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Autore: f9v5    09/08/2020    4 recensioni
[Joint Training Battle Arc; Spoiler per chi non legge il manga] [Classe 1-A vs 1-B... probably] [Raiting alzato ad arancione perchè vi saranno scene un pò pesanti ad un certo punto]
Allora, diciamo che questa saga del manga è quella che più mi ha lasciato l'amaro in bocca, per varie ragioni. Ho deciso quindi di provare a riscriverla a modo mio, non so cosa ne uscirà fuori, possiamo definirlo un esperimento.
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Le due classi passarono alcuni secondi a lanciarsi intensi sguardi, sembrava che le schermaglie pre-lotta avessero avuto inizio.
Izuku francamente non sentiva i calori della fantomatica rivalità, ma passò un considerevole lasso di tempo a studiare attentamente tutti loro.
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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-Tell everybody I'm on my way…-
-…New friends and new places to see…-
Tokoyami aveva percepito un’oscurità incombente fin da quando scese dal pullman.
Nel corso degli anni aveva imparato che mai bisognava ignorarla, l’oscurità è fedele compagna di sventure, avvolge nella sua cappa e ti tiene nella sua dolce ed illusiva morsa, accompagnandoti per la vita.
E gli aveva detto che quel giorno un futuro nefasto lo attendeva.
Il ragazzo corvo scostò il ramo di un albero per vedere oltre, c’era un piccolo sentiero roccioso tra gli alberi, sembrava portare verso una zona pianeggiante, almeno così sembrava a vista.
Quando era arrivato all’entrata otto aveva subito cominciato a pensare a quali sarebbero potuti essere i suoi compagni di team, valutando le possibili opzioni.
Midoriya? Beh, di certo lui sarebbe stato gradito e molto, durante il festival sportivo avevano dimostrato di saper lavorare bene in squadra e, considerata l’abilità strategica del verde, sicuramente avrebbe potuto ideare parecchi piani per far combaciare i loro quirk.
Ed era arrivato Shoji… non era affatto male, anzi, era un elemento molto utile, grazie alla sua capacità sensoriale elevata, poteva percepire gli avversari a notevoli distanze e rendere facile evitare possibili imboscate.
Bakugo? Oh no, non ci voleva nemmeno pensare, anche da un semplice punto di vista strategico, con la luce delle sue esplosioni Dark Shadow ne sarebbe uscito costantemente indebolito e quindi svantaggiato in battaglia, oltre a questo, francamente, anche dal punto di vista caratteriale, dopo quanto accaduto Sabato, non ci voleva avere nulla a che fare. Midoriya si era guadagnato il suo rispetto e Bakugo era tutto l’anno che mostrava un atteggiamento ostile nei suoi confronti; non era degno della sua fiducia. Sperava, con cupa perfidia, che la sua arroganza gli si ritorcesse contro prima o poi.
Arrivò Ashido… non esattamente il genio della classe, senza volerle mancare di rispetto, ma non avrebbe avuto nulla da ridire sulle sue abilità, aveva dimostrato di essere una combattente capace, poteva essere l’elemento sorpresa del gruppo, con la sua fantasia a compensare la sua mancanza di tattica.
-Tell everybody I'm on my way…-
-…And I'm loving every step I take…-
Kuroiro? Hm, no, lui francamente sperava di non averlo come compagno, percepiva ancora il suo influsso contrapporsi al proprio. L’oscurità accettava un solo padrone, solo uno dei due poteva sedersi sul trono del buio universale e governarlo, sperava che quell’allenamento desse loro l’opportunità di far squillare le trombe del giudizio.
E il quarto componente fu Manga Fukidashi. Purtroppo sapeva pochissimo sul suo conto, non poteva dare giudizi seri in suo merito o demerito, alla prima occasione possibile avrebbero dovuto chiacchierare tutti e cinque per cercare di trovare possibili metodi di interazione durante le battaglie e come comportarsi.
Yaoyorozu? Lei avrebbe fatto enormemente comodo, in quanto studentessa più intelligente avrebbe sempre avuto un’idea pronta da sfoderare. Certo, ricordava di quando l’affrontò al festival, ma immaginava che fosse migliorata da allora, imparando a gestire meglio la pressione e ragionare a mente fredda anche durante le difficoltà. Si, un elemento che poteva porre un grande vantaggio, un’alleata preziosa.
E invece…
-Not the snow, not the rain…-
Tokoyami si voltò, comicamente infastidito.
-Tsunotori, per favore smettila di cantare, potrebbero sentirci!-
… e invece l’oscurità gli aveva affiancato Pony.
Non seppe dire se fu più lo sconcerto nel realizzare che ormai quell’adorabile studentessa venuta dagli Stati Uniti sembrasse essersi attaccata metaforicamente a lui, visto che se la ritrovava sempre vicino in un modo o nell’altro, o quello strano senso di protezione che era nato in lui e che gli premeva ardentemente in testa quando vedeva quel sorrisino ingenuo ma ottimista.
-E tu, Ashido, ti sarei grato non le dessi corda.-
La ragazza dalla pelle rosa abbassò le spalle con un piccolo sbuffo.
-Uff, però non ammazzarci la gioia fin dall’inizio, Tokoyami, cerchiamo di fare amicizia, altrimenti il gioco di squadra come si forma?-
Non che avesse tutti i torti, effettivamente Tsunotori non aveva avuto modo di interagire né con lei né con Shoji, ergo quei tre, non avevano un briciolo di conoscenza rispettiva, e a suo modo la biondina stava cercando di fare quello che sapeva fare meglio: amicizia, appunto!
