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Autore: miss yu    11/07/2020    2 recensioni
[Stucky | AU Omegaverse | Slash | Fluff primi capitoli | Angst senza badare a spese | H/C | No mpreg]
In un mondo in cui lo stato di diritto, deciso e gestito dagli Alpha che detengono tutte le posizioni di potere, considera gli Omega quasi alla stregua di animali domestici, Steve riceve un regalo che, anche se lui non lo sa ancora, cambierà per sempre il suo modo di pensare e di amare.
La storia penso sia comprensibile anche a chi non ha molta familiarità con questo AU o addirittura a chi non ne sa nulla.
Dal testo:
"Senta facciamo così, le dò qualche giorno di tempo, ci dorma sopra,
vada a vedere qualche altro posto, parli con qualcuno che può consigliarla,
tanto Bucky non va da nessuna parte,
come avrà capito non c’è la fila per acquistarlo.”
Genere: Angst, Omegaverse, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8: But I knew him.


Natasha Romanoff è la migliore investigatrice sulla piazza, Steve ne è consapevole e per questo ha sperato che grazie al suo intervento tutto si potesse risolvere in fretta, ma i giorni sono passati senza un nulla di fatto e Steve comincia a rendersi sempre più conto di quanto Bucky sia diventato importante nella sua vita, di quanto gli manchi, di come sia legato a lui da un legame che va ben oltre a quello del calore e si dà dell’idiota per avere solo pensato di potersi sposare con Peggy, l’unico che vuole nella sua vita è Bucky adesso se ne rende conto senza dubbi ne perplessità; passano i giorni e a Steve sembrava di vivere in un incubo, tutte le mattine quando apre gli occhi spera che si sia trattato di un brutto sogno, spera di allungare il braccio e toccare Bucky che sonnecchia accanto a lui, ma tutte le mattine la verità lo colpisce come un pugno nello stomaco: lui è sparito senza lasciare traccia, dove se ne sia andato e perché è un mistero che nessuno finora è riuscito a svelare.
Qualche giorno prima di Natale Natasha lo raggiunge mentre sta uscendo dall’ufficio.
“Ehi Steve ho bisogno di parlarti.”
Il suo cuore fa un sobbalzo involontario che cerca di smorzare, perché troppe volte si è illuso che Natasha avesse una pista che poi non è approdata a nulla.
Si fermano in un caffè.
“Ci sono novità?”
“Qualcosa, anche se non molto… Il giorno prima di sparire Bucky è entrato in un negozio di abbigliamento sportivo, vicino a casa.”
“Da Nick? Ci conosciamo! Io e Bucky siamo clienti affezionati” e mentre parla, quel ‘siamo” pronunciato senza pensarci, gli rimane in gola come un groppo.
“Proprio lui! Mi ha raccontato che Bucky è entrato perché cercava una T-shirt da regalarti, la cosa gli è rimasta impressa perché un uomo lo ha avvicinato, i due hanno scambiato qualche parola e poi Bucky è uscito velocemente come se avesse visto un fantasma, lasciando la maglietta che aveva deciso di comprare. Mi ha dato la descrizione sommaria di quell’uomo: alto e molto muscoloso, faccia da duro, capelli corti e scuri. Tu sai chi potrebbe essere?”
“No, non ne ho idea. Bucky non me ne ha mai parlato, in realtà non mi ha mai parlato del suo passato, non voleva e io non ho mai chiesto nulla.”
“C’è un’altra novità, ho mostrato una foto di Bucky in giro e un barbone che staziona spesso nei paraggi e al quale Bucky dava sempre qualche spicciolo, si è ricordato di averlo visto qualche tempo fa uscire dal parco, non ricorda più il giorno ma potrebbe coincidere con quello della sua scomparsa, era buio ed era insieme a due uomini, uno dei quali coincide con la descrizione del negoziante, dice che Bucky li seguiva liberamente senza nessuna costrizione, sono saliti su un’auto e sono partiti.”
“Non so cosa pensare.”
“Ho perso parecchio tempo supponendo che Bucky fosse scappato o peggio che si fosse tolto la vita per paura che tu lo abbandonassi e ho seguito piste sbagliate; questi indizi ci dicono che i motivi della sua scomparsa forse non c’entrano nulla con Peggy, ma sono da collegarsi al suo passato.
