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Autore: Elgul1    06/08/2020    5 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Gintoki si era riparato in quella locanda mettendosi proprio seduto al bancone gli sguardi di alcuni avventori si erano focalizzati su di lui come per salutarlo ma, non appena avevano visto il suo sguardo, avevano avvertito un brivido lungo la schiena e, adesso si trovava lì solo senza alcuno accanto.
- Dove ho sbagliato?- Riflettè fra sè e sè mentre si portava alla bocca la tazzina di sakè e la buttava giù tutta d'un fiato. Aveva fatto tutto per aiutare il suo signore e, adesso, che avrebbe dovuto fare se lo stesso uomo che aveva servito non lo voleva? In preda al panico stava per richiedere un'altra bottiglia quando una mano decisa lo fermo dal prendere il nuovo ordine.
" Direi che può bastare così." Sentenziò Kenshin sedendosi accanto a lui con un tono serio.
 " Ti ho dovuto cercare in altre due locande prima di trovarti sei davvero sfuggente." Disse rincarando la dose il rosso.
" Che vuoi Kenshin?" Gli chiese Gintoki con un tono quasi seccato.
" Darti una svegliata..." replicò l altro. " Non hai commeso alcun errore dovresti averlo capito anche da solo." Aggiunse con tono sincero il rosso. Quello che Gintoki aveva fatto era compiere il suo dovere nonostante l'uso di mezzi non proprio corretti verso il suo signore. " Devi solo attendere un'po e, vedrai, che Shigeshige ci ripenserà sei troppo importante per lui." Cercò di convincerlo il rosso ricordando, fin troppo bene quella volta in cui il damyo aveva parlato di Gintoki.
" Vorrei essere fiducioso come sei tu." Borbottò Gintoki illuso prendendo la bottiglia sul tavolo e servendosi. " Ma, in questo momento, non lo sono per niente." Mormorò lugubre servendosi.


-


Un uomo, dai corti capelli bianchi, seduto al bancone attirò l'attenzione di Zoro seduto poco distante insieme a Rufy con davanti due bicchieri di sakè caldo che, con quella pioggia e quel freddo, erano l'ideale per scaldarsi.
 " Secondo te chi sono quei due?" Gli sussurrò al suo capo che, anziche il sakè, si era fatto portare un riso al curry che stava spazzolando via come seconda porzione.
 " Non ne ho idea ma, quando è entrato, tutti gli avventori l'hanno fissato per qualche istante forse è qualche pezzo grosso." Replicò il moro mentre masticava e sputava pezzi di cibo qua e la dalla bocca. Zoro era incuriosito aveva visto una spada alla cintola sia del rosso sfregiato che del capellone bianco che fossero samurai al soldo del damyo?

" Ehi, tu..." Disse indicando il locandiere venuto a portare via la ciotola ormai vuota. " Chi è quel tizio?" Chiese direzionandolo verso il samurai coi capelli bianchi.
" Bhe, quello è Gintoki Sakata uno dei samurai elitè di Sorachi..." Gli spiegò parlando con un tono di voce molto basso. " E' considerato come il più forte dell'intero paese oltre ad essersi meritato il sopprannome di Shiroyasha." Aggiunse prima di allontanarsi con le stoviglie tra le mani.
" Sbaglio oppure era il nome che aveva detto quello svitato del mercante." Mormorò rivoltò a Rufy con un cipiglio che, il compagno, conosceva fin troppo bene.
" Profilo basso..." Gli ricordo sapendo benissimo cosa volesse fare Zoro. " Non ci possiamo permettere di metterci nei guai." Dichiarò apertamente con un tono che voleva apparire autoritario.
Zoro sbuffò quasi stizzito da quel modo di fare così tranquillo del suo capo. " Uff perché non posso mai divertirmi un'po." Sbottò indispettito il verde.
 " Perché ogni volta finisce male." Gli rispose l altro di rimando con un tono che non ammettava repliche.
" Voglio solo parlargli e, se vedrò che non mi calcola, me ne andrò sedutastante, ok?" Propose il verde alzandosi già in piedi prima ancora di ricevere risposta dal compagno. Rufy sospirò rassegnato quando si metteva qualcosa in testa era impossibile fargli cambiare idea.
" Ok, come vuoi ma vengo con te e, se vedo che non è aria, ti porto via di peso." Borbottò mettendosi in piedi e tallonandolo verso il bancone.


