Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: ClostridiumDiff2020    13/06/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

164 – Believer

 



William si svegliò, il mondo attorno a lui faticava a mettersi a fuoco, la testa gli martellava. Era una sensazione maledettamente familiare. I ricordi che si confondevano nella sua mente, sgretolandosi come ombre spazzate via dal sole. Ricordava Micaela stretta tra le sue braccia e la risata trionfante di Samuel. E poi? Non riusciva ad afferrare una singola immagine. Il Folletto che gli donava i suoi poteri, e il ruggito del cacciatore e il corpo dell’altra versione di sé svaniva. Si prese la testa tra le mani. Si trovava in un parco giochi per bambini, era sdraiato su una panchina, ed era solo.
La giostra dinanzi a lui, il girello si muoveva incessantemente, cigolando, provocandogli fitte alla testa. William si massaggiò le tempie. Il sole morente lo salutava spruzzando di bronzea luce un luogo estraneo.
Silenzio.
Il cuore di Micaela era silente, la sua mente vuota.
“Finalmente ti sei svegliato!” Una cantilenante voce sonnolenta lo raggiunse “Temevo di averti colpito con troppa forza… No in effetti non lo temevo, sapevo di averti colpito con forza, ma sai… sei un pennellone bello alto. In realtà ero soprattutto annoiato di osservarti russare… Sono impaziente che il gioco inizi”
William seguì la voce e incrociò lo sguardo con un ometto dai vestiti a quadri lo fissava con due divertiti occhi da squalo. Aveva già visto due occhi simili, il ragno tessitore, la creatura che Micaela aveva cercato di usare contro il Cacciatore, ma non era lui. Quello sguardo, quegli occhi morti erano così simili a quelli del cacciatore, al suo occhio morto.
“Dove mi trovo? Dov’è Micaela? Samuel? Dove…”
“Non preoccuparti per i morti, preoccupati per te stesso, non ti è rimasto altro… Ho sentito il richiamo della tua anima da molti mondi di distanza… Che magnifico banchetto… Quando sarà pronta tu…” L’essere fece schioccare la lingua divertito “Azazello banchetterà con la tua mente…”
William scattò in piedi e Azazello fece un salto all’indietro ridendo. Era molto più basso ma il suo corpo emanava una forte energia, un alone oscura che piegava lo spazio attorno a lui.
William serrò i pugni, la testa gli martellava. Qualunque cosa volesse quell’omuncolo demoniaco, stava mentendo, doveva essere così. Micaela era viva e così Samuel, un attimo prima i loro cuori erano vicini al suo, doveva essere un ingannò di quella creatura. Doveva essere così.
Allora perché non riusciva a percepire niente. Né il potere che Pixie gli aveva donato, né i pensieri di Micaela, il suo cuore? Solo un doloroso silenzio.
Quando Azazello si avvicinò William arretrò “Dove sono? Dove li hai nascosti, che razza di posto è questo?” ringhiò stringendo i pugni.
“Questa è la tua prigione, mio caro… Delizioso pranzetto… Aspetterò che il tuo cuore sia ricolmo insaporito dalle emozioni che tanto solleticano il mio palato. Dolore… E poi…”
“Azazello, piccolo demonio… Ti ho detto di non giocare con il cibo”
A quelle parole il piccolo demone si ritrasse scivolando al fianco di una figura avvolta da un’ampia veste purpurea.
“Sei qua, assieme agli altri Custodi per espiare al caos che avete generato con la vostra piccola scaramuccia. Tu sei l’anomalia che tanto tormenta le nostre menti, per questo devi essere isolato e studiato… E in base a quello che decideremo saprai quale sarò il tuo destino… Ti è tutto chiaro?”
William annuì abbassando lo sguardo.
“Micaela e Samuel sono…”
“Su questo punto il mio fedele Azazello ha ragione, non è cosa di cui ti devi interessare”
“Ma io lo vorrei sapere comunque”
“Sua maestà Voland non può interessarsi a quello che desideri, ringrazia solo di non essere cancellato dall’esistenza e di poter essere qua, mantenere un dono che non era previsto fosse destinato a te. Un dono che la follia del folletto ha voluto legare alla tua esistenza…” Azazello lasciò schioccare di nuovo la lingua e l’essere che aveva chiamato Voland agitò pigramente una mano. “Smettila Azazello, se il nostro nuovo custode non si rivelerà all’altezza potrai divorarlo, ma non prima di aver testato le sue capacità. Già il fatto che abbia infranto la prigione creata da Maël ci fa sperare che forse il dono di Pixie non sarà andato sprecato…”
