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Autore: Paddy    16/05/2005    6 recensioni
Sono fondamentalmente una persona piuttosto equilibrata. Nella mia vita, ho saputo dare la giusta misura a lavoro ed amicizia. Non erano alla stessa altezza sulla mia bilancia personale, ma credo di avere fatto davvero un buon lavoro.
*Una vita perfetta, un lavoro perfetto. Manca solo il matrimonio, il secondo... e se l'ex-marito non volesse concedere il divorzio? Hermione è costretta a tornare al suo paese natale per convincerlo... come finirà?*
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FLURRY FLUSH

FLURRY FLUSH

 

7.

 

 

Alone buddy there ain’t non peace of mind

That’s why I’ll keep searching till I find my special one.

Two hearts are better than one

Two hearts girl get the job done

Two hearts are better than one

Bruce Springsteen, “Due cuori”

 

________________________________________________________________________________

 

Volto la testa di scatto verso la voce.

 

 

Sulla porta, Cornelia si porta le mani alla bocca, accortasi di avere urlato. Tutti la guardano; la ragazzina arrossisce, stretta nel suo abitino rosa.

 

 

“Ehm... io ho, ho le fedi...” mormora. Il prete scuote la testa in segno di rimprovero; poi le fa cenno di avvicinarsi. Mentre la ragazzina percorre quel poco spazio che la separa dall’altare, gli ingranaggi del mio cervello lavorano velocissimamente.

 

 

Lo devo ammettere, devo rassegnarmi, accettarlo.

 

 

Nel momento in cui ho sentito “FERMI!”, ho desiderato con tutta me stessa che fosse Ron. Sì, lui, venuto come principe azzurro (o sarebbe meglio dire rosso) a salvarmi da una vita noiosa e doverosa, per portarmi verso la felicità e la gioia.

 

 

Ora, in teoria una sposa felice e innamorata, a quel “FERMI!” sospira e spera che sia una cosa veloce, maledicendo la proprietaria della voce che ha rotto il magico attimo del suo matrimonio perfetto.

 

 

Ma io non sono una sposa felice e innamorata. L’ho sempre saputo, fin dal momento in cui Harry mi chiese di diventare sua moglie. Solo che ne ero coscente, ma rassegnata. Il fatto di rivedere Ron mi fece solo soffrire di più, perchè sapevo che non avrei potuto comunque stare con lui.

 

 

Ma persino una persona razionale, fredda e ligia ai suoi doveri (tra i quali mantenere una sofferta promessa) come me si rende conto che è il colmo quando, oltretutto nel bel mezzo del passo più importante delle nozze, desidera con tutte le sue forze di sposare un altro!

 

 

Ed è il colmo dell’idiozia non solo per me, ma anche per Harry, che sto ingannando assieme a tutte queste persone.

 

 

Il matrimonio è per sempre, e non ha senso compiere questo importante passo se non c’è l’amore, nemmeno per una promessa fatta ad una madre sul punto di morte.

 

 

Persino lei, credo che lo capirebbe!

 

 

“Allora, signorina Granger, vuole prendere per marito Harry James Potter?”

 

 

Tutti mi fissano. Harry sorride. Cornelia mi guarda con un sopracciglio alzato. Lei l’ha intuito, temo. Meglio così.

 

...io...

 

 

“NO!”

 

 

E’ un no deciso, forte, duro e secco, ma allo stesso tempo rassegnato, doloroso e malinconico.

 

 

Lo sguardo esterrefatto dei presenti è puntato su di me. Harry ha la bocca spalancata e non accenna a chiuderla. Cornelia, d’altro canto, si limita a scuotere la testa, apparentemente dispiaciuta. Ma poi mi sorride, e con un cenno del capo mi indica la porta.

 

 

Non me lo faccio ripetere due volte; scatto verso il portone e...

 

 

No. Ho preso un impegno con queste persone e, se non voglio e non posso rispettarlo, devo perlomeno motivare la mia scelta.

 

 

Mi giro lentamente verso gli invitati ed Harry, rosso in viso. Soffre terribilmente, ed è colpa mia. L’ho illuso. Ma voglio rimediare.

