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Autore: Syerra    03/06/2021    3 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per festeggiare i settantanni del Presidente, la federazione del Buyer Monaco aveva preparato una bella festa in un ristorante in centro. Ci fu la partecipazione di tutta la squadra,dello staff tecnico e dei familiari. Maria entrò nel salone insieme al padre, l'intera squadra conosceva la sorella del Keiser, sempre in prima linea col tifo e presente negli eventi mondani della società, di fatto aveva una schiera di followers sui propri social e ciò giocava in favore della socità. Dopo aver consegnato il regalo al festeggiato cercò con lo sguardo il fratello, lo trovò insieme a Genzo e Herman, i tre stavano discutendo sicuramente di calcio, da quanto ricordava a breve si sarebbe disputata la partita contro la Juventus. La memoria la riportò a quando erano solo dei ragazzini, si trovavano spesso a casa Schneider per discutere degli avversari che avrebbero trovato a breve, lei era solo una bimba di otto anni che inseguiva con ammirazione il fratello. Era proprio felice della loro riunione nella squadra.
“Insomma almeno stasera potreste parlare di altro?”
Karl diede un bacio sulla guancia alla sorella, prima di chiederle
“Di cosa dovremmo parlare?”
“Magari della relazione del SGGK”
Genzo scoccò un'occhiataccia a Herman, gli aveva ben specificato che non voleva far sapere in giro della sua relazione con Hitomi, e lui cosa faceva?! Lo sbandierava ai quattro venti, per di più a Maria, sicuramente lo avrebbe sfiancato per tutta la sera. Infatti la ragazza sgranò gli occhi, poi con naturalezza lo prese sotto braccio chiedendogli di raccontarle tutto
“Non c'è molto da dire, ho una ragazza che amo molto”
“Genzo ti aspetti che mi basti questo, voglio i dettagli, come si chiama, quanti anni ha, dove vive e sopratutto quando me la farai conoscere?”
Il portiere roteò gli occhi,sapeva benissimo non si sarebbe accontentata di quelle poche informazioni, così le raccontò tutto a grandi linee, vide lo sguardo di Maria diventare sempre più allegro
“Ha tralasciato la cosa più importante, ha la tua età e per il Gippone risulta ancora minorenne”
“La vuoi finire con questa storia Herman?!”
Vedendo il rossore del ragazzo Maria iniziò a ridere seguita a ruota dagli altri due, attirando così l'attenzione degli altri commensali. La ragazza cercò di contenersi, appoggiò una mano sulla spalla dell'amico e disse
“Per me Kalz è solo geloso. Sono tanto contenta per te, non vedo l'ora di conoscerla”