-


" Capisco come ti senti Gin..." Prese a dire Kenshin cercando di essere vicino al suo amico. " Anche io ho deluso in passato delle persone e ne porto ancora i segni..." Continuò a dire facendo tornare nella sua mente l'incubo avuto quella stessa notte e che gli regalò una nuova fitta di dolore nell'animo. " Ma non devi buttarti giù a tutto c'e un rimedio." Concluse sperando, vivamente, di riportare alla ragione quell uomo. Gintoki stava per replicare quando, due figure, si palesarono dietro a Kenshin e a lui.

" Buonasera Gintoki-sama." Mormorò il più alto dei due un giovane dai corti capelli verdi e da un kimono nerastro da cui si intravedevano due foderi.
 " Come sai il mio nome?" Domandò Gintoki non ricordando di aver mai visto quel giovane da nessuna parte.
Zoro indicò la gente del locale. " Qua tutti ti conoscono e, ho appena saputo, che sei il samurai più forte del paese perciò..." indicò le spade che teneva alla cintola. " Ti potrei chiedere un combattimento?" Chiese infine con un largo sorriso e due occhi carichi di sfida.
Gintoki e Kenshin lo fissarono per qualche secondo dritto nei suoi occhi neri poi, il bianco, si girò dandogli la schiena.
" Non mi va..." Ammise con tutta sincerità. " Torna tra qualche tempo." Aggiunse mentre versò a lui e Kenshin altro liquore. Zoro rimase interdetto di fronte a quel rifiuto. Solitamente chiunque avrebbe accettato una sana rissa perché quel tipo gli aveva appena detto no?

" Hai sentito? Ha detto che non gli va, dai andiamo." Mormorò il moro dalla cicatrice sotto l'occhio destro e cercando di trascinarlo per le spalle e riscuotendolo da quei pensieri che gli stavano affolando la testa.
" Aspetta Rufy." Dichiarò il verde scrollandoselo di dosso e rivolgendosi di nuovo al bianco. " Chiedo solo cinque minuti del suo tempo..." Provò a dire di nuovo. " Un modo per affinare la mia tecnica sempre se non se la fa sotto e ha paura di perdere." Aggiunse stavolta sotto lo sguardo allarmato di Rufy e uno spruzzo di sakè dalla bocca di Kenshin verso il locandiere.
 Il bianco si voltò di nuovo totalmente apatico con quanto aveva sentito e, osservo, con occhi velati di tristezza  quelli di Zoro così euforici e carichi. Si alzò in piedi superando di qualche centimetro il giovane in altezza.
" D'accordo..." Rispose con un tono apatico. " Accettò la tua sfida ma, sappi, che contro di me, non troverai quello che cerchi." Disse lapidario facendogli cenno e avviandosi fuori dal locale. Kenshin e Rufy si osservarono per qualche secondo interdetti sia per l'affermazione del bianco e del verde e poi gli corserò dietro.

 
-


I passi pesanti di Utsuro percorrevano il corridoio deserto a quell'ora di sera inoltrata. Con la candela nella mano destra a farsi luce osservava la pioggia cadere lungo il terreno e il vento scuotere gli alberi nel rigoglioso giardino ma, tutto quello, non gli importava adesso.

Si avvicinò al muro infondo al corridoio e appoggiò la mano sinistra su una delle mattonelle e, dopo qualche istante, il muro sembrò aprirsi spostandosi di lato rivelando quella che aveva tutta l'aria di una stanza nascosta. Jiraya, essendo un membro di un vecchio clan ninja, aveva costruito varie stanze segrete in tutta la sua residenza alcune, così vecchie, che si erano anche perse col tempo e altre che invece erano ancora in uso. Il samurai grigio percorse a ritroso le scale fino a giungere in una stanza semi buia e, in penombra, notò alcune figure già sedute intorno a un tavolo.