 

 

Mentre Cornelia si prova le fedi, gettando a terra il cuscinetto su cui poggiavano, faccio un respiro profondo: “Sentite... non so proprio come spiegare. Sarò franca e schietta, anche se dopo questo metà di voi mi odieranno. Penserete che sono una persona senza cuore, superficiale, egoista e in parte è vero. Ma non lo sono stata solo con voi e un’altra persona che non è qui... ma anche con me stessa. Mi sono imposta di amare Harry, perchè volevo amarlo, dovevo amarlo, perchè sapevo, perchè so, che è la persona giusta per me, l’uomo perfetto, un giovane dolce e meritevole. Ma... se si può far scegliere la persona da amare al cervello, non si può imporlo al cuore. Il mio cuore ha retto fino ad ora, ma adesso... non ce la faccio. Non ce la faccio più ad ingannare me stessa ed Harry, e tutti voi. Mi sono innamorata di un altro, questa è la verità. E lo amo da anni. Questo è un colpo per voi, che di sicuro mi odierete fino alla fine dei vostri giorni, ma, vi assicuro, anche per me.

Vi chiedo scusa, a tutti. E spero che un giorno... un giorno... riusciate a capirmi e sappiate perdonarmi.”

 

 

Cornelia accenna un applauso, spezzato dalle occhiataccie degli invitati. Harry ha lo sguardo fisso per terra, il prete è sconvolto. Tutti mi guardano, chi con astio, chi con stupore, chi con disapprovazione, chi con tristezza, chi con soddisfazione (queste sono Cornelia ed Amy, che tira fuori subito il cellulare: “Devo subito dirlo alle mie amiche! Lo sapevo io, eh, sì! Lo sapevo che era ancora innamorata del suo ex! E’ come nei film e nei romanzi d’amore, col colpo di scena finale!”

 

 

Scuoto la testa. Mi duole anche pensarlo, ma per una volta, una volta soltanto, quella pettegola di Amy ha ragione.

 

________________________________________________________________________________

 

Mi agito sulla poltrona. Pochi minuti e atterreremo. Sono tutta un tremito.

 

 

Il cellulare squilla. Di nuovo. E’ la quinta volta. Ora chi mi chiama è Cornelia. Bene... dopo tre chiamate di Harry e dei nostri conoscenti, mi ci voleva proprio. Comunque alle altre non ho risposto, li farei solo soffrire di più (probabilmente cercherebbero di farmi cambiare idea) o soffrirei di più io stessa (mi insulterebbero).

 

 

“Pronto?”

 

 

Si sentono voci agitate in sottofondo, ed è difficile sentire quella di Cornelia.

“Ciao, zia Hermione... o meglio, Hermione e basta. Giusto?”

 

 

Sospiro. Anche lei mi odia, adesso. “Io... Cornelia, è difficile da spiegare, specie a te che...”

 

 

 

“Non dirmi che sono una bambina. Capisco benissimo. Stai.. andando dal tuo Richard, vero?”

 

 

Esito. “Sì. Ma non credere che Harry sia come Stephan, eh!, no. Solo che...”

 

 

“Non devi spiegarti. Qui c’è un gran caos... ci sono persone che piangono, che urlano, che cercano di capire... nessuno ha recepito il tuo messaggio, a parte, forse, Harry.”

 

 

Soffoco un’esclamazione di sorpresa. “Harry...?”

 

 

“Sì. E’ tremendamente deluso e ferito, ma dice che ti capisce. Lo sospettava.”

 

 

“Sospettava che io non lo amassi più?”

 

 

Ora capisco... “Sei... sei tornata!”: quell’esclamazione di sorpresa, e l’apperente timore di perdermi che rivelava il suo tono di voce... tutto perchè sospettava!

 

 

“No, non fino a quel punto... ma diceva che sembravi strana, dal tuo ritorno. Allora si è detto, e se...? Ma no, impossibile. Crede che, anche se ci vorrà molto tempo, supererà la cosa.”

 

 

“Lo spero! Gli voglio bene, diglielo, anche se non servirà...”

 

 

“Devo lasciarti zia... posso chiamarti zia, nonostante tutto?”