Forse il punto stava nel fatto che lui l’amicizia non la ricercasse: non che la rifiutasse, era un concetto diverso, considerava Midoriya un amico, e malgrado tutto andava d’accordo con molti nella sua classe, anche con la stessa Pony avrebbe ammesso di trovarsi sorprendentemente a suo agio, però non era mai stato lui il primo a fare il passo d’inizio.
E forse era da ricercarsi in questo suo modo di vedere le cose il ritenere dannoso il mettersi a canticchiare insieme, era un’azione che per lui aveva poco senso, poteva farli scoprire e mettere tutto a repentaglio già all’inizio.
Fortuna che c’era Shoji, il ragazzone aveva creato molteplici orecchie sulle estremità del suo manto di carne, in caso di possibile pericolo li avrebbe avvisati, e per fortuna era stato così gentile da offrirsi di portare lui gli zaini di tutti, sembrava una bazzecola, ma era sempre un peso in meno per gli altri e uno sforzo non troppo eccessivo per lui.
Manga formulò un punto di domanda nel suo fumetto, era probabile che volesse chiedere come avrebbero dovuto comportarsi.
E lì stava il problema: non per suonare presuntuoso, ma nessuno di loro era la prima risposta che gli sarebbe venuta in mente alla domanda “Chi è il più intelligente del dipartimento di eroismo?”.
Volendo essere del tutto onesti, neanche lui era il massimo.
Era un grosso problema, in quel team mancava una figura che fungesse da leader e stratega, qualcuno che sapesse prendere in mano la situazione e che, in eventuali situazioni difficili, guidasse gli altri.
Urgeva trovare una soluzione il prima possibile.
Hawks cosa gli avrebbe consigliato di fare?
-Perché sei così nervoso?- non si accorse nemmeno che Pony aveva ridotto le distanze e ora teneva il volto a pochi centimetri dal suo becco.
Il ragazzo si strinse nel mantello, forse una metaforica protezione contro il senso di insicurezza che, sadico, stava cercando di opprimerlo.
Strinse i denti.
-Non sono nervoso, sto cercando di pensare ad un piano.- e non era mai stato lui quello dei piani.
I cinque stavano continuando sul percorso, alla fine giunsero effettivamente al confine con uno spiazzo aperto e pianeggiante, si vedevano alcune formazioni rocciose non molto lontano, magari da lì avrebbero avuto un’eccellente visione dall’alto… o rendersi bersagli facilmente individuabili.
Tokoyami mise una mano sotto al becco per pensare, aveva fatto cenno di fermarsi tra gli alberi, meglio restare nascosti.
Che si poteva fare?
Sospirò, forse intanto era il caso di limitarsi a raggiungere la zona sicura, almeno per saperne l’effettiva locazione.
Però…
“Sarà la prima cosa che faranno tutti, conviene rischiare uno scontro già così presto?”
-Abbiamo proseguito sempre dritto finora, giusto?-
Fortuna che ci fu Shoji ad annuire, gli altri sembravano non averci fatto caso, a giudicare dalle espressioni comicamente disorientate.
Fumikage era sicuro solo di una cosa al momento, di quel passo non avrebbero combinato nulla di buono.
Pony lo affiancò e gli picchiettò gentilmente la spalla.
-Secondo me dovremmo andare alla zona sicura.- propose la ragazza, con quel suo onnipresente e dolce sorriso.
-Tsunotori, io non credo sia una buona idea, ci staranno andando tutti i team, rischiamo di incontrare tutti in una volta e sarebbe problematico.-
-Ma allora non ci sta andando nessuno.- disse poi, all’improvviso e completamente d’istinto.
-Come sarebbe, scusa?-
-Se ci vanno tutti e tutti lo sanno, nessuno allora ci va, per non incontrare gli altri.-
Era… sorprendentemente sensato quello che aveva detto, e il fatto che lo disse con un tono di voce così svampito e ingenuo era ancora più sorprendente.
Di fatto anche Mina e Shoji sgranarono leggermente gli occhi e Manga proiettò un’espressione stilizzata di stupore.
Tokoyami era sinceramente impressionato, Tsunotori sapeva rivelarsi più sorprendente del previsto.
E poteva aver ragione: se andare alla zona sicura era la scelta più ovvia, allora tutti ci avevano pensato e, temendo di incappare negli altri team e iniziare una lotta su vasta scala, magari avevano deciso di aspettare, studiare magari il resto dell’arena.
Quindi, in effetti, andare verso il centro poteva davvero essere la scelta più sicura.
-Tsunotori, ma tu sei un genio!- esclamò un’estasiata Mina andando a metterle amichevolmente le mani sulle spalle, ottenendo un sorriso imbarazzato da parte dell’altra.
Tokoyami distolse lo sguardo per tornare a concentrarsi sulla strada in cui si erano temporaneamente fermati.
Shoji lo affiancò e gli avvicinò una bocca replicata.
-Pensi che sia davvero una buona idea?-
-Non possiamo dare per scontato nulla, ma ha il suo merito.-
Chiese al ragazzo più alto di tenere tutte le orecchie sempre ben tese, mai abbassare la guardia, poi inasprì il suo sguardo per darsi un’aria più autorevole.
-Ora ascoltate!-
Continuò quando ebbe l’attenzione di tutti.
