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Autore: Lena Mason    05/08/2021    1 recensioni
Konohagakure è il villaggio più grande e potente nella terra del fuoco e di quelle limitrofe: qui convivono alcuni dei clan più importanti nell’ambiente degli shinobi. Clan con grandi abilità: gli Uchiha con lo Sharingan, gli Hyūga con il Bykugan, gli Aburame con la capacità di controllare gli insetti a loro piacimento e gli Inuzuka, grandi addestratori di cani ninja, sono solo alcuni tra i più importanti. Dopo lotte intestine, tradimenti e un tentativo di rovesciare l’Hokage, la popolazione degli shinobi di Konoha dovrà unirsi, combattere a fianco con gli altri villaggi e fermare a tutti i costi la guerra che incombe. [Spoiler per chi segue l'edizione italiana]
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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twenty fifth

Twenty-fifth

Era già trascorsa una settimana dacché il gruppo di shinobi era giunto a Kumo: a Konoha la ricostruzione andava avanti velocemente, grazie anche ai vari aiuti provenienti dai villaggi limitrofi.

Persino i bambini aiutavano nella ricostruzione e questo strinse il cuore di Tsunade per la felicità: era indice di quanto gli abitanti tenessero al loro villaggio.

Inoltre, gli Uchiha che collaboravano con gli Hyūga erano un evento unico: i due clan non avevano mai avuto rapporti amichevoli, ma ora si poteva vedere Fugaku e Hiashi che ricostruivano la casa di quest’ultimo insieme.

Sakura e Sasuke passavano molto tempo vicini, trovando qualunque scusa pur di ritrovarsi a lavorare allo stesso progetto: in quel momento stavano sistemando l’ospedale, recuperando le scorte che si erano salvate e togliendo le macerie per ricostruirlo da zero.

«Chissà come se la cavano Shirai e gli altri» chiese Sakura al suo compagno di lavoro.

«Per me stanno bene. Senza Saori tra i piedi, mio fratello passerà tutto il tempo addosso alla Raibaka, vedrai. E forse quando torneranno il loro rapporto sarà diverso» le rispose Sasuke.

«Sembra proprio che tu voglia vedere tuo fratello e Shirai insieme, eh Sasuke?»

«Sì, perché quando è con lei lo vedo sereno» rispose sincero Sasuke «E per Itachi è una cosa strana: il peso del suo potere, ora ancora più grande dopo lo sviluppo del Mangekyō, e quello del Clan, lo rendevano sempre teso e all’erta. Da quando lei è tornata mi sembra di rivedere l’Itachi di otto anni fa».

Sakura sorrise: vedere l’affetto che Sasuke provava per il fratello era una cosa dolce e le faceva sembrare gli Uchiha più umani.

Si rimisero al lavoro, mentre dall’altra parte della strada una kunoichi bionda battibeccava con il suo pigro compagno di team: più che altro lei urlava e lui si limitava a fingere di ascoltarla.

«Sei proprio uno scansafatiche, Shikamaru!» gli disse per l’ennesima volta, mentre spostava un vaso.

«Ino, ho una gamba rotta» le ripeté lui, per l’ennesima volta «E poi ti sto aiutando scrivendo tutto quello che si è salvato».

«Oh, ma che bravo! Vuoi per caso che ti asciughi il sudore dalla fronte o ti dia un premio?» chiese sarcastica, vedendo che Shikamaru sorrideva in modo strano «Ehi! A cosa diavolo stai pensando?».

«A nulla, rottura. Avvicinati un attimo» le disse, obbligandola a chinarsi verso di lui, che le pulì una guancia sporca di polvere.

Non avrebbe mai pensato di vedere Ino Yamanaka diventare rossa in viso, ma a quanto pare lui aveva quel potere su di lei.

Bene, allora il mio cervello aveva visto giusto. La piccola Ino ha una cotta per me!

Ora cosa dovrei fare?

 In quel momento il cervello di Shikamaru Nara divenne completamente vuoto: non aveva idea di come comportasi con lei.

