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Autore: V4l3    08/06/2021    2 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Era agitata come non mai, si stava spazzolando i capelli che alla fine aveva deciso di lasciare sciolti, nonostante avesse provato a legarli almeno dieci volte senza mai esserne soddisfatta; si lavò i denti una seconda volta per cercare di levare quel sapore amaro che sentiva in bocca, cercando di non pensare di cambiarsi ancora. Uscì dal bagno con l'ansia che attraversava ogni angolo del suo corpo: la paura per quell'ennesimo colloquio stava diventando davvero snervante, non sapeva cosa aspettarsi dopo la visita dei funzionari a casa, ma soprattutto dopo che il loro rapporto era divenuto più vero che mai.

Una volta scesa in cucina trovò Jason seduto come nulla fosse al tavolo a bere caffè, fumando una sigaretta mentre leggeva alcune lettere che aveva preso poco prima dalla cassetta della posta. Lei aveva passato la notte agitata, facendo strani incubi, solo grazie a lui, era riuscita a prendere davvero sonno, ma non si sentiva per nulla riposata, come se la sua testa non si fosse mai spenta, al contrario di Jason che sembrava fresco come una rosa

-Ciao- la salutò sorridendole e lei non riuscì che a rispondere con un leggero cenno di sorriso che sembrò più una smorfia, si andò a versare un po' di caffè, il suo stomaco era chiuso come una morsa, per cui rinunciò a mangiare e si sedette accanto a lui sospirando per l'ennesima volta

-Tutto bene?- le chiese senza guardarla e Alex trattenne l'impulso di urlargli che nulla di quello che stava per succedere poteva avere la parvenza di poter andare bene, ma mugugnò un semplice "sì" bevendo il caffè

-Agitarsi non aiuta- le disse lui sornione mentre lei avvertì l'irritabilità divamparle in corpo per quella calma che Jason dimostrava, lo fulminò con un'occhiataccia per poi continuare a bere

Jason non trattenne una risata al comportamento di Alex: era stata agitata tutta la notte, l'aveva sentita mugugnare nel sonno, tanto che si era ritrovato a ridere piano, ma continuando a tenerla stretta al suo petto, piano piano l'aveva vista trovare il sonno più profondo, mentre lui era rimasto sveglio per gran parte della notte.

Tanti ricordi lo avevano lasciato ad osservare il buio tra le persiane rotte della finestra, si era chiesto cosa potesse accadere ora che non c'era più nessuna finzione, ma solo quel sentimento  che entrambi sentivano l'uno per l'altra e se questo fosse bastato per ricucire quella frattura che si era creata con i funzionari il giorno della loro visita.

 Avrebbero perso tutto solo per una questione di tempismo? Si era dato dello stupido per non aver avuto quella forza di parlar chiaro ad Alex, pur avendone avuto modo in diverse occasioni, ma la paura di fare qualcosa di sbagliato, lo aveva sempre fermato, il timore di forzarla, di non essere ricambiato, di amare di nuovo la persona sbagliata, gli avevano fatto perdere attimi importanti, momenti che potevano essere vissuti in tutt'altro modo, soprattutto a fronte dei colloqui.

La sua mente lo riportò in quella cucina sentendola sospirare ancora una volta, posò lo sguardo su quella ragazza che in meno di un secondo dal suo arrivo aveva completamente scombussolato la sua vita e tutte le sue certezze, frantumando ogni barriera che aveva eretto per non essere più ferito; un sorriso gli colorì il volto, non si sarebbe mai aspettato che lo guardasse in quel modo inviperito, solo perché lui la stava stuzzicando e la cosa gli piacque parecchio, era estremamente bella anche quando si arrabbiava, prendeva un cipiglio che raramente le si poteva vedere e la cosa lo divertì

-Penso che il caffè non ti aiuterà- le disse incrociando le braccia al petto dopo aver spento la sigaretta e di nuovo vide quel lampo di furia attraversarle lo sguardo sospirando subito dopo

-Sai, Alex, dovresti optare per un succo di frutta - la provocò ancora

-Sei davvero simpatico! – rispose infastidita, soprattutto da quel sorrisetto che lui le stava rivolgendo: se da una parte le piaceva più del lecito, in quel momento, era troppo agitata per potersi fermare ad osservarlo, era troppo preoccupata per quello che i funzionari potevano decidere.