" Grazie di esserti presentato..." Mormorò schiettamente Jiraya con un tono che appariva seccato. Un uomo alto dal fisico muscoloso racchiuso in un lungo kimono violaceo corti capelli neri gli ornavano la fronte e, sull'occhio destro, si notava una benda e una sorta di cicatrice uscire da sotto di esso e che arrivava fin sotto allo zigomo.
" E grazie a te per aver reso la tua dimora il nostro punto d'appoggio." Replicò con un tono più gentile chinando la testa in segno di rispetto.
" Dove sono i tuoi uomini? Credevo che, anche loro, avrebbero partecipato a questa riunione." mormorò Nobunobu stranito del non vedere sia i ninja, sia i suoi allievi. " Loro non sono mai entrati nella residenza." Gli spiegò mentre si metteva seduto proprio di fronte a Jiraya sapendo bene quanto questo lo irritasse.
 " E dove sono andati?" Domandò il padrone di casa piuttosto serio. " Se li scoprono non potrò coprirli come sto facendo con voi è un grosso rischio." Sentenziò incrociando le braccia con disapprovazione.
" I miei uomini sono più che in grado di cavarsela da soli e, inoltre, dovevano portare a termine dei compiti prima che noi iniziamo col nostro piano." Rispose Utsuro con tono breve e coinciso.
Sadasada rise di gusto a quella sua affermazione. " Finalmente hai deciso di dirci quello che vuoi fare? Sono giorni che ti chiediamo spiegazioni e, ogni volta, ci zittivi." Sbottò compiaciuto finalmente di sapere il modo in cui, loro, avrebbero ripreso quello che era loro di diritto.
" Si, è giunta l'ora. Che vi spieghi quello che accadrà a Sorachi nelle prossime ore." Concluse con un tono sinistro nella voce.


-


Il vento muoveva le fronde degli alberi e, la pioggia battente, faceva da contorno ai lati del boschetto Rufy e Kenshin erano lì intenti a osservare i due uomini che, a breve, si sarebbero dati battaglia per un motivo che nessuno dei due capiva bene.

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" Sono lieto che tu voglia batterti con me..." Sentenziò Zoro euforico mentre estraeva una sola spada e lasciava l'altra nel fodero.
" Forse per te si tratta di batterti ma, contro di te, non ho intenzione di usare la mia spada." Replicò con un tono cupo il bianco rimanendo immobile e senza estrarre la spada dalsuo  fodero. Zoro rimase interdetto. " Mi stai prendendo in giro? E allora perché diavolo siamo qui?!" Sbottò mulinando la spada furioso.
" Perché devi capire in cosa stai sbagliando e io te lo farò intendere." Rispose Gintoki con un tono serio e facendo innervosire ancora di più il verde che, stringendo con forza la mano destra sulla spada e una vena pulsare sulla tempia, non rispose e gli ando addosso.

Zoro sfrecciò verso Gintoki con la spada sguainata cercando di colpirlo al fianco. Il bianco scarto di lato evitando l'attacco mentre la pioggia continuava a cadere dall'alto e, Zoro, attaccò di nuovo puntando al volto ma Gintoki lo scansò con una giravolta senza contrattaccare.
" Perché continui ad evitare ogni mio attacco senza fare niente?!" Urlò Zoro stufo di doverlo rincorrere di continuo mentre sferrava un nuovo attacco stavolta diretto al ventre di Gintoki che si scostò di nuovo con un volto quasi annoiato.
" Ci sono battaglie che è giusto combattere e altre che, al contrario, non hanno alcun senso." Gli rispose mentre la spada di Zoro colpiva un'albero del piccolo boschetto facendo volare schegge.
" Forse non vuoi lottare perché sei solo un cane che, se non motivato dal suo signorotto, non fa niente..." Replicò al contrario Zoro cercando di stuzzicarlo. " Infondo si sa che voi, miseri samurai al soldo dei signori, siete solo e soltanto belliimbusti che eseguono ogni comando." Aggiunse notando una vena pulsare per la prima volta sulla tempia destra di Gintoki i cui movimenti sembrarono rallentare nonostante avesse evitato quel terzo attacco diagonale con eleganza.
" Fate tante per loro e poi come vi ripagano? Magari cacciandovi o dandovi solo le briciole." Mormorò ancora mentre, finalmente, colpì la guancia sinistra di Gintoki facendo uscire un rivolo di sangue.
" I vostri padroni sono patetici, sono persone insulse che non fanno niente per niente sono solo egoisti!"Gridò appieni polmoni mentre un fulmine squarciò il cielo sopra di loro e illuminò lo sguardo del bianco che, per la prima volta, non sembrava quello di un uomo ma di una bestia e che fece arrestare il nuovo assalto di Zoro. Il corpo dello spadaccino fu colto da brividi e sentì quasi le mani tremare mentre il vento e la pioggia iniziarono ad aumentare d'intesita come se, fosse il bianco, a controllare quello sprazzo di tempo.

