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Autore: sg199885    10/04/2021    2 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2:
WHITE DOVE
 

 
- mia Signora, come intendete recuperare il Miraculous? - chiese il Cavaliere di Rubino alla Dama Nera.
- molto semplice mio fedele servo, se la custode ha corso il rischio di liberare i gioielli dalla Miracle box che li schermava dal mio telerilevamento è perché sta pensando di creare una nuova squadra di eroi, quindi ora ti chiedo, qual è il modo migliore di chiamare allo scoperto un eroe? - spiegò furba la donna.
- liberando un cattivo da affrontare, mia Regina- rispose quello prostrandosi ai piedi della dama.
- molto perspicace, unendo il tuo potere di creare con il mio di distruggere potremmo dare vita a mostri potentissimi, AHAHAHAHAHAH! - continuò quella con un lampo di follia nella voce.
Intuito il suo piano il cavaliere si alzò e generò una sfera di energia che, auna volta liberata, svolazzò fino ad esplodere in scintille colorate di rosso scarlatto che rivelarono un’armatura del tutto simile a quella che indossava il creatore.
Una volta ammirato il lavoro del servo la dama nera generò una seconda piccola sfera, nera come la notte, che lanciò con l’indice contro l’armatura; la piccola sfera si espanse come un’ombra riempiendo la corazza con le fattezze di un guerriero senza volto, volontà o forma proprie, animato solo dal più cieco desiderio di distruzione.
- molto bene mio fedele soldato fantasma - lo interrogò la donna e questo si mise sull’attenti, - vai e distruggi Roma fino a che non verranno degli eroi a contrastarti, poi catturali e portali da me, vivi o morti, AHAHAHAHAHAH! -
Il cavaliere di rubino osservò il soldato dirigersi verso la porta dell’edificio e si rivolse alla sua padrona:
- non crede che sia troppo pretenderli ugualmente vivi o morti? Quel mostro non si fermerà fino a che non li avrà uccisi tutti - le chiese titubante.
- mi stai forse contraddicendo? - chiese di rimando quella acida.
- mai, mia amata - la rassicurò prostrandosi ancora ai suoi piedi.

 
***
La vecchia Edda si aggirava per le strade di Roma pensierosa, incupita dal continuo borbottare di Palmm, che da sotto il suo scialle si stava impegnando nel dare aria al becco snocciolando tutti i buoni motivi secondo cui quella svitata dai capelli rossi fosse tutto fuorché una candidata adatta ad essere un’eroina.
Alcune delle obiezioni del piccolo gufetto erano anche sensate, ineccepibili oseremmo dire, tra cui le inopinabili “ha la capacità di stare in equilibrio di un ippopotamo ubriaco”, “è determinata quanto un bradipo stanco” e “sembra forte come una canna di fiume”.
-le canne di fiume si piegano senza spezzarsi- gli ricordò la vecchia guardiana fermandosi a prendere fiato, reggendosi ancor di più al proprio bastone; era stanca, troppo forse per continuare, doveva trovare altri portatori e doveva farlo in fretta.
Lo sguardo della donna viaggiò intorno a se cercando disperatamente qualcuno, poi si fermò su una ragazza seduta sotto una pensilina della fermata degli autobus che piangeva sommessamente.
-che ne dici se per una volta, piuttosto che fidarci di una qualche particolare qualità, non diamo un po’ di fiducia alla debolezza?- chiese al suo kwami con uno scintillio furbo negli occhi.
-dico che è una pessima idea!- rispose quello pratico.
Edda fece per replicare ma prima che potesse anche solo sbuffare un uragano la travolse: qualcuno la urtò da dietro facendole fare un giro completo intorno al bastone in una perfetta caricatura di una poledancer, con il sottofondo musicale di imprecazioni.
Quando riprese una parvenza di equilibrio si soffiò un ciuffo di capelli argentei dal viso e vide che chi l’aveva spinta inavvertitamente era una ragazza con una lunga treccia castana e un tubo da disegno sulle spalle (molto probabilmente l’affare che l’aveva urtata), una camicia blu svolazzante, un paio di shorts di jeans e degli stivali di cuoio; la ragazza stava attraversando la strada, passando davanti alla ragazza sotto la pensilina e sembrava che non l’avesse notata minimamente proprio come non aveva notato lei, troppo presa dalla fretta con cui conduceva la sua vita.
La guardiana stava per sospirare rassegnata quando qualcosa di inaspettato accadde: la ragazza dalla lunga treccia si fermò, si morse il labbro inferiore facendo saettare il suo sguardo (un singolare sguardo) dal proprio orologio alla disperata, poi sbuffò e ritornò sui suoi passi, si sedette accanto alla ragazza, le posò una mano sulla spalla, le rivolse un sorriso sincero e le porse un fazzoletto.
Edda osservava sempre più stupita quelle due fare amicizia finché la maggiore non si alzò, non prima di aver asciugato l’ultima lacrima, e si congedò con un ultimo sorriso.
-Palmm…- chiamò furbescamente l’anziana donna.
-oh no…- sospirò il piccolo disperato kwami.
-credo che quella ragazza e Moon andranno proprio d’accordo!-