-Il suggerimento di Tsunotori è valido, penso sia la pista migliore a nostra disposizione al momento. Trovando la zona franca avremo un punto sicuro per ogni evenienza. A discapito di tutto, ora dobbiamo cercare di essere veloci, prima ci arriviamo, meglio sarà. Se verso le ore 12:30 non saremo ancora arrivati, ci fermeremo dieci minuti per riposare e mangiare qualcosa velocemente, non rischiamo di restare nello stesso punto troppo a lungo, dobbiamo tenerci in movimento.-
Però, allora anche lui ci sapeva fare se ci si metteva.
Il maestro Hawks in fondo aveva ragione, nessuna paura di spiegare le ali, anche metaforicamente parlando.
Dark Shadow uscì per un istante dalla sua schiena per mostrare il pollice in su a tutti e lanciare un incitamento a bassa voce.
-Mi piace quest’idea, allora forza ragazzi, in marcia!- esclamò Ashido, prendendo Pony e Manga per le spalle, i tre cominciarono a marciare allegramente riprendendo a canticchiare, a tono contenuto, il ragazzo più basso stilizzava le sue faccine a tempo musicale.
Shoji e Tokoyami camminavano leggermente indietro rispetto a loro.
Il più alto del gruppo gli rivolse un’occhiata incuriosita.
-Pensi che riusciremo a cavarcela?-
Il ragazzo-corvo gli riservò uno sguardo fiducioso, poi guardò anche gli altri tre, poi si scoprì a soffermarsi di più sull’allegro volto di Pony e della sensazione di benessere che, per qualche motivo, gli trasmetteva.
Il suo becco si inclinò in un piccolo sorriso.
-Siamo un quintetto totalmente disfunzionale… ma l’oscurità agisce per vie traverse e apparentemente indecifrabili. Credo che possiamo dire la nostra in quest’esame!-
 
 
 
Il Ground Omega era una vasta zona a cielo aperto, ricreata perché riportasse il più fedelmente possibile l’ambientazione di una vallata presso le montagne col relativo ecosistema.
Pertanto non c’era nulla di cui meravigliarsi se ogni tanto si poteva intravedere qualche animale passare lì in mezzo.
Poteva succedere di vedere insetti muoversi per terra, lucertole arrampicarsi sugli alberi, farfalle svolazzare nei campi, o pesci sguazzare negli specchi d’acqua.
Una così vasta gamma di creaturine di fatto rendeva un certo studente una minaccia praticamente costante, specie da quando aveva superato la sua fobia per gli insetti, di fatto era potenzialmente impossibile che questi non riuscisse a localizzare qualcuno qualora lo avesse cercato.
Gli studenti della classe A ovviamente non avrebbero avuto dubbi sull’identità del ragazzo in questione: Koda Koji.
L’unanimemente eletto studente più timido della sezione (aveva superato nelle votazioni persino Midoriya… e si, avevano votato) era in quel momento su un largo spiazzo piano su una montagna, ben attento a non sporgersi per non rischiare di essere individuato.
Quando notò l’arrivo del suo informatore, estese un braccio, lasciando che il piccolo piccione bianco vi si appollaiasse, avvicinò il volatile all’orecchio e ascoltò cosa aveva da comunicargli.
Lo ringraziò con una carezza sulla testa e lo mandò di nuovo in perlustrazione per ogni evenienza.
A quel punto fu affiancato da Kendo.
-Cos’hai trovato, Anima?-
Il ragazzo le sussurrò qualcosa all’orecchio, in seguito Itsuka lo ringraziò con un cenno e cominciò a pensare.
Non erano molto distanti, probabilmente avevano deciso di muoversi in maniera più trasversale proprio per cercare di incontrare altre squadre.
Se era lo scontro o meno che cercavano non poteva saperlo, ma sapeva che lei era più che pronta per darglielo.
Si accomodò a gambe incrociate sul terreno roccioso, in meditazione, sapeva chi erano i cinque in questione, bisognava trovare una buona strategia e capire, innanzitutto, chi fosse il membro di quel team che conveniva provare a catturare prima.
Koda restava vigile, era meglio non deconcentrarsi.
La ragazza dai capelli arancioni si rialzò dopo alcuni minuti, un sorriso determinato sul volto a simboleggiare che una trovata l’avesse eccome.
-Torniamo dagli altri, so come dobbiamo fare e chi sarà il nostro obbiettivo, per cominciare.-
Lì non contavano più le classi, era uno scontro in cui ciò che contava era pensare al bene del proprio team, e lei si sarebbe impegnata al massimo per i suoi compagni e sapeva di potersi fidare di loro.
-Il primo passo sarà pedinarli finché non giungeranno in una zona adatta, i tuoi amici animali stanno continuando a seguirli, giusto?-
Fu soddisfatta quando il ragazzo le annuì in risposta, bene, era stato previdente, buonissima cosa.
-Dimostriamo di che pasta siamo fatti!-
 
 
 
Shinso cominciò a pensare che, per quanto ardentemente sognasse di essere un eroe, forse quello era un peso troppo pesante da sorreggere persino per un tipo calmo e controllato come lui.
-MUOVETE IL CULO SCARTI, GUAI A VOI SE MI RALLENTATE!- urlò Katsuki Bakugo e lì, per l’ennesima volta, si ritrovò a pregare che gli esplodessero le corde vocali, sai la soddisfazione.