Gintoki estrasse la spada dal fodero in silenzio senza rispondere e là pianto al suolo restando solo col il fodero tra le mani.
Zoro rise vedendo quella scena. " Se pensi che ci andrò piano solo perché usi quel fodero sappi che..." prima che finisse di parlare Gintoki aveva già superato la distanza esigua tra loro e colpito in pieno al costato del verde che perse un respiro per quell'attacco lampo così veloce. Cercò di contrattaccare ma, lo Shiroysha, attaccò di nuovo stavolta al fianco e facendogli avvertire le costole che si incrinavano sotto quel colpo così violento tanto da farlo traballare e indietreggiare.
- E' forte quanto quel pazzo di Kubo?- Riflettè stranito mentre, per fortuna, evitò il terzo attacco fulmineo di Gintoki verso il suo volto ma, prima che potesse pensare a un contrattacco, un pugno prese in pieno il suo volto e avvertì il naso gocciolare sangue mentre veniva rispinto all'indietro di qualche passo.
" Quando osi aprire la bocca nei confronti dei signori altrui..." Cominciò a dire con un tono freddo Gintoki e colmo di rabbia. " Impara bene a non paragonare mai il mio agli altri!" Ruggì sferrando un quarto attacco stavolta alla spalla destra facendo piegare il giovane avversario. " Tu un misero ronin non sai cosa significhi avere una persona come lui che ti aiuta quando non hai nessuno..." Continuò a dire scagliando un potente sinistro al volto facendo mettere carponi Zoro.
" Uno come te, che lotta solo per il gusto di farlo che scatena gli altri non merita più attenzione di così!" Tuonò ancora infierendo sulla schiena scoperta del verde che gridò dal dolore. Zoro cercò di dire qualcosa ma, la vista, si stava appannando sempre di più e, l'ultima cosa che vide, prima di sprofondare nelle tenebre, fu lo sguardo deluso di Rufy.

" Direi che può bastare Gin." Dichiarò apertamente Kenshin avvertendo, anche a distanza, l'aura omicida emanata dall amico in un modo che lo spaventò. Nel loro duello di due settimane fa si era trattenuto? Era questo il suo vero aspetto quando lottava? Mentre pensava questo intravide la figura del moro avvicinarsi al compagno ancora a terra e ormai esanime.
" Ehi, Zoro." Gli disse scuotendolo con un tono preoccupato e non ricevendo alcuna risposta.
 " E' svenuto." Gli confermò Gintoki ancora tremante per la rabbia appena sfogata e riprendendo la spada che aveva messo a terra.
" Ti senti soddisfatto dopo quello che hai fatto?" Gli chiese Rufy con un tono acido. " Ti sarebbe bastato dirgli di no, ti sarebbe bastato non seguirlo oppure, semplicemente, sguainare la tua arma e poi disarmarlo..." Continuò a dire mentre il bianco si allontava da loro due. " Invece hai scelto una via terribile per cosa? Dimostrare che lui non era alla tua altezza minimamente?!" Esclamò ancora colmo di rabbia nella voce. Il samurai si fermò fissandolo torvo.
 " Se avessi fatto una di quelle due cose il tuo amico si sarebbe sentito offeso e oltraggiato e avrebbe, decisamente, potuto fare di peggio..." prese a dire il bianco indicandolo. " Avrei potuto estrarre la mia arma e finirla subito ma, in lui, non avvertò la scintilla o lo spirito che dovrebbe avere un samurai..." Continuò mentre la pioggia iniziò a cessare. " In lui avvertò solo un misero vuoto che tenta di chiudere fingendosi qualcosa che non è. Digli che, se continuerà su questa strada, non troverà mai quello che cerca ma solo una morte misera in un 'esistenza fatta di miseria." Concluse perentorio mentre, seguito da Kenshin, si diressero verso la città lasciando i due banditi soli nel boschetto.





ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi con questo nuovo capitolo di Samurai. Sta settimana aggiornerò tutte e tre le storie visto che, a breve, dovrò ripartire di nuovo..
Grazie a chi legge e recenissce alla prossima.
   
 
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