Quella mattina si era svegliata male, non sapeva neanche lei il perché aveva il nervosismo a palla.
Come se non bastasse ne stavano capitando una dietro l'altra. Il treno era arrivato in ritardo ed era pieno come un uovo, tanto che aveva rischiato un paio di volte di essere schiacciata. Per evitare di arrivare tardi a lezione era letteralmente volata verso l'università, ma quando raggiunse l'aula col fiatone, trovò appeso sulla porta il cartello che indicava l'annullamento della lezione a causa della mancanza del professore. Tentò di trovarne il lato positivo passando le due ore successive in biblioteca, cercando di portarsi avanti con lo studio. Almeno arrivò in orario alla lezione di inglese, per fortuna Kamiya le aveva tenuto il posto e dopo poco le raggiunse anche Okada, la quale per ammazzare il tempo mentre aspettavano il docente tirò fuori dalla borsa una rivista di gossip elencando le grandi notizie sulle vite dei vip
“Che sfiga, adesso oltre al capitano anche Walabayashi è uscito dalla piazza”
Hitomi si sentì raggelare, non capiva come avessero scoperto la loro relazione, erano stati stra attenti durante il breve periodo di Genzo in Giappone. Probabilmente qualche giornalista li aveva visti in hotel. Stava mentalmente pensano a una scusa plausibile, quando vide Kamiya sporgersi verso la rivista e dire
“La solita biondona tedesca. Se non sbaglio quella è Maria Schneider, un vero schianto”
Hitomi assunse un'espressione stupita, chi cavolo era Maria Schneider?!
“Tu lo sapevi?” dicendo ciò Kamiya le porse la rivista. L'articolo parlava di una possibile storia d'amore tra il SGGK e la sorella dell'imperatore, dichiarando che nelle foto si poteva vedere una certa complicità tra i due, dagli sguardi languidi ai sorrisi. Hitomi si sentì morire, come se si fosse creata una voragine e la stesse risucchiando, vedere Genzo così a suo agio insieme a un'altra ragazza la stava facendo impazzire. Certo nelle foto non c'era nessun bacio, abbraccio o carezza, ma era l'atteggiamento a essere compromettente. Tentò di mascherare tutto con un'alzata di spalle, se avesse iniziato a parlare sicuramente si sarebbe messa a piangere. Kamiya le stava per fare una domanda, per fortuna a interromperla fu l'arrivo della professoressa. Fu l'ora più lunga della sua vita, non capì nulla della spiegazione, appena sentì la campanella si alzò dicendo che avrebbe fatto tardi alla lezione di Design del paesaggio, invece prese l'uscita della facoltà e si diresse alla stazione. Ovviamente la sfiga ci vedeva benissimo, durante il percorso incrociò Suo, il ragazzo le stava per dire qualcosa ma lei lo anticipò dicendo
“Non è giornata, lasciami stare o giuro che ti stacco la testa”
Prima di raggiungere i binari si fermò al chiosco dei giornali e comprò la rivista incriminata. Dopo essersi appropriata di un posto un po' più appartato rilesse l'articolo e riguardò attentamente le foto. In una poteva giurare di vedere la biondona appoggiarsi con fare naturale al suo ragazzo, nell'altra Genzo le sorrideva. Tirò fuori il cellulare e cercò il profilo Instagram della tedesca, ovviamente era un profilo pubblico, pieno di foto da far girare la testa, perfetta e super cool e si sentì davvero fuori luogo.
Piena di sconforto arrivò a casa, lanciò letteralmente le scarpe e il giubbotto, poi corse in camera sua e tentò di tranquillizzarsi, sentiva l'impulso di chiamare quel deficiente e dirgliene quattro, ma a Monaco erano ancora le quattro di notte, di conseguenza sarebbe stata una chiamata a vuoto.

Genzo era pronto per il jogging mattutino, strinse bene i lacci delle scarpe e controllò di aver preso tutto. Stava per uscire quando sentì il cellulare suonare e fu stupito di vedere il nome della sua ragazza sul display, di solito sentivano quando da lui era primo pomeriggio.
“Ciao ragazzina, se sapevo che non eri in università ti avrei chiamato io”
“Certo magari dopo aver passato la serata con Maria Schneider”
Genzo rimase un attimo interdetto, da quando Hitomi conosceva Maria, almeno non ricordava di averla mai menzionata nei suoi racconti, e poi perché sembrava incavolata
“Hitomi stai bene? Perché avrei dovuto passare la serata con Maria? Sbaglio o sei arrabbiata?”
“Non so dimmi te, questa mattina ho visto un bell'articolo di giornale dove si dice che state insieme con foto dove sembrate molto affiatati”
Il portiere cercò di fare mente locale, in quelle sere non era uscito con Karl e Maria, poi gli venne in mente la serata della festa. Senza volerlo gli spuntò sul viso un sorriso, era la prima volta che sentiva Hitomi gelosa
“Era la festa del presidente, lei è la sorella di Karl e ci siamo messi a parlare. Sai com'è la stampa, ricama sempre su quello che più gli fa comodo. Ti posso assicurare di non averti tradito con Maria. Ti Amo”
La sentì sbuffare sonoramente, molto probabilmente stava cercando di calmarsi e metabolizzare le sue parole
“Ti Amo anche io, ma mettiti nei miei panni. Vedo in prima pagina te con quella bellezza mozza fiato ed è normale che mi incavoli”
Doveva rassicurarla, farle capire che non provava nulla per l'amica
“Tesoro capisco benissimo, ma non devi assolutamente farti delle paranoie su Maria. La conosco da anni, lei per me è come una sorella, l'ho vista crescere, ai miei occhi è solo una ragazzina”
“Quanti anni ha?”
“Diciannove”
Solo dopo si rese conto del casino che aveva innescato, ci fu un silenzio di qualche secondo, ma per Genzo furono come ore, poi Hitomi sbottò
“Sei un coglione, vai a quel paese” e chiuse la loro conversazione.