Si alzò dal tavolo e mise tutto nel lavandino, non riusciva a stare ferma, sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene e il respiro accelerato, sperava andasse tutto bene, ma aveva paura, ricordava bene lo sguardo della Larson e di Miller una volta pronti per andare via, era certa che qualcosa fosse cambiato inevitabilmente, ma sperava ardentemente di sbagliarsi.

I suoi pensieri vennero completamente cristallizzati, quando sentì Jason dietro di lei, per poco non fece cadere la tazza che teneva in mano; Jason le si era avvicinato, il suo corpo era a un soffio dal suo, aveva posato le mani al bordo del lavandino, chiudendola come in una gabbia. Alex rimase immobile, l'acqua del lavandino continuava a scorrere, ma lei era completamente assorbita da Jason, dalla sua presenza, lo sentì avvicinare il viso al suo

-Andrà bene, vedrai- le sussurrò piano e un brivido percorse come un tuono la schiena di Alex che strinse tra le mani il bicchiere, deglutendo

-Come fai ad esserne così sicuro?- gli chiese quasi in un sussurro, lui allungò una mano e chiuse l'acqua per poi riportarla al bordo del lavandino, il corpo di Alex era teso come una corda nel sentire quello di Jason, non la toccava, ma ormai aveva ben chiaro una cosa: ogni volta che le si avvicinava il desiderio cresceva.

-Perché non abbiamo mentito- le disse e lei si ritrovò a sorridere girando il capo verso di lui

-Farò di tutto per noi, Alex, non saranno loro a fermare la tua libertà, prima di tutto e, poi noi- Alex trattenne il fiato perché leggere quello sguardo determinato le fece vedere con chiarezza l'amore che nutriva per lui, gli sorrise e si lasciò baciare con passione, beandosi delle sue mani che le presero il viso, assaporando quelle labbra calde e morbide, inebriandosi del suo sapore di tabacco e caffè, facendole dimentica ogni pensiero negativo, permettendole di lasciare la paura di quella mattina disperdersi come fumo, godendo di quel bacio, di quell'abbraccio, dell'uomo che amava.

***

Arrivarono puntuali davanti alla porta del solito ufficio dove li attendevano i funzionari, Alex sospirò mentre Jason le regalò un sorriso rassicurante, tenendole stretta la mano e bussando alla porta con l'altra.

Vennero subito accolti da Miller seduto al suo solito posto con i caffè fumanti già pronti al tavolo

-Buongiorno- salutò alzandosi per stringere la mano ad entrambi riprendendo poi posto, così come fecero Alex e Jason

–Siete sempre molto puntuali, così mi sono permesso di preparare già i caffè- disse Miller porgendo loro i rispettivi bicchierini

-Grazie- rispose Jason –Aspettiamo la Larson?- chiese non vedendola seduta al suo posto, Miller scosse la testa finendo il suo caffè

-No, la mia collega ha avuto un contrattempo, appena possibile tornerà da noi, ma per ora vi dovrete accontentare di me- il sorriso che gli regalò il funzionario fece fremere Alex impercettibilmente, Jason al contrario sembrò piuttosto tranquillo

-Allora- esordì dopo poco Miller –vi confesso che visitare la vostra abitazione ci ha un po' sorpreso- disse iniziando a giocare con la penna che aveva in mano

-Abbiamo intenzione di ristrutturarla- Alex si girò verso Jason che parlò sorridendo a Miller –so bene che non è certo una reggia, infondo ha più di cinquant'anni e mio nonno ha fatto il possibile per tenerla in piedi- un sospiro gli uscì dalle labbra –io non sono mai stato dietro a tutto quello che c'era da fare, vivendo da solo, mi limitavo al minimo indispensabile- si girò poi verso Alex che subito gli sorrise –ma ora è diverso- aggiunse. Alex sentì il cuore fermarsi dall'emozione di quelle parole, dalla bellezza di vedere Jason con quell'aria più serena

-Oh, bene- fece il funzionario accavallando una gamba per sistemarsi meglio sulla sedia –sicuramente con la dimestichezza che ha nel lavorare il legno, sarà sicuramente facile per lei- Jason tornò a guardare l'uomo davanti a lui

-Molte cose posso farle- specificò e Miller fece un cenno con il capo per poi rivolgersi ad Alex

-E tu Alex, che ne pensi?- chiese cortese, Alex si tese leggermente, ma gli sorrise

-Sicuramente se riparasse le persiane, sarebbe un bel passo avanti- scherzò facendo sorridere Miller e lo stesso Jason che la guardò ridendo stringendole la mano che non aveva intenzione di lasciare

-Non le piacerebbe comprare una casa nuova, magari dove è tutto da poter scegliere e non già vissuto?- chiese ancora Miller dopo aver segnato alcune cose sui fogli davanti a lui, Alex scosse la testa

-No, quella è la nostra casa e nonostante non sia moderna o ultra rifinita, a me piace così, sa davvero di casa- e lo pensava con tutta sé stessa.