 
***
Fiore sospirò buttandosi sul letto pieno di peluches nell’attesa di sentire il tintinnio del microonde che le annunciava che il suo salutare pasto a base di spaghetti di riso precotti era pronto.
Se solo sua madre avesse saputo quanto “““““equilibrata””””” fosse la sua dieta ora che viveva da sola si sarebbe precipitata tra le lacrime e le urla armata di sartù di riso e parmigiana di melanzane rigorosamente fritte credendola in stato di malnutrizione ai limiti dei bambini africani.
Suo padre invece sarebbe venuto con il suo solito sorrisetto stronzo che urlava “io te lo avevo detto” da un lato e “brutta incapace” dall’altro.
Certo Fiore non era tanto stupida da non rendersi conto di avere non pochi problemi economici e lavorativi, ma non era neanche tanto stupida da dar ragione al suo vecchio, non dopo aver sopportato a capo chino tutti i suoi borbottii mentre studiava all’accademia di moda.
Aveva faticato tanto per potersi permettere di affittare quel locale in cui aveva allestito il Camilla Store e il piccolo appartamento sovrastante in cui si era trasferita, per mettere su il suo piccolo giro di clienti e organizzarsi un lavoro che piano piano stava ingranando. Aveva faticato tanto e non sarebbero stati né il portafoglio né il frigorifero vuoti a fermarla… certo la caviglia gonfia come un maritozzo con la panna non aiutava di certo!
Sbuffò scoraggiata e prese il telecomando per vedere che ci fosse in tv, e, appena messo su il Tg, vide che sul Ponte Sant’Angelo un elicottero inquadrava un energumeno che, travestito da soldato (-sarà uno di quelli che si vestono da gladiatori per fare le foto coi turisti- pensò la stilista) stava combinando un bel macello. La voce del cronista sembrava abbastanza concitata e preoccupata, la povera Fiore decise che non era la giornata adatta quella per farsi affliggere anche dal telegiornale e si alzò barcollando, senza tuttavia spegnare il televisore, per andare a recuperare il suo pranzo dal microonde. La sua gatta Camilla la osservava in disparte in un angolo, vagamente in colpa per aver rischiato di farla cadere altre due volte andando a strofinarsi sulle sue gambe mentre la padrona camminava già di per se poco solida, vuoi per la caviglia, vuoi per le alte zeppe rosa confetto.
Mentre si dirigeva al cucinino lo sguardo cadde distrattamente sulla piccola cassettiera dove aveva posato la scatola che le aveva dato la vecchia signora che aveva aiutato a rialzarsi prima; era sempre stata curiosa e moriva dalla voglia di sapere cosa ci fosse dentro, ma quando aveva provato ad aprirla davanti alla stesa signora la scatola aveva fatto molta resistenza.
“Si aprirà al momento giusto” le sembrava di ricordare che le avesse detto quella strana tizia prima di sparire nel nulla.
Una strana sensazione si impadronì della giovane stilista, il suo sguardo viaggiò dalla televisione da cui ancora trasmettevano le immagini del pazzo che stava facendo casino al ponte alla piccola scatola quadrata e appiattiva, sicuramente quella di un gioiello, una collana forse. Fiore prese un respiro profondo, afferrò la scatola, si scambiò uno sguardo incerto con la gatta che era saltata sul cassettone curiosa, si fece coraggio ed aprì: la scatola conteneva una coroncina d’oro, di quelle come gli antichi romani, con le foglie d’ulivo intrecciate.
La giovane pensò che era semplicemente bellissima, e non fece in tempo a sfiorarla che questa si illuminò di una luce accecante spaventando la gatta, che corse a nascondersi sotto il letto, e costringendo lei a chiudere gli occhi.
Quando Fiore li riaprì si trovò davanti una buffa creaturina volante, sembrava una piccola colomba e un po’ anche un cartone animano.
-Ciao! Io mi chiamo Leevy e sono la tua Kwami- le disse la creaturina.
La giovane donna ci mise un po’ ad assimilare l’informazione che effettivamente quella… cosa le avesse appena parlato, poi un pensiero le si fece chiaro nella mente:
-AHHHHHHHHH UN ALIENO IN CASA MIA!

