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Autore: Nao Yoshikawa    21/05/2021    25 recensioni
Hogwarts, anno 1943.
Draco Malfoy crede di essere diverso dagli altri, immune al carisma e al fascino di Tom Riddle, ma tale convinzione in realtà durerà poco. Di Tom Riddle, d'altro canto, in pochi sanno davvero qualcosa e nessuno è mai stato in grado di andare oltre la sua perfetta apparenza.
Draco lo detesta ma allo stesso tempo vuole essere come lui. Non può certo immaginare cosa Tom sia destinato a diventare.
"Insonnia? O forse stava tramando qualcosa. Sì, era la cosa più plausibile. Draco trattenne il respiro ed entrò, conscio del fatto che avrebbero discusso (o per meglio dire, lui avrebbe discusso da solo e Tom lo avrebbe ignorato con dignità e classe, come al solito).
«Dove andremo a finire se nemmeno il Prefetto rispetta le regole della scuola?» esordì, osservandolo a braccia conserte.
Tom alzò piano lo sguardo.
«Malfoy, mi sembrava di essere stato chiaro. Cosa ci fai fuori dal tuo letto a quest’ora?»
«E tu allora? Te ne stai qui a fare il bello e dannato davanti al fuoco?» domandò ancora."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quod devotio
 Inimicus


Hogwarts, 1943
 
Draco apprezzava molto l’essere rispettato e temuto, tuttavia aveva l’impressione di non essere davvero né l’uno né l’altro. E dire che si impegnava parecchio, aveva sempre parole taglienti per chiunque e nessuno poteva sfuggire alle sue prese in giro agli insulti, soprattutto quando era di cattivo umore. Draco molto spesso aveva la sensazione che, quando si voltava, gli altri iniziassero a parlare male di lui.
Non aveva torto in effetti, poiché la maggior parte degli studenti lo considerava un ragazzino viziato che si divertiva a comportarsi da bullo.
Ma Draco pensava anche che parte della colpa fosse del suo compagno Tom Riddle. Lui sì che era davvero temuto e rispettato. Gli studenti provavano per lui una sorta di timore reverenziale, eppure allo stesso tempo non potevano fare a meno di adorarlo.  Anche per i loro insegnanti la situazione non era poi così diversa. L’unico che sembrava immune a tutto ciò era Albus Silente, ma di questo Draco in effetti non se ne sorprendeva.
Spiegare quello che provava per Tom era difficile: non sentiva una grande simpatia nei suoi confronti, ma allo stesso tempo lo ammirava e invidiava per quella grande influenza che esercitava sugli altri. Che lo volesse o no, anche su se stesso. Non parlavano molto, Tom infatti non era uno che amava circondarsi di amici, ma quando a volte i loro sguardi di incrociavano, Draco si sentiva inquieto. Non che Tom facesse apparentemente niente di male, anzi, appariva fin troppo perfetto, così tanto da risultare irreale. C’era qualcosa di losco in lui e aveva l’impressione che stargli accanto portasse sfortuna.
O forse era solo troppo condizionato. In fin dei conti, anche se cercava di nasconderlo, per Draco era più facile provare paura che non provarne.
E poi, nessuno poteva essere così perfetto, Riddle non lo era di certo.
Non che fosse poi così importante, dopotutto. Finché rimanevano lontani, tutto sarebbe andato bene.
Era un po’ difficile cercare di evitarsi essendo della stessa casa. Na Draco era fin troppo bravo, con quella sua aria da snob, a mostrarti sprezzante per nascondere le cattive sensazioni, quando capitava che lui gli rivolgesse la parola.
Ma fu proprio una pozione mal riuscita a cambiare tutto.
«Signor Malfoy, la sua pozione Rigeneratrice è della densità sbagliata, vede?»
Draco non poteva dire di avere dei brutti voti, era uno studente piuttosto standard. Così come non poteva dire di amare Pozioni. Per quanto Lumacorno fosse abile nel suo lavoro, davvero faticava a sopportarlo, forse perché era evidente la sua preferenza verso Riddle. Di recente poi sembrava non riuscire a farne una giusta, motivo per cui Lumacorno non perdeva occasione per ricordarglielo.
«Devo rifarla?» domandò Draco visibilmente scocciato.
«Forse sarà meglio se un tuo compagni ti mostri come fare» sospirò l’insegnante. «Riddle, potresti mostrare a Malfoy come fare?»
Tom alzò lo sguardo. Anche quando sorrideva gentilmente, il suo sguardo rimaneva serio, invalicabile.
«Ma certo professore, ci penso io.»
Non poteva crederci.
E soprattutto, Draco non poteva credere che fosse così insopportabile.
Nessuno era così perfetto.
Mentre formulava i suoi pensieri poco felici, Tom si avvicinò.
«Lumacorno mi ha detto che hai bisogno del mio aiuto.»
Oh, perché era irritante anche solo quando parlava?
«So cosa ti ha detto, non sono sordo» borbottò Draco. «E comunque non ho bisogno del tuo aiuto, semplicemente non mi piace Pozioni. Se volessi, potrei ottenere grandi risultati» e Draco era sincero in questo, ma Tom non sembrò colpito dalle sue parole. Anzi, era perfettamente indifferente.
«D’accordo, vedrò da me cosa c’è che non va»
Come temeva, lo aveva ignorato. Sì, perché Riddle era superiore, quindi lo ignorava. Draco non poté fare altro che ingoiare un boccone amare e osservarlo. In effetti quel ragazzo sembrava sapere il fatto suo. Non dubitava della sua intelligenza o delle sue capacità, ma niente gli avrebbe tolto dalla testa che c’era davvero qualcosa di losco.
«Sai, lo vedo come sei distratto durante le lezioni» disse Tom tranquillo, continuando a guardare la sua pergamena. «Forse avresti bisogno di ripetizioni.»
«Io… cosa? E chi dovrebbe darmele, tu? Ah! Non ci penso proprio, rifiuto l’offerta.»
«Non vuoi migliorare i tuoi voti?»
«Io non voglio stare vicino a te» disse a braccia conserte. Non si era aspettato che Tom alzasse lo sguardo, per questo motivo quando i loro occhi si incrociarono, ebbe voglia di osservare tutt’altro, ma non lo fece.
«Ti ho fatto forse qualche torto, Malfoy?» domandò Tom, sempre serio ma gentile.
In effetti Tom non gli aveva fatto nulla di male, era uno studente modello lui.
Eppure lo detestava lo stesso.
«Piantala.»
«Di fare cosa?»
«Di fingerti così perfetto. Tu forse puoi fregare gli altri con quell’aria da belloccio e il tuo modo di parlare. Ma io» si batté una mano sul petto. «Non sono uno stupido» dicendo ciò diete una gomitata ad alcune ampolle sul suo tavolo, facendone cadere il contenuto e facendo ridere di gusto alcuni dei suoi compagni.
«Che diamine avete da ridere? Piantatela!» esclamò rosso in viso.
«Malfoy!» esclamò Lumacorno. «Gli ingredienti vanno nella pozione, non sul tuo tavolo!»
 