Sapeva che non voleva farla soffrire, ma non cosa provava in realtà per la sua compagna di Team dai tempi in cui erano chūnin. Non poteva nemmeno negare che quando aveva smesso di spasimare per Sasuke ne era rimasto sollevato e ciò voleva pur significare qualcosa.

La guardò un attimo e si accorse solo in quel momento che era rimasta zitta per più di dieci secondi consecutivi, segno che il suo toccarle la guancia aveva avuto un effetto quasi devastante.

La vide trafficare con alcuni vasi e notò che le mani le tremavano leggermente: poi si voltò verso di lui e aprì la bocca per dire qualcosa, ma si bloccò.

Lo fece altre due volte prima che le dicesse di sputare il rospo e ciò che gli chiese lo lasciò un attimo perplesso.

«Neh Shika … Ma tu sei innamorato di Temari-san?» gli chiese, senza guardarlo negli occhi.

Ino sapeva che rischiava molto chiedendogli questa cosa, ma doveva sapere: se lui avesse risposto affermativamente ne avrebbe sofferto, ma almeno sapeva di doversi mettere il cuore in pace; se per contro la risposta fosse stata negativa, poteva ancora sperare di avere un’opportunità.

Lui ponderò bene la risposta e poi disse: «No, la trovo molto attraente, ma nient’altro. Ha un carattere troppo problematico per me. Non mi piacciono le donne di polso. Mi ricordano mia madre».

Ino lo guardò un attimo e scoppiò a ridere. Era vero quello che diceva: in effetti Temari ricordava davvero la madre di Shikamaru a volte.

«Ridi per caso di me?» le chiese, vedendola scuotere il capo.

«Sono solo contenta di sapere che per ora non lascerai Konoha, Shika» gli rispose sorridendo di nuovo e facendolo arrossire leggermente: non aveva mai visto il viso di Ino così raggiante e la sua bellezza lo aveva colpito in pieno.

*

A Kumo gli allenamenti di Naruto proseguivano veloci: aveva già imparato a utilizzare il chakra del Kyūbi con il quale ricopriva interamente il suo corpo.

Quando lo usava era circondato da uno strato di chakra color giallo splendente, gli occhi diventavano arancioni e sul collo apparivano sei magatama: il suo aspetto, almeno a detta di Itachi, somigliava sempre di più al Rikūdo Sennin.

Riusciva, grazie al chakra prestatogli dal Kyūbi, ad usare in modo più efficace tutte le sue tecniche e persino lo Sharingan di Itachi faceva fatica a seguirne i rapidi movimenti, tanto che il Raikage lo aveva paragonato al Konoha no Kiiroi Senkō, che altri non era che lo Yondaime, padre di Naruto stesso.

Shirai e Hinata, mentre Itachi aiutava Naruto negli allenamenti, si occupavano di dare una mano all’accademia ninja di Kumo con grande soddisfazione dei bambini che si divertivano un mondo con entrambe.

Hinata aveva un gran talento e pazienza per l’insegnamento, tanto che Shirai le disse di provare a far richiesta per diventare sensei all’accademia di Konoha.

«Non credo che mio padre approverebbe una scelta del genere. Sono l’erede degli Hyūga e come tale devo diventare sempre più forte per essere in grado di guidare il mio clan. Diventare sensei mi impedirebbe di concentrarmi su questo».

«Hinata-chan, non puoi lasciare che sia tuo padre a scegliere il tuo percorso di vita: affrontalo a testa alta e digli ciò che vuoi diventare. In questo modo sono sicura che gli dimostrerai quanto tu sia forte in realtà e degna del suo rispetto» rispose l’altra, convinta.

«Shira-nee ha ragione!» s’intromise la voce di Naruto, il quale era evidentemente tornato da un altro allenamento con Itachi: aveva numerose abrasioni, anche se non quante ne aveva Shirai quando finiva con lui.

Probabilmente il chakra del Kyūbi lo aveva protetto parecchio: Itachi aveva solo un piccolo graffio sotto l’occhio destro e un paio di scorticature sulle braccia.

Hinata al commento di Naruto era arrossita come al solito, abbassando lo sguardo: non sarebbe mai riuscita ad ammetterlo, ma sentire che Naruto l’appoggiava nel suo sogno di insegnare all’accademia la faceva sentire appagata e orgogliosa di sé come non lo era da molto tempo.