 
***
L’anziana guardiana si accasciò preoccupata su una panchina del centro: sentiva chiaramente una potente energia negativa, segno che un cattivo era stato sguinzagliato tra le strade della capitale, e lei aveva consegnato un solo miraculous, che da solo non era sufficiente a combattere, specialmente tra le mani di una portatrice inesperta, oltretutto aveva perso le tracce della ragazza con la lunga treccia… dove avrebbe trovato un portatore idoneo in così poco tempo?
Manco a chiamarlo, un giovane con le cuffiette nelle orecchie si avvicinò a lei, senza manco vederla, iniziando a fare degli step-up per allenare le gambe usando l’altro capo della panchina.
Edda lo osservava attentamente, era bello, molto bello, muscoloso il giusto, alto e moro, tuttavia sembrava totalmente preso da se stesso per accorgersi del mondo che girava intorno a se.
Ma esattamente come era successo per la ragazza che aveva consolato la tipa in difficoltà tra le lacrime, Mentre faceva certi pensieri decisamente ingloriosi su di lui, vide uno scintillio illuminargli gli occhi scuri, con un balzo il giovane scavalcò la panchina borbottando un “scusi signora” e prese a correre sempre più veloce in una specifica direzione; tutto accadde in pochi attimi, senza neanche che riuscisse a capire dove quello si stava dirigendo, il giovane aveva già raggiunto il limitare del parco, si era allungato ed aveva afferrato per il cappuccio della felpa un ragazzetto che stava attraversando la strada, tirandolo indietro esattamente un istante prima che una macchina sfrecciasse davanti ad entrambi.
- ehi, ehi dico a te, stai bene?
Il giovane Davide era ancora troppo occupato a realizzare che per un soffio non era stato stirato miseramente per accorgersi innanzitutto di cosa era appena successo, meno che mai di chi gli stava parlando.
- allora stai bene o no? - incalzò la voce alle sue spalle e Davide si affrettò a schiacciarsi bene il ciuffo scuro sull’occhio sinistro prima di voltarsi e vedere un ragazzo che doveva avere qualche anno più di lui, decisamente più alto e prestante, che con il fiatone gli sorrideva rassicurante.
- t… tut…to bene - balbettò stringendosi nella felpa.
-non dovresti andare in giro con le cuffiette- gli consigliò il più grande, -si lo so che le porto anche io, ma ho il volume basso e sto sempre attento a dove vado! Comunque piacere, Diego.-
Il più giovane stette alcun secondi a fissare la mano che gli veniva allungata e la strinse con titubanza rispondendo un flebile “Davide”, ascoltò tutte le raccomandazioni di quella specie di supereroe fallito e si allontanò lungo il marciapiede con un solo pensiero in testa:
- bleah, aveva la mano tutta sudata! -
Diego, dal canto suo, stava per mettersi di nuovo le auricolari nelle orecchie per ricominciare a fare jogging, ma una voce lo chiamò:
- ragazzo! - disse una voce imperiosa e, voltatosi, fece appena in tempo a vedere ed afferrare la scatolina che gli veniva lanciata contro. Avrebbe voluto almeno obbiettare un “ma che cazz...” ma la vecchierella che gli aveva effettuato il lancio, che riconobbe essere la stessa seduta alla panchina su cui si stava allenando, lo anticipò:
- tieni, aprilo senza fare troppe domande e fidati di ciò che vedrai, abbiamo bisogno di uno come te .- disse quella semplicemente mentre già si voltava per andare via.
Il giovane Diego Forlan osservò per alcuni istanti la scatolina, dubbioso sul da farsi, poi la aprì e fu investito da una potente luce.


