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Autore: elfin emrys    20/09/2020    3 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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Gli Arthur – Capitolo 22

 
Donald uscì dalla tenda che era stata loro assegnata e Delilah lo seguì. Il sole era ormai tramontato sul primo giorno di festeggiamenti e un enorme tavolo era stato imbandito nella piazza al centro della città degli Arthur. La pioggia aveva dato loro una pausa e il cielo scuro era limpido.
I due inspirarono e proseguirono, accompagnati da due soldati, fino al proprio posto. Videro una donna arrivare con un giovane uomo al seguito; lei aveva un lungo abito verde, mentre lui indossava una tunica rosata.
Delilah sussurrò al marito.
-Quelli sono gli Jura?
Donald annuì.
-Sì, ho sentito dire che è venuta la somma sacerdotessa accompagnata dal fratello minore, tale Jasper.
-È strano pensare che sono usciti dal loro territorio.
-Non è strano se consideriamo il recente successo di Arthur. Tutti dicono che le storie che si raccontano su di lui siano vere.
Delilah roteò gli occhi verso il cielo.
-Credo davvero che qualcuno abbia esagerato con gli alcolici.
-Sei praticamente l’unica rimasta scettica.
-Crederò che Arthur è un qualche grande re del passato quando mi sembrerà davvero l’unica spiegazione. Ah, ecco Nicholas e Theodora. Mi sorprende siano venuti entrambi.
Donald alzò le spalle.
-Avranno lasciato Diane e Ati a occuparsi del popolo mentre loro sono via.
-Comunque mi sarei aspettata di vederne uno solo di loro.
-Evidentemente la vicinanza con Arthur è qualcosa cui tengono particolarmente.
-Non riesco a crederci che vi ha incantati tutti.
-E non ci credere, allora.
L’uomo le rivolse un sorrisetto e lei sbuffò, dandogli una schicchera sul fianco. Il sovrano ridacchiò a bassa voce.
Quando Arthur e Merlin uscirono dalla tenda e si fecero avanti, il popolo riunito iniziò ad applaudire e a gridare il nome dei due, i quali salutarono educatamente e si misero al proprio posto.
Lo sciamano sorrise agli ospiti, salutandoli uno per uno, persino Delilah, anche se dopo un istante di insicurezza. La regina gettò un’occhiata al marito e si sistemò meglio sulla sedia. Agli esterni doveva essere sembrato uno sguardo totalmente neutro e casuale, ma Donald sapeva bene che, in realtà, alla moglie aveva fatto piacere essere trattata come gli altri, nonostante quello che aveva fatto l’ultima volta che si erano visti.
La donna non era ancora convinta di Merlin, ma un’ostilità esplicita sarebbe stata molto imbarazzante da mantenere.
Arthur alzò le mani, invitando a fare silenzio per un discorso.
-Amici! Sono estremamente orgoglioso di vedervi tutti qui riuniti per festeggiare il mio compleanno. Jura, Niall, Donald! La vostra presenza in questa città è un evento che non dimenticheremo; mai prima d’ora questa foresta aveva assistito a una tale dimostrazione di fratellanza e fiducia fra i nostri popoli. Il ricordo di queste giornate rimarrà nella storia delle nostre genti.
Tutti applaudirono e il capo sorrise, attendendo che tornasse il silenzio.
-Desidero anche ringraziare i mercanti e gli artisti di passaggio, nella speranza che possano presto tornare in queste terre.
Prese un calice e attese che tutti si versassero da bere, poi riprese.
-Perciò, ai venditori di lana del Nord!
Un tavolo di persone rise e gridò, alzando i bicchieri.
-Ai commercianti di mattoni e pietre da muratura dell’Est!
Nuovamente una manciata di uomini si mise in piedi, rendendo nota la loro presenza, e, man mano che il biondo li chiamava, ogni gruppo iniziò a fare sempre più baccano.
-Ai boscaioli e falegnami dell’Ovest! Ai visitatori del continente! Agli attori, musicisti, cantanti, circensi di, beh, ogni dove!