Quella villettina su due piani, malconcia, con tanti lavori da fare, il giardino da sistemare, era stata fin dall'inizio un punto di riferimento per poter ricominciare dopo la morte della madre; vero era che all'inizio ne era rimasta spiazzata, non si aspettava un'abitazione così fatiscente, ma in breve tempo, aveva imparato ad amarla, anche in quelle pecche che si portava dietro per via del tempo e della manutenzione non fatta da Jason

-Avete poi deciso dove celebrare il matrimonio, ragazzi?- chiese Miller tornando a guardare Jason

-A dire il vero pensavamo di sposarci qui appena possibile e poi fare un piccolo viaggio verso il Northumberlad National Park- Miller lo guardò sorpreso

-Niente mete esotiche? Spiaggia bianca e mare cristallino?- chiese curioso, ma Jason scosse la testa

-Non posso lasciare il mio lavoro ho diverse consegne, posso concedermi solo qualche giorno e penso che valga la pena andare a dare un'occhiata a quello che è uno dei parchi più belli qui, per le mete esotiche ci sarà tempo- spiegò, Alex ascoltò in silenzio, curiosa nel sentirgli dire quelle cose, non ne avevano mai parlato e a dire il vero quello era uno degli ultimi suoi problemi in quel momento, ma sapere che Jason ci avesse pensato le scaldò il cuore

-Beh, sicuramente è una meta molto particolare e sicuramente bella- acconsentì Miller che si rivolse di nuovo ad Alex –per poter prendere un po' di sole su una spiaggia esotica ti toccherà aspettare, Alex- scherzò

-Non amo molto le mete ambite da tutti, mi piacciono i posti un po' meno frequentati- ammise ricordando però quando voleva andare in Polinesia con la madre, idea che le era venuta guardando un documentario, affascinata da quelle acque, ma in realtà il suo unico desiderio era poter fare un viaggio con la madre che, da quando era nata, aveva lavorato sodo per poterle assicurare un futuro e non farle mancare nulla. Sin da bambina, Alex, aveva capito i sacrifici che sua madre stesse facendo e vedere quel documentario, con la gente felice a godersi mare e sole, le aveva fatto nascere la voglia di vedere sua madre con lo stesso sorriso, con la possibilità di stare con lei e giocare assieme; era solo una bambina allora, ma sapeva che il suo pensiero era dovuto alla voglia di rendere serena e felice sua madre, senza il pensiero di lavorare per forza, senza doverla vedere stanca mentre cercava di aiutarla a fare i compiti, con quell'alone di malinconia che Alex vedeva chiaramente nonostante la madre lo nascondesse con i suoi dolci sorrisi.

Ora che aveva accanto l'uomo che amava, voleva poter stare con lui e basta, seppellire se possibile tutto ciò che rendeva tristi o afflitti entrambi, godendo della possibilità di poter stare insieme, il posto non avrebbe avuto nessun significato.

-I preparativi per il matrimonio sono stati quindi già iniziati?- chiese ancora Miller

-Stiamo valutando il tutto- rispose sbrigativo Jason e Miller fece un cenno con il capo per segnare qualcosa su quel blocco

-Allora Signor Parker, ora, le devo chiedere di lasciarci qualche minuto da soli, così da riprendere i colloqui separati, la verremo a chiamare appena finito- gli disse l'uomo con sguardo serio, Jason rimase un po' sorpreso perché sperava che quel tipo di chiacchierata avvenisse in presenza di entrambi i funzionari, ma non voleva discutere, così si alzò in silenzio, si avvicinò ad Alex le posò le labbra sul capo

-Ti aspetto di là- le disse sorridendo dolcemente scorgendo in quel mare che ora lo fissava un po' di apprensione.

