Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    28/02/2021    20 recensioni
Due appartamenti, cinque inquilini, nuove e improbabili amicizie che metteranno in discussione le grandi leggi del Mondo Magico.
Perché chi l'avrebbe detto che, quattro anni dopo la guerra, Grifondoro e Serpeverde si sarebbero trovati a stringere alleanza?
Un'altra serata stava per concludersi nella palazzina Augurey n.7. Una delle tante a metà tra un burrascoso passato e un futuro ancora tutto da raccontare.
Genere: Commedia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro. 
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.

 
 
- AUGUREY BUILDING N.7 -
A magic sitcom in Diagon Alley



CAPITOLO 11 - Epilogo
Il matrimonio


 
 

I due giorni precedenti al matrimonio erano stati, per Harry, uno schiaffo in piena faccia. In quanto testimone dello sposo – insieme a George – era responsabile dell'organizzazione di molti dettagli dei quali avrebbe fatto volentieri a meno di pensare, dato lo stato d'animo.
Quantomeno era stato abbastanza facile tenere la mente impegnata e mantenere vivo il proposito di tenersi alla larga da Malfoy.
Dopo avergli voltato le spalle alla Calderoneria non aveva più avuto sue notizie per due giorni, ma non c'era stato attimo senza che la sua mente lo portasse con l'immagine di lui avvinghiato al corpo di quel tizio e a quanto gli avesse fatto male.
Ma ciò che gli aveva fatto più male era stato che Malfoy non avesse fatto lo stronzo! Se solo l'avesse trattato da schifo, avrebbe avuto un buon motivo per avercela con lui. Invece gli era corso dietro, si era interessato, si era mostrato preoccupato per lui e così facendo gli aveva dato pure delle false speranze che qualcosa, in fin dei conti, gli interessasse.
Però Harry non aveva voluto neanche saperlo. Era pericoloso, sapeva che Draco fosse una persona indipendente, che non amasse impegnarsi e che la sola idea di stare insieme a una persona lo mandasse in crisi e in ansia. Quindi Harry aveva deciso che era meglio chiuderla subito prima di soffrire troppo, prima di rovinare anche quel che rimaneva di un'amicizia lunga più di quattro anni e mezza vita trascorsa – volenti o nolenti – a contatto.

Forse, se solo fosse riuscito a dimenticarsi di ciò che provava per lui, presto le cose sarebbero tornate come prima. Sarebbero tornati amici e avrebbe sopportato di vederlo rimorchiare gente a caso nelle discoteche. Ma per farlo era necessario che smettessero di trombare in ogni angolo con espedienti di dubbia funzionalità. E, per quanto facesse male, non vedersi per un po'.
Peccato solo che di lì a due giorni fosse previsto il matrimonio di Ron e Hermione e si sarebbero visti inevitabilmente. Avrebbe dovuto stringere i denti e sopportare, far finta di niente ed evitare di turbare gli animi.
Non aveva detto niente a Ron e Hermione – anche se era convinto lo sospettassero – per non dare loro ulteriori pensieri. Quel trenta luglio sarebbe stato il loro grande giorno e non avrebbe voluto rovinarglielo con i suoi drammi esistenziali e pene d'amore. Amore.
Mai avrebbe pensato di associare il nome di Malfoy a tale concetto astratto ma, del resto, non si sarebbe neanche aspettato di diventare suo amico e vivere in simbiosi per più di quattro anni.
Tutto è mutevole, tutto si evolve e si trasforma. E, a tal proposito, Harry aveva decretato che il giorno dopo il matrimonio – il suo compleanno, per l'esattezza – l'avrebbe trasformato nell'inizio di un letargo.
Con Hermione e Ron in luna di miele in Giappone, avrebbe avuto l'appartamento tutto per sé. Per fare schifo per tutta la durata delle sue ferie estive e tentare di dimenticare di essersi innamorato di una persona che, seppur con tutto il bene, non avrebbe potuto corrisponderlo.
Era certo che anche Draco ne soffrisse, gliel'aveva letto negli occhi e lo conosceva. Ma separarsi era necessario per non trovarsi invischiati in qualcosa che non funziona.

