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Autore: AlbAM    06/09/2020    29 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 14

Safet!


Martini si fermò immediatamente e cambiò atteggiamento mostrandosi allegro e scherzoso "Eccola qui, la Dott.ssa Maxia, è tutta sua! Io vado che sono pieno di lavoro!" rispose strizzando l'occhio ad Alba come se non fosse successo niente e ricevendo in cambio uno sguardo allibito.

“Certo che quello ha una bella faccia da culo, un attimo fa voleva strozzarti e ora fa il simpatico!" commentò Sael.

Alba era confusa, non capiva come fosse possibile che Sael si trovasse lì davanti a lei "Scusa ma, come mai sei qui?"

Sael sorrise "Che c'è di strano? Ero in giro da queste parti e visto che lavori qui ho pensato di farti un saluto!"

"E tu come lo sai che lavoro qui?"

"Capirai, basta fare una ricerca su LinkedIn!" rise divertito Sael.

Alba sorrise un po' emozionata e domandò "Mi hai cercato su LinkedIn?"

"Beh, ieri sera siamo stati interrotti malamente da quel tizio innamorato di te e non abbiamo avuto modo di salutarci come si deve e neanche di scambiarci il numero!"

Alba lo fissò interdetta "Come sarebbe a dire che quel tizio è innamorato di me?"

Sael si guardò intorno, notò un paio di colleghi di Alba che fingevano di essere concentrati sui computer e le disse con fare complice "Vuoi davvero discuterne qui o preferisci fare un salto al bar e parlare lontano dai pettegoli?"

"Ma non è ancora l'ora della pausa" commentò titubante Alba.

"Si, ma noi mica siamo in pausa" rispose Sael alzando la voce perché i colleghi di Alba lo sentissero "stiamo andando a discutere gli aspetti commerciali del nuovo contratto di fornitura!"

"Quale contratto?" domandò Alba a bassa voce.

"Che te ne frega? Uno a caso" sussurrò lui.

Alba sorrise "E va bene, vado a prendere la borsa!"

Rientrando in ufficio seguita da Sael, senza occhiali scuri, notò divertita le occhiate bramose delle colleghe e, sorprendentemente, anche di un paio di colleghi. In effetti Sael così alto, snello e con quei capelli rosso scuro che si intonavano perfettamente ai grandi occhi verde smeraldo, era l'essere più bello che avesse mai girato per i corridoi della ditta di Alba.

Perfino il collega Galletti, ex pallanuotista di serie B, noto anche come il più bello di tutta la ditta e protagonista inconsapevole quanto ricorrente dei sogni erotici di diverse e diversi colleghi, provò un motto di invidia al passaggio del giovane demone.

Mentre uscivano incontrarono il SUV di Molinesi, Sael incrociò lo sguardo perplesso di Azaele e gli fece un cenno con la testa per fargli capire di proseguire, il demone per fortuna capì e proseguì verso il parcheggio.

Sael sospirò di sollievo, aveva in mente di aiutare quello svampito e ci mancava solo uno dei suoi colpi di testa a rovinare tutto!

#


Azaele aveva ripensato al racconto di Michele per tutto il tempo che aveva impiegato a raggiungere la sede di lavoro di Alba. Inizialmente era rimasto veramente scioccato dallo scoprire che Michele avrebbe dovuto recuperare l'anima di Alba e che non gliene aveva mai parlato prima, per non parlare del patto che Razel pretendeva di aver fatto con lui e in base al quale Michele avrebbe dovuto convincerlo a consegnare l'anima a Razel.

Sul momento si era anche arrabbiato e sentito tradito, anche se non ne aveva fatto cenno all'angelo.

Immediatamente dopo però si era reso conto che malgrado Michele fosse stato invischiato in uno dei suoi casini per l'ennesima volta, anziché farglielo pesare aveva cercato di aiutarlo. Per non parlare di quanto gli era stato vicino dopo quello che era successo ad Alba. Se non fosse stato per Michele probabilmente non sarebbe riuscito ad affrontare e gestire il dolore che lo aveva travolto.

E adesso che lei era ritornata, Michele ancora una volta stava trascurando i suoi impegni per aiutarlo.

No, non era davvero giusto essere in collera con Michele solo perché aveva voluto evitargli un altro dolore.