«Inoltre se una ragazza educata come Hinata-san dovesse divenire istruttrice all’accademia, Konoha non vedrebbe più esempi come Shirai…» la prese in giro Itachi: da quando erano arrivati lì si divertiva un mondo a prenderla per i fondelli, poiché si sentiva meno costretto e rigido in quel villaggio rispetto a Konoha, dove la maggior parte delle volte era sempre sotto esame.

La ragazza si divertiva a sua volta rispondendo per le rime e, in questo caso, non fu da meno: «E se lei fosse istruttrice, potrebbe insegnare ai futuri Uchiha un po’ di umiltà, neh Itachi?».

Lui non rimbeccò oltre, limitandosi a sorridere divertito e andarsene verso l’appartamento che condividevano: le due ragazze avrebbero finito di lì a un’ora e nel frattempo loro si sarebbero lavati e cambiati.

*

Omoi, Karui e Samui erano tornati da poche ora da una missione, quando il Raikage li chiamò a rapporto: l’uomo voleva sapere la loro opinione, più che altro quella di Samui, sulla sua idea di far combattere Itachi Uchiha con qualcuno degli shinobi di Kumo.

«L’idea è assennata, Raikage-sama, ma potrebbe ritorcersi contro di noi: Uchiha Itachi è molto potente, forse addirittura a livello di Shisui Uchiha, che non credo vi siate ancora dimenticato» disse Samui, seria come sempre.

«E come dimenticare quel ragazzetto di diciassette anni che riusciva a battermi in velocità? Sarei curioso di vedere come sia diventato ora che di anni ne ha ventitré» disse il Raikage, sorridendo al ricordo dello scontro con quel piccoletto dai capelli neri: lo aveva capito dal principio che Shisui Uchiha non era un avversario da sottovalutare, nonostante fosse sempre sorridente e divertente.

Avevano combattuto entrambi al massimo delle loro capacità e il Raikage avrebbe vinto sicuramente allora. Nel presente non era sicuro: sapeva che Shisui poco tempo dopo il loro scontro aveva risvegliato il Mangekyō e che era il più forte dai tempi di Madara Uchiha.

Ora anche Itachi lo aveva risvegliato, durante lo scontro con Pain, ed era curioso di vederlo all’opera: sapeva che la tecnica risvegliata era quella dell’Amaterasu, che già di per sé valeva la pena di ammirare, ma voleva scoprire quali fossero le altre.

«Raikage-sama, se volete vedere l’Uchiha in azione, ricordatevi di chiedere il consenso alla Godaime-sama: è uno shinobi di Konoha e sottostà al volere del suo capo villaggio, non al vostro» gli ricordò Samui, salutando poi l’uomo e uscendo, seguita dai suoi compagni di team.

La bionda kunoichi sapeva che il Raikage voleva vedere Itachi in azione a tutti i costi e per farlo lo avrebbe probabilmente sfidato personalmente.

Il Team al quale Shirai apparteneva quando era a Kumo incontrò Hinata al mercato: Omoi iniziò subito a tediarla con le sue frasi senza capo né coda, facendo infuriare Karui, la quale prese a picchiarlo in testa.

«Konbawa, Samui-san» salutò la Hyūga, che non ebbe l’opportunità di salutare gli altri, poiché Omoi era fuggito e Karui gli era andata dietro, sbraitando.

« Konbawa. Come vanno gli allenamenti di Naruto-san?».

«Piuttosto bene, grazie. Ha imparato molto grazie a Bee-san e anche gli allenamenti con Itachi-san lo aiutano» rispose la corvina, mentre afferrava la borsa con la spesa che la negoziante le porgeva con un sorriso.

Dal fondo della via videro arrivare Shirai, in compagnia di Shi, come succedeva spesso da quando lei era tornata a Kumo: ovviamente quando Itachi era nei paraggi si vedeva quanto quella situazione lo irritasse.

Secondo Hinata, Itachi voleva approfittare di quella permanenza a Kumo per far comprendere a Shirai quanto i suoi sentimenti verso di lei fossero mutati: ovviamente la ragazza non pareva nemmeno accorgersene, convinta che il ragazzo si divertisse a prenderla semplicemente in giro.