Una volta che il rumore della porta scandì l'inizio del colloquio, Alex si strinse le mani in grembo, avvertendo l'angoscia di quel momento, mentre Miller sembrava più che rilassato osservando il cellulare che in quel momento aveva vibrato

-Scusami Alex- le disse posandolo subito dopo e sorridendole –allora come è andato il compleanno di Jason?-le chiese curioso

-Beh, dovrebbe chiederlo a lui- rispose cortese facendolo sorridere

-Hai ragione, ma intendevo la tua serata, visto che è stato fuori-spiegò l'uomo ancora con il sorriso sulle labbra, Alex cercò di rilassarsi e sorrise a sua volta

-Ho lavorato al pub come al solito, niente di speciale- l'uomo fece un cenno con il capo prima di continuare

-Alex, devo iniziare a farti domande un po' più precise sul vostro rapporto- e lei sentì un leggero malessere pervaderla

-Di che tipo?- chiese celando il senso di inquietudine

-Tipo il vostro primo bacio- specificò l'uomo con fare comprensivo –so che sono domande delicate, ma anche questo andrà confermato da entrambi- Alex aveva trattenuto il respiro, sapendo bene di essere arrossita, abbassò il capo in imbarazzo

-Lo capisco, Alex, non è facile, ma ti prego di rispondermi- la esortò l'uomo che si appoggiò con le braccia al tavolo e la guardava con apprensione

Alex sospirò e sorrise incerta

-Cosa vuole sapere?- chiese e l'uomo sospirò osservando i fogli che aveva davanti

-Quando è successo?- chiese e Alex deglutì non sapendo assolutamente come poter rispondere –Vivete insieme da qualche mese, vi siete resi conto di provare qualcosa l'uno per l'altra subito, oppure no?- Alex scosse la testa

-Non subito- rispose –in realtà non è successo come ci si può immaginare- l'uomo la guardò attento per appoggiare la schiena alla sedia e ascoltarla

-Cosa vuoi dire?- le chiese e lei si ritrovò a sorridere con l'imbarazzo a ricoprirle ogni strato di pelle

-Beh, con Jason non va come ci si immagina, come forse si pensa debbano andare certe situazioni, con lui prima di tutto ci siamo avvicinati con il cuore, con i sentimenti- rise mascherando il fastidio che le dava parlare di quel momento speciale che avevano avuto

-Quindi prima vi siete trovati ad essere complici e poi alla fine vi siete trovati a confessarvi i vostri sentimenti- cercò di capire l'uomo e Alex si ritrovò a fare un cenno d'assenso con il capo

-All'inizio può immaginare che per entrambi non è stato facile accettare questi sentimenti, ancora adesso fatico a pensarla in questo modo- ammise sospirando, rendendosi conto che erano poche ore che si erano trovati, ma avendo la sensazione che fosse molto più tempo –tanti dubbi ci hanno fatto tirare indietro parecchie volte, ma poi alla fine il cuore ha avuto la meglio- aggiunse

-E' molto che vi siete confessati i vostri sentimenti?- chiese l'uomo inclinando leggermente la testa, un sorriso furbo

-Non molto, ma a dire il vero, sembra di più- sorrise di nuovo per mascherare il suo sentirsi inadeguata a parlare di quell'argomento –il bacio che c'è stato ha solo sottolineato quello che infondo sapevamo- Miller rimase qualche attimo in silenzio ad osservarla

-Avete mai avuto rapporti- Alex sentì il sangue ghiacciarsi, nonostante esteriormente avesse arrossito, scosse la testa priva di parole e Miller per fortuna sembrò accontentarsi perché si limitò a scrivere qualcosa

-Hai avuto altre esperienze Alex?- vedendo lo sguardo che gli rivolse Alex, l'uomo aggiunse- intendo altre storie, magari in Italia, prima di venire qui- sorrise cercando di mostrarsi comprensivo nell'affrontare certi argomenti

-No, mai- rispose semplicemente e non gli sfuggì lo sguardo sorpreso che l'uomo le rivolse per poi riprendere a scrivere

-Quindi Jason è la tua prima cotta- Alex si sentì ferita da quella frase e aspettò che l'uomo la guardasse negli occhi prima di rispondere

-No, non è una cotta Signor Miller- affermò decisa –quello che provo per Jason va al di là di una semplice cotta- l'uomo accennò un sorriso

-E come fai a sapere che con il tempo questo sentimento non si riveli per quello che forse già è?- le chiese piegando il braccio sul tavolo sul quale appoggiò il volto scrutandola –Non avendo avuto altre esperienze forse, questo tuo amore, in realtà non lo è, magari è riconoscenza verso un uomo che ti ha ospitato e conosceva tua madre- ipotizzò l'uomo.