«Miseriaccia!»
L'imprecazione di Ron lo fece tornare a galla.
«Hermione mi ucciderà. Credo di aver messo su peso e questo dannatissimo, dannatissimo panciotto mi stringeva, ho provato ad allargarlo con la magia, ma non sono bravo con questi incantesimi e ha cambiato colore sul davanti, ora sembro un pettirosso e Hermione mi ucciderà. L'ho già detto che Hermione mi ucciderà?»
«Ron, prendi un respiro e calmati. Pansy è una sarta, scommetto che sistemerà tutto con un colpo di bacchetta» fece spallucce Harry.
«È già al castello da stamattina all'alba insieme alla sposa» lo informò George, con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
In effetti, pensò Harry, con quel panciotto rosso era pressoché ridicolo. Malfoy l'avrebbe preso in giro da lì alle nozze d'oro.
Ed ecco che si inabissava di nuovo nel suo brodo di autocommiserazione. Ogni singola cosa lo riportava lì, da quel maledetto bastardo che...
«Weasley, mi è parso di annusare dalla lontananza un crimine perpetrato al buon gusto estetico e, oh, per Salazar, si può sapere cosa hai combinato?!»
A parlar del Doxy spuntano le ali.
Harry quasi ingoiò la sua stessa lingua quando Draco entrò nella stanza, bello come il sole nel suo completo verde scuro. Verde. Per tornare al castello di Hogwarts aveva scelto il colore della sua casa.

Hermione e Ron, infatti, avevano scelto di celebrare le loro nozze nel parco di Hogwarts, là dove si erano conosciuti e innamorati. La preside McGranitt aveva concesso loro il permesso e sarebbe stata lei stessa a celebrare la funzione.
«E se la Granger ti lascerà agonizzante al terreno quando tenterà di ucciderti, sarà Pansy che ti darà il colpo di grazia. Oh, eccome se ti ucciderà, visto quel che ci ha messo per assemblarti questo completo». Draco continuò il suo sproloquio dopo aver volto a Harry e George un saluto di circostanza.
«Malfoy, smettila di rigirare il dito nella piaga e aiutami!» urlò Ron, esagitato.
«Per aiutarti per davvero dovrei farti internare in un riformatorio. Oh, e sta' fermo con quelle manacce, lascia fare a me. E chi diavolo ti ha pettinato i capelli in questo modo?! Sembri appena scappato al Tranello del Diavolo».
Ci vollero diversi minuti e diverse bestemmie volte ai fondatori perché il completo tornasse in grado di farsi guardare, ma Draco riuscì a fare un lavoro tutto sommato decente. Ron rimase in bilico sulla sottile soglia tra il volerlo strozzare e volerlo abbracciare per avergli salvato la vita ma, alla fine, optò per una sincera stretta di mano colma di tutta la sua gratitudine.
E Harry non riuscì proprio a non pensare a quanto desiderasse che quel figlio di puttana si rivolgesse a lui come aveva sempre fatto, accusandolo di avere i capelli simili a quelli della Cooman e poi tentando di sistemarglieli. Invece non disse nulla, si limitò a scrutarlo da lontano fino a quando, finalmente, fu il momento di tornare a Hogwarts.

 


 

L'ultima volta che Draco era stato a Hogwarts era il giorno dopo il diploma. Era uscito da quella scuola con il cadavere in postumi di Pansy sottobraccio e, insieme, avevano camminato tetri verso il treno. Si era voltato indietro e si era domandato se la vita sarebbe stata clemente con lui, se la protezione offertagli da quel castello in quei sei mesi dopo la Guerra l'avrebbe avuta anche fuori.
L'aveva avuta ma no, non fino a che era rimasto al maniero con la sua famiglia.
La sua vita aveva preso forma e speranza solo dal momento in cui lui e Pansy, insieme, avevano varcato la soglia del loro nuovo appartamento a Diagon Alley, in quell'edificio dalla facciata di un verde poco brillante, infestato da un Poltergeist e con una terrazza insaccata nel tetto che offriva uno scorcio sullo smog londinese.
La Palazzina Augurey, per certi versi, gli aveva salvato la vita. E i suoi abitanti l'avevano resa frizzante, gioiosa, frenetica e soddisfacente.
Quando era uscito da quel castello, nel lontano dicembre 1998, non si sarebbe immaginato di poter diventare davvero amico di Harry Potter e del Trio delle Meraviglie. Ma, ora che tutti insieme si trovarono di nuovo lì - cinque anni dopo - per celebrare il matrimonio di Ron e Hermione, Draco realizzò quanto loro, Harry e Pansy fossero i migliori amici che potesse desiderare. Sì, anche Weasley, alla fine dei conti.
Ma tutto è mutevole, tutto si evolve e si trasforma.
Spiò Harry di soppiatto e si accorse che lo stava guardando di rimando. Draco non poté fare a meno di domandarsi, nel vedere quel castello, come si sarebbe trasformata la propria vita di lì in poi.

