SCENA XXIV
Ron sta
conducendo per mano Voldemort verso l’entrata del
castello, mentre Bellatrix e Lucius
li seguono un po’ più indietro, trascinandosi sui piedi, troppo ammaccati dalla
pioggia di noccioli.
Ron: Vedrai
che Silente sarà un sacco contento della tua sorpresa. Ai professori piace sempre
ricevere regali dagli ex-studenti, sono di quelle cose che scaldano il cuore!
Voldemort: Oh questo glielo
scalderà tantissimo!
Arrivati a
metà del cortile, dal portone principale del castello, esce Neville brandendo
la spada di Grifondoro, si piazza a pochi metri dall’ingresso
per sbarrare il passaggio.
Neville:
Eccoci alla resa dei conti. Per troppo tempo hai stillato lacrime da donne e
uomini, trucidando innocenti e portando il terrore nelle case. Ora, è il
momento di dire basta. Ora è il momento che gli oppressi alzino la testa e si
ribellino all’aguzzino. Il male che hai compiuto si ritorcerà contro di te e
come un fiume di giustizia in piena travolgerà te e i tuoi sgherri,
trascinandoti nell’abisso dove i malvagi gemono in eterno. E se non fosse
chiaro …
TU
NON
PUOI
PASSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAREEEEEEEEEEE!
Ron:
Dai, su, Neville, per piacere, sono tuo amico. Fammi passare.
Neville:
Va beh, anche se non sei in lista, però loro …
Ron:
Dai, sono con me. E poi Tom deve dare un regalo al suo vecchio prof preferito,
chiudi un occhio.
Neville
(sospira): D’accordo … entrate, ma la consumazione è a parte.
Ron,
guida il Signore Oscuro e i Mangiammorte verso la
porta, passa accanto a Neville.
Ron:
Oh, complimenti per il tuo nuovo impiego da portinaio.
Il
gruppo si addentra per i corridoi. Il terrore impera: gli studenti si
nascondono nelle stanze, le figure dipinte svuotano i quadri, i fantasmi si
fingono morti.
Giunti
accanto alla Sala Grande, però, le porte si spalancano e una voce li richiama.
Hermione: SESSO!
Ovviamente
tutti si voltano ed entrano nella Sala Grande.
Hermione: È una frazione di Reggio Emilia, Italia. Me lo
ha insegnato il professor Lupin. Bene, ora che ho la vostra attenzione …
STUPEFICIUM!
Lucius viene sbalzato all’indietro e sbatte la testa e
schiena contro la parte. Cade a terra di faccia.
Lucius: Il naso! Il naso, mi sanguina! Credo di
essermelo rotto.
Voldemort: Per questo non me lo sono fatto mettere nel
nuovo corpo.
Lucius: Dovete vendicarmi!
Voldemort: Su, non lamentarti, non sei mai stato
simpatico a nessuno.
Lucius: Ma, mio Signore, io sono il più figo della cumpa … e poi mi avete
sempre detto che sono cool e …
Voldemort: Volevamo solo usare casa tua, altrimenti
dove ci stavamo tutti per le feste?
Lucius: Mi sento usato … (sviene, piangendo)
Voldemort: Molto bene. Bellatrix,
liberati di questa nata babbana.
Bellatrix: Con molto piacere … Sai, cara, la mia
specialità è torturare la gente.
Hermione: Il dolore non mi spaventa.
Bellatrix: Staremo a vedere. Expecto Patronum!
Compare
un signore brizzolato con ciuffo, occhiali rotondi scuri e completo di giacca e
pantaloni leopardato.
Morgan:
Che succede? Dov’è Bugo?
Hermione (sobbalza e inizia ad irrigidirsi): Ch-chi è Bugo?
Morgan:
Cosa avete inventato oggi? Il complotto qual è? Cosa avete studiato?
Hermione (spaesata): Ma … ma … tutto. Io studio tutto!
Morgan:
Sei forte. Ieri sembravi Frank Sinatra.
Hermione (si tasta la faccia): No … io non c’entro nulla
con Sinatra …
Morgan
(prende a cantare): Le brutte intenzioni,
la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera. La canzone è una forma d’arte
ma tu sai solo coltivare invidia …
Ron
(seccato): No, no! Si chiama indivia, l’insalata. Coltivare indivia.
Morgan:
… ringrazia il Cielo sei su questo palco.
Ringrazia chi ti ci ha portato dentro … ma questo sono io!