Draco aveva appurato che stare accanto a Riddle portava davvero sfortuna. Forse si stava ossessionando un po’ troppo con quel tipo, cosa gliene importava, in fin dei conti, di ciò che faceva o non faceva?
Tuttavia, anche quando non si trovavano vicini, Draco si ritrovava senza capire il perché a cercarlo. Malgrado fosse molto popolare, a Tom piaceva stare da solo, magari leggendo qualche libri. Leggeva sempre, probabilmente studiava, si sarebbe spiegata la sua bravura. E quando non era solo, era circondato da studenti, maschi e femmine, che subivano il suo fascino, che gli chiedevano consigli, che gli andavano dietro come tanti cuccioli ammaestrati.
Promise a se stesso che mai si sarebbe ridotto in questo modo e che sarebbe stato sempre un suo pari, al massimo, ma mai sotto di lui.
 
Di Tom Riddle, Draco non sapeva molto. Sapeva che non aveva famiglia, era cresciuto in un orfanotrofio da cui tornava ogni estate. Quindi non si sapeva niente della sua famiglia. Draco disprezzava in generale tutti coloro che non fossero dei Purosangue. La sua famiglia  ovviamente lo era e suo padre in particolare gli aveva insegnato molto bene a scegliersi le amicizie giuste a diffidare dagli altri.
E Draco era riuscito piuttosto bene in questo, fino a quel momento.
Riddle era, ovviamente un Prefetto, motivo per cui esercitava un certo potere. Draco non gli aveva perdonato facilmente l’avergli rubato un ruolo che bramava tanto, ma alla fine se n’era fatto quasi una ragione.
Quasi, per l’appunto.
«Non sostate nei corridoio, vi ricordo che dovete andare nei vostri dormitori, adesso» disse Tom, sempre con quel suo tono calmo e gentile quella sera.
«Quel Riddle si sta montando troppo la testa» disse parlando ad un tono di voce tale da poter essere udito, anche se fingeva di parlare a se stesso. «Voglio dire, era chiaro che sarebbe diventato Prefetto, è il preferito di tutti gli insegnanti e di Silente. Ahi! Diamine, vuoi stare attento?!» qualcuno lo aveva urtato nel caos e nessuno aveva fatto davvero caso a quanto aveva detto.
«Malfoy, qualche problema?» domandò Tom.
Eccolo lì, sempre pronto a riprenderlo.
«No, affatto» Draco si massaggiò gomito dolorante. «Qualcuno mi ha spinto, dovresti controllare un po’ meglio gli studenti» rispose acido e Tom si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
«Va nel tuo dormitorio, non creare problemi» lo liquidò.
Come aveva osato scaricarlo in quel modo? Stava parlando e nessuno osava interromperlo in quel modo.
Draco arrossì e poi udì una risatina stridula. Sollevò lo sguardò e scorse la ragazzina Corvonero del terzo anno dagli occhiali spessi che ridacchiava, ma allo stesso tempo cercava di nascondersi.
«Stai ridendo di me, Warren?» esclamò Draco nervoso. Mirtilla Warren era sicuramente uno dei suoi bersagli più frequenti, tanto quanto lo era quell’Hagrid di Grifondoro. Ma dove sarebbe arrivato, se adesso anche lei iniziava a ridere di lui?
«Oh no» rispose lei con la sua vocetta acuta. «Io passavo di qui solo per caso e ti ho visto mentre cercavi di attirare l’attenzione del Prefetto… è una cosa molto tenera.»
«Tenera?! Tu, feccia che non sei altro, torna qui!»
Mirtilla però si era già allontanata. Gliel’avrebbe fatta pagare eccome, l’ultima cosa che voleva era che iniziassero a girare strane voci sul suo conto.
Con l’umore a terra e anche piuttosto nervoso, Draco decise che non avrebbe ubbidito a Tom, che non sarebbe andato a dormire, che piuttosto avrebbe trovato qualcosa da fare nella Sala Comune. Poco gli importava di sentire i suoi rimproveri.