Ora però era tempo di prendere in mano la situazione e trovare finalmente una soluzione a tutta la questione, perché se Alba al momento era protetta dal fatto che la sua anima ancora non ricordava nulla e viveva solo nel presente, cosa sarebbe successo una volta che la ragazza avesse ricordato tutto?

Inizialmente non aveva riflettuto sulle conseguenze di un eventuale presa di coscienza di Alba, più che altro si era concentrato su come avvicinarla, con esiti a dir poco penosi, non poté fare a meno di ammettere a se stesso. Ma ora che aveva scoperto che Razel voleva Alba, il problema principale era capire come proteggerla.

Stava per entrare nel parcheggio della ditta quando vide Sael in compagnia di Alba, il demone gli fece un cenno con la testa invitandolo a proseguire.

Azaele decise di fidarsi, Sael era un bravo ragazzo e ad essere sincero non gli sarebbe dispiaciuto se Michele avesse abbandonato le sue remore e si fosse lasciato andare con lui, oltretutto era evidente che il giovane demone era simpatico anche ad Alba!

Parcheggiò il SUV sorridendo al pensiero di loro quattro insieme, scese, chiuse lo sportello e si ritrovò faccia a faccia con Safet, il suo supervisore.

Azaele finse di non vederlo e provò a fare un passo verso l'entrata degli uffici, ma Safet lo gelò "Non fare l'imbecille, so benissimo che sei lì dentro"

Azaele provò a continuare la sceneggiata affrettando il passo, Safet lo superò in volo e lo aspettò davanti alle porte scorrevoli dell'ingresso E con un sorrisetto ironico e le braccia conserte "Mettiamola così Azaele, puoi seguirmi con le buone in un posto lontano dagli occhi degli umani e provare a darmi una spiegazione convincente riguardo la tua sparizione e i tuoi ritardi di consegna oppure posso riportarti all'Inferno, farti infilare su per il culo un'asta demoniaca e lasciarti lì a subirne il tormento per millenni, finché non mi sarò annoiato di sentire le tue urla. Cosa scegli?"

Azaele deglutì a vuoto e rispose cercando di mantenere una certa dignità "Considerando che l'asta potrebbe essere arrugginita e vorrei evitare infezioni, penso che sceglierò di salire sul tetto e parlare con te!"

"Bravo ragazzo, ero certo che non fossi così idiota come può sembrare" sogghignò Safet.


Azaele e Safet raggiunsero il tetto.

Safet si poggiò sulla balaustra e incrociò le braccia, una brezza soffiava leggera muovendo le piume nere delle sue ali raccolte dietro la schiena.

Azaele non poté fare a meno di domandarsi per quale motivo Safet a differenza di tutti gli altri demoni avesse mantenuto le ali da angelo.

Si rese conto che non glielo aveva mai domandato e stava per farlo quando il demone lo esortò “Allora? Sto aspettando una spiegazione!”

Azaele si riscosse dai suoi pensieri

"Ecco... il fatto è che... si è verificata una sfavorevole congiuntura di eventi che hanno influito negativamente sulla mia attività di ritiro anime determinando un ritardo nello svolgimento delle mie mansioni, tanto deplorevole, quanto del tutto indipendente dalla mia volontà!"

"Una sfavorevole congiuntura?" ripeté Safet con un ghigno sardonico.

"E… Esattamente!" balbettò Azaele.

“Capisco, indubbiamente dopo una spiegazione così convincente non mi resta che tornare serenamente all'Inferno, anzi scusami se ti ho disturbato” commentò Safet continuando a sogghignare malgrado le sue pupille avessero cominciato a brillare di una luce color carminio.

Azaele rendendosi conto che forse non era andata così bene come sembrava provò a cercare una scusa più credibile, ma prima ancora che riuscisse ad aprire bocca Safet abbaiò “RAGAZZO, MI HAI PRESO PER UN CRETINO?”

“N.. no.. io...!” balbettò Azaele.

"Non provare neanche per un istante a raccontarmi altre fesserie stupido demonietto, so benissimo che Alba è tornata e che hai deciso di infilarti nel corpo di questo umano per avvicinarla senza terrorizzarla e risvegliarle la memoria!" sibilò il supervisore infuriato.

Azaele si sentì morire, per un attimo considerò l'ipotesi di buttarsi ai piedi di Safet e chiedere perdono, ma rendendosi conto che sarebbe stato poco dignitoso cercò di mantenere la calma e si limitò a domandare "Chi te lo ha detto?"

"Razel!" rispose Safet.

