FLURRY FLUSH
7.
Alone buddy there ain’t non peace of mind
That’s why I’ll keep searching till I find my special one.
Two hearts are better than one
Two hearts girl get the job done
Two hearts are better than one
Bruce Springsteen, “Due cuori”
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Volto
la testa di scatto verso la voce.
Sulla
porta, Cornelia si porta le mani alla bocca, accortasi di avere urlato. Tutti
la guardano; la ragazzina arrossisce, stretta nel suo abitino rosa.
“Ehm...
io ho, ho le fedi...” mormora. Il prete scuote la testa in segno di rimprovero;
poi le fa cenno di avvicinarsi. Mentre la ragazzina percorre quel poco spazio
che la separa dall’altare, gli ingranaggi del mio cervello lavorano velocissimamente.
Lo
devo ammettere, devo rassegnarmi, accettarlo.
Nel
momento in cui ho sentito “FERMI!”, ho desiderato con tutta me stessa che fosse
Ron. Sì, lui, venuto come principe azzurro (o sarebbe meglio dire rosso) a
salvarmi da una vita noiosa e doverosa, per portarmi verso la felicità e la
gioia.
Ora,
in teoria una sposa felice e innamorata, a quel “FERMI!” sospira e spera che
sia una cosa veloce, maledicendo la proprietaria della voce che ha rotto il
magico attimo del suo matrimonio perfetto.
Ma
io non sono una sposa felice e innamorata. L’ho sempre saputo, fin dal momento
in cui Harry mi chiese di diventare sua moglie. Solo che ne ero coscente, ma
rassegnata. Il fatto di rivedere Ron mi fece solo soffrire di più, perchè
sapevo che non avrei potuto comunque stare con lui.
Ma
persino una persona razionale, fredda e ligia ai suoi doveri (tra i quali
mantenere una sofferta promessa) come me si rende conto che è il colmo quando,
oltretutto nel bel mezzo del passo più importante delle nozze, desidera con
tutte le sue forze di sposare un altro!
Ed
è il colmo dell’idiozia non solo per me, ma anche per Harry, che sto ingannando
assieme a tutte queste persone.
Il
matrimonio è per sempre, e non ha senso compiere questo importante passo se non
c’è l’amore, nemmeno per una promessa fatta ad una madre sul punto di morte.
Persino
lei, credo che lo capirebbe!
“Allora,
signorina Granger, vuole prendere per marito Harry James Potter?”
Tutti
mi fissano. Harry sorride. Cornelia mi guarda con un sopracciglio alzato. Lei
l’ha intuito, temo. Meglio così.
...io...
“NO!”
E’
un no deciso, forte, duro e secco, ma allo stesso tempo rassegnato, doloroso e
malinconico.
Lo
sguardo esterrefatto dei presenti è puntato su di me. Harry ha la bocca
spalancata e non accenna a chiuderla. Cornelia, d’altro canto, si limita a
scuotere la testa, apparentemente dispiaciuta. Ma poi mi sorride, e con un
cenno del capo mi indica la porta.
Non
me lo faccio ripetere due volte; scatto verso il portone e...
No.
Ho preso un impegno con queste persone e, se non voglio e non posso
rispettarlo, devo perlomeno motivare la mia scelta.
Mi
giro lentamente verso gli invitati ed Harry, rosso in viso. Soffre
terribilmente, ed è colpa mia. L’ho illuso. Ma voglio rimediare.