«Samui-san volete venire a cena da noi, questa sera? Sono convinta che Shirai-chan ne sarebbe contenta».

«Mi dispiace, ma questa sera dobbiamo riposarci il più possibile: domani ripartiamo per un’altra missione di spionaggio ai danni dell’Akatsuki» rispose la bionda.

«Capisco … Allora state attenti, mi raccomando» aggiunse Hinata, prima di salutarla e avvicinarsi a Shirai.

La sentì invitare Shi a cena e quando il ragazzo accettò, Hinata impallidì: Itachi non l’avrebbe presa bene e non era una cosa semplice avere a che fare con un Uchiha di pessimo umore.

*

Quando Itachi uscì dalla doccia, trovò seduto sul divano del salottino Shi di Kumo e la sola vista di quel ragazzo gli fece venire il nervoso: non gli aveva fatto nulla di male, ma ronzava perennemente intorno a Shirai come un’ape vicino ad un fiore pieno di polline.

Il ragazzo lo salutò educatamente e Itachi fu fortunato poiché Naruto uscì in quella dal bagno, salvandolo dal dover intrattenere una conversazione con Shi.

Era convinto che quel biondino sapesse quanto la sua presenza nelle prossime vicinanze di Shirai lo irritasse e sembrava si divertisse a starle intorno: il Raikage non aveva una missione per lui? Non poteva mandarlo per un mese nel villaggio più lontano da lì?

Sbuffò spazientito e si diresse nella camera condivisa con Naruto per recuperare un rotolo che stava studiando dal suo arrivo a Kumo: parlava dello Sharingan, del Mangekyō in particolare, di tutti i suoi poteri e dei problemi che potevano sorgere dal continuo utilizzo di quell’abilità innata.

Si sedette in cucina, mentre sentiva Shirai e Hinata parlare al di là della porta della camera che condividevano: Itachi aveva un ottimo udito e dovette concentrarsi solo un minimo per capire cosa si dicevano.

«Non credo sia il caso di invitare qui Shi-san… » disse Hinata, con la voce sottile.

«Perché? Non ti piace come persona? Ti ha fatto qualcosa?» chiese trafelata l’altra, poiché non capiva come mai una persona dolce come Hinata non volesse qualcuno in casa.

«No, il problema non sono io, Shirai-chan. Credo che Itachi-san sia infastidito dalla presenza di quel ragazzo» le spiegò Hinata.

«Itachi è infastidito dalla presenza di chiunque, Hina-chan. È un orso, lo so benissimo» rispose Shirai, facendo storcere il naso a Itachi: quella ragazza pensava davvero che lui fosse un asociale?

«Shirai-chan, credo che lui non sia solo infastidito dalla sua presenza, ma…. Oh, credo che lui sia geloso del rapporto che hai con Shi-san. Siete molto in confidenza, dopo tutto» disse la Hyūga.

«Mh. Non so se hai ragione, ma sappi che la gelosia di cui parli è molto diversa da quella che tu senti per Naruto quando parla o fa il cascamorto con Sakura».

Ma sentila come è convinta di quello che dice. Pensa davvero di conoscermi così bene?

Pensò Itachi, mentre con una parte del suo geniale cervello cercava un modo per farle passare tutta quella sicurezza che mostrava.

«Lui è solo preoccupato che io possa andarmene da Konoha perché innamorata di uno shinobi straniero. Non ha altri motivi, solo l’egoismo di volermi al villaggio, nonostante lui abbia già molti intorno, come Saori... » continuò Shirai, facendo scendere il silenzio.

Me lo sono immaginato o il suo tono è mutato quando ha pronunciato il nome di Saori? Che le dia fastidio il rapporto che ho con lei?

«Shirai-chan … Sei sicura che Itachi-san sia solo tuo amico?» le chiese Hinata, mentre Itachi rizzava le orecchie.

«Hinata-chan vorrei tanto darti una risposta sicura, ma non ce l’ho al momento. Non sono più sicura di quale sia il rapporto che mi lega ad Itachi» rispose con tono frustato l’altra.

