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Autore: Nirvana_04    29/11/2020    3 recensioni
Reduci di una guerra non ancora finita, sopravvissuti di una generazione di ribaldi e avventurieri. Spiriti smarriti, anime rotte, corpi su cui la vita ha tatuato dolori e volti di fantasmi.
Una raccolta ricamata su solitudini e cicatrici.
1. Avanzi ~ Vorresti parlare, ma nel silenzio riconosci l’unica voce che ti è rimasta
2. Abbastanza ~ Lily è il veleno nei suoi respiri
3. Parlami nei sogni ~ Al ritmo di quei ricordi, tu danzi
4. Perdono, perdona ~ dieci macchie saltellano nell'aria
5. Resta sulla pelle ~ abbiamo rubato attimi di felicità al mondo
6. Rubare il silenzio ~ la paura… ha reso sordo il mondo
7. In fondo alla scatola ~ c’è la polvere che riveste ogni cosa
8. Inseguendo la tua assenza ~ Magari non mi ha riconosciuto
9. Mentre la neve cade ~ Non esiste più un posto dove nascondersi
10. Mi scorderò dei fiori d'angelo ~ «E tu dov’eri? Per chi combattevi?»
11. Infine, l'estate ~ Tu ricordi
12. In altrettanti modi ~ Brinderemo assieme, un giorno
13. Quell'abbraccio, alla fine del mondo ~ Va tutto bene, papà
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Resta sulla pelle

 
 


Resta sulla pelle l’impronta degli artigli, come un marchio nerissimo, o un’ombra di sporco sotto le unghie. Non se ne va mai via; a volte quegli artigli sono così evidenti che li sento persino graffiarmi lo stomaco e il petto, cercano di risalire, di venire fuori. Né la sofferenza basta più a condonare il mostro che vive in me – stavo soffrendo così tanto quando ha nascosto le mie cicatrici con la sua piccola mano.
Non sono mai stato quello forte, né il più coraggioso, no; e forse per questo, Sirius, hai sospettato di me all’inizio. Non posso dimenticare che, durante tutta la mia vita, la voglia di arrendermi ha quasi ucciso quel poco di umanità che mi resta. Senza di voi, amici miei, il mostro che alberga in me si struscia contro le ossa della gabbia toracica, le percorre con il muso e le frustra con la coda, e io temo che un giorno possa liberarsi e prendere del tutto il sopravvento – mi sono avventato sulle sue labbra, disperato, e se qualche rimorso è nato in me in quel momento, l’ho morso forte tra i denti… la sua pelle tra i miei denti, sono stato così sconsiderato!
Quando penso che, tra tutti noi, sono io l’ultimo rimasto… Non è giusto, no, non è affatto giusto. Io non la merito, questa vita. Se fossi morto io al tuo posto, adesso un mostro in meno scorrazzerebbe tra le persone innocenti, e io non avrei così paura, paura di far loro del male. Cosa ho a che fare io con loro? Oppure questa è la mia punizione… certo, dev’essere così, e lo sai anche tu, Sirius, amico mio, perché in fondo nessuno di noi due era destinato a essere amato. Noi abbiamo rubato attimi di felicità al mondo – ho fatto scivolare la mia mano tra i suoi capelli, ho lasciato che il colore acceso dei suoi anni coprisse la mia vecchiaia, la mia povertà, la mia mostruosità; ho respirato dalla sua bocca, e per un lungo, lunghissimo attimo ho dimenticato la mia solitudine.
Adesso è più difficile illudersi… adesso io corro solo e libero… mentre dormo accanto ai miei pari. Adesso è quasi impossibile non credere che questo non sia il mio posto. Il mostro non può sedere in mezzo alle sue prede! Troppo rischioso, è così sciocco… Una volta eravamo giovani, spensierati. Ma adesso che scusa ho? Eppure non sono cambiato – e dalla pelle adesso non si cancella più il sapore di lei, è ancora caldo sulla lingua, ma puro dolore sulla punta dei denti.
Lo devo a te, però, a te e a James e a Lily. La vostra fiducia e il vostro affetto non alleviano più il dolore delle mie trasformazioni. Il mostro è rinchiuso e non gli permetterò di infettare altri, comunque. No, la maledizione morirà con me; la caccerò, l’abbraccerò, e assieme andremo a fondo nel gorgo pieno di mostri. E mai più ne perderò il controllo, ma… – Non dovrà più accadere, mai più, ma…
Ma non importa quanto forte e risoluto io la spinga via: resta sulla pelle.
 