La sala comune dei Serpeverde si trovava nei sotterranei, un luogo appartato e molto tranquillo. A quell’ora era sicuro di non trovarci nessuno e magari sarebbe stata l’occasione perfetta per rimanersene da solo con i suoi assordanti pensieri. Ma quando arrivò, notò con grande sorpresa di non essere solo: proprio Riddle se ne stava seduto davanti al fuoco, pensieroso.
Insonnia? O forse stava tramando qualcosa. Sì, era la cosa più plausibile. Draco trattenne il respiro ed entrò, conscio del fatto che avrebbero discusso (o per meglio dire, lui avrebbe discusso da solo e Tom lo avrebbe ignorato con dignità e classe, come al solito).
«Dove andremo a finire se nemmeno il Prefetto rispetta le regole della scuola?» esordì, osservandolo a braccia conserte.
Tom alzò piano lo sguardo.
«Malfoy, mi sembrava di essere stato chiaro. Cosa ci fai fuori dal tuo letto a quest’ora?»
«E tu allora? Te ne stai qui a fare il bello e dannato davanti al fuoco?» domandò ancora.
Tom scosse il capo, sospirando.
«Solo un po’ d’insonnia, nulla di importante. Arriverà il giorno in cui dovrai dirmi perché ce l’hai tanto con me.»
«Non ho niente da dire»
«No, davvero» Tom si mise dritto. «Siamo persone mature, no? Esponi il tuo problema,»
Oh, per Merlino!
Voleva umiliarlo facendo il maturo? D’accordo allora, sarebbe stato maturo anche lui.
«Beh… tanto per cominciare non sopporto che tu sia così amato da tutti. Insomma, cosa avrai mai fatto? Sì, è vero, hai un bell’aspetto e sei uno studente capace, ma…» si fermò all’improvviso quando si accorse che Riddle stava ridendo. «Ridi di me?»
«Un pochino. Quindi è questo, sei invidioso.»
«Ah, neanche per sogno, non sono geloso. Perché dovrei? È chiaro che è tutta apparenza. Hai un circolo di ammiratori che ti adora, ma sono sicuro che nessuno ti conosce davvero. O sbaglio?»
Draco era sicuro di aver colpito i punti giusti, stavolta. Tom appariva un po’ più teso, adesso.
«Malfoy, credo che tu dovresti stare attento a non immischiarti negli affari che non ti riguardano. Può essere molto pericoloso.»
«Adesso mi minacci anche?» domandò lui, sentendosi stranamente forte. In fin dei conti anche Tom era umano. E in quanto umano provava tutto, dolore, gioia, felicità e tristezza.
«È più un suggerimento. Qualsiasi sospetto tu abbia, non giocare troppo a fare l’eroe, perché non otterrai niente. Certo che però è un peccato.»
«Cosa?»
«Che io ti risulti così antipatico. Penso che fra tutti, tu sia quello che più mi somiglia.»
Draco non poté impedirsi di arrossire. Da un lato si sentì anche lusingato, ma da un lato non sarebbe mai diventato il cagnolino di Riddle, pronto ad ammirarlo e seguirlo ovunque.
«Tu… non mi conosci» si limitò a dire.
Ed ecco che Tom si era fatto di nuovo vicino.
«Nemmeno tu. Ed è molto meglio così, credimi. È stato un vero piacere conversare con te, Draco, ma adesso è il caso che andiamo entrambi a dormire.»
Draco non si mosse. Una cosa però doveva ammetterla: almeno fisicamente Riddle era davvero perfetto, di una bellezza così ipnotica da essere quasi fastidiosa.
Quando il Prefetto gli diede le spalle e compì qualche passo, Malfoy parlò di nuovo.
«Non mi punirai per aver disubbidito ad un tuo ordine, vero?»
Tom sorrise.
«Non questa volta.»
Draco tornò a respirare regolarmente. Sì, riconfermava ancora, stargli accanto portava sfortuna.
Altrimenti non si sarebbe sentito così male, con il cuore che batteva furioso nel petto.
 
