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Autore: inzaghina    31/12/2020    10 recensioni
La vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti.
Lucas e Sophie lo hanno imparato una sera d'ottobre, quando le loro esistenze sono state sconvolte da un terribile incidente.
Accettare di essere sopravvissuti e venire a patto con le persone che hanno perso non sarà semplice, si tratterà piuttosto di un lungo processo, che lascerà delle cicatrici - che si rimargineranno solo con l'aiuto dei loro amici e delle loro famiglie.
[Il prologo di questa storia partecipa al contest "Chi ben comincia è a metà del prologo" indetto da BessieB sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brooklyn Tales'
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Qualche settimana fa mi sono iscritta al Gioco di scrittura sul gruppo facebook “Caffè e Calderotti” che prevedeva di scegliere 10 personaggi che sarebbero poi stati abbinati casualmente a una serie di prompt. La scadenza per pubblicare la storia che vi partecipa è oggi e, come ho fatto per i personaggi scelti per Harry Potter, anche qui arrivo all’ultimo con il primo capitolo di una mini-long molto angst in cui concentrerò il maggior numero di prompt.
 
Ecco qui i personaggi che ho scelto:
 
1- Alexandra Delway
2- Daniel Evans
3- Lucas Evans
4- Jacob Grayson
5- Riley Gutierrez
6- Alice Henderson
7- Steven Hughes
8- Nicholas Rogers
9- Michael Sanders
10- Sophie Sanders 
 
In questo prologo mi concentrerò sul prompt: 12. Death Sophie Sanders (10) e Lucas Evans (3) — che sarà il perno sul quale si reggerà l’intera storia.

 
 


Prologo — Il peso dell’assenza
 
 
 
Caos.
Luci lampeggianti.
Odore nauseabondo di carburante.
Un dolore insopportabile al braccio destro.
E grida, tante grida strazianti — ovunque intorno a lui.
Poi, il buio.
 

Quando trova la forza di riaprire gli occhi, Lucas lo fa con fatica e non riesce a mettere a fuoco nulla, a eccezione del fatto che è piuttosto sicuro che il mondo sia alla rovescia — o, più probabilmente, è lui a esserlo.
Sente freddo, nonostante ricorda bene che la serata fosse piuttosto tiepida.
Già, ma che serata? Ah sì, è andato all’Homecoming.
Chiude gli occhi, tentando di rammentare cosa sia successo e come mai si trovi bloccato in quella che è abbastanza certo sia una macchina, ma la testa gli fa così male che deve desistere per un attimo. Percepisce un rumore soffocato alle spalle e tenta di girarsi verso la fonte, maledicendosi per l’idea idiota; riesce a intravedere dei capelli biondi imbrattati di scuro e delle labbra vermiglie che si fanno strada prepotentemente tra i suoi ricordi offuscati.

 
“Una ragazza così bella non dovrebbe stare a bordo pista…”
“E dove dovrebbe stare?”
“Al centro della pista, tra le braccia di un ragazzo che riesca a farla sorridere.”

“Hai ragione.”
“Mi concedi questo ballo, quindi?” ¹
 

Lucas è abbastanza certo di aver baciato Sophie Sanders quella sera, protetto dal muro della palestra della scuola, dopo aver ballato con lei. Ora può rivedersi con chiarezza insinuare le dita tra i suoi capelli setosi, mentre imprigiona il corpo di lei tra la parete fredda e se stesso, sente nuovamente quella risata argentina che conosce da tutta la vita e ricorda di essere stato proprio lui a provocarla. Quello che non rammenta è cosa sia accaduto dopo tutto questo, come sia possibile che sia stato tutto irrimediabilmente stravolto in una manciata di attimi. S’arrischia a dare un’occhiata alla sua sinistra e viene colto dal terrore più angosciante alla vista della posizione innaturale del collo di Oliver e del sangue che ricopre i lineamenti del suo viso come un sudario. Tenta di capire se l’amico stia respirando, ma è abbastanza certo che il suo petto sia immobile, sotto il peso del volante, slittato in avanti, e dell’airbag ormai sgonfio.
“Ollie, amico…” sussurra, tentando di sfiorarlo.
“Mhmm,” un gemito proveniente dal sedile posteriore gli ricorda della presenza di quella che crede possa essere Sophie.
“Sophie, puoi sentirmi?” chiede, più forte che può.
“Mhmm…”
“Sophie, stai bene?” è una domanda stupida, se ne rende conto, ma è evidentemente sotto shock.
“Lucas?” mormora in risposta la ragazza, dopo una pausa che a lui è parsa infinita.
“Sì, sono io…”
“Che cosa è successo?” ribatte Sophie in tono atterrito.
“Credo che abbiamo avuto un incidente, ma… non so, non ricordo nulla… tu come stai?”
“Non ne ho idea, mi fa male il collo e la gamba destra e sono più che sicura di essermi tagliata con i vetri del finestrino… tu?”
“Ho un gran mal di testa e del braccio destro, credo di essermi tagliato anche io, ma non so dirti se ci siano altri traumi…”
Solo in quel momento Sophie rammenta di essere andata al ballo in compagnia di Madeline e si volta alla sua sinistra, ricercando l’amica di tutta una vita — finendo con l’urlare in una maniera quasi disumana.
“Che succede?”
“È… è Maddy… lei…”
“Lei cosa?”
“Io credo che sia morta è immobile e coperta di sangue e…” singhiozza la ragazza, tentando di toccare l’amica con la punta delle dita.
“Oddio è terribile...” mormora Lucas, evitando di comunicarle che crede che anche Ollie li abbia lasciati.
“Dobbiamo aiutarla!”
“Lo so, ma io sono bloccato… non so tu.”
“Anche io e poi mi fa così male la testa e…” la sua voce si spegne improvvisamente.
“E cosa? Sophie! Sophie, rispondimi!” Lucas tenta invano di girarsi, prima di soccombere al dolore.

 
L’ultimo pensiero coerente, prima di precipitare nuovamente nell’oblio, è che non vuole affatto morire.
Non nella stessa sera in cui ha finalmente baciato Sophie Sanders.
Si sente un imbecille a formulare un simile pensiero egoista.
Quando Ollie se n’è andato — per sempre.
E probabilmente anche Maddy.
È semplicemente umano.
E sogna un futuro.
Vuole vivere.
 
 

 



¹ Dialogo tratto dalla mia OS “Artefici del proprio destino” prima storia con protagonisti Lucas e Sophie che ho pubblicato.
 
Nota dell’autrice:
In questo pazzo, pazzo, 2020 non potevo che buttarmi in un’altra mini-long per tirarmi su almeno con la scrittura.
Questi personaggi mi sono entrati nel cuore, pur essendo nati per caso, e ormai era tempo che provassi a scrivere di loro qualcosa di più corposo che le solite OS.
Questo prologo è piuttosto dark e difficile, ma la loro storia è nata proprio sotto queste premesse e il prompt che mi è capitato cadeva davvero a fagiolo.
Credo che la storia non avrà più di 10 capitoli, e già non so se sia considerabile una mini-long.
Tantissimi auguri di buona fine e buon principio.
Ci rileggiamo nel 2021!
   
 
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