Il volto di Alex si tese, sentì chiaramente la rabbia ribollirle nelle vene, la stava provocando, voleva stuzzicarla per vedere dove volesse arrivare

-Mi è già stato fatto notare questo fatto- affermò risoluta –ma io so cosa provo per Jason e sinceramente adesso voglio solo essere felice con lui, non mi interessa della differenza di età, quello che può pensare la gente, del futuro- sospirò per cercare di calmare il cuore che le correva nel petto –e vuole sapere una cosa?- Miller le sorrise aspettando che continuasse

-Non mi interessa nulla del vostro visto- l'uomo rimase completamente spiazzato da quell'affermazione, il sorriso gli morì sulle labbra, mentre la vide di nuovo sorridere in maniera più naturale –Potete anche pensare che abbiamo inscenato tutto, anche perché sicuramente siamo partiti svantaggiati e questo è stato già appurato, ma io rischierei la galera e la mia vita per Jason e so per certo che lui farebbe lo stesso per me e non sarà il vostro visto o questi colloqui a mettere in dubbio i nostri sentimenti- Miller rimase a fissare quel volto che sorrideva luminoso, con lo sguardo fisso nel suo e la determinazione che mai le aveva visto; si riscosse abbassando il capo e tossendo appena

-Bene Alex, abbiamo finito per oggi- le disse alzandosi –andiamo a prendere Jason

****

Finiti i colloqui, Alex si lasciò andare a un sospiro di sollievo entrando in auto e si girò a guardare Jason che prese il posto di guida accendendo il motore; Alex aveva notato la ruga sulla fronte di Jason e la tensione che aveva il suo viso, dopo aver parlato con Miller, anche se girandosi a guardarla le regalò un sorriso splendido per poi tornare a guidare.

-Che ti ha chiesto Miller?- gli chiese curiosa e lui non rispose subito, fece una semplice alzata di spalle

-Quello che ha chiesto a te, suppongo- rispose semplicemente

-Del nostro primo bacio?- domandò ancora e un sorriso imbarazzato le colorì il viso, Jason rimase immobile, per poi sorriderle –Sì- rispose –tu che gli hai detto?- si informò e lei rise guardando verso il finestrino raccontandogli a grandi linee cosa si fossero detti con Miller, evitando il discorso sul rapporto che non c'era ancora stato.

Arrivarono al pub di Mike che trovarono ad attenderli mentre finiva di pulire alcuni tavoli

-Ben arrivati ragazzi!- li salutò come al solito, ma girandosi a guardarli, il suo sorriso si cristallizzò nel vederli entrare mano nella mano, per un attimo pensò di stare sognando o che fosse uno scherzo, ma poi guardò i volti dei due e quella luce che lesse nello sguardo di entrambi lo convinse che si stavano tenendo davvero per mano e quello non era certo un gesto casuale; improvvisamente scoppiò a ridere felice come non lo era da molto tempo, mentre li vide avvicinarsi: Jason con una faccia da schiaffi, ma con una serenità che Mike non gli aveva mai visto, mentre Alex era diventata porpora per l'imbarazzo

-Bene bene, quindi qui ci sono delle chiare novità!- disse dando una pacca sulla spalla all'amico che rise scuotendo la testa

-Come al solito sei un'idiota Mike!- lo redarguì bonariamente Jason che si sedette al bancone con al suo fianco la ragazza per cui il rasato lo aveva visto completamente perdersi

-Sì certo e tu il solito coglione- guardò poi verso Alex –non posso credere che una brava e intelligente ragazza come te, si sia fatta incastrare da uno come lui!- la stuzzicò facendola ridere –E io che pensavo di avere qualche chance!- disse ridendo

-Tu dillo di nuovo e ti lego la tua maledetta lingua al collo!- lo apostrofò Jason facendo scoppiare Mike a ridere ancora di più

-Si può sapere che diavolo hai da ridere?!- Liz uscì dalla cucina con in mano il vassoio con diversi boccali puliti 

-Alex! Per fortuna siete arrivati! Eravamo così in ansia!- disse sorridendo

-Parla per te! Io ero tranquillissimo!- obiettò Mike verso la sorella che alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa spazientita

-Sì, infatti non mi hai chiesto cento volte a che ora avevano il colloquio e perché non erano ancora arrivati!- puntualizzò la moretta ricevendo un'occhiataccia da parte del fratello che si appoggiò al bancone