"Merda!" commentò Azaele.

"Eh, già! Proprio merda!" confermò Safet sospirando "Ragazzo, tu già di norma tendi a camminare sull'orlo di un baratro, ma quando c'è quell'umana di mezzo ti comporti anche come un completo demente! Ti rendi conto che continuando così diventerai indifendibile?"

Azaele sospirò "Scusa Safet… è che..."

"Azaele, sai che ho il compito di vegliare su di te, cerca di aiutarmi dicendomi qualcosa che mi permetta di evitare di riportarti indietro e darti una punizione abbastanza dura da scongiurare l'intervento degli Arcidiavoli!"

Azaele lo fissò in silenzio per qualche istante e poi gli domandò "Ce la fai ad aspettare fino a domenica notte?"

Safet scosse la testa "Risposta sbagliata!"

Gli occhi del demone divennero rossi come carboni ardenti, aprì le grandi ali nere e allungò le mani trasformate in artigli verso Azaele, intorno ai suoi piedi cominciarono ad alzarsi le prime lingue di fuoco di un falò infernale.

"Safael, aspetta, per favore!" chiamò Michele atterrando sul tetto, la sua voce fermò il demone appena in tempo.

"Michele!" Safet si lasciò sfuggire un sorriso, molti millenni prima, quando era ancora degno della stima del Cielo, era stato la guida di un giovanissimo Michele, con il quale riteneva di aver fatto davvero un buon lavoro.

L'ultimo buon lavoro, visto dove erano finiti molti altri suoi studenti, constatò sospirando.

"Sai perché sono qui, non è vero?" domandò a Michele.

Michele notò che nonostante il completo in stile inglese che portava con eleganza e lo sguardo orgoglioso e sicuro di sé, Safet appariva un po' sbattuto e preoccupato "Devi riportare Azaele laggiù? È perché sta trascurando il suo lavoro, non è così?" rispose Michele preoccupato.

"È perché vorrei evitare di portarlo laggiù, Michele. Fin'ora sono riuscito ad evitare problemi sostituendolo con qualche imbecille, ma se continua a non farsi vedere gli Arcidiavoli mangeranno la foglia e sai bene che non gli hanno perdonato la storia della scommessa delle Termopili!"

"Riesci ad arrivare fino a domenica a mezzanotte?"

Safet lo guardò perplesso "Anche tu, con questa storia" poi rifletté un attimo e aggiunse "Azaele ha fatto un accordo con l'anima dell'umano, non è così?"

Michele annuì.

Safet non riuscì a trattenere una risatina "Se usasse la sua intelligenza in modo sensato, il ragazzo sarebbe già un Arcidiavolo"

Michele sorrise anche lui "Lo conosci è stato un geniale svampito fin da bambino!"

"Vorrei farvi presente che io sono ancora qui!" commentò un po' irritato Azaele.

"Allora levati dai piedi e lasciami parlare con quello di voi due che si comporta da adulto!" rispose Safet incrociando le braccia.

Azaele lanciò uno sguardo a Michele che gli rispose con un cenno rassicurante.

"Ok, allora io… posso andare?" domandò un po' titubante a Safet che gli rispose senza neanche guardarlo "Vai, prima che cambi idea!"

Azaele non se lo fece ripetere due volte, scese in sala riunioni dove il gelido Direttore di Stabilimento, il temuto Dott. Veggetti, lo aspettava fremente di rabbia per il suo ritardo di ben tre minuti sull'orario di inizio riunione.

Il demone non riuscì a trattenere un sorrisetto divertito, adorava far incazzare Veggetti.


#


Safet osservò Michele con attenzione “Di' un po', per caso sei innamorato?” domandò di punto in bianco sorridendo con aria complice.

L’angelo arrossì violentemente “No, io… cosa ti viene in mente Safael!”

Il demone sorrise “Ti conosco da quando eri poco più di un ragazzino Michele, l’ultima volta che ti ho visto quella luce negli occhi ti eri appena innamorato di Yliel. Mi è dispiaciuto molto che vi siate dovuti lasciare, ho sempre pensato che foste una bella coppia”

Michele poggiò i gomiti sulla balaustra del tetto e sospirò “E’ stata molto dura lasciarsi, Azaele mi ha aiutato a superare lo sconforto, senza la sua amicizia e il suo affetto sarebbe stata molto più dura. Che poi ne ha sofferto pure lui, era molto affezionato a Yliel e lei a lui! Abbiamo sofferto tutti ma abbiamo dovuto accettarlo”

“Se non sbaglio, da allora non hai più avuto una storia seria!”