 
***
- dai coraggio, vieni fuori abbiamo poco tempo- si lagnò il piccolo Kwami tirando con tutte le sue forze un lembo della gonna di Fiore, che aveva ben pensato di proteggersi nell’espugnabile fortino di coperte del suo letto.
- che cosa vuoi da me? Chi sei, anzi, cosa sei? Sparisci!- ordinò quella senza avere il coraggio di tirare fuori la testa.
- sono il tuo Kwami!- rispose esasperata la piccola colomba, -e non posso sparire, ho bisogno di te per salvare il mondo!-
- salvare il mondo?- chiese la rossa tirando fuori, finalmente, il viso dal cuscino.
- si! Hai visto alla Tv che sta succedendo?!- chiese concitata la creaturina.
- il pazzo che fa casino a Castel Sant’Angelo?- domandò di rimando dubbiosa la ragazza.
- quello non è un pazzo, è un mostro cattivissimo creato dalla magia oscura, nessuno può fermarlo tranne te! – spiegò il Kwami – tu sei stata scelta per ricevere il potere del miraculous della Liberazione e io sono la creatura che potrà attivare la tua trasformazione in supereroina. –
- supereroina? IO?! Ci sarà sicuramente un errore – smentì subito la rossa.
- nessun errore ragazza mia, io mi fido di te e delle tue qualità, so che sarai bravissima! - la rassicurò Leevy svolazzandole allegra davanti al viso.
- ma se non mi conosci neanche… - obbiettò scettica, ed impaurita, Fiore.
- se non lo fai tu non lo farà nessun altro, vuoi davvero che la città e tante vite vengano distrutte?? – chiese con due occhioni colmi di lacrime la creaturina, e la stilista tornò a guardare il televisore: quella specie di pazzo psicopatico aveva rovesciato un’auto, poi ne aveva sollevata una seconda e l’aveva lanciata lontano come una cartaccia senza il minimo sforzo. Impattando l’auto esplose, non sapeva neppure se ci fosse qualcuno dentro, sentiva solo urla, sirene e il suo cuore che le martellava nel petto e nelle orecchie. Ma che cosa poteva far lei? Che cosa avrebbe mai potuto fare una come lei? Neanche suo padre aveva sommesso una lira su di lei in 24 anni di vita, e ora? Ora dipendeva tutto da lei? Impossibile, non ne sarebbe mai stata in grado… eppure… eppure quella buffa creaturina, con quella vocetta dolce, le aveva appena detto che si fidava di lei, che avrebbe scommesso tutto su di lei.
- dimmi cosa devo fare, Leevy – acconsentì, sentendosi una vera pazza sconsiderata per aver accettato.
- lo sapevo che eri una tosta!- esultò la colombella volteggiando in aria, poi si diresse alla scrivania e prese, con fatica, una sua penna e scrisse velocemente qualcosa su un foglio che portò con se volando da Fiore, -tieni – le disse porgendoglielo, - quando avrai indossato il miraculous dovrai dire “Leevy, trasformami” e io ti trasformerò, ma verrò assorbita dalla tiara, quindi non potrò più dirti nulla, per questo hai tutte le informazioni su questo foglio – la istruì e si mise in posizione, - pronta? – chiese.
- domanda sbagliata, tesoro – si lamentò la rossa, si guardò nello specchio sopra il cassettone, prese un respiro profondo, si mise la tiara sul capo e pronunciò la fatidica frase: - Leevy, trasformami! –
In un baleno il kwami venne risucchiato dalla coroncina, che da dorata mutò le sue sembianze, diventando una vera coroncina di foglie d’ulivo, poi una grande energia l’avvolse e subito Fiore si sentì pervasa di una forza, nuova, la caviglia non le faceva più male e si sentiva forte e sicura di se.
Quando la luce che l’avvolgeva si dissolse vide le sue nuove fattezze: la coroncina l avvolgeva la nuca posandosi su entrambe le orecchie, i suoi indomabili ricci rossi erano stati raccolti in una coda alta, i suoi occhi erano stati coperti da una maschera che sembrava fatta di pizzo. Indossava una tuta aderente bianca e brillante, adornata da delle spalline ed una cintura/gonnellina di piume rosa, sul petto un ricamo d’oro raffigurava la sua corona di ulivo; si voltò leggermente e vide sul suo sedere una grande ed ingombrante coda di piume bianche.
Fiore decise che non era quello il tempo per specchiarsi e si affrettò a leggere le istruzioni lasciatele dal suo kwami: il punto numero uno della lista diceva “1) trovati un nome da super eroe” e lo considerò abbastanza trascurabile data l’emergenza, quindi si diresse immediatamente al punto due:

