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Autore: Spensieratezza    10/07/2020    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Sono stata sempre grata di essere nata e cresciuta in questa famiglia.
C’è anche chi non è grato e io lo so bene. Ci sono persone che vorrebbero essere da tutt’altra parte, nonostante sono cresciuti in famiglie che li amino, gente che non è grata e vorrebbe vivere in un’altra famiglia.
Io sono dell’idea che queste persone non saranno mai felici, perché quando non sei grato per quello che hai, l’Universo ti da come una punizione.
Penso al mio stupendo padre e a come quei capelli dall’aria ribelle che non sono mai cambiati, gli hanno conservato intatta quell’aria da adolescente, lasciandolo immutato nel tempo.
Non ha nemmeno le rughe e gli occhi..sono stupendi, come quelli di una pietra preziosa, la cicatrice..si vede ancora, a volte vorrei toccargliela, ma lui si scosta, vedo nei suoi occhi tracce dell’antico trauma e non oso quindi farlo, ho l’impressione che lui veda in me come tracce di un fantasma che non è andato mai via.
Lily Evans. Sua madre.
Sua madre che gli tocca la cicatrice, credo che sia una cosa troppo emotiva per lui.
Io non me la prendo. D’altronde chi è causa del suo mal, pianga sé stesso. è stato lui a volermi dare questo nome, quindi credo che a modo suo, avrebbe voluto che gli assomigliassi.
Non credo però che mia nonna sarebbe contenta di sapere che i suoi nipoti hanno una relazione romantica.
O forse sì? Chi lo sa, dicono tutti che era speciale, io ci credo, davvero, sono convinta anche, però, che è facile dire che una persona è speciale, ma quando si tratta di dimostrarlo, è li che spesso le persone dimostrano di essere invece più comuni.
L’avrebbe accettato? Non lo avrebbe accettato? Chi lo sa.
 
Fin da piccola, io ho amato avere dei fratelli.
Ci sono bambini che invece non sono contenti di questo, spesso litigano, dicono che avrebbero preferito essere figli unici.
Non è stato mai il mio caso.
Amavo non essere sola.
Perché la solitudine può creare dipendenza, facendoti sentire ancora più solo.
Sono sempre rimasta affascinata dalle storie che papà Harry mi raccontava, della scuola, di Hogwars, di come ha conosciuto i miei zii, Ron ed Hermione, di come ha conosciuto la mamma.
Sono sempre stata fiera di essere la figlia del salvatore del mondo magico.
Poi guardavo i miei fratelli litigare sempre e scuotevo la testa, litigavano per tutto, per i cereali a colazione, per chi doveva andare per primo in bagno, per la tivù, i videogiochi o per chi rubava i vestiti all'altro.

Quando Al cominciò anche lui ad andare a scuola, i rapporti peggiorarono. Jamie si comportava proprio come il classico bulletto della scuola, Al ci soffriva, anche perché Jamie trattava bene solo me, cosa che non avrei voluto invece. Se doveva fare queste differenze, preferivo che trattasse male anche me. Al però non sembrava badare a questo, quasi come se non ci facesse davvero caso, tutto concentrato sull’odiare Jamie più che poteva.
 
Mio padre e mia madre mi dissero che non era vero che i due si odiavano, mi sentii una bambina sciocca che non capiva niente. Come avevo potuto confidare i miei timori da bambina, ai miei genitori? Era chiaro che minimizzavano, quali genitori avrebbero mai risposto o accettato che i loro figli si odiavano?
Capii che dovevo imparare a tenermi le mie sciocchezze e i miei pensieri per me.
 
Perfino seduti a tavola, durante la colazione, litigavano. Scuotevo la testa.
Portavano dei nomi importanti. Perché non riuscivano a provare almeno, a darvi prestigio?