Sono andata al Ricovero, dove avrebbero dovuto esserci i suoi documenti con tutti i riferimenti ai padroni precedenti, ma proprio nei giorni in cui è scomparso c’è stato un furto e tra le altre cose sono state rubate delle cartelle tra cui la sua. Non ti sembra parecchio strano? Chi dovrebbe rubare delle cartelle? Sicuramente c’è sotto qualcosa di poco chiaro; ora ho bisogno che tu mi dica tutto quello che sai di lui, tutti i particolari.”
“Quello che so è quello che mi ha raccontato in due minuti il custode del ricovero.”
“Lo conosco, l’avevo incontrato quando Stark mi aveva chiesto qualche informazione sul tuo nuovo Omega, ricordi? Un anno fa più o meno. Allora mi ero limitata a scoprire che lo avevi acquistato al Ricovero, che era figlio di due Alpha e che era un soggetto difficile. Non avevo approfondito ulteriormente, non era necessario. Ho interrogato di nuovo il custode e il bastardo dice di non ricordare nessun Bucky e che non è tenuto a conoscere a memoria il nome di tutti gli Omega che sono passati dal Ricovero… penso che qualcuno lo abbia pagato per stare zitto e se così fosse Bucky potrebbe essere coinvolto in qualcosa di molto ben organizzato; avanti raccontami quello che sai.”
Steve cerca di ricordare il più possibile, anche se quello che effettivamente sa è solo qualche notizia vaga e indefinita.
“Incontri di lotta clandestina, esperimenti di laboratorio, sono due piste che possono avere senso, non abbiamo però lo straccio di un nome, niente… Va bene vedrò cosa posso fare.”
“Tu lo sai quanto sia importante per me Bucky, ti prego Nat fai tutto quello che puoi.”
“Ci puoi contare tesoro, lascia fare a me.”

Passa il Natale che Steve trascorre tutto solo in casa perché non se la sente di fingere di festeggiare a casa dei genitori; il pensiero gli corre a quello dell’anno prima quando lui e Bucky a casa dei suoi avevano litigato, allora era convinto che quello fosse il Natale peggiore della sua vita e invece ora si trova a dover affrontare un dolore che neanche poteva immaginare di poter provare.
Passano i mesi e arriva la primavera senza che Natasha sia riuscita ad arrivare a capo di niente, finchè una sera Steve se la vede sull’uscio di casa con stampata sul viso l’espressione di un gatto che finalmente è riuscito ad acchiappare il topo a cui fa la posta da tempo.
“Tesoro ci siamo” dice appena entrata e a Steve sembra che il cuore gli si fermi.
“Ho faticato parecchio ma alla fine sono riuscita a risalire al suo primo padrone un certo Alexander Pierce, un ricco proprietario terriero di Charleston Sud Carolina che è stato arrestato anni fa perché implicato in un giro di incontri clandestini di lotta tra Omega. Nei verbali della polizia risulta di sua proprietà un ragazzo che Pierce ha comprato all’età di quindici anni: James Buchanan Barnes.”
“Bucky?”
“Già, coincide non trovi? Insieme a Pierce fu arrestato anche il suo braccio destro un certo Brock Rumlow, che guarda caso corrisponde alla descrizione del negoziante e del barbone. Dopo l’arresto di Pierce, Bucky è stato venduto ad una casa farmaceutica di proprietà di un certo Arnim Zola, che faceva esperimenti sul condizionamento mentale con sovvenzioni governative. Ad un certo punto il governo ha bloccato le sovvenzioni e Zola ha venduto Bucky al Ricovero. La cosa diventa interessante quando ho scoperto che qualche mese prima che Bucky scomparisse, Pierce e Rumlow hanno finito di scontare la pena e sono tornati liberi, mentre Zola sembra sparito senza lasciare traccia.
Pierce ha venduto la sua casa a Charleston e si è traseferito in una grande proprietà vicino a Baton Rouge in Luisiana, Io sono convinta che lui e Rumlow abbiano deciso di riaprire la vecchia e lucrosa attività in un altro stato e che in qualche modo si sono ripresi Bucky.”
Steve non sa se essere felice o disperato: felice perché finalmente vede aprirsi uno spiraglio di speranza, disperato perché sapere che Bucky è in mano a gente senza scrupoli lo riempie di angoscia; sono passati quasi cinque mesi, cosa è successo in tutto quel tempo a Bucky, è ancora vivo?
“Cosa facciamo?”
“Tu niente. Ho contatto un mio vecchio collega, Clint Barton, è un tipo in gamba, ho lavorato spesso con lui in passato e siamo molto affiatati. Andremo a ficcare il naso a casa del signor Pierce e vedremo cosa ne salta fuori, fra qualche giorno avrò notizie più sicure, non preoccuparti andrà tutto bene, portermo a casa Bucky sano e salvo.”