2) stacca la tua “coda” e agitala come le ali di un uccello.

Non poco stupita da ciò che aveva letto la neo-eroina armeggiò un po’ con il suo costume e scoprì che quelli che adornavano il suo didietro erano due ventagli fatti di piume, si mise il foglio di istruzioni tra i denti ed agitò un po’ le braccia mentre impugnava saldamente questi ultimi ed immediatamente si sentì leggera, come cullata dal vento… così leggera che spiccò un balzo che la fece sbattere di testa al soffitto e capitombolare al suolo.
Tra un’imprecazione e l’altra lesse il punto tre, che recitava:

3) apri la finestra prima.

- Ma magari scriverli in ordine no? – sbuffò mentre si preparava a spiccare il volo oltre casa propria… lei che era sempre stata un pericolo pubblico anche al volante del motorino. Dopo aver recitato qualche preghiera prese la rincorsa e agitò i ventagli nel momento in cui balzava oltre il davanzale e, con sua somma sorpresa ed emozione, volò, e si sentì libera come mai era stata.


 
***
- i cattivi stanno attaccando…- piagnucolò Palmm stringendosi più forte al vestito della vecchia guardiana, che di nuovo scrutava l’orizzonte dalla cima del Cupolone.
- non aver paura amico mio, bisogna avere fiducia nei giovani, e soprattutto recapitare questi due ai legittimi proprietari. –lo rassicurò quella estraendo dalla Miracle box altri due scrigni.
- è sicura della scelta? – chiese ancora titubante la piccola civetta.
- certo, quella ragazza della fermata dell’autobus e il ragazzino che si stava facendo investire mi hanno trasmesso una vibrazione molto positiva, la stessa dei primi fiori di primavera… qualcosa come un nuovo inizio! – lo rassicurò Edda fissando i piccoli occhi azzurri nel cielo di Roma, oscurato da alcune nuvole malevole. – necessitano ancora di un’ultima prova ciascuno, ma io sono troppo stanca, dovrai farlo tu al posto mio. – lo informò e il kwami fece cenno di sì con il capo, afferrò entrambi gli scrigni nelle sue piccole zampette e si diresse in volo verso la sua missione.
- fai in fretta piccolo amico mio, te ne prego. – bisbigliò l’anziana donna al vento mentre cadeva in ginocchio sul marmo della cupola di San Pietro.