Litigavano stavolta per i cereali. James glieli rubava, continuava a fare i dispetti ad Albus, spingendolo con il gomito, infastidendolo.
Alle volte non capivo proprio perché Jamie dovesse fare così. Lo sapeva che Al era insicuro, fragile. Perché non lo lasciava in pace?
“Scemo.” Disse James e il tono della sua voce mi parve più morbido stavolta. Rideva. Lo toccò di nuovo con il gomito, Al non fece una piega.
Riflettei.
A volte sembrava quasi che Jamie trovasse ogni pretesto per farlo arrabbiare, o per toccarlo. Non lo abbracciava mai, però lo spintonava spesso, gli spettinava i capelli, fino a farlo innervosire, ed ecco che era riuscito a farlo gridare infine, pensavo. Oppure gli dava i calci sempre senza fargli male, certo. Lo spingeva sul divano o gli metteva i piedi quasi in faccia.
Una di quelle volte, vedevo Al girarsi imbarazzato da tanta sfacciataggine.
 
Un giorno che non avevo  niente da fare, cercai su uno di quei libri di psicologia che i babbani amavano tanto, cosa volesse dire, quando uno non riusciva a smettere di metterti le mani addosso.
mi rimandò al sesso, alla tensione sessuale, o alla ricerca di un contatto più intimo e affettuoso, ma anche alla violenza, violenza fisica, violenza sessuale. Smisi subito di leggere, ma immagini di sesso continuavano a girarmi alla mente.
Arrossì. In fondo si trattava dei miei fratelli.
Però era dolce il fatto che Jamie cercasse di attirare l’affetto di Albus, in questo modo. Non credo infatti che ai tempi stessero già insieme.
 
Quando vidi i miei fratelli baciarsi in infermeria, fu uno SHOCK.
Però ecco..non era proprio come se non me l’aspettassi eh?
Voglio dire che una parte di me, l’aveva sempre saputo che sarebbe finita solo in questo modo, tutta questa tensione tra di loro. Guardo i film dei babbani, so cosa vuol dire quando due si stuzzicano così e si TOCCANO in questo modo così spesso.
Certo, uno al mio posto non si sarebbe chiesto niente, sarebbe bastata la cosa che sono fratelli a non generare nessun tipo di dubbio.
Ma io non mi sono mai fermata alle apparenze, piuttosto ho sempre pensato che se non fossero stati miei FRATELLI, io avrei proprio pensato che sti due se la intendono o almeno che siano cotti, chiaro.
Era una consapevolezza a livello non cosciente, però. Quella stessa consapevolezza che credo mi portò all’infermeria quel giorno, senza motivo, quasi come se l’inconscio mi volesse guidare, a farmi scoprire QUALCOSA.
Ho sempre avuto come un certo sesto senso, forse è uno dei miei talenti da maga.
 
Quando li vidi baciarsi, sono sussultata e capìì che l’avevo sempre saputo. Dovevo solo accorgermene.
Sì, avevo letto tanti libri, davvero tanti, e sapevo bene quindi che sapere una cosa non è la stessa cosa che accorgersene.
 
Tutto quello che avvenne DOPO fu così…BELLO.
James e Al erano così preoccupati della mia reazione! Io invece la presi con grande calma e un pizzico di malizia, ammettendo che avevo avuto delle fantasie su di loro, a volte, anche se non credevo veramente che corrispondessero alla realtà.
I miei due fratelli che si scoprono innamorati, ci unì ancora di più, mi piaceva essere informata su quello che loro provano, sentivano, sentivo io stessa di amarli ancora di più adesso. Era così bello perché era un amore ancora diverso da quello che provavano loro due, ma tutti e tre provavamo lo stesso affetto e amore fraterno che ci univa, era così bello. Quante sfaccettature ha l’amore!
Non so se riversavo sui miei fratelli la frustrazione e l’amore che provavo per mio cugino Hugo, ma mi sforzavo di non pensarci.
 