 
Restano sulla pelle i lividi e le voglie, così simili tra loro che è davvero difficile distinguerli. Non riesco a liberarmi di nessuno dei due; ci sono momenti in cui i lividi pulsano, e allora è più facile riconoscerli, ma anche le voglie fanno male, nello stomaco e nel petto, e io rischio di rompermi e di andare in pezzi. E non so proprio dare un nome a questa creatura che mi sta crescendo dentro – ero felicissima, così felice che non ho capito quanto la mia gioia gli facesse orrore.
Sono sempre stata la più sbadata, quella con la testa per aria, no? Beh, anche stavolta ti toccherà rimediare ai miei pasticci, mamma. Scommetto che tu lo avevi previsto, eh? E mi avevi anche avvertita e supplicata, ma io ce l’ho messa proprio tutta a sbattere al muro te e quella litania di apprensioni ridicole. Smettila di fargli tanti complimenti, ti ho detto, o penserò che te lo voglia sposare tu. Senza di lui, mamma, tutta la forza che credevo d’avere si è prosciugata, sento le mie dita raschiare il fondo, non ce n’è più, temo – gli ho lanciato le braccia al collo con tanta foga che quasi finivamo lunghi distesi e l’ho sommerso entusiasta di baci… ero tra le sue braccia, è stato magnifico!
Quando fingo di non sentire che, dopo tutto il dolore che avete provato, sono io a causarvene dell’altro… mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. Avrei dovuto rendere la vostra vita bella e riscattarla dall’odio. Se tu non avessi sposato papà, adesso non saresti costretta a vivere da reietta con una figlia stramba e goffa, e io non starei chiusa qui, incatenata dal dolore e dalla rabbia. Ma dimmi, te ne sei mai pentita? Oppure, come me, anche tu non rimpiangi nulla… perché la verità è che entrambe non abbiamo mai permesso al destino di strapparci l’amore. Noi abbiamo tenuto fuori i pregiudizi del mondo – ho preso le sue mani e le ho posate su di me, ho trattenuto le parole mentre un grande sorriso mi scoppiava sulla faccia; ho assaporato il suo desiderio, e in un attimo, in un attimo solo, ho visto tutto il suo coraggio ingrigire.
Adesso fa più male crederci… adesso io cammino sola dentro una stanza… mentre non sento più l’eco dei suoi passi. Adesso è quasi inutile ribellarsi alle sue paure, sognare di poterlo guarire dalle sue debolezze. L’amore, ha! L’amore non riesce a fermare ogni tipo di maledizione. Troppo fragile, sono stata una sciocca… Da bambina ci ho creduto, guardando voi. Ma adesso le vedo le cicatrici, lo sai? Conosco il prezzo che avete pagato e, sai cosa, lo pagherei altre cento, mille volte – e dalla pelle non si lava via il profumo di lui, morbido sulla guancia, penetra sulle vertebre nude.
L’ho imparato da te, dopotutto, da te e da papà. È dal vostro coraggio e dal vostro amore che ho imparato a non arrendermi, a dispetto di tutto e tutti. Lui mi ha detto che non va bene per me, ma che ne sa lui dei miei mostri? Beh, lui può anche rinnegare quello che siamo; io lo custodirò invece, lo cullerò, e riempirò il silenzio chiamando il suo nome. E il vuoto rincorrendo la sua assenza, e… – io lo so che uomo è, lo so, e…
E non importa, non m’importa, quanto veloce e lontano riuscirà a scappare: resta sulla pelle.



 

N.d.A.

Non sono minimamente soddisfatta di questo capitolo - soprattutto della seconda parte con la "voce" di Tonks, però volevo troppo pubblicare, mantenere la promessa che ho fatto a me stessa, in questo periodo più che mai, perchè ho proprio bisogno di tenere il controllo almeno su una cosa nella mia vita, per quanto piccola e insignificante possa apparire.
Odio la prima persona, e mi maledirò in eterno per aver deciso di utilizzarla qui, ma ormai è cosa fatta. Veniamo alle solite spiegazioni (e stavolta sono un bel po'... sai la novità).
Allora ho scelto la prima persona perché volevo trasmettere una distanza tra i due personaggi - e questa distanza è ricalcata anche dal fatto che entrambi parlano ad altri e non tra di loro - ma è anche una prima persona che li fa tendere, volenti o nolenti, l'uno verso l'altro, come se risuonassero e si stessero calamitando inconsciamente. Il loro è un iniziare a precipitare l'uno nelle braccia dell'altro.
Anche le due scene sono diverse: quella con la "voce" di Remus è ambientata nel natale del sesto libro, quando lui, nella cucina dei Weasley, mentre tutti ascoltano la cantante preferita di Molly, lui guarda il fuoco e sembra sprofondarci dentro (ho sempre immaginato che ci fosse stato un momento tra di loro, subito dopo la morte di Sirius, in cui si siano avvicinati maggiormente e Remus abbia ceduto al desiderio); quella con la "voce" di Tonks è volutamente più ambigua, perché potrebbe benissimo adattarsi a un momento analogo nel sesto libro, quando Remus rifiuta di stare con lei, ma dico che ci sono delle ambiguità perché ho fatto in modo che il momento potesse benissimo essere uno del settimo libro, quando lei aspetta Teddy e Remus è scappato lasciandola a casa con i genitori.
Altra cosa importante: il capitolo non è solo diviso in due scene, ma ogni scena è divisa in due. Da una parte c'è la parte cosciente di Remus che parla "mentalmente" con Sirius e che sembra parlare della sua condizione di lupo mannaro, dall'altra c'è una parte di Remus che si insinua in questa conversazione muta e che rivive il ricordo con Tonks; lo stesso vale per quando concerne la parte di Tonks, da un lato un discorso muto con la madre, dall'altro il semplice ripercorrere quei momenti, ritornarci con la mente, involontariamente. Volevo trasmettere il senso di tormento che, nonostante i nostri propositi e gli altri pensieri a cui ci aggrappiamo, arriva e non si riesce a scacciare via. La frase finale di entrambi i pezzi vuole essere una conclusione per entrambe queste due "coscienze".
Infine, "i colori accesi dei suoi anni" è tratta da "Ti lascerò" di Anna Oxa e Fausto Leali.
Mentre "rubato attimi di felicità al mondo" è stato il mio personale tormento che mi ha perseguitato mentre scrivevo, distraendomi e torturandomi. Ho l'impressione di aver già usato questa espressione da qualche parte, mi sembra di averla già o forse letta. Usando i motori di ricerca non è uscito nulla, ma resta comunque il dubbio.
Va bene, adesso torno alla mia vita e lascio voi alle vostre.
   
 
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