Tutti risero, mentre gli ultimi chiamati batterono i calici e i bicchieri sui tavoli con grida di giubilo. Arthur alzò di nuovo la propria coppa.
-Al mio popolo, che tanto alacremente ha lavorato per rendere possibile questi festeggiamenti, cittadini fedeli dall’instancabile forza e volontà.
L’intera tribù si alzò dal proprio posto, iniziando a battere le mani e a cantare, e Arthur li lasciò fare per diversi secondi, prima di richiedere il silenzio.
-E, infine, ai nostri amici delle altre tribù, i quali venendo qui hanno dimostrato la loro cortesia e amicizia. Ai sovrani qui riuniti, dunque, ai loro cortei e ai loro popoli!
Ci furono delle ultime grida di giubilo, prima che tutti, finalmente, bevessero e iniziasse il banchetto. Tutti i governanti e il Consiglio di Arthur erano seduti a un tavolo e molti altri ospiti erano stati così accomodati; gran parte del popolo, invece, abituato a mangiare nelle proprie tende, era adagiato su teli e tappeti, i più fortunati con delle basse assi di legno che si erano portati da casa. Nonostante l’apparente confusione, c’erano delle strade aperte ben definite a terra, in modo da permettere il passaggio di persone da una parte all’altra non solo della piazza, ma della città intera.
Non appena si iniziò a mangiare, cominciò anche il chiacchiericcio che avrebbe accompagnato l’intera cena.
Delilah si versò dell’acqua e sospirò.
-Dunque, sono arrivate molte storie ad Asgol Ewchradd e Winfred vuole assolutamente sapere cosa è accaduto precisamente dagli Jura.
Arthur rise.
-Sì, i bambini sembrano quasi più entusiasti degli adulti. Sembra che io non finisca mai di raccontare.
Donald sorrise.
-Ci dispiace di doverle chiedere di narrarci nuovamente i fatti, Arthur, ma siamo davvero incuriositi. La vittoria nella Prova della Dea è stata una notizia sconvolgente.
Mormorò, attento a non farsi sentire.
-Non lo dica alla sacerdotessa, ma in realtà Delilah era addirittura convinta fosse finta e che fosse impassabile.
La regina alzò un sopracciglio.
-Stai dicendo qualcosa, David?
-No no, tesoro, non ti preoccupare.
Il biondo rise piano e vide Merlin coprire l’espressione divertita bevendo un lungo sorso d’acqua.
Delilah si mise nel piatto dei crostini. Normalmente negli Arthur il cibo era in comune e si prendeva tutto da un unico punto, ma vista la grande quantità di persone avevano deciso di separare almeno per il tavolo principale dei regnanti.
La donna ne assaggiò uno e allargò un poco gli occhi, trovandolo molto buono, e si trattenne dal divorarne subito un altro, portando invece con calma la forchetta al pane.
Arthur osservò il pesce davanti a lui e si mise a toglierci le spine, perso nei prorpi pensieri.
-Onestamente, mi sembra di aver vissuto un sogno.
Delilah annuì, parlando lentamente.
-Per sapere se era un sogno o meno, basterebbe sapere se c’era qualcun altro lì con lei.
-In che senso?
-Chi è addormentato vive nel mondo del sogno, intimo e privato; è solo in ciò che produce. Chi è sveglio, invece, è nella realtà comune. Teoricamente, quindi, basterebbe rispondere alla domanda “C’era qualcun altro lì con me, un’ulteriore coscienza che plasmava ciò che mi circondava?”, ma credo che, nella pratica, sia difficile da stabilire.
Arthur osservò la regina, sorpreso, e ci pensò.
-Credo… Sì, credo ci fossero diverse altre persone con me.
-Allora più che un sogno non sarebbe più giusto dire che è come un ricordo lontano, di qualcosa che è avvenuto molti anni fa? Come ciò che avviene nella nostra infanzia.
Il biondo aggrottò le sopracciglia e annuì, riflettendoci. Donald interruppe il silenzio.
-Delilah, non divertirti a confondere il nostro amico! Credo che lui sappia come si sente riguardo la sua straordinaria avventura meglio di te, no?
