Scomposizione
Non sei capace di sostenerne la visione
per più di qualche attimo. La tenda diventa subito troppo piccola,
troppo soffocante: devi uscire, devi allontanarti, devi mettere la
giusta distanza tra te e Ping.
No.
Tra te e lei.
Serri gli occhi e
inspiri aria gelida. Per un momento il freddo che ti attraversa ti
illude di essere in pace, di non dover affrontare la realtà e le tue
responsabilità.
Ma la sua voce sgretola la
maschera e crolla la bugia.
«L'ho fatto per salvare mio padre»
Ti colpisce con la precisione di una
freccia. È una stilettata al cuore che ti commuove e ti scuote
l'anima. Improvvisamente ti sembra che parliate di nuovo lo stesso
linguaggio, un linguaggio che narra di famiglia, di sacrificio, di
coraggio. Un linguaggio che comprendi e che hai scelto di fare tuo
con orgoglio e dedizione.
Ti ha mentito per salvare suo padre.
Che cosa avresti fatto tu per
salvare il tuo? Avresti ingannato tutti quanti? Avresti tradito la
fiducia dei tuoi compagni? Avresti corso il rischio di morire per lui
se te ne fosse stata data l'opportunità?
Ti rendi conto di non avere alcuna
certezza riguardo alle risposte che cerchi, ma in qualche modo ora la
senti più vicina a te, ne capisci il dramma, ne ammiri l'audacia,
persino la follia.
Sei l'uomo più pazzo che io abbia mai conosciuto.
«Era l'unico modo. Ti prego, credimi»
Ti credo, vorresti dirle. Le credi davvero, lo sai che voleva solo rendersi utile e non farti del male. Ti senti suo eguale e per un attimo è come se non fosse successo altro che un piccolo malinteso. Per un attimo pensi che, voltandoti, vedrai Ping e tornerà tutto a posto, come prima.
Ma quando davanti a te si mostra la
donna che era nella tenda qualcosa si spezza e l'immagine si scompone
di nuovo sotto ai tuoi occhi.
Ti sembra così assurdo. È bastato un
momento, un solo istante perché diventaste due estranei.
La vedi e tutto di lei ti è nuovo –
indifferente. Non la conosci, non sai chi sia. Il suo nome –
Mulan – non le appartiene, le tue orecchie non lo
riconoscono. Perfino la sua postura è quella di un'altra persona:
Ping, ti dici, non si sarebbe rannicchiato sulla neve così
vergognoso, supplice. Ping, così pieno di iniziativa, di vivacità e
di intraprendenza non si sarebbe prostrato ai tuoi piedi.
Avvolto in quella coperta non c'è il
soldato che ti ha salvato la vita e a cui hai dichiarato fiducia. Al
suo posto ci sono forme gentili che ti offendono, che ti riportano
alla realtà e infrangono l'illusione.
È con un gesto
meccanico e la sollecitazione di Chi Fu che sfoderi la spada per
avvicinarti a lei.
Devi ucciderla: la
punizione per l'alto tradimento è la morte.
Devi
uccidere Mulan.
Ma come puoi sopportare di dover
uccidere lui con lei?
Come puoi uccidere lui che non è mai stato vivo?
Eppure noti che gli occhi di Mulan sono
così vivi, tanto ardenti da tenerti ancora testa.
Chiedono comprensione, perdono, coerenza. Ti chiedono di ricordare
ciò che è stato, di rendere giustizia al suo eroismo, alla vittoria
guadagnata grazie a lei.
Il suo
è uno sguardo così familiare e distante a un tempo da
mozzarti il respiro. Un angolo remoto della tua mente li riconosce,
quegli occhi: sono gli stessi a cui hai concesso la tua lealtà e che
ne hanno data a te – sono gli occhi di Ping, che non è mai
esistito. Sono gli occhi di una menzogna coraggiosa e amara che non
riesce a lasciarti insensibile.
Lo capisci quando Mulan abbassa il capo alla mercé della tua condanna e senti i polsi tremare; lo capisci quando all'improvviso ammetti a te stesso quello che già sai: non vuoi ucciderla.
D'un tratto non t'importa più della
legge e delle conseguenze a cui andrai incontro.
Non t'importa di non riuscire a
conciliare Ping e Mulan sotto lo stesso profilo.
Non t'importa di essere stato
ingannato, di essere stato deluso.
L'unica cosa che ora ha
importanza, l'unica
cosa che ora sai con infallibile certezza è che non vuoi
spegnere la luce di quegli occhi che ti hanno salvato.
Getti la spada sulla neve e ti sembra di aver appena scagliato via un peso intollerabile dal tuo cuore.
«Una vita per una vita» rispondi con voce debole alla confusione dipinta sul suo viso. «Ho pagato il mio debito»
Il tuo tono torna autoritario e
impersonale quando dài l'ordine di andare. Lei non vi seguirà, devi
lasciarla lì, ma ti conforta il pensiero che possieda i mezzi per
tornare a casa, per tornare dal padre che è ancora vivo solo grazie
a lei.
Quanto a te, non hai idea di cosa ti
accadrà ora, né di come ti sentirai quando avrai dimenticato il
rancore; non ti rimane che montare a cavallo e rimetterti in marcia
con rassegnazione verso la Città Imperiale, verso la festa che vi
attende. Avete vinto una guerra, dopotutto.
No.
Mulan ha vinto una guerra.
È l'ultimo pensiero che ti concedi prima che la mente ti si svuoti, lasciandoti solo con la tua malinconia nel freddo della notte.
Parole: 855
Angolino di Menade Danzante:
Ringrazio chiunque abbia letto o anche
solo aperto la storia! Spero di aver reso giustizia ad entrambi
questi personaggi, ma soprattutto spero di avervi intrattenuto almeno
un po'!
Un abbraccio,
Menade Danzante