Michele sospirò “No, non sono più riuscito a lasciarmi andare del tutto!”

Safet sorrise “Però il ragazzo che ti piace adesso potrebbe essere una storia importante giusto? Altrimenti non saresti diventato paonazzo!” ridacchiò Safet.

Il viso dell'angelo si illuminò “Beh, a volte penso che lui effettivamente potrebbe... il problema è ...” Michele si interruppe “Come fai a sapere che si tratta di un ragazzo?”

“Ho i miei giri!” sorrise Safet.

Michele lo osservò sospettoso “Safael, non è che mi fai spiare?” domandò perplesso.

“Smettila di chiamarmi con il mio nome da Arcangelo, ho perso il diritto di usarlo da quando sono precipitato laggiù!”

“Per me sarai sempre Safael e non hai risposto alla mia domanda!”

Safet divenne serio “Non controllo te, tengo d’occhio mio figlio! Il suo tutore non ha fatto una gran lavoro, il ragazzo è finito all'Inferno, come me!”

“Tu hai un figlio?” domandò stupito Michele, poi colto da un'illuminazione sgranò gli occhi “Oh, Santo Cielo, non mi dire che Sael…!”

Safet sorrise “Non preoccuparti, non mi dispiacerebbe affatto se diventasse il tuo ragazzo anzi. Però ti chiedo di non ferirlo, Sael é molto timido e sensibile nonostante cerchi di fare il duro, soffrirebbe molto se tu non prendessi la cosa seriamente!”

Michele cominciò a sentirsi terribilmente a disagio ma voleva essere sincero con il suo antico Maestro “Safet, non offenderti ma... è vero Sael mi piace molto, però lui... lui è un demone e io non sono sicuro di… insomma, cerca di capirmi ho già il problema di tenere d’occhio Azaele!”

Safet sorrise comprensivo “Io non mi offendo e capisco che la natura di Sael ti possa preoccupare, ma non credo che sia questo il vero problema!” commentò Safet guardando Michele negli occhi.

L'angelo abbassò lo sguardo imbarazzato, Safet continuò “Michele, non dovresti aver paura di lasciarti andare di nuovo, mi duole dirlo ma da questo punto di vista dovresti prendere esempio da Azaele. Lui sarebbe capace di sfidare un intero esercito di Arcangeli se dall’altra parte ci fosse Alba!”

Michele sorrise “In questo somiglia a suo padre e sua madre, non si arrende mai è un vero guerriero!”

Safet ridacchiò “Totalmente incasinato e insubordinato, ma te lo concedo, a modo suo è un vero guerriero!”

I due rimasero in silenzio, affacciati al parapetto del tetto osservarono Roma senza parlare per un po', poi Michele prese coraggio e si decise a fare una domanda che avrebbe voluto fare da millenni “Safael, non ho avuto il coraggio di chiederlo a suo tempo quando mi affidarono Azaele ma… perché né lui né gli altri sono stati cresciuti da voi Arcangeli e sopratutto perché non hanno mai saputo che li avevate generati voi e perché?"

L'espressione del demone divenne impenetrabile. Safet strinse i pugni, si piegò leggermente in avanti e trattenne il respiro come se stesse cercando di riportare sotto controllo un emozione forte che cercava di tenere sopita nel suo cuore da millenni.

Quando si riprese, rispose a Michele con molta calma “L’amore e il sesso stavano cominciando a distrarci dai nostri compiti. Figurati tenere dietro a dei ragazzini! La via dell’ascetismo sembrò la scelta migliore per concentrarci sui nostri doveri. Così venne deciso di affidare i figli in arrivo a quelli tra di voi che ritenevamo più affidabili e meritevoli di una tale responsabilità. Per garantire che non vi fosse il minimo disturbo alla nostra concentrazione superiore, si decise di non rivelare a nessuno di loro chi li avesse generati e l'esperimento finì lì. Sinceramente ero poco convinto allora e sono totalmente contrario oggi, ma ormai è troppo tardi per cambiare le cose!” considerò Safet sorridendo mestamente “E d'altra parte per quanto mi riguarda l'ascetismo non ha sortito gli effetti sperati, anzi direi esattamente il contrario!” concluse sarcastico.