La donna alzò le spalle e il marito continuò.
-Dunque, ci racconti tutto.
Arthur si portò un boccone alle labbra e rimase con la forchetta a mezz’aria.
-Credo che la parte iniziale della storia la possa riportare la somma sacerdotessa, poiché mai sarei giunto a questo punto se non fosse stato per il suo invito e la sua grandiosa ospitalità.
Judith, che era seduta accanto a Merlin, sorrise nel venir nominata e si fece versare del vino dal fratello vicino a lei, prima di iniziare a raccontare.
 
Nicholas si sedette e salutò Merlin con un cenno del capo. Theodora gli si mise accanto e mormorò qualcosa in direzione di Delilah, che era già accomodata. Arthur e Donald stavano discutendo a bassa voce: erano apparentemente calmi, ma si vedeva nella velocità di qualche loro gesto che la questione li rendeva nervosi.
Attesero pochi istanti prima di vedere la somma sacerdotessa Jura fare il proprio ingresso. Il fratello di lei la accompagnò fino al posto, poi i due si sussurrarono qualcosa e il ragazzo uscì velocemente.
Nicholas si sentiva stranamente consapevole del fatto che, intorno alla tenda centrale, vi erano guardie e soldati di ogni popolo presente, a protezione dei propri sovrani. Era certo che il territorio di Arthur fosse perfettamente sicuro, era più una questione formale, ma doveva essere chiaro a tutti, supponeva, che la situazione nella foresta fosse ormai molto delicata. Non si sarebbero scomodati tutti, altrimenti.
Osservò mentre Donald annuiva a qualcosa che l’altro gli stava dicendo, poi i due si sedettero. Merlin fece un cenno con la mano e una caraffa d’acqua passò, volteggiando, fra tutti, riempiendo i bicchieri sul tavolo.
Arthur prese un sorso e iniziò.
-Vi starete chiedendo perché vi ho chiesto di venire qui in anticipo rispetto a quello che avevamo stabilito ieri sera al primo banchetto. Speravo che questi incontri portassero pace fra di noi e stabilità; il mio desiderio sarebbe stato quello di discorrere con voi degli argomenti di cui vi ho accennato via lettera, ma, sfortunatamente, una grave notizia è giunta a questo tavolo.
Donald guardò il biondo, il quale annuì. Il re straniero si alzò in piedi.
-Una ventina di giorni fa è giunto ad Asgol Ewchradd un messaggero Macbeth; portava con sé una lettera, che ho qui con me oggi, con la quale richiedeva la presenza mia e di mia moglie a una seduta del Circolo dei Re che si deve tenere in questi giorni per quelli che Macbeth definisce “sviluppi preoccupanti”. Ora, tutti voi avete ricevuto, mesi orsono, una chiamata per la questione della morte di Grant, per capire se l’ascesa di Arthur fosse legittima o meno e come agire al riguardo, sebbene io sappia che voi, Niall, non vi siete presentati e così neanche la somma sacerdotessa Jura di allora, poiché già i vostri popoli avevano evidentemente deciso la linea di condotta da seguire. Ma ora ho il sospetto – confermato dalle espressioni che vedo sui vostri visi – che Macbeth non abbia chiamato nessun altro se non coloro che riteneva potessero essere d’accordo con lui.
Theodora, rossa in viso, esclamò.
-Questo è un oltraggio! Il Circolo dei Re è stato istituito secoli fa appositamente per unire le nostre tribù, per dare loro terreno comune e neutrale sul quale confrontarsi. Le regole per la sua convocazione sono fissate e non invitare né noi né Jura, né, tantomeno, Arthur ha un solo ed evidente significato: Macbeth non sta riconoscendo la nostra sovranità.
Judith si leccò le labbra prima di parlare, con calma.
-Io non ero a conoscenza dello scorso invito; non aver richiesto allora anche la presenza del Re Eterno è un affronto, sebbene comprensibile, ma non includere i nostri popoli adesso equivale non solo a un’offesa, ma a una sfida. Quello che mi chiedo è perché avvertire voi.
