveglia. Sorride, e guardandolo negli occhi puoi vedervi una dolcezza infinita, la stessa che riempiva il suo sguardo stanotte mentre facevate l'amore.

Distogli lo sguardo al ricordo, un po' imbarazzata.

"Salve, Ankhesenpaaton."

Sentirlo chiamarti in quel modo riesce solo a far affluire ancora di più il sangue al tuo volto, ma guardandolo in viso ti senti felice.

Raramente lo vedi sorridere così.

Gli anni in cui avete dovuto regnare insieme per te sono stati duri, e tu sei più anziana, più stabile di salute, e con meno responsabilità.

È solo in momenti come questi, quando siete completamente soli, che il faraone, il re delle Due Terre, l'astro del Mattino e della Sera, sparisce, lasciando posto solo a Tutankhaton, a colui che hai imparato ad amare.

E spesso, quando non c'è nessuno oltre a voi due, lo vedi anche felice. Ti piace pensare che forse anche tu l'hai un poco aiutato.

È cresciuto, e cambiato. Non è più il bambino impaurito di un tempo, ora, ma un ragazzo dall'animo forte, capace di trovare il coraggio di sopportare le avversità.

Ma ogni tanto tornano in lui tracce dell'antica insicurezza, e allora torni a essere la sua protettrice, come un tempo.

Sul suo viso si dipinge per un attimo una smorfia quando appoggia la gamba, e tanto basta ad allarmarti, ma è solo un istante, e quando lo rivedi sorridere finalmente ti rilassi.

Sono momenti come questi che vi permettono di essere felici, e tu speri che sia per sempre.

                             ...

Se ne avessi la possibilità, guarderesti Tutankhaton negli occhi per un'ultima volta.

Ma se anche il suo volto non fosse coperto dalle bende, i suoi occhi sarebbero spenti e vuoti, come quando hai sentito per la prima volta il suono del suo ka che fuggiva, e non potrebbero rispondere al tuo sguardo. Non brillerebbero più di rabbia, dolore, gioia e amore, come hanno fatto in questi pochi anni.

Il tempo a voi destinato sarebbe dovuto essere molto di più, ma lui è già salito sulla nave che lo condurrà nella terra dei morti.

Hai sempre saputo quanto fragile fosse quel faraone bambino - lo conoscevi più di chiunque altro - ma non avresti mai creduto che prima o poi si sarebbe spezzato.

E invece è accaduto.

Non puoi riportarlo indietro, ma dentro di te continui a implorarlo di ascoltare le tue preghiere, di non andarsene da solo, di portarti nell'aldilà insieme a lui. Senza di lui, non saresti mai sopravvissuta alla perdita di vostro padre, delle vostre sorelle, delle vostre figlie[3]. Senza di lui non sopravvivrai alla vita che ti aspetta.

La morte sarebbe molto più dolce del dolore, ma tu sei tanto spossata dal vuoto che si è aperto nella tua anima da non riuscire ad attraversare il fiume e giungere dall'altro lato.

Allora aspetterai.

Prima o poi, la morte prenderà anche te, e potrai finalmente vedere di nuovo i suoi occhi.

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

[1]: da una lettera di Ankhesenpaaton al marito

[2]: pare che la madre di Tutankhamon fosse Kiya, sposa secondaria (e forse sorellastra) di Akhenaton. E dalla presunta mummia sembra che sia morta assassinata...

[3]: due feti femminili abortiti spontaneamente e mummificati - quasi certamente figli della coppia reale

Inoltre mi sono rifiutata categoricamente di utilizzare i nomi post-amarniani...

 

   
 
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