Hermione si sta tappando le orecchie e cerca dove sbattere
la testa. In una frazione di lucidità riesce a prendere una moneta e la preme
per richiamare l’Ordine della Fenice.
Bellatrix (soddisfatta): Ecco fatto, possiamo
andare.
Voldemort: Mai visto un patronus
così potente!
Ron
continua a fare strada a Voldemort e Bellatrix. Ma, svoltato un angolo, si trovano di fronte a Seamus.
Seamus: Bene, bene, bene! Chi abbiamo qui? Il Signore
Oscuro, eh? Come siamo originali!
Voldemort: Ehi, ho lanciato io la moda del Signore
Oscuro, quando tu ancora non eri nei pensieri di tua madre. Sai quanto ho
guadagnato con il marchio registrato?
Seamus: Spero abbastanza per comprarti un bunker
anti-esplosioni portatile.
Voldemort: Eh?
Ron
(battendo le mani): Oh, che bello, ci sono i fuochi artificiali!
Seamus: Vingardium leviosa!
BOOOOOM
Un
boato riempie le orecchie, un istante prima che un’abbagliante luce s’impossessi
del corridoio. Una devastante energia distruttrice guizza dalla bacchetta di Seamus e travolge i tre, l’onda d’urto li sbalza all’indietro,
ma il colpo micidiale che strazia le carni sta per investire Voldemort. Una figura si frappone. Un urlo agghiaccia
tutti.
Quando
gli occhi tornano a vedere, Bellatrix giace a terra,
sanguinante, ma con un sorriso sul volto: ha salvato il suo signore.
Voldemort si inginocchia accanto a lei e la solleva
in parte tra le braccia per sincerarsi della sua salute.
Voldemort: Bella! Bellatrix!
Non puoi morire così!
Bellatrix: Questa è la sola morte che posso
accettare … morire, per salvare voi! Voi che mi avete donato le gioie più
immense. Ricordate le nostre missioni segrete?
Voldemort: Come dimenticare i corsi di cucina … io e
te … e i fornelli.
Bellatrix: Facevamo fuoco e fiamme.
Voldemort: Sempre …
Dietro
a un angolo Piton ascolta e si asciuga una lacrima.
Da
un altro angolo, salta fuori Malocchio Moody.
Malocchio:
AH, è la fine per te! Io non ho paura di usare le maniere forti. Avada Kedavra!
Un
lampo verde esce dalla bacchetta di Malocchio, colpisce in pieno petto Voldemort ma rimbalza, torna indietro e abbatte l’auror.
Voldemort: Com’è possibile?
Ron:
Beh, quello che è successo a Harry. Bellatrix si è
sacrificata per te e ora sei protetto dalla forza dell’aMMMMore!
Voldemort: Certo che è proprio forte questo ammmore, perché non lo insegnano a scuola? (solleva le
spalle) Beh, chi muore giace, chi vive si dà pace. Andiamo a consegnare sto
regalo.
Ron
e Voldemort superano Seamus
che resta nel corridoio a lucidare la bacchetta. Passano di gran corsa Lupin e Sirius che si guardano attorno stupiti per i cadaveri a
terra.
Sirius (guardando Bellatrix
stesa): Beh, a quanto pare si è liberato un posto al cenone di Natale.
Lupin:
Finnigan, dov’è andato il Signore Oscuro?
Seamus: Sta andando da Silente.
Lupin:
Perché non hai tentato di fermarlo?
Seamus: Beh, io il mio incantesimo l’ho lanciato. Il mio
turno è finito, ora tocca ad Harry: è lui il protagonista.
Lupin:
È la fine.
SCENA
XXV
Harry
passeggia nervosamente davanti alla grossa fenice in pietra che cela l’ingresso
alla scalinata per l’ufficio di Silente.
Draco
è seduto su una sedia lì vicino.
Harry:
Accidenti, che nervoso, che tensione … che ansia!
Draco:
EH, lo so … dobbiamo affrontare un potente mago oscuro coi suoi seguaci più
terribili: mio padre e mia zia. Non sai il dilemma interiore che mi lacera … l’affetto
o il bene?
Harry:
EH, che vuoi che sia, io ho passato la mia vita ad odiare mio padre e mia zia. Qui
il problema è che devo fare bella figura: sono il protagonista, tutti si
aspettano tanto da me! Non posso deludere i miei fans.
Sentono
dei passi e drizzano le orecchie. Ecco che appaiono Voldemort
e Ron.
Ron:
Harry, che ci fai qua? Non hai ancora preparato il baule per le vacanze di Pasqua?