 

 

“Certo. Ciao, cara.” Chiudo la conversazione con le lacrime agli occhi. Il sapere che Harry almeno non mi odia, mi fa sentire un po’ meno in colpa.

 

 

L’aereo è atterrato. Scendo e annuso l’aria. Sembra profumare; tutto pare più bello, ora, e io mi sento bene. Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che mi sono sentita così in pace con me stessa. Seppure abbia infranto una promessa, non ho illuso molte altre persone. Non si parlava più solo di me, solo della mia felicità, ormai, ma di quella di Harry, Ron, Ginny...

 

 

Corro verso la casa dei due Weasley. Prima di aprire la porta, esito un attimo. E’ la cosa giusta? Ron mi avrebbe perdonata? Avrebbe capito? E se lui e Ginny mi odiassero?

 

 

Ma è solo questione di un momento. Subito dopo, apro la porta.

 

 

Seduta al tavolo, i capelli spettinati, lo sguardo perso, sta Ginny. Sorseggia un bicchiere di CocaCola. CocaCola... la bibita che aveva giurato di non bere mai, per ragioni che mi aveva spiegato. Deve stare proprio male per ridursi così!

 

 

“Ginny?”

 

 

Si volta a guardarmi, e sul suo volto appare un’espressione così sorpresa che per poco non scoppio a ridere.

Hermione? Ma come... cosa... tu...!?”

 

 

“Sì, io!” ridacchio. “Io... sono tornata. Non so se potrete perdonarmi... ma è succcesso, così... avevate ragione, me ne sono resa conto all’ultimo momento...” tartagliavo, così felice di vederla.

 

 

Ma Ginny non mi sta ascoltando. Sul viso ha un’espressione soddisfatta. Mi si avvicina stringendomi in un abbraccio fraterno.

“Non devi spiegarmi nulla, Herm. Credo di capire. Beh, meglio tardi che mai, no? E devo essere io a sperare di essere perdonata, per quel tiro mancino che ti ho...”

 

 

“Acqua passata. Piuttosto, dove... ehm...”

 

 

“Ron è in giardino” dice Ginny sfoderando un sorriso a trentadue denti.

“Ha passato il giorno con la testa fra le mani, sospirando... è pentito, non sai quanto! Credo che vederti lo... lo... non so neanche come dirlo. Di sicuro resusciterà.”

 

 

Ridacchiai e mi diressi verso il giardino.

Quando lo vedo, mi sento mancare e d’un tratto il coraggio mi viene meno.

 

 

E’ seduto su una panchina di pietra, sotto un salice piangente. Lo ricordavo bene, quel salice. Era stato sfondo della sua dichiarazione, un giorno che ero sua ospite, del nostro primo bacio, della sua richiesta di matrimonio. E ora... avrebbe mostrato un riconciliamento o l’ennesima lite?

 

 

Ron è come sempre bellissimo, ma avvicinandomi di più noto che ha il viso accartocciato, gli occhi rossi e le guance fradice.

 

 

Se penso che è per colpa mia che è ridotto così!

 

 

“Ron...” accenno. Lui si volta piano. Mi guarda senza vedermi, poi si rigira.

 

 

“Ron!” riprovo. Non mi guarda nemmeno di striscio. Allora scoppio. “Ron, per favore, rispondimi! E’ già abbastanza umiliante così, ma essere anche ignorata, diventa frustrante! Guardami, Ron!”

 

 

Lui si volta. E sembra vedermi per la prima volta. Spalanca gli occhi.

 

 

Hermione? Ma come.. cosa... tu!?”

 

 

Stavolta non riesco a trattenermi e scoppio in una risata.

“E’ la stessa frase che ha detto Ginny!”

 

 

Ron si alza in piedi. Mi guarda come se fossi un’allucinazione, con quei suoi occhi così belli, così profondi, così blu, e così pieni d’amore, amore...

 

 

“Insomma... eccomi qui” comincio. Mi mancano le parole. Ho preparato questo discorso e l’ho ripetuto a molte milioni di volte, ma adesso è diverso.

