Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Blue_Wander    04/07/2020    3 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Che cosa vede il tuo specchio?

 

La strada ciottolata non era dritta, ma era davvero circondata da bellissimi alberi secolari. Ce n'erano di ogni tipo: pini, salici, querce, persino quelli da frutto che, naturalmente, non davano vita neanche ai fiori. Tutti a Karilin si erano chiesti come potessero rimanere in vita così a lungo senza appassire mai, ma ad un tratto era diventato chiaro a tutti il motivo.

La pioggia non dimostrava segni di cedimento: avrebbe continuato a cadere sui loro corpi, tracciandone ogni forma e inzuppando ogni millimetro delle loro vesti già bagnate. Ai loro volti stavano attaccate le ciocche di capelli e gli occhi di tutti dovevano combattere per rimanere aperti nonostante le gocce di pioggia che, come da copione, bagnavano le loro iridi. Alcune scure, altre più chiare. C'era solo una figura immune; li guardava con occhi tranquilli, respirava a pieni polmoni l'aria piovana, fresca e frizzante, dal sapore della vittoria. La pioggia per lei non era certamente un problema.

A sua insaputa però c'era qualcun altro che traeva vantaggio da tutta quella situazione, una figura priva di attenzioni e che se ne stava in disparte, quasi nascosta dietro gli altri e con gli occhi bassi. Di sfuggita sembrava che stesse piangendo e che non avesse abbastanza coraggio per mostrarlo. Ma Jungkook se n'era accorto: quella ragazzina silenziosa e quasi invisibile agli occhi di tutti era riuscita ad ingannare persino i propri compagni, sviluppando un piano contro quel mostro senza essere scoperta, senza usare le parole, senza metterli in pericolo.

Il principe si guardò intorno e vide Seyun guardare verso la mano di Kerasi su cui Veral stava tracciando le sue lettere una ad una. Al contrario di lui, la giovane idol aveva capito tutto quello che la minore aveva voluto comunicare: un piano geniale, forse il migliore tra tutti fino a quell'istante.

Lapislazzuli era una gemma potente e possedeva un numero altissimo di soldati, un castello, armi. Poteva essere battuto solo con la forza, non c'era altro modo. Ma Diamante era una creatura totalmente differente, per quanto simile a livello di potere. A questo Seyun c'era arrivata da sola, ma c'era una sola ragione per la quale si era fidata della mente di Veral, senza neanche provare ad elaborare un piano tutto suo: lei e Diamante erano uguali.

-Siete noiosi.- esclamò la creatura. -Anche voi, purtroppo.- si girò verso le due sorelle che erano rimaste a guardare da lontano. Alzò un mano e con essa anche il vento che prese a far piovere più forte, andando contro ogni legge della natura.

Veral strinse la piccola borsa tracolla con inciso lo stemma del regno di Ignogan per evitare di perderne il contenuto: un piccolo squarcio di cielo notturno ricoperto di stelle, il lapislazzuli. Guardò poi verso Kerasi che le ricambiò lo sguardo, annuendo. Il tempo di agire era arrivato e la ragazza dai corti capelli rossicci aprì prontamente la bocca e prese fiato, incurante della pioggia e del vento. Eppure non ne uscì nulla.

-E chi mi assicura che non ti stai inventando tutto?- chiese urlando Namjoon. -Chi mi assicura che non vuoi solo spaventarci? A me non interessa se li hai uccisi davvero, perché dovrebbe importarmi? Loro si erano schierati con te, hanno voluto mettere a rischio la vita per te.- abbassò la voce di poco, il giusto per farsi comunque sentire. -E questo è stato il tuo modo di ripagarli.

Kerasi si girò di scatto verso Veral che però non disse nulla, limitandosi a scuotere in maniera quasi impercettibile la testa. Aveva messo in conto anche quello.

Il vento comunque non cessò, al contrario divenne più forte. Jungkook non riusciva a spiegarselo: se davvero il suo potere era dettato dalla superbia, Diamante avrebbe avuto bisogno di sapere che qualcuno la stava guardando e ammirando, quando era chiaro che su quella strada di ciottoli del Regno delle Ombre tutti i presenti la odiavano e ripudiavano. Istintivamente voltò lo sguardo verso Seokjin e lo vide imbambolato, quasi stregato. Era fermo, non combatteva il vento come tutti gli altri, le labbra piene leggermente schiuse e gli occhi sbarrati. Non guardava Diamante però.