Erano due fottuti giorni che non la sentiva, ogni volta deviava le sue chiamate e non rispondeva ai suoi messaggi, quando ci si metteva Hitomi era davvero gnucca. Preso dalla disperazione aveva chiamato Sane e le aveva chiesto di passargliela, l'aveva sentita chiedere a Hitomi se volesse parlare con lui e la risposta era stata un bel “Che si fotta” per poi sentire le scuse di Sanae. Se fosse stato li le cose si sarebbero risolte subito, invece a dividerli c'era un oceano e il suo lavoro. Con stizza chiuse l'armadietto e si diresse in campo, cercò di non pensare alla sua situazione e di concentrarci sugli allenamenti. Durante la partitella di allenamento non riuscì a contenere la sua frustrazione quando Levin grazie a un gioco combinato con Junguang gli fece goal, senza riuscirsi a trattenere inveì contro la difesa. Solo Kalz ebbe il coraggio di rispondere al portiere dicendogli di darsi una calmata. Nessuno osò rivolgergli la parola, tanto che si dileguarono tutti alla fine dell'allenamento.
“Wakabayashi oggi sei proprio un palo in culo, si può sapere cosa diavolo ti è successo?”
“Nulla, lasciami in pace”
“Per me deve centrare la ragazzina”
Non capiva se Karl aveva un intuito così sopraffino o era lui un libro aperto. Scoccò un'occhiataccia ai due amici intimandogli di lasciarlo stare
“Col cazzo, Genzo devi risolvere questa situazione, tra tre giorni abbiamo la partita contro la Juventus e ci servi concentrato. Giuro che se perdiamo per queste stronzate mi incazzerò di brutto”
Con un gesto della mano il numero dieci fermò il difensore, si mise davanti al portiere e cercò di capire la situazione
“Cosa è successo questa volta?”
Dopo aver tirato enorme sospiro raccontò dell'accaduto, della reazione di Hitomi e di quanto era stato stupido lui
“Si concordo con te, sei un emerito coglione. Ora dobbiamo trovare una soluzione, insomma Herman ha ragione ci servi concentrato. Prova a scriverle un messaggio implorante, ribadisci quanto sei scemo e chiedile scusa”
“Karl non ti allargare”
“Senti direi che non sei nella posizione di offenderti, poi se ti risponde al telefono cerca di essere il più carino e comprensivo ragazzo di questo mondo. Alle donne piace quando gli diamo ragione”
Il portiere fissò scettico l'amico, dopotutto non aveva nulla da perdere, così scrisse il messaggio dicendole quando fosse dispiaciuto e che voleva sentirla perché gli mancava la sua voce. Con trepidazione aspettò la risposta, vide la doppia spunta blu, poi sotto il nome sta scrivendo e infine la risposta – Ci sentiamo più tardi, ora sono impegnata – certo non era un messaggio affettuoso, ma almeno era un inizio, stava mettendo via il telefono quando sentì il suo di un'altra notifica,era un altro messaggio della ragazza -Mi manchi anche tu- Ora doveva solo sperare di non fare l'ennesimo danno.