Donald si tese e Delilah accorse in suo aiuto.
-Abbiamo partecipato mesi fa alla prima riunione e, inizialmente, ci eravamo detti d’accordo sul non riconoscere Arthur come legittimo sovrano di queste terre, soprattutto dopo la discutibile eredità di Lamont. Abbiamo tenuto, quando possibile, i contatti sia con Macbeth che con gli Hanbury e gli O’Neill, in principio rassicurandoli della… Chiamiamola comunione delle nostre idee. Come potete capire, abbiamo però deciso di fare altrimenti. Probabilmente Macbeth sperava ancora nella nostra amicizia.
Nicholas domandò, preoccupato.
-Secondo voi sospetta che ci abbiate riferito questa notizia o confida nel vostro silenzio?
I due Donald si guardarono e, alla fine, rispose il re.
-Crediamo che non pensi che vi abbiamo riferito del messaggio, o almeno non lo pensava prima che gli giungesse la notizia del nostro arrivo qui. Ora, non siamo certi.
La gamba di Theodora iniziò a tremare e la donna chiese, nervosa.
-E cosa pensate possano decidere? Visto che è chiaro che ci hanno escluso, non possono certo muoverci guerra, no? Sarebbe ridicolo.
Delilah scosse la testa.
-Non credo possano fare nulla del genere ora: con il grave incendio di qualche anno fa i Macbeth sono quasi totalmente scoperti, gli O’Neill come potenza militare valgono quanto i soldatini giocattolo di mio figlio. Degli Hanbury se ne può parlare, ma ho saputo che con i terremoti della scorsa estate hanno subito diversi danni nel territorio.
Judith alzò un sopracciglio.
-Danni?
L’altra regina annuì.
-Come sapete bene, questo territorio è pieno di grotte e cunicoli, anche se non tutti di origine naturale. A quanto pare chi ha coperto le rovine delle antiche città prima della guerra non ha fatto un buon lavoro, con gli Hanbury. Si sono aperte grandi fosse, scoprendo resti di costruzioni. Pare che la loro sovrana abbia deciso di indagare e sta facendo scavare più a fondo, anche se con l’inverno ha praticamente interrotto i lavori; non so se li hanno ripresi.
Merlin parlò lentamente.
-Forse non scenderemo in battaglia per ora, se la situazione è quella che ci dici, ma di certo hanno un piano, a meno che non amino perdere il loro tempo.
Arthur lo guardò.
-Ciò che vorrei capire è cosa hanno intenzione di fare; è chiaro che il desiderio era indebolirmi e questo lo sappiamo dall’accordo che abbiamo dovuto fare con voi, Donald, per le colline.
Theodora si aggiunse.
-Un territorio grande come questo porta ricchezza e potere: già separatamente Lamont e Grant erano due delle tribù più estese, ora gli Arthur possiedono un terreno enormemente vasto rispetto ai nostri. Tentare di neutralizzarlo è la cosa migliore da fare senza finire sul campo di battaglia.
Il biondo annuì.
-Ma ciò vuol dire anche indebolire la vostra di posizione, poiché i Niall non confinano con altre tribù se non questa: significherebbe spingervi a cercare riparo nelle Grandi Pianure, popolate dai briganti, i quali di certo non desiderano dividersi quelle lande con nessuno.
Nicholas e Theodora si guardarono e iniziarono a parlare sottovoce. Era evidente che loro erano quelli che più avevano da perdere dalle azioni di Macbeth, Hanbury e O’Neill e la cosa più saggia sarebbe stata, nell’eventualità di una guerra, schierarsi con Arthur. Quell’ultimo punto non era per loro in discussione, poiché erano sempre stati trattati con rispetto da quella tribù e avevano già combattuto al loro fianco contro i cani del crepuscolo; tuttavia, dovevano capire quanto effettivamente avrebbero perso per calcolare il tempo durante il quale sarebbero potuti resistere senza sentire la necessità di un esplicito conflitto.
Judith osservò Arthur e parlò con determinazione.