Appena Tom finisce, partiamo.
Harry:
Fatti da parte Ron … guarda: un orto!
Ron:
Dove? Dove?!
Ron
si allontana, frenetico, cercando.
Harry:
Ora userò la mia arma segreta: EXPELLIARMUS!
La
bacchetta di Voldemort vola via. Il mago si avvicina
al ragazzo che non sa come reagire, visto che non può disarmarlo di nuovo.
Voldemort: Sai, Harry, quando ero in orfanatrofio, i
bulletti cercavano sempre di farmi brutti scherzi e così ho dovuto imparare a
difendermi. Non ho mai smesso di allenarmi e, ora, è la tua fine.
Harry:
Ma non hai più la bacchetta.
Voldemort: Già … ma ho i pugni nelle mani.
Voldemort stringe i pugni e inizia a dar sfoggio
delle sue abilità da pugile e tempesta Harry che presto si ritrova a terra e le
prende di santa ragione.
Il
ragazzo, attraverso le lenti, vede poco distante la sagoma di Piton.
Harry:
Padre … padre … salvami!
Piton: Non posso, salterebbe la mia copertura.
Draco:
Ehi, Voldemort, non lo sai che non si picchiano
quelli con gli occhiali?
Voldemort si blocca e si rimette in piedi. Guarda storto
il giovane Malfoy.
Voldemort: Vorresti che me la prenda con te?
Draco:
Non te ne darò il tempo. È ora ch’io riscatti il nome della mia famiglia. Avada …
SDENG
Una
sonora sediata stende Draco. Dietro di lui Sirius brandisce la seggiola.
Sirius: Meno male l’ho steso, prima che potesse fare
male a qualcuno.
La
scultura a forma di fenice si scosta e Silente fa capolino sull’ultimo gradino.
Silente:
OH, insomma! Non ne posso più di questa confusione! Non riesco a vedere Forum
in pace.
Voldemort: Ho qui qualcosa per te, vecchio. (infila
una mano sotto il mantello ed estrae un pacchetto colorato, ovale) BUONA
PASQUA!
Silente
(prende l’oggetto e lo scarta): Un uovo di cioccolato?
Voldemort: Non semplice cioccolato, ma al super
peperoncino. Mi sono fatto mandare la roba da un amico calabrese.
Silente (assaggia un pezzo): Squisito! Proprio
come piace a me: da restare senza fiato, mi scalda un sacco il cuore. Grazie,
Tom. Ho sempre saputo che eri un bravo ragazzo.
Voldemort: L’ho fatto io con le mie mani … ai corsi
di cucina con Bellatrix (una lacrima gli riga il
volto) quanto vorrei fosse qui!
Bellatrix (alle sue spalle): Ma io sono qua!
Voldemort: Come? Non ti avevano uccisa?
Bellatrix: Sì, ma il pubblico ha firmato una
petizione su change.org per farmi tornare in vita.
Bellatrix e Voldemort si
abbracciano. Intanto stanno raggiungendo quel luogo anche Neville, Hermione, Seamus e Lucius.
Harry:
Ma non capisco. Era l’uovo la sorpresa?
Voldemort: No, la sorpresa è nell’uovo, Harry.
Silente
(apre il bussolotto di plastica e ci trova un portachiavi di Hello Kitty): Dove l’ho già
visto?
Lucius: Ma, Signor Oscuro, quello gliel’avevo regalato a
Natale.
Sirius: Cosa?! Ricicli i miei regali?
Lupin:
Come, Sirius? Avevi detto che ti piaceva, quando l’hai
scartato.
Siuris: Pensavi davvero potesse piacermi?
Lupin:
E che ne so, era lì a casa che prendeva polvere da quando me l’ha dato Silente.
Harry:
Oh, quindi è così che funzionano le uova di Pasqua. I Dusley
non me ne hanno mai regalate … A proposito, professor Silente, professor Papà,
ho una domanda da un po’ di tempo. Spiegatemi: perché mi avete lasciato ai Dusley? Perché non mi avete dato ai miei nonni materni?
Loro accettavano la magia.
Piton: Sì, ma non accettavano che l’Irlanda del Nord
sia parte del Regno Unito. Si sono uniti ai terroristi dell’Ira e non se n’è
saputo più nulla. Qualcuno dice che siano morti.
Hagrid (affacciato a una finestra): No, per me sono
ancora in circolazione.
Fine Parte I (dell’ultimo capitolo … un po’ come coi film 7-8)