 

Il giardino del castello profumava di bouganville. Non erano presenti studenti, in quanto tutti erano a casa per le vacanze estive, ma era comunque gremito di gente e invitati.
Tutte persone conosciute e anche ospiti d'onore. Hermione era una persona molto rinomata all'interno del Ministero della Magia e Ron, con i suoi affari al negozio dei Tiri Vispi, si era guadagnato una fetta di clienti molto facoltosi. Anche ai più abbienti piacciono gli scherzi, in fondo.
C'era la famiglia Weasley al completo, i genitori e parenti stretti di Hermione, i loro vecchi compagni di scuola, alcuni insegnanti tra i quali, naturalmente, Hagrid. Quando Ron giunse sul luogo della cerimonia lo accolse nell'abbraccio più stretto e stritolante che poté e Malfoy, con occhi orripilati, giurò di poter vedere un bottone della camicia tirarsi fino a rasentare la rottura.
La professoressa McGranitt, avvolta in lungo abito scozzese, li accolse con trepidazione mentre il professor Lumacorno, con il pancione ancor più prominente di quanto ricordassero, chiacchierava con le alte cariche Ministeriali.
Quando Harry scorse Ginny tra gli invitati, si domandò quante altre persone che non aveva voglia di vedere avrebbe dovuto sopportare. E poi incontrò la zia Muriel. Nessun altro avrebbe potuto competere.
Andromeda e Teddy giunsero poco dopo di loro e il piccolo – il quale adorava suo cugino Draco almeno quanto adorava Harry – gli saltò addosso con foga. Un vero peccato che il rapporto di Draco con gli infanti fosse sulla soglia dell'intolleranza, e la soglia venne ben oltrepassata quando il bambino tentò di strappargli dal collo la cravatta di seta nera.

«Oh, siete arrivati, finalmente. È tutto pronto, è tutto perfetto, vero?» li raggiunse Pansy, splendida più che mai e fiera di essere stata l'artefice di tutto quello. Portava un lungo abito verde acqua senza spalline e una collana di strass luminosissimi.
«Hai fatto un lavoro magnifico, Pansy, e sei bellissima» si complimentò Draco nel guardare quanto tutto fosse perfetto. Le lanterne appese agli alberi, vasi di fiori eleganti e profumati, l'arco nuziale adornato di gigli, sedute di raso bianco e la splendida vista sulla facciata più diroccata del castello. Poco distante, accanto allo scorcio sul lago, c'era un gazebo con un rinfresco di pietanze disposte in modo impeccabile, una pista da ballo con un palco per la band – un gruppo emergente, tali Tassi Tecnici Interstellari – e, infine, già disposta su un tavolo, una gigantesca torta nuziale decorata con le miniature di Ron e Hermione che ballavano.
«Lo so! La vedete quella signora, laggiù? È Marianne Devon, una delle più importanti wedding planner del Mondo Magico. Ed è estasiata! Voci dicono che potrebbe offrirmi un lavoro!» trillò Pansy.
«Ma è fantastico! E che ne sarebbe del tuo sogno di cucire abiti di alta moda? Lo porterai avanti lo stesso?» domandò Harry, sinceramente colpito.
«Oh, aspetta di vedere la sposa!»