Draco non avrebbe saputo dire se quel loro minimo avvicinamento avesse migliorato o peggiorato la sua idea di Tom. Continuava a essere certo di non potersi fidare, forse gli altri non erano abbastanza svegli da rendersene conto, ma non lui. E continuava ad affermare di trovarlo odioso oltre ogni dire, ma forse un po’ meno di prima.
Tom gli aveva detto “Fra tutti tu sei quello che più mi somiglia” e Draco avrebbe voluto sapere cosa questo significasse. Ma sarebbe rimasto fedele ai suoi principi, non voleva diventare come quegli stupidi che gli andavano dietro, adorandolo e cercando di attirare la sua attenzione,
Cosa che assolutamente lui non aveva mai fatto. Tuttavia qualcosa era cambiato davvero, poiché quando i loro sguardi si incrociavano, Tom gli concedeva un cenno con il capo.
C’era una cosa che effettivamente era un po’ strana. Draco aveva sempre invidiato Tom, pur detestandolo. E in parte aveva desiderato essere come lui. Anche se averlo come amico era fuori discussione, a che sarebbe servito averlo come nemico?
Anche se non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, Draco era caduto vittima del suo fascino. Non avrebbe mai potuto considerarlo davvero suo rivale, non se il loro rapporto non fosse stato alla pari.
Non voleva che la gente si facesse strane idee, non voleva che nessun pensasse che perfino Draco Malfoy, sempre così arrogante e sicuro di sé, avesse alla fine ceduto e fosse diventato come tutti gli altri.
Motivo per cui ci aveva rimuginato su per giorni e giorni. Voleva essere come lui, voleva che tutti lo adorassero e ammirasse.
Dopotutto era un giovane e promettente Purosangue ricco, con una famiglia influente alle spalle, gli mancava solo quel qualcosa che Tom avrebbe potuto insegnargli.
E così, circa una settimana dopo il loro incontro in sala comune, Draco fece una cosa che assai raramente aveva fatto in vita sua: ingoiò parte del suo orgoglio, strinse i pugni e si avvicinò. La lezione di Trasfigurazone con Silente, nonché uno dei pochi che sembrava immune a Tom. Quest’ultimo se ne stava seduto, ma si sarebbe alzato di lì a poco. Così Draco si avvicinò prima di perdere la sua occasione (e prima di cambiare idea).
«Riddle.»
«Malfoy?» lo chiamò, per niente sorpreso.
Draco non avrebbe mai potuto immaginare che da quella sua stupida idea, guidata più che altro dalla voglia di sentirsi ammirato e temuto, avrebbe cambiato per sempre il corso della sua vita, nonché il suo futuro.

Nota dell'autrice
Io non ho MAI scritto su Tom Riddle, nonostante sia uno dei miei personaggi preferiti, nè tantomeno ho scritto di questa coppia prima d'ora, quindi è tutto nuovo, ambientazione compresa (anche qui, è la prima volta che scrivo una storia ambientata in questo momento della saga di Harry Potter). Mi rendo conto che questo primo capitolo sembra l'inizio di una commedia americana ambientata al liceo, non era quello l'obiettivo, ma è venuto fuori così. In questo what-if Draco è coetaneo di Tom e frequentano gli stessi anni ad Hogwarts... mi sembrava molto più semplice che inserire robe tipo Giratempo, perché con i viaggi del tempo è sempre un casino. Vorrei che la storia seguisse le vicende di Tom fino al momento in cui diviene Voldemort, effettivamente. Con la variante che qui c'è Draco, quindi diciamo che le promesse non sono proprio delle più felici. Spero che questo primo capitolo sia stato piacevole.
   
 
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