-Santo cielo, ma che rottura questo.- mormorò Kosei Tsuburaba a denti stretti, l’ultima cosa che voleva era farsi sentire e farlo sclerare ancora di più.
Shinso non poteva certo dargli torto, fosse stato per lui gli avrebbe volentieri fatto il lavaggio del cervello per farlo tacere, ma francamente credeva che neanche valesse la pena sprecare il suo quirk per un tale isterico.
-Lo sai, Bakugo, se il tuo scopo è farci scoprire subito allora sappi che stai andando alla grande, piano geniale, davvero.- lo provocò Monoma senza peli sulla lingua.
Quello o voleva morire o ci teneva davvero tanto a farsi odiare, ma non poteva certo dire che avesse torto, anzi, visto che in quel momento stavano camminando in uno spiazzo erboso, in campo aperto e senza barriere naturali, sarebbero potuti essere bersagli facili.
In sostanza, Bakugo avrebbe fatto meglio a darsi una regolata.
-Ehm, ricordatemi una cosa, perché lo stiamo seguendo?- chiese un titubante Shoda, non nascondendo un tremolio quando il biondo dai capelli a punta gli rifilò un’occhiataccia.
Gli era bastata la settimana di convivenza con lui, ogni giorno col timore di incrociarlo per paura che questi si vendicasse in nome di un torto che non gli aveva mai recato, era un allenamento fino a prova contraria, sembrava, da come lo guardasse, che lui non avrebbe neanche dovuto azzardarsi a combattere e farlo vincere perché era lui, e ora doveva pure averlo come compagno di squadra.
Il ragazzo più basso del gruppo già sentiva di non poterne più, non era passata nemmeno mezza giornata e quasi provava l’impulso di farsi catturare per dare uno svantaggio a quell’arrogante, a fermarlo la lealtà verso gli altri suoi compagni, che non meritavano una cosa del genere, per loro sì che era disposto ad impegnarsi.
-Oh, noi non lo stiamo seguendo. Semplicemente ci dirigiamo al centro dell’arena e, casualmente, anche lui lo fa. Sinceramente, io non mi farei problemi a lasciarlo qui, col suo carattere da primadonna ci creerà più problemi che altro.-
E alle parole dell’altro biondo Bakugo si fermò di scatto, voltandosi mostrò un ghigno sadico che sembrava uscito da un horror.
Monoma alzò gli occhi al cielo quando questi cominciò ad avvicinarglisi, aveva già capito la “strategia”.
Uraraka, tenutasi più indietro, voleva proprio stargli lontano, dopo Sabato, se aveva mai avuto un briciolo di rispetto per lui, era sparito del tutto.
Onestamente, ma perché proprio Bakugo in squadra? Era convinta che, al suo posto, chiunque si sarebbe posto lo stesso quesito, perché, dovendo essere onesti, chi voleva Bakugo? Chi voleva sentirsi denigrare e urlare contro tutto il tempo? Chi poteva anche solo pensare che ci fosse qualcosa di eroico in uno come lui che sembrava mirare al titolo di Eroe solo per il proprio autocompiacimento?
Si rese conto, in quel momento, di come il suo rispetto per Deku fosse ulteriormente cresciuto, perché Deku, pur non essendo lì in quel momento, era divenuto ancora più grande ai suoi occhi, perché non c’era altro modo per descriverlo, lui che, malgrado tutto, ancora voleva dargli una possibilità.
A quello stesso ragazzo che ora stava muso a muso con un compagno di squadra solo perché non voleva fargli da galoppino.
-Senti un po', fotocopia di merda, io sono il più forte qui e, per inciso, un piano io c’è l’ho!-
-Bene, sono curioso di sentirlo.-
-Se sarò in difficoltà, voi dovrete aiutarmi. Se sarete voi a finire nei guai, sarò io a salvare voi sfigati!- concluse con quell’onnipresente ghigno ferale.
Non ci volle molto prima che Neito scoppiasse in una delle sue sguaiate risate un po' disturbanti.
-Questo?! Questo tu me lo chiami piano?! Questo non è un piano, questo è lo standard minimo richiesto a degli eroi che lavorano in squadra. Cioè, per caso quel tono di voce convinto stava ad indicare che ne andavi pure fiero, che credevi veramente di aver ideato chissà quale fine strategia? Magari vuoi anche che ti applauda? Te lo dico sinceramente, un “piano” così può funzionare solo in un universo dove “un’entità superiore” ha deciso di pararti il culo!-
E per quanto il tono usato fosse spaccone e derisorio, tutti concordarono con Monoma. Quello per Bakugo era un piano?
Una vena sembrò sul punto di esplodere sulla fronte dell’altro.
-Sai, Bakugo, il tuo amico rosso…-
-LUI SI TINGE!-
-Wow, qualcosa sul suo conto allora la sai, mi sorprende… Kirishima sostiene che tu infondo ora ti preoccupi per gli altri. Temo il poveretto abbia frainteso giusto quelle due volte in cui puoi aver detto qualcosa di decente quando te ne stavi tranquillo senza rischiare nulla, dando per scontato tu sia cambiato. Ma sai, è quando le cose vanno male, che si tende a far uscire fuori il vero “IO”, a quel punto che farai? Ci mostrerai questi fantomatici miglioramenti o farai come al tuo solito?-
Cazzo, quella fotocopia di merda stava veramente superando il limite, non lo fece esplodere solo perché poteva servirgli.