E aveva ragione.
Quando tutti si furono posizionati ai loro posti e Ron venne accompagnato da una Molly piangente sotto l'arco nuziale, un quartetto d'archi intonò il canone di Pachebel in re maggiore e le porte del castello si spalancarono. Hermione, a braccetto con suo padre, splendeva di una luce meravigliosa.
L'abito bianco e lungo era di pizzo ricamato di fiori semplici, con un lungo strascico brillante e leggero. I capelli, sapientemente pettinati in una treccia laterale, erano ornati degli stessi piccoli fiori bianchi che decoravano anche il bouquet. Sorrideva nervosa, ma di gioia.
Nessuno tra gli invitati si sforzò per trattenere le lacrime. Soprattutto Hagrid il quale, rumorosamente commosso, si soffiò il naso in un fazzoletto grande come una tovaglia.
Harry, in prima fila, per un istante dimenticò tutti i problemi, tutti i dolori. I suoi migliori amici si stavano per sposare, e lui poteva vantarsi di aver visto fiorire il loro amore e aver condiviso parte di quel percorso. Non poteva essere più felice di così, per loro, per come la vita li aveva uniti.
Draco odiava i matrimoni, ma quando vide la sposa camminare verso il tappeto di gigli, bella come non l'aveva mai vista prima, si rese conto di quanta felicità potessero esprimere i suoi occhi. Poi guardò Weasley e ci lesse dentro le stesse emozioni, le stesse paure, la stessa gioia e la stessa speranza. Ron, che aveva sempre avuto la fama di avere la stessa sensibilità di un cassonetto dell'umido, non si vergognò di piangere.
Era quello, dunque, l'amore? Il senso di passare il resto della vita con qualcuno?

Il discorso di Minerva McGranitt fu solenne ma commovente al tempo stesso e quando, finalmente, pronunciò le parole "con i poteri conferitomi dal Wizengamot vi dichiaro uniti nel magico vincolo del matrimonio" un applauso scrosciante si levò dalla folla e Ron e Hermione partirono alla volta del tradizionale giro sulle scope.
L'aperitivo, l'open bar e la cena furono memorabili. Pansy aveva messo a disposizione delle fontane autoriempienti di Diagon Mule tutte per la sposa ma, di fatto, si ritrovò ubriaca lei stessa già prima del taglio della torta.
Neville e Luna, i testimoni della sposa, avevano allestito intorno alla pista da ballo diverse postazioni di narghilè di Frullobulbo.
E così la sontuosità dello sposalizio andò sontuosamente a farsi fottere ben poco dopo il primo ballo degli sposi. Tutto nella norma, insomma.
Harry, il quale aveva trascorso gran parte del banchetto in giro per i tavoli pur di non starsene seduto nel posto assegnato vicino a Draco, non mangiò quasi nulla e bevve talmente tanto che dovette ricorrere a una pozione anti-sbornia per non collassare.
Malfoy, invece, si era ritrovato annoiatissimo in una conversazione compromettente con Blaise Zabini.

Poco prima dello scoccare della mezzanotte, gli sposi salirono sul palco dei Tassi Tecnici Interstellari e approfittarono dei loro microfoni per un discorso. Ma, siccome Ron non sembrava più nelle condizioni di formulare alcun discorso e l'ultima volta che era salito su un palco si era fratturato una tibia, fu Hermione a prendere la Pluffa al balzo.
«È stato davvero magnifico avervi qui tutti con noi in questo giorno speciale, in questo momento per noi prezioso e indimenticabile. Ci sono tante persone che vorremmo ringraziare. Tante, troppe. In primis la professoressa McGranitt, che ci ha consentito di essere qui oggi, in questo luogo per noi simbolo della nostra unione. Lei che ci ha visto crescere, che ci ha conosciuto e ha avuto l'enorme sfortuna di avere a che fare con due scapestrati senza alcun rispetto per le regole. Una volta ci ha detto "com'è che quando succede qualcosa, ci siete sempre di mezzo voi?"» tutti risero a quel ricordo e Minerva, oramai annegata nell'Acquaviola, si concesse una risatina sguaiata. «Beh, ce lo siamo domandati spesso anche noi e tutt'oggi non abbiamo la risposta. Hagrid, Hagrid che è stato nostro fedele amico, il nostro più prezioso alleato, lui che senza volerlo ci ha dato informazioni fondamentali anche se "non doveva proprio dirlo". Senza il suo aiuto forse non saremmo neanche qui».
Hagrid si soffiò il naso rumorosamente, commosso, poi Hermione continuò.
«Le nostre famiglie, che ci hanno sostenuto, che ci hanno supportato. Mia madre e mio padre, che sono stata costretta a Obliviare durante la Guerra, e mai scelta fu più sofferta. Ma finalmente hanno recuperato tutti i loro ricordi e sono qui con me, ed è così bello che si ricordino di ciò che sono stata. Arthur e Molly, che sono stati per me come dei genitori quando loro non c'erano. Tutti i miei adorabili cognati, compreso Fred, che sono convinta che se fosse qui mi direbbe di scappare e darmela a gambe».
La famiglia Weasley rise tra le lacrime, anche Ron che, poggiato alla spalla di Hermione, sembrava essere oramai in un punto di non ritorno. Forse, pensò Harry, avrebbe dovuto dare una pozione antisbornia anche a lui.