-Noi Jura non esiteremo a darvi tutto l’aiuto necessario; nella nostra posizione non potremo fare molto, almeno all’inizio, ma di certo in casi di emergenza saremo più che pronti.
Donald, che si era da tempo seduto, portò il mento sopra le mani incrociate, i gomiti puntati sul tavolo. Inspirò a fondo, riflettendo, poi gettò un’occhiata alla moglie. I loro volti, apparentemente immobili, dovevano aver comunicato qualcosa, poiché quando il sovrano distolse lo sguardo, aveva il viso determinato di chi ha preso una decisione.
-La nostra posizione è ormai chiara. Il nostro accordo è conveniente per entrambi e né i Macbeth, né gli Hanbury, né tantomeno gli O’Neill saranno mai in grado di offrirci un patto migliore. Unendo le nostre forze, la loro sconfitta sarà inevitabile. Saremo ben felici di rendere più salda la nostra alleanza. Tuttavia, sentiamo la necessità di sottolineare la solidità di una delle preoccupazioni di Macbeth, ossia il possibile intervento della Città Vecchia. Hanno sempre evitato in tutti i modi di far diventare la foresta un grande punto commerciale o anche semplicemente di ritrovo. Ci hanno tenuto separati ogni volta e ogni volta non hanno esitato a portare fin qui i loro soldati. Non è da escludere, anzi, sono convinto che delle loro spie siano già nei nostri territori senza che noi lo sappiamo.
Donald si rivolse ai due Niall.
-Già i territori di due dei nostri popoli sono stati menomati dai governanti della Città Vecchia cinque generazioni fa, quando fallì il primo tentativo di unione portato avanti da un vostro re. Non possiamo permetterci un’ulteriore riduzione.
Arthur lo interruppe.
-Tuttavia, la nostra non sarebbe una vera e propria "unione", poiché non stiamo creando un unico regno, ma un'alleanza.
Nicholas scosse la testa.
-Non credo che ai governanti sembrerà molto diverso.
Judith si incupì e le sue parole suonarono gravi nel silenzio della tenda.
-E se la Città Vecchia si schierasse con i Macbeth, difficilmente potremo vincere.
I sovrani tacquero, guardandosi l'un l'altro con serietà e un vago timore in corpo. I loro volti erano determinati, ma un pezzo di loro tremava all'idea di cosa sarebbe potuto accadere ai loro popoli; cercavano conforto negli occhi degli altri, la sicurezza che in quell'istante mancava.
Poi, Arthur tese una mano.
-Merlin, la mappa.
Lo sciamanò annuì e mise le mani sul tavolo. Mormorò qualcosa e, dal legno, iniziarono a spuntare alberi, torri, case, tende, rovine, grotte, fonti. I regni di tutti, in piccolo, erano lì, vivi. Gli altri sovrani, non abituati, fecero un passo indietro, chi più chi meno trattenuto, poi, quando Arthur li invitò ad avvicinarsi, si chinarono a guardare quella "mappa".
Il biondo si massaggiò le mani e strinse le labbra, prima di dire, severo.
-Direi che è ora, quindi, di capire cosa fare e come impedire a Macbeth, Hanbury e O'Neill di contattare la Città Vecchia e di diventare un problema.
 
Quando Arthur era uscito dalla tenda con gli altri sovrani, era sembrato quasi angosciato e pareva non essersi rallegrato grazie agli spettacoli che erano stati messi in programma per quel giorno. Ciò nonostante, si poteva dire che aveva dimostrato la sua gratitudine verso gli artisti e, in realtà, era evidente che era emozionato dall'idea del banchetto di quella sera.
Frederick guardò in alto per controllare la posizione del sole e capire l'ora: aveva ancora massimo mezz'ora prima di dover andare a preparare la piazza. Fortunatamente, anche quel giorno non stava piovendo; qualcuno diceva che l'Universo stava sorridendo per le festività del Re che aveva passato la Prova della Dea. Per loro, ex Grant, era qualcosa di difficile da concepire e nessuno era davvero certo di cosa significasse tutto quel parlare di Arthur come "Eterno", ma finché ci sarebbe stato da lavorare non avrebbero avuto tempo e modo di pensarci troppo su.