“Se supero le vostre prove, potrò tornare da Micaela?” William si maledisse per il tremore che avvertì nella sua voce. Voleva solo tornare a casa, tornare a quella vita a cui si era aggrappato per uscire dalla prigione del Cacciatore, di Maël. Era dunque quello il suo vero nome? Quello che quasi aveva udito in quel ricordo, quando la sua vita era stata in bilico tra la vita e la morte. In un non luogo di ricordi perduti ed emozioni. Prima che Micaela lo riportasse indietro con le sue parole. William si sollevò la maglia e sfiorò le parole sul suo fianco.
Non erano svanite, erano impresse sulla sua pelle come cicatrici d’argento.
“No”, La voce di Voland calò su di lui come una lama. “Questo legame è sbagliato… Ha già creato fin troppi problemi. Ha trascinato un mortale oltre i limiti della sua conoscenza e generato esplosioni che hanno riecheggiato per tutte le realtà, adesso dovremo riordinare le storie e decidere cosa fare di te e della tua storia spezzata…”
Voland si voltò, William allora li rincorse e cercò di afferrarli ma con inattesa rapidità Azazello si frappose tra loro. William sentì le sue gambe irrigidirsi, l’aria pareva essersi addensata, come se tentasse di camminare nel cemento, ma si sforzò comunque di avanzare. “Ditemi almeno che stanno bene…”
“Non è un tuo problema… Quel legame che percepisci è irrilevante”
William crollò a terra, ma tentò nuovamente di alzarsi. Ringhiando, ruggendo mentre i suoi nuovi padroni si allontanavano. Riuscivano ad alterare la realtà senza alcuno sforzo, mentre lui, nemmeno riusciva a difendersi. “Patetico…” sussurrò crollando di nuovo a terra.
“Già davvero patetico…” Lo scampanellio del Cacciatore accompagnò quelle parole.
William si irrigidì e si conficcò le unghie nei palmi delle mani.
Si voltò, nella calda luce del tramonto, appoggiato ad una fatiscente altalena sedeva mollemente il Cacciatore.
“Maël… Quindi è questo il tuo nome…”
La fata lo osservò con i suoi strani occhi, quello nero dardeggiante mentre quello di giada pareva quasi divertito. “Devo ammettere che non immaginavo che avrebbero preso così sul personale le nostre piccole schermaglie e mai, avrei immaginato di ritrovarmi in questo luogo di punizione assieme a qualcosa di tanto…”
“Inutile, spregevole, futile?”
Maël sorrise con segno di approvazione “Credo che patetico ti riassuma decisamente meglio…”
“Se lo dici tu… Cacciatore…”
“Non sono più un cacciatore, sono solamente un ex Custode, posto sotto giudizio per colpa della sconsideratezza di un mio smile, colui che un tempo chiamavo fratello, un traditore… La storia dovrebbe esserti familiare…”
William sorrise amaramente. “Non la mia storia…”
“Tu non hai una storia, spregevole anomalia… Per colpa tua sono bloccato qua… assieme a te. Se avrò fortuna Azazello tornerà per divorarti, solitamente non molla una preda dopo averla puntata. Non prima di aver affondato le sue unghie in ogni momento doloroso della sua breve esistenza e credimi, farò del mio meglio perché tu possa averne molti altri…”
William lo ignorò, si sedette su una delle sedie del girello e con il piede si dette una piccola spinta. Ogni volta che sentiva di aver trovato una piccola certezza il terreno si sbriciolava sotto i suoi piedi. Era nato in una stanza, aveva visto il suo mondo scorrergli davanti come la storia di un altro. Aveva ritrovato una strada, aveva trovato Micaela, Samuel… aveva iniziato a scrivere la sua storia e il cacciatore gliel’aveva strappata. Aveva rincorso il cuore di Micaela e facendosi guidare da esso aveva ritrovato la via e poi? Nemmeno ricordava come lo avessero catturato, portato via dalle sue braccia. Non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva sentito la sua voce.
Si sfiorò le parole impresse sul fianco, le percepiva sotto le dita. Si aggrappò all’emozione che gli ricordavano.
No, non è un errore… Sei legata a me…
Fu un fremito… poi un flebile sussulto, quasi un eco lontano. E infine rombante riecheggiò sempre più forte, un altro battito, un altro cuore, Micaela.
Mi hai trovato…” gli sussurrò nella mente.
“Fantastico” Esclamò il Cacciatore come se avesse percepito i pensieri di William “Altre complicazioni. Riuscirete mai a rinunciare a tutto questo? Mettereste seriamente a rischio il destino degli universi pur di potervi riunire di nuovo?”
William si aggrappò a quel battito, una nuova sicurezza rinata in lui.

“Sì, senza esitare…”
 

Day 164 - Prompt - Nuovo gioco (13.06.2021)
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: ClostridiumDiff2020