«Non ti preoccupare, Shirai-chan. Prima o poi capirai».

«Anche se non credo che cambierebbe qualcosa» aggiunse l’altra, ricevendo,probabilmente, una muta domanda dalla Hyūga, poiché proseguì « Se io avessi cambiato i miei sentimenti verso Itachi, credi davvero che farebbe la differenza? Lui è il futuro capo clan degli Uchiha e seguirà il volere del Clan fino alla fine. Se loro vorranno vederlo con Saori, lo accetterà. Quindi per me è meglio se le cose rimangono come sono, non credi?».

Itachi non sentì la risposta di Hinata, ma vide la porta aprirsi e Shirai uscirne con i capelli slegati e il cambio in mano segno che stava andando a farsi la doccia: per non farsi beccare aveva ripreso a leggere il rotolo che aveva in mano.

«È inutile che continui a leggere, Itachi. Sei un baka e tale rimarrai» lo prese in giro lei, ricevendo semplicemente uno sguardo annoiato.

Decise di lasciarlo in pace, poiché era evidentemente di cattivo umore e, dopo aver salutato Shi –Itachi alzò gli occhi al cielo infastidito per il gesto-, si chiuse in bagno.

*

La cena, nonostante il mutismo in cui Itachi si era rinchiuso, proseguiva in allegria, soprattutto grazie ai resoconti comici che Naruto faceva dei suoi allenamenti.

Imitava le mosse sia di Killer Bee, con tanto di rap assurdo, sia le proprie, facendo sbellicare senza ritegno i presenti: persino Shi aveva le lacrime agli occhi dal troppo ridere.

Finita la cena, il biondo shinobi si propose di aiutare con il lavaggio delle stoviglie, ma Itachi, sempre in silenzio, lo precedette posizionandosi al fianco di Shirai: lei lavava, lui asciugava.

Shi, convinto che nessuno lo vedesse, sorrise divertito a quella vista, soprattutto quando Shirai riprese Itachi, dicendogli che doveva asciugare meglio i bicchieri o sarebbero rimasti macchiati dall’acqua residua.

Hinata vide il sorriso dello shinobi e capì che si comportava in quel modo con Shirai, proprio per spingere Itachi a farsi avanti con lei: era davvero un ninja sensitivo, dopo tutto.

Così Hinata decise di lasciare che Shi facesse da collante tra i due amici e vedere come sarebbe evoluta la situazione: sapeva che Itachi provava sicuramente qualcosa al di là dell’amicizia per Shirai, ma era preoccupata per le conseguenze.

Il Clan Uchiha non avrebbe mollato la presa sul proprio genio. Non lo avrebbe mai lasciato con una kunoichi che non fosse un’Uchiha.

Shi se ne andò verso le dieci di sera e Shirai lo accompagnò fino all’ingresso dello stabile dove era situato il loro appartamento: rimasero un attimo fuori a parlare.

E nessuno dei due si accorse di un corvo un po’ strano che li fissava da uno dei balconi del primo piano: aveva occhi rossi con strani disegni neri.

«Shirai-san, c’è una cosa che mi preme chiederti» esordì lui, ricevendo la piena attenzione dalla kunoichi « Ti piacerebbe venire qui a Kumo per sempre?».

Shirai rimase completamente sbalordita da quella richiesta: non sapeva cosa rispondere, ma nella sua mente apparve Itachi.

Non voglio lasciare né lui né Konoha, ma rimanere lì vorrebbe dire vederlo al fianco di Saori per il resto della vita e probabilmente perdere comunque la sua amicizia: lei non ci permetterebbe mai di rimanere tali.

Però lì ho anche la mia famiglia e gli amici. Anche qui a Kumo ne ho parecchi, ma dopo la morte di Taichi non ho un motivo forte per rimanere.

«Non devi rispondermi ora, Shirai. Se te l’ho chiesto è perché voglio che tu rimanga con me» le disse, accarezzandole una guancia e facendola arrossire: non aveva mai capito che Shi avesse certi sentimenti verso di lei, convita fosse solo un amico molto vicino «Ci vediamo nei prossimi giorni: pensa alla mia proposta, d’accordo?».