«I nostri amici, i nostri compagni di scuola, anche coloro che non sono più tra noi ma che so che avrebbero gioito con noi. Poi Neville e Luna, i miei testimoni, e la meravigliosa persona che ha reso i nostri sogni realtà, Pansy. Se devo essere onesta all'inizio ero davvero spaventata dalla portata di ciò che aveva in mente, ma nel vedere tutto questo non posso fare a meno di pensare che non avrei potuto affidarmi a mani più sapienti. Andiamo, le fontane di Diagon Mule, non è meraviglioso!? E, a tal proposito, vorrei includerla di nuovo nei ringraziamenti insieme a Draco. Lui e Pansy, insieme, sono i vicini di casa più strani, eccentrici e meravigliosi che potessimo desiderare» Ron strappò di mano il microfono a Hermione e ci rise dentro.
«Io volevo ringrazi-are Malfoy! Per avermi aggiusta-to il vesti-to che era stre-tto. Grazie, a-amico. Senza di te sarei qui con la pancia ro-ssa e mia moglie e Pan-sy mi avrebbero ucci-so» urlò tra i singhiozzi, facendo fischiare gli altoparlanti.
«Che cosa?!» domandarono Hermione e Pansy in coro.
Draco scoppiò in una risata fragorosissima e Hermione, esterrefatta, dovette lottare per togliere il microfono di mano al suo ubriachissimo marito.
«E per ultimo, volevamo ringraziare una delle persone più importanti della nostra vita. Molti di voi lo chiamano "Eroe del Mondo Magico", per noi invece è Harry. Solo Harry. Harry, il nostro migliore amico, il migliore che potessimo desiderare, che da tredici anni ci sopporta, che ci è stato vicino nei nostri momenti fragili, che ha saputo perdonare le nostre debolezze. Abbiamo condiviso tutto, tutto quanto. Non ci sono sufficienti parole per ringraziarlo. Ma c'è una cosa che vorremmo fare, ed è anche questo il motivo per il quale abbiamo deciso di sposarci il trenta di luglio» annunciò Hermione e, alzando la bacchetta in aria, richiamò a sé un enorme, gigantesca torta di melassa con ventitré candeline colorate.
L'orologio del castello rintoccò la mezzanotte e tutti esplosero in un applauso fragoroso.
«Buon compleanno, Harry. Grazie» concluse infine Hermione, con un largo sorriso.

Harry, che fino agli undici anni non aveva mai ricevuto un regalo, un augurio, o anche un semplice abbraccio per il compleanno, quasi non riuscì a credere ai propri occhi. I suoi migliori amici avevano scelto la data di nozze per poter festeggiare insieme a lui, ed era tutto ciò che di più bello e prezioso potessero fare.
Ron, Hermione e Pansy si avvicinarono a Harry e lo strinsero in un forte abbraccio. E, a quel punto, anche Draco non riuscì proprio a trattenersi dall'avvicinarsi e fargli gli auguri. Harry, nonostante tutto, accettò di buon grado e sorrise. Era felice che fossero lì, tutti insieme, tutti i coinquilini della Palazzina Augurey numero 7. Si abbracciarono tutti e cinque, forte, stretti, e gridarono al cielo la loro gioia.
Ed era vero: erano davvero i vicini di casa migliori che potessero desiderare.

