Che Luna Lovegood camminasse scalza per i corridoi della scuola non era una novità. Il motivo per cui lo faceva, sì. O meglio, non era una novità neanche quello, ma nessuno lo conosceva. E Ginny era una di quelle.
Presumeva che le sue compagne le nascondessero le scarpe in posti improbabili ma non ne era certa. Era solo sicura che il trattamento che le riservavano alcune persone le faceva ribollire il sangue nelle vene.
Luna era abbastanza strana, lo ammetteva pure lei, ma questo non autorizzava le altre persone a prenderla in giro. Per questo motivo, quando avevano lezione con Corvonero, Ginny tendeva a sedersi accanto a lei.
«Sei di nuovo senza scarpe» osservò durante la lezione di Pozioni, attenta a non farsi vedere da Piton.
«Già, di nuovo i Nargilli» rispose con aria sognante mentre prendeva appunti.
«Cosa sono i Narg-» cominciò, poi si ricredette e aggiunse un sommesso «No, niente lascia perdere».
Finita la lezione di Pozioni, Ginny raggiunse di nuovo Luna che stava continuando a camminare scalza. «Ti va se ti aiuto a cercare le tue scarpe? Sono sicura che i Nargilli le avranno pur messe da qualche parte» chiese.
Luna alzò le spalle. «Torneranno da sole, alla fine lo fanno sempre. E poi» disse iniziando a saltellare «mi piace sentire il marmo fresco sotto la pianta del piede».
Ginny osservò Luna allontanarsi saltellando con quell'aria sognante che la caratterizzava. Era decisa a trovare quelle scarpe a tutti i costi. Iniziò a scrutare ogni bagno o aula possibile, saltò la lezione di Difesa con Malocchio per cercare quelle scarpe che trovò, quasi per caso, nel bagno di Mirtilla. Era ancora piuttosto arrabbiata con lei per la storia del diario, perciò quando entrava, il fantasma si limitava a fissarla male o urlare per tutto il tempo.
Quella sera lasciò le scarpe sulla panca Corvonero, in attesa che arrivasse Luna. Le fissava pronta a maledire con lo sguardo chiunque si avvicinasse. Poi, quando scorse la testa bionda, si dedicò alla sua cena.
«Ginny» mentre si recava al dormitorio Grifondoro, la voce di Luna la chiamò. «Ginny, sono tornate, hai visto? I Nargilli mi hanno ridato le scarpe!» esclamò sognante.
La rossa si intenerì. «Sì, li ho visti poco prima di cena» rispose.
Luna annuì e dopo averle dato la buonanotte riprese il suo cammino, poi ritornò indietro. «Sai, sono contenta di avere un'amica come te».
Ginny rimase piacevolmente stupita dalla schiettezza della ragazza. Luna non era niente male. «Anche io sono contenta di averti conosciuta».