Shirai annuì semplicemente e non vide Shi lanciare uno sguardo al corvo dagli occhi rossi che lo fissava malevolo.

Quando Shirai rientrò nell’appartamento capì dal rumore di russare che Naruto era già addormentato e Hinata si era ritirata in camera: l’unico rimasto in salotto con il rotolo e una tazza di the era Itachi, che le lanciò un breve sguardo cremisi da sopra il bordo di pergamena giallastra.

«Ti conviene andare a letto, Itachi. Domani hai ancora gli allenamenti con Naruto, neh?».

«Hai! Ma ci vuole ben altro per stancarmi, Shirai» le rispose, mentre lei si mordeva la lingua per non rispondergli in modo sarcastico con una frase tipo: “Ti ci vuole Saori, eh Itachi?”.

Lui aveva smesso di leggere prendendo a fissarla con insistenza, prima di chiedere: «È successo qualcosa?».

La vedeva tesa e quando si mordeva il labbro inferiore a quel modo, lui lo sapeva bene, voleva dire che era nervosa.

«Sì, qualcosa è successo, anche se mi è difficile ancora comprendere. Se qualcuno di cui non sospetti, si confessasse a te proponendoti di rimanere con lui, o lei, tu cosa faresti?» gli chiese.

 Non posso credere che sia così ingenua e stupida da chiedere una cosa del genere proprio a me.

Ovviamente non disse nulla di tutto ciò, limitandosi a sbuffare, poggiare il rotolo e rispondere: «Dipende da cosa sento per la persona che me lo chiede, Shirai»

«Mettiamo il caso sia Saori a chiedertelo, cosa faresti?» gli disse, vedendo che Itachi diveniva silenzioso e pensoso.

Rispose solo dopo alcuni minuti: «Valuterei i pro e i contro della sua richiesta. Se i primi fossero maggiori, allora accetterei» le disse.

Shirai rimase un attimo spiazzata dalla risposta del ragazzo e così chiese: «Ma non sei innamorato di lei, Itachi? Non dovresti accettare qualunque cosa pur di stare con lei?».

«Cosa ti fa avere la convinzione che io sia innamorato di Saori?».

« La vostra vicinanza e poi… » Shirai arrossì di botto, evitando di guardare Itachi negli occhi, troppo imbarazzata « Mi pare che voi abbiate un rapporto molto profondo, no?».

Itachi la guardò un attimo, prima di ghignare e rispondere, facendola avvampare ancora di più, tanto che si poteva cuocere un uovo sul copri fronte: «Ti riferisci al fatto che da un anno abbiamo rapporti sessuali, Shirai?».

Lei si limitò ad annuire vigorosamente, maledicendosi per aver tirato fuori il discorso: non voleva né parlare né immaginare i rapporti di quel tipo tra Saori e Itachi, anche perché la infastidivano grandemente.

«Avere certi rapporti con qualcuno non significa esserne per forza innamorati, ma semplicemente attratti fisicamente» le rispose lui.

«Ah, capisco. Io avevo pensato che tu fossi innamorato di lei, perché per me era così con Taichi… » confessò Shirai, divenendo nuovamente rossa.

«Shirai» la chiamò Itachi, facendole alzare lo sguardo, cosicché lei si accorse che si era alzato e le era direttamente davanti « Non accettare. Torna a Konoha, con me».

Lei lo guardò sorpresa, prima di chiedere: «Perché?».

«La mia vita sarebbe vuota senza la tua presenza a Konoha».

«E se io fossi innamorata di Shi?».

«Se tu lo fossi, non avresti chiesto consiglio a nessuno. Avresti accettato senza nessun dubbio. Non avresti nemmeno valutato i pro e i contro, ne sono sicuro» le disse, avvicinandosi di un altro passo, che corrispose a uno all’indietro di lei.

«Io non posso restare a Konoha solo per il tuo egoismo Itachi».

Lui la guardò un attimo senza dire nulla: gli occhi erano tornati del consueto colore scuro e Shirai si sentì risucchiata in essi, come in un buco nero.