 
***
Il piccolo Luca era un ragazzino come tutti gli altri, aveva 9 anni, gli piaceva il pallone e molto meno andare a scuola. Stava aspettando che sua madre Lella lo chiamasse dal balcone di casa urlando che era pronto in tavola, e nel frattempo stava facendo due tiri nel parchetto sotto casa. Un calcio troppo potente fece rotolare il pallone da calcio sotto la chioma di un albero e il bimbo si precipitò a prenderlo proprio quando vide il tronco tremare e udì una sonora parolaccia, poi la chioma agitarsi e una ragazza cadere al suolo proprio davanti alla sua palla.
- Mannaggia che botta! Però ehi, non fa così male… neanche la caviglia e la testata che ho preso al soffitto prima… dev’essere merito dei miei nuovi superpoteri… - pensò Fiore a voce alta.
- e tu chi sei? – le chiese una voce davanti a se e, alzando gli occhi, vide un bambino grassottello che a guardava con aria di sufficienza mentre si infilava un dito ben in profondità nel naso.
- io? – disse subito alzandosi e mettendosi in una posa da supereroe, con le mani sui fianchi e lo sguardo fiero perso nel domani, - io sono un supereroe. –
- a me me sembri solo ‘na svitata – la smontò il piccoletto.
“ma tu guarda che maleducato…” pensò la ragazza.
- E di ‘n po’, quale sarebbe il tuo nome da supereroe? – la incalzò il piccolo teppista prendendola in contropiede, e Fiore capì perché il punto numero uno era proprio il primo della lista di Leevy.
- io sono… io sono… - temporeggiò laconica guardandosi intorno mentre già quello la sfotteva sostenendo che manco sapesse “er nome suo”, poi il suo sguardo si posò su una tortora che tubava facendosi il bagno in un fontanino lì di fronte e si illuminò:
- io sono White Dove ragazzino, e sentirai parlare di me al telegiornale di stasera! – promise mentre spiccava di nuovo il volo verso il nemico che doveva sconfiggere.
- mah, a me continua a paremme na svitata. Na svitata volante! –


 
***
White Dove atterrò sul ponte Sant’Angelo e ormai tutti erano già scappati via, solo il mostro, che sembrava un energumeno con la pelle scura come la notte, vestito con un’armatura rossa era ancora lì e distruggeva ogni cosa: sradicava lampioni come erbacce e li usava per percuotere e distruggere i tettucci delle macchine abbandonate in mezzo al ponte.
Fiore stava ancora pensando a cosa dire per la sua primissima entrata in scena che il mostro si voltò verso di lei, come se l’avesse percepita arrivare, e si mise a correre nella sua direzione brandendo la spada; senza neanche accorgersene la supereroina in erba stava correndo a più non posso lontano dal suo inseguitore, riuscendo a sorprendersi da sola nel riuscire a schivare i fendenti che le arrivavano alle spalle semplicemente grazie allo spostamento d’aria che provocavano, era come se tutti i suoi sensi fossero all’erta come mai prima. Con una capriola si portò alle spalle del cattivo e, prima ancora che si voltasse, era già sparita dalla sua vista.
L’eroina-colomba si era nascosta dietro l’ultimo lampione che resisteva, il fiatone sembrava volerle far esplodere i polmoni ed era scossa da tremiti di paura. Con mani tremanti lesse il punto quatto della lista:

4) i tuoi ventagli sono le tue formidabili armi!

Certo, così sembrava facile… ma non fece in tempo neanche a capire come diavolo quei ventagli di piume da spogliarellista anni ’20 potessero essere offensivi che il suo riparo fu eradicato come il resto dei lampioni e lanciato via lontano.
Il suo nemico aveva alzato la spada e stava per precipitarla su di lei, la giovane stilista tentò il tutto per tutto, richiuse i ventagli e li incrociò in alto sulla sua testa, e questi si rivelarono più solidi del previsto bloccando il fendente.
Ok, era riuscita ed evitare l’affettamento, ma quanto ancora avrebbe resistito? Quel mostro era di gran lunga molto più forte di lei e non voleva cedere, le sue braccia invece stavano per cedere; pensò rapidamente a come sottrarsi ma non ci riuscì e avere vicino quell’orrore sena faccia non l’aiutava a riflettere.
Quando però era sul punto di cedere e già temeva la lama su di se una specie di bastone comparve nel suo campo visivo, colpì il guerriero nero e lo spinse via lontano: quel bastone era in realtà una lancia d’oro, ed era impugnata da un altro eroe, vestito con una tuta aderente color bronzo, coronato da u n pesante elmo dorato e varie protezioni d’oro da gladiatore sulle spalle, ginocchia e cintura.
Fiore non stava campendo bene che cavolo stesse accadendo, pensò di trovare qualche spiegazione sulle sue istruzioni, ed in effetti il punto cinque recitava:

5) trova degli altri eroi che ti aiutino.

- e tu chi sei? – chiese.
- io sono Gladiator, non preoccuparti Colombella, ora ci penso io a questo cattivone. – la rassicurò quello spavaldo.
- lieta della tua presenza – rispose lei portandosi al suo fianco mentre spiegava i ventagli, - ma chiamai ancora colombella e dopo aver sistemato lui do due schiaffi anche a te!