-Esagerata! Te l'ho chiesto solo un paio di volte!- si affrettò a dire Mike tornando a guardare verso il suo amico al quale servì subito da bere –E comunque, cara mia, qui ci sono delle novità!- e a quell'affermazione Jason lo fulminò con uno sguardo mentre Alex si strinse ancora di più nelle spalle; Liz si sedette accanto all'amica curiosa

-Con i colloqui è finalmente finita?- chiese speranzosa che quella tortura per i suoi amici fosse davvero terminata

-Eh no, acqua- fece Mike sornione –è molto meglio- aggiunse vedendo la sorella ancora più incuriosirsi

-Allora? Che c'è?- chiese ad Alex che la guardò arrossendo –Insomma mi dite che è successo?- chiese, ma nessuno voleva rispondere, neanche il fratello che sorridendo sornione le fece spallucce

-Oh, ma dai! Perché non posso saperlo!?- disse sconsolata, ma ancora nessuno le rispose così chiese per altri interminabili minuti, sotto l'ilarità del fratello e il mutismo di quei due che sembravano aver perso la lingua

-Adesso mi arrabbio davvero, Alex!- disse alla fine mettendosi in piedi con le mani sui fianchi –Non puoi tenermi sulle spine così!- disse piagnucolando

-Liz sei veramente esasperante!- grugnì Jason alzandosi in piedi per avvicinarsi ad Alex, la quale sgranò lo sguardo nel momento in cui sentì che le aveva preso il viso tra le mani per baciarla lì davanti a loro.

Quando Jason le lasciò il volto e le sorrise, Alex si sentì andare a fuoco per l'imbarazzo che subito l'assalì guardando il volto compiaciuto di Mike che rise scuotendo la testa e di Liz la cui espressione era completamente sconvolta, con il mento che per poco non toccava il pavimento

-Ecco! Così almeno la smetti di lagnarti come una ragazzina!- la stuzzicò Jason sorridendo divertito verso Mike, mentre riprendeva a sedersi al suo solito posto

Alex guardava verso Liz e si trovò a fare un'alzata di spalle, non sapendo cosa passasse per la testa dell'amica completamente priva di parole e con lo sguardo sgranato verso di lei

-Hai avuto un ictus, Liz?- la provocò il fratello divertito e solo a quel punto Liz cacciò un urletto di sorpresa e si lanciò tra le braccia di Alex

-Non ci posso credere!- le disse ridendo stringendola forte –Sono così felice per voi!- e si staccò da Alex rivolgendosi poi al moro che le guardava ridacchiando –Anche se devo dire che mi dispiace un po' per Alex se ha perso la testa per un troglodita come te!- gli disse facendolo ridere di più

-Ma sei sicura?- chiese ad Alex e per quella domanda il sorriso dal volto di Jason scomparve completamente

-Come sarebbe a dire?- chiese stranito e subito si guadagnò uno sguardo provocatorio da parte della moretta

-Paura che ti lasci, vero?- Jason assottigliò lo sguardo e lei rise divertita per averlo fatto innervosire, ma poi si rivolse ad Alex –A parte gli scherzi sono felice davvero!- e l'abbracciò di nuovo di slancio

-Come è andato il colloquio stavolta?- chiese Mike interessato cambiando discorso

Jason raccontò più o meno quello che avevano chiesto ad entrambi e del fatto che ci fosse solo Miller

-Effettivamente la donna è andata via due giorni fa, la mattina dopo che sono venuti da voi a casa- affermò Liz pensierosa

-Non ha detto quando tornerà?- chiese Alex e lei scosse la testa

-No, niente, ha pagato la sua permanenza e se ne è andata, lui non ha fatto cenno a nulla- tutti e quattro sospirarono pensierosi

-Comunque ora vi tocca davvero iniziare a buttare giù qualcosa per il matrimonio, visto che ve l'ha chiesto- disse Mike e Jason fece un cenno d'assenso incupendosi

-Se è per i vestiti non ci sono problemi!- fece Liz battendo le mani –Domani stesso andiamo da Oliver e Dolores!- Alex la guardò ridendo

-Chi sono?- chiese

-Lei è una stilista molto brava, ha una boutique qui vicino, lavora con il marito che ha sempre trattato abiti da sposa, sono i più famosi in zona e voi non potete perdere tempo- spiegò entusiasta Liz

-Io non posso venire domani- disse Jason –ho promesso a questo qui che l'avrei accompagnato da Jane- aggiunse rispondendo allo sguardo interrogativo che Alex gli aveva rivolto