Il principe riposò lo sguardo sulla figura biancastra, per poi rivolgere altre occhiate sospette al maggiore del gruppo. Diamante era nel suo campo visivo anche se lui non la guardava, ma allora perché diventava sempre più forte? Gli si avvicinò per scuoterlo appena, anche solamente per fargli chiudere gli occhi con la forza. Si specchiò in questi ultimi, guardandone le iridi nere e simili alle proprie. Però dovette ricredersi: all'interno erano ricoperti di sottilissimi vetri.

No. Non vetri. Cristalli.

-Non avrò il potere illusorio di Ametista, ma il mio cristallo è molto più che sufficiente. Vedete, ora il vostro amico guarderà soltanto me.- spiegò.

Jungkook non era comunque convinto. Jin non sembrava affatto rivolgerle attenzione, era solo fermo immobile e lei era nel suo campo visivo. Sembrava più una trappola che una magia, ma chi ci sarebbe mai caduto? Perché convincere le persone di qualcosa che non è né vera né possibile?

Fu in quel momento che il principe capì: Diamante non aveva bisogno che qualcuno la trovasse bella, lei doveva solo credere che fosse così. Il suo potere si sarebbe trasformato nella sua disgrazia.

Si girò un'altra volta verso Veral e Kerasi. Finalmente aveva capito.

 

Quella volta la giovane soldatessa recitò la sua battuta concordata, riuscendo a non far tremare la voce. Dopotutto era pur sempre la guardia del corpo del principe. -Noi sappiamo che cosa brami davvero.

Diamante la guardò, curiosa ma allo stesso tempo infastidita. -Illuminatemi allora.

Di tutta risposta la ragazza scosse la testa, rimanendo seria. -Non così in fretta.- cominciò, alzando un sopracciglio e facendo qualche passo lento verso di lei, fermandosi poco dopo. -Nessuno ci assicura che tu sia la vera Diamante e che questa davanti a me non sia solo una misera copia.

La gemma allora si strappò qualche capello e lo gettò ai piedi di Kerasi, portati poi via dalla bufera creata da lei stessa. -Soddisfatta?- le sussurrò a denti stretti.

-Sì.- disse solamente, annuendo con il capo. -Noi abbiamo quello che cerchi, ma una volta che te lo avremo consegnato dovrai lasciarci andare.

-Come fate ad averlo?- chiese, avanzando verso la ragazza. -Anzi no. Come fate a saperlo?

-Posso rispondere ad entrambe le domande.- Kerasi si voltò verso le due sorelle. -Ma credo che tu sia arrivata da sola alle tue conclusioni.

La creatura si fermò a pochi passi dalla ragazza e la guardò negli occhi. I suoi, neri come le piume di un corvo riflettevano quelli color caramello della guardia, quest'ultima con il viso leggermente alzato per via dei tacchi alti indossati dall'avversaria. La gemma respirava a fatica, Kerasi poté notare delle gocce di sudore. Anche la ragazza stava sudando dalla paura, ma per fortuna la pioggia ne copriva i segni. Finalmente le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto.

Diamante la guardò per un altro po' di tempo, poi fece un passo indietro. -Non lo avete veramente.

Prontamente Kerasi allungò entrambe le mani e le portò sulla superficie del viso di Diamante, senza pensarci due volte aprì i propri palmi e incastrò le dita tra le orbite della creatura, rompendo la sua barriera e cercando di strapparle gli occhi con tutta la forza che le rimaneva nelle braccia.

La giovane infine cadde a terra. Tra le mani due bulbi oculari completamente neri.

Sul volto della gemma erano rimasti due spiragli bui e vuoti come l'oscurità che li circondava. Emettevano aria, ma il vento si era fermato.

-Tu!- esclamò adirata, allungando le mani alla cieca inutilmente. -Come hai osato rovinare la mia bellissima faccia?

Kerasi si era allontanata dal mostro e quel che teneva ben saldo tra le mani sparì in un pulviscolo portato via dagli stessi spifferi delle orbite di Diamante. -È finita.- sussurrò, mentre Veral l'aiutava a rialzarsi.

-No.- le rispose l'amica, avvicinandosi al suo orecchio per non farsi sentire da nessuno. -Ora tocca a me. Grazie, hai fatto un ottimo lavoro.- si allontanò subito da lei e fece qualche passo verso Diamante anche se sapeva che ormai non poteva più vederla. I suoi compagni la guadavano meravigliati e stupefatti, non avrebbero mai immaginato Veral camminare con passo sicuro verso il pericolo. Questo la ragazzina riusciva a percepirlo, ma non interruppe la sua marcia fino a che non fu solo a qualche passo dalla creatura, così vicina che i suoi due spifferi riuscivano a scompigliarle i capelli bagnati.