-Se sei ancora in piedi è perché magari puoi tornarmi utile, scarto!-
Eppure sentiva la frustrazione crescergli, quel bastardo della B non solo non si levava quel sorrisetto dalla faccia, ma non arretrava neanche un po', chi cazzo credeva di essere? Era solo un personaggio secondario, per giunta vestito come un cazzo di stramaledetto pinguino, avrebbe fatto bene ad abbassare la cresta.
E invece Monoma, col suo immancabile sorrisetto beffardo, si aggiustò il costume da Hero, riprese a camminare e gli andò oltre, lo superò prendendo la guida, lasciandolo con la vena sempre più prominente.
-Forza ragazzi, raggiungiamo un punto sicuro, abbiamo di meglio da fare che ascoltare i capricci di un bambino viziato.-
Non ci fu nessuna obiezione, Tsuburaba e Shoda lo seguirono subito.
Shinso scambiò con Bakugo un’occhiata di mezzo istante prima di andare oltre a sua volta, aveva deciso che, per quanto presuntuoso, Monoma almeno sembrasse tenerci davvero alla propria squadra, a differenza di qualcun altro che li vedeva solo come strumenti.
E rincarò la dose quando lo affiancò.
-Di persone come te ne ho conosciute, arroganti fino al midollo, convinti gli fosse tutto dovuto. Intanto, io sono qui a giocarmi le mie possibilità… loro alla U.A nemmeno sono entrati. Rifletti su questo!- volto inespressivo e voce tagliente, Shinso non ebbe pietà per lui, non la meritava.
Benissimo, anche lo psicologo mancato, un altro extra da togliere di mezzo quando non gli sarebbe più servito.
Davanti, l’unica che non gli era andata oltre, c’era rimasta Uraraka.
-Che cazzo hai da guardare, faccia tonda? Ti dà fastidio che io non sia Deku, vero?- e quando la vide arrossire proseguì con un verso di sufficienza.
L’amore già di per sé era una puttanata inutile, quella lì per giunta sbavava dietro a Deku, evidentemente ci teneva tanto a rovinarsi la vita.
-Se ci ritrovassimo nei guai… tu ci aiuteresti?-
Lui inarcò le sopracciglia, quasi scioccato da quella domanda, ma non l’aveva sentito cosa aveva detto prima?
-Nessuno di questo team verrà eliminato! Il numero uno non può che puntare alla vittoria perfetta, è l’unica vittoria degna!- annunciò.
Tanto bastò perché Uraraka sospirasse.
La vittoria perfetta, per lui dunque non erano altro che questo, numeri da aggiungere per ottenere il risultato che voleva, per gonfiare il suo ego.
Deku puntava a vincere perché era la condizione necessaria per salvare le persone, per ispirarle a essere migliori.
Bakugo puntava a salvare le persone perché era la condizione necessaria affinché vincesse, solo per sé stesso.
-Lo sai… mai come adesso, sono convinta che Deku sia migliore di te!-
-Ovviamente! Figurarsi se tu non ti saresti messa in prima linea per su…-
-NON SI TRATTA DI QUESTO!- stavolta fu lei ad urlare, tanto che pure gli altri che già si erano avviati si fermarono stupiti.
Ochaco stringeva i denti, l’ultima cosa che si aspettava era che avrebbe dovuto dare conferma dei suoi sentimenti a Bakugo, ma se era per dare un definitivo calcio a quella sorta di timore reverenziale che tutti, dovute eccezioni a parte, sembrassero avere nei suoi confronti, allora lo avrebbe fatto.
-Quei sentimenti voglio metterli da parte! Deku è migliore di te appunto perché è l’esatto opposto di te! Tutti noi lo ammiriamo perché cerca costantemente di migliorarsi, e fa di tutto per spingere anche noi a fare altrettanto. Tu, invece, cerchi di spingere tutti in basso, ti senti migliore degli altri e, tramite la paura, cerchi di costringere tutti a pensarla come vuoi tu. Ti dico questo Bakugo: io fiducia in te non ne nutro e penso che Deku si sbagli a volerti dare un’altra occasione! Ma essere un eroe è anche il mio sogno, voglio poter essere migliore di come sono ora! Perciò proverò a fare squadra con te, sperando che una piccola parte di te voglia fare altrettanto.-
Sconvolgimento.
Sconvolgimento puro, questo c’era nello sguardo cremisi di Katsuki Bakugo mentre anche Uraraka se lo lasciava alle spalle.
Che cazzo stava succedendo, perché, all’improvviso, tutti quegli scarti osavano parlargli così?
Voleva bloccarla, urlarle contro, rimetterla indietro, nelle retrovie, era li che meritava di stare, come tutti gli altri, invece anche lei andò oltre, lo superò.
Era stato lasciato come ultimo della fila, era indietro.
Strinse ancora di più i denti, i pugni, sotto i guanti, sbiancarono per la forte stretta, gli occhi inondati di sangue.
Deku, era sempre e solo colpa sua!
Lui e le sue stronzate, ora tutti pensavano che bastasse credere in qualcosa per ottenerla, no, non funzionava così, i più forti vincevano, i più deboli dovevano star indietro e in silenzio.
“Deku di merda, stavolta ti ridurrò in cenere per davvero!”-
Che mattinata di merda!
 
 
 
Erano circa le ore dodici quando Iida propose al suo team di fermarsi per una pausa.