Non aveva mai visto gli occhi di Itachi così da vicino e non si era mai soffermata ad osservarli con il loro taglio felino. Erano belli gli occhi di Itachi, ma le facevano paura. Perché voleva guardarli per sempre, ma non come un’amica.

Era giunto il momento di ammettere a se stessa che per lei Itachi non era più l’amico del passato. Ora lo vedeva in un modo diverso, come una ragazza guarda un ragazzo che le piace.

Lo guardava come una ragazza innamorata. E in quel momento la prospettiva di scappare da lui, dal futuro divisi che li attendeva era forte: rifugiarsi a Kumo, lontana dal dolore di vederlo con Saori.

Abbassò lo sguardo in quel momento, ma la mano di Itachi scattò veloce verso il suo mento obbligandola a continuare il contatto visivo, nonostante le creasse confusione e smarrimento.

«Torna con me a Konoha, Shirai» le ripeté Itachi, prima di avvicinarsi ulteriormente, troppo, e sfiorarle leggermente le labbra con le proprie.

Fu lieve il contatto: come il battito di ali di una farfalla. Come un petalo di ciliegio che ti sfiora la guancia quando cade dai rami scossi dal vento, ma bastò.

Bastò a farle sentire un calore incredibile riempirle il corpo: lo stomaco si contrasse in modo dolorosamente piacevole, il cuore si fermò insieme al respiro e Shirai credette di svenire.

Non aveva nemmeno chiuso gli occhi da tanto il momento fu breve e rimase bloccata con lo sguardo perso nel vuoto, fino a quando non sentì la mano di Itachi poggiarsi sulla guancia: lo guardò incredula e lui sorrise.

«Non sorridere così. Itachi … Non prendermi in giro» gli disse, distogliendo lo sguardo.

«Perché pensi che io ti stia prendendo in giro, Shirai?».

«Perché tu sei Itachi! E io sono solo Shirai! Noi siamo amici e tu non credi nemmeno che io sia una ragazza!» gli disse, tenendo il tono di voce forzatamente basso.

«Non posso aver cambiato idea?».

«Guarda caso l’hai cambiata proprio quando Shi mi ha chiesto di rimanere qui con lui … E anche se tu avessi cambiato idea su di me, ricorda Itachi: io non sono Saori. Io non farò come lei pur di avere le tue attenzioni e non lascerò che il tuo Clan mi cacci di nuovo dal mio villaggio. Lo sai che se tu ed io … » si bloccò, diventando rossa e sforzandosi di continuare «Se tu ed io volessimo stare insieme in quel senso, il tuo Clan non lo permetterebbe. Quindi smettila di fingere solo per tenermi con te al villaggio».

Itachi non riusciva a capire perché Shirai avesse reagito in quel modo: non comprendeva perché lei fosse convinta che non ci fosse la possibilità che lui fosse innamorato di lei.

Poi si ricordò di tutte le volte che l’aveva presa in giro per la sua poca femminilità e le sue parvenze mascoline e capì che l’aveva ferita molto più di quanto pensava con quelle parole.

Talmente tanto che ora non credeva nemmeno possibile il sentimento che lui invece provava sinceramente per lei.

« Sto davvero fingendo, Shirai? Ne sei sicura?» le chiese, vedendo che annuiva vigorosamente «D’accordo. Quando torneremo a Konoha ti mostrerò che non è una farsa volta a trattenerti al villaggio per un mio atto di egoismo. Riprenderemo l’argomento tra due settimane» le disse, prima di toglierle la mano dalla guancia e chiudersi in camera.

Shirai si lasciò andare a terra, poiché le ginocchia non avrebbero retto oltre e si mise una mano sul cuore: da quando era così irrimediabilmente innamorata di Itachi? Quando era successo? Non se n’era nemmeno accorta!

«Possibile che io sia così stupida da non essermene resa conto prima?».





Beh, che dire? Sono tornata dopo eoni e vi chiedo scusa, ovviamente a chi legge ancora la storia. Se trovate degli errori, mi dispiace, ma ho pubblicato un po' di fretta... Spero di essere più costante con gli aggiornamenti, ma ci conto poco.

Alla prossima.

Elena


   
 
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