Qualche giorno dopo Steve riceve una telefonata da Natasha.
“Ciao tesoro, la faccenda è più grossa di quello che pensavo, i sei anni di galera non sono serviti per cambiare Alexander Pierce. Ha una tenuta fuori Baton Rouge in cui alleva cavalli da corsa, è chiaramente una copertura dietro alla quale c’è, tanto per cambiare, un giro clandestino di incontri di lotta: uomo contro uomo si affrontano senza badare a categorie di peso o tecnica di lotta, vince chi resta in piedi o costringe l' altro alla resa. Agli incontri di Pierce però sembra che assista un pubblico estremamente selezionato, gente con molti soldi che punta somme sostanziose, appartenenti ad un club esclusivo chiamato Hydra. A questi incontri si può partecipare solo dietro presentazione di un invito scritto, che solo gli affliati ti possono dare. Io e Clint stiamo cercando il modo di poterci introdurre, ho già un contatto che potrebbe procurarci l’invito; dalle informazioni che abbiamo raccolto sembra che ci siano un paio di incontri al mese, il prossimo ci sarà fra una decina di giorni e sembra che nessuno voglia perderselo visto che i due sfidanti sono tra i migliori in circolazione. Di Bucky per ora non ho notizie, nessuno sembra conoscerlo.”

La sera del combattimento Clint e Natasha si presentano con un invito ufficiale, vestiti elegantemente e con una maschera che copre loro il viso come tutti i partecipanti. Entrano dall’ingresso principale della tenuta, attraversano un lungo viale illuminato da fiaccole come se debbano partecipare ad una grande festa, sono accompagnati in un ampio salone e poi ad un ascensore che scende al piano di sotto, attesi da dei bodyguards che li scortano in un’arena dove siedono in prima fila; quando tutti i partecipanti hanno preso posto le luci si affievoliscono fino a spegnersi, mentre si accendono i fari che illuminano lo spazio centrale.
Alexander Pierce vestito con eleganza fa il suo ingresso: “Benvenuti signori e signore, fra poco inizierà lo spettacolo, questa sera abbiamo il meglio per voi: Kingpin di Austin sfiderà il mio campione: Winter Soldier. Sappiamo tutti che i due sfidanti sono i migliori della piazza quindi vi esorto a non lesinare sulle scommesse, saranno soldi in ogni caso ben spesi viste le emozioni che sono sicuro i nostri sfidanti sapranno farvi provare. L’incontro avverrà in tre round, se alla fine non ci sarà un vincitore si passerà all’uso dell’arma bianca ad oltranza.”
Natasha e Clint immedesimati nella parte puntano ciò che proviene dai fondi che Tony Stark ha messo loro a disposizione e rimangono in attesa. Sono venuti solo come osservatori, con l’unico obiettivo di raccogliere più informazioni possibili.
Raccolte le scommesse cala un silenzio quasi religioso e la tensione diventa palpabile come in attesa di qualcosa di tremendamente eccitante e contemporaneamente, o forse per questo, terribile.
Entrano i due sfidanti: Kingpin è un uomo grande e grosso con il viso coperto da un cappuccio, il Soldato d’inverno è più basso di statura e meno massiccio, veste di pelle nera con una maschera che gli copre la metà inferiore del viso.
L’incontro comincia scandito dalle grida di incitamento del pubblico che, mano a mano che la lotta si fa più violenta, si trasformano in urla becere e volgari che spingono i due sfidanti a non risparmiarsi i colpi.
Kingpin è sicuramente più forte ma il suo avversario è più agile e sembra non reagire al dolore. I tre round passano e i due sono ancora in piedi, anche se entrambi malconci e stanchi.
C’è una pausa più lunga per permettere loro di riprendere fiato e forze.
Clint e Nat sono entrambi veterani del mestiere e non sono sorpresi di vedere tanta gente divertirsi e scommettere su due persone che si picchiano duramente, ma i due, a mano a mano che lo scontro si inasprisce, si rendono conto che non sono spettatori di un semplice incontro di lotta e che i contendenti usano mosse con la finalità di uccidere l’avversario e non solo di metterlo a terra.
Le luci si spengono di nuovo e di nuovo nell’arena entrano i due con un coltello tra le mani.