Come il rappresentante della sezione A e i suoi compagni ebbero modo di notare, nel ricreare l’ambiente di una zona di valle in prossimità dei monti, quelli della U.A non avevano lesinato nemmeno sulla costruzione di alcuni edifici che ricreassero meglio l’atmosfera.
I cinque entrati dal gate 3 si trovavano in quel momento all’interno di una casupola in legno, di modeste dimensioni, una sorta di piccolo rifugio sperduto.
Tenya aveva proposto di fermarsi giusto per pochi minuti, il tempo necessario di consumare qualche barretta proteica e bere un po', lo stretto indispensabile.
-Non dobbiamo sovraccaricare di grassi il nostro organismo, in una situazione del genere, un Hero deve saper mantenere il suo corpo nel corretto stato di forma.- aveva detto.
Tetsutetsu annuì con convinzione, dichiarando come fosse virile da parte sua dare al proprio fisico la giusta cura, Aoyama all’inizio protestò per la mancanza di un piatto a base di formaggio francese ma fortunatamente fu convinto.
Kuroiro fu pacato e accennò semplicemente qualcosa sul fatto che l’oscurità dovesse sempre stare in forma per poter cogliere di soprassalto le sue vittime.
Mineta… beh, lui si lamentò per altro.
-Ancora non riesco a credere che nel mio team non ci sia nemmeno una ragazza, che sfiga.- piagnucolò il tappetto.
-Sarà stata una saggia e ragionata mossa dei nostri insegnanti per prevenire i tuoi atteggiamenti disdicevoli, Mineta.- lo redarguì Iida, rimediandoci uno sbuffo dall’altro.
-Comunque uffa, non abbiamo ancora incontrato nessuno, io ho voglia di menare un po' le mani.-
-Attento con le richieste, Tetsutetsu, l’oscurità ha sempre modi ambigui di esaudirle.- replicò un ghignante Kuroiro.
Yuga si avvicinò alla finestra per dare un’attenta sbirciata, avevano disseminato la zona con lunghe corde adornate con le sfere appiccicose di Mineta, ma controllare personalmente era più saggio.
C’era il limitare della foresta lì vicino… e qualcosa vicino gli alberi.
Affinata bene la vista, notò che si trattava di un paio di guanti e scarpe fluttuanti, Hagakure, senza ombra di dubbio.
-Mes amies, sembra che abbiamo compagnia.-
Iida lo affiancò subito alla finestra, attento non farsi vedere, osservando attentamente poté confermare da sé che, sì, era senza dubbio Toru.
Avevano finito la loro pausa, quindi a quel punto c’erano due possibilità: o allontanarsi per evitare uno scontro che, dopo mezza giornata, poteva rivelarsi debilitante, oppure analizzare bene la situazione per capire se fosse possibile rischiare.
Mineta, con gli occhi sgranati, cercò letteralmente di saltare fuori dalla finestra, prima che Tetsutetsu lo prendesse al volo per la collottola del costume.
-Lasciatemi, dopo una settimana senza fare commenti su tette e culi ora mi ritrovo senza neanche una femmina in squadra, lasciatemi andare, la catturo io, mi accontento anche di un paio di tette invisibili!-
-Amico, seriamente, sei raccapricciante.-
Iida stava cercando di capire se fosse il caso di attaccare, poteva trattarsi benissimo di un’imboscata.
Aguzzando la vista, notò che i guanti si abbassarono e, a giudicare dalla disposizione, sembrava che Toru avesse poggiato le mani sulle ginocchia, stava riprendendo fiato dunque?
Che fosse scappata in seguito ad un attacco subito dal suo team? Perché allora poteva essere una ghiotta occasione per prendere un ostaggio.
Effettivamente un’idea l’aveva.
-Aoyama, spara un raggio laser in sua direzione, Kuroiro, richiedo la tua prontezza. Userai l’ombra del laser per raggiungerla in fretta, a quel punto la intrappolerai nel nastro, noi ti verremo incontro per difenderti da eventuali attacchi, se dovesse essere una trappola.-
I due componenti annuirono, e il ragazzo biondo puntò il gomito in direzione di dove si trovava Hagakure e sparò un raggio laser dall’apposito dispositivo, Shihai fu altrettanto veloce a tuffarsi nell’ombra proiettata dalla scia luminosa.
Il raggio perforò l’albero vicino al quale Toru era appostata e Vantablack sbucò dall’fumo ritrovandosi faccia a faccia (più o meno) con lei.
Caricò il pugno e lo diresse all’addome della ragazza, un colpo secco per cominciare.
-Abbiamo il primo ostaggio!-
 
 
 
Dopo essere stato fondamentalmente sgridato da tre componenti del team, Bakugo si era mantenuto silenzioso per le successive ore.
Alle ore 13 il team entrato dalla porta 1 giunse in prossimità di una formazione rocciosa vicino la quale scorreva un fiume, la foresta dal lato opposto, avevano provveduto anche a quelli dunque.
Uraraka non perse tempo e andò a dissetarsi e riempire le borracce di quel po' che erano state svuotate.
-Fermiamoci un minuto!- ordinò Monoma, venendo presto ascoltato da tutti, eccetto Bakugo.
-Chi ti ha nominato capo, eh?-
Venne totalmente ignorato, era come se stessero fingendo che non ci fosse.