Mi sentii orgogliosa, quando, i miei fratelli decisero di usarmi come ancora o collante, non so come definirmi, per creare il loro FILM.
Era necessario creare una trama per Al, per riuscire ad ipnotizzare entrambi, per fare in modo che si spersonalizzassero per poco tempo, per riuscire a ricordare le loro vite precedenti.
E funzionò.
I miei fratelli sono Albus Silente e Severus Piton. Ancora non ci credo.
Fa un certo effetto, pensare al fatto che mio fratello sia la reincarnazione di un uomo, non solo così importante, ma anche un uomo che ha avuto un’ossessione per la tipa, -mia nonna – che portava il mio stesso nome.
Sembra così sbagliato. A volte mi sento in colpa come se fossi un terzo incomodo tra di loro, capace ancora di rubare la vita a mio fratello, il cuore, strapparglielo via dal petto.
So che non sono la vera Lily, ma è così difficile non cedere all’impulso di immergersi nella vita altrui quando ha così tanti parallelismi con la tua.
 
Sono rimasta in disparte. Loro ne stanno passando così tante, con questa storia di Silente e di Piton.. a casa stiamo vivendo una piccola tragedia.
Un dramma familiare, insomma.
Papà e mamma sono lontani come non mai, mi sono accorta che spesso questa cosa coincide ogni volta che papà è più vicino a zio Ron, o comunque, ogni volta che si riavvicinano.
Per come vivo l’amicizia io, sono stata male quando si pensava che tra i tre amici di sempre, fosse in qualche modo tutto finito.
Ma alla fine finiscono sempre per ritrovarsi.
Mamma è più lontana, lo noto le poche volte che sono a casa, che è sempre per via delle vacanze, quindi non accade spesso, tuttavia quando sono stata costretta a stare da sola a casa, perché i miei fratelli facevano queste sedute di ipnosi al castello, mi sono sentita più sola che mai.
Io e Hugo siamo tornati a parlarci, con delle lettere, dove lo informavo di più o meno cosa succedeva a casa.
 
 
Lily: 

Al e Jamie sono al castello a fare le sedute di ipnosi, mi mancano così tanto, Hugo. Odio stare a casa da sola! E poi loro possono confidarsi, parlare di quello che hanno visto, magari anche tutta la notte! Vorrei stare con loro, ascoltarli, sentire cosa hanno da dire! Qui, sono sempre sola. Papà è a lavoro, mamma non c’è quasi mai…non so dove vada. E se avesse un amante?
 
 
Hugo: 

Lily, ma sei pazza a dire queste cose per lettera?
Ad ogni modo, non penso che tua madre abbia un amante.
Cavolo, mio padre impazzirebbe solo all’idea, se mamma gli facesse le corna. Non parliamo di questo tasto dolente. Sono amici fin da quando erano bambini e fidanzati da quando avevano 17 anni.
Mi dispiace per il dramma che la tua famiglia sta vivendo.
Però è anche interessante! Voglio dire, che, quando ricorderanno tutta la loro vita, potremmo fare loro degli interrogatori! Sapere i loro segreti, domandargli che tipo di rapporto avevano Silente e Piton! Sono stato sempre curioso sull’argomento! Quei due non me l’hanno mai raccontata giusta!
 
A quella lettera, Lily sgranò gli occhi e mandò subito un’altra lettera.
 
Lily: 

“Hugo, insomma! Tu pensi sempre che sono tutti gay, hai un chiodo fisso! " Lily a quel punto disegnò una faccina che rideva. " Meglio non riferire ai miei fratelli dei tuoi sospetti! Comunque sai che sono curiosa anche io? Se dovessi avere in mente come fare per scoprirlo, fammi sapere! Tanto ad ogni modo si tratterebbe di un’altra vita!”
 
Hugo: 
“Giusto! E poi ricordiamoci che una volta, tra fratelli ci si sposava! Una volta era giusto! È stato sempre solo l’uomo che giudicava, non Dio!”
 
Lily non riusciva a credere che Hugo stesse tirando fuori una dolcezza e una profondità così poco usuale per lui.Di solito si sbottonava rare volte su tematiche così delicate, l’aveva..sorpresa. Finora aveva sempre creduto fosse un po' chiuso di mente.
 