-Anche se non posso vederti riesco a sentire che sei vicina.- ammise Diamante, senza però provare nemmeno a toccarla. -Non importa quanto ci proverai, non sarai mai più bella di me.

-Tu dici?- domandò la ragazza, quasi neanche aspettando che l'avversaria terminasse. Poi emise un verso divertito. -Dimmi.- cominciò poi, guardandola inginocchiarsi priva di forze dall'alto. -Te lo ricordi il mio volto?

-Perché dovrei? Sei solo un'insulsa sporca plebea.- la provocò, ma Veral rimase impassibile. Namjoon fece un passo in avanti ma Yoongi e Jungkook lo trattennero con un gesto. La minore allungò una mano verso la sua corona e la fece cadere per terra. Poi si guardò vicino alle delicate scarpette rosse di Ignogan e ne mosse una sul ciottolato fradicio per fare rumore, in quell'esatto momento Jungkook sfoderò la spada e colpì una montagna di sassolini portati lì dalla bufera. -Non ti è bastato prenderti i miei occhi? Ora hai distrutto anche la mia corona?

Veral non rispose, ma cominciò a vedere i primi segni di cedimento: Diamante aveva ridotto al minimo i suoi gesti e faceva il possibile per continuare a respirare. Notò che il principe era in procinto di parlare, quindi lo fermò. Se avesse sentito la sua voce avrebbe capito che il rumore del frantumo era avvenuto troppo lontano per essere reale. -Stai cominciando ad indebolirti.- iniziò, tenendo d'occhio la corona che aveva gettato poco distante da se, poi si inginocchiò a sua volta, portando le proprie labbra in linea con quelle del mostro. -Lo capisci il motivo, vero?- si rialzò quando notò il respiro farsi più pesante, ma non fu l'unica ragione. -Ora non portai rimirarti, né in uno specchio, né tramite gli occhi degli altri.- si girò, allontanandosi per affiancare Seyun e Kerasi. -Non sei bella Diamante. Non lo pensa più nessuno.

In quel momento le gocce di pioggia cominciarono a toccare il corpo latteo di Diamante e il silenzio sembrava l'unica soluzione. Tutti speravano che fosse finita, che il male sarebbe stato sconfitto anche quella volta.

Si sbagliavano.

La creatura si alzò da terra ormai bagnata dalla testa ai piedi. Arrancò fino ad arrivare da Seokjin, allacciando le proprie braccia dietro al suo collo in maniera disordinata, guidata dalle ultime raffiche di vento che riusciva ad evocare. Il ragazzo rimase fermo, ma tutti gli altri cercarono di avvicinarsi per difenderlo. Dal terreno sorsero in maniera confusa e asimmetrica delle lastre di cristallo sottili ma robuste abbastanza da proteggere da ogni colpo, si unirono tra loro e lasciarono solamente i due all'interno.

Kerasi provò a scalarla, ma fallì scivolando sulla superficie liscia del cristallo. Seyun la guardò e poi si allontanò dalla maggiore, avviandosi verso uno degli alberi dai rami più spessi. Sarebbe stato rischioso, ma avrebbe dovuto tentare.

Diamante si avvicinò di più al suo amato, poggiandogli un delicato bacio sulle labbra rosee e piene, mentre lui rimaneva immobile, ancora sotto l'effetto dell'incantesimo, l'unico abbastanza potente da non poter essere spezzato facilmente. -Addio per sempre.- sussurrò a fior di labbra, nonostante non potesse vederlo ricordava la sua bellezza.

Passò solo qualche secondo e Diamante venne colpita a raffica da dei proiettili che le squarciarono il petto velocemente, portandola a cadere sul pavimento e a far fuoriuscire getti d'aria dai fori provocati. Seyun si avvicinò al corpo ormai portato via dal vento della gemma, prendendo tra le mani il diamante trasparente, simbolo dell'aria. -Mi dispiace.- sussurrò, facendo in modo di non essere sentita da nessuno.

 

-I miei complimenti.- Yoongi si avvicinò alla minore che ancora lucidava la propria arma con lo stesso panno viola. -Sei riuscita dove il piano stava fallendo.