-Ah, però, se non fosse che siamo nel bel mezzo di un’esercitazione, sarebbe un bel posto per un picnic tra amici.- Ochaco sorrideva accomodante, la sua allegria era contagiosa e persino Monoma qualche volta si ritrovò a sorridere di fronte alla sua gentilezza, seppur subito dopo montava la sua miglior espressione da bastian contrario pazzo e asseriva che non sarebbe cascato nei suoi subdoli trucchetti da studente della A.
-Ma siamo compagni di squadra, che senso avrebbe ingannarti?-
-Voi della A agite per vie sleali e meschine, non mi farò fregare.-
Restava da capire se fosse serio o stesse solo cercando di mantenere una facciata.
Ma Kosei e Nirengeki invece non si erano fatti nessun problema, qualche piccola conversazione ci era sfuggita e la presero subito in simpatia.
Shinso non parlò granché, si limitava giusto a qualche grugnito o risposta monosillabica se proprio necessario, ma non si era mai mostrato scontroso nei confronti di nessuno del gruppo.
Bakugo ringhiò, cazzo se gli davano fastidio.
-Avete finito di giocare agli allegri boy-scout, eh?-
Lo ignorarono ancora una volta, oh, allora avevano proprio deciso di farlo incazzare.
-Penso che la cosa migliore sia seguire il letto del fiume, ho un sospetto che voglio verificare.- asserì poi il possessore del quirk Copy.
I cinque si rimisero in piedi e si apprestarono a ripartire.
Bakugo Katsuki aveva veramente una scarsa pazienza, e quei cinque non avevano fatto altro che provocarlo, e quel fastidio che gli bruciava in petto non la smetteva.
“Sai, magari potresti cercare di essere almeno un briciolo collaborativo.”
“Fottiti! Non mi faccio dare ordini da nessuno io!” ricacciò indietro quella stupida vocina, le sue parole erano stupide, quello che gli proponeva era stupido, e… e ora cominciava pure a litigare con sé stesso?!
Riprese il passo per stare dietro a quegli altri.
-Come va, Bakugo, per caso ti senti stanco, perché se ti va posso darti altri due minuti di pausa?-
Monoma sapeva benissimo che quel comportamento era sbagliato, un eroe in teoria non dovrebbe mai abbandonare un compagno.
Ma, d’altro canto, un eroe a volte doveva prendere anche decisioni difficili, e un elemento di disturbo che col suo carattere rischiava di compromettere le dinamiche dell’intera squadra era anche peggio, magari quindi lasciarlo da solo per i primi tempi lo avrebbe portato a darsi una calmata.
Peccato che Bakugo considerasse il tutto solo come un’offesa nei suoi riguardi.
-Vaffanculo, fotocopia! Questa giornata è cominciata di merda che peggio non si può.-
Ma si sa che a volte la fortuna gira e, quel giorno, decisamente non girò in suo favore.
Bakugo percepì una presenza, un’ombra sopra di lui.
Fu tutto nell’arco di un istante, poi un urlo.
-SMAAAAAAAAAASH!
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Signori, ci siamo, con questo capitolo la sfida comincia ufficialmente.
Dopo una prima parte un po' più tranquilla, giusto per calarci nell’atmosfera, alla fine abbiamo cominciato a vedere i preavvisi di alcune battaglie.
Allora, la canzone che Pony e Mina canticchiano all’inizio è “On my Way” di Phil Collins, personalmente mi sembrava pertinente all’atmosfera di allegria che lei cerca di portare a tutti e Mina non poteva non aggregarsi dai. Hm, mi sa che ho trovato una nuova amicizia che mi piace, Toru potrebbe non essere contenta. XD (ma solo io ho il sospetto che Tsunotori sia stata ideata dopo una maratona di “My Little Pony”?)
Riguardo il Team di Itsuka, non vi dico nulla dai, altrimenti che sorpresa sarebbe? ;)
Dopo Midoriya nel precedente capitolo, qui abbiamo un bel pacchetto da tre: Uraraka, Monoma e Shinso non le mandano a dire a Bakugo e per chi volesse dirmi che ormai Bakugo è cambiato e non reagirebbe più così… sì, certo, aspetta che vado a cambiarmi il polmone che mi è esploso dal troppo ridere.
E ora, l’appuntamento praticamente fisso dei miei angoli: le critiche a Bakugo!
Signori, non mi venite a dire che Bakugo non si comporterebbe così se lo criticassero, dopo il secondo combattimento con Izuku non c’è stata una singola volta in cui Horikoshi lo abbia messo in una situazione difficile con altri studenti. Molto semplicemente, per come la vedo io, perché altrimenti il castello di carte crolla, la bugia si scopre, si vedrebbe che Bakugo non si è evoluto manco per il c***o, quindi meglio dargli vita facile, farlo vincere senza problemi senza dargli sfide che farebbero emergere il suo caratteraccio e condiamo tutto con false e ipocrite giustificazioni su quanto sia cambiato troppo, su come ora si preoccupi per gli altri ecc. Tutte balle, Bakugo non tiene affatto agli altri, lui cerca la vittoria perfetta (sue parole) e aiuta gli altri perché sono il mezzo per ottenerla, per lui sono strumenti per soddisfare il suo ego. Bakugo fa schifo ragazzi! Se decidesse che la vittoria perfetta richiedesse altro lascerebbe tutti nello schifo e se ne fregherebbe.