Quella mattina non era andata in università, non era affatto dell'umore e per di più non aveva lezioni importanti. Mandò un messaggio a Hiro chiedendogli se era impegnato, perché era una situazione di SOS amorosa. L'amico non si fece attendere e dopo una mezz'oretta se lo trovò davanti a casa insieme al sacchetto con le sue brioches preferite e un bel sorriso rassicurante. Con fare sicuro il ragazzo mise il bollitore in azione, prese due tazze e il suo tè preferito per poi sedersi sullo sgabello della penisola chiedendole cosa fosse successo. Gli raccontò l'accaduto, di come si sentisse inadeguata e di come Genzo aveva preso alla leggera la questione
“Capisco, allora sai come sono, sarò brutale e schietto tesoro” vide Hitomi fare un cenno di assenso
“Dunque comprendo il tuo stato d'animo, insomma non è carino vedere il proprio ragazzo insieme a una valchiria bionda che farebbe girare la testa a chiunque, capisco anche il tuo leggero disappunto per la leggerezza con cui l'abbia presa lui”
“Però”
“Ecco però sei stata un po' dura con lui. Insomma ti ha spiegato l'accaduto, ti ha rassicurato del fatto che veda questa Schneider come una sorella e in più non è colpa sua se avete la stessa età”
“Non è questo il punto”
“Te lo dico io dov'è il punto, la tua solita paura che la persona a cui affidi il tuo cuore prima o poi lo prenda e lo accartocci. Hitomi tu non te ne accorgi ma delle volte metti le persone alla prova e appena non rispondono nel modo in cui ti aspetti cerchi di tagliarli fuori. Non tutti sono come tua madre”
Lo sapeva anche lei da dove derivavano i suoi problemi di fiducia nelle persone, Shizuka doveva essere la madre buona, amorevole e sostenerla incondizionatamente, invece era sempre stata un caterpillar, minando le sue sicurezze e i rapporti con le persone. Ogni volta si aspettava il peggio dagli altri. Con uno sbuffo portò le mani sul viso
“Adesso cosa faccio?”
“Stasera quando ti chiamerà gli chiederai scusa e tutto si risolverà”
“Ne sei sicuro?”
“Certo, ora facciamo colazione e poi andiamo a prendere le ultime cose per il mio soggiorno a Tokyo”
Hiro avrebbe soggiornato un paio di mesi nella capitale, le sue opere sarebbero state esposte insieme a quelle del maestro, ciò significava che doveva presenziare insieme agli altri della troupe. Le sarebbe mancato terribilmente, però era un'occasione unica e irripetibile, sperava vivamente che il talento dell'amico fosse apprezzato da tutti. Di slancio abbracciò l'amico dicendogli quanto gli volesse bene.
Durante la sessione di shopping ricevette il messaggio di Genzo, avrebbe voluto chiamarlo all'istante, ma era in giro e non voleva distrazioni. Aiutò Hiro nell'ardua scelta di un abito elegante per la cerimonia di inaugurazione, il problema principale era che stava bene con tutto, alla fine aveva optato per un completo nero leggermente satinato che slanciava la sua figura.
Dopo aver cenato insieme a Sanae e Soichiro i due amici si misero davanti alla tv in mansarda per vedere un bel film, improvvisamente il cellulare di Hitomi iniziò a squillare, fissò lo schermo col nome di Genzo, non sapeva il perché ma non riusciva a pigiare la cornetta vede. Hiro le tolse il telefono di mano e rispose
“Ciao Wakabayashi come stai? Hitomi è in bagno, guarda è appena uscita… la prossima volta sta più attento”
L'amica aveva ben inteso il senso delle ultime parole, gli mimò un grazie con le labbra e prese il cellulare, il ragazzo le sorrise ed uscì dalla stanza per lasciarle un po' di privacy.
“Scusa, l'altro giorno ho esagerato”“Scusami tu, non sono stato delicato. Dovevo rassicurati e invece ho preso alla leggera la situazione”
Hitomi sentì il cuore più leggero, aveva il timore che Genzo l'avrebbe mandata a quel paese e invece era lì, non se ne era andato
“Sai è la prima volta che mi sono sentita così gelosa. Vederti così a tuo agio con quella ragazza mi ha mandato in tilt”
Sentì Genzo sospirare, ma non dal fastidio, sembrava come il suo, di sollievo
“Ora sai come mi sento quando Aoi ti sta troppo vicino. Ragazzina ti amo, non farei nulla per farti del male, fidati di me”
“Mi fido. Non vedo l'ora di rivederti”




Questa volta il capitolo è tutto per Genzo e Hitomi, insomma la lontananza si fa sentire e non sempre una relazione è fatta di momenti idilliaci.
Grazie davvero a chi legge e sopratutto a chi recensisce la mia storia, per me è sempre bello leggere i vostri commenti
Un abbraccio e ci si vede al prossimo capitolo

 

   
 
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