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Autore: padme83    24/03/2021    8 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Altra dimora non ho.
Abito il tuo corpo.
(Ghiannis Ritsos – Corpo Nudo) 
 
 
 
 
 
 
~ Mi guardi e mi bruci ~
 
 
 
 
 
 
Resta qui ancora un minuto,
se l’inverno è soltanto un’estate
che non ti ha conosciuto.
 
 
 

 
 
«Resta qui».
Un comando languido, una supplica irresistibile.
Ti volti e allunghi un braccio verso di lui, simulando una debole protesta, te lo tiri addosso – lo cogli di sorpresa, forse – e in un attimo i vostri sospiri tornano a inondare la camera da letto, sfacciati e osceni. Ciglia ricolme d’estasi, bolle d'aria soffocate in gola, dita che artigliano lenzuola umide e aggrovigliate. Sdraiati sul quel vecchio materasso, logoro e quasi del tutto sfondato, vi baciate con frenesia e struggente abbandono, giocherellando con i bottoni ostinati – maledetti! – di camicie inamidate e pantaloni già abbassati sui fianchi, a svelare pelle bagnata, vischiosa, fremente d’attesa e aspro desiderio.
«Convincimi».
Gellert sorride appena – un ghigno storto, la smorfia beffarda e sprezzante di chi è sempre sicuro di vincere – e fa cadere una mano fra le vostre gambe allacciate, per dare a entrambi una stretta leggera e decisa al contempo – un gesto che è una liberazione, un istante di puro, incontenibile, agognato sollievo. Cominci a muoverti piano, avanti e indietro, ti strusci contro i suoi palmi e intanto ti fai largo tra pieghe di stoffa sgualcita e ingombrante, polsini strappati, asole slacciate con furia e urgenza febbrili; gli sfiori l’incavo del mento, la curva piena e sinuosa delle spalle, affondi i polpastrelli nel solco creato dalle clavicole e poi scendi, gli accarezzi l’addome pallido, ampio, levigato, raggiungi le punte morbide dei capezzoli e infine ti soffermi, compiaciuto, a lambirli e pizzicarli e venerarli con tocchi lievi, scherzosi. Gellert sussulta – inghiotte gemiti, annega singhiozzi –, sprofonda tra i cuscini e ti àncora a sé – sguardi che si cercano, s’incastrano, s’annodano –, ti afferra con forza la nuca e all’improvviso, davanti ai tuoi occhi attenti, rapiti, incatenati ai suoi, l’estate esplode. Il bagliore sanguigno del crepuscolo irrompe a fiotti attraverso la piccola finestra, sgorga tumultuoso oltre le tende increspate dalla brezza, e i vostri capelli, mischiati gli uni agli altri – fili d’oro e rame e miele –, paiono anch’essi vibrare, risplendere, infiammarsi, simili a guizzanti raggi di sole – corone di fuoco ad adornare visi ardenti e stravolti.
Chi sta cercando di convincere chi, adesso?
Ridacchi e fai finta di nulla – e comunque, ha davvero importanza? Ne ha mai avuta? Siete voi, siete insieme, solo questo conta –, ti prendi il tuo tempo, poggi la bocca sopra il suo ventre umido e liscio e ti scosti un poco, ti agganci meglio, senza allentare il contatto – non potresti, ora, non riusciresti a staccarti nemmeno volendo; ti avventi su di lui, impetuoso e famelico, lo catturi e lo racchiudi fra le braccia, interamente, attirandolo il più vicino possibile. Lo baci e lo vezzeggi e lo baci, ovunque – sul collo, fra le cosce, lungo la linea flessuosa ed elegante della schiena –, alzi gli occhi e lo osservi tremare e mordersi le labbra, scuotersi e dimenarsi e contorcersi, preda di un’agonia feroce, straziata; avverti la sua tensione, i suoi muscoli duri e nervosi sotto di te, e percepisci ogni suo sforzo, ogni strenuo tentativo di calmarsi, di costringersi a non cedere, a non mostrarsi vulnerabile, a non perdere il controllo.
Non trattenerti. Lasciati andare. Urla, se vuoi. Amo sentirti. Voglio sentirti.
Scivoli su di lui e gli imprigioni un lembo di pelle fra i denti, ti distendi e inizi a succhiare, lento, implacabile, tenendolo stretto – stretto, stretto, stretto – all’unico scopo di bloccare i suoi movimenti e impedirgli di seguirti, assecondarti, dondolare il bacino al ritmo crescente dei tuoi assalti.
Una mano corre rapida verso il basso, insinuandosi là dove si cela – lo sai (oh, eccome se lo sai) – la parte di lui più fragile, il suo punto più sensibile, più intimo, più prezioso. Stuzzicare, scoprire, scavare, sciogliere. Il corpo di Gellert ribolle, intossicato dal piacere, dal bisogno graffiante di essere esaudito, posseduto, conquistato.
Ti sollevi su gomiti e ginocchia, ti sposti in avanti fino a che il tuo volto non si ritrova a un soffio dal suo, e ti godi la vista delle sue guance arrossate – d’eccitazione e calore e sfinimento –, della sua bocca carnosa che sembra modellata apposta per accogliere e soddisfare ogni capriccio, ogni disperato – dolcissimo – anelito, ogni fantasia segreta, nascosta, indicibile.
Non mi guardare così.
Così come?
Lo sai.
Non mi pare.
Vedi, lo stai facendo di nuovo.
Cosa, bredhu?
Mi guardi e mi bruci.
Credevo ti piacesse.
Infatti, mi piace.
E allora?
E allora niente. Resta qui, mio blu, resta qui e bruciami – bruciami piano, bruciami dentro, bruciami ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
E non sa come mi riduci,
hai le fiamme negli occhi ed infatti
se mi guardi mi bruci.
 