-Il pano di Veral non è fallito.- lo corresse lei. -Diamante sapeva che sarebbe morta, ecco perché ha baciato Jin, non ci sono altre ragioni.

Il re guardò verso il basso. -Perché lo hai fatto? Credevo che non ti importasse.

Seyun si strinse nelle spalle e poi diede un'occhiata alla sottile pioggia che aveva cominciato a scendere sempre più lentamente. -È così, infatti.

Yoongi indicò Jungkook e Veral inginocchiati con la gemma tra le mani con un cenno del capo. -Non sembrava quando hai scavalcato il cristallo.

-Mi hai vista?- domandò piano, senza guardarlo negli occhi.

Lui emise un verso divertito. -No.- la sentì sospirare. -Ma so comunque come ci sei riuscita.

-Come? E perché ti importa tanto se appena mi conosci?

Yoongi finalmente si decise a piantare le proprie iridi su quelle di lei che ricambiò il gesto con aria affranta. -Sai che cosa diceva mio padre?- lei alzò un sopracciglio. -Che un re non diventa tale per la sua forza o la sua ricchezza, ma per quanto bene conosce il proprio popolo.

La mora scosse la testa. -È di certo molto nobile, ma io non faccio parte di Ignogan.

Il giovane re aprì la bocca per prendere fiato e risponderle, ma la voce profonda di Namjoon lo costrinse a rimandare.

Il generale li stava richiamando tutti lì: il diamante stava brillando. Come era successo in precedenza per Lapislazzuli, la pietra tra le mani di Veral cominciò ad emettere un'accecante luce e a proiettare una figura umana. Una donna molto bella dai lunghi capelli bianchi, vestita di abiti antiquati e con le iridi rossastre comparve davanti ai loro occhi. -Conoscete il fenomeno dell'albinismo? Si tratta di un'anomalia molto diffusa a Vimana, il posto da cui provengo. Grazie per avermi liberata dalla mia prigionia.

Si girò come per andarsene, ma Namjoon la fermò. -Come facciamo a far tornare Seokjin come prima? Perché non si è ripreso quando ti abbiamo sconfitta?

Veral cercò di bloccarlo, ma la donna non esitò a rispondere. -Non sapevo usare incantesimi d'amore, quindi il vostro amico non è in pericolo. C'è solo un modo per guarire dalla vista di specchio, che è imparare a guardare oltre la barriera.- osservò attentamente Kerasi cercare di smuovere l'uomo ancora in piedi, quasi pietrificato. -E non credo che lui ci metterà molto.- regalò un sorriso sincero e i tenui colori del suo corpo cominciarono a sbiadire di più.

La giovane dai lunghi capelli castani si rigirò il diamante tra le mani. Per fortuna era illeso, come se non avessero apportato nessun danno al mostro a cui aveva dato vita. Aprì la sua borsa di pelle color sabbia e lo poggiò delicatamente vicino al lapislazzuli.

-Come ci sei riuscita?- le chiese Jungkook, aiutandola ad alzarsi. -Sei stata incredibile.

Lei arrossì e abbassò lo sguardo. -Esagerate Vostra Altezza, in realtà avevo molta più paura di quanto sembrasse e poi mi è venuto in mente perché avevo visto farlo anche Blanche e Laila.

-Ti prego, ti ho già detto di chiamarmi solo Jungkook. Non hai motivo di essere così formale.- prese a camminare e lei gli rimase accanto. -Sono solo un ragazzo come gli altri, il principe è rimasto al castello.

Quell'affermazione la fece sorridere e lui ne fu felice a sua volta. -So che cosa volete che dica: voi mi credevate analfabeta, non è così?- non aspettò la risposta del giovane e proseguì. -Vi ho visto mentre guardavate me e Kerasi, il vostro sguardo era confuso. Non avete capito subito che io stessi scrivendo, ma credevate che disegnassi all'inizio, dico bene?

-Come lo hai saputo?- si meravigliò.

Lei rise di nuovo leggermente. -Dovete sapere che non ci vedo molto bene, soprattutto al buio, ma quello che riesco a catturare con i miei occhi lo analizzo a fondo. Ecco perché sono brava a sviluppare strategie e scappatoie.- fece una piccola pausa, notando che aveva smesso di piovere. -Ma non mi state di certo parlando per questo motivo. Vi ricordate di mia cugina Lucille?- il principe annuì. -È per merito suo: mi ha fatto promettere che le avrei letto delle storie ogni sera, prima di dormire. All'inizio fingevo di farlo, raccontandole solo quel che ricordavo di quelle favole, ma poi mi chiese di scriverne una per lei.