Nat guarda Clint negli occhi, ora è chiaro di cosa si tratta, quello a cui stanno assistendo è un incontro all’ultimo sangue ma loro non possono fare nulla se non stare a guardare, non c’è la possibilità di fermare l’incontro ne di intervenire se vogliono uscire vivi.
La lotta prosegue con furore ma i due sembrano possedere energie inesauribili, anche se entrambi sanguinano da numerose ferite e l’arena diventa un arabesco di striscie rosse. Quando ormai la stanchezza comincia a farsi sentire, il Soldato sferra un attacco che trova l’avversario scoperto e il suo coltello lo colpisce all’addome. L’uomo stramazza al suolo premendosi la ferita con le mani, il pubblico si alza in piedi e poi a gran voce chiede la vita dello sconfitto che è a terra morente.
“Finiscilo, avanti”
“Uccidilo, uccidilo, uccidilo” diventa un coro urlato da un pubblico inferocito.
Il Soldato si china accanto al suo avversario per finirlo ma si accorge che non è necessario, Kingpin sta rantolando e nello spasimo della morte gli si aggrappa strappandogli la maschera.
Il Soldato d’inverno alzandosi si guarda attorno sordo alle urla del pubblico, con gli occhi vuoti come quelli di uno zombie, poi si gira ed esce dall’arena.
Natasha rimane allibita, immobile non riesce a credere a quello che ha visto, tanto che Clint la deve scuotere per farla uscire da quello stato di inerzia totale in cui sembra sprofondata: “Ehi Nat che ti prende?”
“Il Soldato d’inverno è Bucky” sussurra lei ancora incredula.

Qualche giorno dopo a casa di Stark, Natasha e Clint raccontano ogni cosa, tralasciando solo i particolari più orribili, a Steve, Tony e Pepper.
“Sei sicura che fosse lui?” Steve arranca cercando una possibile spiegazione a qualcosa che è troppo orribile per poter essere vero.
“Sicurissima, era lui ma non era lui, era diverso, come se lì ci fosse solo il suo corpo.”
“Pensi che ci sia lo zampino di quel pazzo di Zola?” chiede Tony.
“Non so cosa pensare, sicuramente anche lui è irreperibile, ha lasciato il laboratorio e nessuno sa dove stia lavorando.”
“Forse lavora per Pierce, forse sta continuando i suoi esperimenti sul condizionamento.” interviene Pepper.
Steve cerca di riorganizzare i suoi pensieri: sapere che Bucky è così vicino alla morte lo terrorizza, bisogna agire in fretta, non si può rischiare che la prossima vittima sia lui.
“Dobbiamo aspettare il prossimo incontro, parlerò con un amico dell’FBI, bisogna prenderli in flagrante, altrimenti Pierce riuscirà ancora a cavarsela” spiega Natasha che ha contatti con ogni agenzia del paese.
“Non posso lasciare Bucky neanche un giorno di più con quei pazzi, dobbiamo agire subito, altrimenti potrebbe essere troppo tardi.”
“Non gli succederà niente credimi, vale un sacco di soldi, nessuno gli farà niente fino al prossimo combattimento” cerca di tranquillizzarlo Natasha.

^^^^^^^^^^^^


Steve ritorna a casa con le idee chiare, non ha nessuna intenzione di lasciare Bucky in quella situazione neanche un minuto in più, quindi prepara un bagaglio veloce e si reca all’aeroporto dove acquista un biglietto per Baton Rouge, con la ferma intenzione di intervenire di persona senza aspettare gli aiuti promessi da Natasha, che potrebbero arrivare troppo tardi.
Arrivato in città trova un albergo e comincia a mettersi alla ricerca di Alexander Pierce, non è difficile trovarlo, visto che l’uomo è proprietario di un allevamento di cavalli molto rinomato. Scoperto l’indirizzo vi si reca subito spacciandosi per l’acquirente di un puledro di razza ma con l’obiettivo di dare un’occhiata attorno: l'azienda sembra molto efficiente e ben organizzata, con numerose stalle attrezzate e ampie aree verdi dove gli animali sgroppano liberamente. Dietro alle stalle e agli uffici, in fondo a un viale di querce della Virginia, sorge l’abitazione di Pierce: una villa neoclassica a due piani, circondata da verande ombreggiate, senza nessun cancello o muro a delimitarla.
Dopo aver preso nota mentalmente di tutte le coordinate se ne va per poi ritornare a notte fonda.