Hugo: 
 
“Scusa..non volevo insinuare niente! Stavo facendo solo una battuta! Ad ogni modo, a me non cambia nulla. Fratelli, cugini..gay, lesbiche..ognuno può fare quello che vuole! Certo, io non andrei mai con mia sorella, ma questo è un altro discorso! Noi non siamo gli altri ed è sbagliata l’identificazione a prescindere! Se due maschi si baciano, perché siamo noi a provare schifo se sono loro a baciarsi ma non noi che compiamo l’azione?” aveva concluso tutto con una faccina sorridente a bocca aperta.
 
Lily restò un po' sognante a pensare a cosa rispondergli. L’identificazione era un tratto normale della gente. In fondo milioni di persone sognavano con gli amori impossibili di altre coppie, dal momento che molti non li vivranno mai, l’identificazione resta l’unica cosa per cui possono vivere quella cosa. Però Hugo aveva ragione. Perché se una cosa ti faceva schifo, allora ti sembrava di viverla? Volevi forse viverla segretamente? Oh, il genere umano era così strano!
Per un momento accarezzò l’idea di chiedere a Hugo, se si sarebbe mai innamorato di lei, se non fosse stata sua cugina, o nonostante questo, ma poi non ne ebbe il coraggio. Troppa la paura di essere respinta. Aveva per fratello un ragazzo che in un’altra vita era stato friendzonato a più riprese dalla stessa tizia che portava il suo nome. E quindi questo dimostrava che la maggior parte delle volte se non succede qualcosa, tra due persone, non è stato perché l’amore era reciproco ma non avevano il coraggio di dichiararsi, ma proprio perché l’amore era univoco.
 
Stava per gettarsi nel letto per non pensarci, sperando che Capodanno arrivasse presto, per chiedere ai suoi fratelli tutte le novità e tirargli le orecchie per non aver mai risposto alle sue lettere, quando l’ennesima lettera di Hugo, fece capolino dalla porta.
Errol fece versi dalla porta aperta sul davanzale. Probabilmente era stufo di tanti viaggi.
“Tranquillo, Errol, questa è l’ultima volta.” Andò per accarezzarlo, ma Errol fece un altro verso.
“Non esistono più i gufi servizievoli di una volta..ma non ti cambierei per nulla al mondo. Lo vuoi un biscottino per ricompensa del lavoro svolto?” gli disse con quella vocetta cretina che di solito viene riservata ai cagnolini. Mise la fronte contro quella del gufo che fece un altro verso più contento.
“Per avermi perdonato, TRE biscottini.”
 
Si accorse dopo aver dato i biscottini al gufo che non aveva ancora letto la lettera, era strano che se ne fosse quasi dimenticata, andò ad aprirla con una strana sensazione di gioia.
 
Hugo: 
Lily, mi fa piacere che abbiamo avuto questa chiacchierata. Mi mancavi e visto che sei sola, che dici se andiamo a vedere la partita oggi? Ho due biglietti. Usiamo la nuova macchina volante del nonno.”
Lily sentì le campane suonare a festa. Andare adesso sarebbe significato tornare alle sette. Poteva portarsi la civetta di famiglia, avvisare solo una volta lì, che non sarebbero tornati prima delle sette, o magari anche alle nove, se mangiavano qualcosa fuori.
Oh, l’avrebbero davvero rimproverata, ma Hugo l’aveva invitata e la prospettiva di passare il resto della giornata con lui era allettante.
Senza pensarci, rispose che sarebbe stata pronta in 15 minuti.






















questo capitolo non c'entra molto, ma pensavo fosse importante far capire che Lily non è scomparsa o morta ahhah è vivissima e trabocca di sentimenti! E sono contenta di aver parlato anche un po' di Hugo! Povero Hugo, è un po' incompreso..un po' come Ron ahhah il prossimo capitolo regalerà tante emozioni!
   
 
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