Mentre
Cornelia si prova le fedi, gettando a terra il cuscinetto su cui poggiavano,
faccio un respiro profondo: “Sentite... non so proprio come spiegare. Sarò
franca e schietta, anche se dopo questo metà di voi mi odieranno. Penserete che
sono una persona senza cuore, superficiale, egoista e in parte è vero. Ma non
lo sono stata solo con voi e un’altra persona che non è qui... ma anche con me
stessa. Mi sono imposta di amare Harry, perchè volevo amarlo, dovevo
amarlo, perchè sapevo, perchè so, che è la persona giusta per me, l’uomo
perfetto, un giovane dolce e meritevole. Ma... se si può far scegliere la
persona da amare al cervello, non si può imporlo al cuore. Il mio cuore ha
retto fino ad ora, ma adesso... non ce la faccio. Non ce la faccio più ad
ingannare me stessa ed Harry, e tutti voi. Mi sono innamorata di un altro,
questa è la verità. E lo amo da anni. Questo è un colpo per voi, che di sicuro
mi odierete fino alla fine dei vostri giorni, ma, vi assicuro, anche per me.
Vi
chiedo scusa, a tutti. E spero che un giorno... un giorno... riusciate a
capirmi e sappiate perdonarmi.”
Cornelia
accenna un applauso, spezzato dalle occhiataccie degli invitati. Harry ha lo
sguardo fisso per terra, il prete è sconvolto. Tutti mi guardano, chi con
astio, chi con stupore, chi con disapprovazione, chi con tristezza, chi con
soddisfazione (queste sono Cornelia ed Amy, che tira fuori subito il cellulare:
“Devo subito dirlo alle mie amiche! Lo sapevo io, eh, sì! Lo sapevo che era
ancora innamorata del suo ex! E’ come nei film e nei romanzi d’amore, col colpo
di scena finale!”
Scuoto
la testa. Mi duole anche pensarlo, ma per una volta, una volta soltanto, quella
pettegola di Amy ha ragione.
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Mi
agito sulla poltrona. Pochi minuti e atterreremo. Sono tutta un tremito.
Il
cellulare squilla. Di nuovo. E’ la quinta volta. Ora chi mi chiama è Cornelia.
Bene... dopo tre chiamate di Harry e dei nostri conoscenti, mi ci voleva
proprio. Comunque alle altre non ho risposto, li farei solo soffrire di più
(probabilmente cercherebbero di farmi cambiare idea) o soffrirei di più io
stessa (mi insulterebbero).
“Pronto?”
Si
sentono voci agitate in sottofondo, ed è difficile sentire quella di Cornelia.
“Ciao,
zia Hermione... o meglio, Hermione e basta. Giusto?”
Sospiro.
Anche lei mi odia, adesso. “Io... Cornelia, è difficile da spiegare, specie a
te che...”
“Non
dirmi che sono una bambina. Capisco benissimo. Stai.. andando dal tuo Richard,
vero?”
Esito.
“Sì. Ma non credere che Harry sia come Stephan, eh!, no. Solo che...”
“Non
devi spiegarti. Qui c’è un gran caos... ci sono persone che piangono, che
urlano, che cercano di capire... nessuno ha recepito il tuo messaggio, a parte,
forse, Harry.”
Soffoco
un’esclamazione di sorpresa. “Harry...?”
“Sì.
E’ tremendamente deluso e ferito, ma dice che ti capisce. Lo sospettava.”
“Sospettava
che io non lo amassi più?”
Ora
capisco... “Sei... sei tornata!”: quell’esclamazione di sorpresa, e
l’apperente timore di perdermi che rivelava il suo tono di voce... tutto perchè
sospettava!
“No,
non fino a quel punto... ma diceva che sembravi strana, dal tuo ritorno. Allora
si è detto, e se...? Ma no, impossibile. Crede che, anche se ci vorrà molto
tempo, supererà la cosa.”
“Lo
spero! Gli voglio bene, diglielo, anche se non servirà...”
“Devo
lasciarti zia... posso chiamarti zia, nonostante tutto?”
“Certo.
Ciao, cara.” Chiudo la conversazione con le lacrime agli occhi. Il sapere che
Harry almeno non mi odia, mi fa sentire un po’ meno in colpa.