“Sono qui... per due motivi, anzi tre. Il primo è che devo chiederti scusa. Scusa per tutto quello che ti ho fatto, per le ripercussioni, il dolore e il cuore spezzato. Sono stata un’imperdonabile egoista, non ho pensato nemmeno per un momento ai tuoi sentimenti, ti ho mollato così, senza una spiegazione.”

 

 

Sono tentata di parlare di mia madre, ma qualcosa mi trattiene; l’affetto, forse, o il fatto che questa è una mia responsabilità e voglio assumermela in tutti i suoi effetti.

Ron mi fissa, mi fissa, mi fissa.

 

 

“Il secondo motivo è che... beh, ti chiedo di perdonarmi. Ti prego. Perchè per me è importante il tuo perdono, Ron, più di ogni altra cosa, perchè, e questa è la terza cosa... perchè... io... perchè io ti amo, Ron. Me ne sono accorta troppo presto e adesso troppo tardi, ma è così. Tutto qui.”

 

 

C’è un minuto di silenzio. Il silenzio dopo una confessione è una cosa che non sopporto. Ma non dura a lungo.

 

 

“Hermione...” Ron si morde il labbro inferiore, agitato. “Devo scusarmi anch’io. Mi sono comportato malissimo, con te. Ti ho fatto una cosa tremenda, contro la tua volontà, e non me lo perdonerò mai, mai. Inoltre non ho cercato di capirti, mai, vedevo tutto in bianco e nero, pretendevo che le cose fossero come volevo io e io volevo che tu restassi con me e basta. Sono un’egoista, e capisco benissimo che tu non mi amassi, e...”

 

 

Gli metto un dito sulle labbra. “Sssh. Se dici così mi sento peggio. Ho sbagliato, e forse è così anche per te, ma...”

 

 

“Ti amo ancora, Hermione. Se è questo che volevi sapere, beh, ecco qui. Non ho mai smesso di amarti, mai.”

 

 

“Oh, anch’io, Ron! Può sembrarti una cosa meschina e probabilmente lo è, dopotutto stavo per sposare Harry... Ma in effetti io non ti merito, sono un’ipocrita, una vile, un’inetta, un’imbarazzante...”

 

 

Ma non riesco a terminare la frase perchè Ron mi si avvicina e, stringendomi al petto, preme le sue labbra contro mie. Non ricordavo quanto fosse piacevole questo contatto, probabilmente perchè l’ultima volta ero ubriaca. Ma è dolcissimo baciarlo di nuovo, ora che tra noi non ci sono più contrasti, ora che è tutto di nuovo sereno, ora che ci siamo chiariti.

 

 

Non capisco come ho fatto a resistere per tanto tempo senza di lui.

 

 

Una promessa è una promessa....

 

 

Ma Ron è Ron!

________________________________________________________________________________

 

Ginny guarda dalla finestra i due piccioncini.

 

 

Stanno benissimo assieme, davvero. Io l’ho sempre detto. Hermione è stata coraggiosa, e adesso devo prendere esempio dal suo coraggio.

 

 

Si avvicina al telefono e alzò la cornetta, digitando un numero imparato a memoria.

 

 

“Pronto?”

 

 

La sua voce... la sua bellissima e melodiosa voce è sempre la stessa, seppur così affranta e triste. Ma lei sa come tirarlo su.

 

 

“Ciao, Harry. Sono Ginny. Senti, capisco che è un brutto momento, ma... sei libero stasera?

 

 

 

"Mostragli la strada...
Portali verso l'amore...
In questo freddo tramonto
Una goccia d'oro che si scioglie..."


Sono in tremendo ritardo stando alla velocità con cui ho pubblicato gli ultimi capitoli, ma gli esami sono vicini e i nostri prof sfornano verifiche a raffica!

 

Beh, a parte questo... FINE! Ci sarà un epilogo, (credo) comunque... Ok, e via con le critiche... anche se prima devo ringraziare un paio di persone!

 

 

Lucy ^^

 

Daffydebby :-)

 

Youffie :))

 

Yuna :!

 

Fede :-P

 

Kamomilla ///

 

Grazie a tutte davvero, siete fin troppo gentili! E lo sarete doppiamente a schiacciare quella scritta giù in basso...

Grazie!

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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