Lascia l’auto a nolo poco lontano dalla villa e si inoltra nel viale e anche se gli sembra strano non trovare guardie o impedimenti, continua ad avanzare con tutti i sensi all’erta. Arrivato alla villa, aggira l’edificio cercando un’entrata secondaria e sul retro trova una bocca di lupo che sembra portare in uno scantinato. Con una cesoia che si è portato nello zaino taglia la rete di protezione e vi si intrufola trovandosi in un ripostiglio, da lì imbocca una scala che scende ancora di più e si trova in un corridoio dove si aprono alcune porte. La mancanza di sorveglianza dovrebbe farlo insospettire ma ogni precauzione è dimenticata quando un odore inconfondibile gli colpisce le narici: è l’odore di Bucky, ma non quello a cui è abituato, quello della pioggia primaverile breve e leggera che interrompe il caldo; quello che annusa ora è odore di pioggia gelida e triste, una pioggia ghiacciata che bagna una terra desolata.
Si avvicina alla porta da cui gli sembra provenga l’odore e chiama piano il nome del compagno, ma gli risponde solo il silenzio, poi le luci aumentano di intensità e dalla scala scendono alcuni uomini armati.
“Ben arrivato signor Rogers la stavamo aspettando, alzi le mani da bravo e ci segua, il signor Pierce le vuole parlare” sogghigna Rumlow puntando un'arma contro Steve.
Viene condotto al piano superiore dell’edifico, in uno studio di legno scuro dove Pierce lo sta aspettando seduto alla scrivania.
“Venire al maneggio è stata una mossa molto azzardata, Rumlow si trovava a passare da lì e l’ha riconsciuta, prima di prelevare Bucky l’abbiamo pedinata e quindi la conosciamo bene, non ci ha pensato?”
No, si dice Steve dandosi dell’idiota, non ci ha pensato; sapere che Bucky è in pericolo gli ha tolto la capacità di ragionare lucidamente facendogli commettere un sacco di errori, forse avrebbe dovuto ascoltare Natasha quando gli ha suggerito di starsene fuori e far agire dei professionisti non coinvolti emotivamente.
“Dov’è Bucky?”
“Bucky non c’è più.”
Steve impallidisce: “Lo avete ucciso?”
“Non proprio, ma ora prima di parlare di Bucky, quello che mi interessa sapere è se questa sua iniziativa di venire a trovarci è una sua idea personale o mi devo aspettare altre visite indesiderate.”
“E’ una mia idea, ci ho messo un po’ per riuscire a capire chi poteva avere interesse a rapire Bucky.”
“Dobbiamo credergli?” chiede Pierce rivolgendosi a Rumlow.
“Può essere, ma è meglio cambiare aria.”
“Sono d’accordo, fai sparire tutto quello che potrebbe essere compromettente” poi rivolgendosi di nuovo a Steve, “Vede Rogers io sono veramente ammirato dal suo affetto, vogliamo chiamarlo così, per un Omega, anche se mi sembra un tantino esagerato, capisce che si è cacciato in un bel pasticcio solo per un individuo che avrebbe potuto sostituire tranquillamente, i soldi non le mancano no? E’ per colpa di gente come lei che gli Omega stanno alzando la testa e qualcuno comincia a pensare che in fondo siano anche loro esseri umani con dei diritti! E’ assurdo… Gli Omega sono molto più simili agli animali che agli uomini e come tali vanno trattati: ci sono Omega da compagnia con cui trastullarsi, altri da lavoro, ci sono quelli da portare alle feste chic per farsi invidiare, altri da usare per il sesso, altri ancora che devono essere tenuti alla catena con la museruola perché pericolosi, questo è tutto. Ora per farle capire di cosa parlo e perché amo il lieto fine e non vorrei mai che lei abbia fatto tutto questo per nulla, le farò incontrare il suo Omega. Sarà divertente vedrà.”
“Portalo nell’arena” si rivolge a Rumlow, “Io mi occupo di istruire il Soldato.”
Steve è costretto a seguire gli uomini, sono armati e lo circondano impedendogli qualsiasi colpo di mano, ma non è a quello che sta pensando, l’unica cosa che gli si è fissata in testa è che fra poco vedrà Bucky e forse insieme potranno trovare una via d’uscita.
Dopo aver percorso alcuni passaggi illuminati arrivano ad un’arena, con uno spiazzo circolare circondato da sedili collocati su degli spalti.
Dopo qualche minuto lo vede entrare vestito di nero, con i cappelli lunghi e la barba non fatta, dei punti su un sopraciglio, il volto tumefatto, una fasciatura al braccio sinistro, dei lividi sul collo e pensa che siano i segni lasciati dal combattimento a cui ha assistito Natasha; è il Bucky che ha visto la prima volta al Ricovero, solo con lo sguardo ancora più vuoto di come se lo ricordava, uno sguardo spento e senza vita.