 


 

La festa proseguì tra canti, balli, brindisi e schiamazzi. Ma c'era un'ultima, ultimissima tradizione di nozze che ancora non era stata adempiuta.
Quando Hermione si posizionò a bordo della pista di spalle, il fermento salì tra i pubblico e un coro di suspense si levò tra la folla. Poi, dopo quelli che parvero interminabili secondi, lanciò finalmente il bouquet di fiori bianchi.
Mani si levarono verso il cielo, speranzose ed eccitate. Ma una bacchetta le sovrastò.
«Accio bouquet».
Il mazzo di fiori cambiò direzione e giunse con un tonfo secco tra le mani di chi aveva chiamato l'incantesimo. Ma, se tutti gli invitati esplosero in borbottii di protesta, un sorriso larghissimo si fece largo sul volto di Hermione, Pansy e Ron.
Ci avevano sperato, ci avevano sperato fino all'ultimo – sì, anche Ron – e alla fine era accaduto.
Draco, con il bouquet in mano, sorrise. Poi, a passi veloci, raggiunse Potter tra la folla e glielo porse.
Harry rimase sbigottito ma, prima ancora che potesse dire qualcosa, i Tassi Tecnici Interstellari attaccarono con un brano lento. E la tradizione voleva che la coppia che prendeva il bouquet ballasse, no?
La folla non dovette neanche insistere tanto, perché Draco si aggrappò alle spalle di Harry ancor prima che potesse rifiutarsi.
«Ma sei pazzo?» fu tutto ciò che riuscì a dirgli, una volta riacquistate le facoltà mentali.
«Oh, non dirlo come se fosse una novità» ridacchiò Malfoy, picchiettandogli il bouquet sulla testa.
Harry scosse il capo e si aggrappò ai suoi fianchi e, proprio come al matrimonio di Luna e Neville, iniziarono a ballare. Harry, ovviamente, male.
Ma cosa significava tutto quello? Non era così che doveva andare.
Avevano deciso di stare lontani per un po'. E ok il momento di auguri del compleanno, ok il matrimonio. Ma ballare insieme non era proprio quello che si poteva definire distanziamento sociale.

«Senti, Draco...»
«Oh, se mi introduci un discorso così potrei pensare che tu sia incinta» lo interruppe, e di tutta risposta si guadagnò un pizzicotto sul fianco.
«Sei un pezzo di idiota» rise Harry.
«Perché tu sei l'altro pezzo. In due ne facciamo uno intero» puntualizzò Malfoy, con un ghigno.
Harry sorrise di nuovo, poi sospirò.
«Ok, ora possiamo essere seri?»
«Voglio la camicia».
Per un secondo il lento ondeggiare di Harry si fermò. Forse si era fermato anche il sistema cardiocircolatorio, tant'è che dovette aggrapparsi più saldo ai fianchi di Draco per essere certo di non cadere a terra, svenuto o dipartito che fosse.
«Cosa?»
Non era certo di aver capito bene.
«Voglio quell'orribile, petulante camicia. La voglio tenere. Rimetterla. E la laverò io, non la porterò in lavanderia perché non voglio che nessuno la trovi e me la rubi. La voglio mettere solo io. Per quanto sia una camicia discutibile e a volte ho desiderato prenderla, lavarla a centonovanta gradi e rimpicciolirla fino a farla diventare un coriandolo. Però alla fine mi sono affezionato a quella camicia, sai?»
Ciò che sembrava la farneticazione di un pazzo con la mania per la sartoria – oh, effettivamente Malfoy lo era – celava un significato differente.
E sì, Harry aveva capito bene. Ma non riusciva, nonostante tutto, a crederci.
«Non pensavo fossi il tipo da tenerti la camicia così a lungo. Una volta mi hai detto che il mare è pieno di pesci» controbatté Harry, esterrefatto.
Draco ricordava quella sera, era quando Ron e Hermione si erano fidanzati ufficialmente e lui era andato nel panico. A chi, se non a Harry, avrebbe potuto confidare di avere una paura fottuta del matrimonio, di impegnarsi, e quant'altro?