Il ragazzo annuì quando il mercante gli ripetè il prezzo e si cercò nel borsello per dargli il resto delle monete. Jacob gli venne vicino, osservando attentamente il nuovo acquisto dell'amico.
-Ultimamente vedo che stai comprando molto… materiale da… costruzione?
-Già.
-Come mai? Hai intenzione di rifarti casa?
Lo Jura rise, ma, vedendo che l’altro invece non sembrava divertito, sgranò gli occhi.
-Hai intenzione davvero di rifarti casa!
Frederick alzò le spalle e prese il carretto per iniziare a dirigersi verso la propria tenda.
-Sì, ecco, mi hai scoperto.
-Come mai?
-Tante ragioni. Ho sentito qualcuno lamentarsi del fatto che Arthur vorrebbe fare tutto in muratura: la gente è abituata alla stoffa, cambiare la casa significa modificare interamente il loro stile di vita. Io, però, sono d’accordo con Arthur: passare a edifici più solidi è una buona cosa, per gli animali e il freddo. Con la bufera che c'è stata quest'anno, se non ci fosse stato Merlin l'intero villaggio sarebbe andato distrutto. Voglio sottolineare il cambiamento e il mio appoggio cambiando privatamente la mia abitazione. È una delle più grandi del villaggio visto che mio padre era amico di Grant. Spero che vedendo che qualcuno è addirittura disposto a spendere i propri soldi per eliminare le tende, le persone si convincano.
Jacob annuì, poi chiese, perplesso.
-Quindi stai spendendo i tuoi risparmi?
-Sì. L’ultima volta che sono venuti i Lamont mi sono fatto fare un progetto; ci sto lavorando da un po’, in realtà. Voglio farla dalla pianta tondeggiante, come il magazzino. In ogni caso, i miei mi hanno lasciato una discreta eredità e io stesso spendo molto meno di ciò che guadagno come guardia e messaggero. Userò tutto, credo, ma ne varrà la pena. L'unica sfortuna è che il mio orto è davvero piccolo e non ho animali con me; è difficile con quei commercianti che prediligono il baratto.
Lo Jura rimase in silenzio e alzò un sopracciglio. Aveva, in realtà, il sospetto che ci fosse anche qualche altro motivo per la scelta di Frederick, ma non riusciva proprio a capire quale fosse. Sospirò.
-Dai qua, ti do una mano.
L'altro ragazzo sorrise e i due riuscirono ad arrivare alla tenda della guardia giusto in tempo per mettere tutto in ordine e tornare a lavoro. Jacob adocchiò con sospetto tutti i materiali che Frederick stava accuratamente accumulando e sorrise un poco.
Qualunque cosa avesse in mente l'amico, non poteva essere sciocco.

Note di Elfin
Eccoci qui col nuovo capitolo :3 Non so quanto dureranno questi Arthur questa volta, ma spero poco che abbiamo da fare XD Comunque oggettivamente avvengono cose che non posso tagliare, quindi almeno quelle ve le beccate :D
Non ho molto da dire, solo che mi scuso di non aver messo altri extra della Prova della Dea. Col fatto che sta ricominciando l'università e sto ricercando lavoro sto tornando a essere impegnata :( Però di certo pubblicherò il prossimo questa settimana; in fondo il "lavoro" che ci devo fare è quasi solo di copia e incolla, perché devo solo modificarli di poco per controllare non ci siano errori e per farli entrare bene nelle immagini per instagram ù_ù
Ringrazio vivamente uelafox, dreamlikeview e royal_donkey, che sono state così carine e gentili da recensire lo scorso capitolo *^* Vi mando un abbraccio fortissimo e tanti bacini anche a voi lettori silenziosi ;D Anche perché ho ricevuto un bel po' di messaggi privati su instagram con lo scorso capitolo! Non so se state anche qui su EFP o no, visto che non ve l'ho chiesto non vi nomino personalmente, ma sappiate che apprezzo molto anche il vostro sostegno <3
A domenica prossima :D
Kiss

   
 
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