L’aereo
è atterrato. Scendo e annuso l’aria. Sembra profumare; tutto pare più bello,
ora, e io mi sento bene. Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che mi sono
sentita così in pace con me stessa. Seppure abbia infranto una promessa, non ho
illuso molte altre persone. Non si parlava più solo di me, solo della mia
felicità, ormai, ma di quella di Harry, Ron, Ginny...
Corro
verso la casa dei due Weasley. Prima di aprire la porta, esito un attimo. E’ la
cosa giusta? Ron mi avrebbe perdonata? Avrebbe capito? E se lui e Ginny mi
odiassero?
Ma
è solo questione di un momento. Subito dopo, apro la porta.
Seduta
al tavolo, i capelli spettinati, lo sguardo perso, sta Ginny. Sorseggia un
bicchiere di CocaCola. CocaCola... la bibita che aveva giurato di non bere mai,
per ragioni che mi aveva spiegato. Deve stare proprio male per ridursi così!
“Ginny?”
Si
volta a guardarmi, e sul suo volto appare un’espressione così sorpresa che per
poco non scoppio a ridere.
“Hermione?
Ma come... cosa... tu...!?”
“Sì,
io!” ridacchio. “Io... sono tornata. Non so se potrete perdonarmi... ma è
succcesso, così... avevate ragione, me ne sono resa conto all’ultimo
momento...” tartagliavo, così felice di vederla.
Ma
Ginny non mi sta ascoltando. Sul viso ha un’espressione soddisfatta. Mi si
avvicina stringendomi in un abbraccio fraterno.
“Non
devi spiegarmi nulla, Herm. Credo di capire. Beh, meglio tardi che mai, no? E
devo essere io a sperare di essere perdonata, per quel tiro mancino che ti
ho...”
“Acqua
passata. Piuttosto, dove... ehm...”
“Ron
è in giardino” dice Ginny sfoderando un sorriso a trentadue denti.
“Ha
passato il giorno con la testa fra le mani, sospirando... è pentito, non sai
quanto! Credo che vederti lo... lo... non so neanche come dirlo. Di sicuro
resusciterà.”
Ridacchiai
e mi diressi verso il giardino.
Quando
lo vedo, mi sento mancare e d’un tratto il coraggio mi viene meno.
E’
seduto su una panchina di pietra, sotto un salice piangente. Lo ricordavo bene,
quel salice. Era stato sfondo della sua dichiarazione, un giorno che ero sua
ospite, del nostro primo bacio, della sua richiesta di matrimonio. E ora...
avrebbe mostrato un riconciliamento o l’ennesima lite?
Ron
è come sempre bellissimo, ma avvicinandomi di più noto che ha il viso
accartocciato, gli occhi rossi e le guance fradice.
Se
penso che è per colpa mia che è ridotto così!
“Ron...”
accenno. Lui si volta piano. Mi guarda senza vedermi, poi si rigira.
“Ron!”
riprovo. Non mi guarda nemmeno di striscio. Allora scoppio. “Ron, per favore,
rispondimi! E’ già abbastanza umiliante così, ma essere anche ignorata, diventa
frustrante! Guardami, Ron!”
Lui
si volta. E sembra vedermi per la prima volta. Spalanca gli occhi.
“Hermione?
Ma come.. cosa... tu!?”
Stavolta
non riesco a trattenermi e scoppio in una risata.
“E’
la stessa frase che ha detto Ginny!”
Ron
si alza in piedi. Mi guarda come se fossi un’allucinazione, con quei suoi occhi
così belli, così profondi, così blu, e così pieni d’amore, amore...
“Insomma...
eccomi qui” comincio. Mi mancano le parole. Ho preparato questo discorso e l’ho
ripetuto a molte milioni di volte, ma adesso è diverso.
“Sono
qui... per due motivi, anzi tre. Il primo è che devo chiederti scusa. Scusa per
tutto quello che ti ho fatto, per le ripercussioni, il dolore e il cuore
spezzato. Sono stata un’imperdonabile egoista, non ho pensato nemmeno per un
momento ai tuoi sentimenti, ti ho mollato così, senza una spiegazione.”