«Anche io pensavo di non esserne il tipo,» ammise Draco, «ma poi uno di questi pesci mi ha detto che dovevo solo trovare il mio pesce spada. E... poi... ho scoperto che ce l'avevo vicino, quel pesce spa-»
«Dobbiamo andare avanti a parlare per metafore ancora a lungo? Non ci credo che stiamo parlando di pesci e camicie» lo interruppe Harry, ridendo. Stava davvero diventando estenuante, quel discorso con mezzi termini.
«No, giusto» confermò Malfoy. Era giunto, dunque, il momento di parlare chiaro. «Non avrei mai pensato di dirlo, ma io voglio provare a stare con te. Non sono mai stato con nessuno, non mi ritenevo capace e forse non lo sono, ma io penso che ne valga la pena provare. Sicuramente ti tirerò matto ma, ehi, lo faccio già, giusto?» Harry annuì in modo teatrale. «E poi, abbiamo appurato che anche se dovessimo litigare sappiamo come risolvere la situazione» (altri gesti teatrali di Harry). «Oh, se mio padre lo sapesse mi diserederebbe ma, ops, l'ha già fatto! Che poi per mesi non si è parlato d'altro che di una nostra presunta relazione, a questo punto non ci crederebbe più nessuno. Un po' come quella ridicola storia Babbana di Pierino e il lupo che ha raccontato una volta la Granger e-»
«Ne sei sicuro?» Harry interruppe l'ennesimo delirio di onnipotenza made-in-Malfoy. «Intendo... è una cosa... strana».
Strana lo era per davvero. Harry non aveva mai fatto i conti con ciò che provava per Draco. Lo aveva sempre tenuto nascosto sepolto sotto i suoi organi vitali ed era schizzato fuori solo pochi giorni prima, alla Calderoneria. Ma non aveva mai, mai pensato che tutto ciò potesse davvero tradursi in una relazione, non aveva mai pensato che fosse possibile. Anche se aveva sentito più che mai di desiderarlo.

«Che c'è, hai paura, Potter?» sibilò Draco, portandosi più vicino con il naso. Avrebbe voluto mordergli una guancia lì, in mezzo a tutta quella gente.
Harry lanciò un'occhiata distratta al castello dietro di loro, scrigno di tanti ricordi, uno dei quali appena rivangato. Il Club dei Duellanti, che grandissima cafonata magica! Si mise a ridere e scosse la testa al pensiero di quella sfida a mano armata in cui i loro incantesimi erano farsi il solletico a vicenda o lanciarsi serpenti addosso.
«Vorrei tanto rispondere "ti piacerebbe", ma la verità è che sì, ho paura» ammise.
«Non è da te, Grifondoro».
«Perché, tu non ne hai?» incalzò Harry.
Draco sbuffò aria calda.
«Da matti, ma abbiamo già appurato che io sono un grandissimo codardo. Però... dopo tutto quello che abbiamo passato, questa può essere solo un'altra grande sfida» disse, con la tipica faccia provocatoria di quando, da ragazzini, si sfidavano sul campo da Quidditch. Campo che si trovava proprio lì, a pochi metri da loro.
Quante sfide in quella scuola, quante partite, quante litigate! Aveva spesso vinto lui, ma Draco gli aveva dato filo da torcere sempre e costantemente. Erano stati nemici, rivali, alleati e amici.
Perché tutto è mutevole, tutto si evolve e si trasforma. E ciò che il destino avrebbe avuto in serbo per loro era davvero da scoprire mano a mano, lentamente.
«E chi vince?» domandò quindi Harry.
«Tutti e due».