-Non importa, andremo noi, anche perché l'abito dello sposo è sempre quello, lo puoi provare con comodo!- fece ovvia Liz muovendo una mano come a voler scacciare un moscerino, guadagnandosi un'ennesima occhiataccia da parte di Jason

*****

-Sono davvero felice per te, amico- Jason guardò verso Mike ringraziandolo con un sorriso, mentre le due ragazze avevano iniziato a lavorare in cucina all'arrivo dei primi clienti

-Adesso ho più paura di prima- disse ridendo –prima ero disperato perché rischiavo di non essere ricambiato- sospirò bevendo un po' di birra –adesso ho il terrore che questi funzionari possano rovinare tutto- Mike capì bene il cruccio dell'amico

-Effettivamente il coltello dalla parte del manico è sempre loro, ma almeno potete essere naturali al cento per cento e questo non può essere negativo- affermò –piuttosto il tuo colloquio con Miller è andato tutto liscio?- gli chiese e Jason fece una smorfia

-Diciamo che siamo riusciti ad essere piuttosto civili, nonostante tutto- affermò lasciando che il suo sguardo si incupisse; il colloquio era durato quasi un'ora e quello che era successo sarebbe rimasto impresso nella mente di Jason a vita, ne era sicuro, ma non voleva rivelare nulla a nessuno, soprattutto a lei

-Allora Signor Parker, mi parli un po' di come è stato il vostro primo approccio..- Jason guardò Miller innervosito dall'ilarità che traspariva dall'uomo che aveva davanti

-Che vuole sapere di preciso?- chiese a sua volta e l'uomo si appoggiò allo schienale della sedia sospirando

-Quando è accaduto?- e Jason fissò lo sguardo dell'uomo sperando di rispondere come Alex

-Non molto tempo fa- ammise e un sorriso seppur lieve gli colorì le labbra pensando a quel momento

-Sia più preciso per favore- Jason sospirò e cercò di sorvolare sul giorno preciso, cioè la notte del suo compleanno, appena tre giorni prima

-E'stata una sera di non molto tempo fa, ed è capitato in un momento dove non era assolutamente inimmaginabile che potesse accadere- affermò

-Come mai?- Jason fece una breve alzata di spalle guardando verso la finestra che mostrava il sole far capolino tra le nuvole che iniziavano ad addensarsi, regalando colori grigi e scuri

-Beh, diciamo che nessuno dei due aveva pensato potesse davvero capitare, ci sono parecchi intoppi, io ero il primo a non voler creare nessun tipo di problema ad Alex, per cui ho cercato in tutti i modi di evitare che capitasse- l'uomo davanti a lui arricciò le labbra in un sorrisetto

-Ma alla fine è capitato- disse

-Sì, alla fine è capitato- ripeté Jason senza mai staccare lo sguardo da Miller che abbassò poi il viso per guardare i documenti che aveva davanti

-La richiesta che avete fatto per il matrimonio risale a più di un mese fa- Jason deglutì cercando di rimanere impassibile –Alex è qui da lei da quasi cinque mesi- si fermò per osservare un altro foglio –e sia Alex che lei avete detto che non è accaduto subito- di nuovo lo guardò sorridendo –ma in realtà vi siete trovati innamorati praticamente nel giro di pochissimo- Jason non fiatò a quell'affermazione aspettando che l'uomo continuasse, sentendo la paura avvinghiargli le viscere

–Sa cosa penso Signor Parker?- e si rimise con la schiena appoggiata allo schienale -che voi due avete trovato un accordo all'inizio, probabilmente Alex si è innamorata di lei quasi subito, al contrario suo che forse ci ha messo qualche tempo in più, ma quando avete deciso di fare richiesta, non è stato l'amore a condurvi a questo, ma l'amicizia che c'era con la madre di Alex- un sospiro uscì dalle labbra dell'uomo –poi sono convinto che l'amore ha bussato anche al suo cuore, ma questa è un'altra storia- il silenzio piombò nella stanza; Jason sentì il suo cuore pulsare frenetico e il fiato gli si mozzò letteralmente in gola, ma poi sospirò per ritrovare la calma necessaria.