 
***
Intanto  nella cattedrale oscura i due perfidi amanti osservavano lo sviluppo della storia nel riflesso di uno specchio d’acqua.
- il miraculous della liberazione è finalmente apparso Mia Signora! – commentò il cavaliere scarlatto.
- e con lui anche quello della sottomissione – puntualizzò la Dama Nera, - la battaglia degli eroi è iniziata! –


NOTE DELL’AUTORE (FALLITO)
Salve popolo di bestioline miracolose!
Eccomi tornato con il secondo capitolo della nostra avventura, la giovane Fiore è entrata in azione e con lei anche il misterioso Gladiator.
Allora, andiamo con
 ordine:
1) questi due personaggi sono mie creazioni, se così si può dire, e, dato che io in campo di editing sono ignorante come una zappa vi inserisco i link delle immagini dei loro “prestavolto”

https://lh3.googleusercontent.com/proxy/KHQ5i6GHmMpDOn0f3ZEgBBohIStt1S-0BmPXuOoJl0mbIaXrPNh6c63WuYKThXtLrhT3QGUU6pISCmnoCiTQI_QpBhhzVY6gbsXiGKlhWp6Bb4-3ABfZAwGoJTqywqVjffgAUA

https://magazineclonerepub.blob.core.windows.net/mcepub/1/160144/image/cd455c51-7e48-4f99-92b4-2eff2a90d49e.jpg
questi due fighi allucinanti sono ricordi della mia infanzia, dalle trasmissioni televisive “Camilla store” e “Grachi”, dite un po’, li guardavate anche voi su Super! Quando eravate cucciolotti? allego anche il link di una mia piccola fanart su questa FF, fatemi sapere se vi piace https://flic.kr/p/2kNME8P
2) in questa FF cercherò di fare un bel po’ di citazioni “pop” ad alcune delle quali saranno associati giochi con fantavolanti premi, VENGHINO SIGNORI VENGHINO! In questo capitolo l’ester egg è stata la lista da istruzioni da leggere nel bel mezzo dello scontro, scena ripresa da ONE PIECE nello scontro tra Nami e Miss Doublefinger. Ve lo ricordavate? Ne sapevate almeno l’esistenza? Lo avevate intuito?
3) IN QUESTO CAPITOLO APPAIONO ANCHE I PERSONAGGI PROPOSTI DA HARRY FINE E SAPPHIR DREAM, OVVERO L’IMACCIATO DAVIDE E LA MISTERIOSA RAGAZZA CON LA TRECCIA, E NEL PROSSIMO CAPITLO VEDREMO IL LORO DEBUTTO!
Colgo l’occasione per ringraziarli della fiducia nel affidarmi i propri personaggi e ricordare ad entrambi che nel prossimo capitolo, in cui (allerta spoiler) vedremo la consegna dei loro miraculous, dovranno rimettersi in gioco e scrivere ancora qualcosa su di loro!
4) a questo punto restano ancora aperti i casting per tre poteri:
FORZA D’AZIONE
INVERSIONE
VISIONE
Non siate timidi, mettetevi in gioco proponendo il vostro OC, io vi aspetto! In allegato le regole per partecipare:
dopo aver scelto l'attributo che più vi suona bene provate a cucirci su un personaggio ad hoc seguendo queste semplici regole:
-età comprsa tra 14 e 30 anni
-può essere originario di tutto il mondo ma abitare a Roma
-deve aver incontrato la custode in una circostanza che ha messo in luce le sue capacità, come nel primo caso la generosità di Fiore.
dopo aver pensato a tutto ciò elaborate una scheda personaggio includendo:
-età
-aspetto fisico
-carattere
-storia personale (sbizzarritevi)
-perchè avete scelto propriò quell'attributo e perchè starebbe bene al vostro personaggio
-la descrizione almeno approssimativa dell'incontro con la guardiana
per evitare sovraffollamenti su pochi attributi sarebbe meglio inserire in una recensione quello che avete scelto così i ritardatari potranno farsi un'idea.
inviatemi la scheda per messaggio privato con oggetto "OC"
che dire, buon divertimento!
 BACI, SG
   
 
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