-E così hai dovuto imparare per forza.- fece qualche passo in avanti. -E che cosa mi dici del piano in se, come sapevi che cosa voleva Diamante?

Veral chiuse gli occhi e scosse la testa. -Oh, quello è stato semplice. Chiunque cerca o vuole qualcosa, altrimenti che scopo avrebbe la sua vita?

-Intendi come avere un sogno?- chiese lui, scettico.

Ma l'altra scosse la testa. -Non necessariamente.

Un urlo straziante si levò in aria e i due si guardarono per poi correre verso il punto in cui avevano lasciato Kerasi e Seokjin, stando attenti a non inciampare sulle rocce mal assestate o a non scivolare sulla strada ancora bagnata. Jungkook si fermò stando attento a non cadere, impugnando la spada per tirarla fuori dall'apposita fodera. L'Idra era tornato.

-Metti da parte quell'affare, stupido principe.- parlò con voce roca e possente tramite le fauci della testa centrale, avvicinandosi all'uomo immobile. -Non sono qui per combattere. Voglio dare una mano a salvare questo giovane.

-Perché dovresti farlo?- rispose Jungkook. -Ci hai attaccati giusto qualche ora fa.

-Ma avete sconfitto Diamante.

-Credevamo che voi foste indifferente sia alle cause del bene che a quelle del male.- chiarì subito Laila. -Per questo vi abbiamo attaccato.

-Lo so. Ed è per questo che ora voglio aiutarvi: il mio corno principale nasconde un veleno che è un antidoto per tutti i tipi di sortilegi e incantesimi, sia buoni che malvagi.- spiegò. -Io però purtroppo non posso darvelo di mia spontanea volontà, dovrete uccidermi per averlo.

Blanche intervenì, sorpassando Jungkook con una manata. -Non se ne parla, se un regno perde la sua Creatura il popolo cadrà in disgrazia.

-Non se quest'ultima può proporre un erede: c'è un mostro dove le ombre si fanno più fitte, si chiama Chimera. Io e lui combattiamo da secoli ormai per avere il trono di Creatura di Karilin; è un valido sostituto ed ha già preso il mio posto. Ora spetta a voi fare la vostra mossa.

-Qual è il vero motivo?- chiese Blanche, guardando l'Idra negli occhi della testa centrale.

-Non posso dirtelo.- rispose. -Non siete ancora pronti per conoscere la verità. Continuate il vostro viaggio e prendete quanto più antidoto riusciate. Ricordate una cosa importate però: dovete usarlo solo se siete certi che si tratta di magia, in caso contrario si trasformerà in un letale veleno che vi logorerà in pochi minuti.

Blanche e Laila si inchinarono al cospetto della creatura.

 

Kerasi e Seokjin camminavano l'uno affianco all'altra e parlavano di quello che era successo. Il ragazzo non ricordava nulla e quello che lo spirito di Diamante aveva detto si era rivelato sbagliato dato che fu l'antidoto dell'Idra che aiutò il giovane a guarire. Il suo sacrificio era stato necessario.

Le due sorelle guidavano il gruppo e una nebbia grigiastra li aveva avvolti da un po'. Non era più buio, ma non c'era neanche luce: il Muro era più vicino di quanto pensassero.

Seyun e Veral stavano parlando mentre gli altri ragazzi erano rimasti in coda al gruppo. La maggiore le riservò un'occhiata dubbiosa. -Perché Diamante ha mentito?- domandò, riferendosi a Jin e a quello che aveva affermato la donna.

-Non credo che abbia mentito.- rifletté l'altra, per poi venire interrotta da una voce mai sentita prima.

-Infatti aveva ragione.- lei si guardò intorno, ma l'unica cosa che fu in grado di vedere fu il Muro: uno squarcio di parete fredda e grigia, esattamente come l'aria che le sembrava di respirare. -Ma guardare oltre uno specchio non è facile se non sei disposto a farlo.- continuò la voce.

Kerasi prese una freccia dalla faretra e Jungkook e Namjoon sfoderarono le proprie armi. Con loro grande sorpresa la nebbia attorno al muro si diradò piano e la figura di un vecchio uomo barbuto e con il viso coperto si parò davanti ai loro occhi. Eppure la voce non era per niente quella di un anziano.

Avevano finalmente trovato il loro Guardiano.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Blue_Wander