 
 
 
 
 
 
{Words Count: 734}
 



 
 
 

 
 
Nota:

Buon pomeriggio a tutt* <3
 
Questa volta si tratta di un concorso di colpa, dato che in tanti mi hanno fatto notare come la canzone si adattasse perfettamente a questi due. Del resto, il fatto che Albus abbia le fiamme negli occhi (e, in generale, sia sempre accostato al sole e al fuoco), è stato uno dei miei primissimi headcanon.
 
Ciò detto, la raccolta ormai va avanti da più di un anno, ed è avvilente constatare come, fuori da qui, non sia cambiato assolutamente nulla. Mi trovo di nuovo in zona rossa (come credo molti di voi), bloccata a casa con i bambini, i quali, com’è giusto, pretendono tutta la mia attenzione. Sono costretta a mettere da parte i progetti più complessi – che pure sono in cantiere, più o meno – perché, ovviamente, in questi giorni non ho nemmeno il tempo per vivere, figuriamoci per fare altro.
 
Almeno loro due si divertono, il che, diciamolo, è l'unica cosa veramente importante.
 
Comunque.
 
Soundtrack: Fiamme negli occhi, Coma_Cose.
 
Volete raggiungermi anche in altri meravigliosi luoghi di internet? Trovate tutti i link (tengo in particolar modo a Instagram) nella bio.
 
Se siete invece interessati ad altre storie su questi due disgraziati, vi invito a cliccare sul link alla serie che trovate nello specchietto introduttivo in alto. Tenete presente che molte OS e raccolte sono pubblicate nella sezione di Animali Fantastici.
 
Avviso che mi sto progressivamente allontanando da EFP (perché davvero qui dentro le cose vanno sempre peggio): ora, la serie qui è nata e qui continuerà (a meno che non mi parta del tutto la brocca), ma tutti i racconti nuovi, anche su altri personaggi (perché sì, io una cosina su Maurice l’avrei anche scritta, pensavate mica che mi sarei trattenuta) vedranno (lo stanno già facendo, in realtà) la luce esclusivamente su Wattpad e Ao3.
 
In qualsiasi caso, grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Alla prossima!
 
 
padme
 
 
 
 
 
 
 
 
Disclaimer:
(FRIENDLY REMAINDER: CREDERE CHE TUTTI QUANTI SIANO DEGLI EMERITI CRETINI NON VI RENDE AUTOMATICAMENTE PIÙ FURBI. ANZI)
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o TRARNE ISPIRAZIONE

 in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.


 
 
 
   
 
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