Bucky non lo guarda neppure in faccia, gli si avvicina con passo spedito e sicuro, come se abbia una missione da portare a termine.
“Bucky” esclama Steve che non ha sperato di vederlo vivo.
“Chi diavolo è Bucky?” ringhia lui senza mostrare nessuna emozione.
“Glielo ho detto Rogers, Bucky non esite più, le presento il Soldato d’inverno” interviene Pierce che se ne sta su uno spalto sogghignando insieme a Rumlow.
Bucky non gli lascia il tempo di replicare che gli si avventa contro e Steve che non se lo aspetta non reagisce, poi istintivamente para alcuni colpi e riesce ad affibbiarne altri, ma Bucky sembra insensibile al dolore e mosso da una forza e da un’energia inesauribile.
Passano solo pochi minuti e il Soldato con una mossa violenta lo atterra, gli è sopra e con un ginocchio gli blocca il collo, mentre con le mani gli torce le braccia dietro la schiena.
Steve cerca di liberarsi ma inutilmente, sta per soffocare, intuisce che Bucky ha l’odine di ucciderlo in modo che Pierce si liberi di lui, facendo sparire il suo cadavere, fuggendo e portandosi via Bucky, per poi trovare un altro stato dove riaprire l’attività criminale.
“Bucky, fermati, sto soffocando” riesce ad ansimare, “Bucky sono Steve, guardami, sono Steve.”
“Steve?” Bucky allenta la pressione del ginocchio e Steve riesce a respirare, “Steve?” ripete, confuso.
”Sono Steve, ricordi?”
Il Soldato si ferma, alza il ginocchio e allenta la stretta delle mani.
“Soldato finisci immediatamente la tua missione, è un ordine, uccidilo” grida Pierce.
Bucky si volta verso di lui sbattendo gli occhi, poi si alza in piedi lasciando libero Steve.
“Ma io lo conoscevo” mormora più a se stesso.
Pierce sbuffa disgustato: “Rumlow pensa tu a finire il lavoro e poi riporta in cella questo idiota e chiamami Zola, il procedimento è difettoso.”
Proprio in quel momento dal fondo di uno dei corridoi provengono grida concitate e fanno irruzione agenti armati dell’FBI, insieme ad alcuni uomini di Pierce che cercano di bloccarli sparando.
“Presto andiamocene, prendi il Soldato, ormai siamo stati scoperti” ordina Pierce a Rumlow, che saltando nell’arena prende per un braccio Bucky che sembra completamente confuso e non oppone resistenza e fugge imboccando il corridoio opposto.
Steve respirando ancora a fatica cerca di inseguirli, ma viene fermato da una sventagliata del mitra di Rumlow.
Li segue quindi a distanza fino sul tetto della casa, dove è parcheggiato un elicottero.
“Avanti andiamo” incita Pierce salendo al posto di fianco al pilota.
Rumlow sta per spingere dentro Bucky quando Steve li raggiunge.
“Bucky fermati, non andare con loro.”
A quelle parole Bucky sembra riacquistare il senso di dove si trova e di cosa sta succedendo, è solo un attimo ma riesce a divincolarsi sferrando una gomitata sul viso a Rumlow che lascia la presa, mentre sulle scale i rumori degli scontri si fanno più vicini.
“Lascialo lì andiamocene” grida Pierce.
Ma Rumlow non è tipo da ingoiare sangue e denti senza reagire, si avventa contro il Soldato con una spallata cercando di spingerlo oltre l’orlo del tetto, Bucky si sbilancia, cade aggrappandosi all’uomo e in un attimo Steve li vede precipitare entrambi di sotto senza che lui possa fare nulla per evitare la tragedia.
Quando Natasha arriva qualche secondo più tardi insieme agli uomini dell’FBI, lo trova in ginocchio ammutolito dall’orrore.
“Steve grandissimo imbecille non ti rendi conto che hai rischiato la vita, che diavolo ti è passato per la testa di agire da solo, cosa pensavi di fare, il super-eroe?”
Si china e lo abbraccia.
“Stiamo cercando Bucky, ci sono altri Omega nei sotteranei, ma lui non c’è.”
“Lo hanno buttato giù dal tetto, chiama subito un ambulanza Nat” riesce a farfugliare Steve tra i singhiozzi.
  
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