Opinione mia, ovviamente, ma ho la seria convinzione che Horikoshi per primo le provi tutte: Bakugo dice “io aiuto voi, voi aiutate me!”, allora subito tutti a dire che è cambiato, che è un genio della tattica, che la sua sfida gli ha dato i brividi (Porca miseria, lo ha fatto dire ad All Might, rendiamoci conto), quando una cosa del genere non avrebbe mai potuto funzionare visto i progressi che in teoria gli altri hanno fatto rispetto a lui ma ovviamente visto che lui deve apparire imbattibile allora fanc**o il senso e facciamo che è un genio (onestamente, più lo analizzo e più Bakugo mi sa di Gary Stu), Bakugo dice che punta solo alla vittoria perfetta precisando “IO”, sottolineando di fatto che non è cambiato, e allora subito a distogliere l’attenzione su Monoma, personaggio odiato dai fan, in cui questi viene messo in ridicolo e, con faccia palesemente esagerata, farlo gridare sbalordito sorprendendosi che questi sia cambiato.
Sicuramente è frutto delle mie paranoie, ma visto che ho il diritto di dire la mia: signori, Bakugo nei fatti non è cambiato minimamente, Horikoshi ti ficca questo concetto in testa tramite il manga stesso, chi lo elogia e lo definisce cambiato, migliorato ecc viene messo in luce positiva, chi lo critica, tipo Monoma, viene rappresentato sempre negativamente, questo lo chiamo messaggio subliminale per lavare il cervello. È ignobile e da paraculo ‘sta cosa, il manga cerca di ficcarti il concetto che Bakugo sia una persona migliore a forza in gola e quando succedono certe cose e perché colui che lo fa sa benissimo che la verità è opposta.
E non citatemi le frasi “Se guardi gli altri dall’alto in basso non capirai mai le tue debolezze” o “devo capire cosa mi manca”, perché signori, sono parole vuote, messe lì per lo stesso proposito: ditemi se caratterialmente avete visto un seguito a suddette frasi? No, sempre lo stesso atteggiamento.
Se ci fate caso, Midoriya e Todoroki sono ormai rappresentati come gli unici che gli tengono testa, guarda caso sono quelli verso cui ha l’atteggiamento più di m***a, perché Bakugo può dirti ogni tanto due cose carine… fintanto però che tu rimani uno scarto che ha paura di lui e lo considera superiore, se lo tratti come un tuo pari allora devi solo morire, in sostanza lo stesso atteggiamento che aveva alle medie, preciso, puoi ricevere un trattamento mezzo decente fintanto che resti dietro di lui, ma non osare neanche ad avere i tuoi sogni, perché se no verrai subito minacciato e picchiato.
Signori, BAKUGO… NON…È… CAMBIATO! Non è un eroe e non lo sarà mai finché continua così!
Chi vuole bersi quello che Horikoshi rifila faccia pure, ognuno ha diritto alla propria opinione e ribadisco un’altra cosa: non sto dicendo che chi ama il personaggio di Bakugo sbaglia, non ho nessuno diritto per giudicare e alla fine tutto quello che dico ogni volta è uno sfogo personale, io c’è l’ho con quelli che lo giustificano a tutti i costi, che adducono scuse, che affermano che è tsundere, questi sono tipo i tre quarti della fanbase di questo personaggio tossico, la parte tossica appunto, poi c’è l’altro quarto, quelli che lo amano per la questione psicologica o per il processo evolutivo che potrebbe avere ma che hanno l’intelligenza e l’onestà di ammettere che deve cambiare come persona e che debba farsi una presa di coscienza grossa quanto l’Everest, a voi rinnovo il mio rispetto sincero per riuscire a trovare qualcosa per cui si possa effettivamente apprezzare questo rifiuto umano.
Sinceramente e per concludere: penso che la vita vera, che il mondo in generale, faccia schifo, ho un carattere cinico e disilluso, i manga, gli anime, i libri, i film, qualunque genere di prodotto di fantasia, li amo perché mi permettono, per quei momenti in cui mi ci immergo, di estraniarmi da questo schifo di mondo, perché lì almeno posso vedere coloro che si impegnano, che credono nei loro sogni e nel rispetto degli altri che alla fine, malgrado le difficoltà, realizzano i loro obbiettivi e coloro che hanno avuto tutto facile dalla vita, che si ritengono migliori e che godono a schiacciare gli altri per soddisfazione personale alla fine ricevono sempre le critiche e i calci in faccia che merito, se voglio il contrario, se voglio l’ingiustizia, la glorificazione di chi non la merita e l’ignorare chi si fa il mazzo, mi basta la vita vera, specie poi se vivi in Italia.
Bakugo e Midoriya, in questo senso, stanno ricevendo un trattamento molto all’italiana se ci pensiamo: il primo viene elogiato perché… boh, perché “è figo” (l’avessero fatto di aspetto brutto ci scommetto quanto volete che minimo metà dei suoi “fan” non lo avrebbe manco ca***o), Izuku è ritenuto un frignone, quando questa considerazione è frutto di una superficialità estrema… qui lo dico, si può odiare Izuku (io francamente non capisco come), ognuno ha i suoi personaggi preferiti e gli odiati, ma se mi dite che la ragione per cui lo odiate è che è un frignone allora vuol dire che non avete capito un c***o del suo personaggio, tornate pure a elogiare Bakugo, ci sto a credere allora che vi piace perché è “interessante”.
Ma mi consolo perché, avete già capito, nel prossimo capitolo gli sparò la prima ondata dell’acquazzone promesso, quella più lieve.
Vedrete come lo combino, tanto nel fisico quanto nella testa.
  
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