-Ammesso fosse così- la voce di Jason era bassa, il suo viso serio, Miller rimase impassibile aspettando che continuasse –quale sarebbe il problema? – il funzionario alzò un sopracciglio aspettando che continuasse

-Se fosse vera questa sua allusione, adesso però le cose sono diverse- si fermò solo un attimo per vedere come Miller reagisse, ma l'uomo rimase imperturbabile –quale problema ci sarebbe ora a confermare il nostro rapporto? Ci amiamo e questo dovrebbe essere abbastanza per un fottuto lascia passare!- sentiva la rabbia percorrerlo, l'uomo davanti a lui lo fissò per qualche istante prima di prendere in mano alcuni fogli

-Signor Parker, non stiamo qui a giocare, ma stiamo valutando la vostra relazione, dal momento che la Signorina Savelli è straniera e le regole sono queste- sospirò –voi non avete neanche la parvenza di una relazione Signor Parker è questo il fottuto problema!- la crudezza con cui parlò ghiacciò il sangue a Jason che rimase immobile

-Ai miei occhi, lei vuole sposare Alex per un altro motivo, probabilmente ha bisogno della cittadinanza Inglese, per questo non credo sia corretto darvi questo visto, a meno che...- Jason sentì le sue mani arpionarsi ai bordi del tavolo dove si era spinto con il busto in avanti

-A meno che...- ripeté  all'uomo che sorrise furbo

-A meno che non ci dice davvero come stanno le cose Signor Parker, credo che possiamo ritenere la farsa finita- a quelle parole Jason sentì il suo corpo diventare di pietra, ma cercò di rimanere calmo

-Non abbiamo niente da nascondere Signor Miller, noi ci amiamo davvero- disse risoluto nonostante le parole che Miller gli aveva gettato in faccia facevano male come una pioggia di spine

In quell'istante il cellulare di Miller vibrò e lui dopo una rapida occhiata allo schermo, guardò Jason sorridendo beffardo, premette il tasto per aprire la conversazione e mise il vivavoce sotto lo stupore di Jason

-Larson, bello sentirti, come va?- chiese sempre sorridendo in quel modo provocatorio verso il moro

-Ciao Miller, il tempo è stupendo nonostante il freddo, Roma è veramente una città meravigliosa- Jason pensò di non aver capito bene

-Roma è sempre la città eterna, ti stai divertendo?- chiese sornione Miller sentendo uno sbuffo da parte della collega

-Divertendo no, ma ammetto che mi concedo qualche passeggiata e ammiro lo spettacolo del centro storico- breve pausa –ci sono novità comunque Miller e sono riuscita ad avere qualche informazione e un appuntamento per domani mattina, così finalmente sapremo un po' di più di Alex- Jason avvertì il sangue ghiacciarsi

-Bene Larson, anche qui tutto normale, niente di particolare, sentiamoci domani così ci aggiorniamo- la Larson confermò e attaccò subito dopo.

Di nuovo il silenzio piombò in quella stanza, Jason avvertiva la rabbia, la frustrazione e la paura invaderlo come uno tsunami, ma rimase immobile come una statua; Miller sospirò riponendo il cellulare in tasca e dopo un profondo sospiro alzò lo sguardo verso Jason

-Ora sa che la mia collega sta indagando su Alex, vuole dirmi qualcosa, Parker?- Jason rimase di sale e vedendo la preoccupazione mostrarsi nel volto e nello sguardo del moro, continuò

–Mi dispiace averglielo fatto sentire, ma voglio essere onesto Signor Parker, come forse non lo sono mai stato- si sistemò meglio sulla sedia- abbiamo parecchie riserve, io per primo, questa non è una novità, ma la Larson ha il brutto difetto di saper fare il suo lavoro meglio di chiunque altro e aveva grossi sospetti sul perché di tutta questa vostra farsa- Jason si appoggiò allo schienale della sedia sentendosi completamente vuoto

-Non è una farsa- ripeté e sembrò un ruggito trattenuto –Io amo Alex- Miller lo fissò in silenzio per alcuni istanti 

–Adesso forse è chiaro a entrambi, ma un lascia passare perché avete trovato l'amore nel frattempo non è abbastanza per noi, Signor Parker, in qualche modo avete imbrogliato- Jason avvertì la paura di perdere Alex e la cosa gli procurò subito un malessere da levargli il fiato, abbassò il capo sentendo quel sapore di amaro in bocca, lo stomaco stringersi e la tensione invadere ogni parte del suo corpo

-Che vuole sapere?- chiese poi e Miller lo fissò ancora in silenzio per qualche istante prima di rilassare la sua postura

-La verità Signor Parker, solo la verità-

  
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