“Ho sempre pensato che in realtà tu non credessi più di tanto nella ribellione di Lucifero e sia finito laggiù sopratutto per stare vicino ai tuoi studenti, altrimenti non si spiegherebbero le tue ali. Ora ho un motivo in più per crederlo!” sorrise Michele.

Safet sospirò e cambiò argomento “Parliamo di Azaele, credi che riuscirà a risolvere la situazione entro domenica?”

"Non lo so, ma del resto non ha altra scelta, giusto?"

"Proprio così. Non posso tirare troppo la corda, laggiù stanno cominciando a notare la sua assenza e non voglio che gli Arcidiavoli abbiano la scusa per vendicarsi della scommessa delle Termopili"

Michele si rabbuiò, saltò sul parapetto e si sedette lasciando ciondolare fuori le gambe "È colpa mia questa situazione, a suo tempo non sono stato all'altezza del compito, ero poco più di un putto alato quando me lo hanno affidato!"

"Ti sbagli Michele, in realtà hai fatto un ottimo lavoro!"

"Come puoi dire una cosa del genere? Ero un ragazzino, non sono stato capace che di essere un fratello maggiore e per di più immaturo! É finito all'inferno a causa della mia inadeguatezza, non mi pare di aver fatto un lavoro migliore del tutore di tuo figlio!"

"È finito all'inferno, ma non per il motivo che credete tutti. Il fatto che quel demonietto svampito, non ti abbia mai raccontato quello che è davvero accaduto non è che la dimostrazione dell'ottimo lavoro che hai fatto"

"Che cosa stai cercando di dirmi?"

Safet poggiò un gomito sulla balaustra e si girò verso Michele con l'espressione più seria che l'angelo gli avesse mai visto in volto "Quello che sto per dirti è qualcosa che non dovresti sapere, che nessuno dovrebbe sapere a parte me e pochi altri. Non lo troverai neppure nel curriculum di Azaele, per quanto se provvisti di un po' di intuizione… dammi la tua parola che non ne parlerai mai con nessuno!"

"Hai la mia parola, Safael!" confermò Michele rendendosi conto della fiducia che gli stava dimostrando Safet.

"Ricordi quando la ribellione è diventata una guerra e ci siamo trovati uno contro l'altro?" domandò il demone.

"Certo che domanda!” rispose Michele rabbrividendo al ricordo “É stato terribile trovarmi schierato contro di voi. É stata una battaglia tremenda e sul fianco sinistro non mi è ancora sparito del tutto il segno di quel colpo di spada che mi ha quasi ucciso!"

"Beh, Azaele era venuto da me per dirmi che non era d'accordo e che non avrebbe mai e poi mai combattuto contro i suoi simili, ma in quel momento tutto è cominciato e ci si è ritrovato in mezzo suo malgrado!"

"Ma allora, se aveva capito, se non voleva combattere, perché è stato punito anche lui?" domandò Michele confuso.

"Hai appena ricordato il colpo di spada che ti ha quasi ucciso. Michele... lui ti ha visto cadere e ti ha raggiunto che eri moribondo. Non è stata una punizione ma una scelta, anzi una preghiera: l'Inferno in cambio di una vita a cui teneva più del Paradiso!"

Michele guardò Safet sconvolto "Safael, mi stai dicendo che se sono vivo è perché lui…!"

Il demone poggiò una mano sulla spalla dell'angelo "Si Michele, ecco perché ti dico che hai fatto un ottimo lavoro! Ma ricordati quello che mi hai promesso, non devi dirlo a nessuno, hai idea di cosa potrebbe succedere se si sapesse che qualcuno di noi ha avuto la possibilità di scegliere?”

Michele annuì rendendosi conto che Safet aveva appena implicitamente confermato che anche la sua era stata una scelta “Sai che puoi fidarti di me, non ti tradirei mai!”

Il demone gli rivolse uno sguardo carico di orgoglio, poi diede un'occhiata in giro e concluse “Ora devo andare, per favore fai in modo che Azaele torni al suo lavoro e promettimi che darai un'occhiata a Sael ogni tanto. Mi farebbe sentire più tranquillo!"

Michele annuì e Safet si lasciò scappare un buffetto affettuoso sulla guancia del suo ex studente preferito, allargò le ali e stava per prendere il volo quando Michele domandò "Non è un caso che sia tu il supervisore di Azaele, non è così?"

Safet sorrise" Nulla è mai un caso, ragazzo!"



   
 
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