Sono
tentata di parlare di mia madre, ma qualcosa mi trattiene; l’affetto, forse, o
il fatto che questa è una mia responsabilità e voglio assumermela in tutti i
suoi effetti.
Ron
mi fissa, mi fissa, mi fissa.
“Il
secondo motivo è che... beh, ti chiedo di perdonarmi. Ti prego. Perchè per me è
importante il tuo perdono, Ron, più di ogni altra cosa, perchè, e questa è la
terza cosa... perchè... io... perchè io ti amo, Ron. Me ne sono accorta troppo
presto e adesso troppo tardi, ma è così. Tutto qui.”
C’è
un minuto di silenzio. Il silenzio dopo una confessione è una cosa che non
sopporto. Ma non dura a lungo.
“Hermione...”
Ron si morde il labbro inferiore, agitato. “Devo scusarmi anch’io. Mi sono
comportato malissimo, con te. Ti ho fatto una cosa tremenda, contro la tua
volontà, e non me lo perdonerò mai, mai. Inoltre non ho cercato di capirti,
mai, vedevo tutto in bianco e nero, pretendevo che le cose fossero come volevo
io e io volevo che tu restassi con me e basta. Sono un’egoista, e capisco
benissimo che tu non mi amassi, e...”
Gli
metto un dito sulle labbra. “Sssh. Se dici così mi sento peggio. Ho sbagliato,
e forse è così anche per te, ma...”
“Ti
amo ancora, Hermione. Se è questo che volevi sapere, beh, ecco qui. Non ho mai
smesso di amarti, mai.”
“Oh,
anch’io, Ron! Può sembrarti una cosa meschina e probabilmente lo è, dopotutto
stavo per sposare Harry... Ma in effetti io non ti merito, sono un’ipocrita,
una vile, un’inetta, un’imbarazzante...”
Ma
non riesco a terminare la frase perchè Ron mi si avvicina e, stringendomi al
petto, preme le sue labbra contro mie. Non ricordavo quanto fosse piacevole
questo contatto, probabilmente perchè l’ultima volta ero ubriaca. Ma è
dolcissimo baciarlo di nuovo, ora che tra noi non ci sono più contrasti, ora
che è tutto di nuovo sereno, ora che ci siamo chiariti.
Non
capisco come ho fatto a resistere per tanto tempo senza di lui.
Una
promessa è una promessa....
Ma
Ron è Ron!
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Ginny
guarda dalla finestra i due piccioncini.
Stanno
benissimo assieme, davvero. Io l’ho sempre detto. Hermione è stata coraggiosa,
e adesso devo prendere esempio dal suo coraggio.
Si
avvicina al telefono e alzò la cornetta, digitando un numero imparato a
memoria.
“Pronto?”
La
sua voce... la sua bellissima e melodiosa voce è sempre la stessa, seppur così
affranta e triste. Ma lei sa come tirarlo su.
“Ciao,
Harry. Sono Ginny. Senti, capisco che è un brutto momento, ma... sei libero
stasera?
Portali verso l'amore...
In questo freddo tramonto
Una goccia d'oro che si scioglie..."
Sono in tremendo ritardo stando alla velocità con cui ho
pubblicato gli ultimi capitoli, ma gli esami sono vicini e i nostri prof
sfornano verifiche a raffica!
Beh, a parte questo... FINE! Ci sarà un epilogo, (credo)
comunque... Ok, e via con le critiche... anche se prima devo ringraziare un
paio di persone!
Lucy ^^
Daffydebby :-)
Youffie :))
Yuna :!
Fede :-P
Kamomilla ///
Grazie a tutte davvero, siete fin troppo gentili! E lo sarete
doppiamente a schiacciare quella scritta giù in basso...
Grazie!