 

Il proposito di mantenere la distanza svanì in quell'istante. E al diavolo il flash dei fotografi, al diavolo chi avrebbe avuto da ridire, al diavolo i pettegolezzi e tutto quanto.
Si baciarono in mezzo alla pista da ballo e - non avrebbero certo potuto vederlo - Hermione iniziò e esultare e strattonare Ron che, per quanto ritenesse tutto quello la più strampalata delle improbabilità, sorrise di vero cuore. E poi stappò una bottiglia di spumante, giusto perché non ne aveva bevute abbastanza.
Pansy, poco lontana, già poteva immaginare quanto splendido sarebbe stato il matrimonio che avrebbe organizzato per loro. Oh, magari li avrebbe convinti davvero a imperiare l'Orchestra della Scala di Milano!
Quando Draco si staccò da Harry, gli volse un sorrisetto impertinente e folle. Il classico sorriso da folle che Harry aveva imparato a conoscere negli anni.
«Ok, adesso è ora di andare. Tanto il matrimonio è quasi finito!» disse Malfoy.
«Andare dove?» domandò Harry,
«Devo mantenere una promessa che ti ho fatto al nostro primo appuntamento».
Lo prese per mano e iniziò a trascinarlo via, verso la foresta, verso la strada che portava fuori dai confini della scuola.
L'ultima volta se ne erano andati di lì senza quasi guardarsi in faccia, ora si allontanavano mano nella mano, correndo insieme verso il cancello. Hogwarts alle spalle, il mondo intero davanti agli occhi.
«Draco, dove diavolo mi stai portando?» chiese Harry, quando giunsero sul sentiero per Hogsmeade. Draco sorrise e non staccò la mano dalla sua, poi prese la bacchetta di biancospino tra le mani per smaterializzarsi. Ma, prima di farlo, lo baciò. Era felice, era sicuro. Anche se proprio i capelli di Potter non li avrebbe mai sopportati.
«Sulla Tour Eiffel».

 




Fine.

 
Vi lascio con un video che sembra fatto apposta proprio per il finale della storia https://www.youtube.com/watch?v=s_MebAoUxgc (crediti a paquim, nella descrizione troverete il link per il video completo).

 
 

ANGOLO DI EEVAA:
... posso piangere un pochino? Vi prego, solo un pochino. 
Non pensavo di sentirmi così svuotata per la fine della storia più demenziale che io abbia mai scritto. Perché alla fine, nonostante tutto il contorno di stupidera, c'è dietro una storia d'amore fatta e finita. O meglio, appena iniziata :D Siete felici per Draco e Harry? 
Lo so, forse questo capitolo è stato molto più sentimentale del previsto, ma mi piaceva l'idea di dare una quadra a tutto. 
Anche perché purtroppo questo è davvero un gran finale, il finale delle NOVE Drarry che ho pubblicato nell'ultimo anno solare. Ebbene sì, amici, al momento non ho più Drarry in corso, ho esaurito il materiale xD cioè, a dire il vero ho il prompt per una nuova, ma se tutto va bene dovrei pubblicarla non prima della fine del 2021. 
Ebbene sì. Con il finale di Augurey Builing ho finito di tediarvi T___T voi forse state festeggiando, ma io piango un pochetto.
Questo fandom mi ha accolto come un abbraccio, grazie a queste storie sono riuscita - in mezzo anche a tanto dysagioh - a trovare delle persone straordinarie. In primis voglio ringraziare Pally93 che ha betato tutta questa storia, non finirò mai, mai, mai di ringraziarti. E poi voglio dire un enorme grazie anche la mia cara Nemesis01 che mi ha supportato tantissimo in questi mesi - e che mi sta anche aiutando in altri progetti Siete due tesori, davvero <3 
Grazie, poi, a tutti gli altri che mi hanno supportato e seguito fin qui! Grazie davvero!
Mi è piaciuto tanto soggiornare in questo fandom, ma è tempo che io torni per un poco a casa.

Yeeeep, a casa! Molti di voi non lo sanno, ma io avevo iniziato da piccola a scrivere fanfiction nel fandom di Dragon Ball e, dopo anni e anni di blocco, sono riuscita finalmente a riprendere a scrivere lì. Quindi sì, sparirò per un po' da qui, ma l'appuntamento domenicale si sposta semplicemente in un altro fandom! :D 
Se ricordate con piacere Dragon Ball e le avventure di Goku e Vegeta, beh, raggiungetemi domenica prossima sempre qui, con una nuova storia: I've got you, brother!

Seguitemi su Instagram/Twitter/Facebook - link nella mia bio - per una chiacchierata o per stare aggiornati sulle novità :)
Grazie di nuovo a tutti voi e a presto!
Eevaa
  
Leggi le 20 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa